4
state utilizzate documentazioni scientifiche e interviste con operatori esperti, soprattutto
con ricercatori dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dei Materiali Ceramici (ISTEC) di
Faenza (RA), afferente al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
Il passo successivo consiste nel dare una visione internazionale del settore,
considerando il livello di produzione mondiale, i paesi che vi partecipano, le
caratteristiche delle principali imprese a livello mondiale e lo sviluppo del comparto nei
paesi di maggior spessore nello scenario globale. Sono stati utilizzati dati economici di
organizzazioni settoriali internazionali (per esempio “Japan Fine Ceramics Association”
o “United States Advanced Ceramics Association”) e sono stati analizzati gli Annual
Report più recenti delle imprese ritenute maggiormente rilevanti, per tentare di costruire
un quadro che contenesse le informazioni di base per la definizione del settore a livello
mondiale.
Al termine di questa prima parte (desk analysis) si procede attraverso lo studio dei
singoli mercati in cui operano le imprese nazionali, suddivisi secondo le funzioni d’uso
dei prodotti, ovvero i mercati: elettrico-magnetico, bioceramico, meccanico-termico,
chimico, nucleare ed ottico. Questa analisi è stata sviluppata attraverso le osservazioni
degli operatori, e prende in considerazione diversi aspetti economici, come ad esempio
le relazioni delle aziende con clienti e fornitori, il quadro concorrenziale, le leve
competitive ed altri elementi utili per rappresentare la struttura degli stessi mercati.
Nel quarto capitolo si è approfondito il profilo e le condotte operative delle imprese
produttrici italiane attraverso la rappresentazione dei dati che consentono di delineare
un quadro generale dello sviluppo del settore nel paese, come il numero e la dimensione
delle imprese, il loro portafoglio prodotti, il livello di internazionalizzazione ed altri.
Questa seconda parte è stata svolta utilizzando i dati forniti dalle imprese intervistate,
oltre ad informazioni ricavate da altre fonti come documenti, siti internet o bilanci
aziendali. Lo studio è stato effettuato su nove imprese, di cui otto di produzione,
attraverso intervista diretta, mentre sono stati ricavati dati utili sulle altre sette imprese
che compongono il tessuto produttivo del mercato italiano attraverso dati di bilancio,
testimonianze di operatori del settore e altri dati ufficiali. Il campione preso in esame
può essere ritenuto significativo in quanto comprende le principali imprese di
produzione presenti in Italia, ad eccezione di Bitossi Industrie S.p.A. che non si è resa
disponibile. Le rimanenti imprese non intervistate sono prevalentemente di piccola
dimensione e, oltre a non avere una produzione esclusiva di ceramici avanzati,
appartengono in linea di massima agli stessi mercati delle imprese intervistate.
5
La realizzazione di questo progetto non sarebbe stata possibile senza la preziosa
collaborazione dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dei Materiali Ceramici, in
particolare nelle persone di Barbara Ciani e Valentina Biasini, che hanno fornito il loro
supporto in ogni fase del progetto stesso, dalla ricerca di documentazioni scientifiche ed
economiche alla consulenza riguardante argomenti tecnici, dalla realizzazione delle
interviste alla redazione della tesi. Il ringraziamento è poi esteso a tutte le persone
facenti parte dell’Istituto stesso che hanno offerto il loro contributo e soprattutto al
Direttore, Gian Nicola Babini, che ha reso possibile lo svolgimento del lavoro.
Si ringrazia per l’autorevole collaborazione il Chiar.mo Prof. Tiziano Bursi, che ha
curato gli aspetti economico-aziendali della ricerca di mercato e la supervisione della
tesi di laurea.
E’ necessario dedicare un ulteriore ringraziamento alle aziende che hanno collaborato
allo studio, e che hanno favorito la realizzazione dell’indagine di mercato.
6
PARTE I
DESK ANALYSIS: I CERAMICI AVANZATI E
IL MERCATO MONDIALE
Capitolo 1
I PRODOTTI CERAMICI AVANZATI
1.1 Definizione e classificazione
La definizione dei prodotti ceramici avanzati, oggetto dello studio, deve essere
inquadrata nell’ambito di una più ampia definizione di materiali e prodotti ceramici.
I materiali ceramici sono materiali inorganici non metallici, costituiti da elementi
chimici metallici e non metallici legati da legami forti, ionici e covalenti. Il composto è
solitamente formato da un metallo e da un non metallo (ossigeno, azoto, carbone, boro),
ed attraverso la reazione vengono a formarsi i rispettivi ossidi, nitruri, carburi e boruri.
