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INTRODUZIONE
Nel presente lavoro ci si propone di illustrare in che modo i Grandi Eventi
possano incidere sulla valorizzazione dell’offerta locale di un territorio e
rilanciare così l’immagine e l’economia dello stesso. Dal caso analizzato in
questo lavoro, sulla città di Napoli, emerge come i grandi eventi
contribuiscano alla promozione turistica della città e di tutta la Campania,
attirando risorse per una città che vuole rinnovare la sua immagine e che è
ritornata in giusta luce sotto i riflettori dei media internazionali. La
definizione di Grande Evento comprende una molteplicità di iniziative, una
tantum o ripetute, che richiedono importanti investimenti, l’adozione di
tecniche di marketing territoriale e la partecipazione dei visitatori e dei
mass-media. I grandi eventi hanno un duplice scopo: sul piano sociale
favoriscono le nuove forme di aggregazione, rafforzano il sentimento
comune di identità e promuovono l’immagine del territorio. Dal punto di
vista economico rappresentano un investimento proficuo, alimentando
direttamente o indirettamente l’economia del territorio circostante,
l’immagine del luogo e del suo governo locale. Per il successo di un evento
sono necessarie la partecipazione di tutti gli attori coinvolti, un’attività di
marketing da parte del sistema e infrastrutture adeguate in modo da
ottimizzare la fruibilità dell’evento; occorre inoltre predisporre dei servizi
che siano finalizzati all’evento o al soddisfacimento di bisogni indiretti che
esso genera. La prima parte di questo lavoro fornisce un quadro generale
sulla competizione territoriale e in particolar modo sulle sue determinanti,
tra le quali possiamo trovare, appunto, la diffusione di grandi iniziative di
richiamo internazionale. Viene introdotta una nozione di capacità
competitiva, intesa come capacità del territorio di creare nel proprio ambito
fattori materiali e immateriali, rilevanti per realizzare al meglio un processo
di sviluppo sostenibile. Definito l’oggetto della competizione, si fa
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riferimento anche alla capacità attrattiva di un territorio in quanto la
competitività, dipende dalla capacità dello stesso di offrire ai propri attori
economici le migliori condizioni per ottenere un vantaggio competitivo a
livello internazionale. Si procede col descrivere la connessione tra
competitività del territorio e posizione competitiva degli attori che ne fanno
parte, che riguarda sia quelli che competono nei mercati internazionali, e sia
coloro che operano solo in ambito locale. Per i primi la competitività viene
misurata in termini di valore economico creato e quota di mercato
internazionale; la competitività della seconda categoria di soggetti viene
valutata confrontando l’impatto che essi hanno sulle condizioni del
patrimonio di risorse del territorio rispetto a quello che soggetti analoghi
hanno in altri contesti geografici. Vengono analizzate anche le differenti
definizioni del marketing territoriale riportate dai diversi autori e le quattro
leve (prodotto, prezzo, distribuzione e promozione). Successivamente si fa
un accenno allo sviluppo locale, inteso come sviluppo che si realizza
attraverso l’azione auto-riproduttiva dei sistemi locali autonomi, e sui
relativi strumenti di competizione territoriale. Si parla infatti di sviluppo
locale quando un territorio affronta un processo di rinnovamento,
incremento e adattamento di risorse locali; esso inoltre ha come obiettivo,
quello di cogliere le opportunità degli scambi sociali ed economici su scala
globale, attraverso progetti che prevedono l’adattamento delle imprese
locali ai processi di innovazione, oppure attraverso la partecipazione a
progetti di valorizzazione del patrimonio naturale e culturale all’interno di
partenariati in ambito europeo. Nel secondo capitolo viene analizzato nel
dettaglio l’oggetto centrale della tesi, e cioè l’evento e gli elementi
costitutivi dello stesso che sono tre: il sistema di erogazione, il sistema
offerta e i destinatari. Successivamente si procede col descrivere le varie
definizioni di eventi riportate dai diversi autori, le loro caratteristiche
principali e le differenti tipologie che, tra le più importanti, risultano
essere: gli eventi speciali, i mega events, gli hallmark events e i community
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events. Viene citata anche la classificazione degli eventi in base ai diversi
fattori: in base all’origine ed alla dimensione e in base alla frequenza e
complessità organizzativa. In seguito vengono approfondite tutte le fasi che
prevedono la realizzazione di un evento, partendo dal progetto dello stesso,
dall’ideazione, attivazione, pianificazione, attuazione, completamento e per
finire la valutazione, argomento che verrà sviluppato nel dettaglio nella
terza parte del lavoro. Nel terzo capitolo infatti viene descritta l’analisi
dell’impatto degli eventi sul territorio e, in particolar modo, le possibili
tipologie di impatto, quali economico, turistico, ambientale e socio-
culturale. Una volta che il processo di event management sia arrivato alla
fase finale, è necessario attivare un sistema di monitoraggio dei risultati
finalizzato a evidenziare le performance conseguite. Tale sistema di
monitoraggio deve essere in grado di valutare tutti gli effetti che un evento
è in grado di generare, siano essi riguardanti direttamente gli attori coinvolti
nell’organizzazione e nella fruizione dell’evento o indirettamente interessati
ai risultati complessivi o parziali di una fase del processo di event
management. Il lavoro si conclude con uno studio e un’analisi dei grandi
eventi promossi nella regione Campania, nella città di Napoli, la quale nel
2012 è stata protagonista di alcuni appuntamenti strategici come
l’America’s Cup World Series, il World Urban Forum, l’Expo Universale
dello Spazio e il Forum delle Culture, il quale avrà luogo nel luglio 2013.
