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Il project financing si basa su un’impostazione finanziaria innovativa che si avvale
delle competenze distinte di una pluralità di soggetti in grado di garantire l’afflusso
dell’ingente quantità di denaro, indispensabile per la realizzazione del progetto e per il
successo dell’iniziativa, attraverso una complessa struttura in cui gli aspetti giuridici,
contrattuali ed economico-finanziari risultano armonicamente integrati ed i rischi
equamente ripartiti.
Il presente lavoro si articola in tre parti: nel primo capitolo, dopo aver individuato le
caratteristiche peculiari di tale tecnica sottolineando le principali differenze rispetto al
finanziamento d’impresa tradizionale nonché i vantaggi che ne possono scaturire e i
requisiti necessari, ci si è soffermati sull’analisi dei vari soggetti a vario titolo coinvolti in
un’operazione di project financing (la Pubblica Amministrazione, lo special purpose
vehicle, i promotori, i consulenti, i costruttori, il gestore, gli acquirenti, i fornitori e i
finanziatori – con particolare riferimento ai diversi ruoli rivestiti dalle banche).
Successivamente sono state analizzate le fasi in cui si articola un’operazione di project
financing (identificazione dell’iniziativa, implementazione del progetto e gestione).
La trattazione prosegue con l’analisi del processo di risk management volto ad
identificare i fattori che potrebbero compromettere la buona riuscita del progetto e le
modalità più efficaci per mitigare ed allocare i rischi tra i vari partecipanti. Tale obiettivo
si persegue principalmente attraverso la strutturazione di un insieme coordinato ed
armonizzato di contratti che va a costituire il security package.
In seguito si sottolinea l’importanza dello studio di fattibilità economico-finanziaria
che ha l’obiettivo di verificare sia la convenienza economica che la capacità
dell’iniziativa di generare flussi di cassa sufficienti a garantire il rimborso del debito ed
un’adeguata remunerazione del capitale di rischio. A tal fine, sono stati analizzati i
principali indicatori della convenienza economica di un progetto (il VAN, il TIR, il pay
back period) e quelli che danno un giudizio sulla bancabilità dello stesso (il debt service
cover ratio e il loan life cover ratio). Nel secondo capitolo, invece, viene analizzato lo
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scenario italiano, soffermandosi dapprima sul profilo normativo di tale istituto e poi sulle
applicazioni e sul mercato del project financing nel nostro paese.
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1. PECULIARITA’ DEL PROJECT
FINANCING
1.1 Il project financing: un nuovo approccio al finanziamento
degli investimenti
Nella realizzazione di progetti che richiedono l'impiego di ingenti capitali e tempi di
realizzazione estesi, come nel caso della costruzione di infrastrutture, la definizione delle
modalità di finanziamento assume carattere prioritario. L'efficienza economica e
finanziaria del progetto risulta indissolubilmente legata alle tecniche di finanziamento
utilizzate, alla scelta dei finanziatori e alle modalità di ripartizione dei rischi che nascono
dalla realizzazione dell'opera ideata.
Le alternative di finanziamento possono essere generalmente ricondotte all'interno di
due opposti modelli:
a) corporate lending: si tratta del tradizionale finanziamento d’impresa in cui i fondi
destinati alla copertura del fabbisogno finanziario generato da un'iniziativa
imprenditoriale vengono erogati direttamente all'impresa stessa o al gruppo di
imprese che la intraprendono. In questa fattispecie, la banca chiamata a valutare un
progetto realizzato dall'impresa direttamente sul proprio bilancio pone in essere una
valutazione congiunta impresa-progetto: essa darà sicuramente un giudizio al
progetto in quanto tale, ma apprezzerà anche la situazione patrimoniale, economica e
finanziaria dell'impresa, la sua storia passata, l'esistenza di rapporti di clientela
consolidati (e quindi il volume di lavoro appoggiato dall'impresa sulla banca);
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b) project financing: le risorse messe a disposizione dai finanziatori entrano nella
disponibilità di un soggetto creato ad hoc da parte di uno o più promotori, il quale
viene a costituire il veicolo (detto appunto società di progetto o società veicolo, in
inglese project company o special purpose vehicle: SPV) attraverso il quale giungere
alla realizzazione del progetto imprenditoriale che si intende realizzare. Il promotore
(generalmente definito con il termine di sponsor) e lo SPV risultano essere entità
autonome, distinte sia dal punto di vista giuridico che economico, fattore che
impedisce ai finanziatori di far affidamento sul patrimonio dello sponsor in caso di
inadempienze nel rimborso del debito. In questa prospettiva, l'opportunità di
finanziare il progetto non può essere valutata tenendo conto della sola redditività
dello stesso, ma occorre stimare il suo potenziale di generazione di cassa nonché
accertare la corrispondenza tra il valore dei flussi di cassa futuri in entrata e quello
del servizio del debito in uscita: ne deriva la necessità di impostare la valutazione in
logica previsionale e in logica finanziaria. La valutazione di “bancabilità”
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è quindi
molto diversa da un'usuale valutazione di fido. L'esistenza di garanzie reali a favore
dei finanziatori, pur esistenti, passa in secondo piano a favore di garanzie
prevalentemente di natura contrattuale.
