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CAPITOLO 2
SCU: STRUMENTO DI OCCUPABILITÀ DEI GIOVANI E DI INCLUSIONE
E COESIONE SOCIALE
2.1 Il Servizio Civile Universale: un antidoto alla disoccupazione giovanile?
«Voi siete una forza preziosa e dinamica del Paese: il vostro apporto è
indispensabile per realizzare il bene della società, tenendo conto specialmente dei
soggetti più deboli». Sono le parole che Papa Francesco ha pronunciato il 26
novembre 2016, in occasione della ricorrenza del quindicinale della promulgazione
della legge che ha istituito il Servizio Civile Nazionale, ai settemila volontari ed ex
volontari, in rappresentanza dell’impegno degli oltre 350mila ragazzi che dal 2001
hanno scelto di svolgere il servizio civile in Italia
20
.
Sono diversi gli autori che considerano il Servizio Civile una forza preziosa,
una policy, un stimolo positivo e responsabile per i volontari che durante il proprio
percorso sono in grado di acquisire competenze e capacità che ne favoriscono la
crescita personale e relazionale; un vero e proprio processo di empowerment
dell’individuo che si riflette sull’intera comunità
21
.
Luciano Monti, condirettore scientifico della Fondazione Bruno Visentini e
responsabile del suo Osservatorio Politiche Giovanili, lo ritiene uno degli strumenti
capaci di “creare capacità” e comprendere attivamente in un percorso di crescita
soggetti che, altrimenti, rimarrebbero ai margini non solo perché probabili Neet (Not
in Education, Employment or Training)
22
, ma anche e soprattutto perché giovani e
privi di esperienze e relazioni. Mentre nel XX secolo erano i lavoratori proletari ad
incoraggiare la lotta di classe, ora quelli che definisce i “nuovi poveri di lavoro” sono
i giovani, non una classe ma una generazione: giovani al di sotto dei 35 anni, i
20
www.avvenire.it/papa/pagine/chi-sono-i-ragazzi-in-udienza-dal-papa-sabato-26-novembre
21
V. Martinelli, A. Zuti, op. cit., p.11
22
Quei giovani dai 15 ai 29 anni che non stanno né frequentando la scuola o corsi di formazione, né
lavorando.
24
cosiddetti Neet, usciti dal mondo della scuola e non impegnati in un percorso di
formazione professionale o in attività lavorative
23
. Nel Paese è in pericolo il patto
sociale sollecitato dal Pontefice nel corso di un incontro a Genova nel 2017 secondo
il quale: «Quando non si lavora, o si lavora male, si lavora poco o si lavora troppo, è
la democrazia che entra in crisi, è tutto il patto sociale
24
». Secondo Monti i governi
italiani non sono intervenuti in modo idoneo a favore dei giovani, che escono dalla
scuola spesso privi delle competenze che il mercato del lavoro in forte evoluzione
richiede, incentivi spesso disgiunti tra loro o non riservati ai più giovani o agli sgravi
per promuovere l’assunzione di giovani, scollegati da percorsi di crescita
professionale
25
.
In questo contesto, dunque, il Servizio civile universale rappresenta
un’importante occasione di formazione e di crescita personale e professionale per i
giovani che sono un’indispensabile e vitale risorsa per il progresso culturale, sociale
ed economico del Paese. Tra gli obiettivi c’è anche quello di coinvolgere
maggiormente i giovani con minori opportunità i quali, data la loro situazione di
svantaggio, possono avere maggiori occasioni di partecipazione agli interventi di
servizio civile, anche in considerazione della previsione di meccanismi che
prevedono dei premi a favore di quegli enti che realizzano gli interventi con
l’impiego di questi giovani.
Nel 2018, in particolare, con la sperimentazione per l’attuazione di misure
aggiuntive introdotte dal D.leg. n.40/17, 1.236 volontari sono avviati in servizio in
151 progetti “sperimentali”, in Italia e all’estero, che favoriscono la partecipazione di
giovani con minori opportunità e, limitatamente ai progetti da realizzarsi in Italia,
offrono la possibilità di svolgere un periodo di servizio, della durata massima di tre
mesi, in uno dei Paesi dell’Unione europea o, in alternativa, di usufruire, per lo
stesso periodo, di un tutoraggio finalizzato alla facilitazione dell’accesso al mercato
del lavoro.
23
V. Martinelli, A. Zuti, op. cit., p.16
24
www.avvenire.it/opinioni/pagine/ma-per-loccupazione-ci-vuole-giustizia
25
V. Martinelli, A. Zuti, op. cit., p.14
25
Il percorso all’estero, in particolare, ha luogo nell’ottica dell’affermazione e
rafforzamento della propria personalità e professionalità in un ambito territoriale più
vasto quale l’Unione Europea. In questo contesto, la mobilità tra i Paesi dell’Unione
costituisce il fattore fondamentale per costruire una vera cittadinanza europea e
ampliare geograficamente il mercato del lavoro dei giovani volontari.
Il servizio civile può rappresentare un esempio di politica innovativa che, da
una parte, permette a chi vi prende parte di sviluppare capacità particolari,
“competenze” e “capitale sociale” e, dall’altra, concede ai giovani fruitori
opportunità di “simil-lavoro”, ricompensate grazie all’impegno di fondi pubblici, che
possono terminare con il prolungamento di un rapporto di lavoro vero e proprio
26
.
