panoramica sulla situazione del radiocesio nella regione FVG, vengono descritti il
campionamento dei suoli boschivi e l’effettuazione delle misure di spettrometria gam-
ma in laboratorio relative alla campagna 2002. Il Capitolo 5 introduce la sezione
dedicata ai risultati ottenuti: in esso viene esposta la messa a punto del sistema
di misura per quanto riguarda la correzione per autoassorbimento e la valutazione
della rappresentativita` del campionamento (misure di omogeneita`). I risultati delle
misure di spettrometria gamma sono presentati nel Capitolo 6, in cui viene anche
effettuato un confronto con le misure relative alle precedenti campagne di campiona-
mento dei boschi (1988, 1990, 1994). Conclude il lavoro il Capitolo 7, in cui e` stata
studiata la migrazione del radiocesio tramite l’applicazione di un modello matema-
tico che permette di caratterizzare ciascun sito con opportuni parametri: i tempi di
pseudoresidenza.
2
Capitolo 1
Cenni sul decadimento radioattivo
Prima di entrare nei dettagli del lavoro presentato in questa tesi e` opportuno dedicare
un po’ di spazio ad alcuni argomenti la cui conoscenza e` di fondamentale importanza
per la comprensione del contenuto dei capitoli seguenti; verra` quindi trattato il
decadimento radioattivo, facendo una distinzione principale tra i decadimenti di un
nucleo che si trovi in uno stato eccitato (disintegrazione nucleare e decadimento
gamma) o allo stato fondamentale (decadimenti alfa e beta)1.
1.1 Decadimento di un nucleo in uno stato ecci-
tato
Un nucleo si trova in uno stato eccitato quando la sua energia e` maggiore rispetto a
quella del ground state (stato fondamentale). Tutti i nuclei, fatta eccezione per 11H,
2
1H e 32He, possiedono stati eccitati le cui caratteristiche dipendono da vari fattori
come il numero di massa A e il numero atomico Z. Cio` che accomuna tutti i nuclei
eccitati e` la tendenza alla diseccitazione, ovvero a raggiungere uno stato ad energia
minore; a seconda dell’energia di eccitazione e del tipo di nucleo considerato, uno
1Anche un nucleo in uno stato eccitato puo` decadere alfa o beta, ma siccome nella maggior
parte dei casi questi decadimenti interessano nuclei che si trovano allo stato fondamentale, facciamo
questa distinzione tra il decadimento dei nuclei che si trovano ad uno stato eccitato e nuclei che si
trovano allo stato fondamentale. Tale distinzione puo` venir considerata artificiosa, ma e` utile per
una miglior comprensione dei vari decadimenti.
3
stato eccitato puo` decadere dando luogo ad una disintegrazione nucleare oppure ad
una transizione elettromagnetica.
Uno stato eccitato viene prodotto qualora venga fornita sufficiente energia2 al
sistema; tra i vari modi in cui si puo` produrre uno stato eccitato ricordiamo:
• diffusione anelastica da parte di un nucleo o di una radiazione incidente;
• reazioni di stripping in cui una parte del nucleo incidente viene “strappata”
dal nucleo bersaglio, come nel caso dello stripping del deutone, in cui si crea
uno stato eccitato di un isotopo dell’elemento di partenza:
2
1H + (A,Z) → (A+ 1, Z)∗ + p (1.1)
• decadimento ad uno stato eccitato: un decadimento radioattivo non ha neces-
sariamente come prodotto un nucleo che si trovi allo stato fondamentale, ma
puo` produrre un nucleo ad uno stato eccitato (questo e` il caso piu` frequente e
di maggior interesse ai nostri fini).
• fissione nucleare: tra i prodotti di una reazione di fissione ci sono diversi nuclei,
molti dei quali possono trovarsi in uno stato eccitato.
Va comunque ricordato che lo stato fondamentale non e` il piu` basso livello energetico
del sistema, ma solamente il piu` basso del sistema per l’isotopo che si sta conside-
rando. A questo proposito si veda la figura 1.4 in cui e` descritto il decadimento
dello 90Sr: il ground state di questo nucleo si trova ad un livello superiore rispetto
al ground state dello 90Y, che a sua volta ha un’energia maggiore del ground state
e del livello eccitato a 1760.7 keV dello 90Zr.
