Tesi di Laurea : “ Il riordino dei Servizi Cartografici Nazionali. Situazione, Tecnologie, Prospettive ed Opportunità ”
Dimitri Dello Buono - Matr. 259389
Venezia 10 Ottobre 2007
Pagina 4 di 85
A fronte di questo quadro l’evoluzione tecnologica contribuisce a modificare i contenuti di
merito del problema anche in relazione ad alcune criticità istituzionali, in quanto la logica
della condivisione e della cooperazione applicativa stempera il problema di chi
“possiede” i dati, anche perché la logica del possesso diventa un pezzo di un passato
prossimo ma definitivamente superato.
In attesa di un riordino istituzionale, diviene possibile un riordino nel modo di operare, in
cui già possono prefigurarsi best practice che prefigurano il futuro.
Oggetto della tesi è quindi la discussione del riordino nel contesto nazionale ed
internazionale con l’obiettivo di evidenziare le novità che lo sviluppo tecnologico ha
introdotto, presentandone anche alcuni contenuti di merito.
Prof. Vincenzo Cuomo
Direttore CNR IMAA
Consiglio Nazionale delle Ricerche
Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale
Tesi di Laurea : “ Il riordino dei Servizi Cartografici Nazionali. Situazione, Tecnologie, Prospettive ed Opportunità ”
Dimitri Dello Buono - Matr. 259389
Venezia 10 Ottobre 2007
Pagina 5 di 85
Premessa
Questi ultimi anni sono stati caratterizzati da vari processi metodologici, strutturali ed
organizzativi che hanno visto un notevole fervore nel mondo della Cooperazione
Applicativa tra Sistemi Informativi.
La disponibilità di tecnologie interoperabili ed abilitanti, la diminuzione drastica dei costi,
la divulgazione e l’uso delle tecnologie ad un numero esponenziale di end-user
polverizzati hanno accelerato i processi di condivisione sia delle informazioni ma
soprattutto delle funzionalità dei Sistemi Informativi Territoriali (SIT).
L’uso diffuso delle reti informatiche, lo sviluppo di internet e la possibilità di connessioni
sempre più veloci e capillari hanno dato poi una spinta ulteriore ai processi di
rivisitazione delle tecnologie e delle tecniche osservative mettendo a confronto i
produttori di dati e i fornitori di informazione che, sempre più spesso, sinergicamente si
propongono nel mercato globale della Rete delle Reti.
In Europa, con un task di ritardo rispetto al mondo nordamericano, è nata la
consapevolezza che il settore dell’Osservazione della Terra (OT) e quindi dei SIT,
assumerà una valenza trasversale, spesso anche duale (militare e civile), e che quindi
l’intera Unione Europea deve sforzarsi di dare una linea comune di sviluppo e soprattutto
di omogeneità.
La direttiva INSPIRE (‘Infrastructure for Spatial Information in Europe’ ) e il programma
GMES ( ‘Global Monitoring for Environment & Security’) cercano quindi di dare un primo
impulso alla definizione degli standard europei ed alla definizione delle tecniche e
modalità di osservazione definendo ambiti, priorità, metodologie, standard e programmi,
condivisi dagli Stati Membri e negli Stati Membri adottati e sussidiariamente applicati.
La storia dei processi in essere nelle varie realtà locali, regionali, nazionali e comunitarie
unita alla nuova prospettiva che offrono le tecnologie abilitanti, finalmente fruibili, danno
un quadro di insieme del problema.
Cercherò quindi di analizzare i vari aspetti e di ipotizzare possibili soluzioni ai problemi
che incontreremo.
La situazione Italiana, che ha caratteristiche particolari anche se non uniche, offre lo
spunto e l’opportunità di ipotizzare un futuro processo di rivisitazione e di riordino dei
servizi nazionali alla luce delle evoluzioni tecnologiche.
La consapevolezza che questo processo sia ormai necessario vuole essere di stimolo
per futuri sviluppi.
La crescita tecnologica
degli ultimi anni
Una capillare diffusione
dei dati
L’Europa cerca i propri
standard e la propria
organizzazione
La direttiva INSPIRE e il
programma GMES.
Due momenti di
confronto in Europa
L’Italia : Situazione
attuale e necessità di
riordino
Chi è oggi il punto di
riferimento Nazionale ?
