� etsi mons Cebenna qui Arvernos ab Helviis discludit, durissimo
tempore anni altissima nive iter impediebat, tamen discussa nive sex
in altitudinem pedem, atque viis patefactis, summo militum labore
ad fine Arvenorum pervĕnit�(1)
1) << La catena delle Cevenne, che separa gli Arveni dagli Elvi, in quella stagione rigidissima dell�anno
coperta di neve, ostacolava la marcia; pure sgombrata la neve alta fino a sei piedi, si apr� un varco a
costo di fatiche immani da parte dei soldati e giunse nel territorio degli Arverni�>>. G. GIULIO
CESARE, De bello gallico, a cura di C. Carena, libro VII�, cap. 8.
Con queste parole Cesare descriveva l�arrivo delle truppe romane
nelle fredde lande degli Arverni. Il nome di questo popolo ha pi� di
duemila anni. Gli storici sono concordi nel ritenere che la loro citt�
si sia perpetuata nella vecchia diocesi di Clermont e che proprio
questa ricalcasse i confini dell�antica provincia d�Alvernia.
La vecchia provincia romana si estendeva lungo l�asse delle pianure
delimitate dal fiume Allier: da Langeac a Saint-Pour�ain, che verso
est arrivava alla confluenza tra l�Allier e la Loire.
Dai tempi di Cesare molte cose non sono pi� le stesse: gli stessi
confini sono cambiati, ma una sola cosa � rimasta intatta: il clima.
Terribilmente rigido, il clima � legato alla presenza del Massif
Centrale (2).
L�Alvernia � la sola regione racchiusa interamente da questa
formazione. Nonostante sia montuosa per 2/3 del territorio, la terra
di Vercingetorige non ha cime che superino i 2000 m. di quota,
l�altezza media s�aggira intorno ai 1000 m.
I monti dell�ovest sono per lo pi� di formazione vulcanica: come il
Dore, quelli degli altopiani dell�Aubrac, del C�zalier, e i giovani
Puys, cos� come le cime quasi alpine del Cantal.
L�abbondanza di precipitazioni che caratterizza questo versante
regionale ne fa un luogo edenico.
I monti orientali invece sono caratterizzati da un vulcanismo meno
importante, come sull�altopiano del Dev�s. Qui abbiamo terre
cristalline pi� povere ed aride, in particolare nel Forez, nel
Livradois e nella Margheride. Nel cuore della regione la Limagne
propone un inatteso paesaggio, fatto di vaste pianure dorate e terre
opulente. Per un turista che decidesse di fare il giro dell�Alvernia in
automobile, non ci sarebbe il tempo per annoiarsi. Il paesaggio �
assai vario, la sua variet� � data dal continuo alternarsi di pianure e
montagne, pascoli e foreste.
Come si poteva intuire dalle parole di Cesare il colore dominante,
soprattutto d�inverno, � il bianco.
L�autunno cede molto presto il posto alla stagione fredda, che
ricopre la regione con un pesante mantello di neve, forse per questo
� considerata la terra pi� fredda di Francia.
2) Il Massif Centrale ha un�estensione di 85000 kmq., qui nascono i fiumi: Allier, Dordogne, Loire, Lot.
La nuova Alvernia
L�Alvernia � storicamente molto antica, ma la sua attuale fisionomia
risulta essere assai recente.
L�Alvernia di Pompidou e di Giscard d�Estaing(3) nasce
ufficialmente nel 1960. E� amministrativamente divisa in quattro
dipartimenti o province: Allier, Puy-de-Dome, Cantal, Haute Loire.
Non pu� essere definita una regione omogenea perch�, quando la
classe politica ne ha stabilito i confini, non sono state rispettate le
identit� e le culture di alcune aree, in particolare il Bourbonnais, che
non si � mai sentita alverniate.
