2
l’affermazione e l’espansione del fenomeno avviene con la creazione delle Nazioni Unite
nel 1945, grazie in particolare all’art. 71 della Carta istitutiva di tale Organizzazione, il
quale riconosce al Consiglio Economico e Sociale la possibilità di istituire delle relazioni
consultive con le Ong.
6
È proprio in questo contesto e con riferimento a tale articolo, che
il termine “Organizzazione non governativa” viene coniato e largamente utilizzato, seppur
tra molti contrasti.
7
Negli anni Novanta il fenomeno subì un’enorme espansione,
suscitando sempre di più l’interesse accademico e degli stessi attori internazionali, questi
ultimi non sempre ben disposti nei confronti delle Organizzazioni non governative.
8
Il
sospetto manifestato da alcuni Stati in relazione a tali organizzazioni può essere
determinato dal timore di una loro eccessiva ingerenza in questioni che, fino a quel
momento, erano state di esclusiva competenza statale, vedendo in ciò una sorta di
minaccia alla loro sovranità.
9
La presenza di queste entità si manifesta, infatti, in diverse
fasi dei processi internazionali, ad esempio attraverso l’attività di pressione sui governi e
sulle Organizzazioni Internazionali (OI) affinché determinate questioni vengano poste
sull’agenda internazionale, con l’influenza nei processi di formazione della norma
pp. 627-630. WISEBERG L. S., The Role of Non-Governmental Organizations (NGOs) in the Protection and
Enforcement of Human Rights, in SYMONIDES J., (a cura di), Human Rights: International Protection,
Monitoring, Enforcement, Paris, 2003, p. 348.
6
In particolare l’art. 71 della Carta delle Nazioni Unite prevede che: “The Economic and Social Council
may make suitable arrangements for consultation with nongovernmental organizations which are concerned
with matters within its competence. Such arrangements may be made with international organizations and,
where appropriate, with national organizations after consultation with the Member of the United Nations
concerned.” MARTENS K., Bypassing Obstacles to Access: How Ngos are Taken Piggy-Back to the UN, in
Human Rights Review, aprile-giugno 2004, p. 80. KOREY W., NGOs and the Universal Declaration of
Human Rights, “A Curious Grapevine”, New York, 1998, pp. 1-2. BREEN C., The Role of NGOs in the
Formulation of and Compliance with the Optional Protocol to the Convention on the Rights of the Child on
Involvement of Children in Armed Conflict, in Human Rights Quarterly, Vol. 25, 2003, p. 455. Si veda
anche CLARKE G., Non Governmental Organizations (NGOs) in the Developing World, in Political Studies,
1998, p. 39. POSTER M., Foreword: human rights and non-governmental organizations on the eve of the next
century, in Fordham law review, Vol. 66, novembre 1997, pp. 627-630.
7
MARTENS K., Mission Impossible? Defining Nongovernmental Organizations, in Voluntas: International
Journal of Voluntary and Nonprofit Organizations, Vol. 13, N. 3, settembre 2002, p. 271.
8
CLARKE G., Non Governmental Organizations (NGOs) in the Developing World, in Political Studies, 1998,
p. 39. Si vedano anche JOCHNICK C., Confronting the impunity of Non State Actors: new fields for the
Promotion of Human Rights, in Human Rights Quarterly, Vol. 21, 1999, pp. 56-79. MARTENS K., Mission
Impossible? Defining Nongovernmental Organizations, in Voluntas: International Journal of Voluntary and
Nonprofit Organizations, Vol. 13, N. 3, settembre 2002, p. 272. TREVES T., Prolusione al Master in studi
avanzati di diritto europeo e transnazionale dell’Università degli Studi di Trento, a.a 2004/2005, Trento, 01
marzo 2005. Reperibile sul sito: http://www.jus.unitn.it/services/arc/2005/0301/1.ram. WISEBERG L. S., The
Role of Non-Governmental Organizations (NGOs) in the Protection and Enforcement of Human Rights, in
SYMONIDES J., (a cura di), Human Rights: International Protection, Monitoring, Enforcement, Paris, 2003,
p. 348.
9
CLARKE G., Non Governmental Organizations (NGOs) in the Developing World, in Political Studies, 1998,
pp. 45-48. Si vedano anche WEISS T., GORDENKER L., Pluralizing Global Governance: Analytical
Approaches and Dimensions, in WEISS T., GORDENKER L., (a cura di), NGOs, the UN, and Global
Governance, Boulder, CO, 1996, p. 30.
3
giuridica, nell’attività di reporting e di verifica del rispetto degli standard internazionali
nonché con l’intervento nella fase patologica di violazione di tali standard.
10
La diffusione di questi movimenti è testimoniata prima di tutto da una loro crescita
in termini numerici.
11
Secondo i dati forniti dall’Yearbook of International
Organizations,
12
da poco meno di 4000 organizzazioni operanti a livello internazionale
negli anni Settanta, si è passati a più di 40.000 alla fine degli anni Novanta.
13
Anche il
numero delle Ong alle quali il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite
(ECOSOC) ha riconosciuto lo status consultivo, ha subito un notevole incremento: da 40
organizzazioni nel 1948, a 377 nel 1968, fino ad arrivare nel 2005 a 2719 Ong.
14
Le
dimensioni del fenomeno sono date anche dal numero degli iscritti ad alcune
organizzazioni. Amnesty International, ad esempio, conta più di un milione e ottocento
mila soci, tra membri e sostenitori, in 149 paesi,
15
la Croce Rossa e la Mezza Luna Rossa
sono presenti in 176 Stati con più di 97 milioni di operatori.
16
Non si tratta però soltanto di uno sviluppo in termini numerici ma anche di un
ampliamento delle capacità di azione di tali gruppi al di là dei confini nazionali, attraverso
10
TREVES T., Prolusione al Master in studi avanzati di diritto europeo e transnazionale dell’Università
degli Studi di Trento, a.a 2004/2005, Trento, 01 marzo 2005. Reperibile sul sito:
http://www.jus.unitn.it/services/arc/2005/0301/1.ram Si vedano anche UVIN P., WEISS T. G., The United
Nations and Ngos: global civil society and institutional change, in GLASSER M., (a cura di), The United
Nations at work, Westport, 1998. WELCH C. E. JR., Introduction, in WELCH C. E. JR., (a cura di), Ngo and
Human rights. Promise and Performance. Philadelphia, 2001, pp. 3-13. WISEBERG L. S., The Role of Non-
Governmental Organizations (NGOs) in the Protection and Enforcement of Human Rights, in SYMONIDES J.,
(a cura di), Human Rights: International Protection, Monitoring, Enforcement, Paris, 2003, pp. 347-365.