I prodotti ceramici, pertanto, sono prodotti fabbricati con tali materiali, e possono essere
distinti in due principali categorie:
− tradizionali: riconducibili in gran parte ad una comune materia prima (la silice),
comprendono i derivati delle argille (porcellane, gres), i vetri, i leganti idraulici
(cemento), i laterizi ecc.; all’interno dei tradizionali possono anche essere
inseriti i ceramici refrattari, riconducibili a loro volta in tre categorie principali
(di origine argillosa e non, ed i refrattari a composizione speciale);
7
− avanzati: ovvero prodotti progettati per lo svolgimento di specifiche funzioni
(meccaniche, ottiche ecc.).
Dare una definizione di prodotto ceramico avanzato che non si sovrapponga alle
caratteristiche di altri materiali ceramici (tradizionali o refrattari) è un compito di non
facile soluzione. I materiali utilizzati possono essere i medesimi, la differenziazione in
base a metodi di produzione più o meno avanzati non è contemplabile, per il fatto che
metodi all’avanguardia sono utilizzati anche per i materiali tradizionali, così come una
distinzione in base alle prestazioni, dal momento che anche ceramici non avanzati
possono talvolta avere prestazioni eccellenti nel loro ambito.
Di qui anche la difficoltà di fornire una valida classificazione “economica” di questi
materiali, si può notare, infatti, come la classificazione Ateco (2002) sia molto ampia
riguardo gli stessi (tab. 1.1).
Tab. 1.1 – Ceramici avanzati: classificazione Ateco 2002
26.2 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CERAMICI NON REFRATTARI, NON
DESTINATI ALL'EDILIZIA E DI PRODOTTI CERAMICI REFRATTARI
26.21 Fabbricazione di prodotti in ceramica per usi domestici e ornamentali
26.21.0 Fabbricazione di prodotti in ceramica per usi domestici e ornamentali
26.22 Fabbricazione di articoli sanitari in ceramica
26.22.0 Fabbricazione di articoli sanitari in ceramica
26.23 Fabbricazione di isolatori e di pezzi isolanti in ceramica
26.23.0 Fabbricazione di isolatori e di pezzi isolanti in ceramica
26.24 Fabbricazione di altri prodotti ceramici per uso tecnico e industriale
26.24.0 Fabbricazione di altri prodotti ceramici per uso tecnico e industriale
26.25 Fabbricazione di altri prodotti ceramici
26.25.0 Fabbricazione di altri prodotti ceramici
26.26 Fabbricazione di prodotti ceramici refrattari
26.26.0 Fabbricazione di prodotti ceramici refrattari
Fonte: Classificazione Ateco
Di certo esistono alcuni elementi che differenziano i ceramici ingegneristici dagli altri,
come la dimensione dei granuli, sempre inferiore a quella dei materiali tradizionali, le
maggiori temperature nel trattamento termico, la fase di pressione che può essere
applicata nel processo di sinterizzazione, la minore complessità nella composizione
cristallina (ovvero il fatto che nei ceramici tradizionali si utilizzano miscele di materie
prime molto più variegate, rispetto agli ingegneristici). E’ vero, inoltre, che la
8
progettazione dei ceramici avanzati richiede una conoscenza molto approfondita dei
rapporti tra le caratteristiche delle polveri, i parametri di processo, la microstruttura e le
proprietà.
Si possono pertanto definire i materiali ceramici avanzati come “materiali inorganici
non metallici con nano o microstrutture cristalline e/o vetrose, additivati in modo
accuratamente controllato e ottenuti mediante processi di formatura ad alta
temperatura e pressione”
3
. Questi materiali hanno una serie di caratteristiche positive
che li distinguono rispetto ad altri (come i metalli). Queste possono essere brevemente
elencate come segue:
− maggiore durezza e resistenza all’usura;
− maggiore refrattarietà, ossia migliore resistenza alle alte temperature
(alto punto di fusione);
− elevata resistenza meccanica, in particolare ad alte temperature
(resistenza al creep);
− stabilità dimensionale sia alle basse sia alle alte temperature;
− maggiore resistenza alla corrosione ed ossidazione;
− maggiore resistenza alle radiazioni;
− piezoelettricità, ovvero la trasformazione di energia meccanica in
elettrica e viceversa;
− alta permeabilità magnetica, ovvero non vengono influenzati dai campi
magnetici che li attraversano;
− alta conduttività ionica;
− trasparenza ottica;
− buon rapporto peso/volume, ossia leggerezza dei materiali.
A fianco delle caratteristiche positive, però, sono presenti alcuni risvolti negativi nelle
proprietà dei ceramici avanzati, che ne possono frenare l’utilizzo o comunque limitarlo
a specifiche applicazioni di nicchia. È possibile fornire un’elencazione di questi aspetti:
− fragilità e limitata resistenza agli urti;
− difficoltà di formatura su geometrie complesse;
− difficoltà ad intervenire con lavorazioni di finitura;
− difficile riproducibilità ed omogeneità dei pezzi finiti.
