ABSTRACT
Le PMI (piccole medie imprese) sono la realtà produttiva caratterizzante del
nostro Paese e rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana. Le
imprese minori, fin dagli anni ‘90, hanno dimostrato una attenzione
continua e crescente circa lo sviluppo di strategie che loro permettono di
posizionarsi sui mercati internazionali. Oggi, in particolar modo, la forte
crisi cominciata nel 2008, che ha portato ad una vera e propria riduzione dei
consumi e degli acquisti nel mercato interno, ha trasmesso alle PMI un
impulso aggiuntivo verso la ricerca di strategie internazionalizzanti. In
questo quadro, la P.A. (pubblica amministrazione) e le banche giocano un
ruolo di primo piano nello stimolare e sostenere la struttura portante
dell’economia italiana verso tali propositi. Si è così deciso di focalizzare il
presente lavoro sull’analisi delle istituzioni e degli strumenti da esse
utilizzati nell’ardua attività di supporto ed incoraggiamento
all’internazionalizzazione delle PMI italiane. Il percorso, seguito in questa
indagine, incomincia da uno studio che definisce la differenza tra i concetti
di globalizzazione ed internazionalizzazione. La globalizzazione viene
indicata come un fenomeno che spazia in diversi ambiti (culturali, sociali,
tecnologici ed economici) e le cui ripercussioni non si limitano ad avere
effetti solo nel Paese in cui le misure vengono direttamente applicate ma si
estendono a livello globale. L’internazionalizzazione è invece definita come
quel processo, prettamente economico, rilevabile nella strategia attuata da
un’impresa che nell’intento di ampliare il proprio mercato oltre i confini
nazionali, produce conseguenze che non sempre si propagano agli altri
Paesi della comunità globalizzata. Nella seconda parte del primo capitolo
vengono analizzate le PMI italiane: classificandole, esponendo la loro
diffusione in Italia e illustrando i principali punti di forza e debolezza che
contraddistinguono le imprese minori dalle pari concorrenti europee. Nel
contesto viene enfatizzata l’importanza fondamentale delle PMI nel
panorama economico italiano. Il secondo capitolo si occupa di spiegare i
processi di internazionalizzazione adottati dalle PMI, indicandone le
principali teorie interpretative, le fasi del processo, i modelli di
internazionalizzazione e le modalità di penetrazione nel mercato estero. Il
terzo capitolo è dedicato alla descrizione dei servizi orientati a sostenere e
promuovere l’espansione internazionale delle piccole e medie imprese.
L’indagine, ivi svolta, ha permesso di classificare tali strumenti in servizi
reali e finanziari, nonché di delineare i relativi effetti che essi procurano alle
decisioni delle PMI. Per concludere, con lo scopo di illustrare l’evoluzione
del processo di internazionalizzazione promosso dalle banche e dalla
pubblica amministrazione, nel quarto capitolo vengono inquadrati i
principali attori del comparto pubblico e privato e le offerte, in termini di
servizi reali e finanziari, che essi si premurano di erogare alle PMI italiane.
