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Introduzione
La presente tesi, di tipo compilativo, ha come obiettivo la descrizione del ruolo e del
funzionamento dei Centri di Distribuzione (Ce.Di.) all'interno della catena logistica. Il successo
di una azienda dipende sempre più dalle relazioni con fornitori e clienti che vanno a realizzare la
supply chain, in cui diversi attori progettano, riforniscono, producono e distribuiscono:
ottimizzare le diverse fasi di una catena logistica è perciò un requisito fondamentale perché
un'azienda sia competitiva.
Per valutare i profitti non è più sufficiente considerare la sola relazione cliente-fornitore, ma
occorre studiare ogni elemento della catena logistica, per valutare quale ruolo esso assume
rispetto all'intero processo; per esempio supponendo di acquistare un prodotto da un determinato
fornitore al costo di un euro, questo non sarebbe il costo totale del prodotto. Il fornitore, per
quanto possa trovarsi nelle immediate vicinanze dell'acquirente, è comunque un elemento
esterno, per cui il prodotto dovrà essere spostato e questo implicherà un costo di trasporto: esso
dipenderà sia dalla tipologia del prodotto sia dalle distanze in gioco. Inoltre, dovrà tenere conto
anche di eventuali dazi doganali e sovrattasse sul carburante. Esso sarà soggetto alle operazioni
di carico e scarico dai vari mezzi di trasporto, le quali determineranno un costo aggiuntivo di
movimentazione. Supponendo che il prodotto sia a questo punto giunto presso il centro di
distribuzione, esso viene controllato per poi giacere sino alla successiva produzione o vendita.
Ogni giorno di permanenza nel magazzino determina un costo aggiuntivo. Quando esso viene
ordinato, è nuovamente soggetto a costi di movimentazione e trasporto. È evidente che il costo
del prodotto non sia realmente un euro. Per questa ragione è importante analizzare la Supply
Chain per capire quale sia il reale costo per l'azienda di un prodotto acquistato a un euro.
Applicando le giuste leve è possibile ridurre il costo totale del prodotto. Il centro di distribuzione
si trova al centro della catena logistica, esso abbatte i costi di trasporto, con un posizionamento
ottimale rispetto alla rete distributiva, riduce i costi di magazzino ottimizzando le scorte e la
pianificazione della domanda.
L'obiettivo del presente lavoro di descrivere: principali aspetti che caratterizzano un Centro di
Distribuzione come nodo intermedio di una catena logistica, al fine di rendere più competitivo il
prodotto e quindi l'azienda. La descrizione riguarda i principali elementi dimensionali,
funzionali, gestionali ed organizzativi di un Ce.Di.
Questo studio è suddiviso in tre capitoli:
Nel capitolo 1 sono trattati tutti gli aspetti relativi alla logistica ed al trasporto merci, a
partire da una breve storia sull'evoluzione della logistica, trattando poi le innovazioni e le
strategie attuali, sino ad arrivare a uno studio dei costi logistici.
Nel capitolo 2 si tratta nel dettaglio l'importanza del Centro di Distribuzione all'interno
della catena logistica, con particolare attenzione per l'aspetto strutturale e organizzativo,
nonché per le tecnologie adoperate. Anche in questo capitolo è trattato il tema del costo,
ma stavolta riferito solamente al Ce.Di., mostrando l'efficienza e la competitività del
centro stesso per mezzo degli indici KPIs.
Il capitolo 3 contiene delle brevi descrizioni di Ce.Di. funzionanti e competitivi sul
mercato, mostrando quali aspetti vengono comunemente adottati da aziende diverse e
quali invece differiscono per ottimizzare il sistema.
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CAPITOLO 1 - LA LOGISTICA ED IL TRASPORTO MERCI
1.1 Dalla logistica alla Supply Chain
La logistica affonda le sue origini nell'antichità e, precisamente, nell'ambito militare. Essa veniva
considerata come un vero e proprio ramo dell'arte bellica; rientravano infatti nella logistica tutte
le attività che consentivano agli eserciti di vivere, muoversi e combattere nelle migliori e ideali
condizioni di efficienza. Tra i maggiori personaggi illustri del passato che si sono affidati a tale
disciplina durante le loro storiche conquiste si possono citare Giulio Cesare, il primo ad istituire
la figura del logista (il responsabile degli approvvigionamenti), e Alessandro Magno. Questa
visione esclusivamente militare della logistica rimase valida fino alla Seconda Guerra Mondiale,
quando si escogitò una delle operazioni militari-logistiche più grandi della storia: l' Operazione
Overlord in Normandia. Alla fine del secondo conflitto Mondiale invece il concetto di logistica
venne esteso anche al settore industriale: la fiorente ripresa economica delle imprese nel
dopoguerra portò l'esigenza di riunire sotto un'unica responsabilità le operazioni di
immagazzinamento, distribuzione della merce e gestione delle scorte, rendendo innovativo il
modo di gestire il ciclo logistico in maniera completa.