Clermont-Ferrand � la capitale regionale ma anche il capoluogo di
provincia del Puy-de-Dome. Centro pi� importante per la presenza
del Conseil General, � la citt� pi� popolosa, conta ben 598.000 ab.,
circa il 50% della popolazione dell�intera regione, che, infatti, si
distribuisce nelle sue immediate vicinanze.
Gli altri centri amministrativi sono: Moulins (357.000 ab.), Aurillac
(159.000), Le Puy (207.000).
La Cenerentola francese
Nei libri di geografia l�Alvernia � spesso definita una regione
povera, �la Cenerentola� dell�Esagono, per essere precisi. Ma ci si
deve chiedere se questa povert�, reale o presunta, sia un handicap
costante, che ne impedisce lo sviluppo.
Sicuramente i 2/3 di zona montuosa influiscono negativamente
sull�agricoltura. I colpevoli, per� non sono tanto i modesti pendii o
degli altopiani cristallini, quanto il clima, che � il maggior fattore
penalizzante. Per cui a poco servono le moderne tecniche davanti ad
una natura tanto decisa. Qui l�uomo � stato costretto ad arrendersi
ed ora si accontenta di portare al pascolo il bestiame, ottenendo
risultati non sempre eccezionali. L�isolamento � sempre legato al
prevalere della montagna, che gi� nel passato limitava le relazioni
3) Geroges Pompidou (1911-1974), nato nel Cantal, fu eletto presidente della Repubblica nel 1969. Val�ry
Giscard d�Estaing (1926), nato nel Puy-de-Dome, fu eletto presidente della Repubblica nel 1974.
tra gli uomini.
Ma fortunatamente i tempi sono cambiati, e sebbene il freddo e il
gelo costituiscano in determinati periodi dell�anno dei veri e propri
pericoli, con le moderne autostrade l�Alvernia ha superato il suo
famoso isolamento.
E� pur vero che le attivit� soggette a scambi a distanza soffrono
ancora, ma il progresso � giunto anche qui, malgrado i parigini non
ne siano convinti.
Il Mignon(4) osserva che, le montagne sono troppo alte per
competere nella produzione agricola con i paesi del sud, tuttavia
sono oltremodo basse per poter usufruire dei positivi effetti
economici legati agli sports invernali, che hanno fatto la fortuna
delle Alpi. L�Alvernia � doppiamente penalizzata e le sue difficolt�
sono legate alla povert� della sua montagna.
I bougnats
Nonostante la limitata produzione, il 10% della popolazione fa parte
del mondo agricolo. Sebbene negli anni �60 ci sia stato un
improvviso calo, dovuto al boom della classe operaia cogli
stabilimenti della Michelin, la ripresa, negli anni �70, ha
modernizzato la campagna alverniate. E in questo frangente le
aziende agricole iniziano ad espandersi, favorendo l�impiego dei
giovani. Attualmente pu� vantare la pi� giovane e specializzata
classe contadina di Francia. La produzione cerealicola si concentra
nelle terre della Limagne, tra Clermont-Ferrand e Issoire, il grano �
la coltura dominante, ma non � raro trovare anche il mais e piante
oleose. La meccanizzazione, i fertilizzanti, l�irrigazione, ma
soprattutto l�uso di sementi selezionate hanno permesso di ottenere
degli ottimi risultati. L�Alvernia ha fatto dei grandi progressi in
brevissimo tempo. Il risultato pi� evidente di questo sviluppo
agricolo � il contrasto paesaggistico tra le campagne dorate e i verdi
pascoli delle adiacenti montagne. Gli sforzi di modernizzazione
4) C. MIGNON, Auvergne, in La France dans ses r�gions, a cura di A. Gamblin, ed. Sedes, 1998, vol. 2.
degli ultimi venticinque anni hanno per� ridotto del 60% il numero
delle fattorie. La manodopera agricola si va sempre pi� riducendo a
causa della meccanizzazione e delle grandi concentrazioni fondiarie.
