Introduzione
IV
Inoltre, i dati più recenti della Banca Mondiale mettono in luce la progressiva e
costante apertura dei paesi suddetti ai mercati internazionali dei capitali, a fronte di una
crescita costante dei volumi di investimento. Tuttavia, un elemento indispensabile al
sostegno, nei paesi in via di sviluppo, di operazioni a elevata complessità appare
costituito dall’intervento di organismi ed istituzioni sopranazionali, i quali consentono
di ridistribuire in modo più favorevole agli investitori la struttura dei rischi del progetto
e il costo del funding complessivo.
L’analisi si sposta in seguito sull’introduzione del leasing all’interno di
un’operazione di project financing: i contratti di leasing, infatti, permettono di creare
delle sinergie positive con le tecniche di finanziamento dei progetti in quanto entrambe
operazioni asset based. Ciò può essere specificatamente evidenziato sotto il profilo
della moltiplicazione delle garanzie in essere, dello sfruttamento intensivo dei vantaggi
fiscali e della distribuzione della struttura dei canoni in rapporto alla distribuzione dei
flussi di cassa attesi del progetto.
In seguito a tali considerazioni, l’attenzione viene guidata sull’individuazione del
project leasing come genere finanziario autonomo, distinto dalle operazioni di project
finance e dai contratti di leasing in senso stretto. Il presente lavoro vuole, in definitiva,
porre l’accento sui benefici che possono emergere, in modo particolare nei paesi in via
di sviluppo, dall’utilizzo del project leasing, che opera unendo i vantaggi organizzativi
tipici della finanza di progetto ai benefici connessi all’impiego del leasing.
Il Project Finance nei Paesi in Via di Sviluppo
V
2. La struttura proposta e l’articolazione dei contenuti
Il primo capitolo mette in luce gli aspetti di complessità dell’insieme di elementi
organizzativi, contrattuali e operativi che definiscono unitariamente la “coalizione di
interessi”, ed il network finanziario a sostegno dell’operazione di finanziamento del
progetto. In particolare, la definizione dei ruoli operativi che partecipano alla
costruzione del packaging finanziario è realizzata prevalentemente secondo un modello
di risk management process per cui ciascuna figura partecipante e ciascuna fase del
progetto sono osservate con l’attenzione dedicata alla verifica delle minacce e delle
opportunità relative.
Successivamente l’analisi si sposta sulle caratteristiche finanziarie dell’operazione di
project finance: in questo senso, si procede ad una valutazione del ciclo di vita del
progetto verificandone la capacità di produzione dei flussi di cassa e il livello di
sostenibilità del ciclo di repayment delle fonti di finanziamento. Lo scopo principale di
tale considerazione è, pertanto, quello di mettere in luce gli elementi e i punti critici da
affrontare per la realizzazione di una struttura finanziaria coerente, in cui l’articolazione
delle fonti di finanziamento sia funzionale alla capacità di cassa effettiva del progetto.
Sotto questo profilo, due appaiono essere gli aspetti rilevanti:
da un lato, l’elevata differenziazione delle tipologie di finanziamento (capitale
azionario, mezzanine finance, prestiti obbligazionari) consente agli investitori di
posizionare il loro apporto di capitale in rapporto ad una combinazione di rischio
rendimento molto personalizzata.
dall’altro, l’introduzione del leasing nella struttura delle fonti di finanziamento
consente di modificare significativamente ed in modo favorevole il costo
complessivo dell’operazione.
Infine, nell’ultimo paragrafo, il project finance viene analizzato non solo come una
semplice forma di finanziamento, ma anche come un’iniziativa nella quale i diversi
rischi dell’operazione vengono, di volta in volta, trasferiti alle parti coinvolte
nell’operazione o coperti attraverso forme di assicurazione: l’identificazione di tutte le
possibili categorie di rischio e la loro allocazione ai soggetti meglio adatti ad
Introduzione
VI
assicurarne la copertura sono i principi cardine su cui si fonda il successo
dell’operazione.
