2
contribuito ad innalzare l’attenzione sul tema della gestione dei rischi, facendo
sorgere l’esigenza di migliorare i sistemi di controllo interni delle imprese.
Negli ultimi anni il tema del risk management è stato posto al centro dell’attenzione,
dapprima nel settore bancario e successivamente in campo assicurativo.
Le imprese di assicurazione hanno assistito ad un’evoluzione della loro attività che,
estendendosi anche sui mercati finanziari, attraverso il ruolo di investitori
istituzionali, ha influito sul grado di rischio complessivo, che è notevolmente
cresciuto, a causa dell’incremento del peso dei rischi finanziari, che si sono posti in
prima linea accanto ai rischi tipici dell’attività core delle imprese di assicurazioni,
quali rischi di assunzione piuttosto che riservazione.
Così sulla scia di Basilea II per le banche, è nato il progetto Solvency che interessa le
imprese di assicurazioni, recentemente ribattezzato come Solvency II.
Il progetto mette in luce la necessità di rafforzare i requisiti sul capitale, in modo da
assicurare una certa stabilità della struttura dei finanziamenti, accertare che la
valutazione del rischio sia coerente con la tipologia d’impresa, attraverso l’adozione
di un approccio integrato di gestione dei rischi, e massimizzare la trasparenza e
l’informativa interna ed esterna.
Il risk management risulta essere lo strumento di controllo adatto per affrontare il
problema della complessità derivante dagli innumerevoli fattori di rischio che
caratterizzano l’ambiente in cui l’impresa opera. I maggiori vantaggi derivanti
dall’applicazione del risk management, infatti, si concretizzano proprio nella
gestione positiva del rischio, orientata alla creazione del valore.
Il risk management, in particolare, individua i fattori di rischio rilevanti che possono
influenzare il business e assegna loro un valore di probabilità e di impatto, in maniera
da offrire al management uno schema di riferimento che indichi le principali
difficoltà al raggiungimento degli obiettivi prestabiliti e le adeguate contromisure per
fronteggiarle.
Tuttavia, la materia del rischio è ancora poco conosciuta e, soprattutto, lo è la sua
prospettiva innovativa, cioè quella che crea valore in fase di gestione strategica.
3
La maggior parte delle imprese è ancora riluttante ad investire tempo e risorse in un
approccio ampio di gestione del rischio, perché non comprende chiaramente come
l’azienda possa essere ricompensata dallo sviluppo del risk management. In
particolare, lo sono le PMI: le più scettiche nei confronti del risk management e allo
stesso tempo le più bisognose di implementarlo, vista la loro particolare esigenza di
avere un processo decisionale flessibile per adattarsi prontamente ai cambiamenti
dell’ambiente competitivo.
Un aforisma di Andrè Gide dichiara che "Senza rischi non si fa nulla di grande".
Questo per spiegare che nessun investimento é senza incertezza e quindi
comprendere e padroneggiare il rischio é una delle chiavi per gestire gli investimenti
e i loro ritorni. Le opportunità di guadagno espongono sempre a qualche rischio, ma
saranno più facili da ottenere se il manager conosce il rischio che affronta e sa
gestirlo, se si conoscono in precedenza i rischi che si possono incontrare e più facile
prevenirli o affrontarli nel momento in cui si presenteranno.
A ben vedere, la gestione del rischio dovrebbe essere considerata una priorità nelle
piccole e medie imprese più che nelle grandi, poiché esse sono soggette ad un elevato
grado di vulnerabilità, non essendo cioè nella posizione di poter assorbire il costo dei
rischi non adeguatamente gestiti. Per le PMI il risk management potrebbe anche
essere uno strumento che facilita l’accesso al capitale di finanziamento, in un
contesto dove il collegamento con le istituzioni finanziarie non passa più solo
attraverso la relazione personale, ma necessita invece anche di un sistema di
indicatori e di business plan.
Nel primo capitolo viene visto che cos'è l'assicurazione, quali sono i vari servizi
assicurativi, la loro classificazione e quindi le tipologie di polizze assicurative
stipulabili. Continuiamo poi esaminando gli attori e gli istituti che operano nel
mondo assicurativo quali le compagnie assicurative, l'agente, il broker, le S.I.M.,
l'ANIA e l'ISVAP e alle loro mutazioni nel corso del tempo. Infine si da uno sguardo
al progetto comunitario Solvency II.
