9
Una filiera che, inoltre, appare "dimenticata" per le
debolezze italiane in sede comunitaria del passato, soffocata a
livello zootecnico bovino dal clamore delle vicende recenti del
comparto lattiero e, infine, sottovalutata anche nel confronto con
le altre filiere agroalimentari nazionali.
Ma, d’altro canto, si tratta di una filiera spesso dimenticata
anche perché poco conosciuta; infatti le stesse statistiche
ufficiali nazionali non consentono di inquadrare nel dettaglio
tale realtà produttiva ed imprenditoriale. Una filiera che, nel suo
complesso, raggiunge i 14.000 miliardi di consumi finali e
coinvolge quasi 330.000 occupati.
Di fronte a tale contesto, si viene ad inserire l’importante
fase evolutiva che porterà l’intera agricoltura nel nuovo
millennio e che, per la carne bovina, passa dalla delicata fase di
ridefinizione dell’OCM in sede comunitaria. Già la riforma del
1992 ha dimostrato limiti e introdotto penalizzazioni per la
zootecnia bovina da carne nazionale.
Alla luce delle importanti considerazioni richiamate, la
presente tesi intende fornire un contributo conoscitivo specifico
ed originale di questa realtà "strategica" per il sistema
agroalimentare italiano.
L’analisi che segue verrà dunque svolta considerando gli
elementi caratterizzanti il settore, nei vari ambiti, internazionale,
comunitario ed, infine, nazionale.
L’obiettivo del primo capitolo è infatti quello di delineare i
tratti evolutivi e strutturali del contesto mondiale ed europeo in
cui si inserisce il comparto della carne bovina.
Nel secondo capitolo, invece, verranno affrontate le
specifiche problematiche inerenti all’organizzazione comunitaria
di mercato, attraverso un esame sia degli strumenti di politica
agraria attualmente in vigore e dei loro effetti sul mercato, sia
dell’ultima proposta di riforma presentata dalla Commissione
europea nello scorso mese di Marzo.
10
Infine, l’analisi della realtà italiana sarà svolta considerando
dapprima l’intera filiera bovina da carne (capitolo 3) ed in
seguito le peculiarità dell’industria di macellazione nazionale
così come sono emerse mediante la realizzazione di una
originale indagine campionaria (capitolo 4).
Capitolo 1 – Il panorama internazionale
11
Capitolo 1
IL PANORAMA INTERNAZIONALE
1.1 PREMESSA
Negli ultimi anni la notevole evoluzione dell’agricoltura e
delle politiche agricole in ambito internazionale è stata
accompagnata da una altrettanto significativa crescita delle
influenze reciproche tra i mercati di tutto il mondo. Questo
fenomeno è dovuto sia al progressivo processo di
liberalizzazione del commercio internazionale, sia al maggior
peso rivestito dalle esportazioni rispetto ai livelli di produzione e
consumo interni di molti prodotti agricoli.
Intendendo studiare la particolare realtà della carne bovina in
Italia, è dunque necessario chiarire dapprima il contesto mondiale
ed europeo in cui essa si colloca, al fine di comprendere meglio
le problematiche e le dinamiche che la caratterizzano. Da un lato,
infatti, la politica comunitaria condiziona direttamente lo
svolgimento delle attività agricole nazionali soprattutto nei settori
di base, e quindi anche in quello della carne bovina1. Dall’altro
lato, il ruolo di primo piano che l’Unione Europea ricopre nel
mondo in relazione alla produzione, al consumo ed al commercio
fa sì che anche l’andamento dei mercati internazionali influisca
in modo significativo sulla situazione del settore in Italia. Tale
relazione può essere più facilmente compresa considerando che
nel 1995 gli scambi di prodotti agricoli dell’UE-15 con il resto
del mondo hanno rappresentato, in media, il 14,6% del valore
dell’intero commercio agricolo mondiale, mentre in riferimento
alla sola carne bovina le esportazioni comunitarie hanno
1
Si veda in proposito il capitolo 2: L’Organizzazione Comune di Mercato.
Capitolo 1 – Il panorama internazionale
12
costituito il 26% di quelle mondiali complessive2. Inoltre,
notevoli condizionamenti per il settore derivano dagli impegni
assunti da parte dell’Unione Europea nell’ambito dell’Uruguay
Round, da cui ha preso le mosse l’attuale Organizzazione
Mondiale del Commercio (OMC).
