Tutto il lavoro sarà svolto con l’ausilio della definizione delle aree di
gravitazione e valutando i singoli i singoli aeroporti in base alle tratte,
agli orari e al modo più veloce per essere raggiunti.
Nella parte secondaria e conclusiva, verranno confrontati gli aeroporti
principali e valutata la situazione del polo occidentale e del polo
orientale, al fine di individuare eventuali concorrenze o integrazioni
tra gli aeroporti.
1. Il sistema aeroportuale italiano.
Nell’affrontare questo lavoro sarà fatto riferimento solo agli aeroporti
di tipo civile o militari adibiti all’uso civile.
Il sistema aeroportuale italiano consta di poco più di 100 aeroporti
totali, di cui meno della metà per uso civile, con una presenza
numerica diversa da regione a regione. Solo due o tre svolgono una
funzione intercontinentale, mentre la maggior parte degli aeroporti ,
al giorno d’oggi, svolge un ruolo di tipo internazionale e la rimanente
parte è a carattere nazionale e regionale. Però la dicitura di aeroporto
internazionale, nazionale e regionale negli ultimi anni è stata
stravolta dai continui cambiamenti evolutivi che ci sono stati nel
campo del trasporto aereo. Infatti la liberalizzazione del traffico
aereo, che ha apportato i primi cambiamenti negli Stati Uniti e più
tardi in Europa, ha sconvolto quella che era la specializzazione degli
aeroporti, apportando soprattutto cambiamenti nella organizzazione
territoriale dei piccoli aeroporti.
Il processo di liberalizzazione e la seguente nascita delle compagnie
cosiddette low-cost hanno portato non pochi cambiamenti: forte
aumento del grado di concorrenza e la conseguenza di creare sempre
nuove strategie.
I piccoli aeroporti sono diventati roccaforte di compagnie aeree low-
fares italiane ed europee. Questo tipo di strategia, accompagnata da
altri interventi per la riduzione dei costi (con nessuna offerta di
servizio di catering a bordo compreso nel biglietto), ha permesso
l’abbassamento delle spese da caricare sui biglietti, data anche
l’applicazione di minori costi di handling applicati dalle società
aeroportuali minori.
La maggior parte di questi aeroporti sono localizzati vicino gli
aeroporti maggiori, e in alcuni casi hanno creato un’opportunità, data
la possibilità di creare un sistema aeroportuale integrato, (vedi il caso
di Milano con gli aeroporti di Malpensa, Linate e Orio al Serio).Tutto
questo ha permesso ad aeroporti piccoli che fino a poco tempo fa
vedevano atterrare voli nazionali e regionali con una frequenza
ridotta, di avere oggi rotte internazionali con un conseguente
aumento della dinamicità all’interno del territorio.
Inoltre per quanto riguarda il sistema aeroportuale italiano dobbiamo
spiegare che tutti gli aeroporti, tranne due, vengono usati dalla
maggior parte delle compagnie con un sistema organizzativo “Point to
Point
1
” (origine – destinazione), mentre Roma e Milano sono i
maggiori aeroporti nazionali che le compagnie più grandi utilizzano
come “Hub
2
”.
Da precisare che i sistema organizzativo Point to Point e Hub and
Spoke derivano dal settore dei trasporti, ma sono maggiormente
utilizzati dalle imprese di trasporto aereo e marittimo.
Lo scenario attuale del sistema aeroportuale italiano è in una fase di
cambiamento, prima di tutto perché con la recente vendita della
compagnia di bandiera (Alitalia) al
gruppo Air France – Klm, si prevedono cambiamenti nella
organizzazione, come quello di spostare il centro nevralgico da
Malpensa a favore di Fiumicino; in secondo luogo molte regioni e
comunità spingono per avere un aeroporto, credendo che in questo
modo si possa creare più sviluppo e si possono risolvere molti
problemi, senza comprendere che pianificando, adottando le giuste
strategie, migliorando le infrastrutture e organizzando il sistema
funzionante si possono sfruttare al meglio gli aeroporti esistenti,
evitando così opere inutili. Difatti la nostra regione che ha già sei
1
Point to Point: le compagnie collegano due aeroporti con collegamento diretto senza scambi in
hub principali.