Nel secondo capitolo è trattato il rischio vedendo dapprima in generale cos'è il
rischio, poi si esaminano i vari tipi di rischi cui le società in generale sono esposte e
4
in particolare il rischio puro. Inoltre, in base ad uno studio effettuato dalla Ernst &
Young esaminando 11 settori industriali, si esaminano i 10 rischi d'impresa più
importanti che le imprese hanno affrontato nel corso del 2009.
Infine, nel terzo capitolo, è trattato il risk management. Viene dato prima un rapido
sguardo all’evoluzione storica, si esamina dapprima in generale il risk management e
in seguito in tutte le sue fasi quali il processo di identificazione del rischio, il
processo di valutazione, la valutazione delle scelte alternative di gestione e il
processo di gestione del rischio. Si passa poi all’esamina della funzione del risk
manager all’interno dell’impresa quale gestore dei rischi assicurabili e non
all’interno dell’impresa. Infine si esamina una figura complementare a quella del
risk manager ossia il broker il quale esercita la funzione brokeraggio assicurativo
consistente nel gestire il trasferimento assicurativo del rischio nella sua accezione più
lata che va dallo studio della polizza, all’analisi dell’offerta, alla scelta della
compagnia, dalla gestione del contratto all’eventuale assistenza nella gestione del
sinistro e nella liquidazione dei danni.
5
CAPITOLO 1
I SERVIZI ASSICURATIVI
1.1 L’ASSICURAZIONE
Secondo la definizione del nostro Codice Civile l’assicurazione è il contratto col
quale l’assicuratore, verso il pagamento di un premio, si obbliga a rivalere
l’assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro ovvero
a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana
(articolo 1882). Per effetto di tale contratto, dunque, possono generarsi due differenti
impegni per l’assicuratore:
ξ Il fronteggiamento di rischi puri, cioè la sistematica assunzione su di sé
delle conseguenze negative (danni) conseguenti al verificarsi di un
determinato evento (sinistro) in capo all’assicurato;
ξ La corresponsione di prestazioni sotto forma di capitale o di rendita a
seguito di eventi attinenti alla vita umana.
1
Insurance is a social device, in which a group of individuals (called "insureds")
transfer risk to another part (called an "insurer") in order to combine loss experience,
which permits statistical prediction of losses and provides for payment of losses from
funds contributed (premiums) by all members who transferred risk.
1
FORESTIERI G., BERTOLINI F., Risk Management: Strumenti e politiche per la gestione dei rischi
puri dell’impresa, EGEA, 1996.
6
Insurance (1) is a social device, in that people and organizations help themselves and
each other by exchanging relatively small premiums for economic security against
potentially large losses; (2) involves a large group of people or organizations who are
exposed to similar risks; (3) allows each person or organization who becomes an
insured to transfer risk to the whole group, as evidenced by an insurance contract
issued by an insurer; (4) involves the systematic accumulation of funds through the
statistical prediction of losses and calculation of premiums; and (5) pays for losses in
accordance with the terms of the insurance contract. An insurance contract is a legal
document setting forth the agreement between the insured and the insurer.
An alternative, although similar, definition is offered by the Internal Revenue
Service. Recent tax rulings have held that a contract must possess three
characteristics for it to be considered insurance: risk shifting, risk distribution, and
“insurance risk”
2
.
3
L'assicurazione può essere facoltativa o obbligatoria, a seconda che sia contratta
liberamente dall'assicurato o imposta dalla legge a tutela di particolari interessi
pubblici
4
. Il documento comprovante il contatto di assicurazione, la polizza, ha per
oggetto il trasferimento del rischio: con esso il contraente distoglie il rischio —
inteso quale ammontare economico del danno derivante dalle possibili conseguenze
di un evento temuto — dal proprio patrimonio, e lo trasferisce a quello di una
comunità (il complesso degli assicurati).
In particolare, il contratto di assicurazione soddisfa la funzione cautelativa che
afferisce ad una serie di bisogni di tutela non definibili prioritariamente, ovvero di
una serie di possibili eventi dannosi le cui conseguenze non potrebbero essere
recuperate tramite una copertura mediata dal semplice accumulo di risparmio.
2
Humana, Inc. v. Commissioner, 88-1403, U.S. State Tax Court (1989).
3
PRITCHETT S. T., SCHMIT J. T., DOERPINGHAUS H. I., ATHEARN J. L., Risk management
and insurance, WEST PUBLISHING COMPANY, 1996.
4
Ne costituisce un esempio l'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile autoveicoli (r.c.
auto), estesa anche ai motoscafi e alle imbarcazioni da diporto, e introdotta allo scopo di garantire la
riparazione del danno al danneggiato che lo avesse subito senza propria responsabilità, o non dovuto a
forza maggiore o a caso fortuito.
