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Der Sandmann: una novella unheimlich
1. La costruzione dell’intreccio e la struttura epistolare della novella
La novella Der Sandmann (1816) fu scritta di getto, come Hoffmann racconta, in una
lettera all’editore Georg Reimer tra la notte del 16 e quella del 24 novembre 1815 e fu
inserita nella raccolta Nachtstücke, il cui titolo rimanda al genere letterario inaugurato
da Jean Paul.
Cosi come in altre novelle di Hoffmann, anche in Der Sandmann vi è una molteplicità
di punti di vista, i quali offrono visioni differenti e talora opposte dei fatti accaduti:
l’autore, rimanendo fedele agli obiettivi che chi scrive un Nachtstück si propone, lascia
che dietro gli oggetti più comuni e le circostanze più ordinarie si intraveda una
dimensione soprannaturale ed inquietante che irrompe improvvisamente nel mondo
reale distruggendo ogni certezza e destabilizzando l’esperienza della realtà. Il titolo
stesso funge da introduzione nell’universo magico e irreale della fiaba, in quanto fa
riferimento ad un personaggio appartenente alla tradizione popolare nordeuropea: il
Sandmann, corrispettivo tedesco di Ole Lukøje
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, il quale è un personaggio positivo che
cosparge di sabbia magica gli occhi dei bambini prima che si addormentino, procurando loro un
sonno sereno. Tuttavia, Hoffmann rivisita la fiaba, caricando di forte valenza negativa questo
personaggio, che diviene, secondo il racconto di una balia, un personaggio terrificante che getta
sabbia negli occhi dei bambini, che non vogliono addormentarsi. Questi balzano, poi,
sanguinolenti fuori dalle orbite e il Sandmann o Omino della sabbia li raccoglie in un sacco per
portarli in pasto ai suoi figli sulla Luna. Per il protagonista Nathanael, che resta particolarmente
impressionato da questa fiaba, l’Omino di sabbia assume valenze ulteriormente sinistre,
appunto, unheimlich, poiché viene identificato con personaggi appartenenti alla dimensione del
quotidiano, lasciando che il timore di Nathanael di essere privato degli occhi diventi una
minaccia reale quasi costante: Hoffmann imbastisce un racconto fantastico che ruota intorno
alla sfera dell’occhio nella sua duplice valenza di organo della vista e della visione, i quali
includono il filtro della strumentazione ottica come cannocchiali e occhiali. La novella è
articolata in tre epistole, dopodiché subentra il narratore che continua la narrazione dei
fatti.
Nella prima lettera, lo studente Nathanael, ovvero il protagonista, si scusa con l’amico
Lothar per non avergli dato notizie per un lungo periodo di tempo, confessando che non
gli è stato possibile poiché qualcosa di sinistro ha fatto irruzione nella sua esistenza:
“Etwas Entsetzliches ist in mein Leben getreten! — Dunkle Ahnungen eines gräßlichen
mir drohenden Geschicks breiten sich wie schwarze Wolkenschatten über mich aus”
27
La narrazione in chiave epistolare enfatizza l’attività di scrittura come risposta
all’assenza fisica del proprio interlocutore e mette in risalto il desiderio del mittente di
avere con sé il proprio destinatario affinché questi possa prendere parte personalmente
26
Ben Holden (2016), Bedtime Stories for Grown-ups, Simon&Schuster UK Ltd, Croydon, 2016, p. 480.
27
E.T.A Hoffmann (1816), Der Sandmann, eBOOK Bibliothek, 2005, p. 4 (d’ora in poi citato con
l’abbreviazione “DS”).
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alla visione e all’analisi delle vicende che hanno turbato l’animo del protagonista
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:
“Wärst Du nur hier, so könntest Du selbst schauen.” (DS, 4)
Data la mancata partecipazione di Lothar agli eventi, Nathanael immagina che questi lo
consideri un visionario: “aber jetzt hältst Du mich gewiß für einen aberwitzigen
Geisterseher.” (DS, 5)
E allo stesso tempo si prefigura il giudizio che darebbe la sua fidanzata Clara:
“Das sind ja rechte Kindereien!” (DS, 5)
Il 30 ottobre a mezzogiorno un venditore di barometri, Giuseppe Coppola, ha bussato
alla sua porta offrendogli la sua merce. La forte somiglianza di questo individuo,
soprattutto per la presenza di attributi estetici, quali folte sopracciglia grigie e lunghe
ciglia del medesimo colore, con un amico del padre di Nathanael, l’avvocato Coppelius,
che Nathanael stesso considera essere l’assassino di suo padre, ha generato in lui un
profondo senso d’angoscia e “oscuri presentimenti”.