Il secondo capitolo inizia delineando un breve quadro d’insieme delle istituzioni e
degli strumenti del Gruppo Banca Mondiale. Dopo una presentazione generale sul ruolo
della World Bank e delle quattro maggiori agenzie finanziarie (IBRD, IDA, IFC,
MIGA) attraverso le quali opera, vengono esposte le motivazioni che spingono il
Gruppo all’applicazione di tecniche di project financing nei paesi in via di sviluppo.
L’utilizzo di tale strumento garantisce evidenti vantaggi in termini di efficacia nella
realizzazione delle opere. Il vantaggio del ricorso a fondi privati di finanziamento delle
opere, canalizzati tramite strumenti di project financing, è dato dal fatto che l’iter di
valutazione e approvazione è fissato dai soggetti finanziatori privati in base ad una
logica di mercato e non a procedure burocratiche. Inoltre, l’intervento dei soggetti
privati trae lo spunto da una loro libera iniziativa ed è, quindi, nel loro interesse attivare
e portare a termine l’opera.
Il perseguimento dell’efficienza nelle operazioni di project financing, con concorso
di capitali privati, è incentivato dal fatto che l’opera è la principale fonte di flussi di
cassa per il ripagamento del debito contratto.
Risulta inoltre chiaro l’interesse di chi realizza un’opera tramite project financing a
ridurre tempi e costi di esecuzione e successiva gestione. Per quanto riguarda i tempi, il
soggetto realizzatore ha tutto l’interesse ad anticipare il più possibile la conclusione dei
lavori, in modo da avviare la fase di gestione dell’opera, che, grazie ai meccanismi
tariffari, genera i ricavi e i flussi di cassa di segno positivo.
La rilevanza degli sforzi volti al contenimento dei costi al fine di migliorare il profilo
dei flussi di cassa dei soggetti realizzatori è ancora più evidente: dal momento che il
piano di ammortamento dei debiti contratti è prefissato, è chiaro che chi realizza l’opera
trae dalla riduzione dei costi di realizzazione un beneficio in termini di remunerazione
direttamente proporzionale allo sforzo profuso.
Inoltre, una delle caratteristiche rilevanti delle operazioni di project financing è il
concorso di più soggetti operanti in stretta interdipendenza tra loro e portatori di
Il Project Finance nei Paesi in Via di Sviluppo
VII
interessi differenziati. Questo garantisce un’ulteriore fonte di controlli incrociati, in
grado di aumentare la correttezza e la trasparenza delle operazioni.
Il processo di valutazione dei rischi è ulteriore elemento fondamentale delle
operazioni di project financing: la ripartizione dei rischi è uno dei principi su cui si
fonda il successo di un’operazione di project financing; grazie alla ripartizione dei
rischi, infatti, i soggetti sono maggiormente incentivati a partecipare a tali operazioni,
poiché le ripercussioni dell’eventuale fallimento totale o parziale del progetto
verrebbero ripartite equamente fra di loro.
Tuttavia, come già ricordato, un elemento indispensabile al sostegno dei paesi in via
di sviluppo ad elevata complessità appare costituito dall’intervento di organismi
sovranazionali. La scarsa disponibilità di risorse per il finanziamento di infrastrutture,
caratteristica dei paesi in via di sviluppo, rende il progresso economico dipendente da
un crescente intervento del settore privato.
Emerge così l’orientamento recente della Banca Mondiale nell’attività a sostegno del
settore privato, delineato in quattro linee di azione strategica:
1. la consulenza ai governi nei processi di riforme normative in favore dello
sviluppo del settore privato;
2. l’assistenza tecnica nel campo delle privatizzazioni, dello sviluppo dei mercati e
dei servizi finanziari e della promozione degli investimenti diretti dall’estero;
3. la concessione di garanzie e di assicurazioni agli investimenti finanziari contro i
rischi politici;
4. la messa a disposizione di risorse finanziarie per la riforma del settore bancario,
la ristrutturazione e la privatizzazione delle imprese pubbliche ed il
finanziamento di progetti d’investimento privati.
