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PRIMO CAPITOLO
L’INNOVAZIONE NEL SETTORE MODA
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Il settore tessile vive dinamiche e tempi diversi
dal settore abbigliamento, ma alcune tematiche
di grande attualità sono un base comune di
riflessioni, oggetto di discussioni, ispirazione di
libri, terreno per dibattiti e conferenze. Negli
ultimi anni il comparto moda è stato messo a
dura prova dalla lunga crisi dei mercati emergenti.
Attraverso una serie di parole chiave vorrei
tracciare un quadro del panorama attuale,
degli argomenti di cui parlano gli attori del
settore all’inizio di questo XXI secolo, delle
loro preoccupazioni, delle linee guida che
determinano le mosse strategiche.
1.1. PANORAMA ATTUALE
CONCORRENZA GLOBALE
Se oggi da una parte il tessile abbigliamento
occidentale attinge dai frutti dalle innovazioni
della ricerca Giapponese, dall’altra cerca di
contrastare la concorrenza dei paesi orientali
in via di sviluppo dove negli scorsi decenni ha
trasferito la produzione in cerca di manodopera
a basso costo. Con il gennaio 2001 la Cina è
diventata menbro del WTO e gli effetti della
liberalizzazione si sono percepiti subito con un
progressivo aumento delle esportazioni: oggi
è il primo fornitore di tessile/abbigliamento
dell’Europa. La minaccia deriva dai tessuti e
capi a basso prezzo di mediocre fattura che
accontentano un mercato di massa desideroso
di spendere poco e di rinnovare spesso il
guardaroba. L’opportunità si cela dietro ai cinesi
benestanti amanti del lusso e del turismo, che
possono diventare i nuovi acquirenti del
Made in Italy.
La concorrenza non arriva solo dall’Est: il
successo decretato da H&M e Zara a Milano,
con la proposta di abiti economici, rinnovati
settimanalmente, con un forte contenuto moda
e una confezione minimale, ha fatto sorgere
molte domande tra gli operatori del settore
moda italiano. Le mosse strategiche sono quindi
volte ad arginare gli effetti di una concorrenza
che ha dimensioni planetarie e che si appresta a
diventare ancor più imprevedibile con lo scadere
dell’Accordo Multifibre del gennaio 2005.
1. Immagine
rappresentativa
dell’affacciarsi della Cina
sul mercato del settore
moda.
12 13
TUTELA DEL MADE IN ITALY
La risposta a queste tendenze di mercato è
stata da una parte l’ottimizzazione dei costi di
produzione (spesso grazie alla delocalizzazione
delle fasi produttive, pur conservando in Italia
l’attività creativa); dall’altra l’innalzamento della
qualità e del contenuto innovativo.
La strategia della delocalizzazione è considerata
uno dei maggiori rischi per i distretti Italiani e
un modello contrapposto alla tipica struttura
del Made in Italy, composta da piccole imprese
e artigiani con una grande capacità di idee e un
forte spirito di innovazione. “In realtà il momento
è duro perché‚ ‘il Made in Italy non si sa più cos’è,
dov’è prodotto, quanto costa, chi ci guadagna,
chi ci perde. Perché in Italia non si può più
produrre, perché non conviene? di chi è la colpa?
Di questo penalizzante, insostenibile costo del
lavoro e della vita, della manodopera che non
si trova”
1
. A livello dell’Unione Europea si sta
lavorando per rispondere alla necessità di istituire
una marchiatura d’origine obbligatoria per tutti
i prodotti, comunitari (con la dicitura ‘Made in
Member Country – EU’) ed extracomunitari;
negli accessori e nell’abbigliamento comincia
a comparire il concetto della rintracciabilità del
prodotto come è successo per l’alimentazione.
I produttori italiani hanno percepito come una
necessità la salvaguardia del tessuto industriale
e sociale italiano; hanno promosso molte
iniziative a vari livelli riconducibili ad alcune
leve fortemente connesse tra loro: innovazione,
tecnologia, creatività e marketing.
