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INTRODUZIONE
Il presente lavoro è dedicato allo studio e all’analisi delle potenzialità e dei
limiti di utilizzo di uno strumento tipico della cosiddetta “finanza innovativa”
utilizzato per la realizzazione e la gestione delle opere pubbliche e, recentemente,
anche per i servizi. Esso si qualifica come uno strumento idoneo ad incentivare la
valorizzazione del patrimonio degli Enti locali e a favorire la riprese economica
dell’intero Paese: stiamo parlando del Project Financing (PF), anche conosciuto
come Finanza di Progetto.
Tale strumento si colloca all’interno di una categoria più ampia, riconducibile a
quelle operazioni che ravvisano forme di collaborazione tra il settore pubblico e il
settore privato e che sono conosciute come forme di Partenariato pubblico-privato
(PPP).
Ma il Project Financing, oltre a rappresentare semplicemente uno strumento è un
vero e proprio approccio, diverso da quello tradizionale, molto utilizzato per la
realizzazione, la gestione e il finanziamento di strumenti molto complessi che
necessitano di un elevato fabbisogno finanziario, presentano molteplici rischi e, al
tempo stesso, risentono fortemente dei limiti imposti dai Trattati firmati dai Paesi
dell’Unione Europea. L’utilizzo di capitali privati per la realizzazione di opere
infrastrutturali e servizi pubblici è una novità introdotta con la Legge 11 novembre
1998 n. 415
1
ed ha conosciuto una continua crescita, anche se non particolarmente
intensa in Italia. La legge Merloni-ter ha subito, nel corso del tempo profonde
modifiche, ed oggi l’ultima norma di riferimento è rappresentata dal D. Lgs. 11
settembre 2008 n. 152 ma non sono escluse ulteriori modifiche per effetto delle
numerose lacune presenti nel regolamento di un istituto che, dopo tutto, è molto
recente nell’ordinamento italiano.
Se inizialmente sono state le grandi opere (con importi dai 50 ai 500 milioni di euro)
ad essere oggetto di tale approccio, in seguito il suo uso si è, comunque,
progressivamente diffuso alle opere di dimensioni più modeste (dai 5 ai 50 milioni di
euro) e tale diffusione è supportata dal fatto che gli Enti locali ricorrono sempre più a
tale strumento per opere di qualsiasi dimensione, avendo scarse risorse finanziarie
anche per la realizzazione di piccole opere o la loro riqualificazione.
1
C.d. Legge Merloni-ter.
5
Lo sviluppo di logiche collaborative tra sfera pubblica e sfera privata consente la
valorizzazione di sinergie derivanti dall’integrazione delle rispettive risorse e
competenze.
Il Project Financing nasce nei paesi anglosassoni come tecnica di finanziamento
innovativa volta a rendere possibile il finanziamento di iniziative economiche sulla
base della valenza tecnico-economica del progetto stesso piuttosto che sulla capacità
autonoma di indebitamento dei soggetti promotori dell’iniziativa. Il progetto viene
valutato dai finanziatori soprattutto per la sua capacità di generare flussi di cassa
(cash flow), che permettono il rimborso del debito e la remunerazione del capitale di
rischio, attraverso un’opportuna contrattazione delle obbligazioni delle parti che
intervengono nell’operazione.
La necessità di far ricorso a tecniche di finanza innovativa è dovuta, in particolare,
alla diffusione dei principi della New Public Management negli anni ’90 e alla
crescente necessità di razionalizzare e controllare la spesa pubblica, soprattutto in
seguito all’introduzione del Patto di Stabilità
2
nel 1997, il quale ha previsto dei limiti
per il deficit e per il debito pubblico
3
. Le aziende e gli enti pubblici hanno, così,
intrapreso strade diverse dal classico indebitamento per finanziare le opera
pubbliche, trovando nella partnership con le imprese private una soluzione efficiente
ed efficace. Anche l’introduzione della contabilità economico-patrimoniale ha
permesso, agli enti pubblici, di prendere conoscenza della consistenza del proprio
patrimonio e di adottare un approccio innovativo per la gestione di quest’ultimo.