WEDGWOOD R., Legal Personality and the Role of Non-governmental organizations and Non-State Political
Entities in the United Nations System, in HOFMANN R., GEISSLER N., (a cura di), Non-State Actors as New
Subjects of International Law, Berlino, 1999, pp. 22-28. Queste attività saranno analizzate nei capitoli
successivi.
11
BETTATI M., La Contribution des organisations non gouvernementales à la formation et à l’application
des normes internationales, Rapport introductif, in BETTATI M., DUPUY P.M., (a cura di), Les O.N.G. et le
Droit International, Parigi, 1986, p. 2. Questo autore parla di “dinamismo demografico”.
12
Yearbook of International Organization è una pubblicazione annuale dell’Union of International
Associations, composta di 5 volumi, che raccoglie dati e informazioni aggiornate su Organizzazioni
governative e non, operanti in circa 300 Paesi.
13
UNION OF INTERNATIONAL ASSOCIATIONS, Yearbook of International Organizations, Ed. 36, Vol 1B,
1999/2000, p. 2357. L’organizzazione internazionale non governativa è definita nell’Yearbook secondo una
serie di condizioni: lo scopo dell’organizzazione non deve essere lucrativo e deve avere carattere
genuinamente internazionale, per questo si richiede che l’organizzazione svolga la propria attività in almeno
tre Stati; la costituzione deve prevedere una struttura formale attribuendo ai membri dell’organizzazione
diritto di voto nonché consentire l’accesso a quanti siano in possesso di qualità adeguate. Si veda anche
LINDBLOM A., The Legal Status of Non-Governmental Organizations in International Law, Uppsala, 2001,
p. 24.
14
http://www.un.org/esa/coordination/ngo/. (Ultima visita il 31 gennaio 2006).
15
http://web.amnesty.org/pages/aboutai-index-eng. (Ultima visita il 31 gennaio 2006).
16
http://www.redcross.int/en/history/movement.asp. (Ultima visita il 31 gennaio 2006).
4
la creazione di comunità di Ong per il sostegno collettivo di alcune cause.
17
In una realtà
globalizzata è divenuto chiaro che molti problemi locali hanno un’origine che travalica i
confini nazionali e richiedono pertanto una risposta adeguata sia a livello domestico che a
livello internazionale.
18
Un esempio di quest’evoluzione è rappresentato dalla Campagna
Internazionale per la proibizione delle mine (International Campaign to Ban Landmines –
ICBL), fondata da sei organizzazioni non governative nel 1991 come una rete flessibile
per il coordinamento delle iniziative e la sensibilizzazione degli Stati contro l’uso di mine
antiuomo.
19
Nel settembre 1997, 121 stati negoziarono e adottarono la Convenzione sul
divieto d’impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antiuomo e
sulla loro distruzione.
20
Da allora più di 1000 organizzazioni e gruppi si sono uniti alla
Campagna.
21
Nell’immaginario collettivo le Organizzazioni non governative sono spesso
rappresentate come delle entità “buone”, che operano, cioè, nell’interesse generale.
22
In
realtà i dubbi e le riserve espresse da alcuni Stati e dalla dottrina, non sempre possono
dirsi privi di fondamento. Premesso che esistono delle differenze notevoli tra le
Organizzazioni non governative, in relazione al contesto nel quale operano, ai temi trattati,
ma anche e soprattutto alle modalità di azione e alla loro composizione, ci sono molto
17
Si parla di Coalizioni di Ong in WEISS T., GORDENKER L., Pluralizing Global Governance: Analytical
Approaches and Dimensions, in WEISS T., GORDENKER L., (a cura di), NGOs, the UN, and Global
Governance, Boulder, CO, 1996, pp. 25-30, oppure di “network” in KECK M. E., SIKKINK K., Activists
Beyond Borders: Advocacy Networks in International Politics, New York, 1998.
18
KRIESBERG L., Social Movements and Global Transformation, in SMITH J., CHATFIELD C., PAGNUCCO R.,
(a cura di) Transnational Social Movements and Global Politics: Solidarity Beyond the State, Syracuse, NY,
1997, p. 8.
19
MATTHEW R. A., Human Security and Mines Ban Movement I, MATTHEW R. A., MCDONALD B.,
RUTHERFORD K. R., ROSENAU J. N., (a cura di), Landmines and Human Security: International Politics and
War's Hidden Legacy, New York, 2004, pp. 3-20. Si veda anche BRÜHL T., RITTBERGER V., From
International to Global Governance: Actor, Collective decision-making and the United Nations in the World
of the Twenty-First Century, in RITTBERGER V., (a cura di), Global Governance and the United Nations
System, New York, 2001, pp. 8-9. DOSWALD-BECK L., Participation of Non-Governmental Entities in Treaty
Making: the Case of Conventional Weapons, in GOWLLAND-DEBBAS V., (a cura di), Multilateral Treaty
Making, The Hague, 2000, pp. 41-44.
20
Convention on the Prohibition of the Use, Stockpiling, Production and Transfer of Anti-Personnel Mines
and on their Destruction, Oslo, 18 settembre 1997. Entrata in vigore il 1° marzo 1999. Alla data del 31
gennaio 2006, 148 Stati hanno ratificato la Convenzione. Consultare il sito:
http://www.icrc.org/Web/Eng/siteeng0.nsf/iwpList260/6C6481C326D8DC31C1256E35004D53AB.
21
ANDERSON K., The Ottawa Convention Banning the Landmines, the Role of International Non-
Governmental Organizations and the Idea of International Civil Society, in European Journal of
International Law, Vol. 11, N.1, p. 105. Si veda anche LINDBLOM A., The Legal Status of Non-
Governmental Organizations in International Law, Uppsala, 2001, p. 21. Si visiti anche il sito dell’ICBL
http://www.icbl.org/, secondo il quale attualmente le Ong impegnate sono più di 1400.
