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Intendo, infine, ringraziare tutti coloro che mi hanno fornito materiale, dati
ed informazioni e mi hanno supportato in ogni fase di questo lavoro. Ringrazio in
modo particolare il Dr. Michele Russo, direttore del centro promozionale SAIE di
Bari; Don Carmine Bruno, sacerdote paolino e docente presso lo Studio
interreligioso teologico pugliese (STIP); Don Davide Arpe, sacerdote paolino e
direttore dell’ufficio comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto.
Profondamente ringrazio i docenti relatori di questa tesi: il Prof. Mario Marzo ed
il Prof. Marcello Passaro che nonostante i suoi molteplici impegni non ha esitato
ad assegnarmi questo lavoro di tesi in marketing, molto ambita tra gli studenti in
economia. Concludo quest’introduzione sperando (da cattolico) nell’intercessione
del Beato Giacomo Alberione, fondatore della famiglia paolina nella quale è
compresa la Società San Paolo.
PARTE I
I SISTEMI INFORMATIVI AZIENDALI
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CAPITOLO 1
NOZIONI GENERALI SUI SISTEMI INFORMATIVI
1.1 INTRODUZIONE
Le prime applicazioni dell’informatica, in ambito aziendale, hanno avuto inizio a
partire dagli anni cinquanta del secolo scorso e si sono diffuse nelle grandi
imprese nel corso degli anni sessanta. I successivi anni settanta videro l’impiego
dei minicomputer da parte delle aziende oltre all’adozione dei sistemi informatici
a supporto di diverse aree. Negli anni ottanta, l’introduzione del PC (personal
computer) consentì un abbattimento dei costi della tecnologia informatica ed
anche le piccole-medie imprese cominciarono ad usufruire dei sistemi informatici
per la gestione delle proprie attività. In questo periodo l’informatizzazione era
legata soltanto ad alcuni settori aziendali, solo in seguito nel corso degli anni
novanta si affermarono i sistemi aziendali integrati ERP (enterprise resource
planning) che permisero le prime collaborazioni su rete tra le risorse umane di
un’azienda. Oggi, siamo di fronte ad un ampio sviluppo dei sistemi informativi.
Il sistema informativo aziendale è un metodo coordinato e sistematico di
rilevazione dei dati. Esso può essere attuato da una qualsiasi azienda ma in genere
sono quelle di grandi dimensioni a realizzarlo in quanto si tratta di avviare
operazioni che richiedono un ingente impiego di risorse. I dati raccolti affluiscono
al centro elaborazioni dati o alle stazioni di lavoro (CED) i quali sono sempre
connessi alla direzione risorse da cui dipendono. I dati inseriti nei terminali
possono poi essere riveduti automaticamente e trattati sulla base delle diverse
esigenze dell’azienda. Elemento essenziale del sistema informativo è il linguaggio
data-base, l’unico in grado di raccogliere, elaborare ed archiviare qualunque tipo
d’informazione e far fronte a tutte le esigenze amministrative e fiscali. Inoltre,
esso è in grado di creare un reporting direzionale, ovvero un insieme di
comunicazioni tra i diversi livelli manageriali e direttivi, e permette ai principali
organi societari di esercitare un efficace controllo di gestione, ottenendo un
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quadro completo delle situazioni contabili ed extracontabili relative ad un
qualunque periodo di tempo. Grazie all’utilizzo del linguaggio data-base è
possibile, inoltre, pervenire in modo semplice alla redazione del bilancio
d’esercizio e delle diverse relazioni consentendo il raccordo tra le risultanze
contabili e i conti del bilancio oltre a consentire la raccolta dei dati al fine di
avviare azioni commerciali. Si tratta, in altre parole, di un sistema informativo
integrato dal punto di vista di un imprenditore commerciale ma nel presente
lavoro mi propongo di considerare separatamente il sistema informativo
direzionale dal sistema informativo di marketing (SIMK) poiché oggetto della mia
analisi è proprio quest’ultimo.