Lo scopo di questo elaborato è quello di evidenziare le variabili che sono alla base
del processo di cambiamento che ha coinvolto la pubblica amministrazione e
sostenuto l’adozione di innovative modalità di reperimento delle risorse finanziarie
soffermandosi, in particolare, sull’importanza di tale strumenti per il miglioramento e
il mantenimento della funzionalità delle infrastrutture e dei servizi offerti dagli Enti
locali, nonché per la valorizzazione del patrimonio pubblico, contenendo
l’indebitamento.
2
Conosciuto come “Trattato di Amsterdam”.
3
Il deficit pubblico non deve superare il 3% del PIL (rapporto deficit/PIL < 3%) e il debito
pubblico deve essere al di sotto del 60% del PIL (o, comunque, un debito pubblico tendente al
rientro).
6
La difficile fase economica-finanziaria che sta interessando l’Italia e che ha delle
forti ripercussioni, soprattutto, sui piccoli Comuni italiani accentua sempre di più la
convinzione che il Project Financing possa essere considerata una delle poche strade
percorribile per la realizzazione di opere infrastrutturali che richiedono ingenti
risorse finanziarie. Tuttavia, il suo utilizzo non è limitato ai piccoli Comuni ma anche
a quelli di dimensioni più elevate e il sempre maggiore ricorso a tale strumento è
legato al fatto che anche gli Enti di dimensioni meno contenute hanno sempre più la
necessità di sperimentare strumenti per la realizzazione di particolari opere senza
incrementare la percentuale di indebitamento e si trovano sempre più, alla pari degli
Enti più piccoli, in difficoltà nel reperimento delle risorse finanziarie, alla luce anche
della recente crisi finanziaria ed economica che ha colpito il nostro Paese e l’Europa.
La crisi finanziaria iniziata nell’agosto 2007, oltre ad avere delle ripercussioni
notevoli sulle modalità di finanziamento delle opere e dei servizi pubblici da parte
degli Enti locali, ha avuto anche una forte incidenza sull’utilizzo del project
financing e ha portato a un sempre maggiore ricorso di quest’ultimo spostando
l’attenzione dalle grandi opere infrastrutturali alle opere di dimensioni più contenute
ed ha accentuato le criticità che tale strumento presenta.
Dopo aver analizzato le ampie tendenze all’esternalizzazione dei servizi da parte
degli Enti locali, sulla spinta di cambiamenti che hanno interessato la Pubblica
Amministrazione in ambito manageriale, trattenendoci sulle novità introdotte dal
New Public Management, dal Public Government e sostenute dall’applicazione in
ambito pubblico delle logiche economico-aziendali, ci si sofferma sulla difficoltà
attuale degli Enti locali nel reperire risorse finanziarie sufficienti, anche in
considerazioni delle novità introdotte dal federalismo fiscale e dal decentramento
amministrativo.
La crisi delle finanza pubblica e il diffondersi di una finanza di tipo innovativo sono
alla basa della diffusione di nuovi strumenti per il finanziamento di opere
infrastrutturali e funzioni pubbliche A tale punto, assumono un ruolo fondamentale le
diverse forme di Partenariato Pubblico-Privato (PPP), tra le quali lo strumento del
Project Financing.
Ed è proprio il project financing lo strumento approfondito in questo elaborato,
soffermandoci sul suo inquadramento nella legislazione nazionale, i vantaggi e le
criticità, le tendenze evolutive e il suo ambito di applicazione. In particolare, si
7
andranno a valutare le novità e le migliorie introdotte con tale approccio rispetto ad
approcci tradizionali ma anche rispetto a strumenti altrettanto innovativi.