Dall’osservazione dell’evoluzione dei flussi finanziari verso i mercati emergenti, si
desume che il motore trainante dello sviluppo si sta spostando sempre più dalla sfera
pubblica al settore privato. Inoltre, da un’ulteriore analisi delle recenti tendenze dei
flussi finanziari verso i paesi in via di sviluppo è emerso che l’ambiente economico
globale visto un apprezzabile miglioramento nel 2004.
Introduzione
VIII
Nel dettaglio, i flussi netti di equity hanno raggiunto un valore pari a 138 miliardi di
dollari in netta ripresa rispetto agli anni precedenti, grazie ad una migliore aspettativa di
crescita per i paesi in via di sviluppo e ad un aumento di fiducia da parte degli
investitori negli investimenti a lungo termine.
Gli investimenti diretti, dopo aver registrato una drastica caduta nel 2003, sono
aumentati fino ad un valore di 114 milioni di dollari; tuttavia, il significativo incremento
è andato verso i paesi europei, anche se gli altri stati hanno ricevuto una sempre
maggiore quota.
I flussi di portafoglio si sono indeboliti con afflussi netti pari a 24 miliardi di dollari
in ribasso rispetto ai quasi 32 miliardi di dollari nel 2003, in virtù del calo registrato
negli investimenti in equity di portafoglio registrata soprattutto in Asia e nelle regioni
del Pacifico.
Le emissioni totali di equity, i prestiti netti delle banche commerciali e i prestiti esteri
hanno mantenuto un trend di crescita anche se l’andamento di tali flussi ha avuto un
andamento differente nei vari paesi.
I finanziamenti erogati dalla Banca Mondiale vengono utilizzati in settori diversi a
seconda del paese a cui sono destinati. Nel dettaglio vengono analizzate sei aree
principali: Africa (Legge & Giustizia & Pubblica Amministrazione: 24%; Salute & Altri
Servizi: 18%; Trasporti 17%); Asia e regioni del Pacifico (Trasporti: 47%;
Approvvigionamento Acqua & Servizi Sanitari: 16%); Asia Meridionale (Legge &
Giustizia & Pubblica Amministrazione: 28%; Educazione: 19%; Trasporti: 13%);
Europa e Asia Centrale (Legge & Giustizia & Pubblica Amministrazione: 32%;
Finanza: 23%; Energia: 10%); America Latina e Carabi (Legge & Giustizia & Pubblica
Amministrazione: 29%; Salute & Altri Servizi: 29%; Trasporti: 13%); Medio Oriente e
Africa Settentrionale (Trasporti: 38%; Approvvigionamento Acqua & Servizi Sanitari:
28%; Educazione: 14%).
Al termine di tale analisi, viene descritta la principale modalità utilizzata dal Gruppo
Banca Mondiale per collaborare con altre entità finanziarie e mobilitare risorse
finanziarie addizionali: il co-finanziamento. Tale sistema si riferisce ad accordi in base
ai quali i fondi o le garanzie prestate dalla Banca sono associati a fondi messi a
Il Project Finance nei Paesi in Via di Sviluppo
IX
disposizione da finanziatori terzi, sia pubblici che privati, per finanziare un progetto o
un programma. In seguito, vengono descritte le due tipologie di co-finanziamento che
sono offerte dalla Banca Mondiale e l’evoluzione che ha tale strumento ha subito nel
corso degli anni.
Il terzo capitolo tratta le modalità tecniche e operative del project finance
internazionale utilizzando l’esperienza sviluppata dall’International Finance
Corporation. L’IFC, in quanto principale strumento istituzionale del Gruppo Banca
Mondiale a sostegno dei progetti interamente privati, svolge come attività principale il
project financing nei paesi in via di sviluppo. L’Istituzione mette a disposizione sia
contributi finanziari sia assistenza tecnica per la preparazione e strutturazione delle
iniziative private: questa attività di consulenza e di finanziamento si concentra
specificamente sulle singole transazioni, in modo complementare alle attività della
Banca Mondiale per il finanziamento e l’assistenza tecnica ai progetti di riforma
istituzionale e settoriale dei paesi.