7
Tali eventi dannosi possono ricondursi, per semplicità descrittiva, in tre grandi
categorie:
ξ assicurazioni contro i danni, contratto avente per oggetto una cosa esposta a
un rischio, e per cui l'assicuratore s'impegna a risarcire l'assicurato in caso di
sinistro (assicurazioni contro la grandine, l'incendio, il furto, gli infortuni;
relativa alla responsabilità civile; ecc.);
ξ assicurazioni sulla vita, contratto con cui l'assicuratore si assume l'obbligo
di pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla
vita umana (assicurazione per il caso di morte o di sopravvivenza, a seconda
di quale sia l'evento preso in considerazione);
ξ assicurazioni sociali, che mirano a coprire il rischio della mancanza di
lavoro e, della perdita della capacità lavorativa, totale o parziale,
permanente o temporanea, dei prestatori d'opera in dipendenza dì eventi
fisici o economici, e a prevenire il sorgere delle cause che determinano la
perdita stessa (assicurazione contro gli infortuni, contro le malattie
professionali, per l'invalidità, per la vecchiaia; ecc.).
Allo scopo di prevenire gli effetti di tali eventi dannosi, l'assicurazione, nel costituire
capitali cautelativi in maniera pianificata, programmata e personalizzata, libera gli
individui dalla necessità di formare un accantonamento precauzionale e permette loro
una maggiore libertà negli impieghi di investimento, o per altri scopi, senza
comprimere il tenore di vita e premiando, al contempo, la liquidità (favorisce la
capitalizzazione
5
).
L'assicurazione, infatti, non impedisce il verificarsi di un evento negativo, ma ne
attenua notevolmente le conseguenze economiche per l'assicurato (colui che stipula
la polizza).
5
Per capitalizzazione deve intendersi il processo per il quale il risparmio si trasforma in capitale.
Nelle polizze assicurative a contenuto finanziario, ad esempio, il capitale versato matura degli
interessi che si aggiungono al medesimo, determinando il credito complessivo da riscuotere.
8
In particolare, occorre precisare che l'assicurazione è fondata sul principio della
mutualità, per cui l'assicuratore raccoglie, da una pluralità di soggetti, esposti ad uno
stesso rischio, individui o enti assicuratori, una quantità di premi in denaro (prezzo
della polizza pagato dall'assicurato) con i quali si impegna a risarcire, secondo
quanto pattuito al momento di stipulare la polizza, il danno economico conseguente
all'evento (previsto nella stessa polizza), se dovesse verificarsi.
Lo stesso principio vige, seppure per motivi diversi, tra gli assicuratori i quali, una
volta assunto il rischio, si riassicurano presso altri soggetti assicuratori, frazionando,
in tal modo, il rischio e riducendo le conseguenze a loro carico.
Ne consegue, pertanto, che il rischio, derivante dalle possibili conseguenze di un
evento temuto, viene trasferito dall'assicurato all'assicuratore, a fronte del pagamento
di un prezzo (il premio) determinato in funzione dell'evento dal quale si conviene di
far discendere il pagamento delle somme assicurate.
Sulla base di inderogabili norme giuridiche, l'evento dal quale dipende la prestazione
dell'assicuratore — il risarcimento — deve essere aleatorio
6
. Dunque, poiché gli
eventi assicurabili sono necessariamente aleatori, essi hanno una certa probabilità di
verificarsi. Sul calcolo di questa probabilità si costruisce la base per determinare il
premio (c.d. premio puro o statistico) che l'assicuratore pretenderà per assumersi il
rischio
7
.
8
Da quanto esposto, si possono individuare due categorie d’assicurazione:
6
In diritto, un contratto è aleatorio quando il valore della prestazione o controprestazione dipende da
un fattore d'incertezza, che si può risolvere a vantaggio dell'una o dell'altra parte, caratterizzato
pertanto dall'assunzione del rischio come elemento determinatore dell'oggetto. Pertanto, se tale
caratteristica manca prima della conclusione del contratto, esso è nullo (art. 1895 c.c.); se viene a
mancare dopo la sua conclusione, esso si scioglie non appena l'assicuratore ne abbia conoscenza (art.
1896 c.c.). Cfr. IEI, Vocabolario Treccani.
7
Si supponga che le tavole di mortalità dicano che su 10000 persone che compiono, nel 1998, i 50
anni, lo 0,87% morirà prima d'aver compiuto i 61 anni. Al fine di garantire agli 87 predestinati un
determinato capitale (ad esempio, 1.000.000 €), una compagnia dovrebbe farsi pagare un premio pari
allo 0,87% di un milione (8.700 €) da ogni assicurato, e fare in modo da stipulare almeno 10.000
contratti, per pareggiare il conto tra impegni degli assicurati ed impegni della compagnia.