Il sistema informativo aziendale si divide in due sottosistemi: contabile e
non contabile. Il sottosistema contabile è costituito dai documenti originari che
rappresentano il più importante mezzo di prova di tutte le operazioni effettuate.
Questi documenti vengono compilati e redatti all’interno dell’azienda e
comprendono la contabilità sezionale, ovvero quei nuclei distinti di rilevazione
che vengono poi integrati o riassunti nella contabilità generale e tutti gli altri
documenti classificati come strumenti di programmazione e controllo che tramite
modelli di simulazione consentono di redigere un budget generale, calcolare una
serie di indici sulla situazione finanziaria, economica e patrimoniale dell’azienda
permettendo di confrontare i dati aziendali con quelli del mercato o del sistema
economico.
Oggetto di studio di questa tesi, è il sottosistema non contabile e si compone di
qualsiasi informazione qualitativa e quantitativa riguardante l’azienda ed il suo
mercato. Queste informazioni possono essere raccolte anche all’interno
dell’azienda stessa ma in genere tale sottosistema si crea con dati provenienti
dall’esterno. I dati relativi ai due sottosistemi affluiscono sinteticamente nel
bilancio d’esercizio e successivamente in un altro documento informativo
denominato reporting e destinato a fornire informazioni ai manager che devono
assumere decisioni all’interno dell’azienda. Il contenuto del reporting deve
rispondere alle esigenze dei destinatari, nel caso in cui il manager si occupa della
gestione del personale, inoltre, i rapporti a lui diretti devono contenere dati reali
ed empirici relativi alle risorse umane.
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1.2 I SISTEMI INFORMATIVI NELL’ORGANIZZAZIONE
AZIENDALE
I sistemi informativi aziendali hanno origine dalla simbiosi dell’organizzazione
aziendale con l’informatica; essi sono dotati di dinamiche intrinseche, in grado di
mutare sulla base di un qualsiasi input interno o esterno all’azienda. Lo scopo
primario di questa branca dell’information technology è quello di fornire
informazioni alle persone che operano all’interno dell’azienda nel momento in cui
l’informazione è necessaria. Un esempio concreto può essere quello di fornire
informazioni agli operatori di un centro commerciale tramite la procedura del
codice EAN.(European Articles Numbering). Si tratta di un sistema di codifica dei
prodotti adottato sia dal grande commercio che dalle stesse aziende produttrici ed
è comunemente denominato “codice a barre”. In questo preciso caso aziendale, i
cassieri delle librerie paoline o delle librerie San Paolo dispongono di casse dotate
di un lettore ottico, il quale percorrendo il rettangolo del codice è in grado di
identificare il prodotto e nello stesso tempo aggiornare un elaboratore centrale
relativo all’acquisto avvenuto. Il computer centrale adegua immediatamente
l’inventario e segnala il raggiungimento dei livelli e dei limiti delle scorte ma
l’utilizzo del codice a barre non è limitato alla logistica, viene utilizzato anche
nell’assistenza alla clientela rendendo possibile l’utilizzo di conti spesa o di
stornare eventuali resi. A livello comunicativo, tramite il codice a barre, è
possibile armonizzare la comunicazione tra produttore e distributore
semplificando così il sistema informativo.
Gli elementi che compongono il sistema informativo di un’azienda sono
ripartibili in tre gruppi: dati, procedure e mezzi. I dati costituiscono la materia
prima su cui si basa l’attività di un sistema informativo e possono essere dati di
configurazione, dati operativi, dati di supporto e dati di stato.
I dati di configurazione sono tutte quelle informazioni che permettono di avviare
un ciclo o un processo; i dati operativi sono costituiti da tutti gli input forniti dalle
risorse umane; i dati di supporto sono tutti quei dati che permettono di assistere gli
operatori durante il loro lavoro come per esempio i messaggi di errore; i dati di
stato sono, invece, quei dati che ci permettono di riassumere e valutare il lavoro
svolto.