Sulla scorta di queste considerazioni il presente capitolo si
propone di delineare i tratti evolutivi e strutturali del contesto
mondiale ed europeo in cui si inserisce il comparto della carne
bovina. Le specifiche problematiche inerenti all’organizzazione
comunitaria del mercato verranno, invece, affrontate a parte nel
capitolo successivo.
2
Commissione delle Comunità Europee Long term prospects: grains, milk and meat
markets - PAC 2000 working document, Aprile 1997.
Capitolo 1 – Il panorama internazionale
13
1.2 IL MERCATO MONDIALE
Osservando le dinamiche di lungo periodo dei mercati
internazionali è possibile notare come la situazione attuale
presenti caratteristiche sensibilmente differenti da quelle emerse
nello scorso decennio. In particolare, a parte alcuni aspetti
congiunturali, gli anni ’90 sembrano aver segnato l’inizio di una
nuova fase dell’evoluzione dei mercati agricoli mondiali,
contraddistinta da alcuni fattori fondamentali.
Il primo elemento distintivo è costituito dalle misure che
mirano al controllo dell’offerta attuate nei Paesi sviluppati, un
chiaro esempio delle quali è fornito dalla politica agricola
comunitaria degli ultimi anni. In tali Paesi, infatti, per vari
prodotti agricoli si è ormai prossimi, o è stato già superato, il
livello di saturazione della domanda e sorgono quindi problemi
inerenti la gestione di crescenti quantitativi di scorte e la
possibilità di collocare le eccedenze sul mercato estero.
Altri fattori rilevanti che hanno recentemente caratterizzato i
mercati agricoli internazionali riguardano, invece, i Paesi ancora
in via di sviluppo. A differenza delle economie industrializzate,
infatti, molti Stati emergenti hanno evidenziato forti dinamiche di
sviluppo demografico e di crescita economica. In particolare, a
fronte di un progresso annuo inferiore al 2% fatto registrare dai
Paesi dell’OCSE tra il 1990 ed il 1995, in America latina nello
stesso periodo si è assistito ad una crescita prossima al 2,5%,
mentre in vari Paesi del sud e dell’est asiatico l’incremento
medio del PIL reale è stato addirittura dell’8% all’anno3.
3
FAO Review of the world meat situation in 1997 and outlook for 1998, Roma 1997.
Capitolo 1 – Il panorama internazionale
14
Complessivamente, dunque, mentre nel mondo
industrializzato il consumo di prodotti agro-alimentari risulta
sostanzialmente stabile, la domanda degli stessi prodotti è in
forte crescita nei Paesi emergenti a causa dell’elevata elasticità
rispetto al reddito che essa ha in tali economie. Inoltre, a causa
della diretta correlazione esistente tra il reddito e la
diversificazione della dieta alimentare, lo sviluppo economico
induce un processo di trasformazione nella composizione della
domanda complessiva di cibo, con uno spostamento verso beni di
qualità superiore, quali la carne e i prodotti trasformati.
Passando ad osservare più nel dettaglio le dinamiche recenti
riferite al consumo ed alla produzione di carne, i dati riportati
nelle tabelle seguenti (tabella 1 e 2) mostrano una moderata
crescita, tanto dal lato della domanda che da quello dell’offerta
complessiva di carni, a livello mondiale.
Tuttavia, analizzando separatamente il contributo offerto dai
Paesi sviluppati e da quelli in via di sviluppo4, emergono
orientamenti nettamente distinti. Infatti, mentre i primi si
caratterizzano per livelli di produzione e consumo ormai stabili, i
secondi presentano un accentuato trend di crescita su entrambi i
lati del mercato. In particolare per questi ultimi è significativo
rilevare che - dal lato della domanda - recentemente si è avuto un
notevole incremento, non solo del consumo aggregato, ma anche
di quello pro capite, mentre - dal lato dell’offerta - la percentuale
di produzione fornita dai Paesi emergenti ha ormai superato
quella dei Paesi industrializzati. La loro quota è infatti passata dal
49,6% del 1994 (98,8 milioni di tonnellate di carne prodotta su
un totale di 199,3 milioni) al 53,8 % nel 1996 (116,9 milioni di
tonnellate su 217,4 milioni).
4
Secondo la classificazione adottata dalla FAO.