2L’energia minima necessaria alla produzione di uno stato eccitato e` diversa per ogni isotopo e
corrisponde all’energia del primo stato eccitato.
4
1.1.1 Disintegrazione nucleare
Nel caso della disintegrazione nucleare, dal nucleo (A,Z) si ha la formazione di due
frammenti nucleari3 (A1, Z1) e (A2, Z2), secondo la reazione
(A,Z) → (A1, Z1) + (A2, Z2) (1.2)
dove A = A1+A2 e Z = Z1+Z2. Affinche´ tale reazione abbia luogo, e` necessario che
l’energia di eccitazione Eecc sia superiore al valore di soglia per la reazione, ovvero
che si verifichi la condizione
MA + Eecc ≥ MA1 +MA2 (1.3)
dove MA, MA1 e MA2 sono le masse dei tre nuclei. L’equazione (1.3) dice che se
l’energia di eccitazione Eecc e` maggiore della differenza (MA1+MA2)−MA risulta che
l’energia di (A,Z) e` maggiore rispetto a quella del sistema dei due nuclei (A1, Z1) e
(A2, Z2): siccome gli stati eccitati tendono a portarsi a livelli energetici minori, ha
luogo la disintegrazione del nucleo (A,Z).
1.1.2 Decadimento gamma
Decisamente piu` importante ai fini della comprensione dei decadimenti che coinvol-
gono i radioisotopi studiati in radioprotezione e` invece la diseccitazione elettroma-
gnetica: il cosiddetto decadimento gamma. Come abbiamo accennato nel paragra-
fo 1.1.1, puo` avvenire che, in seguito ad un decadimento, un nucleo si trovi in uno
stato eccitato; in questi casi esso si diseccita con l’emissione di un raggio γ di energia
pari alla differenza dei due livelli interessati nel decadimento. Chiamando (A,Z)∗ il
nucleo allo stato iniziale (piu` eccitato) e (A,Z) quello allo stato finale si ha quindi:
(A,Z)∗ → (A,Z) + γ (1.4)
Questo processo puo` coinvolgere piu` decadimenti a cascata, con l’emissione di γ di
diverse energie, fino a che non venga raggiunto lo stato fondamentale.
3Tra i prodotti di reazione, nella disintegrazione di nuclei medio-pesanti, oltre ai due frammenti
piu` grossi, ci sono spesso anche singoli neutroni.
5
La maggior parte dei decadimenti nucleari coinvolge anche il decadimento gam-
ma, si vedano a questo proposito gli esempi riportati nel paragrafo 1.4.
Oltre al decadimento gamma esiste un altro tipo di interazione elettromagnetica
attraverso la quale un nucleo si puo` diseccitare: la conversione interna (IC). In
questo processo, che in alcuni decadimenti e` in concorrenza con il decadimento
gamma, l’energia di eccitazione ∆E = Ef − Ei (dove Ef e` l’energia dello stato
finale e Ei quella dello stato iniziale) viene assorbita da un elettrone atomico. Tale
elettrone, legato con un’energia di legame BE, verra` quindi emesso dall’atomo con
un’energia cinetica pari alla differenza tra ∆E e BE.
1.2 Decadimento di un nucleo allo stato fonda-
mentale
Anche i nuclei che si trovano allo stato fondamentale possono decadere: e` quanto
avviene nel caso del decadimento beta e del decadimento alfa. Un nucleo allo stato
fondamentale puo` decadere nello stato fondamentale o in un livello eccitato di un
altro nucleo a condizione che la reazione sia energeticamente favorevole, ovvero che
il Q-valore sia positivo.
In questo tipo di decadimenti il nucleo iniziale emette una particella (un elettrone
nel decadimento beta, un nucleo di 42He nel decadimento alfa); il Q-valore e` la
differenza tra la massa inerziale del nucleo iniziale (ovvero l’energia a riposo) e
quella della particella emessa sommata alla massa del nucleo finale. Indicando con
Q il Q-valore, con X la generica particella emessa, con (A,Z) e (A′, Z ′) il nucleo
iniziale e quello finale rispettivamente, si ha che:
Q = (A,Z)− (A′, Z ′)−X (1.5)
1.2.1 Decadimento beta
Nel decadimento beta si ha l’emissione di un elettrone (β−) o di un positrone (β+)
da parte di un nucleo. Nel primo caso si parla di decadimento beta negativo e nel
6
secondo di decadimento beta positivo. La conservazione del numero leptonico L
impone che il β non venga emesso da solo, ma assieme ad un neutrino.
