7
hot per eccellenza non soltanto non ha ceduto il passo di fronte a tecnologie
piø moderne e complesse, ma ha dimostrato segni di grande vitalit che tutti
possono constatare.
Ciononostante, il mercato radiofonico Ł destinato a restare a margine
3
e
l interesse intorno ad esso sar sempre minore rispetto a quello riservato ad
altri media. Perci , forse, si parla da oltre dieci anni di DAB senza che, nel
tempo, il futuro di questa tecnologia sia divenuto piø chiaro. Gli stessi
esperti di comunicazione, quando si tratta di esprimere delle previsioni sul
DAB, esitano a pronunciarsi o hanno opinioni divergenti.
Come spiega Josiane Jouet
4
: L adozione di ogni tecnologia Ł lenta. Non
solo deve rispondere a un bisogno, ma anche inserirsi nel contesto
quotidiano di ciascuna persona, tenendo conto del contesto in cui vive.
L uso sociale di ogni nuovo mezzo di comunicazione deve modularsi nel
corpo delle pratiche esistenti, alterare o perfino rimpiazzare queste ultime. Il
processo di appropriazione si scontra, quindi, con una serie di resistenze, piø
o meno forti, che devono essere gradualmente superate. L ambito della
comunicazione esprime un certo disordine che sconvolge gli schemi
abitudinari degli individui e introduce dei cambiamenti piø profondi che
solo gli anni a venire permetteranno di cogliere . In Italia, manca una
regolamentazione adeguata in materia di emittenza radiofonica, oltre che
televisiva: le leggi che dovevano disciplinare questo settore hanno trattato la
radio alla stessa stregua della televisione senza riconoscere la specificit del
2
Muriel Pivette Ł docente del corso di sociologia dell elettronica presso la Sorbonne
Nouvelle di Parigi
3
In Italia gli investimenti pubblicitari in radio costituiscono il 4% degli investimenti
complessivi in comunicazione contro il 6% degli altri paesi europei. Solo negli Stati Uniti si
arriva ad un 12% circa.
8
mezzo radiofonico e l attenzione riservata dai politici a questo mass media Ł
stata comunque inferiore
5
.
Nel corso della ricerca, simile per molti aspetti a un inchiesta
giornalistica
6
, si Ł compiuto uno sforzo nell intento di ricostruire le
problematiche politiche, economiche, storiche e giuridiche legate al DAB,
spesso strettamente connesse tra loro, attraverso un indagine che ha
individuato molti elementi di riflessione nelle osservazioni di dirigenti
d azienda, esperti di comunicazione, operatori del settore radiofonico. Come
accennato in precedenza, negli ultimi quattro anni non Ł stato scritto molto
sulla radio e ancor meno a proposito del DAB. Anche la rete delle reti,
Internet, non si Ł rivelata una fonte molto utile: numerosi siti non sono stati
aggiornati
7
e in altri casi si limitano ad enumerare le potenzialit della
tecnologia, cercando di promuoverla al grande pubblico senza soffermarsi,
invece, sulle difficolt che ne riguardano l implementazione.
L obiettivo del lavoro Ł stato quello di pervenire ad una lettura critica,
compito non facile vista la netta divaricazione di pensiero delle fonti a cui
si Ł attinto, secondo le quali il DAB Ł il futuro oppure costituisce un
fiasco clamoroso . Con la digitalizzazione si sta verificando un
riassestamento dei punti cardine della comunicazione, la cosiddetta
convergenza di reti e di apparecchi: se la radio intende prendere parte a
questo processo, il DAB potrebbe costituire una tappa necessaria. Ad una
conferenza internazionale possiamo avere anche dei contenuti interessanti
4
J. Jouet, La communication au quotidien, La Doc. Fran aise, Paris, 1985
5
A. Magli, Mass-media e potere, Bulzoni Editore, Roma, 1985; sullo stesso argomento
E.Menduni La radio nell era della tv, il Mulino, Bologna, 1994, pag.39
6
Per una scelta di chi scrive in questo lavoro si Ł conscarato uno spazio maggiore
all attualit che alle considerazioni teoriche.
