2
Il turismo è un fenomeno che riveste grande importanza nell’attuale
fase di globalizzazione
2
, contraddistinta dall’accelerazione del progresso
tecnologico nei settori delle comunicazioni e dei trasporti e, quindi,
capace di imprimere un dinamismo alle reti di relazioni socioeconomiche
tra i popoli (Totola, 2001, p. 124), nonché una trasformazione degli
assetti produttivi e dello spazio geografico. Tali considerazioni
giustificano la crescente attenzione rivolta all’attività turistica
3
, da parte
di esponenti del mondo accademico, scientifico, politico, istituzionale ed
imprenditoriale.
Il turismo
4
, inteso come lo spostamento temporaneo di persone per
svariate motivazioni
5
(Citarella, 1996, pp. 17-18), se fino al Secondo
dopoguerra è stato privilegio dei ceti più abbienti, poi è divenuto
fenomeno di massa, che ha coinvolto strati sempre più ampi della
2
Il processo di globalizzazione può essere distinto in tre fasi successive: l’internazionalizzazione,
che attiene al commercio mondiale di beni e servizi, il quale a partire dagli anni Cinquanta ha
registrato una crescita media annua (6,3%) più rapida di quella della produzione (4%); la
multinazionalizzazione, riguardante i flussi di capitali e di investimenti, che negli anni Ottanta sono
aumentati molto più velocemente del commercio; la globalizzazione, propriamente detta, che concerne
gli scambi di informazioni e competenze, i quali hanno avuto nel corso degli ultimi anni un
incremento ancora più marcato (AA.VV., 1996; Commissione delle Comunità Europee 1999).
3
La Comunità Europea ha proclamato il 1990 Anno Europeo del Turismo, per sottolineare che tale
fenomeno contribuisce all’affermazione dell’identità europea e costituisce un fattore importante per la
costruzione di politiche comunitarie.
4
Nonostante numerose discipline, come ad esempio la sociologia, l’economia, l’urbanistica, e la
geografia, abbiano affrontato lo studio del turismo, a tutt’oggi l’identità del fenomeno non è stata
ancora precisata in modo univoco, a causa delle difficoltà di individuare le dimensioni dei flussi, le
caratteristiche della domanda e dell’offerta, le tipologie di turismo e la quota di mercato nell’economia
mondiale. Pertanto, si rimane aderenti alla definizione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU),
secondo la quale è turista colui che si sposta almeno per un giorno dai luoghi di abituale residenza
verso altri costituenti per varie ragioni delle mete attrattive.
5
Le motivazioni nel corso degli anni si sono diversificate fino a comprendere ricchezza di opere
d’arte e testimonianze storiche, capacità organizzative dei vari gruppi etnici, particolari condizioni
morfologiche e climatiche, presenza di interessanti eventi naturali, elevata qualità delle strutture
ricettive e ricreative, buona posizione geografica dei centri e delle aree di alimentazione rispetto a
quelle di richiamo.
3
popolazione
6
e territori fino ad allora poco conosciuti. Sarebbe, quindi,
più corretto rifarsi al concetto di mobilità, sia collegata al turismo di tipo
vacanziero, sia indirettamente connessa con un’accezione più ampia del
fenomeno, che attribuisce all’individuo il ruolo di utente di singoli
servizi turistici, nonché di persona capace di entrare in contatto con
ambienti diversi dal proprio, fino ad originare impatti positivi e/o
negativi sulle comunità ospitanti.
6
Poiché il turismo interessa un elevato numero di persone, esso potrebbe addirittura essere
considerato dai Governi nazionali uno strumento per l’arricchimento culturale e sociale dei popoli, per
la diffusione della conoscenza e delle diverse culture nazionali, per il mantenimento della pace, per il
rafforzamento della solidarietà e per la riduzione delle ineguaglianze socio-culturali.
4
L’analisi delle statistiche ufficiali
7
sulla domanda turistica e
l’interpretazione dei mutamenti socioeconomici avvenuti nell’Unione
Europea che hanno influenzato le scelte dei consumatori se, da un lato,
hanno confermato la rilevanza di tale attività in Europa, dall’altro,
inducono a ritenere che il comparto turistico è ben lontano dall’aver
raggiunto la saturazione.
