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attiva. Bisogna quindi riuscire innanzi tutto ad aggregare la domanda, ancora troppo
frammentata, di tante piccole imprese e puntare su consorzi tra aziende, per favorire i
processi di trasferimento tecnologico, incentivare l’innovazione di prodotto, utilizzare
laboratori e ricercatori a tempo pieno.
Un primo tassello su cui intervenire, è il sistema pubblico di ricerca e le sue reali
capacita nel generare capitale umano, idee e strutture in grado di promuovere iniziative
imprenditoriali nei settori a più alto valore aggiunto e ad elevata intensità di conoscenza
scientifica e tecnologica.
Focalizzata sulla piccola impresa, su produzioni ad alta intensità di lavoro, (tra l’atro
lavoro poco qualificato) e su innovazioni di carattere incrementale, l’Italia mostra forti
difficoltà a confrontarsi con l’accelerazione del cambiamento tecnologico.
Si osserva una quota della spesa per R&S nettamente inferiore rispetto ad altri paesi
avanzati, ma anche una marcata debolezza in settori industriali nei quali il processo
innovativo dipende strettamente da attività di ricerca scientifica e dall’azione di
tecnostrutture in grado di organizzare e gestire programmi di ricerca di lungo periodo.
È fondamentale che si operi per un recupero ed una valorizzazione della funzione R&S
ed in particolare della ricerca universitaria, nell’alimentare la generazione di nuove
conoscenze e processi di innovazione, che sostengono il progresso e la vitalità del
sistema produttivo globalmente considerato.
Il sistema innovativo italiano, otre ad una generale debolezza strutturale, evidenzia
scarsa coerenza tra i settori che lo compongono: insufficiente interazione tra imprese e
centri di ricerca, inadeguato sistema finanziario, sistemi d’incentivazione
all’innovazione industriale non adatti etc. L’attuale sistema imprenditoriale è tutt’altro
che virtuoso, ed è per questo che sono necessari precisi interventi mirati, riferendosi
anche alle realtà internazionali di maggiore successo.
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1. Implicazioni del processo d’innovazione
Nell’economia odierna la conoscenza è considerata sempre più un driver economico;
essa è diventata una commodity che può essere impacchettata, acquistata e venduta.
Questa evoluzione è stata esaltata e incrementata dallo sviluppo delle ICTs (Information
and Communication Technologies), ed ha avuto come conseguenza diretta la riduzione
dei costi riguardo alla raccolta e alla diffusione della conoscenza. Si è passati da
un’economia knowledge-based ad una knowledge-driven, nella quale si affrontano
nuove sfide: i mercati stanno diventano sempre più globali con nuovi competitors, il
ciclo di vita dei prodotti è sempre più corto, i consumatori sono più consapevoli e
esigenti, ed infine la tecnologia diventa più complessa. In quest’economia knowledge-
driven, l’innovazione ha assunto una posizione centrale ed è un elemento essenziale per
accedere all’odierno mondo del business. Di fronte a questa nuova attualità, sono
necessarie delle azioni precise per supportare e saper cogliere i vantaggi di questa
evoluzione.
1.1. Ruolo e contributo delle università
In tutti i paesi, il ruolo delle Università ha subito una profonda trasformazione,
evolvendo da quello di pura istituzione erogatrice di conoscenza, verso quello d’istituto
teso a contribuire alla competitività ed allo sviluppo economico in generale. Questo
cambio di mentalità, unito al ruolo svolto dagli incubatori universitari, è determinante
nel favorire un trend positivo in termini di creazione di start-up innovative.
Le università e i centri di ricerca pubblici occupano una posizione centrale per quanto
riguarda i processi innovativi ed il trasferimento tecnologico. Riguardo al contributo
delle università si può partire dalle tradizionali attività di formazione e sviluppo delle
risorse umane, l’aggiornamento dei programmi e l’inserimento di nuove discipline
(biotecnologia, intelligenza artificiale, ingegneria informatica ecc.) cosi come
l’attivazione di percorsi d’eccellenza, che forniscono alla società gli strumenti per
creare ed aggiornare le competenze necessarie allo sviluppo. Non va poi dimenticata
l’attività di ricerca, tradizionalmente quella di base, mirante al progresso della scienza.
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Data la crescente complessità che caratterizza le attività di ricerca, e l’impossibilita, da
parte delle imprese di riuscire ad esplorare efficientemente tutti i possibili percorsi di
sviluppo delle tecnologie, alle aziende, sempre più spesso, interessa che sia l’università
che si occupi di ricerca. Spesso le imprese si collegano alle università per accedere a
laboratori di ricerca sofisticati, centri di calcolo, ecc.,non raramente nell’ambito di
campus universitari, parchi scientifici e incubatori di imprese nei quali è forte il
coinvolgimento della stessa università.
Negli ultimi anni è cresciuto a livello internazionale l’interesse nei confronti dei
contributi che le università e gli altri centri di ricerca istituzionali possono fornire a
sostegno dei processi d’innovazione tecnologica nelle imprese.
1.2 Rapporto tra ricerca e sistema imprenditoriale
In Italia, di fatto, emerge un’eccessiva focalizzazione sulla ricerca di base,
diversamente da quanto accade negli altri paesi dove il network tra mondo della ricerca,
mondo della finanza e imprenditorialità è molto sviluppato.