Dalle ricerche condotte è emerso uno scenario molto complesso intorno al
fenomeno dell’internazionalizzazione dei mercati. Tutte le imprese, anche
le più piccole, oggi devono confrontarsi con l’economia globale, da cui
ricavare nuovi sbocchi di mercato, canali di approvvigionamento, know-
how e in definitiva, gli impulsi utili per essere introdotte sui mercati. Le
PMI, per ragioni strutturali (scarsità di risorse, debolezza di competenze
organizzative e strategiche, cultura imprenditoriale, etc.), hanno cominciato
il loro percorso di internazionalizzazione partendo da semplici attività di
esportazione (internazionalizzazione “leggera”) ma oggi, con l’evoluzione
dei mercati e gli stimoli derivanti dal settore pubblico e privato, anche le
piccole e medie imprese si sono dimostrate sempre più attente nel saper
sfruttare opportunità maggiormente coinvolgenti in termini di risorse e
rischi (internazionalizzazione “pesante”). L’obiettivo della presente ricerca
è dunque, di illustrare il quadro dei rapporti che intercorrono tra le banche e
gli enti pubblici e le PMI italiane intenzionate ad estendere la propria
attività di vendita o ancor meglio produttiva, in ambito internazionale. Del
resto proprio l’internazionalizzazione ricopre un ruolo di indispensabile
importanza nella nostra economia e seppur ancora da ottimizzare, ha da
sempre rappresentato l’asse portante delle politiche dei Governi italiani che
si sono succeduti nel tempo. L’indagine si è svolta attraverso la lettura di
fonti online e a stampa, il che ha permesso di delineare un’evoluzione nel
tempo degli strumenti messi a disposizione dagli enti sopra menzionati. Le
ricerche e le analisi effettuate hanno consentito di affermare che l’offerta di
servizi finanziari e soprattutto reali da parte delle banche e della P.A.,
ricoprono una importanza fondamentale nelle decisioni strategiche delle
imprese. I risultati ottenuti dal lavoro svolto, permettono di giungere alla
conclusione che, nonostante i progressi perseguiti, persiste una certa
mancanza di coordinamento tra gli attori che erogano i servizi
all’internazionalizzazione ed è dunque, spesso ancora oggi rilevabile, una
sovrapposizione nei ruoli e nelle competenze degli enti pubblici e talvolta
anche di quelli privati. Permangono quindi, ampi spazi di manovra da parte
delle banche e della pubblica amministrazione per poter ottimizzare la
fornitura dei servizi reali e finanziari. A questo punto dell’analisi, anche se
non trattato nella dissertazione, in quanto stiamo vivendo giorno per giorno
l’evoluzione degli effetti della pandemia Covid-19, non è possibile
trascurare l’impatto negativo che questa crisi sanitaria sta riversando e
riverserà sull’intera economia mondiale. Le misure adottate dal nostro
Governo e dalla maggior parte dei Governi Europei, per contenere la
propagazione dell’epidemia (lockdown), hanno già portato a risultati
confortanti da un punto di vista clinico ma contemporaneamente la chiusura
delle attività produttive ha messo in seria difficoltà l’economia del Paese. Il
protrarsi di questa situazione di lockdown sta infatti causando problemi di
liquidità e di insolvenza soprattutto alle imprese meno strutturate, quali le
PMI. La straordinarietà e l’imprevedibilità di questo evento epocale ha ed
avrà, inevitabilmente, ripercussioni che si propagheranno su scala mondiale,
mettendo in discussione molti degli argomenti trattati in questa ricerca. La
globalizzazione, così, come finora concepita, dovrà certamente essere
rivalutata dando maggiore peso a sistemi di scambi più equi e solidali; in
una parola la globalizzazione dovrà farsi “intelligente” così come
interpretata da Rodrik. I rapporti economici tra gli Stati subiranno profonde
modifiche e le stesse catene di valore su scala globale dovranno essere
riformulate.
In conclusione, i dati raccolti nella presente tesi hanno permesso di rilevare
che in virtù dell’accorpamento di taluni enti, all’aiuto delle nuove
tecnologie, alla costituzione di reti di banche territoriali e soprattutto la
consapevolezza di dover perfezionare l’interazione tra istituzioni e PMI, il
Sistema Italia reagiva proattivamente alle sfide del mercato globale. In
questo momento, in funzione degli sconvolgimenti in atto, di cui abbiamo
accennato in estrema sintesi, vi è la necessità che il Paese accluda
provvedimenti di carattere eccezionale e tempestivo, perché venga trovato,
nel più breve tempo possibile, il giusto connubio di energie e di risorse che
permettano alle imprese italiane, non solo di affrontare una crisi di livello
planetario, ma di superare un momento storico che sta mettendo a dura
prova lo loro stessa esistenza.
