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nazionali o grandi società che hanno stabilito un loro ufficio a
Bruxelles, gruppi che rappresentano interessi territoriali locali o
regionali e rappresentanti di paesi terzi che promuovono e
salvaguardano gli interessi del proprio stato.
* * *
Un mosaico di canali più o meno formali in cui i rappresentanti
delle istituzioni Europee, degli stati membri e dei gruppi di interesse
interagiscono per discutere ed elaborare decisioni politiche, si è andato
sviluppando e consolidando nel corso di un processo di integrazione
dall’andamento molto irregolare, con una punta minima nel periodo a
cavallo degli anni ’70/’80 ed una punta massima nella seconda metà
degli anni ’80 e nei primi anni ’90. Tra questi, i gruppi di interesse di
livello Europeo meritano una considerazione particolare. Essi hanno
accompagnato la Comunità sin dai suoi primi passi, subendo essi
stessi un lungo processo di sviluppo. Gli euro-gruppi sono stati i più
importanti gruppi di interesse a Bruxelles per circa un decennio. Nella
seconda metà degli anni ’60 si è aperta una fase di “torpore” del
processo di integrazione: la relativa crisi delle istituzioni Europee ed il
conseguente ruolo di primo piano dei governi nazionali (cioè della
dimensione intergovernativa) ha determinato per circa un ventennio
15
un ritorno di attenzione per i canali nazionali di rappresentanza degli
interessi.
La seconda metà degli anni ’80 e i primi anni ’90 hanno segnato
la punta massima del processo di integrazione. L’espansione delle
competenze comunitarie, nuovi equilibri tra le istituzioni e nuove
procedure di voto, hanno modificato l’ambiente in cui i gruppi di
interesse operano, generando un rinnovato interesse per il livello
Europeo di intermediazione degli interessi.
Questi ultimi anni mostrano un sensibile aumento nel numero
degli euro-gruppi. A ciò si affianca la crescente capacità di numerosi
attori, di agire individualmente a livello Europeo, instaurando
relazioni dirette con i funzionari Europei o ricorrendo a lobbisti di
professione. In breve nuove strade e nuovi strumenti per la
rappresentanza degli interessi a livello Europeo, si impongono come
valide alternative al ricorso alle strutture degli euro-gruppi.
* * *
L’influenza sul processo politico comunitario può essere
esercitata per mezzo di un’ampia varietà di strumenti e attraverso
numerosi punti di accesso. Molti di questi strumenti inoltre, si
presentano come valide alternative al ricorso agli euro-gruppi. La
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grande varietà di strumenti a disposizione degli interessi, ha insidiato
il ruolo preminente tradizionalmente riservato agli euro-gruppi. La
risposta di questi non è stata tuttavia uniforme. Numerosi euro-gruppi
hanno cercato di modificare la propria struttura nella speranza di agire
efficacemente in un rinnovato ambiente comunitario, altri non sono
stati in grado di sollevarsi da una condizione di relativa debolezza.
Il panorama dei gruppi di interesse che agiscono sulla scena
Europea è oggi così articolato da somigliare più all’esperienza
pluralista americana, che non alle singole esperienze nazionali
orientate maggiormente verso esperienze corporative. I gruppi di
interesse di livello Europeo, per l’importanza che essi hanno nel
processo politico comunitario, sono stati e sono tuttora oggetto di
un’imponente letteratura; è facile constatare come essi costituiscano
un importante tema di indagine per la scienza politica. Questa ricerca
sulla rappresentanza degli interessi nell’Unione Europea si propone di
ricavare dalla letteratura esistente un quadro aggiornato sul ruolo che
gli euro-gruppi tuttora giocano nel policy-making Europeo.