L’elaborato, inoltre, intende soffermarsi sul ruolo che la crisi finanziaria ha avuto nel
sistema della finanza di progetto. Nonostante la crisi che ha colpito i mercati
finanziari e che negli ultimi mesi si è trasferita sull’economia reale, il settore del
project finance mostra segnali di tenuta. Si presenterà, infine, la novità dell’utilizzo
del project anche in ambito dei servizi di pubblica utilità e nell’edilizia sostenibile
(Social housing), novità importante per il rilancio complessivo della finanza di
progetto
Si procederà, infine, all’analisi di un caso reale di project financing in Valnerina,
evidenziando come in tale contesto, sempre più comune a quello di tutti gli Enti
locali italiani, la finanza di progetto possa essere considerata come l’unica strada
percorribile.
La tesi è articolata in due parti. Nella parte iniziale, il primo capitolo approfondisce,
in base alla letteratura recente, il cambiamento del ruolo degli Enti Locali che è alla
base di sempre più diffusi contratti di esternalizzazione dei servizi e delle funzioni e
che ha contribuito all’introduzione di una finanza innovativa e di nuovi strumenti
contabili. Tra le diverse forme di finanza innovativa (swap, reverse factoring, sale
and lease-back, main contractor) un ruolo interessante è ricoperto dalla partnership
privato-pubblico, nelle sue molteplici forme.
Il secondo capitolo si concentra su una delle più innovative forme di partnership
privato-pubblico, il Project Financing, rappresentato come forma di concessione per
la costruzione e gestione di opere su proposta di un soggetto promotore che può
essere pubblico o privato. L’inquadramento normativo è seguito da un’attenta analisi
sulla molteplicità dei soggetti coinvolti (Promotori, Società di Progetto, Autorità
Pubbliche, Banche, Costruttori, Controparti commerciali ed Esperti indipendenti).
Si andranno a sviscerare, inoltre, più da vicino le diverse fasi del processo di Project
Financing. Sono tre le fasi attraverso le quali è possibile le realizzazione dell’opera:
l’identificazione dell’iniziativa, l’implementazione della stessa e la successiva
gestione commerciale. Le diverse fasi, in particolare, richiedono l’elaborazione di
documenti indispensabili, come l’information memorandum e il term-sheet, ma
anche un valido sistema di garanzie per fronteggiare i diversi rischi che si possono
manifestare nei diversi step. Le fasi iniziali di un Project Financing richiedono, in
8
particolare, un approfondimento delle condizioni di fattibilità attraverso tecniche di
valutazione di un progetto, partendo dallo studio della sua fattibilità economica-
finanziaria e l’analisi dei flussi di cassa generati dal progetto per, poi, concludersi
con la sintesi di quest’ultimi in unici valori numerici rappresentati da indici di natura
finanziaria ed economica che contribuiscono all’elaborazione del piano finanziario e
alla strutturazione ottimale delle risorse finanziarie. Indispensabile ai fine della
realizzazione dell’opera è anche la corretta gestione dei rischi attraverso opportuni
contratti e clausole contrattuali.
Il secondo capitolo si conclude con l’analisi dei soggetti finanziatori e delle
principali fonti di finanziamento, senza tralasciare l’importanza dei contributi
pubblici e con una breve trattazione sulle esperienze di Project Financing sia a livello
nazionale che internazionale.
Nel terzo capitolo si richiama l’attuale situazione di crisi finanziaria di cui sono
protagonisti, oltre i soggetti economici privati, anche gli Enti locali. Si prosegue
soffermandosi sui punti di forza e di debolezza di tale strumento, sulle categorie di
opere protagoniste e sulle motivazioni che spingono, sempre più, gli Enti locali alla
sua adozione, per far fronte al crescente bisogno infrastrutturale, di valorizzazione
del patrimonio e di bisogni collettivi da soddisfare.
Utilizzando i dati forniti dall’Ance e dall’Osservatorio sul project financing
pubblicato dal sito Infopieffe.it, si analizzerà la situazione pre-crisi, prendendo in
considerazione l’andamento dei bandi di gara tra il 2003 e il 2006, per poi comparare
il tutto con la situazione del periodo di consolidazione della crisi, dal 2009 al 2012.