I giovani poi si allontanano perch� i salari sono modesti. Il reddito
di un contadino alverniate, se paragonato a quello di un qualsiasi
altro contadino francese, risulter� essere inferiore di 1/3.
Terre cristalline
superiori ai 1000 m.
Colture cerearicole
Insiemi vulcanici
superiori ai 1000 m.
Aree specializzate nella
produzione del latte
Terre cristalline, da 400
a 1000 m.
Aree specializzate
nell�allevamento
Questo perch� le spese di produzione sono elevate e i risultati
purtroppo sono inferiori rispetto alle terre pi� a sud.
Ma l�erba selvatica, i pascoli naturali prevalgono rispetto ai foraggi
coltivati, l�Alvernia pu� vantare il primato di regione �biologica�.
Troppo spesso la natura � stata accusata d�essere l�assassina
dell�economia regionale, ma l�uomo ha delle responsabilit�?
Stando alle statistiche fertilizzanti e concimi sono poco utilizzati,
meno della met� della media nazionale. Questo va indubbiamente a
favore della qualit� e della genuinit� dei prodotti, ma dal punto di
vista economico comporta spese notevoli e guadagni spesso minimi.
Dal momento che 3/4 del territorio sono naturalmente adibiti al
pascolo, i geografi vidaliani considerano questa una regione dedita
all�allevamento per naturale vocazione.
Come la produzione agricola, l�allevamento del bestiame �
altamente specializzato. Infatti la produzione del latte � concentrata
nell�Haute Loire, nel Puy-de-Dome e nel sud-ovest del Cantal.
Mentre l�allevamento dei capi da destinare al macello si polarizza a
nord, nel Bourbonnais e nelle Combrailles.
La strada scelta dai bougnats � quella della tecnologia moderna. Se
precedentemente gli allevatori erano come immobilizzati nel settore
lattiero e caseario, ora il mercato, che non � pi� in grado di assorbire
la smisurata produzione, ha operato una selezione.
Tra il 1979 e il 1988, con la diminuzione dell�esportazione del latte
e dei suoi derivati, si � creata una vera e propria �lite del latte.
Quattro sono le aree specializzate nella produzione e lavorazione:
Ch�taignerie (Cantal), la regione di Saint-Flour, Rochefort a nord
del monte Dore, e nei tavolati del Dev�s (Haute Loire).
Per la produzione di carne magra, cio� quella di vitellone, c�� stato
un importante progresso, che iniziato nel Bourbonnais � giunto nelle
Combrailles, investendo poi le grandi fattorie dei monti del Cantal e
la regione dell�Aubrac. Nelle piccole e medie imprese agricole
l�allevamento d�animali da macello � spesso un mezzo per sopperire
ad una produzione lattiera insufficiente.
Anche per il latte si inizia a parlare di un marchio di qualit�, che ne
permetterebbe una migliore valorizzazione.
Sin qui abbiamo parlato di porzioni di regione che hanno seguito la
propria vocazione produttiva, ma ci sono altre aree che purtroppo
non possono permettersi alcuna specializzazione, in particolare il
Livradois, il Forez e il M�nzec.
Le zone pi� prossime ai monti orientali hanno dovuto optare per una
produzione che potremmo definire diversificata, ossia frutta secca,
fegato d�oca o d�anatra, selvaggina, ecc.
Dovendo trarre delle conclusioni generali, si pu� dire che la
campagna alverniate dipende troppo dalla produzione agricola che
�, dunque, l�anello debole dell�economia locale.
Turismo: un mondo da scoprire
La posizione geografica non � certamente favorevole per lo
sviluppo del cosiddetto turismo di massa. I monti non sono molto
alti, per cui non possono reggere la concorrenza delle Alpi, troppo
vicine.
Ma anche il mare delle finitime C�te d�Azur e Languedoc-
Roussillon penalizza il turismo dei laghi.
