5
elementi. Mentre gli indicatori economici come gli investimenti, la
produzione ed il commercio sono decisamente positivi, gli indicatori
ambientali chiave sono sempre pi� negativi. Le foreste stanno
scomparendo, le riserve d�acque stanno assottigliandosi, l'erosione dei suoli
aumenta, le temperature stanno crescendo e molte specie animali e vegetali
scompaiono per sempre a danno della biodiversit�. L'economia globale cos�
com�� strutturata non pu� continuare ad espandersi se l'ecosistema dal
quale dipende continua a deteriorarsi al ritmo attuale in quanto,
semplicemente, le risorse del nostro pianeta non sono illimitate.
"Crescita in nome della crescita" afferma Edward Abbey, scrittore
ambientalista, "� l'ideologia delle cellule cancerogene". Cos� come il cancro
continuando a crescere distrugge alla fine l'ospite che gli fornisce il
supporto vitale, l'economia globale in continua espansione sta lentamente
distruggendo il suo ospite, l'ecosistema terrestre.
Nel corso degli anni 70 alcuni sociologi ed economisti (�neomalthusiani�),
riprendendo precedenti teorie economiche, hanno posto in evidenza i limiti
che limitate risorse naturali possono determinare per lo sviluppo
economico, prevedendo in tempi brevi l�inizio del declino del genere
umano. Ad essi si � risposto che apocalittiche visioni per il futuro
dell�umanit� non si sarebbero verificate grazie all�evoluzione tecnologica,
in grado di rendere possibile lo sfruttamento di nuove risorse e soprattutto
di migliore costantemente il rendimento di ciascuna di esse. Anche se
fortunatamente i fatti hanno smentito le teorie neomaltusiane (l�umanit�
non � scomparsa), l�intuizione sulla quale si fondavano non � del tutto
errata, avendo avuto il difetto di enfatizzare un problema che comunque ha
una oggettiva ed evidente gravit�.
6
La politica, stimolata inizialmente da tali dispute teoriche e
successivamente dall�incrementarsi di segnali globali di dissesto
ambientale, parallelamente ha avviato un processo che attraverso varie
conferenze internazionali ha condotto alla definizione di Sviluppo
Sostenibile (1987 Commissione Brundtland), termine che evidenzia in
modo semplice ed intuitivo come una crescita economica illimitata ha dei
limiti che oltretutto non devono essere intesi solo come quantitativi ma
anche qualitativi, non consentendo un�acritica equazione crescita =
benessere e sviluppo.
Problemi relativi alla crescita illimitata ed alla necessit� di un�equa
distribuzione del reddito, alla smisurata crescita demografica, alla gestione
equa ed ottimale di risorse naturali limitate, all�inquinamento,
rappresentano questioni importanti e connesse, tali da costituire una sorta di
puzzle nel quale il quadro d�insieme (il significato stesso di �Sviluppo
Sostenibile�) risulterebbe mancante di qualche elemento se non si
prendessero nella dovuta in considerazione. Per ovvi motivi non posso che
limitarmi a rendere conto di tale complessit�, scegliendo di concentrarmi
sul problema della gestione ottimale delle limitate risorse naturali (dunque
su di un particolare aspetto connesso al concetto di sviluppo sostenibile,
nella sua accezione ambientale) e sulla possibilit� che essa si realizzi con la
collaborazione volontaria del �sistema impresa�, principale imputato del
dissesto ambientale.
Definito il processo ed il contesto internazionale nel cui l�ambito si �
formato il concetto di sviluppo sostenibile e valutati i limiti delle
tradizionali politiche di tutela ambientale di puro �comando e controllo�,
volgeremo la nostra attenzione sul Quinto Programma di Azione per la
tutela ambientale e sugli strumenti economici e volontari in esso proposti.
7
Valuteremo in particolar modo questi ultimi e la possibilit� che l�impresa li
adotti nella convinzione che la variabile ambientale sia non
necessariamente un costo, ma possa divenire un�opportunit� per
incrementare competitivit� e profitti.