9
da proporre - ha osservato Sergio Natucci, presidente del ClubDAB Italia
8
,
un consorzio che riunisce alcune grandi emittenti radiofoniche private del
nostro paese interessate alla promozione di questa tecnologia - ma se non si
conosce l inglese, come si riuscir a comunicarli? . La questione Ł non se
la radio entrer nell era digitale, ma come e quando sostiene David Wood
dell EBU
9
. Il problema - secondo Gordon Harold del WorldDAB
10
- Ł
stabilire quale sistema si affermer : l adozione del DAB non rappresenta
l unica strada dalla quale la radio pu accedere alla trasmissione digitale,
anche se finora Ł il solo sistema del genere collaudato e in grado preservare
la sua importantissima indipendenza come medium .
La prima delle ragioni che hanno impedito l affermazione fino a oggi sul
mercato del DAB Ł l’assenza di un’azione concertata da parte dei soggetti
interessati allo sviluppo di questa tecnologia e, in particolare, la mancanza di
collaborazione tra settore pubblico e privato. Nel nostro paese, la RAI e il
consorzio ClubDAB Italia si scambiano reciproche accuse per
l’atteggiamento ambiguo dell’uno e dell’altro, con il risultato che non si
riesce ad andare oltre la fase della sperimentazione del DAB. A causa della
mancanza di collaborazione tra le parti, non Ł stato possibile mettere a punto
un business plan che affrontasse altre gravi questioni, dalle quali dipende la
7
I siti canadesi riguardanti il DAB ad esempio riportano notizie e informazioni che
risalgono al 1995.
8
Adersicono al ClubDAB Italia otto radio nazionali private: Channel News Radio, Radio
Deejay (che assieme a Radio Capital e Italia Radio Ł di propriet del Gruppo Espresso),
Radio Dimensione Suono (di Edoardo Montefusco), Radio Maria (di Emanuele Ferrario),
Radio Radicale, Rete 105, RTL 102.5 (di Lorenzo Suraci), Rete Italia e 101 Network; fa
parte del ClubDAB Italia anche una syndacation : CNR che raggruppa 41 emittenti locali.
9
D. Wood, Making digital radio worthy of its heritage in Workshop Principles for the
implementation of Digital Radio , European Commission Directorate- General X,
Brusseles, 5 March 1999, pag.24
10
G. Harold, Spectrum related migration issued (in Europe) in Workshop Principles for
the implementation of Digital Radio , European Commission Directorate -General X,
Brussels, 5 March 1999, pag.36
10
sopravvivenza del DAB come: la scarsit delle frequenze, l’alto costo dei
ricevitori e l’assenza di un quadro giuridico appropriato che disciplini la
radio digitale, riconoscendone le specificit .
Un’altra ragione che ha rallentato il decollo del Digital Audio Broadcasting
Ł legata al fatto che non nasce da una domanda sociale: questa tecnologia
potrebbe rivoluzionare la natura della radio, modificandone radicalmente il
modello comunicativo e la fruizione, rendendola cos del tutto simile a tante
altre. Il DAB, inoltre, deve fare i conti con alcune tecnologie concorrenti che
cercano di affermare la loro supremazia: oltre al ’Digital Satellite Radio
(DSR)’, l’Astra Digital Radio, l’ISDB-T di provenienza giapponese e,
soprattutto, l’UMTS
11
, un’evoluzione del GSM, le cui prestazioni sono
estremamente interessanti.
Alla fine del lavoro, si Ł cercato di delineare le prospettive della radiofonia
digitale, in generale, e del DAB, in particolare. Posto che l’ipotesi di una
radiofonia ancorata all’analogico Ł, secondo gli esperti, la piø improbabile e
che un periodo di tempo piuttosto lungo sar caratterizzato dal
simulcasting
12
, si possono delineare tre scenari: 1) affermazione del sistema
di radiodiffusione digitale DAB. Se questa prospettiva dovesse verificarsi,
l’intero settore radiofonico registrerebbe una crescita ed un’espansione
considerevoli. Il radio business diventerebbe multimedia business e il giro
d’affari riscontrerebbe un incremento tale da rendere altamente significativa
la posizione dei radio broadcasters nel mercato dei media.