Buona parte degli autori è concorde nel definire il project financing (d’ora in avanti
PF) come la realizzazione di una struttura finanziaria che si concretizza nell'erogazione di
un finanziamento (bancario o, meno frequentemente, sotto forma di emissioni di titoli
obbligazionari) non dipendente in via prioritaria dall'affidabilità e capacità di credito
degli sponsor. L’erogazione non dipende nemmeno dal valore e dalla consistenza degli
assets che gli stessi sponsor sono disposti a mettere a disposizione dei finanziatori ed è
invece funzione fondamentale della capacità del progetto di ripagare il debito contratto,
consentendo anche una remunerazione del capitale investito coerente con il grado di
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Nella prassi si usa il termine di “bancabilità” per indicare la fattibilità finanziaria di un progetto dal punto di
vista delle banche.
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rischio implicito nell'iniziativa. In altri termini, il cash flow generato dall'iniziativa viene
utilizzato in via prioritaria per la copertura dei costi operativi e dei servizi del debito e,
solo in via residuale, viene impiegato per il pagamento dei dividendi agli sponsor.
È già possibile farsi un’idea delle differenze che intercorrono tra finanziamenti erogati
al progetto e finanziamenti erogati all’impresa.
In quest'ultimo caso il finanziamento si basa anche sulla possibilità di contare su un
patrimonio più ampio dei soli assets relativi al singolo progetto: in caso di fallimento di
quest'ultimo, il finanziatore può sempre contare sulle altre attività dell'impresa.
Nel PF questo non è possibile: il finanziamento viene concesso generalmente su basi
no-recourse (senza rivalsa): questa clausola impedisce cioè alle banche di potersi rivalere
sul patrimonio dei soggetti che hanno dato vita al progetto nel caso in cui questo dovesse
fallire. Le cose non cambiano anche se il prestito dovesse essere erogato con la
condizione limited-recourse (con rivalsa limitata): in questo caso, è vero che la
separazione tra sponsor e progetto non è assoluta, ma è anche vero che le condizioni che
consentono alle banche di rivalersi sulle garanzie prestate dagli sponsor alla società
veicolo sono solo eventuali e, in ogni caso, la completa esclusione delle garanzie non
consentirebbe comunque un pieno rientro delle somme prestate. Si potrebbero definire
garanzie di “seconda linea”; si tratta, prevalentemente, di obbligazioni contrattuali a
carico dei promotori (o anche di terzi), che si aggiungono alla capacità del progetto di
generare profitti, ai contratti commerciali e finanziari sottostanti e alle attività ed ai beni
del progetto. Si parla di rivalsa limitata proprio perché tali garanzie accessorie non
coprono, generalmente, l’intero importo del progetto; quindi una parte del rischio
commerciale viene di fatto assunto dalle banche.
Alcuni esempi di queste garanzie complementari sono: l’impegno all’ultimazione del
progetto, l’impegno al versamento di ulteriore capitale di rischio nell’ipotesi di un
aumento dei costi dell’operazione oppure nel caso in cui il progetto non riesca a rispettare
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alcuni indici minimi di redditività, l’impegno al versamento di un certo ammontare di
liquidità minima per sopperire alle necessità del capitale circolante, ecc..
Il PF può essere, dunque, ricompresso a pieno titolo nella sfera della “structured
finance” che accoglie tutte quelle operazioni (come anche la securitization ed i contratti
di leasing su grandi opere) accomunate dal fatto che il finanziamento si basa su un
oggetto ben identificato e separato (o separabile) dal soggetto o dai soggetti che pongono
in essere l'operazione. Nella finanza strutturata, quello che i finanziatori osservano è,
prima di tutto, la capacità dell'operazione, presa singolarmente, di ripagare capitale ed
interessi.
Nella Tab. 1.1 sono state sintetizzate le principali differenze tra una logica “project”
ed una logica “corporate” nell’erogazione dei finanziamenti.
A conclusione di questi brevi cenni introduttivi, giova sottolineare come il PF non
vada considerato, come talvolta erroneamente accade, una tecnica di finanziamento
innovativa, essendo in realtà da considerare più come un diverso approccio al
finanziamento degli investimenti. Le forme tecniche di cui il PF si avvale sono, infatti, le
medesime che vengono utilizzate all'interno delle classiche operazioni di corporate
finance (debito, quasi equity o mezzanine finance, equity puro).
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Tab. 1.1 Raffronto tra corporate finance e project finance
Corporate finance
Project finance
• Trattamento contabile
On balance
Off balance
• Valutazioni su cui si basa
l'affidamento
Relazioni di clientela,
Redditività,
Solidità patrimoniale,
Flussi di cassa prospettici
complessivi generati dalla
gestione aziendale
Flussi di cassa futuri genera-
ti dal progetto
• Garanzie per il
finanziamento
Patrimonio del prenditore di
fondi
Assets del progetto
Garanzie di natura contrat-
tuale
• Grado di leva utilizzabile
Ridotto (dipende dalla strut-
tura finanziaria del prendito-
re
Elevato (dipende dai cash
flow generati dal progetto
• Effetti sull'elasticità
finanziaria
In diminuzione l'elasticità fi-
nanziaria del prenditore
Quasi nessun effetto sul-
l’economia degli sponsor
Fonte: www.abanks.it