Esamineremo i modi e gli strumenti con i quali imprese con approcci �pro
attivi� nei confronti della variabile ambientale, adottano politiche di
comunicazione ambientale differenziate in base ai soggetti destinatari,
finalizzate a trasmettere l�impegno profuso nella speranza di averne ritorni
economici.
Analizzeremo infine alcuni casi concreti di politiche ambientali d�impresa
basate su strategie tese all�eco efficienza, ponendo in evidenza come queste
ultime siano solo un passo verso soluzioni in grado di condurre verso uno
sviluppo davvero sostenibile.
La domanda di fondo che sar� sottesa durante tutta la trattazione sar� se
l�impresa, cellula fondamentale del sistema produttivo e dunque principale
imputata dei dissesti ambientali, possa o meno conciliare esigenze
economiche e di rispetto ambientale, acquisendo un ruolo nel
perseguimento concreto di un obiettivo che secondo molti rappresenta una
mera utopia, inconciliabile con un modello di sviluppo prevalentemente
incentrato su di una pura ed illimitata crescita economica.
8
CAP I -IL CONCETTO DI SVILUPPO SOSTENIBILE.
TAPPE E LIMITI DELLA POLITICA.
1.1.-Intoduzione capitolo primo.
In questo capitolo si porranno le premesse per una corretta impostazione
delle problematiche inerenti al rapporto tra sviluppo ed ambiente.
In primo luogo, si cercher� di mettere in risalto il processo che, in ambito
internazionale, ha condotto alla determinazione del concetto di sviluppo
sostenibile e di definirne il contenuto che, come vedremo, � caratterizzato
da un considerevole grado di complessit� ed ha dato luogo a non poche
critiche.
Saranno poi evidenziate le difficolt� incontrate dalle politiche
internazionali volte all�attuazione della sostenibilit� dello sviluppo a tutela
dell�ambiente (eco-sostenibilit�) ed in particolare i notevoli limiti delle
trattative internazionali sui mutamenti climatici, come nel caso del
Protocollo di Kyoto.
Successivamente analizzeremo l�evoluzione della politica ambientale
comunitaria e nazionale, soprattutto a partire dal Quinto Piano d�Azione
(1992), ponendo in risalto i limiti inerenti all�utilizzo di strumenti
d�attuazione incentrati esclusivamente sulla regolamentazione diretta, con
particolare riferimento all�Italia.
Infine si esamineranno gli strumenti, sia economici sia volontari, alternativi
alle politiche ambientali di puro �comando e controllo�, iniziando in tal
modo a delineare il ruolo che l�impresa pu� avere nella realizzazione di un
modello di sviluppo compatibile con l�ambiente e la limitatezza delle
risorse naturali.
9
1.2.-Il difficile rapporto uomo - natura.
Consumo e produzione sono l�essenza dell�attivit� economica, ed
implicano l�impiego di risorse naturali e la loro trasformazione in servizi e
beni che, al termine dell�utilizzo, saranno dispersi nell�ambiente come
rifiuti.
1
Normalmente, all�aumentare del livello di attivit� economica (in
una progressiva ricerca di aumento di benessere) cresce sia il livello di
utilizzo delle risorse sia la produzione di rifiuti e di converso le
conseguenze negative sull�ecosistema e sulla stessa salute umana.
I rischi e le difficolt� insite nel rapporto uomo natura non costituiscono un
problema esclusivo della nostra epoca, e la storia offre numerose
testimonianze a riguardo.
2
L�esame dei polmoni dell��Uomo di Similaun�
(un corpo di 5000 anni fa, particolarmente ben conservato, rinvenuto nelle
Alpi italoaustriache) ha evidenziato come gi� in et� preistorica la
permanenza in ambienti chiusi avvolti nel fumo dei fuochi avesse serie
ripercussioni sulla salute degli uomini; Platone, 2400 anni fa, si lamentava
della deforestazione e della conseguente erosione delle colline dell�Attica
provocate dall�agricoltura e dall�approvvigionamento di legname; J.