L’implementazione del DAB porterebbe alla creazione di servizi e di
programmi per i quali sarebbe richiesta un’interattivit di gran lunga
11
UMTS Ł l acronimo di Universal Mobile Telecommunications Service
11
maggiore, rispetto a quella richiesta dalla radio tradizionale; 2) passaggio
del business potenziale costituito dalla digitalizzazione della radio attraverso
altri canali e tecnologie (internet-radio, UMTS, Digital Video Broadcasting):
ci potrebbe significare la perdita di alcuni mercati sussidiari, ma,
soprattutto, la fine dell’autonomia della radio come mezzo di
comunicazione; 3) affermazione di uno standard differente dall’Eureka 147.
La digitalizzazione della radio sarebbe comunque garantita, ma sarebbero
necessari nuovi progetti pilota e l’installazione di differenti trasmettitori,
visto che la maggior parte di quelli utilizzati per il Digital Audio
Braodcasting non avrebbero piø alcuna utilit . Nel corso del lavoro, si
tenter di verificare quale di queste prospettive di radiofonia digitale abbia
maggiori possibilit di affermarsi in futuro.
12
Per simulcasting s’intende la trasmissione simultanea dei programmi in analogico e in digitale.
12
CAPITOLO 1
In questo capitolo, sono state svolte alcune riflessioni sullo stato attuale
della radio e su come questa potrebbe cambiare la natura, oltre che il tipo di
programmazione, con l’avvento della digitalizzazione. I dati attestano che il
medium hot gode di un ottima salute: tuttavia questa constatazione, da sola,
non implica che la radio non sia destinata a mutare le proprie caratteristiche,
ma nemmeno che questo eventuale cambiamento debba procedere in
direzione del DAB.
La seconda giovinezza del medium hot
In uno stadio in cui le ricerche e gli investimenti nel settore della
comunicazione sono incentrati soprattutto sui nuovi media, la radio, che con
la nascita e la diffusione della televisione negli anni cinquanta aveva
conosciuto un forte ridimensionamento, ha ritrovato una propria
collocazione attraversando nell ultimo decennio una sorta di seconda
giovinezza. Le tecnologie della comunicazione sono investite da un
fenomeno di ibridazione (grazie al denominatore comune dato dal digitale
appunto), mentre la radio Ł rimasta estranea a questo processo senza che
nessun medium sia stato in grado di rimpiazzarla. L assenza di
immaginario Ł la sua forza poichŁ, ancora nel pieno del vivere
metropolitano, nel trionfo ancora dell immagine industriale ( definita e
riproducibile entro rigorose connotazioni spazio-temporali), la radio ha
13
potuto superare i limiti dell immagine , superare, con grande ricchezza
informativa, i limiti del visibile
13
.
Probabilmente perchŁ poco intrusiva la radio piace. Impegna un solo
canale, l udito, e non richiede una costante e regolare attenzione quando Ł
accesa: pu essere ascoltata mentre si lavora, si guida, si fa la spesa e questo
aspetto sembra sempre piø un tratto distintivo dell identit di questo
medium. Le persone dedicano un numero crescente di ore agli spostamenti
ed il rumore di fondo , proveniente da questa magica scatoletta, fa
trascorrere piø velocemente il tempo. La radio tiene compagnia e
trasmette un senso di comunanza, di contatto con l esterno, di solidariet ,
anche se lo fa in modi diversi, con programmi, suoni, voci e ritmi differenti
per la casalinga rimasta sola a casa, per la persona anziana o malata o per
l adolescente che si chiude in camera alla sera per ascoltare la sua musica
invece di guardare la televisione con i genitori
14
.
