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Prima parte – Il prodotto musicale tra
passato e presente
Cap. 1: L’innovazione tecnologica guida il prezzo della musica.
1.1: Introduzione alla nascita del settore discografico.
Nel momento in cui si intende parlare di industria della musica è
fondamentale considerare che il contesto sociale, culturale ed economico
nel quale essa prende vita e si sviluppa è chiaramente quello legato alla
rivoluzione industriale: poiché sempre di industria si sta parlando è
evidente che il fattore fondamentale nella guida al cambiamento sia
l’innovazione tecnologica. Il percorso che porta alla nascita del settore
discografico è caratterizzato da alcuni passaggi di grande rilevanza
collegati a innovazioni radicali, nel tempo migliorate in modo
incrementale, le quali hanno come risultato finale quello di cambiare in
modo positivo e costante la modalità di conduzione della vita quotidiana
all’interno della nostra società.
Chiaramente però le tecnologie non nascono dal nulla né in modo
accidentale, ma prendono vita nel momento in cui viene trovato loro un
qualche scopo specifico e quando soggetti dotati di capacità inventive si
vengono a trovare in un ambiente che sappia mettere a loro disposizione
le risorse delle quali necessitano. Thomas Edison è l’esempio migliore di
come sia possibile incorporare all’interno della stessa persona tutte le
qualità necessarie per essere considerato un imprenditore completo. Egli è
prima di tutto un grande inventore che non esita a riprendere concetti,
tecnologie e teorie già precedentemente sviluppati, ma la sua enorme
influenza sulla società risiede anche nel fatto di aver compreso l’essenziale
importanza della diffusione delle sue invenzioni. Avere capacità inventiva
di per sé non è infatti sufficiente a garantire risultati evidenti e sostanziali
in termini di cambiamenti apportati: ogni invenzione esiste già
potenzialmente, ciò che serve è capire come la sua attuale o futura
applicazione possa rivelarsi utile nel modo più ampio e allargato possibile.
Edison non è stato soltanto in grado di apportare innovazione tecnologica,
ma è riuscito a trasformare il sogno di cambiare il mondo in realtà
soprattutto grazie alle proprie abilità in campo economico. Egli acquista
brevetti di altri ricercatori, protegge le proprie invenzioni e infine coglie in
pieno le opportunità di diffonderle sul mercato attraverso l’applicazione dei
principi di produzione su larga scala: i risultati sono, ad esempio,
l’illuminazione elettrica di massa e la nascita del settore discografico. Il
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successo delle sue invenzioni deriva pertanto dal fatto che egli non solo
crea e rielabora le conoscenze e le idee proprie e altrui, ad esempio
applicando quanto appreso dal lavoro come operatore telegrafico alle
ricerca sulla lampadina elettrica, ma capisce anche quali applicazioni
queste possano trovare nella vita di tutti i giorni capendo e guidando in
prima persona le necessità di chi lo circonda.
Più precisamente il bisogno al quale ci si sta riferendo è riassumibile nel
termine registrazione: le tecnologie di registrazione permettono la
conservazione e distribuzione della musica su larga scala e guidano
l’andamento del prezzo del prodotto musicale nel corso dello sviluppo del
settore. Nel tempo poi queste ampliano ulteriormente la propria influenza
sulla musica stessa divenendone un mezzo di creazione, facendo nascere
nuovi soggetti (come l’ingegnere del suono) e oggetti (il disco) fondamentali nel settore, infine cambiando il modo di ascoltare e
ampliando la varietà della proposta di prodotti. La figura imprenditoriale,
vista appunto nella sua completezza, risulta centrale nella nascita del
settore discografico proprio per il fatto che solo con la voglia e la capacità
di rischiare in prima persona è stato possibile passare dal semplice
commercio di musica a una vera e propria industria che sia basata sulla
produzione di massa.
1.2: Prima dell’industria.
L’invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg è il primo passo
verso la nascita di un mercato della musica: fino ad allora l’unico metodo
di conservazione delle opere era stata la copiatura a mano che avveniva
nei monasteri. La Chiesa Cattolica è rimasta a lungo il centro della
produzione musicale: prima del ‘600 barocco le uniche opere stampate
erano testi sacri. Nel frattempo però la creazione di un nuovo tipo di
commercio porta gli editori ad essere i primi soggetti ad entrare nel
business per sfruttare le opportunità createsi. Gli editori sono i primi a
proporsi come coloro in grado di allargare la diffusione della musica
all’interno della società, ma non si andrà molto oltre l’artigianato almeno
fino alla Prima Guerra Mondiale, quando il controllo del settore passerà
nelle mani dei discografici. Solo allora, allargandosi le occasioni d’ascolto
al di fuori delle opere e dei concerti nelle sale, si otterrà l’indipendenza dai
direttori teatrali; il modello promozionale resterà in realtà lo stesso,
cambierà però il soggetto da convincere: il disc jockey(Harris, 2006).
