Bettanello Valentina IL RAPPORTO TRA LA PERCEZIONE DELLO STRANIERO E I MASS MEDIA
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INTRODUZIONE
ggi l‟immigrazione è uno degli argomenti più discussi in ambito internazionale, ma in
Italia se ne parla maggiormente. Nell‟ultimo periodo si è creato un legame molto stretto
tra immigrazione e sicurezza, e i mass media non citano mai la prima senza coinvolgere
anche la seconda. I due termini sono quindi come le due facce della stessa medaglia.
Il fenomeno non può più essere interpretato come un‟emergenza, idea ormai obsoleta, visto e
considerato che ha raggiunto una dimensione strutturale: gli immigrati vivono all‟interno della
nostra società, cercano di integrarsi, frequentano le scuole italiane, si costruiscono una famiglia in
Italia e hanno figli il cui scopo è riuscire a trovare un equilibrio tra la cultura dei genitori e quella
della società in cui vivono.
La società come la conosciamo noi, la stessa società che siamo abituati a vedere sia in TV che per le
strade, è una società multiculturale caratterizzata da volti differenti, molteplici colori, e soprattutto
lingue diverse.
La nascita dell‟Unione Europea rappresenta il tentativo di costruire un‟identità in grado di andare
oltre l‟individualità di ogni Paese, nonché la volontà di concedere una libertà di circolazione alle
persone in modo da permettergli di costruirsi una mentalità il più possibile aperta e di cogliere ogni
occasione.
Quest‟apertura, però, sembra avere dei limiti. Alcune culture sono più differenti di altre, e quindi la
coabitazione non si rivela sempre facile.
Io vivo a Cittadella, una cittadina a nord di Padova. Due anni fa, il sindaco del posto ha emesso
un‟ordinanza sulla possibilità per gli stranieri di ottenere la residenza a Cittadella, in base a dei
criteri che di primo acchito possono sembrare molto severi. Questo episodio è stato ampiamente
dibattuto fino a raggiungere dimensioni tali da superare i confini municipali, provinciali e perfino
regionali, trovando molto spazio nei media locali fino ad attirare l‟attenzione nazionale. In breve
tempo il problema dell‟immigrazione ha assunto un ruolo centrale a Cittadella: le persone hanno
iniziato a parlare di paura, di una situazione difficile da gestire, della necessità di un intervento, ma
dal mio punto di vista niente era cambiato davvero. Al di là dei confini municipali, Cittadella è
diventata il simbolo della lotta ai clandestini, del bisogno di regolamentare la situazione degli
stranieri e un modello da seguire, visto che altri sindaci della zona si sono messi a lavorare per
adottare soluzioni simili e hanno organizzato numerosi incontri per discutere tra loro
dell‟argomento. Inoltre, il sindaco di Cittadella Massimo Bitonci
1
ha patrocinato la sua causa nei
1
www.massimobitonci.it
O
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luoghi appropriati, ed è stato invitato più volte in ambiti differenti per esprimere la sua opinione,
cosa che gli ha permesso di diventare in breve tempo una voce influente in merito.
Al di là delle vicissitudini giuridiche e politiche, quanto accaduto mi ha stupito molto. Abito a
Cittadella da sempre e posso descriverla come una cittadina tranquilla, la cui immagine non
corrisponde affatto a quella indicata dai giornali, dove si parlava di una situazione difficile,
violenta, e addirittura di un assalto alle mura
2
, sottolineando la massiccia presenza di immigrati. Mi
ha colpito molto il fatto che la popolazione non percepisse in modo così netto questa
contraddizione, ma al contrario difendesse il sindaco e il suo provvedimento, dimostrando di avere
davvero paura di qualcosa.
A quel punto mi sono chiesta se veramente a Cittadella ci fosse qualcosa da temere rispetto agli
stranieri presenti sul territorio, e perché la maggior parte delle persone ritenessero valido un
intervento come quello del sindaco Bitonci per quanto riguarda la situazione del posto. L‟obiettivo
del presente studio non è fornire dati statistici, come lo testimonia il metodo utilizzato per la
raccolta dei materiali da analizzare che descriverò più dettagliatamente in seguito, ma nasce dalla
necessità di parlare con le persone, dal bisogno di capire, per quanto possibile, cosa pensano
quando parlano della situazione degli stranieri a Cittadella. Ho cercato di verificare se la
contraddizione da me personalmente percepita era condivisa anche da altre persone o se si trattava
solo di una mia percezione che esulava dalla realtà.