L’attenzione, poi, si sposta sulle politiche d’investimento dell’International Finance
Corporation: da un lato, vengono esaminati i limiti di esposizione tesi ad evitare una
eccessiva concentrazione dei rischi; dall’altro, al fine di comprendere dove si dirigono i
flussi d’investimento dell’IFC, viene analizzata la composizione del suo portafoglio in
termini di settori e paesi di destinazione dei prestiti.
In merito al primo aspetto, viene chiarito il fatto che i limiti costituiscono un vincolo
dinamico e cambiano in relazione alla crescita del portafoglio e del capitale netto. La
partecipazione dell’IFC ad un progetto deve quindi tenere conto delle condizioni di
esposizione complessiva su un singolo progetto che deve essere inferiore al 3% del
totale degli impieghi e, per le partecipazioni azionarie deve essere inferiore al 1,5% del
valore patrimoniale netto dell’IFC. La politica generale sull’esposizione per ogni paese
prevede che essa sia contenuta complessivamente entro il limite del 12% del portafoglio
totale ed i paesi nei quali esiste maggiore concentrazione di rischio sono ben al sotto di
tale soglia.
In merito al secondo aspetto, viene fornita un’analisi empirica degli investimenti
effettuati dall’IFC dai quali emerge un incremento di tali valori. Infatti, gli impegni
Introduzione
X
d’investimento assunti dall’IFC per proprio conto sono suddivisi nelle seguenti
modalità: 3,4 miliardi di dollari per contratti di prestito, 787 milioni di dollari per gli
investimenti in equity, 339 milioni di dollari per gli investimenti in quasi-equity, 171
milioni di dollari per prodotti di finanza strutturata (comprese le guarentees) e 60
milioni di dollari per prodotti di risk management. In aggiunta, l’IFC ha mobilizzato
circa 880 milioni di dollari in prestiti sindacati, cosiddetti “B-loan”.
In riferimento alle aree geografiche, tre sono le zone verso le quali restano
concentrati gli impegni d’investimento: Europa e Asia centrale (35%), America Latina e
Caraibi (28%) e Asia Orientale e regioni del Pacifico (13%).
Per quanto riguarda i settori, emerge che il 27,4% degli impegni si indirizza verso il
settore finanziario e assicurativo, mentre il 10% è investito nel settore delle utilities.
Il lavoro propone in seguito un analisi dei prodotti offerti dall’International Finance
Corporation, distinti in quattro principali categorie:
1. investimenti in capitale di rischio (azioni ordinarie, azioni privilegiate,
obbligazioni, prestiti convertibili);
2. prestiti a lungo termine;
3. strumenti di gestione del rischio finanziario;
4. mobilitazione di risorse esterne (sindacati di prestito, organizzazione e
sottoscrizione di emissioni di titoli).
Inoltre, si sottolinea che le politiche operative dell’IFC stabiliscono un limite
all’impegno finanziario massimo, che, per i nuovi progetti, non può essere superiore al
25% del totale del costo del progetto, o, per progetti di piccole dimensioni, salire fino al
35%; per progetti d’espansione, invece, l’IFC, può provvedere ad una quota superiore al
50% del costo del progetto, purché non superi il 25% del totale della capitalizzazione
della project company.
L’IFC, al fine di convogliare maggiori finanziamenti verso i paesi in via di sviluppo
e per estendere l’accesso al credito ad un numero sempre più rilevante di società, si
avvale dell’aiuto di intermediari finanziari: in modo particolare, le società di leasing
svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo del settore finanziario nei paesi con
economie poco evolute o con basso reddito pro capite. Il leasing emerge come uno
Il Project Finance nei Paesi in Via di Sviluppo
XI
strumento di finanziamento a medio-lungo termine ideale, per finanziare i fabbisogni
delle piccole e medie imprese. Significativa al riguardo appare la descrizione del
contratto di leasing, dei vantaggi per le parti coinvolte e le motivazioni che spingono
all’utilizzo di tale strumento.