INNOVAZIONE
Ogni innovazione affonda le radici in un passato
costituito da ricerche, studi e sperimentazioni.
“I manager più accorti hanno scoperto
l’importanza dell’innovazione ai fini del successo:
si stima che circa il 90% del volume delle vendite
delle aziende di successo sia costituito da prodotti
che soltanto dieci anni fa erano ignoti al mercato.
Ma ancora più impressionante è il fatto che nei
paesi industrializzati il 45% del prodotto interno
lordo è ormai frutto della ricerca creativa”
2
.
La richiesta d’innovazione che oggi i consumatori
rivolgono alle aziende è diversa da quella del
passato: si desidera che il nuovo si misuri più
in termini di maggior soddisfacimento dei
bisogni e di soluzione dei problemi, piuttosto
che di variazioni sul tema; la risposta dei marchi
di moda sta soprattutto nell’applicazione di
materie prime sempre più nuove e nobilitate da
finissaggi innovativi. Siamo in un periodo in cui
se la moda in genere stenta ad essere innovativa,
il tessile tecnico è invece in netta ascesa, oltre a
essere proiettato alla scoperta di nuovi prodotti e
mercati, come per il caso dei tessuti a rilascio di
sostanza oggetto di questa tesi.
L’innovazione non è basata solo sulla tecnologia:
questa può però giocare un ruolo molto
importante nella creazione di valore aggiunto per
il cliente, non solo per quanto attiene al prodotto
ma anche per l’organizzazione che gravita
attorno ad esso.
1
Bertasso, Gianni, “Made out italy”, Mood, N° 55, 8/9/2003.
2
Raudsep, p.34.
14 15
TECNOLOGIA
Una delle caratteristiche più importanti del
sistema moda delineatasi negli ultimi anni è
il progresso tecnologico, che ha sempre più
influenzato la maggior parte dei comparti
industriali, portando a una vera e propria
esplosione di nuovi prodotti. La ricerca
tecnologica gioca un ruolo totalmente diverso
rispetto a trent’anni fa: l’innovazione di
prodotto e di processo stimola continuamente il
cambiamento e ne è a sua volta stimolata.
È forte la sensibilità verso tutto ciò che la moda
esprime sul piano della contemporaneità e
di questa la tecnologia è sicuramente uno
degli aspetti fondamentali: nonostante ciò la
tecnologia continua a restare in ombra. Questo
secondo il Cav. Alfredo Canessa (presidente del
Centro per la moda italiana di Firenze) “avviene
perchè è difficile parlare di nuovi materiali,
nuove lavorazioni, nuovi macchinari se tutto
ciò rimane sempre invisibile, nascosto in tessuti,
abiti e calzature. A parlarne ci hanno pensato
però negli ultimi anni lo sport, l’orientamento
degli stili di vita verso modalità più attive e la
capacità stessa tecnologica di essere sempre
più vicina alle esigenze del nostro corpo. Oggi
nell’abbigliamento sportivo e non solo, emerge
finalmente con evidenza l’importanza della
ricerca tecnologica nella moda”.
2a. 2b. Sito Textile Italy.
Un sito per far conoscere
l’imprenditorialità italiana
tessile.
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Una premessa fondamentale per valorizzare
il potenziale di un prodotto innovativo è la
conoscenza delle tecnologie utilizzate nella
produzione: per questo il progetto di tesi si è
basato sull’analisi dei casi studio aziendali e sul
processo di sviluppo delle loro linee di prodotti
innovative.
CREATIVITÀ
Schumpeter, il grande sociologo-economista
austriaco, sosteneva che la vera funzione
imprenditoriale sta nell’innovazione e nella
creatività, non nel possesso di capitali; prevedeva
quindi che alla base della concorrenza vi
sarebbero state creatività e competizione, non
la guerra sui prezzi; oggi queste affermazioni si
stanno sempre più traducendo in realtà.