IL MIO PERCORSO INDIVIDUALE
l tema dell‟immigrazione è un argomento che mi interessa da molto tempo. Sono affascinata
dall‟“altro” e dai rapporti e dalle difficoltà che nascono dall‟incontro tra due o più culture
diverse. Fin da quando frequentavo il liceo, ho sempre cercato di leggere e conoscere le
testimonianze e le riflessioni di coloro che, direttamente o indirettamente, si sono avvicinati a
questa tematica.
Nel momento di scegliere l‟argomento interdisciplinare per il lavoro conclusivo del mio percorso di
studi liceali, ho deciso di approfondire la storia dei neri d‟America, cercando di evidenziare sia il
punto di vista storico che quello di alcuni testimoni. Questo studio mi ha entusiasmato molto, e mi
ha fatto riflettere sulla persona che sarei voluta diventare. È stato grazie a queste riflessioni che ho
deciso il mio percorso universitario, un‟idea che avevo già in mente ma che con il passare del tempo
è andata delineandosi. Ecco perché ho scelto di diventare mediatrice interculturale.
2
Cittadella è una città medievale che si contraddistingue per le sue mura.
I
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7
Ho riflettuto molto sul ruolo che dovrebbe svolgere un mediatore interculturale. Egli rappresenta
una soluzione per favorire la comunicazione tra gli immigrati e le pubbliche istituzioni. Si tratta di
un operatore in grado di intervenire in situazioni in cui è necessario instaurare un rapporto tra il
servizio pubblico e l‟utente straniero. Deve essere capace di valorizzare le differenze, favorendo
allo stesso tempo l‟integrazione e la reciproca comprensione. Il suo ruolo non dovrebbe limitarsi
alla figura del semplice intermediario linguistico, ma dovrebbe anche contribuire alla creazione di
un contatto tra culture differenti. Il suo obiettivo di rimuovere gli ostacoli culturali, favorendo lo
scambio e la comunicazione, e la neutralità della sua professione, sono i due elementi che fanno del
mediatore interculturale una figura fondamentale e un punto di riferimento per la comprensione
delle leggi, garantendo allo stesso tempo la costruzione di un dialogo fondato su basi paritarie, nel
rispetto delle reciproche differenze
3
. Oltre a dover essere un punto di riferimento, funzione che io
ritengo fondamentale, il mediatore deve anche cercare di gestire le reazioni umane che i rapporti
con le storie degli stranieri possono generare.
Partendo da queste riflessioni, ho organizzato il mio percorso universitario ponendomi l‟obiettivo di
approfondire molti degli aspetti legati a questa tematica, e soprattutto di analizzare tale fenomeno
avvalendomi di diversi punti di vista.
Alla fine del mio percorso triennale, mi sono proposta di analizzare il processo d‟ingresso degli
immigrati in Italia, in riferimento al mondo del lavoro. Questo mi ha permesso di approfondire
l‟aspetto normativo e le procedure d‟ingresso in Italia.
Successivamente, proseguendo i miei studi, ho continuato ad approfondire i diversi aspetti legati
alla tematica dell‟immigrazione, ma sentivo nascere in me una nuova esigenza: mettere in pratica
quanto avevo conosciuto solo in teoria. Così, in contemporanea ai miei studi universitari, ho seguito
anche un corso proposto da un‟associazione padovana che, oltre agli aspetti teorici, mi ha permesso
di entrare in contatto diretto con situazioni reali legate al mondo dell‟immigrazione. Questo corso
prevedeva un tirocinio presso un‟associazione che offre diversi servizi agli immigrati. Ho scelto il
C.I.S.I.
4
per svolgere questa esperienza, e ho avuto la possibilità di concretizzare quanto appreso in
una sede molto vicina a Cittadella, a San Giorgio in Bosco. Il mio compito era fornire le
informazioni richieste dagli utenti stranieri e aiutarli nelle pratiche burocratiche che avevano
difficoltà a completare. Era l‟occasione per me di “vivere” nella realtà quanto avevo appreso solo
sui libri e, in un certo senso, di mettermi alla prova per vedere se ero in grado di realizzare il mio
sogno. Questo aspetto per me è molto importante. Infatti, se voglio aiutare qualcuno, devo anche
3
V. Bettanello, IMMIGRAZIONE: L’INGRESSO IN ITALIA. La procedura d’ingresso prevista dalla normativa
italiana e le principali fonti in materia, 2007, p. 8.