Il quarto capitolo affronta il tema della corretta individuazione del project leasing
come genere autonomo e chiaramente distinto dalle operazioni di project finance e da
quelle di leasing tradizionale. Dopo aver descritto le caratteristiche del contratto di
project leasing, l’analisi si sposta su alcune particolarità economico-finanziarie
dell’utilizzo di tale strumento: la valutazione di convenienza dell’utilizzo di tecniche di
project leasing è affrontata evidenziando nel dettaglio le differenze rispetto all’ipotesi di
ricorso al mutuo.
In particolare, una prima notevole differenza è data dal fatto che anche il lessor, oltre
alle banche e agli sponsor, deve ottenere un tasso interno di rendimento soddisfacente
rispetto al grado di rischio assunto nell’iniziativa e dovrà valutare se i canoni di leasing
si coordinano con i flussi di cassa in entrata generati dal progetto attraverso il calcolo
dei “cover ratios”. Altre differenze riguardano invece il tasso di interesse a cui può
indebitarsi lo Special Purpose Vehicle rispetto a quello spuntabile da una società di
leasing ed il livello di leva finanziaria presente nelle due alternative.
In seguito, il lavoro mira ad esaminare le caratteristiche che permettono di definire
un’operazione di finanziamento come “project leasing”: per poterla definire tale,
devono infatti coesistere, in modo determinante alla realizzazione dell’operazione
stessa, il project finance, il leasing e la tax-based finance. Al riguardo, i modelli di
sviluppo dello spazio di mercato disponibili risultano riferiti, da un lato, allo
sfruttamento intensivo dei tre mercati e, dall’altro lato, dalla crescita degli spazi di
sovrapposizione dei singoli mercati a parità di sfruttamento.
L’esistenza di un mercato del project leasing appare così determinata dalla struttura
self-enforcing e dalle sinergie che si creano fra il project finance, il leasing e la tax-
based finance: le operazioni di leasing quanto più sono orientate al big-ticket tanto più
tendono ad assumere la forma di finanziamento di progetto in quanto l’asset non è più
sufficiente come garanzia e spesso è privo di un mercato secondario; l’impiego della
Introduzione
XII
tax-based finance consente di distribuire all’interno della coalizione a sostegno del
progetto gli imponibili e i costi deducibili ottimizzando l’impatto fiscale
dell’operazione; la presenza di flussi futuri, inoltre, riduce il costo dell’operazione e
consente l’ingresso di ulteriori finanziatori.
A livello operativo, le possibili modalità di effettivo coordinamento fra il project
finance, il leasing e la tax-based finance sono riconducibili a quattro schemi
contrattuali: (i) il project leasing in senso stretto, (ii) il project finance con applicazioni
di leasing, (iii) l’agglomerato finanziario di contratti di leasing e (iv) il leasing
tradizionale. Di questi sono posti in evidenza solo gli aspetti fondamentali.
Dopo un approfondimento teorico dello strumento del project leasing, il capitolo si
conclude con l’analisi del mercato mondiale del leasing. Tale approfondimento rivela
situazioni e dinamiche evolutive altamente differenziate: se, infatti, in molte zone il
leasing ha ormai raggiunto una fase di piena maturità, in altri contesti, quale quello
rilevabile in molti paesi in via di sviluppo, lo strumento della locazione finanziaria
presenta ancora forti potenzialità di crescita. Le attese per un’ulteriore diffusione del
leasing in queste aree dipendono anche dal contributo della Banca Mondiale, e in modo
particolare dell’IFC, che oltre ad utilizzare con crescente frequenza questo strumento
nel finanziamento di progetti di investimento nel settore privato, offre consulenza ai
governi in tema di regolamentazione del leasing, di studi di fattibilità e di
identificazione di sponsor e partner tecnici utili per la realizzazione delle singole
iniziative.
