1L’AMBIENTE DELL’IMPRESA
1 - IL MERCATO DELL’ARREDAMENTO
1.1 - DIMENSIONE A LIVELLO EUROPEO E MONDIALE
Il mercato mondiale del mobile e dei complementi da arredo vale circa 350 miliardi di euro, di
cui attualmente la produzione europea rappresenta il 50%.
Cinque paesi (Germania, Italia, Regno Unito, Francia e Spagna) rappresentano oltre l’80%
della produzione totale europea.
In Europa, la Germania è il primo consumatore e produttore di mobili, ma spetta all’Italia il
primato delle esportazioni.
Dobbiamo comunque precisare che i produttori europei di mobili hanno mediamente
dimensioni superiori rispetto a quelle italiane (infatti in Europa tra le prime aziende con più di
100 milioni di euro di fatturato, soltanto 6 sono italiane).
Negli ultimi anni hanno assunto una notevole importanza il mercato russo e quello cinese.
Il mercato russo, secondo l'ultima ricerca di Expert Data su oltre 5.000 famiglie della classe
media, vale oggi circa 6,6 miliardi di euro e dovrebbe raddoppiare in valore entro il 2010. Uno
dei motivi è che la casa è la priorità delle famiglie russe. Il programma di edilizia abitativa,
illustrato dal ministro delle regioni Yakovlev in ottobre, prevede di passare dai 45 milioni di
metri quadri di alloggi costruiti nel 2005 a circa 80 milioni nel 2010. Ma il secondo fattore
importante è la crescente domanda di prodotti di qualità, nonché la costante crescita dei
redditi reali (quasi il 10% previsto nel 2005) e l'allargamento della classe media dal 12 al 35%
della popolazione negli ultimi cinque anni, con un bacino di utenza solvibile di circa 50 milioni
di persone su 143 milioni.
Altro mercato importante è quello cinese, che peraltro ha cominciato ad esportare mobili di
qualità medio/bassa minacciando così alcuni nostri mercati di esportazione.
Poiché gli italiani sono praticamente assenti dal controllo del sistema distributivo in quei
paesi emergenti, appare inevitabile la via di future collaborazioni tecnologiche e produttive
per quanto non semplici, data la diversa cultura imprenditoriale e il diverso livello di
specializzazione.
21.2 - DIMENSIONE A LIVELLO NAZIONALE
Il sistema Legno-Arredo costituisce insieme al sistema Moda e alle produzioni alimentari di
nicchia, uno degli assi portanti del made in Italy, con un volume complessivo della
produzione che incide per il 6% sul totale dell’industria manifatturiera italiana.
Il settore dell’arredamento, che rappresenta la parte più rilevante del macro-comparto del
sistema Legno-Arredo, è molto importante in Italia sia per numero di addetti (oltre 230.000
unità), sia per fatturato generato e per contributo alla creazione del Prodotto Interno Lordo.
Peraltro il settore Arredamento è uno dei pochi in Italia, insieme a moda e macchinari, che
presenta un saldo attivo della bilancia commerciale. L’Italia è infatti il primo Paese
esportatore di mobili nel mondo.
La produzione italiana di mobili, apparecchi per l’illuminazione e componenti di arredo è
ammontata nel 2005 a 22.306 milioni di euro di cui il 47,8% è stata esportata.
Il consumo interno apparente ha raggiunto i 13.682 milioni di euro di cui 2.034 milioni di euro
sono stati importati dall’estero.
I flussi di import hanno denotato negli ultimi anni un trend crescente, e ciò è spiegabile
principalmente come effetto della espansione delle reti commerciali estere in Italia, come
testimonia il cosiddetto fenomeno IKEA, cresciuto grazie alla sempre maggiore richiesta di
prodotti di fascia medio-bassa.
La produzione di fascia alta rappresenta il 12% del totale e oltre la metà del fatturato di
questo segmento è destinato all’esportazione. I principali mercati di sbocco del mobile di
fascia alta sono, in ordine di importanza, la Germania, la Francia, gli Stati Uniti e il Medio
Oriente. La ripartizione del mercato domestico per fascia di qualità è la seguente :
12%
ALTA
13% MEDIO/ALTA
48% MEDIA
16% MEDIO/ECONOMICA
11% ECONOMICA
3Negli ultimi anni si è registrato un peggioramento nei dati economici del sistema legno-
arredamento. La ripresa d’argilla, com’era stata definita dagli imprenditori la crescita del 2004, ha
ceduto la sua positività ai forti timori inflazionistici sui prezzi delle materie prime del settore, alla
preoccupazione per la crescita della domanda mondiale di materia prima e ad una perdita
complessiva di competitività del Paese. Solo la componente legata ai materiali per l’edilizia
migliora il risultato di fine anno della filiera legno-arredamento, mentre il settore a valle,
l’arredamento, subisce una contrazione superiore al previsto degli scambi con l’estero, scontando
un andamento più altalenante delle esportazioni negli ultimi mesi dell’anno.
Il totale del fatturato alla produzione dell’intera filiera del legno-arredamento, che si è attestato a
circa 37 miliardi di euro, perdendo negli ultimi dodici mesi il 2,9%, si contrappone al saldo positivo
dello scorso anno, quando la produzione aveva registrato un aumento del 2,4%.
La debolezza congiunturale si è equamente distribuita sia sulla domanda estera che su quella
interna. Le esportazioni si sono ridotte del 2,8% sfiorando i 12 miliardi di euro, mentre i consumi,
smaltito l’effetto inflattivo dello scorso anno, chiudono il 2005 a quota 31 miliardi di euro, con una
diminuzione dell’ordine dell’1,7%.