22
TREVES T., Prolusione al Master in studi avanzati di diritto europeo e transnazionale dell’Università
degli Studi di Trento, a.a 2004/2005, Trento, 1 marzo 2005. Reperibile sul sito:
http://www.jus.unitn.it/services/arc/2005/0301/1.ram. Si veda anche TVEDT T., Development Ngos: Actors in
a Global Civil Society or in a New International Social System?, in Voluntas: Journal of Voluntary and
Nonprofit Organizations, Vol. 13, N. 4, dicembre 2002, pp. 363-375.
5
spesso delle difficoltà nello stabilire se esse siano effettivamente degli organismi in grado
di rappresentare gli individui che ne fanno parte.
23
Ad esempio, il personale che governa
una Ong non sempre viene eletto dai membri della stessa ed i funzionari che tengono
comizi pubblici riferendo la posizione dell’associazione e quindi dei suoi componenti, non
sempre consultano preventivamente questi ultimi.
24
Questo punto è stato oggetto di forti
critiche, soprattutto con riferimento ad alcune Ong operanti in Paesi in via di sviluppo,
date le posizioni elitarie assunte dai funzionari delle stesse e l’attuazione di politiche di
esclusione nei confronti delle popolazioni per il cui benessere tali associazioni sostengono
di lottare. L’autore Kenneth Anderson afferma che una Ong tipica del Nord del Mondo si
avvicina molto all’organizzazione Human Rights Watch.
25
Senza voler in nessun modo
denigrare questa organizzazione e il lavoro da essa svolto, Anderson afferma che si tratta
di un gruppo relativamente piccolo, con capacità professionali molto elevate, fondata e
composta da soggetti benestanti delle democrazie occidentali.
26
Secondo tale autore le
Organizzazioni non governative internazionali non sono gestite dal popolo, dalla massa o
dai “cittadini del mondo”,
27
secondo un sistema bottom up, vale a dire dal basso verso
l’alto. Esse sono invece uno strumento per le elite internazionali per dialogare di questioni
di loro unico interesse e la gloria di tali organizzazioni non è data dalla legittimazione
democratica, ma dall’abilità di essere un gruppo di pressione.
28
La questione è stata
avvertita come incombente dalle stesse Ong le quali, nel corso del tempo, data la difficoltà
di colmare tale deficit democratico, hanno cercato di fornire quanto meno una
legittimazione all’azione svolta.
29
Per questo motivo molte organizzazioni hanno
introdotto dei Codici di Condotta, dichiarando il proprio ossequio alle leggi dello Stato e
23
ANDERSON K., The Ottawa Convention Banning the Landmines, the Role of International Non-
Governmental Organizations and the Idea of International Civil Society, in European Journal of
International Law, Vol. 11, N.1, pp 112. Si vedano anche CLARKE G., Non Governmental Organizations
(NGOs) in the Developing World, in Political Studies, 1998, pp.48-49. KAMAT S., The privatization of
public interest: theorizing NGO discourse in a neoliberal era, in Review of International Political Economy,
febbraio 2004, p. 159. LINDBLOM A., The Legal Status of Non-Governmental Organizations in International
Law, Uppsala, 2001, pp. 25-46.
24
WEDGWOOD R., Legal Personality and the Role of Non-governmental organizations and Non-State
Political Entities in the United Nations System, in HOFMANN R., GEISSLER N., (a cura di), Non-State Actors
as New Subjects of International Law, Berlino, 1999, pp. 28-29.
25
ANDERSON K., The Ottawa Convention Banning the Landmines, the Role of International Non-
Governmental Organizations and the Idea of International Civil Society, in European Journal of
International Law, Vol. 11, N.1, pp. 117-120
26
Ibidem.
27
Ibidem, p. 118
28
Ibidem. Critico nei confronti delle Ong occidentali è anche MUTUA M., Human Rights International
NGOs, in WELCH C., (a cura di), Ngos and Human Rights, Promise and Performance, Philadelphia, 2001,
pp. 151-159.
29
SLIM H., By What Authority? The Legitimacy and Accountability of Non-governmental Organisations, in
Journal of Humanitarian Assistance, gennaio 2002. Reperibile sul sito http://www.jha.ac/articles/a082.htm
(Ultima visita il 31 gennaio 2006).
6
al diritto internazionale e proponendosi quali fautori di tali standard normativi.
30
Alcune di
loro hanno selezionato il proprio personale con criteri più restrittivi in modo da garantire
una maggiore professionalità ed esperienza, anche al fine di mantenere alta la loro
credibilità, ed hanno inoltre cercato di dare maggiore trasparenza alle procedure utilizzate
nello svolgimento della loro attività e ai risultati ottenuti attraverso la pubblicazione
periodica di reports. La realtà è ovviamente complessa e non sono possibili
generalizzazioni, ma alcuni autori, al contrario di Anderson, ritengono invece che le Ong,
pur non essendo organismi strettamente rappresentativi, svolgano un’importante azione di
democratizzazione dei processi ai quali prendono parte.
31
L’autore Sangeeta Kamat
sostiene che le Ong costituiscano una genuina rappresentazione della volontà popolare,
poiché il successo del loro lavoro dipende dal coinvolgimento e dalla partecipazione dei
loro sostenitori.
32
Gerard Clarke porta degli esempi concreti di come le Ong siano state in
grado di produrre dei cambiamenti in senso democratico in alcuni paesi. In Thailandia tali
gruppi, soprattutto quelli impegnati nella tutela dei diritti dell’uomo, hanno giocato un
ruolo importante nella dimostrazione del maggio 1992 che condusse al collasso del
National Peace-Keeping Council diretto dal Generale Suchinda Kraprayoon.
33
In Cile le
Ong diedero un grosso contributo alla restaurazione della democrazia nel 1990,
elaborando proposte politiche adottate dal Governo Aylwin, migliorando la fornitura di
servizi pubblici, agendo come subappaltatrici, e supportando le organizzazioni locali
durante lo svolgimento della campagna elettorale.
34
Lo stesso avvenne nelle Filippine per
il ristabilirsi di un regime democratico.
