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INTRODUZIONE
Vi sono oggi un gran numero di aspiranti artisti che mirano a ottenere spazio e credibilità
all’interno del sistema dell’arte; probabilmente un numero maggiore di quello degli artisti che
hanno operato e sono stati riconosciuti come tali nella storia dell’arte.
Per cercare di comprendere quali sono le dinamiche essenziali del funzionamento di tale
sistema e in che modo incidano sul processo di legittimazione del valore culturale e di
mercato dell’operato artistico di un autore contemporaneo, si è effettuato un breve studio
che iniziando da una descrizione dei principali attori dell’attuale sistema dell’arte relazionati
ai canali di produzione, promozione e distribuzione culturale, analizza i fattori che
determinano l’attribuzione del valore nell’opera d’arte contemporanea, cercando di
individuare la correlazione, le analogie e le differenze tra valore mercantile e valore storico-
artistico.
Il primo capitolo infatti, si focalizza sulle fasi della filiera di produzione di un bene d’arte che,
richiedono attività e processi coordinati da persone che a vario titolo operano all’interno del
settore (storici e critici d’arte, curatori di musei, collezionisti, galleristi) e che sono
indispensabili alla realizzazione e alla visibilità delle idee degli artisti e che finiscono per
formare una comunità piuttosto compatta la quale diviene essenzialmente arbitro della
selezione dei creativi. Si sono presi in considerazione i luoghi pubblici e privati adibiti ad
accogliere l’arte contemporanea in Italia, mettendo in evidenza i rapporti tra collezionismo
contemporaneo pubblico e privato, in particolare si sono analizzate le forme caratterizzanti
il mercato dell’arte, con l’attività delle gallerie e delle case d’asta evidenziando le affinità e le
differenze tra ciascuna tipologia. Infine, dopo aver dato uno sguardo generale sulla
generazione degli artisti italiani degli ultimi anni, ci si è soffermati sull’attuale condizione del
sistema dell’arte nazionale, le problematiche e le opportunità.
Nel secondo capitolo, invece, si sono sondati gli aspetti che si trovano alla base della
formazione del valore di mercato e del valore storico-artistico nell’opera d’arte con
particolare attenzione all’analisi delle variabili qualitative e quantitative che possono
diversamente contribuire all’attribuzione del prezzo dell’opera contemporanea.
Essendo l’arte un sistema forte anche, sebbene non solo, perché produce economia, si
evidenziano sinteticamente le peculiarità dell’investimento in arte. In relazione a tale capitolo,
3
si sono riscontrate alcune difficoltà nel reperire una quantità considerevole di fonti
bibliografiche diversificate capaci di affrontare il tema anche attraverso un approccio storico-
artistico e non meramente economico.
Per concludere, attraverso la selezione di una serie di lavori d’arte, si da conto di alcuni artisti
contemporanei che hanno riflettuto sui meccanismi economici dell’arte, commentando,
indagando, definendo o criticando il senso di concetti e processi dell’economia.
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1.1 ASPETTI DEL MERCATO DELL’ARTE
CONTEMPORANEA
1.1 Arte come sistema
‹‹L’arte serve a chi la fa e poi a chi la riceve, le mostre servono prima al critico e agli artisti e poi al pubblico, così come
una macchina serve prima a dare sussistenza all’operaio che ci lavora e poi a colui che consuma il prodotto››.
A.Bonito Oliva
La produzione creativa è un’attività economica e culturale. Il patrimonio artistico di un paese
è una risorsa per lo sviluppo economico dello stesso, essendo la cultura un capitale dalla
forma più tangibile (monumenti, musei, archivi, biblioteche) o meno tangibile (pittura,
musica, teatro, festival, paesaggio) che può produrre reddito e posti di lavoro sia nei paesi
sviluppati sia in quelli in via di sviluppo. In La fabbrica della cultura, Walter Santagata individua
due modelli di valorizzazione del patrimonio artistico culturale, uno orientato alla
conservazione (di tipo estetico, artistico, archivistico) e l’altro orientato alla produzione
(fondato sulla creazione di nuove espressioni culturali e artistiche)
1
.
Per rilevare le peculiarità del sistema dell’arte ci orienteremo su questo secondo modello.
Infatti, la filiera di produzione di un bene d’arte è un concetto di politica economica che
illustra con chiarezza ruoli e compiti dei principali attori del sistema dell’arte, pubblici e
privati. La prima fase della filiera di produzione dei beni artistici riguarda la selezione degli
artisti e degli attori della creatività. È quindi necessario, un intervento specifico e competente
da parte della società per riconoscere i talenti. Questa fase include, oltre al mercato di cui
fanno parte critici, galleristi, collezionisti e consumatori d’arte, anche gli strumenti
istituzionali del processo formativo, come le accademie di belle arti e i concorsi pubblici e
privati per l’arte e la creatività (borse, premi e sussidi). Infatti, quando l’arte viene considerata
come una professione a tutti gli effetti può diventare rilevante per la reputazione dell’artista
la sua formazione accademica o universitaria.
1
Cfr. W.Santagata, La fabbrica della cultura: ritrovare la creatività per aiutare lo sviluppo del paese, Il mulino, Bologna
2007.
5
Le fasi successive della concezione e della produzione delle idee sono articolate spesso in
attività coordinate da processi organizzativi, utili alla realizzazione delle idee degli artisti.