L’America’s Cup è considerata la competizione velica più importante al
mondo e l’evento più antico della storia sportiva recente, in cui numerose
imbarcazioni durante una regata si contendono la vittoria. Una volta
effettuata una descrizione dettagliata dell’evento in questione, l’attenzione
viene spostata sull’impatto economico dell’America’s Cup sulla città
partenopea, avendo a disposizione delle informazioni e dei dati stimati
attribuibili all’evento stesso. L’altro grande evento analizzato è il World
Urban Forum, il cui obiettivo è l’analisi dell’evoluzioni culturali,
economiche e sociali dei grandi contesti urbani e la promozione di iniziative
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per risolvere i nodi della crescita delle città, andando ad evidenziare quelle
che sono le nuove pratiche di miglioramento della qualità della vita e
quindi, del benessere economico. Poi si prosegue con l’Expo Universale
nello Spazio che ha permesso alla città partenopea, che conta importanti
imprese aerospaziali come Alenia Aeronautica, di ospitare il 63esimo
Congresso Internazionale dell’Astronautica, nel corso del quale sono
affrontati temi relativi alle prossime strategie del settore spaziale e alle
future esplorazioni interplanetarie. L’ultimo evento oggetto di studio è il
Forum delle Culture che avrà luogo nella città napoletana nel luglio 2013 e
ospiterà esposizioni, dialoghi ed espressioni culturali articolate in cinque
grandi aree tematiche dedicate ai cinque continenti.
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CAPITOLO PRIMO
LA COMPETIZIONE TRA I SISTEMI TERRITORIALI
1.1. Le determinanti della competizione territoriale
Negli ultimi anni la competizione tra territori, città, regioni e nazioni, ha
avuto un intenso sviluppo nell’ambito economico e produttivo, mai
raggiunto in passato. La competizione con altre aree geografiche influenza
in modo rilevante la percezione della qualità di un territorio, le politiche di
sviluppo, le sue possibilità di successo o i rischi di declino economico e
sociale. L’idea che i territori siano in competizione tra loro in modo
equivalente a come accade per le organizzazioni, ha degli inganni
concettuali e pratici che vanno posti in evidenza. Innanzitutto è opportuno
considerare il territorio come un’entità in grado di esprimere un
comportamento unitario attuando, cioè, una strategia competitiva con altri
territori. Tale omogeneità può essere imposta dai responsabili del governo
del territorio o può derivare dalla volontà dei cosi detti stakeholders. In un
secondo luogo sarebbe necessario considerare il problema riguardante la
capacità di un contesto geografico di stabilire relazioni con altri contesti. I
soggetti che intraprendono delle relazioni competitive sono gli attori che
operano all’interno di un territorio e gli effetti di queste possono influire
sull’evoluzione del territorio stesso, cosi come determinate sue
caratteristiche possono influenzarne la dinamica e gli esiti. Di conseguenza
il contesto geografico è coinvolto nella competizione che gli attori che ne
fanno parte eseguono. Le cause della competizione territoriale sono
abbastanza consolidate e hanno diversa natura. Riferendoci a quelle legate
ai fenomeni produttivi possiamo trovare:
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- l’organizzazione internazionale della catena del valore delle imprese;
- l’apertura dei mercati nazionali;
- la diffusione di grandi iniziative di richiamo internazionale;
- l’affermarsi di persone caratterizzate da elevato grado di
cosmopolitismo.
L’impresa spesso crea la propria catena del valore in ambito internazionale
con la conseguenza che le produzioni non vengono più realizzate solo
all’interno del Paese di origine ma nei luoghi in cui la loro implementazione
risulta più conveniente. In passato l’impresa ampliava la propria presenza
internazionale, dotandosi, nei vari Paesi esteri più strategici, di una nuova
unità operativa cui erano affidati mezzi e responsabilità per svolgere tutte le
operazioni necessarie per la competizione nel mercato locale. In tal modo la
catena del valore veniva replicata in ogni contesto geografico con gli
opportuni adattamenti richiesti per tener conto delle specificità locali. Tale
modello oggi non viene preso più in considerazione in quanto prevale una
logica basata sulla concentrazione delle principali attività in un numero
limitato di siti caratterizzati da maggior efficienza e sulla forte connessione
tra i siti produttivi, le centrali logistiche e i sistemi distributivi nei mercati
geografici. Tende ad affermarsi così il paradigma dell’impresa globale in
cui l’impresa è caratterizzata da una struttura a rete i cui nodi sono costituiti
dalle singole società controllate in diversi Paesi, le quali svolgono funzioni
specializzate e interdipendenti. In questo modello i legami preferenziali
con il Paese di origine sono indeboliti dalla dislocazione delle attività
produttive in aree geografiche diverse e lontane, dalla multi nazionalità
della classe manageriale e, nel caso delle imprese quotate nei principali
mercati mondiali, dell’azionariato. “L’internazionalizzazione della catena
del valore e la multi nazionalità della classe dirigente e dell’azionariato,
sono fattori chiaramente interdipendenti. L’evoluzione della struttura
aziendale come rete di attività organizzate in ambito internazionale ha