35
È ovvio che molti governi autonominati o
governi che commettono violazioni dei diritti umani hanno interesse ad escludere questi
movimenti dal panorama nazionale ed internazionale, ed, in effetti, accade spesso che
30
Ibidem.
31
CLARKE G., Non governmental Organizations (NGOs) and Politics in the Developing World, Political
Studies, 1998, pp. 36-52. Si vedano anche KAMAT S., The privatization of public interest: theorizing NGO
discourse in a neoliberal era, in Review of International Political Economy, febbraio 2004, p. 159.
LINDBLOM A., The Legal Status of Non-Governmental Organizations in International Law, Uppsala, 2001,
pp. 43-46.
32
KAMAT S., The privatization of public interest: theorizing NGO discourse in a neoliberal era, in Review of
International Political Economy, febbraio 2004, p. 159
33
CLARKE G., Non governmental Organizations (NGOs) and Politics in the Developing World, Political
Studies, 1998, p. 49. Si veda anche HEWISON K., Introduction, in HEWISON K., (a cura di), Political
Change in Thailand: Democracy and Participation, Londra 1997, p. 19.
34
CLARKE G., Non governmental Organizations (NGOs) and Politics in the Developing World, Political
Studies, 1998, p. 49.
35
CLARKE G., The Politics of Ngos in South-East Asia: Participation and Protest in the Philippines, Londra,
1998.
7
escogitino dei meccanismi per negare l’esistenza di determinati gruppi, per ottenerne la
dissoluzione, per cercare di controllarli od escluderli dall’arena internazionale.
36
A conferma del fatto che non esiste un sistema unico di approccio al fenomeno,
molte organizzazioni internazionali, negli ultimi decenni, hanno riconosciuto l’importanza
della partecipazione delle Ong, ai processi internazionali. L’Agenda 21 stabilisce che
“Non-governmental organizations play a vital role in the shaping and implementation of
participatory democracy” e inoltre che “the fullest possible communication and
cooperation between international organizations, national and local governments and Ngo
should be promoted in institutions mandates and programmes designed to carry out
Agenda 21”.
37
Nel 1998 fu adottata la Convenzione sull’accesso alle informazioni, la
partecipazione del pubblico al processo decisionale e sull’accesso alla giustizia in materia
ambientale (“Århus Convention”).
38
Questo documento riconosce al pubblico, intendendo
con ciò persone fisiche o morali e le loro organizzazioni o gruppi, i diritti specificati nel
titolo stesso del documento, nonché un diritto per le Ong qualificate nelle materie trattate
dalla Convenzione, di partecipare come osservatrici nei meeting degli Stati parte.
39
Non si
tratta di strumenti che attribuiscono diritti di voto o la possibilità di negoziare a fianco dei
governi in organismi internazionali, poiché l’attività svolta dalle Ong rimane ancora ad un
livello fortemente informale e non avviene su un piano di parità con gli Stati, data la
mancanza di un generale riconoscimento della personalità giuridica di tali
organizzazioni.
40
Si tratta comunque di documenti che dimostrano una sostanziale fiducia
nei loro confronti. Il ruolo controverso delle Ong e il loro rapporto conflittuale con gli
Stati è ben espresso anche dal discorso che il Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi
36
REINALDA B., VERBEEK B., Theorising Power Relations Between NGOs, Intergovernmental
Organizations and States, in ARTS B., NOORTMANN M., REINALDA B., (a cura di), Non state Actors in
International Relations, Aldershot, 2001, pp. 153-154. LINDBLOM A., The Legal Status of Non-
Governmental Organizations in International Law, Uppsala, 2001, pp. 236-242. Esempi di tentativi di
dissoluzione sono stati analizzati dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nei casi Freedom and
Democracy Party (OZDEP) v. Turkey, 8 dicembre 1999 (Application n. 23885/94); Apeh Üldözötteinek
Szövetsége and Other v. Hungary, 5 ottobre 2000 (Application n. 32367/96).
37
Conference on Environmental and Development, A/CONF.151/26, Vol. II, Report of the United Nations
Conference on Environmental and Development, 1992, paragrafo 27(1) e (4). Agenda 21 è un documento di
intenti ed obiettivi programmatici su ambiente, economia e società, sottoscritta da oltre 170 Paesi, durante la
Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo (UNCED) svoltasi a Rio de Janeiro nel giugno
1992.
38
United Nations Economic Commission for Europe, ECE/CEP/43, Convention on Access to Information,
Public Participation in Decision-Making and Access to Justice in Environmental Matters (Aarhus
Convention), Aarhus, Danimarca, 25 giugno 1998. Entrata in vigore il 30 ottobre 2001. Alla data del 20
febbraio 2006 la Convenzione è stata ratificata da 39 Stati. Si visiti il sito
http://www.unece.org/env/pp/ctreaty.htm.
39
Ibidem, art. 10.
40
LINDBLOM A., The Legal Status of Non-governmental Organizations in International Law, Uppsala, 2001,
p. 44. Si veda oltre p. 3.
8
Annan rivolse il 29 aprile 1999 al Ngo Forum on Global Issues. Egli si riferì a tali entità in
questi termini:
“In the United Nations a few decades ago, governments were virtually the
sole players. Of course, NGOs helped found the United Nations and are mentioned
in the Charter. Even before that, NGOs led the charge in the adoption of the
Slavery Convention of 1926. And NGOs have a long and proud history of fighting
against tyranny and providing humanitarian assistance to the victims of conflicts
and natural disasters. But it is only since the Earth Summit in 1992 that civil
society groups have really made their mark on global society. You have played a
key role at world conferences on such vital issues as human rights, population,
poverty and women's rights. Thanks to you, the year 1997 was the year of the
landmine - or should I say, the year of no more landmines? One thousand NGOs in
60 countries were linked together by a weapon that would ultimately prove more
powerful than the landmine: e-mail and the Internet. And with that same weapon,
and that same intensity, NGOs helped make 1998 the year of the International
Criminal Court. The Nobel committee has recognized this work, awarding its peace
prize to NGOs, church and academic groups and others. But NGOs have also come
in for a less welcome sort of recognition: you have been denied access to meetings
and information; your representatives have been harassed, jailed and exiled,
tortured and murdered. It is to your credit that such acts have failed to deter you
from your chosen causes”.