Evelyn, illustre filantropo, nel 1661 present� a Carlo II il �Fumifugium�,
forse il primo studio di carattere scientifico sull�inquinamento.
Comunque � sicuramente a partire dalla rivoluzione industriale che il
problema inizia ad assumere delle proporzioni preoccupanti. Nel corso del
diciottesimo secolo James Watt produsse una versione migliorata e pi�
1 �Impresa Ambiente�, n�4, 1996. Relazione di Emily Metthews (consulente della Divisione per
lo sviluppo sostenibile, Dipartimento delle Nazioni Unite per il coordinamento delle politiche e
lo sviluppo sostenibile), presentata al convegno �Ambiente, nuova sfida competitiva�, svoltosi a
Torino nel 1995.
2
�Governare l�ambiente, attori e processi della politica ambientale: interessi in gioco, sfide e
nuove strategie� di Lewasnki R., il Mulino 1997.
10
affidabile del motore a vapore (realizzato anni prima da Thomas
Newcomen), e da ci� iniziarono a svilupparsi macchine che
rivoluzionarono l�industria tessile in Inghilterra, portandola a divenire in
pochi anni il settore trainante dell�economia inglese. Le conseguenze non si
fanno attendere sul piano ambientale. Un secolo pi� tardi un chimico
scozzese, Robert Angus, rilev� la caduta di piogge insolitamente acide su
Manchester ed appena quattro anni pi� tardi il Tamigi, a causa degli
scarichi industriali, cominci� ad emanare odori talmente sgradevoli che si
fu costretti ad evacuare il Parlamento Inglese.
La storia dei maggiori centri industrializzati, nella seconda met� dell�800, �
costellata da gravi episodi d�inquinamento, soprattutto atmosferico, cui
sempre pi� spesso corrispondono aumenti della mortalit�. Questa tendenza
� confermata nel corso del 900 con gravi episodi di inquinamento
atmosferico che determinano la morte di migliaia di persone: nel 1952
Londra � avvolta da uno smog talmente fitto da mietere 4000 vittime,
soprattutto fra anziani affetti da problemi respiratori.
3
La crescita demografica, figlia del benessere portato
dall�industrializzazione e dalla conseguente crescita economica, porta con
se la necessit� di prelevare sempre pi� risorse dall�ambiente ed implica
aumenti di immissioni inquinanti, in un circolo vizioso che determina un
incremento della frattura del rapporto tra uomo ed ambiente. In un modello
di crescita illimitato, fino a che punto sar� possibile prelevare risorse
dall�ambiente senza determinare un crollo nella capacit� naturale di
riproduzione delle stesse? L�innovazione tecnologica, riuscir� a sopperire
alla scomparsa di risorse non riproducibili? Questi interrogativi, che furono
3
�Impresa Ambiente� n�4, 1996. Intervista a Pasquale Pistorio, Presidente della Sgs Thomson
Microelettronics.
11
al centro di accesissimi dibattiti negli anni70,
4
fecero comprendere come dal
modo di impostare il rapporto fra uomo e natura (visione tecnocentrica od
ecocentrica, in base ad una interessante sintesi proposta da Turner e
Pearce)
5
possono scaturire conseguenze fondamentali su strategie ed
obbiettivi da usare e perseguire.
Negli ultimi decenni si � poi verificato un nuovo triste salto di qualit� nelle
problematiche ambientali (anche se � ormai chiaro che solo ambientali, tali
problematiche non sono) dovuta al fatto che esse hanno assunto una
dimensione davvero globale. Effetto serra, cambiamenti climatici,
desertificazione, riduzione della biodiversit�, frutto del depauperamento
dell�ambiente e soggetti da tempo ad un costante studio e monitoraggio,
costituendo problematiche di una portata talmente amplia da suscitare
l�interesse dell�opinione pubblica mondiale e da rendere necessarie prese di
posizione da parte di coloro che possono dare contributi validi.