2
Hub & Spoke: detto a stella o a raggiera, prevede l’uso di un aeroporto principale dove si
effettuano gli scambi.
aerostazioni e quest’anno sarà funzionante anche quella di Comiso, si
assiste alle ulteriori richieste di nuovi aeroporti da parte di Messina,
Agrigento ed Enna.
Questa voglia di qualche politico di turno che vuole lasciare il segno
nella storia e la flessibilità dei documenti della regione sul trasporto
italiano rischia di creare più sprechi che benefici, anche perché non
sempre le risposte negative fermano i progetti. Infatti Agrigento,
nonostante il parere negativo dell’ENAC hanno già predisposto lo
studio di fattibilità.
Un’adeguata pianificazione di strategie e di opere utili è la strada
migliore per lo sviluppo, altrimenti si assisterà alla continua
frammentazione del sistema aeroportuale, con la creazione di
aeroporti che avranno un solo volo al giorno e che sprecheranno soldi
inutilmente.
Attualmente però il sistema degli aeroporti italiano ha ancora molte
carenze e risulta indietro rispetto al contesto europeo, in molti
aeroporti mancano i collegamenti di congiunzione con gli altri sistemi
di trasporto e un sistema dei trasporti globale efficiente, per non
parlare anche delle differenze tra nord e sud della nostra stessa
nazione.
Infine dando un’occhiata al grafico che mostra il movimento
passeggeri totale dei tutti gli aeroporti nazionali degli ultimi sette
anni, si nota come agli inizi del 2000 la quota dei passeggeri nazionali
ed internazionali andavano quasi di pari passo, mentre negli anni più
recenti la quota dei passeggeri internazionali supera di gran lunga la
quota nazionale, questo dovuto secondo me all’effetto volo a basso
costo e al moltiplicarsi di compagnie che collegano l’Italia con tutta
l’Europa.
Movimento passeggeri aeroporti nazionali
0
10.000.000
20.000.000
30.000.000
40.000.000
50.000.000
60.000.000
70.000.000
80.000.000
90.000.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Anno
P
a
s
s
e
g
g
e
r
i
Nazionali Internazionali
Fonte dati: www.assaeroporti.it, elaborazione personale.
1. Il sistema aeroportuale siciliano.
Le regioni dell’Italia del Sud, Sicilia compresa, stanno cercando di
dotarsi di un sistema aeroportuale migliore e l’ulteriore sforzo che
bisogna compiere è in direzione della piena integrazione con le reti di
trasporto europee, inoltre sarebbe auspicabile per uno sviluppo
eccellente la creazione di network tra gli aeroporti esistenti e gli altri
mezzi di trasporto senza dimenticare anche il sistema viario, affinché
il Mezzogiorno d’Italia diventi la vera testa di ponte continentale verso
i paesi della riva sud ed est del Mediterraneo.
I servizi di trasporto aereo in Italia presentano una condizione di
arretratezza rispetto al contesto europeo. In tale scenario di
arretratezza del nostro Paese, il Mezzogiorno presenta un ulteriore
gap rispetto alle altre aree del Paese soprattutto per ciò che riguarda
la qualità dei servizi, aldilà del deficit infrastrutturale presente, anche
se in maniera più contenuta rispetto alle altre modalità di trasporto.
Tale condizione di ritardo per il Mezzogiorno emerge con ancora più
chiarezza se si analizza il quadro dei collegamenti nazionali aerei sud-
sud e nord-nord da cui si evince come, nel Mezzogiorno, solo 3 tratte
(Palermo - Napoli, Catania – Napoli e da poco i collegamenti con Bari
e Brindisi) siano servite da collegamenti aerei ordinari contro le 7 del
nord; inoltre il numero totale di voli ordinari settimanali sud-sud è
pari a 84 contro i 198 nord - nord. Altra grave lacuna è quella relativa
ai collegamenti aerei tra il Mezzogiorno ed i Paesi della sponda sud
del Mediterraneo: solo una tratta (Palermo - Tunisi con 4 voli
settimanali) è servita da collegamenti aerei ordinari. Il Mezzogiorno
d’Italia, quindi, non è assolutamente ben collegato con i Paesi del
Maghreb e del Mashrek, infatti per raggiungere molti paesi del
Mediterraneo prima bisogna raggiungere l’aeroporto di Roma o
Milano.