41
Quest’ultima parte rende l’idea della complessità delle relazioni tra le Ong, da un
lato, e gli Stati e le Organizzazioni Internazionali dall’altro. Questi ultimi si comportano
spesso in maniera contraddittoria, riconoscendo il ruolo vitale svolto dalle Ong nella tutela
di determinati diritti e perciò l’importanza di stabilire con loro delle relazioni forti, mentre
in alcuni casi denigrano e diffamano l’attività di questi gruppi, poiché la raison d’être di
molte Ong è di fare pressione sui governi per ottenere un maggiore rispetto di alcuni diritti
41
NGO Forum on Global Issues, Press Release SG/SM/6973, Secretary-General Calls Partnership of Ngos,
Private Sector, International Organizations and Governments Powerful Partnership for Future, Berlino, 29
aprile 1999.
9
e di criticarne la condotta.
42
Esiste quindi un dibattito, non solo a livello dottrinale ma
anche all’interno della comunità internazionale, riguardo all’importanza del ruolo svolto
da queste organizzazioni, nonché alla capacità di questi organismi di rappresentare il
substrato sociale. A questo proposito occorre fare chiarezza su che cosa si intende con
l’espressione Società Civile, perché spesso si parla di quest’ultima e di Ong come di
sinonimi, mentre in realtà il primo termine ha una portata più ampia e ingloba anche il
secondo.
43
Il concetto di Società Civile ha un significato piuttosto eterogeneo
comprendendo la stampa, organizzazioni sindacali, gruppi religiosi o politici più o meno
visibili e persino organizzazioni terroristiche, associazioni a carattere economico ed
industriale, nonché, appunto, organizzazioni non governative che supportano cause di
interesse generale (umanitario, ambientale, di sviluppo, ecc.).
44
Tutte queste entità non
sono Stati od Organizzazioni Internazionali e sono accomunati dal fatto che tentano di
influenzare le decisioni e l’attività dello Stato, agendo non soltanto all’interno dei canali
accettati o predisposti da quest’ultimo, ma anche al di fuori di essi.
45
I diversi individui e
gruppi che compongono questa moltitudine si distinguono per elementi di natura
42
TREVES T., Introduction, in TREVES T., FRIGESSI DI RATTALMA M., TANZI A., FODELLA A., PITEA C.,
RAGNI C., (a cura di ), Civil Society, International Courts and Compliance Bodies, The Hague, 2005, p. 2.
TREVES T., Prolusione al Master in studi avanzati di diritto europeo e transnazionale dell’Università degli
Studi di Trento, a.a 2004/2005, Trento, 1 marzo 2005. Reperibile sul sito:
http://www.jus.unitn.it/services/arc/2005/0301/1.ram
WISEBERG L. S., The Role of Non-Governmental Organizations (NGOs) in the Protection and Enforcement
of Human Rights, in SYMONIDES J., (a cura di), Human Rights: International Protection, Monitoring,
Enforcement, Paris, 2003, pp. 347-348.
43
REINALDA B., VERBEEK B., Theorising Power Relations Between NGOs, Intergovernmental
Organizations and States, in ARTS B., NOORTMANN M., REINALDA B., (a cura di), Non state Actors in
International Relations, Aldershot, 2001, p. 152. Si veda anche KECK M. E., SIKKINK K., Activists Beyond
Borders: Advocacy Networks in International Politics, New York, 1998, pp. 32-34. STEINER H. J., ALSTON
P., International Human Rights in Context: Law, Politics, Morals, Oxford, 2000, p. 938.
44
TREVES T., Introduction, in TREVES T., FRIGESSI DI RATTALMA M., TANZI A., FODELLA A., PITEA C.,
RAGNI C., (a cura di ), Civil Society, International Courts and Compliance Bodies, The Hague, 2005, p. 2.
Si veda anche TREVES T., Prolusione al Master in studi avanzati di diritto europeo e transnazionale
dell’Università degli Studi di Trento, a.a 2004/2005, Trento, 1 marzo 2005. Reperibile sul sito:
http://www.jus.unitn.it/services/arc/2005/0301/1.ram. Si veda anche STEINER H. J., ALSTON P., International
Human Rights in Context: Law, Politics, Morals, Oxford, 2000, p. 939. COHEN J., ARATO A., Civil society
and political theory, Londra, 1992, p. ix. Questi autori definiscono la Società Civile come “a sphere of social
interaction between economy and state, composed above all of the intimate sphere (especially the family),
the sphere of associations (especially voluntary associations), social movements, and forms of public
communication.” KECK M. E., SIKKINK K., Activists Beyond Borders: Advocacy Networks in International
Politics, New York, 1998, pp. 9. Esse parlano di “Transnational Advocacy Network” che include i seguenti
attori: “1) international and domestic non governmental research and advocacy organizations; 2) local social
movements; 3) foundations; 4) the media; 5) the churches, trade unions, consumer organizations, and
intellectuals; and 6) parts of the executive and/or parliamentary branches of governments.”
45
KECK M. E., SIKKINK K., Activists Beyond Borders: Advocacy Networks in International Politics, New
York, 1998, p. 9. Esse affermano che: “such networks are most prevalent in issue areas characterized by
high value content and informational uncertainty.”
10
soggettiva ed ideologica, cioè sulla base dei valori e degli interessi che diffondono e dei
quali si fanno difensori.
46
Le Ong sono quindi una delle componenti della Società Civile.
2. Le cause che hanno determinato la crescente partecipazione delle Ong all’interno
di istituzioni internazionali.
Come detto, le Ong non sono un fenomeno assolutamente nuovo, potendosi
ritrovare esempi di queste entità già nel diciannovesimo secolo, se non, per qualcuno, in
un periodo precedente.
47
Ma il numero, le dimensioni, il professionismo e la velocità di
espansione, hanno caratterizzato in particolare gli ultimi due decenni.
48
Le cause che
hanno condotto allo sviluppo del fenomeno non governativo sono molteplici. Una di
queste è stata sicuramente la crescita degli spazi riconosciuti a queste entità all’interno
delle istituzioni internazionali. Il dialogo sempre più fitto che si è instaurato tra le Ong e le
Organizzazioni Internazionali, è stato determinato da fattori sia interni che esterni a tali
organismi.