Ha un prezzo accessibile a chiunque e non essendo ingombrante si pu
portare dappertutto e ascoltare in qualsiasi momento. La brevit e la
presenza continua di un flash di informazioni avvalorano l idea di praticit
di questo medium che con la sua variet di programmi va incontro ai gusti
estremamente differenziati del pubblico. La radio Ł gratuita: una volta
acquistato l apparecchio, non si paga il canone come per la televisione nŁ
l abbonamento ed agli ascoltatori consente un rapporto diretto e continuo,
che pu assumere aspetti colloquiali, con la fonte d emissione
15
13
A.Abruzzese, La rivoluzione radiofonica in la Radio storia di sessant anni 1924/1984;
ERI/Edizioni RAI, Torino, 1984, pag.48
14
B. Fenati, Fare la radio negli anni 90, Nuova ERI, Torino, 1993, pag.16
15
A. Magli, opera citata pag.145.
14
Questione di feed back
Uno degli aspetti che ha maggiormente contribuito al successo della radio
Ł quel feed back
16
che essa stabilisce con il pubblico e che la televisione,
nonostante molti tentativi, non Ł riuscita ad emulare. La televisione Ł
unidirezionale; i suoi tentativi di interattivit , per via telefonica, si scontrano
contro la differenza di potere fra chi chiama da casa (disponendo solo della
sua voce) e il conduttore televisivo che scherza sulla sua chiamata, fa
smorfie e allusioni. In radio invece chi chiama ha pari dignit e armi pari
rispetto a chi sta in studio
17
.
Gianfranco Bettettini ha commentato in questi termini il particolare
rapporto che si viene a instaurare tra il medium hot e i suoi ascoltatori: E
uno strumento di comunicazione cos importante, la radio, e ancora tanto
socialmente pregnante che ha rischiato negli ultimi anni di mettere in crisi la
tradizionale unidirezionalit di tutti i mass media. (...) La radio ha infatti
tentato di dare la parola al suo ascoltatore, attribuendo al telefono una
funzione fondamentale nel suo esercizio. Si Ł fatto ricorso al telefono non
solo come strumento integrativo di programmi gi sufficientemente
strutturati (risposte a quiz, giudizi e pareri ecc.), ma, addirittura, come
funzione portante di alcune trasmissioni e di generi discorsivi. Per mezzo
del telefono la radio si Ł aperta all utenza invertendo il senso di direzione
del messaggio, o ha spostato il suo centro di irradiazione, collocandolo in
una topografia densa di suggestioni e di sintomi per l immaginario
dell ascoltatore. Con il telefono la radio sembrava acquistare la possibilit di
16
Si ricorre a questo termine per definire la relazione tra ascltatori e radio e lo si distingue
da interattivit , piø adatto a spiegare il rapporto tra utenti i new media.
17
E. Menduni Il mezzo, i contenuti in Le onde del 2000, la radio oggi e domani ,
convegno organizzato da Audiradio a Milano, 2 aprile 1998
15
un feed back in tempo reale, la cui negazione aveva da sempre costituito una
delle qualifiche caratterizzanti tutti gli elementi delle comunicazioni di
massa .
18
Grazie al telefono e, seppur in misura minore, ad altri strumenti quali il fax
e la posta cartacea ed elettronica, l emittente radiofonica mantiene vivo il
contatto con il suo pubblico e alimenta il processo di fideilizzazione. In
questo senso, se per interattivit s intende il ruolo attivo dell utente nella
selezione delle informazioni richieste
19
, possiamo definire il feed-back
radiofonico come una forma di interattivit debole , paragonata ai new
media, ma non per questo meno efficace.
Di fronte a una modernit estremamente complessa e per alcuni versi piø
difficilmente accessibile, Ł maturata, per reazione, l esigenza marcata e
crescente di una fruizione semplificata del mondo. Al giorno d oggi siamo
costretti a modificare continuamente il nostro approccio con la realt e
questo comporta degli sforzi mentali insostenibili
20
.