Nel decadimento beta negativo si ha
(A,Z) → (A,Z + 1) + e− + ν (1.6)
mentre per il decadimento beta positivo
(A,Z) → (A,Z − 1) + e+ + ν (1.7)
e ricordando che per e− e ν L = 1, mentre per e+ e ν L = −1 e` immediata la
verifica della conservazione del numero leptonico. Notiamo che il decadimento beta
da` origine ad un sistema a tre corpi.
Un processo analogo al decadimento beta positivo e` la cattura elettronica (EC),
in cui il nucleo assorbe un elettrone atomico (tipicamente quello nell’orbita K) e
decade emettendo un neutrino:
e− + (A,Z) → (A,Z − 1) + ν (1.8)
Anche in questa reazione si ha la conservazione del numero leptonico ma nello stato
finale abbiamo un sistema a due corpi. L’atomo risulta cos`ı in uno stato (atomico)
eccitato in quanto un elettrone che si trovava in una delle orbite interne e` stato
assorbito durante il decadimento. La diseccitazione avviene in tempi caratteristici
dei processi atomici e puo` avere luogo secondo due diverse modalita`: con l’emissione
di un fotone (raggio X) o con il trasferimento dell’energia ad un altro elettrone
atomico che viene espulso in genere con poca energia cinetica (elettrone Auger).
Come accennato a pagina 6, il decadimento avviene se il Q-valore della reazione
e` positivo. Nel caso del decadimento beta, per il calcolo del bilancio energetico del-
la reazione si fa uso delle masse atomiche (che comprendono anche le masse degli
elettroni) e non delle masse nucleari. Tenendo conto di questo fatto, dall’equazio-
ne (1.5) possiamo esprimere il Q-valore per il decadimento β−, β+ e per la cattura
7
elettronica con le seguenti espressioni:
Qβ− = (M(A,Z) −M(A,Z+1))c2 (1.9)
Qβ+ = (M(A,Z) −M(A,Z−1) − 2me)c2 (1.10)
QEC = (M(A,Z) −M(A,Z−1) −BE)c2 (1.11)
Si noti che QEC < Qβ+ , in quanto BE e` dell’ordine della decina di keV, mentre
2me = 1022 keV: ci sono quindi dei casi in cui solo la cattura elettronica e` possibile
ed altri in cui essa e` in competizione con il decadimento β+.
Un’ultima considerazione va fatta riguardo allo spettro in energia dell’elettrone
emesso: nel caso dei decadimenti β− e β+ si ha nello stato finale un sistema a
tre corpi, dove l’energia a disposizione, ovvero il Q, verra` spartita tra elettrone e
neutrino. Lo spettro in energia cinetica dell’elettrone e` continuo ed ha una forma a
campana; il minimo e` a 0 ed il massimo4 e` Q. Nel caso della cattura elettronica si
ha invece che tutta l’energia e` portata via dal neutrino.
In figura 1.1 e` riportata una rappresentazione schematica che integra il decadi-
mento β con il decadimento γ. In questa figura e in tutte le altre figure relative ai
decadimenti presentate al paragrafo 1.4 e` stato usato un colore diverso per ogni tipo
di decadimento: rosso (γ), verde (β−) e blu (β+).
1.2.2 Decadimento alfa
Il decadimento alfa consiste nell’emissione di un nucleo di 42He (chiamato particella
α) da parte di un nucleo instabile:
(A,Z) → (A− 4, Z − 2) + α (1.12)
Affinche´ tale reazione avvenga, il Q-valore deve essere maggiore di zero, il che si
traduce nella seguente disequazione (vedi equazione (1.5)):
M(A,Z) > M(A−4,Z−2) +Mα (1.13)
4Questo vale se si considera nulla la massa del neutrino.
8
Figura 1.1: Rappresentazione schematica dei decadimenti β e γ. La freccia bicolore rappre-
senta l’elettrone che scende dalle orbite piu` alte per andare ad occupare nell’orbita
K il posto dell’elettrone catturato per EC o emesso per IC. Le radiazioni indicate
con un simbolo (∼ o •) sono dei prodotti di decadimento; l’elettrone coinvolto nella
EC, ad esempio, non e` disegnato esplicitamente come accade per le particelle β−,
β+ o per l’elettrone Auger, in quanto non e` un prodotto di reazione.