Se nel complesso la situazione del sistema legno-arredamento appare più positiva rispetto ad altri
sistemi made-in-Italy, che hanno scontato prima la perdita di competitività, i dati non certo
entusiasmanti suggeriscono tuttavia di analizzare nel dettaglio le cause di un arretramento
comunque consistente.
Innanzitutto, tra le ragioni di un andamento fortemente altalenante della congiuntura economica
settoriale che cambia segno da un semestre con l’altro, non mancano cause esogene al settore: il
livello dei prezzi delle materie prime e il rapporto di cambio euro/dollaro ha chiaramente
penalizzato le imprese nel primo semestre del 2005. I listini, in una fase così delicata della
congiuntura, hanno potuto solo in parte essere ritoccati e le aziende hanno preferito erodere i
margini piuttosto che perdere quote di mercato. La crescita dei costi è accompagnata poi da una
asimmetria strutturale che pesa sulle aziende italiane, facendo ad esempio pagare un conto
energetico superiore almeno del 30% rispetto ai diretti concorrenti europei.
Il settore del resto sembra pagare non tanto il rallentamento della crescita economica mondiale,
quanto un’eccessiva dipendenza dal mercato dell’Europa Occidentale che assorbe circa il 60%
delle esportazioni del settore e che cresce meno del resto del mondo.
In effetti analizzando i dati del settore arredamento relativi alle esportazioni dei primi undici mesi
del 2005, gli ultimi disponibili, si intuisce quanto abbia influito l’intermittente crescita economica
europea sul risultato del settore.
Considerando i primi quattro paesi clienti del continente, si rileva ad esempio che risultati positivi
sono stati ottenuti solo dal mercato spagnolo (+9,6%) e da quello francese (+0,7%) mentre,
Germania e Regno Unito hanno contratto i loro acquisti rispettivamente del 5,4% e del 12,7%.
Le previsioni per il prossimo biennio formulate da ICE-Prometeia, confermano del resto un quadro
che vede l’Europa crescere a tassi ridotti rispetto al resto del mondo. Nel 2006, in particolare, si
4stima intorno al 10% la crescita delle importazioni mondiali di mobili (che includono anche gli
elettrodomestici) ma nella vecchia Europa la crescita si attesterà solo al 4,2%. Un dato che da solo
spiega la necessità per l’arredamento made-in-Italy di muoversi verso i mercati a più alto tasso di
crescita e quindi commercialmente più interessanti.
Le aspettative degli operatori per i prossimi mesi sono tuttavia all’insegna del moderato ottimismo:
in particolare i dati di commercio estero sembrano segnalare una maggiore positività nei confronti
dei paesi extra-UE anche in considerazione di un tasso di cambio euro/dollaro tornato su livelli più
equilibrati rispetto ai valori di inizio anno.
Nei primi undici mesi del 2005 le esportazioni in Russia sono cresciute del 15,3%, facendola
diventare il 6° paese cliente; il dato controbilancia il momento fortemente negativo del mercato
statunitense (-17,8%) che però dà segnali di nuovo ottimismo.
Dalle anticipazioni dei dati Istat si prefigura un mese di dicembre in forte crescita per quanto
riguarda le esportazioni di mobili nei paesi extra-UE (+21,3%) a ritmi che non si vedevano dal
2000. Se è vero che a gennaio il dato torna ad essere stabile, è tuttavia evidente che, seppure in
modo discontinuo, appaiono segnali di un cambio di intonazione nella congiuntura.
Sullo stesso trend appaiono anche gli indicatori congiunturali che emergono dall’indagine
campionaria del Centro Studi Cosmit/Federlegno-Arredo, in cui non mancano le ombre,
accompagnate da luci che si intravedono all’orizzonte.
Le imprese del campione nei primi tre trimestri del 2005 fanno registrare un incremento del
fatturato dell’1,4% e della produzione dello 0,8%, dati comunque già più positivi della media
settoriale. E’ però nel quarto trimestre che entrambi gli indicatori diventano ampiamente positivi e
sono quindi un significativo segnale di inversione di tendenza per l’intero settore. Al miglior
andamento della produzione e del fatturato del comparto mobili, che hanno registrato
rispettivamente variazioni del 3,4% e del 4,8% rispetto al corrispondente periodo dell’anno
precedente, si associa un deciso miglioramento delle aspettative delle imprese.
Il dato più significativo dell’indagine emerge dalla dinamica degli ordinativi nell’arredamento:
l’ultimo trimestre 2005 ha evidenziato un miglioramento complessivo rispetto alle aspettative
espresse nell’indagine precedente, anche se il mercato nazionale ha avuto una crescita meno
consistente di quella attesa. Ma è soprattutto sul fronte previsionale che il miglioramento è
significativo rispetto alle indagini precedenti: aumentano in modo consistente le imprese che si
aspettano una crescita degli ordini, mentre diminuiscono quelle che prevedono una flessione già a
partire dal primo trimestre 2006 ma con una forte accelerazione nel secondo e nel terzo trimestre.
Le indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale sui mercati internazionali sono peraltro
compatibili con uno scenario economico in miglioramento: i mercati esteri che appaiono più attivi
per le aziende dell’arredamento made-in-Italy sono soprattutto Russia e Spagna, come peraltro è
evidenziato dai dati Istat. L’indagine offre però anche nuovi spunti previsionali: secondo le imprese
che hanno risposto all’indagine della Cosmit, nei prossimi mesi si dovrebbe assistere ad una
crescita delle esportazioni in Francia e negli Stati Uniti e ad un miglioramento delle vendite in