49
Per effetto del fenomeno della cosiddetta mondializzazione o
globalizzazione,
50
si è avvertito, sempre con maggiore forza, un deficit democratico, ossia
una difficoltà degli individui di sentirsi rappresentati dalle istituzioni statali.
51
A ciò si è
aggiunta una crescente diversificazione della società e la conseguente difficoltà da parte
46
TREVES T., Introduction, in TREVES T., FRIGESSI DI RATTALMA M., TANZI A., FODELLA A., PITEA C.,
RAGNI C., (a cura di ), Civil Society, International Courts and Compliance Bodies, The Hague, 2005, p. 2.
47
Si veda supra p. 3.
48
KECK M. E., SIKKINK K., Activists Beyond Borders: Advocacy Networks in International Politics, New
York, 1998, pp. 10-16. Si veda anche CHARNOVITZ S., Two Centuries of Participation: NGOs and
International Governance, in Michigan Journal of International Law, Vol. 18 n.2, 1997, pp. 185. Questo
autore contrasta la visione, dominante in dottrina, per cui il coinvolgimento delle Ong è un fenomeno
successivo alla Seconda Guerra Mondiale, e per questo analizza il ruolo svolto da queste entità nel corso
degli ultimi due secoli.
49
WEISS T., GORDENKER L., Pluralizing Global Governance: Analytical Approaches and Dimensions, in
WEISS T., GORDENKER L., (a cura di), NGOs, the UN, and Global Governance, Boulder, CO, 1996, p. 24.
50
Termine che indica il processo che ha portato, a partire dagli ultimi due decenni del sec. XX, a seguito
della caduta dei sistemi ad economia socialista, all’integrazione dei mercati nei diversi paesi del mondo,
nonché la tendenza di certi fenomeni sociali e culturali ad estendersi su scala mondiale. Si veda in generale
LEVITT T., A World of Difference, in WATERS M., (a cura di), Globalization, Londra, 2000, pp. 1-21.
ROBERTSON R., Globalization: Social Theory and Global Culture, Londra 2000. MILNER W.T., Economic
Globalization and Rights: An Empirical Analysis, in BRYSK A., (a cura di), Globalization and Human
Rights, Los Angeles, 2002.
51
BIANCHI A., Globalization of Human Rights: The Role of Non-State Actors, in TEUBNER G., (a cura di),
Global Law without a State, Aldershot, 1997, pp. 179-183. Si veda anche LINDBLOM A., The Legal Status of
Non-governmental Organizations in International Law, Uppsala, 2001, pp. 19-21. TREVES T., Introduction,
in TREVES T., FRIGESSI DI RATTALMA M., TANZI A., FODELLA A., PITEA C., RAGNI C., (a cura di ), Civil
Society, International Courts and Compliance Bodies, The Hague, 2005, pp. 1- 2
11
dello Stato di dare voce a tutti i raggruppamenti presenti.
52
La risposta a questa mancanza
di rappresentatività è stata il ricorso ad organizzazioni che riuscissero ad occuparsi degli
interessi dei diversi gruppi, cercando di dare una risposta alle loro richieste.
53
È da
sottolineare come queste organizzazioni non hanno la capacità e la pretesa di sostituirsi
allo Stato.
54
La sovranità di quest’ultimo non è certamente scomparsa, rimanendo egli il
fondamentale centro del potere, il titolare della forza militare e il principale coordinatore
della società civile.
55
Tuttavia il potere sovrano è sottoposto ad un processo di erosione a
causa della presenza nel panorama internazionale di soggetti in grado di esercitare una
certa influenza e un potere che è stato etichettato come “soft power”.
56
A tutto ciò si è
aggiunta una maggiore capacità delle Ong di far conoscere la loro attività e di diffondere
le loro idee ed iniziative, attirando l’attenzione di un numero crescente di soggetti e di
finanziatori.
57
Uno degli eventi principali che può spiegare l’espansione delle Ong è la fine della
Guerra Fredda.
58
Con la caduta dell’ortodossia ideologica del regime socialista, la
riluttanza di molti, forse la maggior parte, dei diplomatici delle Organizzazioni
52
BONTEMS C., Quelques réflexions sur les organisations internationales non gouvernementales à travers
une perspective historique, in BETTATI M., DUPUY P.M., (a cura di), Les O.N.G. et le Droit International,
Parigi, 1986, p.25. In particolare questo autore afferma che “Elles peuvent se créer pour faire prévaloir des
intérêts particuliers contre l’ordre juridique imposé par le gouvernement. ”
53
Ibidem. In particolare “ Elles peuvent également être crées pour remplir des missions que le gouvernement
ne veut pas remplir directement.”
54
Generalmente si considera che le Ong non siano in grado di sostituirsi alla struttura statale, si veda
THÜRER D., The Emergence of Non-Governmental Organizations and Transnational Enterprises in
International Law an the Changing Role of the State, in HOFFMAN R., (a cura di), Non State Actors as New
Subjects of International Law, International Law-From the Traditional State Order Toward the Law of the
Global Community, Berlino, 1999, p. 58. In alcuni casi però le Organizzazioni non governative hanno
tentato di sostituirsi allo Stato, si veda BONTEMS C., Quelques reflexions sur les organisations internationals
non gouvernementales à travers une perspective historique, in BETTATI M., DUPUY P.M., (a cura di), Les
O.N.G. et le Droit International, Parigi, 1986, pp. 28-29.
55
TREVES T., Introduction, in TREVES T., FRIGESSI DI RATTALMA M., TANZI A., FODELLA A., PITEA C.,
RAGNI C., (a cura di ), Civil Society, International Courts and Compliance Bodies, The Hague, 2005, pp. 1-
2.
56
Ibidem, p. 2. Si veda anche HOBE S., Individual and Groups as Global Actors: the Denationalizations of
International Transactions, in HOFFMAN R., (a cura di), Non State Actors as New Subjects of International
Law, International Law-From the Traditional State Order Toward the Law of the Global Community,
Berlino, 1999, p. 117. Questo autore afferma che: “the growing importance of non-governmental
international organizations indicates that the State may loose or has already effectively lost its role as the
sole entity representing individual interests.” HOBE S., Global Challenges to Statehood: the Increasing
Importance of Nongovernmental Organizations, in Indiana Journal of Global Legal Studies, Vol. 5, 1997, p.