E� ormai evidente che la necessit� di trovare nuovi equilibri tra crescita
economica e salvaguardia ambientale si prepara a porsi come una sfida
d�importanza cruciale per prossimo il futuro.
6
Acquistano in special modo
rilievo il ruolo e le posizioni assunte sia nell�ambito della politica
internazionale (e di riflesso in quella comunitaria e nazionale), che nel
settore economico produttivo, principale imputato dei dissesti ambientali
(si approfondiranno quest�aspetto dal prossimo capitolo).
4
�I limiti dello sviluppo� a cura del Club di Roma, Edizioni scientifiche e tecniche Mondatori
1974, ed �Oltre i limiti dello sviluppo�, ISIDEI 1988, rappresentarono l�avvio della riflessione
sui possibili equilibri per il futuro del pianeta con approccio scientifico e modellistico (elaborato
dal Massachusset Institute of Technology.)
5
�Economia ambientale� di Turner, D. Pearce, I. Bateman, Bologna, il Mulino, 1996, pp. 44-45.
6
�State of World-1998�, a cura del Worldwatch Institute, Edizioni Ambiente, Milano, 1998.
Parte dell�opera � prelevabile dal sito di Reteambiente (www.reteambiente.it).
12
1.3.-La politica ambientale internazionale.
Diverse statistiche a livello internazionale sottolineano l�attenzione e
preoccupazione che le problematiche ambientali suscitano nell�opinione
pubblica.
7
Queste preoccupazioni hanno iniziato a manifestarsi in maniera
visibile fin dalla met� degli anni 60 con la nascita di movimenti d�opinione
ambientale diffusi, costituiti in seguito allo scalpore suscitato in America
per la scoperta degli effetti devastanti sulla fauna del Ddt. Nel tempo
l�opinione pubblica ha manifestato un�attenzione altalenante ma crescente
sulle problematiche ambientali, da attribuire probabilmente all�influenza
dei media ed alla loro tendenza a dare pi� spazio ed enfasi a tali questioni
solo al verificarsi di gravi disastri ecologici, ma nonostante ci�,
difficilmente tali variazioni lasciano presagire una inversione di tendenza.
8
In presenza ed in concomitanza con tale tendenziale, crescente pressione
esercitata dall�opinione pubblica mondiale, ed in considerazione delle
caratteristiche transnazionali delle problematiche ambientali, dagli anni 70
iniziarono a svolgersi una serie di tentativi politici a livello internazionale
volti a discutere delle interrelazioni tra sviluppo ed ambiente.
Per �politica ambientale� si intende quell�insieme di interventi che vengono
posti in essere da autorit� pubbliche (od anche soggetti privati), al fine di
disciplinare quelle attivit� umane che riducono la disponibilit� di risorse
naturali o ne peggiorano la qualit� e la fruibilit�.
9
L�adozione di una politica ambientale in campo internazionale si suole far
risalire alla Conferenza di Stoccolma (1972), organizzata dalle Nazioni
7
Da statistiche tratte da Eurobarometer , organo di rilevamento statistico dell�Unione Europea,
risulta come la domanda di qualit� e di tutela ambientale, negli ultimi anni abbia sempre
occupato una delle prime dieci posizioni fra le preoccupazioni degli intervistati. In Italia, nel
periodo 1997 \ 2000 era al 9� posto (www.censis.it).
8
�Governare l�ambiente..�, opera cit. pp. 18-20.
9
�Governare l�ambiente..�, opera cit. pp. 34-35.
13
Unite ed intitolata Human Environment (Ambiente umano) per sottolineare
che l�intenzione era quella di concentrare l�attenzione sui rapporti tra
l�uomo e natura. A seguito della conferenza, si afferma il principio in base
al quale l�ambiente � patrimonio comune dell�umanit� e nasce l�UNEP
(United Nations Environmental Programme), il programma ambientale
dell�O.N.U. che avrebbe assunto il ruolo di osservatorio internazionale per
il coordinamento delle azioni degli Stati. Sotto un punto di vista pi�
pratico, furono anche previste delle azioni di monitoraggio ambientale cui
avrebbero dovuto seguire le necessarie iniziative di tutela e prevenzione
contro rischi ecologici.