Capitolo 1 – Il panorama internazionale
15
Considerando ancora la domanda e l’offerta di carne, si
notano significative differenze anche per quanto riguarda la loro
composizione. Nei Paesi sviluppati, infatti, sia la produzione che
il consumo sono ripartiti in modo equilibrato tra le principali
tipologie (pollame, suini e bovini) e di queste solo la carne di
pollo negli anni di riferimento presenta variazioni positive
(nell’ordine di 2-3 punti percentuali). Nei Paesi in via di
sviluppo, al contrario, si nota la netta prevalenza della carne
suina, sia per quanto riguarda l’offerta che la domanda. In questi
Paesi, inoltre, nell’ambito di notevoli incrementi da parte di tutti i
tipi di carne prodotte e consumate, colpiscono la scarsa incidenza
e la modesta variazione percentuale della carne bovina. Senza
dubbio le ragioni di questo orientamento sono da associare alla
più facile reperibilità e maggiore economicità delle carni di pollo
e di suino.
Capitolo 1 – Il panorama internazionale
16
Tabella 1 – Il consumo di carne nel mondo*
Totale (.000 ton.) Pro capite (kg/anno)
1995 1996 var. % 1995 1996 var. %
Paesi in via
di sviluppo 110.200 118.200 7,3% 24,8 26,1 5,2%
pollo 28.400 30.700 8,1% 6,4 6,8 6,2%
suini 47.000 51.100 8,7% 10,6 11,3 6,6%
bovini 25.200 26.200 4,0% 5,7 5,8 1,8%
ovicaprini 7.300 7.800 6,8% 1,6 1,7 6,2%
altre 2.300 2.400 4,3% 0,5 0,5 0,0%
Paesi
sviluppati 99.000 98.800 -0,2% 77,0 76,8 -0,3%
pollo 27.100 27.700 2,2% 21,1 21,5 1,9%
suini 35.700 35.400 -0,8% 27,8 27,5 -1,1%
bovini 31.200 30.800 -1,3% 24,3 23,9 -1,6%
ovicaprini 3.400 3.300 -2,9% 2,6 2,6 0,0%
altre 1.600 1.600 0,0% 1,2 1,3 8,3%
TOTALE
MONDIALE 209.200 217.000 3,7% 36,7 37,4 1,9%
pollo 55.500 58.400 5,2% 9,7 10,1 4,1%
suini 82.700 86.500 4,6% 14,5 14,9 2,8%
bovini 56.400 57.000 1,1% 9,9 9,8 -1,0%
ovicaprini 10.700 11.100 3,7% 1,9 1,9 0,0%
altre 3.900 4.000 2,6% 0,7 0,7 0,0%
* Equivalente peso carcassa.
Fonte: FAO.
Capitolo 1 – Il panorama internazionale
17
Tabella 2 – La produzione di carne nel mondo*
(.000 ton.) Var. %
1994 1995 1996 '95/'94 '96/'95
Paesi in via
di sviluppo 98.800 108.800 116.900 10,1% 7,4%
pollo 24.200 27.400 29.600 13,2% 8,0%
suini 42.400 47.200 51.400 11,3% 8,9%
bovini 23.500 24.800 25.900 5,5% 4,4%
ovicaprini 6.500 7.100 7.600 9,2% 7,0%
altre 2.200 2.300 2.400 4,5% 4,3%
Paesi
sviluppati 100.500 100.500 100.500 0,0% 0,0%
pollo 27.100 28.000 28.900 3,3% 3,2%
suini 36.200 36.000 35.500 -0,6% -1,4%
bovini 31.800 31.400 31.000 -1,3% -1,3%
ovicaprini 3.800 3.600 3.500 -5,3% -2,8%
altre 1.600 1.500 1.600 -6,3% 6,7%
TOTALE
MONDIALE 199.300 209.300 217.400 5,0% 3,9%
pollo 51.300 55.400 58.500 8,0% 5,6%
suini 78.600 83.200 86.900 5,9% 4,4%
bovini 55.300 56.200 56.900 1,6% 1,2%
ovicaprini 10.300 10.700 11.100 3,9% 3,7%
altre 3.800 3.800 4.000 0,0% 5,3%
* Equivalente peso carcassa.
Fonte: FAO.
Capitolo 1 – Il panorama internazionale
18
Come accennato in precedenza, un importante effetto del più
marcato sviluppo da parte del consumo rispetto alle produzioni
agricole è costituito dall’accresciuta rilevanza assunta dal
commercio mondiale. A prova di ciò, tra il 1995 ed il 1996, il
volume totale degli scambi di carne (animali vivi esclusi) è
passato da dodici a tredici milioni di tonnellate facendo registrare
un incremento percentuale medio del 7-8% (tabella 3).