Tesi di Laurea : “ Il riordino dei Servizi Cartografici Nazionali. Situazione, Tecnologie, Prospettive ed Opportunità ”
Dimitri Dello Buono - Matr. 259389
Venezia 10 Ottobre 2007
Pagina 6 di 85
La prima domanda che ci si pone, dovendo analizzare la situazione nazionale, è chi sia
l’interlocutore istituzionale preposto.
La domanda resta orfana di risposta perché l’Italia non ha, di fatto, un punto di
riferimento in materia.
La legge n. 68 del 2 febbraio 1960 ha definito quali fossero gli organi cartografici dello
stato e cita testualmente :
Sono organici cartografici dello Stato;
• l' Istituto Geografico Militare;
• l' Istituto Idrografico della Marina;
• la Sezione Fotocartografica dello Stato Maggiore dell'Aeronautica;
• l' Amministrazione del catasto e dei servizi tecnici erariali;
• il Servizio geologico.
La cartografia ufficiale dello Stato è costituita dalle carte geografiche,
topografiche, corografiche, nautiche, aeronautiche, catastali e geologiche
pubblicate da un ente cartografico dello Stato e dall'ente stesso dichiarate
ufficiali. Le carte aeronautiche e geologiche sono ufficiali limitatamente alle
particolari rappresentazioni di carattere aeronautico e geologico che vi sono
contenute. Sulle carte ufficiali è impressa, a cura dell'ente produttore, apposita
stampigliatura.
Da allora ufficialmente nulla è cambiato e gli organi indicati, “de facto”, sono solo i
depositari dei Dati e delle “Carte Geografiche”. Sottolineo “Carte” che possono essere
Militari, Catastali o Geologiche che all’epoca della legge erano effettivamente la
“Cartografia Nazionale”.
Nel periodo post bellico, in piena fase di ricostruzione, i punti saldi erano due :
• Le carte militari che erano fonte di informazione sull’effettiva conformazione del
territorio nazionale
• I dati catastali che gestivano le informazioni di proprietà urbana e terreni.
I servizi geologici furono istituiti solo per emulazione al modello americano che all’epoca
era gestito dall’ “USGS” (US Geological Survey) e quindi in italiano : Servizi Geologici
Nazionali.
Nel tempo il “Catasto” prima ed Agenzia per il Territorio poi, ha assunto un ruolo che per
anni ha seguito una sua propria strada del tutto asettica e sganciata dal resto del mondo
cartografico, caratterizzata da procedure e processi di nicchia più gestionali che tecnici/
cartografici. Questo settore ha tentato per anni di risolvere più i problemi economici e
burocratici che i problemi tecnici ed osservativi del suolo.
Legge n. 68
del 2 Febbraio 1960
I servizi geologici per
emulazione dell’USGS
Il Catasto e l’Agenzie del
Territorio
Il catasto evolve andando
in gestione agli enti locali
ed ai comuni
Tesi di Laurea : “ Il riordino dei Servizi Cartografici Nazionali. Situazione, Tecnologie, Prospettive ed Opportunità ”
Dimitri Dello Buono - Matr. 259389
Venezia 10 Ottobre 2007
Pagina 7 di 85
Mentre scrivo questa tesi è in itinere il processo di delega agli enti locali della gestione
del Catasto “Catasto ai Comuni”.
È stato pubblicato, infatti, sulla Gazzetta Ufficiale del 5 luglio scorso il D.P.C.M. 14
giugno 2007 “Decentramento delle funzioni catastali ai comuni, ai sensi dell'art. 1, c. 197,
della L. 27 dicembre 2006, n. 296” che fissa il passaggio del catasto ai Comuni dal
prossimo primo novembre. A partire da questa data, i Comuni potranno gestire,
totalmente o in parte, le funzioni catastali.
Il provvedimento riforma una tradizionale prerogativa dello Stato, con ricadute sia ai fini
delle politiche urbanistiche sia di quelle fiscali.
Il D.P.C.M. regola il decentramento e prevede la fine della sperimentazione iniziata nel
2000.
I Comuni avranno 90 giorni per decidere se partire il primo novembre di quest'anno o
aspettare il primo novembre del 2009.
Anche con il decentramento le regole sono e restano nazionali, previste dalla legge,
mentre ai Comuni andrà la gestione delle pratiche catastali.