“Er war anders gekleidet, aber Coppelius’ Figur und Gesichtszüge sind zu tief in mein Innerstes
eingeprägt, als daß hier ein Irrtum möglich sein sollte. Zudem hat Coppelius nicht einmal
seinen Namen geändert. Er gibt sich hier, wie ich höre, für einen piemontesischen Mechanikus
aus und nennt sich Giuseppe Coppola.” (DS,5)
Nonostante quest’uomo fosse abbigliato diversamente, la sagoma e tratti del volto
sembrano a Nathanael essere precisamente quelli di Coppelius, il quale non ha
nemmeno provveduto a cambiare il suo nome, dato che Coppelius e Coppola sono due
parole tra loro molto somiglianti.
In seguito a questo agghiacciante incontro, Nathanael rievoca il tempo della sua infanzia
e racconta all’amico la fiaba del Sandmann, che la balia era solita raccontare a lui e ai
suoi fratelli al fine di farli addormentare:
“Das ist ein böser Mann, der kommt zu den Kindern, wenn sie nicht zu Bett gehen wollen, und
wirft ihnen Hände voll Sand in die Augen, daß sie blutig zum Kopf herausspringen, die wirft er
dann in den Sack und trägt sie in den Halbmond zur Atzung für seine Kinderchen; die sitzen
dort im Nest und haben krumme Schnäbel, wie die Eulen, damit picken sie der unartigen
Menschenkindlein Augen auf.” (DS, 6-7)
Come sopra anticipato, il Sandmann, da personaggio positivo della tradizione popolare
nordeuropea diviene nel racconto della balia uno spauracchio infantile che suole gettare
sabbia negli occhi dei bambini, facendoli fuoriuscire dalle cavità oculari e, poi, li
raccoglie in un sacco e li porta sulla Luna, dove vengono dati in pasto ai suoi figlioletti.
28
Hilda Meldrum Brown (2006) E.TA. Hoffmann and the Serapiontic Principle. Critique and Creativity.
Studies in German Literature, Linguistics and Culture, Camden House, USA, Rochester NY, 2006, p.
194.
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Nonostante le ripetute rassicurazioni di sua madre circa l’inesistenza di questo
terrificante personaggio, Nathanael, spinto dalla curiosità, cerca di capire a chi siano
associati i rumori che sente (il cigolio della porta, pesanti passi per le scale) quando ode
pronunciare il suo nome: una sera, appena sente i soliti rumori, si nasconde dietro una
tenda e vede un ospite entrare nel laboratorio alchemico di suo padre. Si tratta
dell’avvocato Coppelius, un abituale frequentatore di casa: si tratta di Coppelius,
incarnazione del tanto temuto Sandmann che minaccia di privarlo della vista.
“Der Sandmann steht mitten in der Stube vor meinem Vater, der helle Schein der
Lichter brennt ihm ins Gesicht! — Der Sandmann, der fürchterliche Sandmann ist der
alte Advokat Coppelius, der manchmal bei uns zu Mittage ißt!” (DS, 9)
In preda allo spavento, Nathanael emette un urlo e l’avvocato Coppelius ovvero il
‘Sandmann’ lo afferra minacciandolo di prendergli gli occhi.
“Augen her, Augen her!” (DS, 12)
Grazie all’intervento del padre, Coppelius non gli cava gli occhi, bensì lo afferra più
saldamente e tende a torcere le sue membra, provocandogli dolore, per carpirne il
meccanismo delle mani e dei piedi:
“Mag denn der Junge die Augen behalten und sein Pensum flennen in der Welt; aber
nun wollen wir doch den Mechanismus der Hände und der Füße recht observieren.” (DS
p 12)
Dopo questa visione, Nathanael si ritrova a letto con la febbre e, al suo risveglio, chiede
alla madre dove sia andato il Sandmann, la madre lo rassicura dicendogli che è andato
via e non può più fargli del male. Per un lungo periodo, Coppelius non frequenta la loro
abitazione, ma la sua ultima visita coincide con la morte del padre di Nathanael: il
protagonista bambino è a letto e, improvvisamente, ode un rumore simile a uno scoppio,
il cui fragore raggiunge l’intera casa e il vicinato; il giovane protagonista comprende che
la causa di tale fracasso non può che essere l’odiato avvocato Coppelius e corre nel
laboratorio dove trova il corpo del padre che giace senza vita circondato dalla madre e
dalle sorelle.