Un ulteriore elemento che caratterizza l’odierno panorama
commerciale internazionale, e che trova riscontro nei dati,
consiste nella dinamica evolutiva sopra richiamata riguardo ai
Paesi emergenti. Infatti, se in termini quantitativi gli scambi di
carne avvengono ancora in prevalenza tra i Paesi industrializzati,
rispetto alle variazioni percentuali, al contrario, si nota come
l’aumento del commercio sia avvenuto soprattutto ad opera dei
Paesi in via di sviluppo, i quali hanno messo a segno variazioni
annue dei volumi di importazioni ed esportazioni quasi triple
rispetto a quelle dei Paesi industrializzati (+11,1% e +15,2%
contro +4,1% e +5,7%).
Infine, alcune considerazioni interessanti possono essere
tratte osservando la struttura degli scambi internazionali in
riferimento alle singole tipologie di carne. Di queste, infatti, fino
al 1995 la carne bovina era quella scambiata in maggiore quantità
in tutto il mondo, seguita dal pollame. Tuttavia, il forte aumento
riportato proprio dagli scambi di carne di pollo (+14-16%), a
fronte della sostanziale invariabilità di quella bovina, ne ha
invertito le posizioni. A ben vedere, comunque, nell’ambito di
una sostanziale saturazione degli scambi di carne in generale, il
dato che più colpisce è costituito dalle variazioni marcatamente
positive subite dalle carni di pollo e di suino. A differenza di tutte
le altre, infatti, queste ultime hanno la prerogativa di prestarsi a
trasformazioni che le rendono più rispondenti alla crescente
domanda di prodotti ad elevato grado di servizi incorporati
(surgelati, precucinati, ecc.)
Capitolo 1 – Il panorama internazionale
19
Tabella 3 – Il commercio di carne nel mondo*
IMPORTAZIONI ESPORTAZIONI
1995 1996 '96/'95 1995 1996 '96/'95
(.000 ton.) var. % (.000 ton.) var. %
Paesi in via di
sviluppo 4.652 5.169 11,1% 3.351 3.860 15,2%
pollo 2.318 2.789 20,3% 1.381 1.685 22,0%
suini 443 488 10,2% 626 743 18,7%
bovini 1.543 1.552 0,6% 1.166 1.240 6,3%
ovicaprini 288 280 -2,8% 66 79 19,7%
altre 60 60 0,0% 113 113 0,0%
Paesi
sviluppati 7.831 8.150 4,1% 8.999 9.514 5,7%
pollo 2.286 2.458 7,5% 3.148 3.585 13,9%
suini 1.794 1.909 6,4% 1.583 1.723 8,8%
bovini 3.142 3.168 0,8% 3.539 3.493 -1,3%
ovicaprini 400 408 2,0% 597 581 -2,7%
altre 208 208 0,0% 133 133 0,0%
TOTALE
MONDIALE 12.483 13.319 6,7% 12.352 13.375 8,3%
pollo 4.604 5.247 14,0% 4.529 5.270 16,4%
suini 2.237 2.397 7,2% 2.209 2.466 11,6%
bovini 4.685 4.720 0,7% 4.705 4.733 0,6%
ovicaprini 688 688 0,0% 663 660 -0,5%
altre 268 268 0,0% 246 246 0,0%
* Equivalente peso carcassa (animali vivi e commercio intra-UE esclusi).
Fonte: FAO.
Capitolo 1 – Il panorama internazionale
20
1.2.1 Consumo e produzione di carne bovina nel mondo
Il quadro appena delineato per il consumo, la produzione ed
il commercio di carne nel mondo ha inteso evidenziare sia i tratti
comuni, sia le principali differenze esistenti tra le varie tipologie
di carne. L’obiettivo di questo paragrafo è invece quello di
approfondire - sempre nell’ambito del contesto internazionale -
gli aspetti peculiari del comparto bovino. A tal fine verrà seguito
uno schema di analisi più particolareggiato rispetto a quello
utilizzato in precedenza.
Attualmente il volume di carne bovina immesso annualmente
sul mercato mondiale (tabelle 4 e 5) ammonta ad oltre 56 milioni
di tonnellate, costituendo circa un quarto della produzione
complessiva di carne. Per quanto riguarda, invece, l’evoluzione
temporale del mercato, sia i dati del consumo apparente, sia
quelli relativi alla produzione mondiale di carne bovina,
ricalcano le tendenze sottolineate in precedenza in riferimento a
tutte le carni, mostrando incrementi complessivi di moderata
entità (+1,2%). Sempre in analogia con quanto già visto, anche
per la carne bovina tale effetto è il risultato di andamenti opposti,
evidenziati dai Paesi emergenti rispetto a quelli industrializzati.