È prevista anche la possibilità di far gestire i poteri del Comune, in materia di catasto,
attraverso l'Agenzia del Territorio.
Abbiamo poi il settore militare, suddiviso a sua volta nei tre settori :
• Esercito,
• Marina,
• Aeronautica
che ha visto emergere l’Istituto Geografico Militare (IGM) che spesso viene additato a
organo cartografico italiano. I militari stessi considerano l’IGM il centro dei servizi
cartografici dimenticando, spesso, che il coordinamento dei servizi militari è presso lo
Stato Maggiore della Difesa.
Dal 1960 ad oggi si è passati dai tavoli da disegno ai sistemi WebGis 3D ma gli organi
nazionali, definiti dalla legge, sono rimasti gli stessi perché la legge è rimasta la stessa.
Inutile negare che questi organismi non siano più espressione dello “State of art”
tecnologico e che altri soggetti stiano prendendo il loro posto, de facto, in tecnologia, in
quantità e qualità di dati, in contenuto informativo ed in tecniche di erogazione e
divulgazione da altri soggetti, anche pubblici, ma spesso privati.
Ormai, legati a regole e presupposti superati hanno di fatto perso la loro caratteristica di
riferimento e di fonte di informazione.
Tra gli addetti ai lavori e nel mondo istituzionale c’e’ la consapevolezza che il settore va
riorganizzato e più volte si è tentato di riorganizzare il settore.
IGM uno degli Istituti
Cartografici Militari
Il riordino è da tutti
indicato come necessario
Tesi di Laurea : “ Il riordino dei Servizi Cartografici Nazionali. Situazione, Tecnologie, Prospettive ed Opportunità ”
Dimitri Dello Buono - Matr. 259389
Venezia 10 Ottobre 2007
Pagina 8 di 85
Spesso dietro la lodevole iniziativa di evolvere verso servizi più efficienti c’e’ stato il
tentativo di “appropriazione coatta” da parte di taluni soggetti immediatamente ostacolata
e bloccata dagli altri “contendenti”.
Il grave problema è che attualmente, di fatto, non esiste un condiviso tentativo di riordino
del settore. Ho individuato, anche con l’aiuto di soggetti istituzionali, i motivi che di
seguito Vi espongo.
Credo che l’unico modo di poter superare lo stallo sia quello di dare voce alle singole
professionalità ed i singoli mandati istituzionali innescando un processo di cooperazione
e di scambio del dato e dell’informazione con metodologie e processi di cooperazione
trasversale tra i vari Enti e tra questi ed il mondo privato.
La Cooperazione e il
buonsenso per superare
lo stallo
Tesi di Laurea : “ Il riordino dei Servizi Cartografici Nazionali. Situazione, Tecnologie, Prospettive ed Opportunità ”
Dimitri Dello Buono - Matr. 259389
Venezia 10 Ottobre 2007
Pagina 9 di 85
Cap. 1 – Dati esistenti e disponibilità
Dati e Informazione
I dati generati, immagazzinati e scambiati sui variegati binari della moderna
società dell'informazione durante l'anno 2006 nel mondo hanno superato quota
161 miliardi di gigabyte, ovvero 161 exabyte.
Lo dice l'istituto di ricerca IDC, leader mondiale nell’ambito della ricerca di
mercato, dei servizi di consulenza e degli eventi nei settori dell’information
technology: foto, video, e-mail, siti web, instant messaging, chiamate vocali
attraverso piattaforme di VoIP, tutto ha contribuito a mettere insieme la stima del
fluire oceanico e senza freni dei dati digitali.
Dati per "visualizzare" i quali si tentano improbabili allegorie: è come mettere
assieme 12 cataste di libri lunghe quanto la distanza tra la Terra e il Sole, 3
milioni di volte le parole contenute in tutti i libri mai scritti, 2 miliardi degli iPod dal
taglio più capiente sul mercato ripieni fino all'orlo di MP3 e filmati: quello che una
volta veniva definito il gigabyte overload è diventato exaflood, il debordare di
exabyte al di là delle capacità di contenimento di infrastrutture e dispositivi di
stoccaggio.
Che il mondo fosse malato di information overload lo aveva già stabilito una
precedente stima dell'Università di Berkeley, secondo la quale le informazioni
digitali prodotte nel 2003 ammontavano a 5 exabyte. In quel caso, i ricercatori
avevano messo in conto anche le informazioni non elettroniche come le
trasmissioni radio analogiche e gli appunti da ufficio, sommando il consumo di
spazio dopo la loro eventuale digitalizzazione.