L�estate vede arrivare nella regione esigui gruppi di vacanzieri, per
lo pi� di ceto medio. Bisogna sottolineare poi che i mesi utili per i
turisti si riducono ai soli mesi estivi, pi� esattamente luglio e agosto.
La stagione invernale sarebbe potuta essere veramente l�asso nella
manica del turismo alverniate. Se si pensa che fino al 1960 gli
sports invernali erano praticati solo sul Mont Dore, ci si pu� fare
un�idea di quale mentalit� abbia dominato nelle amministrazioni
locali. I nuovi centri turistici come Superbesse (Sancy) e
Superlioran (Cantal) non sono per� in grado di reggere la
concorrenza delle stazioni invernali alpine.
Il turista tipo di questi centri � per lo pi� l�abitante delle vicine citt�,
qualche parigino e qualche sciatore dell�ovest.
Oltre la scusa dei soliti limiti naturali, gli alverniati hanno una
mentalit� conservatrice e un forte attaccamento alle cose vecchie.
Non ci piace l�idea che la natura sia continuamente giudicata come
un ostacolo, un freno per l�Alvernia.
L�uomo, o meglio, gli amministratori peccano di spirito d�iniziativa.
Con questo non si vuole dire che gli alverniati abbiano le mani
bucate! Semplicemente, � paradossale che una terra tanto ricca dal
punto di vista naturalistico, storico ed artistico non sia stata in grado
di vendersi nel prosperoso mercato dell�industria vacanziera.
Ci sembra quasi inutile menzionare i centri di Vichy, di Royat,
famosi per il termalismo e i benefici effetti delle loro acque.
Sembrano quasi delle mosche bianche! Il loro successo non �
dovuto al tocco di una bacchetta magica, ma all�acume di uomini
intraprendenti, che sono riusciti a domare la natura, sempre aspra e
difficile, ottenendo risultati di tutto rispetto.
Stampa di CELLO, per la F�d�ration
Thermale d�Auvergne 1935,
in PROMENADE AU PUY DE DOME,
B.M.I.U. di Clermont-Ferrand, 2001.
Turisticamente l�Alvernia ha
bisogno di rinnovarsi, attualizzarsi,
promuoversi. Ma qualcosa di
nuovo si sta forse muovendo.
Capita sempre pi� spesso di
trovare siti Internet che
propongono gite sui monti,
passeggiate a piedi, a cavallo o in
bicicletta per conoscere le bellezze
paesaggistiche e imparare ad
amare l�ambiente.
Possiamo parlare di un�apertura
nella mentalit� degli uomini di
queste alte terre? Queste ed altre
iniziative attraggono giovani
sportivi, ammaliati dagli
incantevoli panorami. Ma non si
tratta di francesi delle regioni
limitrofe, sono soprattutto europei,
in particolare giovani dei paesi del
nord-ovest.
Che l�agri-turismo sia il futuro del turismo alverniate? Questo non
lo si pu� dire ora, ma visto il successo ci piacerebbe credere che sia
finalmente giunto il momento del riscatto, della valorizzazione della
Natura.
Una conferma ci viene dalla prossima apertura del parco europeo
del vulcanismo, �Vulcania�, che sorge in prossimit� dei grandi
crateri della catena del Puy-de-Dome.
L�alta tecnologia che il parco offre � in contrasto con l�ambiente
circostante, per questo motivo i naturalisti e altri gruppi si sono
opposti al progetto. Ma Vulcania attirer� a s� molti studiosi,
appassionati, e semplici curiosi, che difficilmente riusciranno
resistere alla tentazione di assistere in prima persona a un�eruzione
vulcanica. Tra qualche anno si potr� valutare la validit� delle scelte
fatte. Se il successo coroner� il lavoro degli alverniati, questi non
dovranno fare altro che ringraziare soprattutto la loro terra, i suoi
monti, quella natura da troppi definita ostile.
Ancora oggi l�Alvernia � una delle regioni meno urbanizzate di
Francia, con una popolazione che s�aggira intorno al 58%.