E` interessante riscrivere l’equazione (1.13) attraverso l’energia di legame5, conside-
rando che Bα = 28.3 MeV, si ottiene:
B(A,Z) < B(A−4,Z−2) + 28.3 MeV (1.14)
L’energia di legame di 42He e` molto elevata rispetto a quella degli altri nuclei: questo
fa s`ı che il decadimento in cui un nucleo emette una particella α sia nettamente
favorito rispetto alle reazioni in cui altri nuclei vengono emessi.
Empiricamente si trova che solo i nuclei con Z ≥ 66 hanno degli isotopi che
possono decadere α, inoltre il tipico range energetico delle particelle emesse e` di
4 ÷ 9 MeV; decadimenti in cui l’energia della particella α e` minore di 4 MeV sono
energeticamente possibili, ma in pratica non osservati.
Non e` questo il luogo per entrare nei dettagli del decadimento α, ricordiamo
solamente che la probabilita` di decadimento λα cresce fortemente con l’energia ∆E
a disposizione6 e quindi la transizione tra stato fondamentale del nucleo (A,Z) e
stato fondamentale del nucleo (A − 4, Z − 2) e` la piu` probabile. E` possibile che
5L’energia di legame di un nucleo (A,Z) e` data dalla seguente espressione:
B(A,Z) = (Z ·mp + (A− Z) ·mn)−M(A,Z)
dove mp e` la massa del protone ed mn quella del neutrone.
6Empiricamente si ha che λα ∝ (∆E)80.
9
la transizione alfa avvenga a partire da un livello eccitato del nucleo di partenza
(particelle alfa a lungo range), ma sono casi rari che non osserveremo.
A conclusione di questo paragrafo e` bene precisare che i diversi tipi di transizione
(alfa, beta, gamma, disintegrazione nucleare) possono avvenire contemporaneamen-
te nell’ambito del medesimo decadimento. Ogni tipo di decadimento e` caratterizzato
da una diversa scala di tempi; in prima approssimazione si puo` dire che la disinte-
grazione nucleare e` il processo che avviene piu` rapidamente, seguito nell’ordine dal
decadimento gamma, dal decadimento beta e dal decadimento alfa. Questo permet-
te, ad esempio, di capire come sia possibile che un nucleo la cui energia di eccitazione
e` superiore alla soglia di disintegrazione si disecciti sia per disintegrazione nucleare
che per decadimento gamma. In genere pero` la disintegrazione sara` il processo do-
minante ed il contributo del decadimento gamma potra` venir trascurato; lo stesso
ragionamento vale per tutti i tipi di decadimento. La distinzione netta proposta in
questo paragrafo non vuole essere altro che un “richiamo di teoria” ed e` per questo
volutamente schematica.
10
1.3 La legge del decadimento radioattivo
La trattazione del decadimento radioattivo spontaneo al fine della comprensione
dei fenomeni studiati in questo lavoro e` tutto sommato semplice: non e` necessario
infatti entrare nel dettaglio delle trasformazioni nucleari poiche´ la legge che governa
il decadimento radioattivo non dipende dal tipo di decadimento coinvolto. La legge
del decadimento radioattivo, applicabile a tutti i decadimenti siano essi α, β oppure
γ, si puo` enunciare nel seguente modo:
La probabilita` che un certo stato instabile decada nell’intervallo di tempo
dt e` λdt, dove λ, caratteristica di ogni decadimento, e` detta costante di
disintegrazione ed ha le dimensioni dell’inverso di un tempo.
Prima di applicare dal punto di vista matematico la legge appena enunciata e` bene
precisare che i sistemi nucleari studiati nelle matrici ambientali (oggetto del presente
studio) sono sistemi macroscopici, quindi e` possibile considerare il numero di atomi
componenti la materia come una quantita` continua, trascurandone cioe` la natura
particellare.