3
ERVET, (1992), Guida all’impiego dei materiali ceramici avanzati, Faenza
9
L’insieme di queste proprietà tecniche, positive e negative, si differenzia naturalmente
in base al tipo di materiale ceramico considerato: ogni composto ha infatti solo alcune
delle proprietà elencate, e proprio per questo ogni prodotto soddisfa esigenze diverse,
che si riflettono sul numero di potenziali settori di applicazione dei materiali.
La definizione ISO
4
(“Highly engineered, high performance, predominantly non
metallic, inorganic materials having specific functional attributes”) rafforza il concetto,
riferendosi alle specifiche funzioni proprie di questi materiali, che possono essere così
classificate:
− funzioni meccaniche e termiche;
− funzioni chimiche;
− funzioni elettriche e magnetiche;
− funzioni ottiche;
− funzioni nucleari;
− funzioni biologiche.
In seguito saranno approfondite le applicazioni dei ceramici avanzati, in tal modo si
potrà notare la vasta potenzialità di utilizzo degli stessi nei diversi comparti funzionali.
L’ampio spettro di potenziali applicazioni è subordinato ad un complesso di proprietà e
requisiti che ogni materiale preposto per uno specifico impiego deve possedere e, più di
quanto si verifichi per altri tipi di materiali (metallici, compositi, ecc.), tutte le proprietà
sono strettamente dipendenti dalla composizione e dalla microstruttura.
1.2 Cenni storici
I materiali ceramici di tipo tradizionale hanno alle spalle una storia corposa, dal
momento che fin dal neolitico (9000-5000 a.C.) sono stati prodotti e utilizzati
5
.
I materiali ceramici avanzati hanno invece una storia molto recente, che si sviluppa a
partire dalla seconda metà del novecento. Soprattutto in Gran Bretagna gli studi su
questi composti hanno iniziato a ricevere attenzione crescente già dagli anni ‘60, grazie
anche a ricercatori come Kenneth H. Jack
6
, Università di Newcastle, che
approfondirono i lavori sul nitruro di silicio e derivati (es. Sialon). Il nitruro di silicio si
4
ISO DIS 15490
5
LICCIULLI Antonio, (2005), Materiali ceramici: introduzione, definizioni e classificazioni
6
ERVET, (1990), I ceramici avanzati: la situazione del settore e le potenzialità dell’Emilia Romagna,
Bologna
10
presta a tutte quelle applicazioni strutturali che richiedono elevate prestazioni ad alta
temperatura e resistenza all’usura, pertanto lo studio di questo materiale era strategico
per sfruttare le possibili applicazioni meccaniche. Il SiALON è un derivato del nitruro
di silicio cui viene aggiunta una piccola percentuale di ossido di alluminio. Gli studi su
questi composti erano effettuati per cercare di migliorare le caratteristiche del nitruro di
silicio. La presenza degli additivi ne aumenta resistenza meccanica e tenacità.
La spinta data dalla ricerca di base non si è però tradotta in uno sviluppo adeguato delle
attività commerciali, così le conoscenze accumulate sono state “cedute” ad altri paesi
per mezzo dei brevetti. Di questa cessione si sono avvantaggiati prevalentemente Stati
Uniti e Giappone, dove le grandi imprese hanno compreso l’importanza di questi
materiali, contribuendo a tradurre la ricerca in prodotti commercializzabili ed
utilizzabili a livello industriale
7
.
Gli ultimi trenta anni hanno registrato un notevole sviluppo dei ceramici avanzati, ma si
registra un forte divario di utilizzo tra gli stessi Stati Uniti e Giappone, che insieme
costituiscono più del 70% del mercato mondiale, nei confronti dell’Unione Europea
(13% del mercato mondiale) e del resto del mondo.
In Italia le prime ricerche sui materiali ceramici avanzati sono state avviate dall’Istituto
Donegani della Montedison, alla fine degli anni ’60, ma l’abbandono delle attività di
ricerca fu rapido tanto quanto l’intrapresa delle stesse, chiudendosi quasi
completamente a metà degli anni ‘70. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche, attraverso
l’IRTEC (Istituto di Ricerche Tecnologiche per la Ceramica) nella seconda metà degli
anni ’70, diede inizio, pur concentrandosi su un numero limitato di materiali, ad un
programma di ricerca che prosegue ancora oggi. Nello stesso periodo anche il Centro
Ricerche FIAT svolgeva attività di ricerca e depositava brevetti sui ceramici avanzati
(otto tra il 1977 e il 1982)
8
.