IDC si è invece mossa su binari differenti: nel conto sono finiti i nudi dati in
formato binario, oltre al numero di volte in cui essi sono stati replicati. Un file
audiovisivo proveniente dalla tv digitale è stato ad esempio conteggiato quando
è stato prodotto e anche ogni volta che gli utenti ne hanno fruito. Se si fossero
limitati alla sola produzione delle informazioni, i ricercatori avrebbero dovuto
fermarsi a 40 exabyte totali.
Un lavoro, quello di IDC, basato su molte delle analisi di mercato interne della
società, e per questo difficile da riprodurre o da confutare/confermare. Due
ricercatori dell'Università di San Diego, che utilizzeranno il metodo-Berkeley per
un rapporto che verrà pubblicato in futuro, sostengono come lo studio vada
preso con le molle, e pur tuttavia "i numeri non dovrebbero essere
eccessivamente fuori obiettivo".
Fondamentale è capire quali fattori abbiano generato una tale valanga di info
digitali, e perché essi siano cruciali per lo sviluppo delle infrastrutture future: i
contenuti autoprodotti sono cresciuti in maniera esponenziale, e IDC prevede
Quanti dati si producono
nel mondo
Dal Gigabyte overload
all’Exaflood
Ridondanza e
replicazione
La crescita esponenziale
di produzione dei dati
Tesi di Laurea : “ Il riordino dei Servizi Cartografici Nazionali. Situazione, Tecnologie, Prospettive ed Opportunità ”
Dimitri Dello Buono - Matr. 259389
Venezia 10 Ottobre 2007
Pagina 10 di 85
arriveranno al 70% del totale entro il 2010. Notevole poi l'inflazione degli archivi
generati dalle aziende a seguito di un crescente utilizzo di sistemi di
videosorveglianza e ritenzione dei dati. Troppi dati, tanti da non sapere, in un
domani non molto remoto, letteralmente dove metterli: nel 2006 la disponibilità di
spazio è ammontata a 185 exabyte, e secondo le attuali stime di crescita sarà di
601 exabyte nel 2010. Peccato che, per lo stesso periodo, l'exaflood sarà
balzato da 161 exabyte a 988 exabyte, misura molto vicina al fantascientifico
zettabyte.
A parziale mitigazione di questa preoccupante prospettiva, il mercato dello
storage va verso una progressiva ma costante riduzione del costo per gigabyte,
senza considerare che non tutti i dati digitali generati vengono immagazzinati e
archiviati. Basti pensare alle e-mail cancellate, o alle chiamate su VoIP di cui non
si conserva traccia. In questo caso, i ricercatori di IDC non mettono in conto
eventuali progetti di sorveglianza globale che mantengano archivi immani di
traffico digitale per ricerche future.
Sia come sia, la ricerca mette in luce la necessità di affidarsi, per gli anni a
venire, a strumenti per la protezione, la ricerca e il recupero di informazioni
sempre migliori per non perdere pezzi sostanziali dell'I/O digitale all'interno di
questo evanescente ma pesantissimo universo di dati.
Differenza tra Dati ed Informazione
Esiste una sottile ma sostanziale differenza tra Dato e Informazione.
Dato : Una rappresentazione di fatti (dal latino “datum” che significa
letteralmente “fatto”), concetti o istruzioni in un modo formale
che sia adatto alla comunicazione, interpretazione o
elaborazione da parte dell'uomo o di strumenti automatici.
Informazione : E’ una qualsiasi aggregazione di dati di cui sia noto, oltre al
valore, anche il significato.
Il concetto di dato va quindi distinto da quello di informazione: un dato costituisce
informazione per qualcuno se comporta un reale aumento di conoscenze.
Le definizioni di Dato e di Informazione sono molteplici e spesso una errata
definizione lascia confusione tra ciò che viene considerato Dato e ciò che invece
è Informazione.
L’Informazione è una particolare elaborazione, o meglio il risultato di una analisi,
di uno o più dati che offre notizie, oggettive o interpretate, su aggregazioni o stati
dei dati.
Costi sempre minori
La ricerca e la protezione
dei dati
Dato e Informazione
I risultati delle
elaborazioni