I dati dell’OMT indicano che ai primi posti nella graduatoria delle
destinazioni turistiche più visitate al mondo figurano, già dal 1996, la
Francia, la Spagna e l’Italia (Tab. 1), la quale come mai è stato registrato
7
É bene precisare che il problema delle statistiche del turismo - determinato dalle incertezze
sull’attendibilità delle informazioni raccolte dai vari paesi europei, dalle numerose modalità di
rilevazione e di valutazione, dall’esistenza di diversi enti di raccolta, dal ritardo nella pubblicazione dei
dati - ha avuto un’evoluzione, ma è ben lontano da una risoluzione (Becheri e Al., 2001a, pp. 12-13).
In questa direzione la Direttiva 95/57/CE del Consiglio del 23 Novembre 1995, relativa alla raccolta di
dati statistici nel settore del turismo, ha mirato a stabilire un sistema d’informazione armonizzato per il
turismo nell’Unione Europea, prevedendo la suddivisione dei dati raccolti negli Stati membri in tre
grandi categorie:
ξ capacità degli alloggi turistici collettivi, comprese le unità territoriali (NUTS I-III);
ξ arrivi e partenze (nazionali ed internazionali) dagli alloggi turistici collettivi;
ξ domanda turistica nazionale e verso l’estero, senza considerare gli spostamenti di durata giornaliera.
Tuttavia, dagli elementi analizzati, non sembra che con la Direttiva si sia raggiunto l’obiettivo o
migliorata la conoscenza del fenomeno turistico ed i relativi impatti economici, che, se pure evidenti
ed empiricamente percepiti dagli osservatori, oggi ancora non è possibile misurarli con certezza.
Anche il Regolamento n. 58/97 del Consiglio relativo alle statistiche strutturali sulle imprese ha dato
un contributo alla raccolta di dati armonizzati (fatturato, valore aggiunto, occupazione). Infine, nel
Settembre 1999 l’EUROSTAT, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE)
e l’OMT hanno creato un gruppo di lavoro per mettere a punto la metodologia dei conti satelliti del
turismo (CST) allo scopo di aumentare la coerenza e la comparabilità internazionale delle statistiche,
nonché di valutare meglio le attività turistiche a livello nazionale e la loro importanza nell’economia
globale (Commissione delle Comunità Europee, 2001d). Per esaminare la fattibilità e l’elaborazione
del CST nei Paesi che intendono impegnarsi, la Commissione ha in animo di proporre un aiuto
finanziario nell’ambito del Programma pluriennale a favore dell’impresa e dell’imprenditorialità, in
particolare per le piccole e medie imprese (2001-2005).
5
negli ultimi trent’anni, nel 2000 ha avuto un tasso di crescita del 12,8%
8
(Tab. 2).
Tab. 1 – Primi quindici paesi per arrivi turistici internazionali (in milioni)
PAESI 2001 2000 1999 1998 1997 1996
Francia 76,5 75,6 71,4 70,0 67,3 62,4
Spagna 49,5 47,9 51,9 47,7 43,2 40,5
Stati Uniti 45,5 50,9 47,0 46,4 47,7 46,5
Italia 42,0 41,2 35,8 34,8 34,1 32,8
Cina 33,2 31,2 27,0 25,1 23,8 22,8
Regno Unito 23,4 25,2 25,7 25,7 25,5 25,2
Russia ---- 21,2 16,4 15,8 15,3 14,6
Messico 19,8 20,6 20,2 19,8 19,3 21,4
Canada 19,7 19,7 19,5 18,8 17,6 17,3
Austria 18,2 18,0 17,6 17,3 16,6 17,1
Germania 17,9 19,0 17,1 16,5 15,8 15,2
Ungheria 15,3 15,6 12,9 15,0 17,2 20,7
Polonia 15,0 17,4 17,9 18,8 19,5 19,4
Hong Kong 13,7 13,1 10,4 9,6 10,4 11,7
Grecia ---- 13,1 11,5 10,9 10,1 9,2
Fonte: Beceri, 2002, p. 12;Beceri, 2000, p. 19;Wto, 2002а.
Tab. 2 – Tassi di crescita e quote di mercato delle prime sei destinazioni turistiche europee.