Pensiamo ad esempio, alla realizzazione di opere concettuali o ambientali che necessitano di
un vero e proprio lavoro di squadra, e talvolta la disponibilità anche da parte di organi
istituzionali. Un’altra fase strategicamente ed economicamente importante della filiera
creativa è la distribuzione del bene artistico, che insieme alla fase della concezione guida
l’intero sistema. Nello specifico, in questa fase rientrano i canali di divulgazione o acquisto
delle opere d’arte: musei, esposizioni internazionali, fiere, gallerie e case d’asta.
Infine, la fase del consumo richiama i temi della qualità e dell’allargamento della domanda e
si estende ai collezionisti, consumatori e amatori d’arte, il pubblico quindi, ha un ruolo attivo
nel sistema, perché con la propria presenza partecipa al rivelarsi dell’opera d’arte e in qualche
modo alla sua leggittimazione.
L’Italia pur non essendo il più importante mercato d’arte contemporanea del mondo, vanta
numerosi successi internazionali di artisti come Lucio Fontana, Alberto Burri, Piero
Manzoni, che sono lo spaccato di una importante categoria della produzione artistica del
dopoguerra.
Al giorno d’oggi sui grandi mercati internazionali di Londra, Parigi o New York i giovani
artisti italiani, diversamente dalle generazioni che li hanno preceduti, riscontrano meno
successo dei loro coetanei statunitensi, inglesi o tedeschi. Ciò è dovuto anche al fatto che in
Italia la promozione dell’arte contemporanea è stata per molto tempo carente e frammentata,
non avendo elaborato, al pari delle altre nazioni europee, una politica espressamente dedicata
al contemporaneo
2
. Tuttavia, l’attuale situazione sta lentamente migliorando come vedremo
nella parte dedicata al collezionismo pubblico e privato.
Il mercato dell’arte è un ambito ristretto, minimale, fatto di conflitti competitivi, innanzitutto
tra i giovani artisti che vogliono emergere e i vecchi che continuano la loro azione creativa e
produttiva.
Secondo diversi studi di economia, applicabili anche al mercato dell’arte, non si può
teorizzare alcun modello economico senza considerare l’importanza della dimensione sociale
dell’uomo
3
. A questo proposito, il mercato dell’arte premia chi investe in capitale relazionale
e capitale estetico-creativo
4
. Il capitale relazionale è sostanzialmente l’accumulazione di
2
Cfr. A.Zorloni, F.Lalatta Costerbosa, L’economia dell’arte contemporanea: mercati, strategie e star system, Franco
Angeli, Milano 2011.
3
Cfr. C.J.Uhlaner, Relational goods and participation, “Public choice”, 1989, pp.253-285.
4
Cfr. W.Santagata, La fabbrica della cultura, cit.
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relazioni con gli altri attori del sistema. Chi non ha relazioni è fuori dal sistema, non dialoga
con i collezionisti e gli altri artisti, non è cercato dai curatori e non è visibile.
Come in molte altre professioni, per ottenere un buon riconoscimento l’artista deve
possedere competenze non solamente creative ma anche pertinenti al sistema di riferimento,
coerenti con le attese del sistema giudicante. Il capitale relazionale appartiene dunque, agli
artisti di successo, è costituito da una rete di contatti che supportano la promozione e la
visibilità dell’artista.
Il capitale creativo è, invece, la dimensione della ricerca personale e artistica dell’artista.
Secondo Alan Bowness, storico e critico d’arte, ex direttore della Tate Gallery di Londra, il
successo di un artista passa attraverso quattro fasi ideali, definiti cicli di riconoscimento; il
riconoscimento da parte dei pari, quello della critica, quello del mercato e quello del grande
pubblico
5
. Il riconoscimento da parte dei pari si riferisce al clima di scambio e di dibattito
che l’artista intrattiene con i suoi colleghi contemporanei. Infatti, a suo parere, ciò che spinge
l’artista ad eccellere è l’ambiente fortemente competitivo in cui viene a trovarsi.
La funzione critica, invece, svolge il compito di compiere una prima divulgazione delle opere:
è il critico che spesso propone alla stampa specializzata di segnalare un artista ed è ancora il
critico o il curatore che organizza le mostre collettive presso sedi più o meno istituzionali,
dalle quali generalmente emergono coloro che saranno scelti dai galleristi per una
collaborazione o mostra personale.
Il riconoscimento da parte del mercato e della critica può avvenire nello stesso momento, in
una sorta di sinergia e di continuo influsso reciproco tra le due parti, ciò rafforza la
correlazione tra il valore commerciale di un artista e il suo valore culturale.
Infine, il riconoscimento da parte del grande pubblico è un momento che può tardare ad
arrivare o persino non giungere mai, ma che, a parere di Bowness, non può non arrivare per
un artista di genio, a patto, che egli sappia aspettare.
Nella metà del XIX secolo, ad esempio, l’unica buona via aperta a un artista per ottenere il
successo era quella di legarsi a un mediatore che riuscisse a divulgare il suo lavoro. In tempi
più recenti, artisti come Jasper Johns, Robert Rauschenberg o Richard Serra non avrebbero
trovato accoglienza facile se il gallerista Leo Castelli non si fosse occupato di loro.
Il compito principale di una galleria è garantire all’artista una buona azione promozionale.
5
Cfr. A.Bowness, The conditions of success: how the modern artist rises to fame, Thames & Hudson, London 1989.