Si tratta di punti di debolezza molti forti per le aree del Mezzogiorno
che contribuiscono a rallentarne lo sviluppo economico.
Attualmente il sistema aeroportuale siciliano consta di 8 scali
aeroportuali per uso civile-cargo e militare. Attualmente degli otto
aeroporti soltanto sei hanno una funzione civile, mentre gli altri due
aeroporti sono per uso militare.
Gli aeroporti civili sono l’aeroporto “Vincenzo Bellini” di Catania,
aeroporto civile aperto al traffico commerciale nazionale ed
internazionale e l’aeroporto “Falcone e Borsellino” di Palermo,
aeroporto totalmente civile, mentre l’aerostazione “Vincenzo Florio” di
Trapani è aeroporto militare aperto all’uso civile.
Gli aeroporti di Pantelleria, che viene usato ufficialmente anche come
aeroporto militare, e di Lampedusa nascono dall’esigenza di rendere
più agevole i contatti delle isole con la Sicilia e L’ Italia, inoltre sono
sfruttati maggiormente durante il periodo estivo come scalo per i voli
charter in relazione ai movimenti turistici, anche se negli ultimi anni a
causa degli sbarchi di clandestini registrano movimenti continui
durante tutto l’anno.
Per ultimo bisogna far riferimento all’ aeroporto militare di Comiso
costruito tra 1937 e il 1939 durante il ventennio fascista e oggi
oggetto di riconversione in aeroporto civile.
Gli ultimi due aeroporti non menzionati prima non hanno una
funzione civile e sono: l’aeroporto di Catania - Sigonella, utilizzato
dalla marina militare statunitense e l’aeroporto “Boccadifalco” di
Palermo che è il vecchio aeroporto della città di Palermo.
Quest’ultimo l'aeroporto è stato convertito nel 2005 da militare a
civile, in seguito all'acquisto da parte dell' ENAC. Viene utilizzato dagli
elicotteri della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di
Finanza, dei Vigili del Fuoco e della Protezione civile. Dal 2007,
assicura i collegamenti via aerei anfibi con l'idroscalo di Enna, situato
presso il Lago Nicoletti con voli andata e ritorno.
Concludendo, penso che ci sia bisogno di creare dei network
adeguati, di modelli di sviluppo del sistema dei trasporti e delle
infrastrutture.
Nella tesi terremo in considerazione gli aeroporti civili che si
occupano di trasporto commerciale e cargo.
2.1 Aeroporti principali e minori.
I principali aeroporti siciliani sono l’aeroporto “Vincenzo Bellini” di
Catania e l’aeroporto “Falcone - Borsellino” di Palermo. L’aeroporto
“Vincenzo Bellini” di Catania, gestito dalla SAC S.p.A. (Società
aeroporto di Catania),con poco più di sei milioni di passeggeri è la più
grande porta di accesso alla Sicilia, vantando un bacino di utenza che
coincide con il territorio di sette delle nove province regionali.
L’aeroporto venne inaugurato nel 1924 da parte di Mussolini. Nel
1950 venne costruita una nuova aerostazione con un traffico quasi
inesistente e nel 1956 a sei anni dall’apertura si era registrato un
flusso di viaggiatori che non toccava le 50 mila unità e un movimento
di 3.122 velivoli.
In seguito venne progettata una nuova aerostazione, progettata per
ospitare 800mila passeggeri e anche la pista si allungava sino ad
arrivare a 2.438 m. La struttura nuova viene inaugurata il 5 agosto
1981, che purtroppo ad appena un anno dall’inaugurazione
l’aerostazione risultava non adeguata a sostenere un traffico sempre
più crescente.
Nell’arco dei vent’anni successivi l’aeroporto raggiungerà il tetto dei
quattro milioni di viaggiatori, portando Catania al terzo posto nella