4
C.I.S.I. Centro informazione e servizi per immigrati.
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essere in grado di farlo: la mia incapacità a qualsiasi livello potrebbe aggravare una situazione già di
per sé difficile.
L‟esperienza presso il C.I.S.I. si è rivelata davvero utile; non solo mi ha permesso di confrontarmi
con problemi reali che avevo incontrato solo a livello teorico, ma mi ha anche permesso di
imbattermi in problemi non affrontati nei libri. Ho avuto la possibilità di avvicinarmi a numerose
persone, di conoscere le loro storie, di incontrare gente che fa tutto il possibile per regolarizzare la
propria situazione, e soprattutto per capire e resistere in una società che in epoca attuale non è molto
facile da vivere. Alcuni si arrabbiano, ma molti altri hanno la straordinaria capacità di riuscire ad
affrontare qualsiasi problema con tenacia e, a volte, anche con il sorriso sulle labbra. Inoltre, il
ragazzo senegalese con cui ho avuto la fortuna di collaborare si è rivelato una persona davvero
eccezionale, che ha cercato di fare tutto il possibile per permettermi di capire e di imparare. Questa
esperienza è stata davvero importante per me e, alla fine del periodo di tirocinio, ho proseguito la
mia attività come volontaria.
Questo percorso ha aperto la mia mente a nuove riflessioni. Per un mediatore interculturale è
fondamentale sia essere in grado di avvicinarsi agli immigrati sia riuscire a parlare con gli italiani.
Creare un legame significa stabilire un dialogo che può esistere solo se entrambi gli interlocutori
sono disposti a conoscersi. In questo contesto bisogna dunque tenere conto di un‟altra dimensione
essenziale, ovvero il rapporto con il territorio, la conoscenza delle persone che ci vivono e delle
problematiche che devono affrontare.
Il mio studio segue dunque questa linea di principio: la zona in cui abito presenta una situazione
emblematica dal punto di vista dell‟immigrazione e di conseguenza, oltre alle informazioni sugli
immigrati e i loro rispettivi problemi, è importante conoscere anche quello che pensano gli italiani
che ci vivono.
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PRIMA PARTE
CITTADELLA
E L’IMMIGRAZIONE
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CITTADELLA
ome spiegato in precedenza io vivo a Cittadella, una cittadina a nord di Padova.
Attraverso il mio percorso individuale mi sono resa conto di quanto sia importante per un
mediatore interculturale conoscere le dinamiche del territorio in cui opera. Per questa
ragione, prima di esporre dettagliatamente il mio lavoro, desidero presentare il territorio nel quale
questo studio è stato realizzato, e le peculiarità che lo caratterizzano rispetto all‟immigrazione.
L‟elemento che ha focalizzato il mio interesse nella presentazione di Cittadella è il suo incremento
demografico, dimensione fondamentale per la ricerca che mi accingo a illustrare.
Come prima cosa viene qui di seguito presentata una tabella indicante il numero di abitanti di
Cittadella aggiornata al 2001:
Il grafico evidenzia chiaramente la crescita demografica avvenuta nel corso degli anni. Per ottenere
informazioni più dettagliate, ho chiesto al comune, in via ufficiale, gli ultimi dati statistici
aggiornati. La mia richiesta riguardava informazioni relative sia agli italiani che agli stranieri
presenti sul territorio, al fine di stabilire una relazione tra l‟incremento demografico nella mia città e
la presenza degli immigrati. In particolare, ho chiesto i dati riguardanti il numero di residenti
stranieri nel territorio di Cittadella, suddivisi in uomini, donne, cittadini dell‟Unione europea e
cittadini di Paesi terzi. Inoltre, mi interessava ottenere la ripartizione in base alla provenienza degli
immigrati, il numero di bambini nati da genitori stranieri e alcune informazioni sulla situazione
degli immigrati riguardanti l‟iscrizione al registro anagrafico nel corso degli ultimi anni.