Pur non essendo stato ideato come intervento a sostegno dell’occupazione, di fatto
questo istituto propone un “assaggio” del mondo del lavoro, con tutti gli sviluppi in
termini di crescita personale, relazionale e professionale
27
. Un progresso economico
basato sulla “produzione” di lavoro realizza un circolo virtuoso che, non solo è
positivo per l’economia e per gli individui, ma incoraggia lo sviluppo sostenibile.
“Contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei
giovani” (art. 1 legge n. 64 del 2001) è indubbiamente l’obiettivo più riformista in
termini di strumenti e più tradizionale in termini di obiettivi, che concede per legge
al Servizio civile il “ruolo formativo dell’esperienza”, assegnandogli in modo
definitivo la dimensione di “luogo di apprendimento” unico nello scenario nazionale.
Con il servizio civile, secondo l’Istituto Nazionale Analisi Politiche Pubbliche
28
(INAPP), è la prima volta che si investe esplicitamente nell’apprendimento in
situazioni al di fuori dei percorsi formativi ed educativi tradizionali, il cosiddetto
informal learning. Questo aspetto è sicuramente ciò che rende questo istituto un
contesto unico nel suo genere, un “laboratorio di policy” sia rispetto alla valutazione
di apprendimenti in contesti informali, sia in termini di valutazione della stessa
26
Ivi, p. 20
27
Ibidem
28
Ente pubblico di ricerca che si occupa di analisi, monitoraggio e valutazione delle politiche
economiche, sociali, del lavoro, dell’istruzione e della formazione professionale, e che fa parte del
Sistema Statistico Nazionale (SISTAN) all’interno del quale, insieme a Istat, è l’unico ente di
informazione statistica
26
policy in generale. Il servizio civile si configura come strumento “innovativo” sul
fronte della formazione, “generativo” in termini di integrazione e riduzione del
rischio di esclusione sociale, “sperimentale” nell’ottica del potenziamento delle
dimensioni di cittadinanza e occupabilità.
Pertanto il servizio civile, dunque, può rappresentare un prolungamento
dell’impegno volontario e/o sviluppare la dimensione della cittadinanza attiva; può
assumere il senso di un periodo di orientamento e riorientamento dei giovani
volontari rispetto al proprio futuro; può concorrere alla transizione tra formazione e
lavoro, agevolando l’acquisizione di competenze di base, trasversali e specifiche “sul
campo” in grado di incrementare l’occupabilità generale del volontario, contribuendo
a sviluppare servizi di utilità sociale e sviluppando azioni e prassi di networking fra
enti pubblici ed enti del Terzo settore. L’idea che il Servizio civile possa concorrere
a migliorare l’occupabilità dei giovani volontari e rappresentare uno strumento di
transizione “al lavoro” ha ispirato il disegno di ricerca dell’INAPP sul valore
aggiunto dell’esperienza del servizio Civile in termini di occupabilità dei giovani
29
.
Dal 2001 al 2017 il Dipartimento del Servizio civile mediamente ha
presentato due bandi ordinari l’anno, e circa dieci bandi straordinari, orientando in
media 25.000 giovani ogni anno, questo in presenza di una ‘domanda’ più che
doppia riguardo ai posti fruibili annualmente, per un totale di 382.000 volontari
interessati sull’intero territorio nazionale in 16 anni, mediamente lo 0,32% della
popolazione italiana fra i 18 e i 28 anni di ciascun anno. Nel 2015 e 2016, con
l’avvio di circa 70.000 giovani in due anni, si sono toccate punte dello 0,52% e
0,49% di giovani volontari in servizio rispetto alla popolazione di riferimento e, in
previsione, con il Servizio civile universale, nato dalla Riforma del Terzo settore nel
2017 che intende avviare 100.000 giovani l’anno, il Servizio civile ‘corre il pericolo’
di diventare l’unico programma nazionale rivolto ai giovani tra i 18 e i 28 anni, in
grado di raggiungere l’1,5% della popolazione di riferimento fuori dai percorsi di
istruzione e formazione formali, complice anche il calo demografico (Fig.2.1). Se poi
29
F. De Luca e S. Ferri, Gli effetti del servizio Civile sull’occupabilità dei giovani. Una stima tramite
Statistical Matching, INAPP, Roma, maggio 2021, p.4
27
si prendessero in considerazione solo i giovani fra i 18 e i 28 anni che non lavorano e
non la popolazione complessiva di quella fascia di età, il Servizio civile universale
potrebbe raggiungere il 2% della popolazione target.
Fig. 2.1: Avviamenti SCU e stime di copertura /coinvolgimento rispetto alla popolazione di
riferimento
Fonte: elaborazione INAPP su dati “Dipartimento SCU” e stime su proiezioni “demo
ISTAT” 2020
Il Servizio Civile Universale rappresenta un’importante palestra di cittadinanza
attiva per i giovani italiani, ma soprattutto un modo per acquisire nuove competenze
spendibili sul mercato del lavoro.
L’importanza che la formazione riveste lo rende uno degli strumenti di
politiche giovanili più interessanti tra quelli che sono stati messi in atto. Il
riconoscimento per legge del ruolo formativo di questa esperienza e l’inserimento del
Servizio civile fra le misure di Garanzia Giovani sono due scelte che collocano,
ormai da anni, il Servizio civile fra gli strumenti di policy di cui dispone l’Italia a
favore dell’occupabilità giovanile. Contestualmente l’avvento del Servizio civile
universale, dal 2017, che mira a coinvolgere 100.000 giovani l’anno nell’esperienza,
si candida a essere l’unico programma nazionale in grado di raggiungere l’1,5% della