191.
57
KECK M. E., SIKKINK K., Activists Beyond Borders: Advocacy Networks in International Politics, New
York, 1998, pp. 14-15.
58
WEISS T., GORDENKER L., Pluralizing Global Governance: Analytical Approaches and Dimensions, in
WEISS T., GORDENKER L., (a cura di), NGOs, the UN, and Global Governance, Boulder, CO, 1996, p. 24.
12
Internazionali di interagire con il personale non governativo, è venuta meno.
59
Questo ha
aperto nuove possibilità di comunicazione e cooperazione all’interno dei processi
decisionali. Con lo scemare della tensione tra Est e Ovest, le Nazioni Unite sono diventate
un buon forum di discussione tra i governi e queste entità non statali, senza che tale
dialogo fosse letto come un intervento neo-imperialista, da un lato, o comunista dall’altro.
60
Al di là delle questioni procedurali, la lettura di alcune problematiche del mondo post-
Guerra Fredda, si estendevano oltre ai confini dello Stato, richiedendo un rafforzamento
dei poteri delle Ong.
61
Nell’ambito di una generale presa di coscienza dei compiti dello
Stato e dell’esistenza di modi alternativi per la risoluzione dei problemi, esse emergono
come organismi che sono privati nella forma, ma pubblici nello scopo.
62
Questioni quali la
necessità di investimento per risollevare l’economia degli ex Paesi socialisti e
l’etnonazionalismo, con i conseguenti flussi di rifugiati e di sfollati, aggiunsero ulteriore
pressione al coinvolgimento delle Organizzazioni non governative.
63
Altro fattore importante che può spiegare la diffusione del fenomeno non
governativo è stata la crescita delle capacità professionali e delle risorse a disposizione di
queste organizzazioni.
64
Sia le Ong nazionali che quelle internazionali hanno attratto, negli
ultimi anni, sempre maggiori investimenti da parte di singoli individui, dei governi e delle
59
WILLETTS P., Consultative Status for NGOs at the United Nations, in WILLETTS P., (a cura di), The
Conscience of the World. The Influence of the Non-governmental organizations in the UN System, London,
1996, pp. 34-35.
60
Ibidem.
61
THÜRER D., The Emergence of Non-Governmental Organizations and Transnational Enterprises in
International Law an the Changing Role of the State, in HOFFMAN R., (a cura di), Non State Actors as New
Subjects of International Law, International Law-From the Traditional State Order Toward the Law of the
Global Community, Berlino, 1999, p. 42. Si veda anche MACALISTER-SMITH P., Non-Governmental
organizations, Humanitarian Action and Human Rights, in BEYERLIN U., BOTHE M., HOFFMANN R.,
PETERSMANN E.U., (a cura di), Recht zwischen Umbruch und Bewahrung: Volkerrecht, Europarecht,
Staatrecht, Berlino, 1995, pp. 477-478.
62
REINALDA B., Private in Form, Public in Purpose: NGOs in International Relations Theory, in ARTS B.,
NOORTMANN M., REINALDA B., (a cura di), Non state Actors in International Relations, Aldershot, 2001, pp.
11-40.
63
WEISS T., GORDENKER L., Pluralizing Global Governance: Analytical Approaches and Dimensions, in
WEISS T., GORDENKER L., (a cura di), NGOs, the UN, and Global Governance, Boulder, CO, 1996, p. 24. Si
veda anche WAGONA M. J., Nongovernmental organizations (NGOs) and third world development: An
alternative approach to development, in Journal of Third World Studies, Vol. XIX, n. 1, 2002.
64
CLARKE G., Non Governmental Organizations (NGOs) in the Developing World, in Political Studies,
1998, p. 37. Si veda anche KRIESBERG L., Social Movements and Global Transformation, in SMITH J.,
CHATFIELD C., PAGNUCCO R., (a cura di) Transnational Social Movements and Global Politics: Solidarity
Beyond the State, Syracuse, NY, 1997, p. 6. Questo autore afferma che “The material standard of living for
most people has been improving over the last few centuries. …They also provide greater opportunities for
people to form associations and participate in public life. Citizens are thus better able to mobilize themselves
to express their dissatisfactions, and they sometimes obtain satisfaction”.
13
Organizzazioni Internazionali.
65
Questo sostegno economico è in parte determinato
dall’efficacia dimostrata dalle azioni portate avanti dalle Ong ad esempio nei Paesi in via
di sviluppo, ma in parte, soprattutto per quanto riguarda i finanziamenti governativi, dalla
volontà di esercitare una qualche forma di influenza sulle loro decisioni e strategie.
66
Questa maggiore disponibilità di risorse economiche, comunque, ha facilitato la
partecipazione di queste entità ai processi decisionali, riuscendo così ad arricchirli con
conoscenze approfondite acquisite in campi come le questioni di genere, l’ambiente,
l’AIDS, i diritti umani e gli aiuti umanitari.
67
La possibilità delle Organizzazioni non governative di farsi conoscere, di
comunicare con altri organismi e di diffondere i risultati delle proprie azioni è stato, ed è
tuttora possibile, anche grazie allo sviluppo di adeguati sistemi di comunicazione.
68
Le
nuove tecnologie rendono le barriere all’informazione sempre più inefficaci o
economicamente irrealizzabili.
69
I governi che sono ostili alle Ong falliscono nei loro
sforzi di prevenire il flusso delle informazioni, l’interazione e il networking attraverso
Internet e le comunicazioni telematiche.
70
I mezzi elettronici hanno reso possibile ignorare
i confini e creare un tipo di comunicazione basata su valori ed obiettivi comuni, grazie
anche al fatto che le moderne comunicazioni tecnologiche sono indipendenti dal
territorio.
71
È chiaro come Internet, ad esempio, abbia cambiato il modo di operare dei
movimenti per i diritti umani, facilitando le comunicazioni degli attivisti e delle
organizzazioni, consentendo una maggiore diffusione delle informazioni, nonché,
65
Ibidem. Si veda anche WAGONA M. J., Nongovernmental organizations (NGOs) and third world
development: An alternative approach to development, in Journal of Third World Studies, Vol. XIX, n. 1,
2002.