C
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11
Questi sono i risultati:
1997 2006 2007 2008
(settembre)
2009
(luglio)
FAMIGLIE 6196 7160 7258 7367
ABITANTI
UOMINI 9028 9659 9786 9812 9842
DONNE 9476 10016 10083 10156 10207
TOTALE 18504 19711 19869 19968 20049
STRANIERI
UOMINI 167 657 719 740 767
DONNE 127 602 676 737 764
TOTALE 294 1259 1395 1477 1531
NATI
178 194 220 (22
stranieri)
134
(stranieri)*
MORTI 139 155 159 134
IMMIGRATI 356 574 605 480
EMIGRATI 306 502 508 381
SALDO DEMOGRAFICO (+) 50 111 158 99
0-18 3511 3785 3813 3771
>65 2912 3608 3680 3799
* Nati 2008: 34 stranieri, 211 totali.
Partendo da questi dati si può evidenziare quanto segue. Innanzitutto, la tendenza all‟incremento
demografico è proseguita nell‟arco del tempo, e questo grazie alla presenza degli immigrati. Tra il
1997 e il 2006, il numero di stranieri presenti sul territorio è aumentato considerevolmente per poi
stabilizzarsi negli ultimi anni. Sono riuscita inoltre a reperire le seguenti informazioni: nel 1997 i
Paesi di provenienza del maggior numero di immigrati erano il Marocco (76), il Ghana (34), la
Romania (20) e la Croazia (20). Nel 2008, invece, erano soprattutto la Romania (468)
5
, il Marocco
(174), l‟Albania (145) e la Moldavia (147). Questi dati si sono rivelati fondamentali per la mia
ricerca, come dimostrerò dettagliatamente in seguito.
Esaminando la tabella, è interessante osservare i dati relativi agli abitanti stranieri. Nel corso degli
ultimi due anni, il numero di uomini e donne immigrati presenti con regolare permesso sul territorio
5
È importante sottolineare che l‟origine di questo incremento nasce probabilmente dal fatto che la Romania è entrata a
far parte della Comunità Europea nel 2007, e quindi gli ostacoli burocratici per entrare e rimanere in Italia si sono
sensibilmente ridotti a partire da quel momento.
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di Cittadella è rimasto quasi invariato. Aggiungendo a questa informazione la nascita di numerosi
bambini stranieri nell‟arco dello stesso periodo, è facile immaginare il fenomeno dell‟immigrazione
a Cittadella come qualcosa di tipo familiare. Questo aspetto non costituisce tuttavia una sorpresa.
Nel corso del tempo, anche la situazione a livello nazionale ha subito la stessa evoluzione.
All‟inizio si trattava di uomini che lasciavano i loro Paesi per cercare un lavoro all‟estero e avere la
possibilità di inviare denaro alle loro famiglie rimaste nei Paesi d‟origine. In seguito, grazie alla
politica del ricongiungimento familiare
6
, che ha assunto un‟importanza sempre maggiore nell‟arco
del tempo, le donne e i bambini hanno raggiunto gli uomini per preservare l‟unità del nucleo
familiare e, in alcuni casi, ne hanno creati di nuovi qui in Italia.
Un‟ultima osservazione riguarda il saldo demografico. La tabella indica che nel territorio la
presenza degli immigrati è aumentata progressivamente fino al 2007, per poi ridursi nel corso del
2008. Parallelamente, il saldo demografico è sceso durante lo stesso periodo di tempo dopo la
tendenza all‟incremento degli anni precedenti. Di sicuro la componente migratoria non è il solo
fattore ad aver determinato questa riduzione, ma i dati statistici sembrano suggerire l‟esistenza di un
rapporto tra i due fenomeni.