Lo sforzo dell’IFC volto a creare un ambiente “avvantaggiante”, in paesi
caratterizzati da economie arretrate, è stato quello di collaborare con i governi dei vari
paesi al fine sia di rimuovere norme spesso sfavorevoli, sia di introdurre nuove norme
nel sistema legale e finanziario, contribuendo all’introduzione di specifiche leggi sul
leasing. L’IFC ha quindi stabilito che l’efficacia del sistema legale dipenda da alcuni
fattori chiave: chiarezza nella definizione del contratto di leasing, degli asset locati e,
delle responsabilità e dei diritti delle parti coinvolte nel contratto di leasing; trattamento
delle passività; priorità delle richieste del lessor rispetto all’asset locato in caso di
fallimento; la procedura di ri-acquisto.
Il Project Finance nei Paesi in Via di Sviluppo
XIII
L’attenzione va posta anche su due delle principali imposte che apportano
significative implicazioni per il leasing: la “Income” o “profit tax” e “value-added tax”
(VAT).
La creazione, da parte della Banca Mondiale e dell’IFC, di sistemi normativi e
fiscali sempre più favorevoli all’attività di leasing ha incrementato in modo
esponenziale il volume del leasing in molti paesi a medio e basso reddito. In Russia, tra
1998 e 2004, si è passati da circa 100 milioni a più di 2,4 miliardi di dollari; in
Kyrgyzstan, Kazakhstan, Tajikistan ed Uzbekistan, l’approvazione di nuove leggi sul
leasing ha contribuito a far registrare ottimi risultati in paesi dove le piccole compagnie
hanno solitamente difficoltà di accesso al capitale. Solo nello stato del Kazakhstan il
mercato del leasing si è quadruplicato.
Il quinto capitolo approfondisce l’utilizzo del project leasing nei paesi in via di
sviluppo: particolare evidenza viene data a come tale strumento possa far leva sugli
elementi di convenienza, che derivano dalla sua natura di tecnica finanziaria, abbinati
all’utilizzo di un particolare strumento creditizio. Nelle operazioni di leasing di
maggiori dimensioni, project finance e locazione trovano un ambito di impiego
congiunto particolarmente favorevole essendo le cifre finanziate così rilevanti da
configurare esigenze valutative, rischi e competenze fiscali, legali e finanziarie simili a
quelle impiegate nella definizione di un progetto.
A livello mondiale, emerge che la diffusione del leasing è tuttora rilevante nelle
economie a medio e basso reddito, dove i suoi vantaggi lo rendono particolarmente
adatto al finanziamento dell’attività produttiva. Al riguardo vengono sottolineati: la
semplicità/facilità di accesso al finanziamento offerta dal leasing rispetto al credito
bancario, la maggiore semplicità e facilità con cui può essere ottenuto rispetto ad un
normale finanziamento non richiedendo garanzie aggiuntive, la possibilità di finanziare
una percentuale elevata dell’investimento, la flessibilità del contratto di leasing che
consente una ristrutturazione in base alle capacità di rimborso del cliente. I vantaggi del
leasing internazionale, come forma di finanziamento internazionale derivano
principalmente da due fonti: riduzione delle imposte e costi di finanziamento più bassi.
Introduzione
XIV
Si sottolinea, poi, che nella valutazione della onerosità complessiva di un’operazione
di project leasing, l’aspetto fiscale deve essere opportunamente governato dai soggetti
che compongono la coalizione di interessi a sostegno del progetto in modo tale da
individuare nuove opportunità per la creazione di valore e per determinare la
convenienza del ricorso all’operazione sia per gli sponsors che per i finanziatori.
La leva fiscale deve quindi essere utilizzata secondo due diverse direzioni: all’interno
del singolo mercato-paese e a livello internazionale. Nel primo caso, all’interno del
singolo mercato-paese, la legislazione determina gli spazi sfruttabili di convenienza
naturale del leasing rispetto ad altre forme di finanziamento sia fra beni locati. Nel
secondo caso, le differenze presenti fra le normative fiscali di ciascun paese sono così
forti da stimolare negli operatori che partecipano al project leasing sia lo sviluppo di
strategie di localizzazione internazionale delle attività nei mercati con le disposizioni di
legge più vantaggiose sia la costruzione di strutture contrattuali che sfruttino le
asimmetrie fiscali presenti fra un mercato e l’altro per massimizzare il valore prodotto
dall’operazione.