Nonostante le potenzialità di tale strumento, la crescente necessità infrastrutturale, la
grande vivacità del mercato e la costante crescita del numero di gare pubblicate, in
Italia si riscontrano molteplici difficoltà di applicazione e di realizzazione effettiva
delle opere. In particolare si assiste ad importante aumento del numero delle gare ma,
al tempo stesso, si evince una costante diminuzione delle gare aggiudicate e degli
importi medi. Ad essere realizzate, infatti, sono principalmente le opere di piccole
dimensioni (fino a 5 milioni di euro) ma anche alcune con importi compresi tra i 5 e i
50 milioni di euro.
Il capitolo si conclude con l’analisi delle principali problematiche legate
all’applicazione del project financing e le novità introdotte in ambito dei servizi
pubblici. Si cercherà , quindi, di capire quali possano essere gli interventi atti a
9
sostenere questo settore e le possibili soluzioni per il rilancio della finanza
innovativa.
La seconda parte della tesi è relativa all’analisi di un caso reale di Project Financing
attivato per la ristrutturazione e la messa in funzione del “Complesso termale di
Triponzo” nel Comune di Cerreto di Spoleto (PG). Ricorrendo a tale strumento,
l’amministrazione comunale intende riqualificare una struttura termale di origine
romana, con il supporto della Regione Umbria e della Società Regionale per lo
Sviluppo Economico dell’Umbria, nell’ambito di un progetto denominato “Essere
Bene”. In seguito ad una breve trattazione storica e alla presentazione del progetto,
verrà esposto un crono programma dell’intervento, per definire le diverse tappe che
porteranno alla realizzazione ti tale struttura attraverso il progetto approvato. Si
analizzeranno le motivazioni che hanno portato all’inammissibilità delle tre proposte
presentate e, in seguito, all’approvazione della proposta presentata dalla ditta Arcos
Srl, attraverso una procedura negoziata.
Attraverso l’analisi dei costi, dei ricavi e delle uscite ed entrate previste che hanno
permesso redazione di un piano economico-finanziario, si andrà ad analizzare il
flusso di cassa atteso dal progetto. Ci si sofferma, quindi, sull’analisi di convenienza
nell’utilizzo del project financing rispetto alle altre forme di finanziamento e sulle
difficoltà nel reperimento delle risorse finanziarie, caratterizzanti la molteplicità di
Enti locali nel periodo di consolidamento della crisi.
Si deve, però, tenere conto che, al momento della stesura di tale elaborato, la
procedura è ancora in corso e non sono disponibili dati a consuntivo ma solo
previsionali. La fine dei lavori, infatti, è prevista per il 23 febbraio 2015.
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LA FINANZA INNOVATIVA NELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE: PROFILI TECNICI E NORMATIVI
1.1. Il tema delle esternalizzazioni nella riflessione sul rinnovamento della
Pubblica Amministrazione
Gli anni ‘90 sono i principali protagonisti della diffusione di un processo di
esternalizzazione che ha coinvolto la Pubblica Amministrazione e, in particolare, gli
enti locali territoriali. La riforma, iniziata con la legge 142/90
4
, ha le sue origini nella
sempre più diffusa esigenza di decentramento e di maggiore autonomia dei governi
locali e nella necessità di razionalizzare il sistema delle pubbliche amministrazioni,
risanando i conti pubblici. I comuni, oltre ad avere un ruolo funzionale
nell’erogazione dei servizi per il soddisfacimento dei bisogni collettivi, assumono
sempre di più il compito di mantenere la stabilità economica a livello locale e il ruolo
di garante di una gestione efficace delle risorse pubbliche.
I servizi pubblici offerti dagli enti locali si caratterizzano come prestazioni così
pervasive e irrinunciabili nell’attuale società da assurgere a fattori decisivi dello
sviluppo sociale, economico, competitivo e sociale delle comunità a cui si rivolgono
e, di riflesso, dell’intero Paese
5
. Il settore dei servizi pubblici locali si presta ad
essere analizzato sotto molti punti di vista, ma quello sul quale ci si vuole soffermare
con il presente lavoro è l’osservazione sotto il profilo aziendale, attraverso
un’interpretazione economica-aziendale.