Negli anni '70 a causa del mutamento delle condizioni politiche internazionali, dell'evoluzione
dei consumi, dei mercati e della diffusione della tecnologia, si è avuto un mutamento all’interno
delle aziende, le quali si son dovute adattare alla crescita sia della domanda che della
concorrenza presente nei mercati attraverso l'organizzazione della logistica. Negli stessi anni, in
Giappone, e precisamente nell'industria automobilistica della Toyota Motor Corporation, è nato
anche il Just-in-Time ("appena in tempo"), che ha portato ad una vera e propria rivoluzione nella
gestione delle scorte: si tratta di una filosofia industriale che ha invertito il "vecchio metodo" di
produrre prodotti finiti per il magazzino, in attesa di essere venduti, passando alla logica secondo
cui occorre produrre solo ciò che è stato già ordinato o che si prevede di vendere in tempi brevi.
Il just in time quindi mira alla riduzione delle scorte e del lead time (ovvero il tempo necessario
ad evadere l'ordine del cliente), al fine di abbattere i costi di immagazzinaggio, gestione, carico e
scarico di magazzino. Di conseguenza migliora il processo produttivo, la qualità dei prodotti e il
servizio al cliente.
Con il passare del tempo si è consolidata l'idea, nella realtà aziendale, che il cliente fosse il
soggetto verso cui orientare le attività, che diviene così fine ultimo. Il consumatore, infatti,
divenuto sempre più consapevole, non solo esige un'alta qualità del prodotto, ma anche che
questo arrivi al momento giusto, al posto giusto e ad un prezzo competitivo. Questo aumento di
consapevolezza ha mutato le strategie delle aziende, le quali si impegnano nella ricerca di nuovi
metodi e approcci per affermarsi nei mercati globali. È stata così concepita una nuova idea di
rapporto con il cliente: un legame consumatore-azienda non più ridotto alla sola vendita del
prodotto, ma basato su assistenza del consumatore ed erogazione del servizio anche nel post-
vendita. Ragion per cui diviene sempre più necessario non solo attirare nuove fette di mercato,
ma anche instaurare un rapporto di fiducia e fedeltà con i consumatori.
Nel 1986 è nata la logistica integrata, definita dal Council of Logistics Management come "il
processo per mezzo del quale pianificare, attuare e controllare il flusso delle materie prime, dei
semilavorati e dei prodotti finiti, e dei relativi flussi di informazioni, dal luogo di origine al
luogo di consumo, in modo da renderlo il più possibile efficiente e conforme alle esigenze dei
clienti."
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Dopo il Concilio del 1986 il concetto di Supply Chain si è evoluto negli anni.
È assai difficile trovare una definizione univoca e completa capace di rendere appieno l'essenza
della logistica, infatti ne sono state date diverse, partendo da approcci ed ottiche diverse
(militare, linguistica, economica, ecc.).
Secondo il dizionario APICS (11° Edizione del 2005) la Supply Chain è "una rete globale usata
per consegnare prodotti e servizi dalla materia prima fino al consumatore finale attraverso un
flusso ingegneristicamente impostato di informazione, distribuzione fisica e denaro". In ambito
didattico, la Supply Chain è definita come "La progettazione, pianificazione, esecuzione,
controllo, e monitoraggio delle attività della catena di fornitura con l'obiettivo di creare valore
netto, creando una infrastruttura competitiva, prendendo vantaggio dalla logistica a livello
mondiale, sincronizzando l'offerta con la domanda, e misurando globalmente i risultati", o
ancora "Insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano nell'azienda i
flussi di materiale e delle relative informazioni, dalle origini presso i fornitori fino alla consegna
dei prodotti finiti ai clienti e al servizio post vendita".
Quest'ultimo concetto è ben rappresentato nella figura di sotto riportata:
Figura 1.1 : Struttura della Supply Chain
La catena logistica ha una struttura complessa che può essere semplificata come in figura 1.1.
Si parte dalla logistica di fornitura o logistica in ingresso, che prevede l'attività di
approvvigionamento di materie prime e componenti. Presso il centro di produzione avviene
l'attività di trasformazione delle materie prime e/o componenti in prodotti finiti. Mediante una
prima movimentazione il prodotto raggiunge il deposito centrale dove viene immagazzinato in
pallet. Nella scala delle unità di trasporto intermodale essi sono l'elemento più piccolo, hanno
dimensioni e forma standard in modo da poter essere caricati facilmente all'interno del container.
L'attività di distribuzione consente la movimentazione dei pallet ai depositi periferici, i quali,
secondo le richieste del cliente, evadono gli ordini. Il cliente può essere un punto vendita, un
Centro di distribuzione, un magazzino.
Supply Chain (SC) significa letteralmente "catena degli approvvigionamenti". In realtà va al di là
del suo significato letterale perché con la supply chain si ha una visione d'insieme dei processi di
produzione, trasformazione, distribuzione e commercializzazione, secondo un approccio che
permette di unire gli attori nelle varie fasi, dall’approvvigionamento fino al mercato finale.