Certo senza l’originalità dell’idea iniziale i nuovi
prodotti non sarebbero altro che una versione
rivista e corretta di prodotti esistenti, ma “la
creatività va considerata non solo come la
fonte, ma in modo più ampio, come il terreno
fertile in cui accade il processo che conduce a
un’innovazione”
3
; è indispensabile non solo
per stilisti, designer e art director, ma per tutti
gli attori aziendali. Pochi decenni fa il sistema
industriale tradizionale era caratterizzato da una
relativa stabilità in termini di mercato, tecnologia
e concorrenza: l’obiettivo era mantenere la
routine; oggi occorre creatività per sviluppare
prodotti e processi nuovi, per concepire efficaci
strategie di marketing, per lanciare nuove
campagne vendita vincenti, per trovare nuove
soluzioni alle sfide esterne sempre più complesse
e in rapida evoluzione.
La creatività al servizio della ricerca e
dell’innovazione tecnologica può rappresentare
un valido e insostituibile fattore strategico di
successo per il settore moda. “Si può verificare
come l’aspetto creativo-innovativo per il settore
moda, attraverso l’ideazione di nuovi prodotti,
stia assumendo un ruolo decisamente strategico
per l’azienda al punto che oggi il concept-
design è diventato fondamentale per meglio
trasmettere tutte le peculiarità della ‘marca’
al consumatore”
4
.È all’attività progettuale del
designer che si affida sempre più la diffusione
e lo sviluppo dell’innovazione in tutte le forme
strategiche previste e impreviste dal marketing;
attraverso una forma il progettista concretizza
la possibilità di trasferire un’innovazione in una
situazione d’uso ed è capace di convogliare
estetica, tecnica e marketing coordinando le varie
competenze aziendali verso l’obiettivo comune.
MARKETING
Secondo Nello Marelli (Style Studio
Manager Eurojersey) è “la ricerca continua
nell’innovazione tecnologica abbinata allo studio
e all’analisi degli stili di vita, dei fenomeni sociali
e delle tendenze del mondo a permetterci di
cogliere le nuove esigenze ed essere propositivi”.
L’obiettivo è studiare nuovi percorsi innovativi
di prodotto, d’immagine e di marketing per
differenziarsi offrendo beni e servizi dal valore più
elevato nel mercato in cui si opera e raggiungere
un vantaggio competitivo.
Spesso si attua una strategia di nicchia: la
specializzazione assicura un livello tale di
conoscenza da risultare un’importante barriera
3
Saviolo, Testa, p.24.
4
Turinetto, p.53.
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all’entrata dei concorrenti, fa aumentare il valore
della propria offerta, raggiungere una posizione
di leadership, conseguire elevati margini di
profitto. Questa posizione comporta costante
attenzione e continui investimenti tecnologici e
strategici raggiunti grazie all’azione concomitante
del marketing operativo
5
, strategico
6
e
relazionale
7
.
RICERCA E SVILUPPO
Dall’integrazione di Ricerca e Sviluppo con il
marketing dipende l’efficacia dell’innovazione
d’impresa. Tradizionalmente i principali obiettivi
dell’attività R&S sono stati l’aumento dei volumi
di vendita e soprattutto la crescita dei profitti:
oggi a questi si è unito l’andare incontro alle
esigenze del consumatore. Nello stesso tempo
devono essere accentuate le caratteristiche di
unicità dei singoli prodotti, nella consapevolezza
che solo marchi e beni con una personalità
ben definita, con un’immagine fortemente
differenziata rispetto alle altre proposte del
mercato e con caratteristiche difficilmente
riproducibili reggono alle sfide del presente e del
futuro: ecco perché spesso si ricorre a un brevetto
per proteggere i propri diritti.
POLITICHE DI MARCHIO
I marchi diventano garanzie dell’innovazione,
strumenti veloci per il confronto dei prodotti
e criteri di scelta, a patto che ci sia la
3. Campagna Moovix.
Centenari e Zinelli ha
rinnovato l’immagine
coordinata aziendale
in occasione del 130°
anniversario di fondazione
con un preciso riferimento
al passato nella scelta della
immagini, ma lo stesso
logo cz1872 passa in
secondo piano rispetto al
marchio del nuovo tessuto.