Le condizioni geofisiche non sono certo le pi� favorevoli per
l�espansione dei centri. Il continuo alternarsi di monti e pianure
agevola il sorgere piccoli centri, la stessa Clermont-Ferrand, sino
alla fine del XIX� sec. non poteva essere definita una metropoli. I
grandi flussi migratori del secolo scorso hanno avvantaggiato centri
il cui livello industriale era gi� molto avanzato, come Paris, Lyon o
Saint-Etienne, che hanno ingrossato le fila della propria classe
operaia con la manodopera alverniate. Allo sviluppo industriale,
tardivo rispetto al resto dell�Esagono, ha fatto seguito l�espansione
urbana. I primi centri �operai� furono quelli di Thiers e Ambert, la
cui peculiarit� � data dall�espansione degli ateliers nelle campagne
vicine piuttosto che nelle stesse citt�. Pi� interessante � l�area di
Montlu�on-Commentry, che gi� intorno alla met� del XIX� sec. si
dedicava all�industria siderurgica, avendo la possibilit� di sfruttare i
locali giacimenti carboniferi.
La scoperta di vene di carbon fossile sostenne la nascita di centri
come Saint-Eloy, Messeix, Brassac, ecc.
Si pu� tranquillamente ammettere che per� fino al XX� sec. la
regione non ha avuto modo di partecipare alla Rivoluzione
Industriale. C�� addirittura qualcuno che sostiene che l�industria
alverniate sia nata solo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Se non si
considera la grande stagione del termalismo che, iniziata a Vichy
nel 1850, favor� la nascita di altri dieci centri(5), con una serie di
attivit� ad esso collegate, in particolare il commercio delle acque
minerali, l�industria � praticamente inesistente.
5) Chatel-Guyon, La Bourboule, Royat, Saint-Nectaire, Volvic per citare i pi� conosciuti
La rivoluzione del caucci�
Secondo il parere dei pi� illustri geografi il
tardivo sviluppo industriale sarebbe legato
indissolubilmente al lento processo
d�urbanizzazione. Fino al 1960 solo 1/3 della
popolazione regionale poteva essere definita
�cittadina�.
Storici e geografi concordano nell�affermare che l�industria
alverniate nasce con i fratelli Michelin(6). Il 28 maggio 1889 viene
creata a Clermont-Ferrand la societ� Michelin e Cie. Edouard
Michelin � il primo amministratore, assistito da suo fratello Andr�. I
due fratelli ereditarono una piccola fabbrica di caucci�, prodotto
nelle colonie francesi a basso costo, fondata dal loro nonno Aristide
Barbier e da suo cugino. Nel 1891, un ciclista dell'Auvergne fora a
Clermont-Ferrand. Non sapendo riparare i propri pneumatici inglesi,
incollati al cerchione, si reca alla fabbrica Michelin gi� ben
conosciuta per i suoi prodotti in gomma. Edouard Michelin effettua
di persona la riparazione che richiede 3 ore di lavoro e 6 ore per
farla asciugare. Il ciclista scopre l'incredibile confort che procura il
pneumatico.
Nel 1891 il brevetto del pneumatico smontabile segna l'inizio
dell'era industriale del pneumatico e il primo successo di Edouard
Michelin. Nel 1895 nasce l�automobile, Michelin si lancia in questa
nuova impresa. Per la prima volta al mondo un'automobile,
"L'Eclair", concepita e fabbricata da Michelin, viene dotata di
pneumatici. Partecipa alla corsa Parigi-Bordeaux-Parigi arrivando
nel tempo previsto.
6) A. JEMAIN, Michelin. Un si�cle des secrets, Paris, 1992; Michelin, les hommes du pneu, a cura di Andr�
Gueslin, Paris, 1993.