L’obiettivo primario di questo studio è quello di fornire un chiaro e
per quanto possibile, esaustivo ritratto dei gruppi di interesse che
operano sulla scena Europea e dei modi attraverso cui essi
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rappresentano gli interessi di cui sono portatori. Quali sono le
caratteristiche strutturali degli euro-gruppi? Quali relazioni hanno con
le principali istituzioni comunitarie? A quali strumenti ricorrono per
cercare di influenzare il processo decisionale Europeo? A queste
domande i capitoli che seguono cercano di dare una risposta il più
possibile accurata.
* * *
Una grande varietà di approcci teorici ha caratterizzato gli studi
prodotti in questo campo. Il capitolo 1 fornisce il quadro teorico entro
cui si sviluppa l’opera. I punti fermi attorno ai quali si articola questo
studio sono i seguenti. In primo luogo è adottata una prospettiva che
lega i gruppi di interesse ed i loro comportamenti al contesto
istituzionale in cui essi operano ed alle sue modificazioni. I gruppi di
interesse agiscono nel contesto istituzionale Europeo ed i loro
comportamenti ne sono in parte modellati: da un lato il contesto
politico e le regole istituzionali creano costrizioni all’azione dei
gruppi, dall’altro offrono una cornice entro cui essi possono prendere
decisioni individuali in accordo con i propri obiettivi normativi, con le
proprie convinzioni, con i propri interessi particolari.
18
In secondo luogo viene sottolineata l’incapacità del processo di
integrazione, di coinvolgere in eguale misura tutte le aree di
competenza dell’Unione Europea. Il diverso atteggiamento degli stati
membri con riguardo ai diversi settori di competenza della comunità
genera un mosaico di competenze ed attribuzioni. In questo quadro i
gruppi di interesse comprendono, che per ottenere dei successi
nell’influenzare l’attività politica Europea, essi debbono utilizzare
diversi punti di accesso al processo decisionale. E’ possibile
individuare un livello sovranazionale di interazione con le istituzioni
Europee, un livello nazionale che rimane un importante obiettivo per
l’attività dei gruppi, infine più bassi livelli regionali o locali. Dentro
ciascuno di questi livelli si sviluppano differenti modelli di
intermediazione degli interessi.
Le due prospettive ora esposte, producono importanti
conseguenze nell’impostazione di questo lavoro. Riconoscere
l’importanza del contesto istituzionale e della sua evoluzione per lo
sviluppo delle strutture di intermediazione degli interessi significa
studiare i gruppi di interesse all’interno dell’ampia cornice di vincoli
ed opportunità posti dalle istituzioni Europee. L’attenzione di questo
studio si concentra dunque, su tre distinti campi di indagine: il primo
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riguarda le caratteristiche istituzionali dell’Unione Europea, il secondo
comprende le diverse risposte dei gruppi di interesse all’ambiente
istituzionale comunitario ed alle sue modificazioni, il terzo riconosce
la varietà di forme che la rappresentanza degli interessi assume
nell’UE.
I risultati ottenuti danno modo di rispondere all’importante
quesito se sia possibile applicare al sistema Europeo di rappresentanza
degli interessi un unico modello teorico, ad esempio quello pluralista
o quello neo-corporativo. La risposta fornita da questo studio è
negativa. Alla luce delle numerose diversità che emergono con
riguardo ai gruppi di interesse di livello Europeo ed all’ambiente
istituzionale in cui essi operano, appare impossibile individuare un
modello prevalente di rappresentanza di interessi nell’Unione
Europea, riconducibile ad una forma pluralista o corporativa. E’
invece preferibile ritenere che l’intermediazione di interessi assuma
diverse forme nei diversi livelli e settori, risultando in alcuni casi
prevalentemente pluralista, in altri prevalentemente corporativa, in
altri ancora una miscela di entrambe.
Le difficoltà che derivano dall’impossibilità di utilizzare un
unico modello per analizzare la rappresentanza degli interessi nei
20
diversi settori, sono superate ricorrendo ad un nuovo modello di
intermediazione di interessi, il meso-corporativismo. Si ritiene cioè,
che un approccio di meso livello (ovvero di indagine sistematica delle
caratteristiche dell’attività di governo comunitaria a livello di settori
ed aree politiche specifiche) permetta di considerare le forti differenze
nei modelli di intermediazione di interessi esistenti nei diversi livelli e
settori della politica Europea.