L’ORDINANZA DEL SINDACO
l mese di novembre 2007 ha segnato l‟inizio di un “periodo di notorietà” per Cittadella;
periodo che, anche se in modo meno evidente, prosegue ancora oggi. Dopo una serie di
interventi
7
riguardanti la sicurezza del territorio comunale, il sindaco ha emesso un‟ordinanza
8
in base alla quale la concessione della residenza agli stranieri dipendeva dal loro reddito. Per
giustificare la sua decisione, il primo cittadino ha asserito che a Cittadella, su 19900 abitanti, 1423
erano stranieri, per lo più romeni (416), e che nel corso degli ultimi mesi, su 100 domande di
residenza, 80 erano state presentate da immigrati. Da qui la sindrome dell‟invasione
9
, e dell‟assalto
alle mura. A partire da questa ordinanza, primo caso in ambito regionale, è iniziato un grande
dibattito a livello pubblico. Oltre alle associazioni per la tutela dei diritti degli immigrati, molti
dubbi sono sorti in merito alla costituzionalità di un simile intervento. Il questore di Padova ha
aperto un‟inchiesta sull‟ordinanza e ha giustificato la sua scelta ricordando che esiste una netta
6
Gli stranieri residenti in Italia che hanno un permesso di soggiorno per lavoro, per asilo, per studio, motivi religiosi o
familiari, oppure sono già in possesso di carta di soggiorno, possono mantenere o riacquistare l'unità familiare.
http://www.poliziadistato.it/articolo/219-Ricongiungimento_familiare/
7
Gli interventi riguardavano nello specifico: l‟aumento della vigilanza urbana (obiettivo: un agente ogni 1000 abitanti),
l‟introduzione di attrezzature di videosorveglianza, ronde notturne organizzate da gruppi di volontari, il divieto di
consumare bevande alcoliche in luoghi pubblici, il divieto di bivaccare in luoghi pubblici e privati.
8
Ordinanza n. 258 R.P. n. 1830, 16.11.2007.
9
http://archiviostorico.corriere.it/2007/novembre/18/Senza_reddito_niente_diritto_residenza_co_9_071118082.shtml
I
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13
suddivisione dei poteri e che ogni istituzione deve svolgere dei compiti ben precisi. L‟oggetto
dell‟inchiesta era scoprire se l‟atto emesso dal sindaco di Cittadella avesse superato i limiti della
competenza comunale e rientrasse quindi tra le competenze dello Stato. Il dibattito riguardava
l‟istituzione di una commissione interna il cui compito era verificare, attraverso il reperimento di
notizie dirette, anche la “pericolosità sociale” delle persone che presentavano domanda d‟iscrizione
presso il registro anagrafico. L‟ordinanza pensava in questo modo di poter preservare la sicurezza e
l‟ordine pubblico. Il controllo preliminare all‟iscrizione presso il registro anagrafico, che
normalmente è oggetto di una comunicazione alla Questura, era il punto focale dell‟inchiesta: il
rappresentante dell‟istituzione territoriale, in effetti, aveva istituito una commissione con funzioni
ben precise. E in questo caso ci si poteva trovare in presenza di un‟appropriazione di poteri specifici
di competenza di altri organi dello Stato.
Un‟organizzazione sindacale ha addirittura presentato ricorso all‟organo territoriale competente (il
TAR); il sindaco, allora, ha deciso di emettere una seconda ordinanza nel febbraio del 2008
10
, che
sostituiva la prima ed eliminava i punti che avevano creato problemi sul piano giuridico. A quel
punto l‟ordinanza è diventata esecutiva.
L‟ordinanza prevede i seguenti procedimenti amministrativi per potersi iscrivere presso il registro
anagrafico di Cittadella:
COMUNICAZIONE DI OSPITALITÁ DEL CITTADINO STRANIERO
- Le autorità effettuano controlli a campione dei dati dichiarati, per verificarne l‟autenticità.
- È prevista la creazione di un software e di un collegamento tecnologico tra i servizi del
registro anagrafico di Cittadella e la Questura di Padova per quanto riguarda la trasmissione
dei dati riguardanti le comunicazioni di ospitalità.
- L‟ospitante ha l‟obbligo di comunicare la capienza abitativa dell‟alloggio.
- Una copia della comunicazione deve essere trasmessa alla Questura di Padova, all‟Ufficio
Tributi Comunale e al servizio comunale che si occupa dell‟asporto dei rifiuti.
ISCRIZIONE PRESSO IL REGISTRO ANAGRAFICO DEL CITTADINO DELL‟UNIONE
EUROPEA
- Il cittadino dell‟Unione Europea che intenda soggiornare sul territorio nazionale per un
periodo superiore a tre mesi è tenuto a iscriversi al registro anagrafico della popolazione
residente.
10
Ordinanza n. 37 R.P. n.211, 11.02.2008.