5
Il marketing operativo rappresenta il braccio commerciale dell’azienda: mette in atto la conquista dei mercati nel breve-medio
termine con tattiche di prodotto, distribuzione, prezzo e comunicazione grazie a budget di marketing stanziati ad hoc.
6
Il marketing strategico delinea una strategia d’impresa nel medio-lungo termine: si basa sull’analisi dei bisogni palesi o nascosti
dei clienti, dei servizi che possono soddisfarli e delle tecnologie per ottenerli indirizzando l’impresa verso opportunità adatte e
convenienti. La strategia è in stretta relazione con l’innovazione: essa individua gli obiettivi o il mercato di riferimento, è basata
sull’orientamento al mercato o sulla capacità di offrire al cliente un valore aggiunto.
7
Il marketing relazionale è inteso come il favorire una comunicazione efficace tra i diversi attori della filiera (produzione-distribuzione-
consumo) .
16 17
consapevolezza di ciò che sta dietro alla presenza
di un dato marchio: infatti conta sempre
moltissimo l’immagine consolidata sul mercato.
Le tipologie di marchio utilizzate sono diverse:
:: il marchio aziendale è messo in primo piano
soprattutto se l’azienda è grande e ha un
bagaglio storico da valorizzare.
:: Il marchio di un prodotto specifico diventa
il centro del marketing arrivando anche a far
perdere il nome dell’azienda madre, soprattutto
se questa basa la sua rete commerciale su
rivenditori internazionali: ciò che conta è il
prodotto e le sue proprietà, se sfonda ne hanno
beneficio tutte le realtà della filiera ad esso
collegato.
:: Il marchio di certificazione dà la consapevolezza
al cliente che per ottenerlo l’azienda ha rispettato
determinati standard e diventa un vantaggio
competitivo.
6. Logo Invista.
Du Pont ha sostenuto
una notevola campagna
per sponsorizzare la
costituzione della nuova
divisione tessile con
cambio di logo e nome in
Invista.
5. Cartellino Supplex.
Spesso le proprietà delle
fibre e dei tessuti arrivano
al consumatore finale
tramite i cartellini che il
confezionista è tenuto
ad applicare ai capi per
contratto con i fornitori.
4. Campagna Bemberg.
La stessa dagli anni
Cinquanta.
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I dati tecnici sono il principale mezzo con
cui un’innovazione trova credibilità presso
gli operatori del settore. Le certificazioni più
diffuse cercano di tutelare gli aspetti più
importanti: come la produzione di fibre, l’impatto
ambientale, il consumo d’energia, la qualità del
lavoro, la manutenzione, il riciclo e recupero.
Nella fase di scelta dei fornitori sono sempre
più discriminanti le prestazioni immateriali
garantite, come l’eticità, l’origine e l’attenzione
all’ambiente. Oggi il concetto di qualità totale
è metodologicamente perseguito attraverso
i sistemi integrati di certificazione: sistema
di gestione per la qualità, sistemi di gestione
ambientale, sistemi di responsabilità sociale,
sistemi di certificazione dei siti web, certificazione
di prodotto.
7a. 7b. Campagna
pubblicitaria Sensitive
2003.
Il tessuto è il core businnes
della Eurojersey che ha
costruito un marketing
tutto incentrato su questo
marchio.
8. Logo Oeko Tex
Standard.
Certifica che le sostanze
utilizzate nella produzione
non sono nocive all’uomo
e all’ambiente.
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9. Campagna Lycra has it.
Gli accordi con i clienti
hanno portato non
solo all’applicazione dei
cartellini ai capi, ma anche
all’apposizione del triangolo
sulle loro campagne
pubblicitarie. Ormai poterlo
esporre è un valore aggiunto
per il cliente stesso, una
garanzia di qualità del
proprio prodotto e anche
il consumatore ormai lo
considera un discriminante
nella fase d’acquisto.
11. Marchi di
certificazione rilasciati
dall’organismo di
certificazione CERTITEX.
12. Marchio Bluesing
della Sholler.
Garantisce l’assenza di
sostanze inquinanti.
10. Fibra ad isola con
logo della Hills.