* * *
Di quali risorse dispongono gli euro-gruppi? Dove ed in base a
quali criteri essi scelgono la loro sede? Chi sono i membri degli euro-
gruppi? È possibile individuare una struttura comune a tutti o per lo
meno, ai principali gruppi di interesse? Esiste un rapporto tra le risorse
di cui essi dispongono e la maggiore o minore efficacia della loro
azione? Il capitolo 2 si apre con un’analisi degli elementi che
caratterizzano ed accomunano la struttura dei gruppi di interesse che
operano sulla scena Europea. A questo proposito una particolare
attenzione è dedicata alla struttura di quegli euro-gruppi che si
distinguono per le proprie caratteristiche strutturali ed organizzative. I
risultati ottenuti forniscono utili informazioni per rispondere a queste
domande e mettono in luce alcune cause essenziali di debolezza degli
21
euro-gruppi. La seconda parte del capitolo dedica dunque, particolare
attenzione a due variabili strettamente legate alle caratteristiche
strutturali dei gruppi di interesse: la scelta dello stile decisionale e la
distinzione tra euro-gruppi con struttura federativa ed euro-gruppi a
partecipazione diretta. Nel quadro di questo studio ad esse viene
attribuita fondamentale importanza nel determinare la maggiore o
minore efficacia dell’attività dei gruppi di interesse.
All’ultima parte del capitolo è affidato il compito di analizzare
le varie tipologie di incentivi che sono alla base della decisione di
partecipare ad una qualche forma di azione collettiva. Sulla base dei
risultati ottenuti ed alla luce delle caratteristiche strutturali
precedentemente delineate, vengono considerate le ragioni che
pongono gli euro-gruppi al centro dell’azione collettiva. Gli euro-
gruppi possono essere considerati attori di primaria importanza per la
rappresentanza degli interessi a livello Europeo? Una serie di elementi
su cui si sofferma questo studio permette di sostenere che queste
ampie organizzazioni, seppur indebolite da tutta una serie di problemi
legati alla loro struttura, giocano tuttora un ruolo potenzialmente vitale
nel processo politico Europeo.
* * *
22
Come logica conseguenza della complessità del sistema
decisionale Europeo, anche il processo di intermediazione degli
interessi è piuttosto articolato. Se è vero che non ci sono ricette per un
lobbying di successo, poiché le norme comunitarie sono il frutto di un
processo decisionale lungo e complesso, è altresì indiscutibile che per
poter essere efficace, l’attività dei gruppi di interesse deve essere
continua e capace di seguire da vicino tutte le fasi del processo
decisionale. Un lobbying efficace richiede una strategia multipla
capace di utilizzare i numerosi punti di accesso forniti dal complesso
processo politico Europeo. Il capitolo 3 si pone l’obiettivo di
descrivere il rapporto che esiste tra gli euro-gruppi e le principali
istituzioni comunitarie. Per fare ciò vengono compiute tre operazioni
fondamentali: in primo luogo viene fornita una panoramica della
struttura organizzativa delle principali istituzioni Europee; in secondo
luogo viene descritto il loro ruolo nel processo decisionale
comunitario; infine, vengono individuati i punti di accesso che esse
mettono a disposizione dei gruppi di interesse, per esercitare la loro
attività di pressione a livello Europeo. I risultati ottenuti mettono in
luce alcuni fondamentali aspetti del rapporto che esiste tra i gruppi di
interesse e le istituzioni comunitarie.