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Le procedure costituiscono la dinamica di un sistema informativo, ovvero,
sequenze di azioni che permettono al sistema di arricchire, elaborare, controllare e
pianificare le procedure consentendo alle risorse umane di interagire tra loro.
I mezzi sono tutti gli apparati elettronici che rendono possibile l’acquisizione dei
dati, l’elaborazione delle procedure e la distribuzione delle informazioni. Tra
questi ricordiamo il personal computer, i terminali, le apparecchiature di rete ecc.
Uno degli errori più comuni che viene commesso è quello di pensare che il
sistema informativo non faccia altro che meccanizzare i processi. Non si verifica
esattamente ciò. Il sistema informativo nella sua dinamicità ridefinisce
continuamente un determinato processo, ad esempio, gli sportelli bancari
bancomat rappresentano uno dei più semplici casi di BPR (Business Process
Rengineering). Il BPR
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è una procedura di ridefinizione dei processi, esso
introduce innovazione modificando l’organizzazione aziendale ovvero il “come
opera” l’azienda. Una volta introdotto il BPR si determina un processo di
ridefinizione continuo, perché continua è l’evoluzione della tecnologia. Gli
sportelli bancari bancomat nel corso degli anni si sono arricchiti di numerose
funzioni secondarie, tra tutte ricordiamo la ricarica dei telefoni cellulari,
sicuramente non prevista né prevedibile all’apertura dei primi sportelli automatici.
L’obiettivo finale è permettere all’azienda di mantenere la propria
competitività sul mercato e solo grazie all’ausilio di procedure veloci si può far
fronte alle sfide dell’economia globale.
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Rif.: Scicutella M., La Gestione d’impresa, cap.9 pag. 209, Cacucci, 1999
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CAPITOLO 2
STRUTTURA DEI SISTEMI INFORMATIVI
2.1 L’ESIGENZA INFORMATIVA
La funzione primaria dei sistemi informativi è quella di fornire informazione alle
risorse umane di ogni ordine e grado, nel momento in cui è necessaria.
L’informazione viene fornita in diversi formati in base al ruolo che una persona
ricopre all’interno della sua azienda. Può essere fornita in formato analitico; in
questo caso le informazioni sono rivolte a quelle categorie di risorse umane
qualificati come impiegati o quadri. Queste persone necessitano di informazioni
dettagliate perché lo impone la natura della mansione loro affidata. Gli addetti
alla vendita nelle librerie paoline o nelle librerie San Paolo o il consulente
culturale SAIE, ad esempio, hanno necessità di acquisire qualsiasi tipo di
informazione non solo sui prodotti ma anche sull’azienda per meglio interagire
con la clientela. Il personale qualificato come dirigente o funzionario riceve,
invece, le informazioni dal sistema informativo in un formato più sintetico
perché non ha bisogno di tutti i dettagli per adottare tattiche o strategie corrette.
Allo stesso modo anche l’imprenditore commerciale o i principali organi
societari non hanno bisogno di informazioni analitiche per assumere le decisioni
più importanti per la propria azienda.
Nel 1965 fu sviluppato un modello di organizzazione dei sistemi informativi
denominato “Piramide di Anthony” in cui viene rappresentata un’efficace
classificazione dell’esigenza informativa: man mano che si sale nel livello
decisionale, la necessità di molte informazioni specifiche decresce. La base di
questa piramide immaginaria è costituita dal personale esecutivo ed operativo. A
questo livello competono la registrazione degli eventi aziendali interni. Al centro
della piramide possiamo collocare un manager che sulla base delle sintesi di dati
estratti dal livello inferiore prende le sue decisioni. Al vertice della piramide
collochiamo, infine, l’imprenditore commerciale o i diversi organi societari che
avvalendosi di dati sintetici come per esempio l’utile o la perdita, decidono le
sorti dell’azienda.