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INTRODUZIONE
Per le imprese italiane il processo di internazionalizzazione è oramai
divenuto una pratica consolidata. Anche le PMI, che hanno subito un certo
ritardo rispetto alle imprese di maggiori dimensioni, oggi cercano, sempre
più, di svilupparsi all’estero per acquisire competitività e sopravvivere in un
mercato divenuto globale. Se nel passato, una impresa intraprendeva un
percorso di espansione internazionale al solo fine di migliorare la propria
immagine e incrementare gli utili, oggi internazionalizzare è una necessità.
Il mercato è divenuto fortemente competitivo e per le imprese concepire di
svilupparsi esclusivamente nel proprio territorio significa, il più delle volte,
non riuscire a reggere il confronto con la concorrenza. Inoltre, in questi
ultimi anni, la stagnazione del mercato domestico, ha messo in ginocchio la
maggior parte delle piccole e medie imprese italiane, obbligandole a
rivisitare il proprio modo di fare business e a trovare dei nuovi percorsi che
loro permettano di sopravvivere e, se possibile, di crescere in un contesto
dove le condizioni ambientali sono profondamente mutate.
Internazionalizzare è sicuramente un percorso arduo, per certi aspetti
traumatico e particolarmente oneroso in termini di risorse ma la possibilità
di disporre di un patrimonio genetico imprenditoriale e di un valore
produttivo unici, come quelli racchiusi nel Made in Italy, permette
sicuramente di conferire ai prodotti delle nostre imprese quella marcia in
più che ne determina una forte differenziazione rispetto ai concorrenti,
rendendo alla fine tale percorso più accessibile. Le banche e la pubblica
amministrazione italiane si sono spese in tal senso per sostenere e
promuovere le PMI in questo difficile percorso, ben consapevoli che,
spronare all’internazionalizzazione le imprese che costituiscono la spina
dorsale dell’economia italiana, significa fare il bene della Nazione. La
presente dissertazione, perciò, si occupa del contesto sopra delineato e mira
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all’analisi del processo di internazionalizzazione delle PMI italiane in tutti i
suoi aspetti, cercando di evidenziare come tale sentiero evolutivo, grazie
anche al supporto degli enti pubblici e degli istituti di credito, possa oggi
rappresentare un’opportunità unica per il rilancio delle imprese del nostro
Paese.
Tale ricerca può, sostanzialmente, essere distinta in due parti: nella prima
parte, ovvero il primo e secondo capitolo, viene fornita un'analisi teorica del
fenomeno della globalizzazione e dell'internazionalizzazione, evidenziando
gli sviluppi e i fattori che maggiormente influenzano la realizzazione di tali
processi. Vengono inoltre trattate le PMI italiane nelle loro originalità che le
contraddistinguono dalle concorrenti europee.
Nel primo capitolo, dunque, si procede a dare una definizione del concetto
di globalizzazione e ad una analisi definitoria delle PMI italiane.
Nel secondo capitolo, invece, vengono analizzati, sempre sotto il profilo
teorico, il concetto di internazionalizzazione ripercorrendo le principali
teorie economiche proposte nel corso degli anni e le differenti modalità di
impegno a disposizione delle PMI coinvolte nello sviluppo oltre confine.
Sempre nel secondo capitolo vengono approfondite le fasi del processo di
internazionalizzazione ed esaminati i fattori che ne influenzano
maggiormente la riuscita, delineandone i punti di forza e i limiti.
Nella seconda parte, ovvero il terzo e il quarto capitolo, l’attenzione è
focalizzata sui servizi reali e finanziari volti a fornire supporto alle PMI
italiane interessate all’espansione sui mercati esteri.
Nel terzo capitolo vengono quindi definiti i concetti di servizio finanziario e
di servizio reale nonché la loro influenza circa le decisioni strategiche di
internazionalizzazione delle PMI.
Il quarto capitolo è riservato infine a definire gli enti pubblici salienti
coinvolti nella promozione del processo di internazionalizzazione alle PMI
e una analisi del settore bancario, non tralasciando una disamina dei
rispettivi e principali servizi erogati dalle due tassonomie.