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14
- Nell‟ipotesi di soggiorno per motivi di lavoro, il cittadino deve trasmettere la
documentazione comprovante l‟attività lavorativa. I cittadini della Romania e della Bulgaria
devono presentare documentazione di altro tipo
11
.
- Se il cittadino europeo desidera soggiornare sul territorio nazionale senza svolgere alcuna
attività lavorativa né di studio né di formazione professionale, deve dimostrare di disporre
delle risorse economiche sufficienti al soggiorno, sia per il proprio mantenimento che per
quello dei membri della sua famiglia.
Tabella dei redditi
12
:
- Il cittadino deve inoltre presentare la documentazione relativa alla titolarità di una
assicurazione sanitaria idonea.
- Oltre ai requisiti fin qui elencati, è previsto l‟accertamento della dimora abituale.
ISCRIZIONE PRESSO IL REGISTRO ANAGRAFICO DI UN MEMBRO DELLA
FAMIGLIA DI UN CITTADINO DELL‟UNIONE EUROPEA
- Il membro della famiglia di un cittadino dell‟Unione Europea che richiede di essere iscritto
presso il registro dello stato civile deve presentare un documento d‟identità e un documento
attestante la qualità di membro della famiglia. Questi dati saranno sottoposti ad
accertamenti.
- Il membro della famiglia di un cittadino dell‟Unione Europea che non possiede la
cittadinanza di uno dei Paesi membri dell‟Unione Europea dovrà presentare ulteriore
documentazione.
ISCRIZIONE PRESSO IL REGISTRO ANAGRAFICO DI UN CITTADINO STRANIERO
(EXTRACOMUNITARIO)
- Il cittadino straniero deve seguire l‟iter previsto per i cittadini italiani.
Inoltre, deve presentare la seguente documentazione:
- Permesso di soggiorno in corso di validità;
11
Ultimi Paesi entrati a far parte della Comunità Europea (2007).
12
http://www.massimobitonci.it/docs/ordinanza%20residenze.pdf
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15
- In caso di permesso di soggiorno scaduto, deve presentare la ricevuta attestante la
presentazione di regolare richiesta di rinnovo;
- Il passaporto;
- Coloro a cui è stato rilasciato per la prima volta il permesso di soggiorno e coloro che lo
richiedono per motivi familiari devono presentare ulteriore documentazione.
ISCRIZIONE ANAGRAFICA DI CITTADINO ITALIANO.
- Per quanto riguarda i criteri d‟iscrizione anagrafica dei cittadini italiani si applica la legge
nazionale in materia.
L‟ordinanza del sindaco prevede, inoltre, quanto segue:
- Il sindaco svolge le funzioni di Ufficiale di Anagrafe;
- L‟operatività del registro anagrafico della popolazione comunitaria ed extracomunitaria è
potenziata ai fini di garantire una più puntuale e continua verifica;
- Oltre ai controlli previsti, l‟ufficio accertatore deve fornire alle autorità competenti tutte le
informazioni necessarie qualora si verifichino circostanze che impediscano la fruibilità
dell‟alloggio;
Devono inoltre essere rispettati i criteri seguenti
13
:
- Nel caso in cui, nei confronti del richiedente, si presuma uno status di pericolosità tale da
compromettere l‟ordine e la sicurezza pubblica, le autorità sono tenute a informare
immediatamente la Questura di Padova;
- Sarà istituita una commissione preposta a questo scopo, con finalità consultive;
- La presente ordinanza sostituisce la precedente
14
.
13
http://www.massimobitonci.it/docs/ordinanza%20residenze.pdf
14
Ordinanza n. 258 R.P. n. 1830 del 16.11.2007.
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16
CONSEGUENZE DELL’ORDINANZA
‟ordinanza del sindaco ha avuto importanti conseguenze. I mass media locali si sono
subito occupati dell‟argomento. Tutti volevano dire la loro. I giornali, le televisioni locali,
il web… questo intervento ha attirato su di sé notevole attenzione. In poco tempo la
questione ha superato l‟ambito locale e Cittadella è diventata un caso a livello regionale e nazionale.