Mentre questi ultimi, infatti, hanno fatto registrare una riduzione
del consumo e della produzione totale tra il 1995 ed il 1996
(rispettivamente –1,2% e –1,4%), i primi hanno messo a segno
significativi aumenti, nell’ordine di quattro punti percentuali, in
entrambe le grandezze.
Capitolo 1 – Il panorama internazionale
21
Considerando dapprima il consumo mondiale di carne bovina
(tabella 4), in relazione alle principali aree geografiche si nota
come esso sia quasi esclusivamente concentrato (per una quota
pari all’87,9% del totale) in sole quattro zone: America del Nord,
Asia, Europa e America del Sud. In particolare è importante
sottolineare il ruolo di primissimo piano ricoperto dalle prime
due aree, che costituiscono insieme poco meno della metà della
domanda mondiale e sono seguite solo a distanza dall’Europa e
dall’America del Sud. In tale ambito, un ulteriore dato
significativo è rappresentato dalla forte crescita fatta registrare in
Asia (+7,4%), a fronte delle variazioni spesso negative, e
comunque mai superiori ai due punti percentuali, rilevate altrove.
Grazie a questo incremento del consumo (passato da 12,5 a 13,5
milioni di tonnellate) il continente asiatico nel 1996 è divenuto il
principale mercato mondiale di carne bovina, cogliendo il
primato che fino all’anno precedente era stato dell’America del
Nord.
Passando ad osservare più in dettaglio la distribuzione del
consumo di carne bovina all’interno delle aree continentali sopra
considerate, è possibile stilare una classifica dei più importanti
Paesi consumatori, allo scopo di valutare il contributo offerto da
ciascuno al consumo complessivo. Si rileva così che nelle sole
prime cinque posizioni si concentra ben il 53,1% della domanda
mondiale, corrispondente a quasi 30 milioni di tonnellate di carne
bovina. Al primo posto della graduatoria si collocano gli Stati
Uniti (con un volume di 11,8 milioni di tonnellate, pari ad un
quinto del totale mondiale), mentre in seconda posizione vi è
l’Unione dei quindici Paesi europei (13,1% del totale); a distanza
seguono nell’ordine il Brasile (8,3%), la Cina (7,3%) e
l’Argentina (3,6%).
Capitolo 1 – Il panorama internazionale
22
Dunque, rispetto a quanto è stato possibile osservare in
precedenza sulla base dei dati riferiti alle principali aree
continentali, questo ulteriore livello di indagine consente anche
di evidenziare il fondamentale ruolo ricoperto dall’Unione
Europea in ambito mondiale. Infatti, il consumo di carne bovina
nell’UE-15 è addirittura superiore a quello congiunto di Brasile
ed Argentina, e quasi doppio di quello della Cina.
Tabella 4 – Consumo mondiale apparente di carne bovina*
1995 1996 Var. '96/'95
(.000 ton.) (%) (.000 ton.) (%) (%)
TOTALE
MONDIALE 56.195 100,0% 56.858 100,0% 1,2%
Paesi sviluppati 31.010 55,2% 30.640 53,9% -1,2%
Paesi in via di
sviluppo 25.184 44,8% 26.218 46,1% 4,1%
Aree geografiche
Africa 3.899 6,9% 3.820 6,7% -2,0%
America del Nord 12.666 22,5% 12.779 22,5% 0,9%
America Centrale 1.991 3,5% 1.978 3,5% -0,7%
America del Sud 8.990 16,0% 9.170 16,1% 2,0%
Asia 12.524 22,3% 13.457 23,7% 7,4%
Europa 9.188 16,4% 9.106 16,0% -0,9%
Oceania 959 1,7% 982 1,7% 2,3%
Primi 5 Paesi
consumatori 29.858 53,1% 30.919 54,4% 3,6%
Stati Uniti 11.698 20,8% 11.810 20,8% 1,0%
Ue-15 7.336 13,1% 7.370 13,0% 0,5%
Brasile 4.690 8,3% 4.840 8,5% 3,2%
Cina 4.129 7,3% 4.905 8,6% 18,8%
Argentina 2.006 3,6% 1.994 3,5% -0,6%
* Equivalente peso carcassa.
Fonte: FAO.