8
COVIELLO A., PELLICANO M., La gestione del marketing assicurativo, CEDAM, 1999.
9
1. L'assicurazione contro i danni, in essa trovano cittadinanza i contratti con i
quali l'assicuratore risarcisce la diminuzione del patrimonio dell'assicurato
in relazione al verificarsi di un evento dannoso. Tra tali gli eventi sono
contemplati la distruzione, la perdita, il deterioramento di beni
(assicurazione per i danni a cose); la diminuzione o la totale perdita della
capacità di produrre reddito (assicurazione per i danni alla persona); la
responsabilità dell'assicurato per i danni arrecati a terzi o a cose di terzi
(assicurazione della responsabilità civile).
2. L'assicurazione sulla vita, ovvero le assicurazioni sulla durata della vita
umana, dove l'assicuratore si obbliga a pagare un capitale ovvero una
rendita quando:
ξ Sopraggiunge la morte dell'assicurato (assicurazione per il caso di
morte);
ξ L'assicurato raggiunge una determinata età (assicurazione per il caso
di vita);
ξ Alla scadenza di un termine prefissato o in caso di morte
dell'assicurato (polizze miste).
9
In particolare, nell’ambito di queste due categorie si possono individuare delle
sottocategorie. Per quanto riguarda le assicurazioni contro i danni possiamo avere
assicurazioni per: infortuni; malattia; corpi di veicoli terrestri esclusi quelli
ferroviari; corpi di veicoli ferroviari; corpi di veicoli aerei; corpi di veicoli marittimi,
lacustri e fluviali; merci trasportate; incendio ed elementi naturali; altri danni ai beni;
responsabilità civile autoveicoli terrestri; responsabilità civile aeromobili;
responsabilità civile veicoli marittimi, lacustri e fluviali; responsabilità civile
generale; credito; cauzione; perdite pecuniarie di vario genere; tutela legale;
assistenza.
Nell’ambito delle assicurazioni sulla vita, esse si suddividono in VI rami: I:
Assicurazioni sulla durata della vita umana; II: Assicurazioni di nuzialità e natalità;
9
Fonte: http://it.wikipedia.org/
10
III: Assicurazioni di cui al rami I e II connesse con fondi comuni, indici o altri valori;
IV: Assicurazioni di malattia e di non autosufficienza garantite da contratti di lunga
durata; V: Operazioni di capitalizzazione; VI: operazione di gestione dei fondi
collettivi.
10
La sostanziale differenza tra i due rami risiede nel fatto che, nel ramo danni,
l'assicuratore si impegna a risarcire il danno economico conseguente al verificarsi di
un evento temuto previsto dalla polizza mentre, nel ramo vita, si impegna a pagare
una somma al verificarsi di un evento attinente alla vita umana, (sopravvivenza o
meno dell'assicurato ad una determinata data).
Ne discende che le assicurazioni sono rette, nel ramo danni, dal principio
indennitario (c.d. assicurazioni di indennità), per cui l’assicurato non può pretendere
una somma superiore all'ammontare del danno subito, anche se le somme assicurate
sono superiori a tale ammontare (il danno costituisce di per sé il limite delle
assicurazioni). Nel ramo vita, invece, questa regola non è valida: non c'è alcun limite.
Esiste, invece, un rapporto tra somma assicurata e ammontare del premio (c.d.
assicurazioni di previdenza e capitalizzazione). Pertanto, nelle assicurazioni danni
non è sufficiente che l'evento si verifichi, per ottenere il pagamento delle somme
assicurate. L'assicurato, infatti, deve dimostrare di aver subito un danno, oltreché la
sua entità. Viceversa, nelle assicurazioni vita è sufficiente che l'evento si verifichi, e
non è necessaria alcuna dimostrazione di aver subito un danno.
11
Nel 2008 i premi lordi contabilizzati del portafoglio italiano ed estero sono diminuiti
dell’8% circa e sono stati pari a 94.971,6 milioni di euro (103.333 milioni di euro nel
2007); di questi 93.372 milioni di euro riguardavano il portafoglio italiano (101.740
nel 2007).
Il lavoro diretto italiano è stato pari a 92.016 milioni di euro inflessione del 7%
rispetto all’anno precedente (in termini reali -10%).
10
Fonte: http://www.isvap.it/
11
COVIELLO A., PELLICANO M., La gestione del marketing assicurativo, CEDAM, 1999.