Oggi la ricerca in Italia è svolta principalmente da poche grandi imprese (es. CRF) e
dalle Università e dai Centri di ricerca (come ISTEC, Istituto di Scienza e Tecnologia
dei Materiali Ceramici, ex IRTEC), a causa delle spese e della tempistica necessari per
raggiungere risultati che possano essere utilizzati a livello industriale o commerciale.
7
MALAMAN Roberto e ONIDA Fabrizio (1989), Industria italiana e alte tecnologie- volume II, Franco
Angeli – Milano
8
ERVET, (1990), I ceramici avanzati: la situazione del settore e le potenzialità dell’Emilia Romagna,
Bologna
11
1.3 Tecniche di produzione e materiali
La produzione dei materiali ceramici avanzati rappresenta un punto critico per le
problematiche del processo produttivo, sia a livello chimico o ingegneristico, sia a
livello economico. Dal punto di vista economico capire il metodo di produzione di
questi materiali è significativo per capire le problematiche che riguardano fornitori e
produttori da un lato, produttori e acquirenti dall’altro.
In questo paragrafo viene trattato in termini generali il procedimento maggiormente
utilizzato per la produzione dei ceramici avanzati, anche se si ricorda che esistono altri
tipi di processo, e che per ogni composto esiste un metodo di produzione specifico che
dipende da variabili di tipo chimico e ingegneristico (materiali, legami, ecc.).
Il processo si può distinguere in quattro fasi:
1. preparazione delle polveri
2. formatura del prodotto
3. sinterizzazione
4. finitura.
Preparazione delle polveri
La preparazione delle polveri svolge un ruolo determinante per la riuscita del prodotto
finale, in quanto ne determina la compattezza e quindi la resistenza meccanica.
I parametri che devono essere controllati sono la composizione chimica (purezza), la
forma dei grani (superficie specifica, ecc.) e la loro dimensione (dimensione
massima/minima, distribuzione statistica, ecc.). Eventuali errori in questo processo
possono influenzare le fasi successive e le proprietà finali del prodotto, rendendolo
inutilizzabile.
I metodi di preparazione delle polveri sono principalmente di due tipi:
− trattamento delle materie prime
9
: come per i ceramici tradizionali, anche
per i ceramici avanzati si parte da una materia prima naturale, che deve
essere adeguatamente trattata;
9
Il trattamento delle materie prime si identifica con le fasi di macinazione, in cui le dimensioni dei grani
vengono ridotte (si parla di nanometri), e della granulazione, in cui le polveri vengono lavorate per
ottenere aggregati (sferette) di dimensioni idonee (qualche centinaio di micron) e di granulometria
omogenea per favorire la compattazione.
12
− cambiamento di fase: la preparazione delle polveri può avvenire anche
attraverso un processo di sintesi, cioè un cambiamento di fase dei
materiali di partenza, detti precursori. Esistono quattro principali
processi: sintesi per reazione allo stato solido (solido – solido); sintesi
per fusione (liquido – solido); sintesi a partire da soluzioni (liquido –
solido); sintesi per reazione in fase gassosa (gas – solido).
Formatura del prodotto
Il processo di formatura assume un ruolo determinante nel definire il risultato finale. In
realtà tutte le fasi produttive hanno un ruolo sensibile, e questo spiega la complessità e
l’elevato know-how necessario per la produzione dei materiali ceramici.
La scelta del sistema di formatura dipende dalla complessità dei pezzi, dallo spessore,
dal costo di formatura, dalla quantità di pezzi da produrre, ecc.
I sistemi principalmente utilizzati sono i seguenti:
− pressatura uniassiale a freddo: utilizzata per fabbricare forme semplici,
ha un costo inferiore rispetto alle altre tipologie produttive ed è adatta
per la produzione in serie;
− pressatura isostatica a freddo: che invece è utilizzata per forme
complesse, è un sistema maggiormente costoso della pressatura
uniassiale e difficilmente utilizzabile per produzioni di serie;
− colatura su nastro: utilizzata per substrati per impieghi
elettrici/elettronici, ovvero per produzioni di nicchia, presenta difficoltà
tecniche riguardanti la messa a punto del materiale che sarà colato sul
nastro. Non adatta a produzioni di massa;
− colatura in stampi di gesso (a cui va aggiunto l’utilizzo successivo della
pressatura isostatica): adatto alla formazione di manufatti di piccole e
grandi dimensioni, anche seriali, è però maggiormente costoso rispetto ai
sistemi di pressatura e al colaggio;
− estrusione: usata per fabbricare manufatti a forma allungata presenta
difficoltà tecniche nella messa a punto del processo superiori alle altre
tipologie produttive. Inoltre la velocità di produzione è meno elevata e
presenta costi superiori ai sistemi di pressatura;