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Secondo l'associazione AILOG (Associazione Italiana Logistica) la catena logistica può essere
definita come:
"il processo di pianificazione, implementazione e controllo dell'efficiente ed efficace flusso e
stoccaggio di materie prime, semilavorati e prodotti finiti e delle relative informazioni dal punto
di origine al punto di consumo con lo scopo di soddisfare le esigenze dei clienti".
Da qui si nota chiaramente che alla base dell’intero processo ci deve essere non solo un
coordinamento dei vari protagonisti, ma anche il soddisfacimento del cliente. La supply chain
rappresenta perciò uno strumento utile che consente ai fornitori, distributori ecc. di spedire merci
e/o fornire servizi ai clienti, offrendo il miglior valore possibile e la miglior performance,
attraverso l’indispensabile coordinamento dell'offerta con la domanda.
In sintesi si può affermare che la logistica si occupa dell'intera SC attraverso la gestione di merci
e/o servizi, a partire dall'approvvigionamento delle materie prime fino alle operazioni di
ricezione e/o spedizione dei prodotti finiti, passando per l'assemblaggio e il controllo delle merci.
L'obiettivo finale, e più importante, è quindi quello di assicurare la completa soddisfazione dei
clienti fornendo prodotti e/o servizi della massima qualità, nei tempi (possibilmente rapidi) e nei
modi da essi richiesti, al giusto prezzo, come affermato precedentemente.
Nonostante la logistica sia nata nell'ambito militare, al giorno d'oggi gli ambiti di interesse sono
molteplici: esistono infatti diverse tipologie di catene logistiche e, sulla base delle operazioni che
vengono svolte all’interno e dei rami verso i quali il mercato volge il proprio interesse, così come
riportato nella tesi di Sara Ludovica Boaretto (Università di Cagliari A.A.2012/2013), la Society
of Logistics Engineers (SOLE) effettua delle distinzioni marcate e le riassume nel seguente
modo:
Logistica industriale (o Business logistics): un'azienda industriale ha come obiettivo la
gestione fisica, informativa ed organizzativa del flusso dei prodotti, dalle fonti di
approvvigionamento ai clienti finali;
Logistica dei grandi volumi (o Bulk logistics): riguarda la gestione e la movimentazione
di grandi quantità di materiali sfusi, generalmente materie prime (quali petrolio, carbone,
cereali, ecc.);
Logistica di progetto (o Project logistics): riguarda la gestione ed il coordinamento delle
operazioni di progettazione e realizzazione dei sistemi complessi (quali grandi opere e
infrastrutture, centrali elettriche, ecc.)
Logistica di supporto (o RAM logistics): riguarda la gestione di prodotti ad alta
tecnologia (linee aeree con aerei ed elicotteri, o altri sistemi complessi) per i quali siano
essenziali affidabilità, disponibilità e manutenibilità.
Logistica di ritorno o Logistica inversa (o Reverse logistics): è il processo di
pianificazione e controllo dell'efficienza delle materie prime, dei semilavorati, dei
prodotti finiti e dei correlati flussi informativi dal punto di consumo al punto di origine,
con lo scopo di riguadagnare valore da prodotti che hanno esaurito il loro ciclo di vita.
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Grazie all'associazione SOLE sono state definite le caratteristiche che permettono di delineare gli
aspetti imprescindibili che una catena logistica dovrebbe avere. Tali qualità sono state
denominate “Le otto R della logistica”. L'elenco di queste caratteristiche permetterà di
comprendere come opera, o dovrebbe operare, una catena logistica:
Right Material i materiali giusti
Right Quantity nella quantità giusta
Right Quality di qualità giusta
Right Place nel luogo giusto
Right Time nel tempo giusto
Right Method con il metodo giusto
Right Cost al costo giusto
Right Impression producendo una buona impressione
Se queste qualità fossero sempre presenti, allora il successo della catena sarebbe assicurato e gli
obiettivi risulterebbero raggiunti.
La Supply Chain nel suo complesso è basata su 5 macro-processi che possono essere così
suddivisi:
Plan: a monte di tutto sta la pianificazione. È necessario fare delle scelte e prendere delle
decisioni circa la gestione delle risorse, che sono di tipo finanziario, fisico e conoscitivo.
Source: subito al di sotto del Plan è necessario gestire le informazioni e gli accordi con i
fornitori, cioè le fonti di approvvigionamento delle materie prime.
Make: è il cuore della produzione. Si pongono in essere tutti i processi necessari alla
realizzazione del prodotto o all'erogazione del servizio, compresi quelli di
interfacciamento con le altre fasi della catena.
Deliver: il prodotto finito viene consegnato al cliente. Comprende la gestione dei clienti e
degli attori a valle della catena.
Return: il percorso della merci e delle informazioni non è a senso unico, dal produttore al
consumatore, ma deve essere previsto e gestito anche in senso inverso (cosa
particolarmente evidente per quanto concerne le informazioni, ma valido anche per
l’assistenza ed il supporto al cliente, che non cessa di essere tale dopo l’acquisto).