1.3.1 Caso di una sostanza
Consideriamo un’unica sostanza radioattiva che decade direttamente in una sostanza
stabile, come avviene per il decadimento del 137Cs. Questo e` il caso piu` semplice che
si possa avere: la sostanza decadra` nel tempo, cioe` il numero di nuclei7 radioattivi
presenti diminuira` secondo la legge enunciata in precedenza. Supponendo che la
sostanza in oggetto sia composta da N(0) nuclei all’istante iniziale e da N(t) nuclei
all’istante t, si puo` facilmente ricavare una riformulazione matematica della legge
del decadimento radioattivo. Chiamando −dN la diminuzione del numero di nuclei
nel tempo dt e ricordando che λ e` la probabilita` di decadimento nell’unita` di tempo
7Piu` propriamente una sostanza e` composta da atomi, scegliiamo di parlare di “nuclei” in
quanto sono essi ad essere coinvolti direttamente nel decadimento, mentre gli atomi propriamente
detti (ovvero il nucleo piu` gli elettroni) hanno un ruolo effettivo solo in processi come la cattura
elettronica o la conversione interna.
11
si ottiene la seguente equazione differenziale:
−dN = λNdt (1.15)
L’integrazione della (1.15) e` immediata: dato che all’istante iniziale il numero di
nuclei era N(0) si ottiene
N(t) = N(0)e−λt (1.16)
che e` una riformulazione della legge del decadimento radioattivo.
Solitamente non ci si riferisce al numero di nuclei presenti all’istante t, ma
all’attivita` (A) di una sostanza radioattiva, ovvero al numero di decadimenti al
secondo. L’attivita` si misura in Bequerel (Bq) ed e` legata ad N(t) dalla seguente
espressione:
A(t) = λN(t) (1.17)
Sempre nell’ambito di questo argomento e` ora opportuno introdurre il concetto
di vita media e di tempo di dimezzamento, fondamentali per la comprensione dei
fenomeni studiati. La vita media di una sostanza radioattiva non e` altro che 1/λ,
ovvero l’inverso della costante di disintegrazione introdotta in precedenza e si indica
con la lettera greca τ . Il nome “vita media” non e` casuale in quanto rappresenta
effettivamente il tempo medio di vita dei nuclei, come si puo` facilmente ricavare dal
ragionamento che segue.
Se all’istante 0 si hanno N(0) nuclei, l’equazione (1.16) ci dice che all’istante t
avremo N(t) = N(0)e−λt nuclei, dei quali N(t)dt decadranno tra l’istante t e l’istante
t+dt. Integrando tra 0 e ∞ questa ultima espressione moltiplicata per t e dividendo
il tutto per N(0) si ottiene effettivamente la vita media τ della sostanza. La verifica
immediata che tale valore e` proprio uguale a τ = 1/λ viene riportata di seguito.
τ = 1N(0)
∫ ∞
0
λtN(t)dt = 1N(0)
∫ ∞
0
N(0)e−λtλtdt = 1
λ
(1.18)
Il tempo di dimezzamento T1/2 e` invece l’intervallo di tempo necessario affinche´
il numero di nuclei all’istante t + T1/2 sia la meta` di quelli che erano presenti all’i-
stante t. Una semplice relazione matematica lega tra di loro vita media e tempo di
12
dimezzamento per una sostanza; la si puo` ricavare semplicemente ponendo
N(t+ T1/2) =
1
2
N(t) (1.19)
che, applicando l’equazione (1.16), ci da`:
τ
T1/2
= ln 2 = 0, 6931472 (1.20)
E` opportuno sottolineare come in genere nelle tabelle sia riportato il T1/2, ma
nella pratica ci si riferisca spesso ad esso chiamandolo impropriamente “vita media”8.
Comunque quando d’ora in poi parleremo di vita media ci riferiremo effettivamente
a τ e non a T1/2.
1.3.2 Caso di due sostanze: decadimenti a cascata
Ci sono dei casi in cui il decadimento di un nucleo radioattivo non da` origine ad un
elemento stabile, bens`ı ad un altro nucleo radioattivo: si hanno allora dei decadimenti
a cascata. Consideriamo il caso di due sostanze radioattive (la generalizzazione a
tre o piu` sostanze e` un problema puramente algebrico). Chiamando N1(t) ed N2(t)
le due funzioni che danno il numero di nuclei delle due sostanze all’istante t, le
equazioni differenziali che descrivono il decadimento a cascata sono date da:
dN1
dt = −λ1N1
dN2
dt = −λ2N2 + λ1N1
(1.21)
Ponendo come condizioni al contorno N1(0) = N0 e N2(0) = 0 (ovvero richie-
dendo che all’istante iniziale ci siano solo nuclei della sostanza 1), la soluzione del
sistema (1.21) e` data da:
N1(t) = N0e−λ1t (1.22)
N2(t) = N0
λ1
λ2 − λ1
(e−λ1t − e−λ2t) (1.23)
8Questa e` una particolarita` della lingua italiana, in inglese non vi e` alcuna ambiguita` in quanto
T1/2 viene chiamato half-life e τ lifetime.