TASSO DI CRESCI TA
%
QUOTA DI MERCATO
%
PAESI
2001/2000 2000/1999 1999/1998 1999 2000 2001
FRANCIA 1,2 3,4 4,3 19,2 18,8 11,0
SPAGNA 3,4 3,0 9,2 13,6 11,9 7,1
ITALIA -5,3 12,8 3,3 9,5 10,2 6,1
REGNO UNITO
-7,4 -0,8 0,0 6,8 6,3 3,4
AUSTRIA 1,1 10,9 17,1 4,6 4,5 2,6
GERMANIA -5,9 2,9 17,5 4,5 4,7 2,6
EUROPA -0,6 5,8 1,7 100 100 100
Fonte: Becheri, 2002, p. 12; World Tourism Organization, 2000; 2002a.
8
É bene ricordare che su questo dato eccezionale ha influito l’evento del Giubileo, ma comunque
tale tasso di crescita non può prescindere dalle notevoli potenzialità dell’industria turistica.
6
A conferma del miglioramento del “prodotto” Italia, il trend positivo è
iniziato già nella seconda metà del 1998 ed è continuato nel 1999,
quando gli arrivi complessivi sono stati più di 74 milioni e le presenze
oltre 308 milioni fino a raggiungere, nel 2001, ben 81.704.658 arrivi e
349.518.451 presenze. Tale crescita, determinata anche dai vantaggiosi
tassi di cambio e dai più bassi costi di soggiorno e di viaggio, è da
imputare ai flussi provenienti soprattutto dalla Germania, seguiti nel 2000
da Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Austria, Paesi Bassi e Svizzera nella
graduatoria delle presenze (Tab. 3).
7
Tab. 3 – Arrivi e presenze dai primi venti paesi esteri nel 1999 e nel 2000 in Italia.
ARRIVI PRESENZE
PAESI 1999 % 2000 % 1999 % 2000 %
Germania 8.848.993 27,8 9.532.149 27,1 48.276.289 38,1 52.298.265 37,3
Stati Uniti 3.746.399 11,8 4.044.252 11,5 9.463.243 7,5 9.344.627 6,7
Regno Unito 2.076.710 6,5 2.244.639 6,4 8.633.384 6,8 9.602.178 6,8
Austria 1.698.170 5,3 1.808.161 5,1 7.540.575 6,0 8.314.228 5,9
Francia 2.329.845 7,3 2.792.552 7,9 7.060.713 5,6 9.079.001 6,5
Svizzera 1.335.157 4,3 1.396.829 4,0 5.851.348 4,6 6.461.984 4,6
Paesi Bassi 1.020.015 3,2 1.263.448 3,6 5.677.504 4,5 6.646.994 4,7
Giappone 1.875.139 5,9 1.617.442 4,6 3.985.078 3,1 3.315.629 2,4
Belgio 691.242 2,2 717.427 2,0 3.219.484 2,5 3.376.501 2,4
Spagna 878.716 2,8 1.098.396 3,1 2.147.829 1,7 3.315.629 2,2
Danimarca 368.500 1,2 387.658 1,1 2.086.191 1,6 2.224.911 1,6
Polizia 405.141 1,3 670.959 1,9 1.725.117 1,4 2.474.799 1,8
Svezia 379.736 1,2 392.102 1,1 1.634.636 1,3 1.656.877 1,2
Repubblica
Ceca
258.085 0,8 330.224 0,9 1.512.764 1,2 2.000.035 1,4
Russia 267.029 0,8 306.805 0,8 1.055.625 0,8 1.178.961 0,8
Brasile 346.538 1,1 324.538 0,9 957.457 0,8 831.026 0,6
Australia 394.538 1,2 428.242 1,2 941.103 0,7 1.030.209 0,7
Canada 301.138 0,9 367.863 1,0 801.602 0,6 938.010 0,7
Ungheria 184.851 0,6 246.793 0,7 801.488 0,6 1.116.423 0,8
Argentina 294.839 0,9 311.645 0,9 745.059 0,6 712.422 0,5
Fonte: Becheri, 2002, p.91; 2001, p. 88.
Anche nella distribuzione dei flussi tra le regioni, la Germania nel
2000 si è confermata leader con 17 regioni su 20 (Tab. 4).
8
Tab. 4 – Presenza di stranieri negli esercizi ricettivi per principali paesi di provenienza e
per regioni italiane di destinazione al 2000.