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Il sistema informativo aziendale, lo si può dividere, dunque, in due grandi aree:
l’area dei sistemi informazionali e l’area dei sistemi operazionali.
2.2 I SISTEMI OPERAZIONALI
I sistemi operazionali costituiscono l’infrastruttura informatica su cui poggia
l’attività esecutiva dell’azienda. I dati relativi al sistema informativo
operazionale hanno origine dall’attività svolta principalmente dagli impiegati.
Nel momento in cui l’impiegato addetto al servizio clienti, ad esempio, riceve un
reclamo, tale oggetto rappresenta un dato da inserire nella banca dati aziendale.
Nel momento in cui il bene che è stato oggetto di reclamo viene prodotto,
l’informazione diventa necessaria per i manager che devono decidere come
produrlo (sistema informazionale).
I processi aziendali sono tra loro concatenati e quindi è naturale pensare di
utilizzare i dati provenienti dal servizio clienti o dall’ufficio controllo qualità o
dall’ufficio acquisti per pianificare un nuovo ciclo di produzione. Lo scopo è
razionalizzare l’attività, rendendo più fluida la concatenazione dei processi
provando con tutto questo a misurare la capacità dell’azienda a rispettare gli
obiettivi fissati.
L’archiviazione organizzata è la funzione primaria dei sistemi operazionali
perché ciò permette ai diversi settori aziendali di avere a disposizione
informazioni comuni nella versione più aggiornata e dare agli utenti
l’impressione che l’azienda si appoggi ad un unico grande archivio condiviso tra
tutte le aree.
La qualità dei dati è disciplinata dalle norme ISO 8402-1984; queste norme
definiscono la qualità dei dati come “ il possesso della totalità delle
caratteristiche che portano al soddisfacimento delle esigenze, esplicite o
implicite, dell’utente“. Questa definizione evidenzia due punti molto importanti:
1) il soggetto che usufruisce della qualità è l’utente; 2) la qualità delle
informazioni consiste nel possesso di determinate caratteristiche strutturali e
funzionali.
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Le caratteristiche strutturali fanno riferimento all’aggregazione, alla
tempificazione e alla dimensionalità dei dati. Aggregazione intesa come
rappresentazione analitica o sintetica dell’informazione tempificazione, cioè
l’arco temporale cui l’informazione si riferisce; dimensionalità, cioè il numero
minimo di parametri che si devono fornire per estrarre una specifica
informazione.
Le caratteristiche funzionali fanno, invece, riferimento alla completezza, alla
correttezza, alla precisione, all’omogeneità ed alla fruibilità dei dati.
Un sistema informativo operazionale è tanto più completo quanto più dettagliate
sono le informazioni raccolte sugli eventi. Difficilmente la completezza totale del
sistema informativo può essere raggiunta, ma deve essere un obiettivo a cui
tendere.
La correttezza indica la corrispondenza tra dato e realtà. Gli errori possono essere
causati dal malfunzionamento delle procedure o da una svista dell’operatore.
Dove possibile,la correttezza viene garantita da opportune procedure che
convalidano i dati prima di procedere alla registrazione effettiva ma se l’errore è
stato causato da un’errata interpretazione dell’evento, per esempio, l’addetto al
servizio clienti non ha compreso bene il reclamo del cliente, non vi è possibilità
di correzione.
La precisione indica l’approssimazione con cui l’informazione rappresenta la
realtà ed è riferita soprattutto a dati che indicano misure o valori; un’eventuale
imprecisione in questi casi è solo di natura strumentale.
La regola dell’omogeneità fa sì che i dati siano raggruppati sulla stessa tipologia
di struttura, per esempio, inserire le date o gli orari sempre nello stesso formato.
La caratteristica della fruibilità si riferisce alla semplicità per l’utente di reperire,
acquisire e comprendere le informazioni in relazione alla propria finalità.