Successivamente, per iniziativa dell�UNEP, venne costituita nel 1983 la
�Commissione mondiale per l�ambiente e lo sviluppo�, cui fu attribuito il
compito di analizzare i punti critici dell�interazione tra uomo ed ambiente e
di proporre misure concrete per fare fronte alle problematiche di
deterioramento ambientale. I risultati della ricerca presieduta dall�allora
Primo Ministro norvegese, la signora Gro Harlem Brundtland, furono
pubblicati in un rapporto significativamente intitolato �Oure common
future�.
10
Tale rapporto, ai fini della nostra discussione � molto rilevante, in
quanto contiene quella che � destinata a divenire la definizione �canonica�
di sviluppo sostenibile, in base alla quale:
�..lo sviluppo è sostenibile se soddisfa i bisogni delle generazioni presenti,
senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i
propri bisogni. Il concetto di sviluppo sostenibile implica quindi dei limiti,
non dei limiti assoluti, ma imposti dal presente stato dell’organizzazione
10
�Il futuro di tutti noi�, Rapporto della Commissione Mondiale per l�Ambiente e lo Sviluppo,
edito in Italia dalla Bompiani, Milano, 1988.
14
tecnologica e sociale nell’uso delle risorse ambientali e dalla capacità
della biosfera di assorbire gli effetti dell’attività umana.”
1.3.1.-Lo sviluppo sostenibile.
L�idea di sviluppo sostenibile nasce dalla maturazione della
consapevolezza che tra crescita economica ed ambiente vi � una relazione
di reciproca interdipendenza.
Come abbiamo visto nel primo paragrafo, l�esperienza trasmette una verit�
elementare: nonostante la nostra civilt� sia abissalmente diversa da quella
dei nostri antenati cacciatori-raccoglitori c�� una cosa che ci accomuna, ed
� che la nostra vita, come la loro, dipende dalle risorse finite dell�ambiente
e della natura. Fortunatamente le risorse dell�ambiente possiedono spesso
la caratteristica di ricostituirsi attraverso processi chimico-biologici
naturali, per cui possono essere mantenute nel tempo se limitiamo il loro
sfruttamento entro questa capacit� di rigenerazione. Se lo sfruttamento va
oltre tali capacit�, allora le risorse dell�ambiente sono destinate ad esaurirsi
e sono messe in pericolo le stesse possibilit� di sviluppo futuro.
11
Questo
rischio � maggiormente presente in quei paesi nei quali il modello di
sviluppo si fonda su una continua ricerca di crescita degli indici economici,
una crescita illimitata caratterizzata da alto consumo di materiali, energia
ed elevate emissioni inquinanti.
La nozione di sviluppo sostenibile sottolinea in modo semplice ed
intuitivo come una crescita economica illimitata ha dei limiti che non
devono essere intesi solo come quantitativi ma anche qualitativi, non
consentono un�acritica equazione crescita = benessere e sviluppo.
11
�E� possibile uno sviluppo sostenibile?�, di I. Musu, forum organizzato in rete dal sole 24 0re
sullo sviluppo sostenibile, visionabile nel sito www.ilsole24ore.com
15
In effetti, appare evidente che crescita economica e sviluppo non possono
essere utilizzati come sinonimi. Si � in presenza di crescita economica se il
PIL (misura della produzione di beni e servizi ai prezzi di mercato) � in
aumento, mentre il termine sviluppo ha un significato pi� amplio che non si
riferisce solo al puro aumento di redditi reali ma anche alla qualit� delle
condizioni di vita. Lo sviluppo non consiste necessariamente nella sola
crescita dei beni che sono prodotti e scambiati sul mercato, ma pi� in
generale, �..in tutte le innovazioni che si possono realizzare nel sistema
socio-culturale e che sono suscettibili di aumentare il benessere degli
individui e della società.�
12
La qualit� dell�ambiente va dunque considerata
come una componente essenziale della qualit� della vita e del livello di
benessere in una societ�, quindi come una caratteristica essenziale dello
sviluppo.