23
* * *
La scelta di trattare il Comitato Economico e Sociale
separatamente dalle altre istituzioni comunitarie dà origine al capitolo
4. L’esistenza di un rapporto speciale tra i gruppi di interesse ed il
Comitato Economico e Sociale giustifica questa scelta. Le
pubblicazioni che hanno ad oggetto il CES non sono molto numerose,
se paragonate alla mole di libri, articoli, ecc. aventi ad oggetto i
rapporti tra i gruppi di interesse e le altre istituzioni comunitarie, in
particolar modo la Commissione. Il materiale a disposizione è tuttavia
sufficiente a delineare un quadro sufficientemente articolato del ruolo
del CES nel processo decisionale comunitario e del complesso
rapporto esistente con i gruppi di interesse di livello Europeo.
* * *
Ai fini delle ricerche bibliografiche e per la ricerca di
informazioni aggiornate è stato fatto largo uso di fonti Internet. Tutti i
principali euro-gruppi hanno un loro sito ufficiale ove è possibile
ottenere informazioni più o meno dettagliate riguardo alla loro
struttura, alla loro composizione ed alle attività che essi svolgono. Da
questi siti è inoltre possibile risalire alle pubblicazioni ufficiali dei
gruppi (una buona parte, ad esempio i rapporti annuali, è disponibile
24
direttamente in rete). Si sono inoltre dimostrati di grande utilità i siti
ufficiali delle istituzioni Europee per la grande mole di documenti
ufficiali e studi specifici che essi mettono a disposizione. Intendo
infine citare il volume a cui ho fatto riferimento per migliorare le mie
conoscenze in materia di ricerche bibliografiche e cataloghi OPAC:
Metitieri, Fabio e Ridi, Riccardo (1998), Ricerche bibliografiche in
Internet, Milano, Apogeo.
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CAPITOLO 1
I GRUPPI DI INTERESSE EUROPEI,
L’INTERMEDIAZIONE DEGLI INTERESSI ED IL
PROCESSO DI INTEGRAZIONE. UN QUADRO TEORICO
1.1 Gruppi di interesse, gruppi di pressione ed attività di lobbying:
una chiarificazione terminologica
I gruppi di interesse, in quanto protagonisti del processo
politico, sono stati e sono tuttora oggetto di un’ imponente letteratura;
è facile constatare come essi costituiscano un importante tema di
ricerca per la scienza politica, meno facile è ricavare dal vasto
materiale a disposizione definizioni ampiamente condivise del
concetto di gruppo di interesse o gruppo di pressione. I termini
“lobbying”, “gruppi di pressione”, “gruppi di interesse”, sono spesso
utilizzati attribuendo ad essi diversi significati, sino al punto da creare
una certa confusione terminologica
1
.
1
David Truman, riferendosi al concetto di gruppo, sostiene che “una preoccupazione
eccessiva per i problemi di definizione si dimostra solo un handicap” (Truman, 1971); Henry W.
Ehrmann considera l’espressione “gruppi di interesse” liberamente intercambiabile con altre
espressioni quali “gruppi di pressione, “interessi organizzati”, “lobbies”, “gruppi politici”, “gruppi
di potere” (Ehrmann, H. W., Interest Groups, in International Encyclopedia of the Social Sciences,
vol. VII, p.486). Altri studiosi considerano necessaria una definizione della nozione di gruppo, tra
questi Domenico Fisichella quando afferma che, con riferimento “ai gruppi, basta un’occhiata al
repertorio lessicale corrente per dare ragione dell’esigenza definitoria” (Fisichella, 1972) o Jean
26
E’ quindi necessario, come primo passo del nostro lavoro,
sviluppare una chiara definizione di queste tre dizioni.
Gruppo di interesse. Un gruppo di interesse è un “qualsiasi
gruppo che sulla base di uno o più interessi comuni, avanza alcune
specifiche rivendicazioni nei confronti di altri gruppi della società, per
l’instaurazione, il mantenimento o l’ampliamento di forme di
comportamento che sono inerenti agli atteggiamenti condivisi
2
”
(Truman, 1971)
3
.