Sulla nozione di azienda molti sono stati gli studi che hanno fornito un proprio
contributo nell’approfondimento di tale concetto
6
.
4
“Ordinamento delle autonomie locali”, Pubblicata in G.U. 12 giugno 1990, n. 135, S.O.
5
Mulazzani M., “Evoluzione del concetto di servizio pubblico e dei modelli di gestione delle aziende
dei servizi pubblici locali”, in Mulazzani M., Pozzoli S. (a cura di), “Le aziende dei servizi pubblici
locali”, Maggiolini, Rimini, 2005; Savioli G., “Gli effetti del processo di privatizzazione e
liberalizzazione dei servizi pubblici locali”, in “Competizione globale e sviluppo locale tra etica e
innovazione”, Atti del XXV Convegno AIDEA, Novara 4-5 ottobre 2002, Tomo II, Giuffrè, Milano,
2003.
6
Viganò E. (a cura di), “Azienda. Contributi per un rinnovato concetto generale”, CEDAM, Padova,
2000; Ferraris Franceschini R., op.cit., Milano, Giuffrè, 1998.
13
Le finalità di questo studio sul processo di esternalizzazione sono relative,
esclusivamente, all’analisi dell’approccio aziendale nell’analisi del rapporto tra
azienda di gestione dei servizi pubblici locali e azienda comune.
Tradizionalmente, le amministrazioni pubbliche italiane sono state sempre ricondotte
al campo d’azione delle discipline giuridiche, sociali e dell’economia politica
tralasciando gli aspetti che le connettono al fenomeno aziendale e solo negli ultimi
anni è venuta meno la convinzione che il binomio “principi economico-aziendali” e
“pubblica amministrazione” riconducesse all’imitazione dei modelli e degli strumenti
gestionali sperimentati per le imprese
7
.
Tale convinzione sono riconducibili al ritardo con cui la scienza economico-
aziendale, sempre considerata come un complesso di ricerche rivolte al settore
aziendale privato, ha sviluppato i propri studi nell’ambito della amministrazioni
pubbliche
8
. Tuttavia in alcuni studi di quelli che sono stati considerati i “precursori”
dell’economia aziendale, si possono trovare dei richiami alle pubbliche
amministrazioni che fanno risaltare il loro carattere aziendale
9
. Solo con la moderna
economia aziendale che inizia a prendere corpo il concetto di azienda intesa, nella
prima definizione dello Zappa, come “coordinazione economica in atto che è istituita
con lo scopo di soddisfare i bisogni umani”, definizione in cui l’amministrazione
pubblica trova una sua collocazione
10
. In particolare, secondo l’aziendalista italiano,
le amministrazioni pubbliche sono da considerare come appartenenti ad una
categoria di aziende che si pongono come obbiettivo la soddisfazioni in modo diretto
dei bisogni attraverso il consumo, cosa che le imprese fanno, invece, in modo
indiretto e attraverso la produzione.
Tali considerazioni sono alla base della distinzione tra azienda di “erogazione” e
azienda di “produzione” e sottolineano il fatto che le aziende pubbliche, come quelle
private, hanno finalità stabilite dal proprio soggetto economico, ma nel pubblico
7
Mussari R., “Il management delle aziende pubbliche. Profili teorici”, CEDAM, Padova, 1994;
Borgonovi E., “Introduzione all’economia delle amministrazione pubbliche”, Milano, Giuffrè, 1984.
8
Onida P., “Economia d’azienda”, UTET, Torino, 1985; Mele R., “Gli studi di economia di impresa
in Italia. Contributo ad un dibattito in corso”, (a cura di R.Mele e L.Sicca), CEDAM, Padova, 1995.
9
Giannessi E., “Attuali tendenze delle dottrine economico-tecniche italiane”, Cursi, Piza, 1954;
Giannessi E. I Precursori, Cursi, Pisa, 1964; Giannessi E., “I precursori in economia aziendale”,
Giuffrè, Milano, 1980.
10
Zappa G., op.cit., Ca’ Foscari, Venezia, 1927.