Come sostiene Giorgio Ruffolo nella prefazione all�edizione italiana del
rapporto Brundtland,
13
l�ambiente viene posto alla base della piramide dello
sviluppo il quale, per incrementarsi realmente (e non essere solo crescita
economica), deve presupporre un allargamento della sua base (l�ambiente e
le risorse da esso estraibili) ottenuto tramite una salvaguardia sempre
maggiore della stessa. Lo sviluppo sostenibile equivale cosi a �sviluppo
economico socialmente ed ecologicamente sostenibile�, esprimendo un
suggestivo concetto di sintesi che, a differenza di modelli di sviluppo basati
sulla sola crescita economica illimitata, contempera aspetti ambientali e
sociali con quelli economici.
14
Oltretutto, a differenza delle irrealistiche
soluzioni proposte dai fautori della cos� detta �crescita zero�, l�attuazione
12
�Manuale di Economia Politica�, di S. Lombardini, edizioni UTET, 1995
13
�Il futuro di tutti noi�, op. cit.
14
�Lo sviluppo sostenibile. Per un libro verde su ambiente e sviluppo� atti preparatori della
Conferenza Nazionale Energia ed Ambiente, Roma 25-28 Novembre 1998, edito dall�ENEA.
16
di tale modello non comporta una rinuncia a priori della crescita
economica, ma piuttosto l�adozione di sistemi caratterizzati da eco
efficienza, cio� da massimizzazione della produttivit� dell�energia e dei
materiali in input nei processi produttivi e dalla riduzione di rifiuti ed
inquinanti per unit� di prodotto, cosa che potrebbe generare risparmi di
costo nei processi e vantaggi di mercato per i prodotti.
15
Partendo da questi presupposti, ci si � presto resi conto che al fine di
elaborare politiche sulla base di elementi chiari e comunemente accettati,
diveniva importante disporre di indicazioni sul comportamento dei singoli
paesi in tema di sviluppo sostenibile, necessarie per la misurabilità dello
stesso.
16
Diverse le tecniche proposte, tutte in ogni modo tendono a mettere
in dubbio la validit� del PIL quale indicatore statistico di benessere reale di
un paese.
Alcuni
17
hanno suggerito di mettere in relazione dati sui cambiamenti
qualitativi e quantitativi del patrimonio ambientale con quelli relativi al
sistema di contabilit� economica nazionale, attualmente distorta dalla
mancata considerazione di �costi occulti� di origine ambientale (nel calcolo
del PIL attualmente non sono considerate le spese per ripristino e
protezione ambientale, cos� come non viene efficacemente registrato il
progressivo depauperamento delle risorse naturali). Inserendo il degrado
ambientale all�interno della contabilit� nazionale, creando una contabilit�
ambientale nazionale in grado di integrare conti economici ed ambientali
(una sorta di �PIL verde�), l�ambiente entrerebbe a pieno titolo a far parte
degli elementi che danno la misura del benessere di un paese e ci�
15
�Verso un modello energetico sostenibile� atti della Conferenza Nazionale Energia ed
Ambiente, Roma 25-28 Novembre 1998, edito dall�ENEA.
16
�Lo sviluppo sostenibile� di A. Lanza, il Mulino 1997, pp. 23-31.
17
F. Rizzitello, �Contabilit� nazionale e ambiente�, in �Equilibri, rivista per lo sviluppo
sostenibile, Il Mulino, n�1, 1997.
17
imporrebbe alla politica economica pubblica di tenere maggiormente conto
anche di tali problematiche. Per l�oggettiva difficolt� di realizzare un�unica
contabilit� in grado di integrare conti economici con �conti verdi�, si ha la
tendenza ad orientarsi verso la realizzazione di una contabilit� ambientale
che faccia da strumento di bilancio parallelo a completamento della
normale contabilit� economica nazionale. In tal senso si sta movendo anche
il legislatore italiano.