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Capitolo 1 - La globalizzazione e le PMI italiane
1.1 Le imprese ed il mercato globalizzato
1.1.1 Globalizzazione, effetti e critiche
Con il termine globalizzazione si intende descrivere quell’insieme di
fenomeni che hanno creato profondi mutamenti economici, politici e sociali,
trasformando il mondo in cui viviamo, in particolar modo, a partire dagli
anni Ottanta del XX secolo. Il significato di globalizzazione dunque assume
interpretazioni diverse a seconda dell’ambito di competenza. Da un punto di
vista sociale, la globalizzazione indica la trasformazione delle società
umane, che tendono a perdere le caratteristiche culturali peculiari, per
uniformarsi a modelli predominanti (generalmente di tipo occidentale). Da
un punto di vista economico, la globalizzazione è intesa come
l’abbattimento delle barriere commerciali e la progressiva estensione dei
sistemi produttivi economici e di mercato, che raggiungono confini
geografici sempre più ampi e che sono inoltre caratterizzati, da una stretta
integrazione in termini di mobilità delle risorse e conoscenze. Da un punto
di vista politico, la globalizzazione viene interpretata come quel fenomeno
che altera i poteri statutari nazionali delegando a organizzazioni
sovranazionali, poteri e competenze tradizionalmente gestiti dagli Stati.
Esistono molteplici fattori che spiegano la globalizzazione e le sue
dinamiche.
La crescita economica, intensa e costante, di Paesi di recente
industrializzazione. Ricordiamo in tal senso, quanto lo sviluppo economico
dei Paesi BRICS (Brasile, India, Cina e Sud Africa) che sono andati a
configurarsi come nuovi concorrenti globali, abbia determinato nuovi
confini del commercio mondiale, spingendo le economie “tradizionali” a
guardare con sempre più attenzione alle minacce/opportunità della
globalizzazione.
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L’evoluzione delle tecnologie, in particolare modo nel settore dei trasporti
e delle telecomunicazioni. Nuovi sistemi di trasporto e nuove modalità di
trasporto (si pensi al trasporto intermodale e al trasporto integrato) hanno
permesso di abbattere i costi ed i tempi per raggiungere luoghi una volta
considerati remoti. Per quanto riguarda lo sviluppo delle nuove metodologie
di comunicazione, in particolare le ITC, dobbiamo constatare quanto
l’informatica applicata alla trasmissione dei dati abbia influenzato
positivamente l’economia, permettendo di raggiungere opportunità a livello
internazionale prima difficilmente concepibili.
Gli assetti geopolitici e le organizzazioni sovranazionali. Nonostante i
rapporti tra le Nazioni non siano sempre stati positivi, confluendo in eventi
tragici come le due guerre mondiali, queste esperienze hanno fatto maturare,
nelle menti dei popoli, la necessità di integrare le economie per evitare che
simili tragedie possano verificarsi nuovamente. Al fine di mantenere la pace
e la sicurezza internazionale pertanto, sulle ceneri di un mondo abbattuto da
ben due Guerre Mondiali, nel 1945 veniva istituita l’ONU. Dopo la seconda
Guerra Mondiale inoltre si è assistito ad una rapida crescita negli scambi
commerciali tra le economie avanzate prima e in via di sviluppo poi, grazie
all’accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio (GATT ora
WTO) che si proponeva di ridurre le barriere commerciali. Dagli accordi di
Bretton Woods nascevano per di più due organismi molto importanti; il
Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Il primo si prefigge
di mantenere la stabilità e la seconda di promuovere la crescita economica e
ridurre la povertà.
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Un altro organismo che è stato concepito negli anni ‘50
con competenze a livello continentale è l’Unione Europea, al momento
della sua nascita contava sei Stati membri oggi ne conta ventisette. Altre
aggregazioni di carattere internazionale con ruoli diversi, ma comunque
significativi, sono: il NAFTA (North America Free Trade Agreement)
trattato di libero scambio tra Stati Uniti, Canada e Messico che si propone
1 J. STIGLITZ, La globalizzazione e i suoi oppositori, Torino, 2002, pag.23