La radio tradizionale incarna invece l attaccamento a un ideale di vita
meno frenetica, che si traduce in un atteggiamento di rigetto nei confronti
della modernit ad ogni costo. L apparecchio radio, anche sofisticato, Ł tra
i pochi apparecchi tecnologicamente articolati che possiamo installare nelle
nostre case senza l aiuto di un tecnico e senza neppure un occhiata al
libretto delle istruzioni
21
. La radio dunque Ł in un certo senso un medium
18
G.Bettettini La radio come mezzo di comunicazione in la Radio storia di sessant anni
1924/1984, ERI/Edizioni Rai, Torino 1984, pag.44
19
G.Bettettini e F.Colombo Le nuove tecnologie della comunicazione, strumenti Bompiani,
Milano, 1994, pag.15; sullo stesso argomento vedi P. Ortoleva Mass Media: nascita e
industrializzazione, Giunti Casterman, Firenze 1995, pagg.170-171
20
A.Toffler, La troisiŁme vague, Øditions Denoel, Paris, 1980 pag.210
21
P. Ortoleva, La cavalleria leggera della comunicazione, in La radio che non c Ł a cura
di F. Monteleone, Donzelli, Roma, 1994, pag.21
16
poco impegnativo: entra nel quotidiano di ognuno con grande discrezione, al
contrario di altre tecnologie che risultano invadenti e richiedono
un attenzione continua da parte dell utente .
Una riflessione sullo stato attuale della radio
L industria della comunicazione e della telecomunicazione sta conoscendo
un espansione straordinaria: dalle banche dati agli strumenti interattivi, da
Internet alla realt virtuale, dal satellite alle fibre ottiche, dal telefono
cellulare al DVD, il panorama delle tecnologie Ł sempre piø ampio ed
assortito. Nonostante l intensit e la rapidit che contraddistinguono il
processo di trasformazione di questo settore, la radio sta conoscendo un
regolare sviluppo: i dati attestano che gli ascolti sono in crescita
22
e i
pubblicitari, preso atto dell attaccamento del pubblico a questo medium,
hanno intuito la necessit di rivedere le politiche di comunicazione e di
marketing.
Secondo un indagine condotta da ACNielsen/Nasa, gli investimenti
pubblicitari hanno registrato un forte incremento passando dai 319,647
miliardi del periodo gennaio-novembre 1997, ai 388,115 miliardi del
gennaio-novembre 1998 (un aumento del 21,4%).
23
Questa ripresa Ł legata
a molteplici fattori: anzitutto, gli operatori del settore hanno compiuto un
significativo sforzo perchŁ ci fosse un miglioramento qualitativo
dell offerta, suscitando un incremento importante della domanda.
22
Il 15% della popolazione non ascolta la radio. Dell 85% restante, il 51% ascolta solo le
private, il 17% solo le pubbliche, il 32% entrambe . Parola di Giancarlo Santalmassi,
direttore dei programmi Radio Rai
23
Pubblicit Italia n.2 - 08/02/1999, pag.23
17
Ma al processo di riqualificazione hanno contribuito anche altri attori che
operano nel settore radifonico: gli editori che lavorando sulla qualit della
programmazione hanno colto in pieno le opportunit offerte da target che
garantiscono un livello di fideilizzazione impensabile per qualunque altro
mezzo; le concessionarie, che hanno agito in sintonia con gli stessi editori
per far comprendere agli utenti le valenze di un mezzo che non solo era poco
apprezzato ma spesso era anche poco conosciuto; le agenzie, che in alcuni
casi hanno dimostrato di aver finalmente recepito l importanza di una
comunicazione specificatamente radiofonica, lontana anni luce - anche se la
componente creativa, ancor oggi, Ł piø probabilmente quella che registra i
piø ampi margini di miglioramento - da quei radiocomunicati
incommentabili di alcuni anni fa, semplici riadattamenti sonori degli spot
televisivi
24
.
A tutto ci , vanno aggiunti altri elementi non trascurabili: la combinazione
tra prezzi bassi e disponibilit di spazi che ha incentivato le concessionarie
pubblicitarie ad investire, il graduale peggioramento dei programmi
televisivi (legato ad un offerta altissima di contenuti che non poteva non
incidere sulla qualit ) e la crescita di Audiradio (quest anno si passer a
72.000 interviste mensili contro le 52.000 del 1998), che svolge delle
indagini sugli ascolti, cos come Auditel fa con la televisione, rivelandosi
uno strumento insostituibile per chi intenda compiere degli investimenti in
questo settore: le ricerche, le indagini e le rilevazioni continuative operate ad
hoc da Audiradio rassicurano le concessionarie pubblicitarie dal momento
che i guadagni, almeno approssimativamente, possono essere calcolati.
24
Pubblicit Italia n.2 - 08/02/1999, pagg.22-23