18
Altri tentano una misurazione della sostenibilit� (e dunque una
sensibilizzazione alle problematiche connesse) tramite indicatori quali ad
esempio l�ISU (Indicatore di Sviluppo Umano) elaborato dall�UNDP
(Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo) costituito dalla media di
vari indicatori: aspettativa di vita, grado di istruzione e prodotto interno
lordo. Dal 1990 l�UNDP pubblica rapporti annuali
19
d�aggiornamento
dell�ISU e preme affinch� nuove variabili, segnatamente quelle ambientali,
siano aggiunte nell�indice aggregato. In ogni modo anche senza tali
aggiunte vi sono paesi che nel confronto fra ISU e l�indicatore tradizionale
del prodotto interno lordo, perderebbero fino a 50 posizioni nella classifica
dei paesi pi� sviluppati.
Qualunque sia il modello di misurazione dello sviluppo sostenibile
adottato, il rapporto della Commissione Brundtland ha avuto il merito di
porre l�attenzione sugli aspetti qualitativi prodotti da una crescita
economica illimitata e suggerire di adottare un modello di sviluppo
alternativo e meno miope, rispettoso dell�ambiente e delle aspirazioni di
sviluppo di generazioni presenti e future. Viene espresso in tal modo un
18
Un disegno di legge attualmente allo studio di varie commissioni della Camera (gi� approvato
dal Senato) se divenisse legge comporterebbe, in capo ai maggiori enti pubblici territoriali, la
necessit� di contestuale approvazione di bilanci economici ed ambientali. Si veda al riguardo il
paragrafo relativo al bilancio ambientale d�impresa.
19
Sono visionabili in italiano nel sito www2.comune.to.it
18
principio di equit� intra generazionale (o tra paesi picchi e paesi poveri) ed
inter generazionale (o tra generazioni), tendente al rispetto delle giuste
aspirazioni di benessere dei paesi in via di sviluppo e delle generazioni che
verranno. S�intuisce come problemi relativi alla crescita illimitata ed alla
necessit� di un�equa distribuzione del reddito, alla crescita demografica,
alla gestione equa ed ottimale di risorse naturali limitate, all�inquinamento,
rappresentano questioni importanti e connesse, tali da costituire una sorta di
puzzle nel quale il quadro d�insieme (il significato stesso di �sviluppo
sostenibile�) sarebbe mancante di qualche elemento se non si prendessero
nella dovuta in considerazione.
20
Per ovvi motivi posso solo limitarmi a
rendere conto di tale complessit�, scegliendo di concentrarmi sul problema
della gestione ottimale delle limitate risorse naturali e sulla possibilit� che
essa si realizzi con la collaborazione del �sistema impresa� (dunque su di
un particolare aspetto connesso al concetto di sviluppo sostenibile, nella
sua accezione �ambientale�).
Da notare che il problema dello sviluppo sostenibile, fa da catalizzatore
anche per una serie di critiche non indifferenti, che tendono a smorzare
facili entusiasmi. Alcuni sostengono che la confusione concettuale fra
crescita e sviluppo abbia radici nella stessa nascita del concetto di sviluppo.
Il 20 Gennaio 1949, Truman assunse la presidenza degli Stati Uniti e nel
discorso d�insediamento afferm� la necessit� di intraprendere �..un
programma nuovo ed audace, per rendere disponibili i benefici delle
conquiste scientifiche e del progresso industriale americano per
l�avanzamento e la crescita delle aree sottosviluppate�. Quel giorno
sarebbe iniziata �l�era dello sviluppo�, in cui lo stesso viene inteso come
una sorta di panacea per tutti i mali, un concetto che condiziona le politiche
20
In tal senso l�introduzione di �Lo sviluppo sostenibile�, di A. Lanza, op. cit.