REGIONI Stato % Stato % Stato %
Piemonte D 33,0 UK 10,9 F 10,3
Valle d’Aosta UK 30,4 F 11,2 D 8,5
Lombardia D 30,4 UK 9,7 NL 7,7
Trentino-Alto
Adige
D 75,1 A 4,3 NL 3,3
Veneto D 41,5 A 10,8 UK 5,3
Friuli-Venezia
Giulia
A 34,8 D 26,7 UK 1,9
Liguria D 36,0 CH 9,9 USA 6,6
Emilia Romagna D 36,9 CH 9,0 F 7,1
Toscana D 29,3 USA 12,3 UK 7,2
Umbria D 18,3 NL 17,5 USA 12,9
Marche D 24,5 CH 6,0 A 5,5
Lazio D 13,4 USA 13,4 F 13,1
Abruzzo D 38,1 CH 10,7 A 5,9
Molise D 11,1 USA 7,6 F 4,2
Campania D 29,8 UK 19,0 USA 9,7
Puglia D 33,5 F 6,4 CH 6,2
Basilicata F 31,9 D 14,4 UK 3,9
Calabria D 43,5 CH 10,0 A 9,3
Sicilia D 27,5 F 22,4 USA 8,6
Sardegna D 33,1 CH 14,4 F 9,6
ITALIA D 37,3 UK 6,8 USA 6,7
Fonte: Becheri, 2002, p.181
Gli italiani hanno rappresentato il 56,1% di arrivi ed il 58,6% di
presenze del movimento turistico complessivo, con il Veneto che – per la
varietà dell’offerta (spiagge, laghi, parchi, festival, monumenti) – è stata
la regione che ha esercitato una forte attrazione sui turisti. Le regioni
meridionali, nonostante le peculiari risorse ambientali e culturali, si sono
posizionate negli ultimi posti della graduatoria: la Campania è stata la
meta preferita dei turisti (4,5 milioni di arrivi e 21 milioni di presenze)
anche se la Puglia ha registrato il maggiore tasso di crescita degli arrivi
(10,7%) e delle presenze (7,5%) (Tab. 5).
9
Tab. 5 – Arrivi e presenze nelle regioni italiane al 2001.
ITALIANI Stranieri TOTALE
REGIONI
Arrivi
Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze
Piemonte 1.542.557 5.012.728 1.121.740 3.686.669 2.664.297 8.699.397
Val
D’Aosta
575.479 2.438.437 212.802 815.964 788.281 3.254.401
Lombardia 4.209.899 12.842.342 3.411.217 11.004.472 7.621.116 23.846.814
Trentino
Alto Adige
3.185.822 17.686.423 3.812.016 20.663.542 6.997.838 38.349.965
Bolzano 1.532.722 8.579.968 2.795.190 16.118.857 4.327.912 24.698.825
Trento 1.653.100 9.106.455 1.016.826 4.544.685 2.669.926 13.651.140
Veneto 4.534.196 23.982.604 7.406.979 33.627.795 11.941.175 57.610.399
Friuli-V.
Giulia
995.647 5.442.870 777.600 4.127.877 1.773.247 9.570.747
Liguria 2.260.043 10.954.382 1.145.837 4.298.176 3.405.880 15.252.558
Emilia-
Romagna
5.690.987 28.072.278 1.963.591 9.334.504 7.654.578 37.406.782
Toscana 4.759.922 19.939.068 5.419.362 18.417.348 10.179.284 38.356.416
Umbria 1.368.896 3.851.719 612.052 2.037.926 1.980.948 5.889.645
Marche 1.697.757 11.206.181 346.053 2.003.831 2.043.810 13.210.012
Lazio 4.146.424 13.440.949 5.087.172 15.596.220 9.233.596 29.037.169
Abruzzo 1.139.245 5.643.674 178.185 1.020.888 1.317.430 6.664.562
Molise 171.901 629.939 16.798 69.373 188.699 699.312
Campania 2.733.700 11.720.346 1.835.325 9.323.705 4.569.025 21.044.051
Puglia 1.763.156 7.941.063 266.428 1.363.269 2.029.584 9.304.332
Basilicata
342.575 1.475.536 46.179 214.841 388.754 1.690.377
Calabria 956.782 5.108.207 133.208 866.411 1.089.990 5.974.618
Sicilia 2.495.259 8.207.598 1.573.364 5.522.770 4.068.623 13.730.368
Sardegna 1.319.865 7.531.238 448.638 2.395.288 1.768.503 9.926.526
ITALIA 45.890.112 203.127.582 35.814.546 146.390.869 81.704.658 349.518.451
Fonte: Becheri, 2002, p. 99.