Questa definizione, pur essendo la più esplicita e la più diffusa
(tra quelle da noi considerate) soffre di tre inconvenienti: una tale
nozione di interesse rischia di divenire troppo generica
4
5
, vi è
Meynaud quando osserva che “la nozione di gruppo di pressione ha un senso per l’analisi politica
solo a patto di una sua chiara delimitazione” (Meynaud, 1963).
2
Atteggiamenti “nei confronti di ciò che è necessario, o è desiderato, in una determinata
situazione, i quali sono rilevabili sotto forma di domande o rivendicazioni da altri gruppi della
società.” (Truman, 1971)
3
La nozione di gruppo e la conseguente Group Theory of Politics sono introdotte nella
moderna scienza politica dall’opera di Arthur F. Bentley, The Process of Government: a Study of
Social Pressures, 1908. L’autore considera i fenomeni politici come il risultato di una interazione
di gruppi, i quali costituiscono perciò gli unici effettivi attori della scena politica. La group activity
diviene il principale oggetto di studio: “il grande compito dello studio di qualsiasi forma di vita
sociale è l’analisi di questi gruppi. Quando i gruppi sono adeguatamente presentati tutto è
presentato, e se dico tutto intendo tutto”. Dopo il lavoro di Bentley, la Group Theory of Politics è
riproposta da David Truman con l’opera del 1951 The Governmental Process, ove l’autore
considera il gruppo di interesse come “un gruppo di atteggiamenti condivisi che porta avanti certe
rivendicazioni rispetto ad altri gruppi della società”.
4
“Nel disegno della scuola di Bentley e di Truman la nozione di gruppo finisce per
configurare un genus tanto ampio da diventare generico.” (Fisichella, 1972)
5
Chiaramente non tutti gli interessi presenti nella società perseguono obiettivi
politicamente rilevanti. Parlare di gruppi di interesse non dice nulla circa il loro potenziale politico
e ciò non giova all’analisi politica che deve occuparsi dei gruppi in quanto operatori del processo
politico (ossia in quanto e finché stanno nel processo politico) (Fisichella, 1972).
27
spesso la tendenza a considerare solamente gli interessi economici
6
,
essa infine non ci permette di dire nulla sulle modalità di interazione
tra i vari gruppi e sul modo in cui essi cercano di far prevalere i loro
interessi (Pasquino, 1983).
Gruppo di pressione. Questo termine “indica al tempo stesso
l’esistenza di un’organizzazione formale e la modalità di azione del
gruppo per il perseguimento dei suoi fini: la pressione
7
” (Pasquino,
1983). La pressione è dunque l’attività di un insieme di individui che
cercano di influire, attraverso l’uso o la minaccia dell’uso di sanzioni,
sulle decisioni che vengono prese dal potere politico, “al fine di
influenzare l’assegnazione imperativa dei valori sociali attraverso il
potere politico” (Pasquino, 1983)
8
. Tre elementi sono presenti quando
parliamo di gruppi di pressione: l’esistenza di un gruppo o di una
comunità organizzata, la nozione di interesse e la sua difesa, una
strategia per influenzare il potere politico.
6
Nel suo significato stretto interesse sta per interesse economico, utilitario, self-interest;
questo è divenuto l’uso comune e scientifico della parola, “visto che molti degli studiosi che
abitualmente si occupano dei gruppi di interesse finiscono per dedicare il più della loro attenzione
ai gruppi di interesse economici” (Fisichella, 1972).
7
Se da una parte la dizione “interesse” evoca la motivazione o la finalità dell’agire di un
gruppo (il perché il gruppo opera), dall’altra con il termine “pressione” poniamo l’attenzione sul
modo con il quale tali finalità sono perseguite (il come il gruppo opera) (Fisichella, 1972).
8
Meynaud collega il gruppo di pressione alle “lotte intraprese per rendere le decisioni dei
poteri pubblici conformi agli interessi o alle idee di una qualunque categoria sociale”. Un
organismo si qualifica come gruppo di pressione quando manifesta la volontà di influenzare le
decisioni dei poteri pubblici. (Meynaud, 1963)