La ricerca di base è volta all’avanzamento delle conoscenze più generali e teoriche, ed è
considerata sempre più compito delle università, ma non si può dire che essa non
affronti anche problemi pratici e tecnologie applicabili anche nell’industria
La ricerca industriale si occupa soprattutto di migliorare i prodotti e i servizi esistenti e
quindi si tratta più che altro di innovazioni incrementali.
Nell’attuale dinamica socio-economica, in cui le conoscenze scientifiche e le risorse
umane qualificate costituiscono sempre più fattori strategici della crescita, il mondo
della ricerca e dell’università viene esposto con crescente frequenza ed intensità a
sollecitazioni e richieste. Infatti, alle istituzioni universitarie è richiesta una maggiore
presenza all’esterno, non solo come organi di promozione della cultura e del progresso
scientifico e tecnologico, ma anche come enti di sostegno allo sviluppo economico e
come centri di fornitura di servizi avanzati. La collaborazione industria-università tende
cosi a diventare un aspetto del nuovo modo di intendere e di governare il problema della
crescita nella società odierna. È necessario sviluppare delle efficienti relazioni
industria-università, e questo per diversi fattori:
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- I mercati stanno diventando sempre più globali e ciò porta ad una globalizzazione
della concorrenza.
- La ricerca di stimoli all’innovazione nelle industrie tradizionali.
- I vari interventi dei governi nazionali e delle autorità regionali, a sostegno della
nascita di nuove imprese ad alta tecnologia.
- La considerazione dei contributi che la ricerca universitaria offre allo sviluppo
economico, alla crescita delle imprese ed alla nascita di nuove imprese high-tech.
- Le maggiori opportunità derivanti da una collaborazione stretta tra industria e
università e, contando sulle peculiarità di quest’ultima come centro di generazione
di nuova conoscenza e di formazione avanzata.
La globalizzazione in atto nei processi di trasmissione della conoscenza e
dell’innovazione, e l’estensione delle ricadute delle nuove tecnologie nei vari settori
produttivi è oggi velocissima. Ne consegue il sorgere di nuove istanze d’innovazione e
competitività del sistema produttivo in generale, per il cui superamento non si deve
trascurare l’apporto del sistema nazionale della R&S ed in particolare della ricerca
universitaria.
1.2.1 Il trasferimento tecnologico ( Tecnology Transfer Process)
Per trasferimento di tecnologia s’intende il processo di trasferimento d’invenzioni e/o
prodotti sviluppati nei laboratori universitari al mercato attraverso la brevettazione, il
rilascio di licenze e la formazione d’imprese start-up.
Questo processo negli Stati Uniti è favorito dalla presenza di Technology Transfer
Center, di proprietà delle università, che hanno il ruolo di assistere, in tutte le fasi del
trasferimento tecnologico, i ricercatori, proteggendo i loro interessi e quello delle
università d’appartenenza. Il processo di trasferimento tecnologico è composto di
diverse fasi, le quali possiamo cosi riassumerle:
ξ Notificazione dell’invenzione, da parte del ricercatore, al Technology
Transfer Center (TTC).
ξ Ottenimento dei brevetti
ξ Pianificazione strategica e attività di marketing svolte al migliore sfruttamento
del brevetto.
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ξ Stipulazione d’eventuali accordi di licenza
ξ Nel caso di un prodotto innovativo particolarmente adatto, la creazione
d’imprese start-up con l’ausilio di finanziatori esterni.
Tale processo comprende una serie formale ed informale di cooperazioni tra i
ricercatori, quelli che sviluppano la tecnologia e chi la sfrutta. In pratica i meccanismi
usati sono: la ricerca applicata, gli accodi di cooperazione di ricerca e sviluppo,
brevettazione, accordi di licenza, stimolazione dell’interesse del settore finanziario,
pubblicità del portafoglio prodotti.
Il processo di trasferimento tecnologico è uno degli strumenti che può favorire il
riavvicinarsi del mondo accademico a quello industriale attraverso una maggiore
collaborazione tra università e impresa e una maggiore iniziativa imprenditoriale da
parte dei ricercatori industriali. Con appositi regolamenti interni o con provvedimenti
legislativi i ricercatori possono essere incoraggiati a dedicarsi alla ricerca applicata
permettendo loro di vedere la propria ricerca trasformata in un prodotto finale senza
dover rinunciare ad un eventuale beneficio dato da royalties o dal possesso di
partecipazioni nel capitale sociale del eventuale impresa neo costituita. All’interno del
quadro italiano possiamo menzionare il progetto di collaborazione tra Politecnico di
Milano, Università Bocconi e Mediobanca. Il progetto consiste nella creazione
all’interno del Politecnico di un “ centro intergrato per il trasferimento tecnologico e la
creazione di impresa”, con lo scopo di favorire spin-off e la brevettazione sistematica
dei risultati ottenuti dalla ricerca universitaria.
1.3 Le imprese spin-off
1.3.1 Gli spin-off industriali
Nei settori ad elevato contenuto tecnologico, rilevanti processi di sviluppo vengono
determinati, oltre che dall’espansione e dal consolidamento di grandi gruppi industriali,
anche dalla nascita di nuove imprese ad elevato contenuto innovativo di piccole e medie
dimensioni. Una particolare modalità di nascita di nuove imprese è quella dello spin-off,
secondo la quale un gruppo di persone si distacca da una determinata organizzazione;
pubblica, privata, profit o non- profit, per costituire un nuovo nucleo imprenditoriale
indipendente. Infatti, sono proprio i settori a maggiore contenuto tecnologico quelli
dove si creano i presupposti per il verificarsi di fenomeni di spin-off. Molte imprese di