10
Gli altri paesi europei hanno avuto vicende alterne, così come attesta
l’inequa distribuzione regionale dei flussi: accanto alla Germania (grazie
all’Expo svoltosi ad Hannover) e ai paesi dell’Est e del centro Europa
(come il Belgio e l’Olanda per il campionato europeo di football),
significative posizioni sono state registrate dalle nazioni dell’Europa del
Sud che hanno raggiunto alte percentuali degli arrivi, come quelle rilevate
in Slovenia (23%) o in Bosnia Herzegovina (24%). Nel 1999 se l’Europa
meridionale ha avuto una tendenza positiva, ed in particolare la Spagna
(9,2%), la Grecia (9,9%) ed il Portogallo (2,7% contro l’11% registrato
nell’anno precedente grazie all’Expo), la stessa cosa non si può dire per
quelle destinazioni, nella fase ciclica di maturazione, dell’Europa
orientale e centrale, a causa della crisi nel Kosovo e dell’instabilità dei
mercati sovietici, come ad esempio l’Ungheria (-14%), la Polonia (-4,4%)
e la Repubblica Ceca (-1,8%). Inoltre, nell’ambito dell’Unione Europea,
l’ammontare dei pernottamenti di non residenti ha rappresentato più della
metà di quello registrato nel mondo (Tab. 6)
11
Tab. 6 – Pernottamenti nelle strutture alberghiere ed extralberghiere di non residenti e
residenti.
NON RESIDENTI
PAESE 1996 1997 1998 1999 2000
Belgio
14.441 ---- 14.839 15.366 15.527
Danimarca 10.810 10.919 10.287 9.966 10.009
Germania 35.322 36.206 37.091 38.515 42.420
Grecia 35.847 40.991 43.282 46.082 47.396
Spagna 106.442 113.202 120.996 160.424 233.897
Francia 83.529 92.759 99.343 103.401 109.664
Irlanda 16.440 17.420 17.051 18.041 33.119
Italia 118.024 118.360 121.242 126.668 140.357
Lussemburgo 2.153 2.297 2.295 2.433 231.300
Paesi
Bassi
---- 21.423 24.573 27.475 27.261
Austria 62.411 60.516 63.200 63.831 64.468
Portogallo 21.708 22.601 25.273 25.080 25.785
Finlandia 3.285 3.646 3.701 3.774 4.066
Svezia 7.717 7.659 8.029 8.601 8.654
Regno
Unito
137.161 124.290 ---- 77.601 ----
UE-15 ---- 687.051 ---- 727.258 ----
RESIDENTI
Belgio
14.994 13.732 13.185 13.112 13.689
Danimarca 14.878 15.107 14.883 15.246 15.166
Germania 233.903 233.723 236.371 245.842 256.068
Grecia 12.662 14.085 14.454 14.786 15.167
Spagna 58.043 73.881 79.911 95.878 110.750
Francia 150.362 155.802 158.849 171.286 174.981
Irlanda ---- 8.659 8.972 9.036 9.148
Italia 173.347 173.917 178.014 181.647 194.813
Lussemburgo 217 241 265 254 218
Paesi
Bassi
---- 43.239 51.749 55.823 55.310
Austria 23.417 23.504 24.421 25.466 26.242
Portogallo 14.528 14.707 15.326 16.243 16.170
Finlandia 10.729 11.280 11.526 11.804 11.976
Svezia 28.848 29.270 29.468 31.254 31.156
Regno
Unito
181.500 185.600 164.960 187.830 ----
UE-15 967.742 996.774 1.002.587 1.075.507 ----
Fonte: EUROSTAT, 1999a, pp. 4-18; Schmidt, 2001, p. 3; 2002c, p. 3.