Si cerca, così, di dare un quadro della vigente normativa interessante la locazione
finanziaria, dal quale emerge la mancanza di una effettiva e pressante esigenza di
pervenire ad una disciplina legislativa organica e completa dell’operazione di leasing.
Tuttavia, proprio la capacità di poter sfruttare vantaggiosamente le differenze di
trattamento a cui l’operazione di leasing può essere soggetta nelle normative fiscali di
paesi diversi consente agli operatori internazionali di accrescere il rendimento delle
operazioni.
A livello internazionale, il grado di sofisticazione di alcune operazioni, dovuto alla
complessità degli scambi di flussi finanziari e alla pluralità dei mercati in questi
coinvolti, mostra come esista una serie di motivazioni che spingono gli operatori ad
utilizzare tipologie di prodotti in grado di far leva su più fattori di convenienza. Emerge
a questo punto come gli aspetti fiscali, finanziari, legali e contabili siano tra i più
utilizzati nella ricerca di nuovi vantaggi economici che favoriscano l’impiego delle
operazioni di leasing internazionale (tra i quali ricordiamo il pickle leasing, il syntetic
leasing e il double-dip leasing).
Il Project Finance nei Paesi in Via di Sviluppo
XV
In modo particolare, i profili di natura fiscale e finanziaria assumono una rilevanza
fondamentale all’interno di un’operazione di leveraged leasing. L’introduzione di un
meccanismo di indebitamento nell’ambito della struttura del contratto di leasing (da cui
leveraged leasing) è volta, nella sostanza, a ridurre il costo dell’operazione per il
locatario.
In conclusione, si pone in evidenza come un approccio metodologico tipico del
project financing unito all’impiego del leasing possa generare numerosi vantaggi: tra le
motivazioni originarie dello sviluppo del project finance s’incontra senz’altro proprio la
volontà dei promotori di limitare l’esposizione diretta sul progetto, causata
dall’inclusione o dal consolidamento del progetto nel bilancio della casa madre, e
massimizzare l’effetto della leva finanziaria, mantenendo l’indebitamento addizionale
per il progetto “fuori dal proprio bilancio”.
Tuttavia, ancora più importante è il fatto che la tecnica fornisca un mezzo per
associare specifiche attività patrimoniali a specifiche fonti di indebitamento, e permetta
di allocare i rischi fra i partecipanti che abbiano la capacità e la forza di fronteggiarli al
meglio: spesso questo significa traslare fuori bilancio il rischio sovrano, ma per gli
sponsor anche riallocare parte dei rischi finanziari, gestionali e tecnici ripartendoli con
altri soggetti che intervengono nel progetto.
Il ricorso ad un contratto di leasing per finanziare un progetto secondo lo schema
proprio del project finance permette, infine, di sfruttare l’effetto leva che moltiplica le
garanzie in essere, rendendo ancora più attraente l’erogazione di risorse.
Occorre ricordare, però, che i tre macro elementi, project finance, leasing e tax-based
finance, che concorrono a definire congiuntamente un’operazione di project leasing,
presentano una caratteristica di mutua indispensabilità: se, a livello teorico, il project
leasing può essere considerato pienamente completato anche solo sulla base della
presenza di un’operazione di project finance costruita su uno schema contrattuale
riferito al leasing, a livello operativo, l’orientamento alla gestione attiva della variabile
fiscale risulta indispensabile non solo per allocare il valore generato dall’operazione, ma
soprattutto per recuperare il valore assorbito dagli elevati costi di management in senso
lato, sopportati dalla coalizione di soggetti a sostegno dell’operazione.
Introduzione
XVI
In questo senso, è possibile affermare che l’assenza di una delle tre componenti
costitutive del project leasing faccia venire meno l’economicità dell’operazione stessa.