13
E` interessante riscrivere le equazioni (1.22) e (1.23) in termini di attivita`:
A1(t) = A0e−λ1t (1.24)
A2(t) = A0
λ2
λ2 − λ1
(e−λ1t − e−λ2t) (1.25)
dove A0 = λ1N0.
1.3.3 Equilibrio secolare
Un caso particolare dell’equazione (1.25) ci permette di capire cosa si intende per
equilibrio secolare.
Qualora la vita media del nucleo padre sia di molto piu` lunga rispetto a quella
del nucleo figlio, ovvero se e` verificata la condizione λ1 << λ2, si ha che λ2λ2 − λ1 ∼ 1
e e−λ1t ∼ 1; l’equazione (1.25) si riduce a:
A2(t) = A1(t)(1− e−λ2t) (1.26)
dove A1 e` data dalla (1.24).
Il significato di questa equazione e` il seguente: se consideriamo t >> τ2 = 1/λ2
essa si riduce a
A2(t) = A1(t) (1.27)
cioe` l’attivita` del nucleo padre e` uguale a quella del nucleo figlio; in questo caso
si parla di equilibrio secolare. Ovviamente si ha equilibrio secolare anche quando
ci sono piu` nuclei figli a cascata, e` il caso delle serie naturali, come la 4n + 2 di
figura 2.1, dove i nuclei compresi nella serie tra il 226Ra e il 234Th sono figli dell’238U
ed hanno una vita media di molto inferiore a quella del genitore: tutti questi nuclei
sono in equilibrio secolare9.
1.3.4 Diramazioni
Finora abbiamo considerato sempre il caso in cui un nucleo padre da` origine ad un
solo nucleo figlio. In realta` cio` non e` sempre vero: puo` avvenire infatti che lo stesso
9Per maggiori chiarimenti vedi il paragrafo 2.2.2.
14
nucleo decada (con probabilita` non trascurabili) attraverso piu` di un meccanismo,
ovvero che il decadimento abbia delle diramazioni. Tipicamente i meccanismi coin-
volti sono due, ad esempio ci sono nuclei che decadono sia β
−
che β
+
oppure sia
α che β. La trattazione di problemi piu` complessi viene sempre effettuata grazie
all’applicazione della legge del decadimento radioattivo ponendo λ = λ
1
+ λ
2
.
Nel caso di un nucleo che decade sia α che β, dalla (1.15) avremo che la diminu-
zione del numero di nuclei nel tempo dt e` data da:
−dN = (λ
α
+ λ
β
)Ndt (1.28)
in analogia con la trattazione svolta al paragrafo 1.3.1.
Il rapporto tra il numero di particelle di un tipo e quello di tutte le particelle
emesse si definisce rapporto di diramazione ed e` pari al rapporto tra la costante di
disintegrazione per il tipo di particella in questione e la costante di disintegrazio-
ne totale del processo. Nel caso dell’esempio precedente si ha, ad esempio, che il
rapporto di diramazione per particelle α e` uguale a λ
α
/(λ
α
+ λ
β
).
1.4 Alcuni esempi di decadimento radioattivo
Descriviamo ora il decadimento di alcuni isotopi che verranno citati nei prossimi
capitoli e che rivestono una grande importanza in materia di radioprotezione.
1.4.1
137
Cs e
134
Cs
Iniziamo con gli isotopi del cesio
137
Cs e
134
Cs. Il
137
Cs decade (con T
1/2
= 30.17 an-
ni) nel
137
Ba, che e` un nucleo stabile, quindi la descrizione del decadimento e` piutto-
sto semplice. Come si puo` vedere in figura 1.2 il decadimento e` un β
−
che nel 94.4%
dei casi avviene al livello eccitato a 661.7 keV del
137
Ba, mentre nel rimanente 5.6%
viene raggiunto direttamente lo stato fondamentale; nel primo caso si ha l’emissio-
ne di un β
−
di energia massima 513.9 keV, nel secondo caso l’elettrone ha energia
massima1175.6keV.
15