12
In particolare, la Germania è stato il paese generatore dei più ampi
flussi turistici europei, seguito dal Regno Unito e Paesi Bassi (Tab. 7), i
quali insieme con la Francia hanno rappresentato nel 1999 e nel 2000
rispettivamente il 53,2% ed il 51,2% del movimento totale interno
dell’UE
9
(Schmidt, 2001, p. 3; Schmidt, 2002c, p. 3).
Tab. 7 - I maggiori paesi generatori di turismo per singolo Stato.
1999 2000
PAESI
Stato % Stato % Stato % Stato % Stato % Stato %
Belgio UK 21,3 NL 15,9 F 13,4 UK 22,5 NL 15,3 F 12,5
Danimarca S 25,3 NO 15,9 D 11,1 S 26,6 N 15,6 D 10,3
Germania USA 13,3 NL 10,5 UK 10,3 USA 14,9 UK 10,6 NL 10,0
Grecia D 34,1 UK 14,0 I 6,1 D 25,1 UK 13,1 A 4,0
Spagna D 35,1 UK 27,2 F 5,6 D 33,2 UK 27,3 F 5,7
Francia UK 20,5 USA 12,5 D 12,0 UK 21,0 USA 14,3 D 10,9
Irlanda UK 51,0 USA 21,0 D 5,4 UK 35,1 USA 30,4 D 6,9
Italia D 33,9 USA 9,7 UK 8,2 D 32,9 USA 9,6 UK 8,4
Lussemburgo B 26,2 D 13,8 NL 13,7 B 25,4 D 13,3 NL 13,3
Paesi Bassi UK 21,7 NL 19,1 USA 12,7 UK 22,0 D 18,9 USA 13,7
Austria D 60,8 D 6,5 UK 4,6 D 59,4 NL 6,9 UK 5,1
Portogallo UK 29,5 D 22,0 NL 7,6 UK 29,7 D 20,8 E 7,6
Finlandia S 13,6 D 11,6 UK 9,5 S 14,2 D 10,6 UK 9,9
Svezia NO 13,8 D 13,1 UK 9,7 N 14,0 D 13,1 UK 10,0
Regno Unito USA 23,9 D 9,6 F 6,5 USA 26,8 D 9,6 F 6,5
UE-15 D 26,8 UK 16,9 NL 4,8 D 25,2 UK 16,3 USA 9,7
Fonte: Schmidt, 2001, p. 3; 2002c, p. 3.
L’analisi delle serie storiche dei flussi turistici internazionali fino al
1960 evidenzia che il comparto non ha mai subito battute d’arresto,
nonostante il verificarsi di alcuni eventi congiunturali (calamità naturali,
epidemie, fenomeni bellici, problemi di ordine pubblico), che hanno
9
Le regioni del continente europeo che hanno generato la maggior parte degli arrivi turistici
internazionali sono il nord del Reno-Westfalia (Cologne-Düsseldorf); il sud-est ed il nord
dell’Inghilterra (Greater London e Manchester-Newcastle); la Bavaria (Munich-Nuremberg), il Baden-
Württemberg (Stuttgart-Mannheim-Karlsruhe); il Randstad (Amsterdam-Rotterdam-The Hague); la
Svezia centrale (Stockholm); l’Austria orientale (Vienna) (World Tourism Organization, 2000, p. 10).
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soltanto rallentato il ritmo della crescita in periodi circoscritti (Tab. 8 e
Tab. 9).
Tab. 8 – Arrivi di turisti internazionali per grandi aree geografiche (in milioni).
PAESI 1960 1970 1980 1990 2000
EUROPA 50,4 113,0 190,0 283,2 402,7
America 16,7 42,3 61,4 93,7 128,4
Asia Orientale e Oceania 0,7 5,3 21,0 53,1 109,1
Africa 0,7 2,4 7,3 15,1 27,2
Medio Oriente 0,6 1,9 6,0 7,6 23,2
Asia Meridionale 0,2 0,9 2,3 3,2 6,1
MONDO 69,3 165,8 288,0 455,9 696,7
Fonte: Citarella, 1996, p. 26; World Trade Organization, 2002a.
Tab. 9 – Arrivi turistici internazionali per macroregioni (in milioni).