66
TVEDT T., Development Ngos: Actors in a Global Civil Society or in a New International Social System?,
in Voluntas: Journal of Voluntary and Nonprofit Organizations, Vol. 13, N. 4, dicembre 2002, pp. 367.
67
WEISS T., GORDENKER L., Pluralizing Global Governance: Analytical Approaches and Dimensions, in
WEISS T., GORDENKER L., (a cura di), NGOs, the UN, and Global Governance, Boulder, CO, 1996, p. 24.
68
KRIESBERG L., Social Movements and Global Transformation, in SMITH J., CHATFIELD C., PAGNUCCO R.,
(a cura di) Transnational Social Movements and Global Politics: Solidarity Beyond the State, Syracuse, NY,
1997, p. 6. Si veda anche WEISS T., GORDENKER L., Pluralizing Global Governance: Analytical Approaches
and Dimensions, in WEISS T., GORDENKER L., (a cura di), NGOs, the UN, and Global Governance, Boulder,
CO, 1996, p. 25.
69
WISEBERG L. S., The Internet. One more tool in the struggle for human rights, in WELCH C. E. JR, (a cura
di), Ngo and Human Rights. Promise and Performance, Philadelphia, 2001, pp. 238-247.
70
Ibidem.
71
THÜRER D., The Emergence of Non-Governmental Organizations and Transnational Enterprises in
International Law an the Changing Role of the State, in HOFFMAN R., (a cura di), Non State Actors as New
Subjects of International Law, International Law-From the Traditional State Order Toward the Law of the
Global Community, Berlino, 1999, p. 42. Si veda anche WEISS T., GORDENKER L., Pluralizing Global
Governance: Analytical Approaches and Dimensions, in WEISS T., GORDENKER L., (a cura di), NGOs, the
UN, and Global Governance, Boulder, CO, 1996, p. 25.
14
mutando il modo di fare ricerca.
72
Agli inizi, almeno fino al 1996, le Ong nutrivano un
certo scetticismo nei confronti delle nuove tecnologie, a causa soprattutto della loro scarsa
diffusione tra la gente comune. In seguito queste organizzazioni hanno beneficiato
ampiamente di tali tecnologie. Un importante traguardo fu il lancio da parte dell’Alto
Commissariato per i Diritti Umani di un sito Internet dove per la prima volta le Ong
poterono facilmente avere accesso ai documenti delle Nazioni Unite riguardanti i diritti
umani (come ad esempio i rapporti periodici che gli Stati presentano ai Comitati istituiti
dai trattati per i diritti dell’uomo), senza dover fisicamente visitare le sedi centrali
dell’Onu a New York o Ginevra.
73
L’avvento della posta elettronica ha avuto due effetti immediati: ha ridotto
notevolmente i tempi di comunicazione e i suoi costi. Inoltre, attraverso questo strumento,
si è reso più semplice e veloce per le Ong portare avanti le loro campagne, mobilitando un
maggior numero di soggetti.
74
Come detto Internet ha anche mutato il modo di fare ricerca. Sicuramente ciò che
la tecnologia non può rimpiazzare è la ricerca sul campo. Per sapere se un determinato
fatto è effettivamente accaduto o sta accadendo, è necessario verificare di persona,
intervistare i testimoni, le vittime, i sopravvissuti, scattare fotografie delle rovine, girare
filmati e utilizzare ogni altro strumento utile per ricostruire l’evento.
75
In sostanza Internet
non può rimpiazzare la ricerca primaria ma può invece aiutare molto nella ricerca
secondaria.
Il rapido miglioramento delle tecnologie e delle forme di comunicazione, nonché
un minore costo rispetto al passato, facilita la partecipazione del pubblico ai processi
decisionali, consentendo una maggiore interazione sociale.
76
Ovviamente questo
avanzamento non riguarda tutte le zone del mondo. Esistono Paesi nei quali l’accesso alle
72
KRIESBERG L., Social Movements and Global Transformation, in SMITH J., CHATFIELD C., PAGNUCCO R.,
(a cura di) Transnational Social Movements and Global Politics: Solidarity Beyond the State, Syracuse, NY,
1997, p. 6.
73
Si tratta del sito http://www.unhchr.ch/tbs/doc.nsf. Si veda anche WISEBERG L. S., The Internet. One more
tool in the struggle for human rights, in WELCH C. E. JR, (a cura di), Ngo and Human Rights. Promise and
Performance, Philadelphia, 2001, p. 240.
74
Si veda ad esempio la Rete Azioni Urgenti, creata da Amnesty International ed oggi utilizzata da un
grande numero di organizzazioni, che si basa principalmente sull’invio di e-mail e di fax con i quali vengono
mobilitati rapidamente un elevato numero di soggetti. Si visiti il sito www.amnesty.it/appelli/azioni_urgenti/
(ultima visita il 1 febbraio 2006)
75
WISEBERG L., The Role of Non-Governmental Organizations (NGOs) in the Protection and Enforcement
of Human Rights, in SYMONIDES J., (a cura di), Human Rights: International Protection, Monitoring,
Enforcement, Aldershot, 2003, pp. 347-365.
76
KRIESBERG L., Social Movements and Global Transformation, in SMITH J., CHATFIELD C., PAGNUCCO R.,
(a cura di) Transnational Social Movements and Global Politics: Solidarity Beyond the State, Syracuse, NY,
1997, p. 6.
15
informazioni e ai mezzi di comunicazione viene limitato dai Governi che tendono ad
ostacolare la libertà di espressione, manifestando intolleranza nei confronti del dissenso.
77
77
HUMAN RIGHTS WATCH, The Internet in the Mideast East and North Africa: Free Expression and
Censorship, giugno 1999. Reperibile sul sito http://hrw.org/advocacy/internet/mena/tunisia.htm (Ultima
visita il 01 febbraio 2006). Si veda anche TUCCILLO C., Tunisia, la repressione invisibile, in Amnesty
International, Notiziario Bimestrale della Sezione Italiana, gennaio/febbraio 2006, pp. 4-9. La situazione
relativa alla libertà di espressione è particolarmente grave in Tunisia dove il governo mantiene uno stretto
controllo sull’informazione e sull’uso di internet.