Il leasing risulta, quindi, la forma più semplice di finanziamento di attività fisse e
“funziona” anche in ambienti istituzionali difficili e legalmente poco sviluppati come
possono essere quelli dei paesi in via di sviluppo: il vantaggio di utilizzare tale
strumento nel finanziamento di progetti in economie di transizione è dato dal fatto che
permette alle piccole e medie imprese di soddisfare flessibilmente i loro bisogni
finanziari, al fine di espandere le loro attività e modernizzare i sistemi produttivi.
Inoltre, la terza componente del project leasing, la tax-based finance, rende l’intero
progetto se possibile ancora più appetibile per un finanziatore esterno: con l’aiuto
dell’IFC, e seguendo l’intuizione che vede nel leasing lo strumento di finanziamento più
idoneo per le economie in transizione, numerosi paesi emergenti (principalmente
nell’Asia Centrale) stanno, infatti, sviluppando normative fiscali favorevoli. In questo
modo, non solo il project leasing garantisce i vantaggi tipici del project finance in
unione con le agevolazioni assicurate dal ricorso al leasing, ma consente anche al lessee
di godere di un regime fiscale più attraente. Il lessee può quindi sfruttare tale
opportunità sia in un’ottica interna (ad esempio di deduzione di parte degli oneri
finanziari/accessori o addirittura di intere quote del canone) sia come leva contrattuale
in grado di consentire vantaggi anche per il lessor.
Il sesto capitolo affronta empiricamente un caso di project leasing attuato in
Uzbekistan.
L’analisi parte offrendo una descrizione della diffusione del leasing nei paesi in via
di sviluppo e del significativo incremento nei volumi che ha registrato negli ultimi anni.
Nel dettaglio, si prende in considerazione il “Central Asia Leasing Project”,
un’iniziativa di assistenza tecnica attuata in quattro paesi dell’Asia Centrale:
Kyrgyzstan, Tajikistan, Uzbekistan e Kazakhstan.
Il Project Finance nei Paesi in Via di Sviluppo
XVII
Tale progetto si estrinseca essenzialmente in tre differenti fasi:
1. Avvio di una partnership con i Governi locali per la creazione ed il
miglioramento della legislazione nazionale in tema di leasing, includendo
l’emanazione e la promulgazione della “Law on Leasing”, del “Tax Code” e del
“Civil Code”.
2. Incremento della conoscenza e della consapevolezza dello strumento del leasing
sia nei settori bancari e finanziari di ogni Nazione interessata dal progetto che
nel mondo imprenditoriale.
3. Espansione delle risorse finanziarie complessive disponibili per il leasing
nell’Asia Centrale.
Dopo una breve spiegazione delle tre fasi e delle conseguenze, a livello di
investimenti, che hanno portato all’interno dei singoli paesi, si vuole fornire un quadro
più dettagliato dell’Uzbekistan.
Una serie di riforme al Tax Code, al Civil Code e alla Law on Leasing hanno
permesso di ottenere vantaggi fiscali prima non ottenibili.
Il caso pratico proposto, sviluppato in collaborazione con l’IFC, evidenzia in maniera
empirica tali benefici: nel dettaglio, viene analizzato un progetto di investimento
dell’azienda “ALFA”, società privata uzbeka che opera nel settore del trasporto
passeggeri. Dopo una breve analisi sul settore dei trasporti in Uzbekistan, la cui
modernizzazione è da sempre una priorità del Governo, si pone l’accento sulle strategie
di riforma per tale settore e sull’aiuto che la World Bank è in grado di fornire. La
società ALFA, operante da diversi anni nel settore, deve valutare la possibilità di
acquistare nuovi mezzi di trasporto (principalmente autoveicoli) al fine di migliorare i
servizi offerti e guadagnare quote competitive in questa fase di sviluppo ed espansione
del settore. Viene quindi proposto il prospetto riassuntivo che ha permesso all’azienda
di valutare la convenienza tra un finanziamento “tradizionale” a medio/lungo termine ed
un contratto di leasing (in un ambiente agevolato dal lavoro dell’IFC). Dai dati, emerge
che, grazie soprattutto alle numerose riforme attuate dal Governo, il leasing risulta
essere l’alternativa più vantaggiosa.