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001
MONDO 550,3 ---- 618,2 626,4 650,4 696,7 692,7
AFRICA 20,1 ---- 23,2 24,9 26,5 27,2 28,2
Settentrionale 7,3 ---- 8,0 8,7 9,4 10,1 10,6
Occidentale 1,9 ---- 2,1 2,4 2,6 2,7 2,8
Centrale 3,6 ---- 0,4 0,5 0,5 0,5 0,6
Orientale 4,5 ---- 5,3 5,5 5,9 5,8 6,0
Meridionale 6,0 ---- 7,4 7,7 8,0 8,1 8,2
AMERICA 108,9 ---- 116,6 119,5 122,2 128,4 20,8
Settentrionale 80,5 ---- 84,7 84,6 87,0 91,2 85,0
Centrale 2,6 ---- 3,0 3,5 4,0 4,3 4,4
Meridionale 11,8 ---- 13,5 15,4 15,1 15,5 14,5
Caraibi 14,0 ---- 15,3 16,0 16,1 17,4 16,9
Asia 81,4 ---- 88,2 88,0 97,6 109,1 115,1
Nord
orientale
44,2 ---- 48,7 50,7 55,2 62,5 65,6
Sud
orientale
29,2 ---- 30,6 29,0 33,5 37,0 40,1
Meridionale 4,2 ---- 4,8 5,2 5,8 6,1 5,7
OCEANIA 8,1 ---- 8,9 8,3 8,9 9,6 9,4
MEDIO
ORIENTE
12,4 ---- 14,3 15,1 18,2 23,2 22,5
EUROPA 323,3 ---- 371,1 373,7 380,2 402,7 400,3
Settentrionale 37,6 ---- 40,4 43,9 43,6 44,2 42,0
Occidentale 116,7 ---- 125,4 131,4 135,7 141,2 140,2
Centro-
orientale
65,8 ---- 87,1 74,8 72,8 76,1 75,8
Meridionale 91,8 ---- 105,2 110,5 116,4 126,6 127,6
Sud-orientale 11,4 ---- 13,1 13,1 11,6 14,7 14,7
Fonte: World Tourism Organization, 2002a; 2001; 2000.
14
Un esempio recente di quanto detto è offerto dagli attentati terroristici
dell’11 Settembre 2001 che hanno generato forti impatti sull’economia
mondiale e su alcuni settori specifici
10
.
Già nei mesi antecedenti a questa data, tutte le principali regioni del
mondo registravano una decelerazione nello sviluppo, a causa del
rallentamento del commercio internazionale (aumentato del 13% nel
2000 e ridottosi al 2% nel 2001), determinato sia dalla caduta dei valori
delle azioni, sia dall’aumento dei prezzi del petrolio nel periodo
1999/2000, che ha innalzato il livello di inflazione ed ha indotto le
banche centrali ad aumentare i tassi di sconto.
L’Unione Europea - nonostante le solide basi economiche rese più
resistenti da alcune riforme strutturali - non è sfuggita al fenomeno: la
globalizzazione dei mercati finanziari e l’internazionalizzazione delle
imprese hanno reso ancora più rapida la trasmissione della crisi. In
particolare, la debolezza dell’Euro e l’improvviso aumento dei prezzi
alimentari hanno intaccato il reddito disponibile reale ed i consumi
privati; la crescita del PIL si è arrestata; il tasso di disoccupazione non
diminuiva ed, anzi, ha ricominciato ad elevarsi (Commissione delle
Comunità Europee, 2001b).
10
Non sono da dimenticare altri eventi che hanno avuto nel 2001 impatti negativi sull’industria
turistica mondiale, come l’epidemia di afta contagiosa nel Regno Unito, nell’Irlanda e nei Paesi Bassi,
che ha determinato un declino del 5-6% duranti i primi otto mesi del 2001; il potere d’acquisto del
dollaro americano, che ha contribuito ad un declino pari al 2,5% degli arrivi negli Stati Uniti nei primi
nove mesi del 2001; il conflitto Israele-Palestina, che ha scoraggiato i viaggi attraverso il Medio
Oriente; la crisi in Argentina che ha concorso alle perdite avutesi nei vicini paesi del Sud America.
Nel 2002, anche se non sono stati ancora quantificati gli impatti sul comparto turistico, i flussi diretti
nell’Europa Centrale durante i mesi estivi sono risultati inferiori rispetto a quelli registrati nello stesso
periodo dell’anno precedente, a causa delle inondazioni che hanno determinato danni ad infrastrutture
ed attrezzature turistiche.