Le televisioni nazionali si sono recate sul posto per intervistare i protagonisti della situazione, e
Cittadella ha conosciuto un vertiginoso incremento di notorietà. Per rendersi conto delle dimensioni
del fenomeno, ci tengo a sottolineare che digitando sul celebre motore di ricerca Google la frase
“ordinanza anti-sbandati
15
”, si ottengono 17.200 risultati, non pochi se si considera che l‟ordinanza
è stata emessa in una cittadina. In seguito, altre città della regione si sono mosse nella stessa
direzione di Cittadella, emettendo ordinanze simili. Certo non sono mancati i pareri contrari: le
associazioni per i diritti degli immigrati, i sindacati e alcune fazioni politiche si sono opposte
all‟ordinanza. La questione ha raggiunto una dimensione politica tale che i partiti si sono opposti gli
uni agli altri. In effetti, uno degli avvenimenti che ha contribuito a dare molta risonanza alla
faccenda è stata la presa di posizione di alcuni ministri totalmente contrari a questo tipo di
intervento
16
.
Qui di seguito vengono elencati alcuni titoli utilizzati dai mass media:
- La risposta di Bitonci: «Applico solo la legge per il bene di tutti», il Mattino diPadova
(23.11.2007)
- Ordinanza anti-sbandati, controlli ampliati, il Mattino di Padova (12.02.2008)
- Bitonci querela L'Independent, Ferrero e Daniela Ruffini, il Mattino di Padova (23.02.2008)
- Indagato sindaco di Cittadella Bitonci per ordinanza anti-sbandati, LiberoReporter.it
(22.11.2007)
- Il sindaco Massimo Bitonci. Mura invalicabili per il clandestino, Oggi7
- “Ordinanze - Cittadella in tutto il Veneto”
- ITALIA - Prc su ordinanza Cittadella: ministro Amato intervenga, ADUC, Immigrazione
(19.11.2007)
15
Nome che i mass media hanno assegnato all‟intervento.
16
Vedesi ad esempio:
http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio/bitonci-querela-lindependent-ferrero-e-daniela-ruffini/1427579
http://mattinopadova.gelocal.it/context-nav/Massimo+Bitonci
http://www.liberoreporter.it/NUKE/news.asp?id=1688#
http://www.oggi7.info/2007/12/19/554-il-sindaco-massimo-bitonci-mura-invalicabili-il-clandestino
http://www.tesseramento.it/immigrazione/pagine52298/newsattach1107_Unita%2026-11%20b.pdf
http://immigrazione.aduc.it/notizia/prc+ordinanza+cittadella+ministro+amato+intervenga_95367.php
L
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17
I titoli citati sono solo alcuni esempi degli articoli e dei dibattiti proposti dai vari mezzi di
comunicazione.
Così come il contenuto dell‟ordinanza, anche il sindaco di Cittadella ha conosciuto un incremento
di notorietà. Massimo Bitonci è stato invitato da molte parti per spiegare le sue motivazioni e il suo
punto di vista politico e, oltre ad esercitare il secondo mandato come sindaco di Cittadella, nel 2008
è stato anche eletto deputato in Parlamento. Per capire il grado di notorietà da lui raggiunto, basta
lanciare una ricerca su You Tube. Digitando Massimo Bitonci
17
si trovano 42 video che lo
riguardano. 42 video potrebbero sembrare pochi, ma bisogna considerare che You Tube è un
serbatoio internazionale di notizie in cui il sindaco di una cittadina come la mia trova difficilmente
spazio.
In conclusione, Cittadella e Massimo Bitonci sono diventati il simbolo della lotta alla clandestinità,
deformando lo spirito stesso dell‟ordinanza il cui obiettivo, come ho dimostrato, era semplicemente
regolamentare le procedure di richiesta di iscrizione anagrafica. Secondo me la situazione è stata
descritta tenendo conto di diversi punti di vista e, a volte, in un modo alquanto impreciso che ha
indotto le persone a credere a un qualcosa che non corrispondeva esattamente alla realtà.
La mia esperienza personale, per quanto minima, conferma quanto asserisco. Prima dell‟emissione
dell‟ordinanza dicevo sempre che abitavo vicino a Padova, perché poche persone conoscevano
Cittadella. Ora posso dichiarare in tutta tranquillità di venire da Cittadella, perché molte persone la
conoscono e molto spesso la associano immediatamente, in modo positivo o negativo, al problema
degli immigrati o a Massimo Bitonci.