“Vor dem dampfenden Herde auf dem Boden lag mein Vater tot mit schwarz verbranntem,
gräßlich verzerrtem Gesicht, um ihn herum heulten und winselten die Schwestern — die Mutter
ohnmächtig daneben! — „Coppelius, verruchter Satan, du hast den Vater erschlagen!” (DS, 14-
15)
L’appellativo ‘Satan’ allude alla valenza malefica della figura di Coppelius percepito,
così come il Sandmann della tradizione popolare, incarnazione del male. In seguito,
Nathanael conclude la lettera confessando all’amico la sua volontà di vendicare la morte
di suo padre ora che, a distanza di anni, se ne ritrova davanti l’assassino.
“Ich bin entschlossen, es mit ihm aufzunehmen und des Vaters Tod zu rächen, mag es
denn nun gehen, wie es will.” (DS, 15)
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Sbadatamente, Nathanael, invece di inviare la lettera, il cui contenuto è stato appena
esposto, a Lothar, la invia a Klara, sua fidanzata, nonché sorella dell’amico Lothar. La
giovane donna, nonostante l’errore, legge la lettera e trovando poco credibile il racconto
di Nathanael, cerca di tranquillizzarlo, dicendogli che i suoi turbamenti non hanno
fondamento nella realtà, ma solamente nel suo animo.
“Geradeheraus will ich es Dir nur gestehen, daß, wie ich meine, alles Entsetzliche und
Schreckliche, wovon Du sprichst, nur in Deinem Innern vorging, die wahre wirkliche
Außenwelt aber daran wohl wenig teilhatte.” (DS, 17)
Inoltre dopo aver preso alcune informazioni in merito agli esperimenti alchemici presso
un farmacista della zona, Klara lo dissuade circa la colpevolezza di Coppelius: a suo
avviso, non è lui l’assassino del padre di Nathanael, poiché, in base a quanto le ha
spiegato il farmacista, è molto frequente che esperimenti di questo tipo causino
esplosioni.
“Glaubst Du, daß ich den erfahrnen Nachbar Apotheker gestern frug, ob wohl bei chemischen
Versuchen eine solche augenblicklich tötende Explosion möglich sei. Der […] beschrieb mir
nach seiner Art gar weitläuftig und umständlich, wie das zugehen könne.” (DS, 17-18)
Dopodiché, Klara racconta di essersi consultata con Lothar, il quale condivide il punto
di vista di lei.
“Es ist auch gewiß,“ fügt Lothar hinzu, „daß die dunkle physische Macht, haben wir uns durch
uns selbst ihr hingegeben, oft fremde Gestalten, die die Außenwelt uns in den Weg wirft, in
unser Inneres hineinzieht, so, daß wir selbst nur den Geist entzünden, der, wie wir in
wunderlicher Täuschung glauben, aus jener Gestalt spricht.” (DS, 19)
Considerando una pura suggestione l’intera storia raccontata da Nathanael, Klara
conclude la lettera proponendosi come suo angelo custode.
“Ich habe mir vorgenommen, bei Dir zu erscheinen wie Dein Schutzgeist.” (DS, 20)
I discorsi di Klara hanno avuto un influsso benefico su Nathanael, il cui animo è
divenuto più calmo e pacato. Ormai, Nathanael è convinto che Coppola e Coppelius non
possono essere in alcun modo la stessa persona.
“Übrigens ist es wohl gewiß, daß der Wetterglashändler Giuseppe Coppola keinesweges
der alte Advokat Coppelius ist.” (DS, 20)
Il protagonista racconta, oltre a ciò, che sta frequentando le lezioni di un professore di
fisica, Spalanzani, il quale conosce Coppola da parecchi anni e dice che invece
Coppelius abbia lasciato la città da molto tempo. Tuttavia, nonostante queste due
rassicurazioni, non riesce a liberarsi completamente dell’immagine di Coppelius.