Edouard Michelin capisce che lo
sviluppo � possibile alla sola
condizione di trovare una
soluzione facile e rapida che
permetta di riparare da soli le
forature: le ricerche che inizia
portano qualche mese dopo al
brevetto del "pneumatico
smontabile". Tra il 1886/87
�douard realizz� dei rivestimenti
per le ruote di biciclette e
automobili con dei cerchioni di
caucci� pieni dotati di particolari
tubi di gomma gonfi d�aria.
L'automobile e il pneumatico sono ormai
inscindili. Nel 1900 a Royat viene fondato
l�Automobile-Club d�Alvernia col
patrocinio della nascente Michelin. Il
piccolo regno stava iniziando la sua lenta
ma graduale espansione. Nel 1905 gli operai
sono 500, nel 1911 diventano 3.600 e nel
1914 si arriva a 5.000. La crescita �
parzialmente rallentata dalla partecipazione
alla Prima Guerra.
Con la riconversione postbellica nel 1925 i
lavoratori del caucci� sono 17.000, un sesto
della popolazione di Clermon-Ferrand.
Tra Clermont e Monferrand vengono
costruite tre grandi fabbriche, attorno delle
quali sorgono i quartieri per ospitare gli
operai e le loro famiglie. Negli anni �60 la
Michelin divenne il primo produttore
mondiale di pneumatici. Nessuna altra
industria regionale riusc� a superarla per
prestigio, numero di dipendenti e fatturati.
Ma la grande crisi degli ultimi anni non ha
risparmiato nemmeno un simile colosso. I
salariati dal 1982 al 2001 nella sola
Clermont-Ferrand sono passati da 28.000 a
16.000 unit�. Nel solo 1999 sono stati
licenziati ben 7.500 individui.
Clermont deve molto all�impero Michelin,
grazie al quale � passata da centro rurale a
capitale mondiale della gomma.
Dopo il boom economico degli anni �60
altre imprese nacquero o impiantarono i
propri stabilimenti in questa terra.
Prima fabbrica estera fu
costruita a Torino.
1899 La "Jamais Contente",
automobile elettrica dotata di
pneumatici Michelin.
Panoramica delle fabbriche
L�area industriale regionale viene comunemente chiamata la �Valle
dell�Allier�. Questa porzione regionale comprende i centri di
Brioude, Issoire, Vichy, Gannat, ma gli agglomerati pi� importanti
sono Riom e Clermont. Per quanto riguarda i capoluoghi di
Aurillac, Moulins e Le Puy si pu� parlare di un�industria che ha un
raggio operativo circoscritto.
Innegabile, poi l�influenza economica delle grandi case, oltre alla
Michelin, si ricordano Rh�ne-Poulenc, Merck, Val�o, Sumitomo.
Purtroppo le grandi imprese hanno i loro centri di potere nelle pi�
importanti metropoli, Paris, Lyon, per cui il ruolo dell�Alvernia �
limitato allo sfruttamento della manodopera, per questo appare agli
occhi dei francesi come una Cenerentola.
Dopo questo moderno ritratto � arrivato il momento di tornare
indietro nel tempo. Poich� tra le nostre conoscenze non
annoveriamo potenti maghi, come il Merlino di �JaquesCouill la
fripouille�, fisici da premio Nobel, o ingegneri fuori dal comune
come Eduard Michelin, ci dovremo accontentare di metterci comodi
sul nostro divano, chiudere gli occhi e immaginare fatti e
personaggi attraverso le pagine di uno dei pi� noti scrittori del
passato. Ma prima d�iniziare il nostro viaggio ci sembra necessaria
una piccola precisazione.
Nel Medioevo l�attuale territorio alverniate era diviso tra diversi
stati o comunque non presentava gli attuali confini. Per tale ragione
ogni volta che si citer� l�Alvernia non si dovr� intendere la regione
amministrativa nata nel 1960, ma Arvernum, antica diocesi di
Clermont(7).
7) Clermont veniva chiamata Arvernum, l�attuale denominazione appare per la prima volta intorno al
VIII� sec.