A conclusione di questa presentazione del territorio oggetto della mia ricerca, comunico un dato che
dal mio punto di vista si rivela interessante. Il fatto che una domanda di iscrizione anagrafica possa
essere rifiutata ha suscitato molte polemiche sia da parte di coloro che condividevano l‟ordinanza
sia da parte degli oppositori, ma fino a oggi solo 21 domande sono state rifiutate, e personalmente il
loro numero mi sembra abbastanza basso per quanto riguarda le conseguenze concrete
dell‟ordinanza, considerato che all‟inizio questa presagiva una situazione ingestibile.
17
http://www.youtube.com/results?search_query=massimo+Bitonci&search_type=&aq=f
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18
SECONDA PARTE
LA RICERCA
Ogni ricerca è un lungo sentiero con
molti bivi e diramazioni, e a ogni bivio
deve essere presa una decisione […].
Nessuna regola, nessun algoritmo può
dire qual è la decisione giusta […]. Più il
ricercatore concepisce il metodo come
una sequenza rigida di passi, più
decisioni prenderà senza riflettere e
senza rendersene conto.
Mc Graw-Hill N.Y. 1988
Bettanello Valentina IL RAPPORTO TRA LA PERCEZIONE DELLO STRANIERO E I MASS MEDIA
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LA RICERCA QUALITATIVA
rima di presentare il mio lavoro, descriverò dettagliatamente il metodo da me utilizzato e le
ragioni che mi hanno indotto a sceglierlo. Dopo aver individuato l‟oggetto della mia
analisi, ho svolto una piccola ricerca
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sui diversi approcci conosciuti e ho deciso di optare
per una ricerca qualitativa.
Nell‟ambito della ricerca sociologica esistono principalmente due tipi di ricerca: la ricerca
quantitativa e la ricerca qualitativa. La ricerca quantitativa si basa su numeri e statistiche, mentre il
metodo qualitativo non ci permette di sapere molto a proposito dei risultati che andremo a ottenere.
La ricerca quantitativa fornisce statistiche elaborate grazie al fatto che essa è realizzata su larga
scala, utilizzando ad esempio dei questionari. Questo genere di ricerca raggiunge un numero molto
più elevato di persone, ma il contatto diretto con i soggetti è molto più veloce di quanto avvenga in
una ricerca qualitativa. La ricerca qualitativa, in cambio, analizza atteggiamenti, comportamenti ed
esperienze attraverso metodi più diretti quali l‟intervista a nuclei familiari. In questo modo cerca di
ottenere un parere dettagliato dei partecipanti. Le persone che prendono parte alla ricerca sono
poche, rispetto alla ricerca quantitativa, ma il contatto con i soggetti è molto più duraturo.
Come specificato in precedenza, il mio obiettivo era parlare con le persone, e cercare di capirle il
più possibile. Ecco spiegate le ragioni della mia scelta.
Per realizzare una ricerca sono necessarie diverse fasi di lavoro, che si possono riassumere nel
modo seguente
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:
1) Progetto di studio;
2) Costruzione della documentazione empirica;
3) Analisi dei dati empirici;
4) Comunicazione dei risultati.
Nella prima frase rientra la scelta dei casi e la definizione dei concetti che saranno utilizzati nel
corso dello studio. Per quanto riguarda il metodo qualitativo, i casi vengono identificati in base alla
loro importanza teorica o pragmatica. Secondo Blumer il concetto, in questo tipo di ricerca, deve
limitarsi a essere sensibilizzante (Blumer 1969), ovvero indicare la direzione nella quale deve
guardare l‟osservatore.
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Cardano M., Tecniche di ricerca qualitativa: percorsi di ricerca nelle scienze sociali, Roma, Carocci, 2003
Cardano M., Ricerca sociale: glossario minimo, Torino, Libreria Stampatori, 2004
A cura di Neresini F., Interpretazione e ricerca sociologica: la costruzione dei fatti sociali nel processo di ricerca,
Urbino, Quattro venti, 1997
Bernardi L., Percorsi di ricerca sociale. Conoscere, decidere, valutare, Roma, Carocci, 2005
Silverman D., Come fare ricerca sociale, Roma, Carocci, 2006
Losito G., L’intervista nella ricerca sociale, Roma, GLF editori Laterza, 2004
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Cardano M., Tecniche di ricerca qualitativa: percorsi di ricerca nelle scienze sociali, Roma, Carocci, 2003
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