Per tutto il periodo barocco e classico la musica stampata rappresenta un
grande azzardo e nessuno osa andare oltre la proposta di opere già molto
note al pubblico. Intanto però un risultato positivo che si ottiene è la
rimozione del vincolo di sacralità delle opere prodotte, con il fulcro della
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produzione musicale che si sposta verso le corti dei nobili: l’artista passa
dall’essere uno schiavo al rappresentare un oggetto d’arredo
indispensabile, come fosse un jukebox. Se da una parte gli editori musicali
non sono dotati di mezzi sufficienti per rischiare con proposte innovative,
dall’altra le copisterie alle quali si rivolgono svolgono un servizio pessimo
con molti errori di trascrizione. Inoltre bisogna aspettare fino ai primi del
‘900 perché si abbia la protezione dei diritti intellettuali con l’esclusiva di
stampa, almeno nella propria zona, e anche perché sia negli Stati Uniti
che in Europa ci si doti di enti istituiti allo scopo di raccogliere i proventi
derivanti dai diritti sull’esecuzione dell’opera(in Francia la SACD nasce già
nel 1829, nel 1982 la SIAE in Italia e nel 1915 la GEMA in Germania)(Harris, 2006).
L’editoria musicale si sviluppa molto in Germania già a partire dalla
seconda metà del ‘700, ma diventa industria solo ai primi decenni del ‘900
quando gli Stati Uniti diventano il centro di maggiore importanza per la
produzione e diffusione della musica moderna. Dal 1885 fino circa al ’29
Tin Pan Alley è il nome dato all’insieme di editori e compositori musicali
che si raccolgono a Manhattan e che per tutto questo periodo prendono
letteralmente il controllo della musica popolare americana; i generi che
propongono si allargano da cakewalk e ragtime a blues e jazz. La fortuna
degli editori di musica stampata, venduta per essere poi riprodotta nelle
case, finirà gradatamente nei primi decenni del ‘900 a vantaggio delle
compagnie di registrazione.
Nel 1877 Edison perfeziona il fonografo: è infine nato il settore
discografico in seguito a un lungo percorso di evoluzione delle tecnologie
di registrazione. E’ infatti sin dal Medioevo che parallelamente allo
sviluppo della notazione musicale vengono creati strumenti meccanici che
riproducano il suono in modo automatico come ad esempio gli organi
idraulici, i carillon fino ad arrivare ai pianoforti pneumatici della seconda
parte dell’800. Con questi ultimi si possono ritrovare già tutti gli elementi
basilari per la conservazione fedele delle opere musicali, cioè la
registrazione unita alla capacità di riproduzione dei suoni in modo
abbastanza naturale ed espressivo. I musicisti di fama si rifiuteranno a
lungo di usare il grammofono con una qualità del suono pessima,
concedendosi piuttosto ai pianoforti meccanici diffusi nei locali pubblici fino
al ’29. Sempre nello stesso periodo inoltre cresce il numero dei jukebox, le
scatole musicali funzionanti con l’introduzione di una monetina che più
avanti saranno il simbolo dei bar dei teenager americani. La loro
importanza nella storia del settore discografico si modifica nel tempo:
prima di diventare popolari anche nel Nord America erano diffusi nel Sud
in quanto mezzo di diffusione della musica non suonata dalle radio,
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soprattutto quella nera; successivamente alimenteranno l’industria anche
nei periodi di recessione creando opportunità per nuovi e vecchi operatori,
come la Decca degli anni ’40 o più in generale tutta la produzione dei 78
giri nel Dopoguerra(Harris, 2006). Nel nuovo millennio abbiamo infine
avuto l’evoluzione digitale dei jukebox: oggi li si trova ancora nei bar, ma
invece di proporre CD o vinili è possibile usare l’accesso a Internet dove si
trova tutta la musica archiviata dal proprietario del locale (Anderson,
2008).
1.3: La competizione sull’hardware(1877-1914).
L’invenzione di Edison è il primo passaggio fondamentale che avvia un
processo, continuato ancora oggi dalle tecnologie digitali, nel quale
l’ascoltatore ottiene sempre maggiori possibilità si scelta. Il suo rapporto
con la musica cambia grazie alle tecnologie di registrazione divenendo più
intimo e non relegato solamente a determinate occasioni d’ascolto
collettive, mentre il repertorio disponibile si allarga e non rimane più
riservato alle orecchie di esperti. L’inizio della storia del settore
discografico è legata a innovazioni radicali che si susseguono
velocissimamente e si influenzano e fondono le une con le altre;
successivamente queste sono migliorate nel corso del tempo in modo
incrementale a seconda delle necessità. Gli Stati Uniti della seconda metà
dell’ 800 sono il luogo ideale dove la genialità inventiva può essere prima
coltivata e poi sviluppata grazie a persone che si assumono la
responsabilità di rischiare con i mezzi a disposizione(Harris, 2006).
Il fattore veramente rivoluzionario del fonografo non è soltanto la
registrazione del suono in sé, quanto soprattutto la capacità di
riproduzione dello stesso. Già infatti nel 1857 il francese Scott inventa il
fonautografo, essenzialmente allo scopo di studiare le onde sonore che
però vengono rappresentate solo graficamente, senza alcuna possibilità di
riproduzione; intanto però vengono fondati i principi e i meccanismi di
funzionamento sui quali si baserà il fonografo. Parallelamente vengono
sviluppate e perfezionate tecnologie affini: il telegrafo (del quale Edison è
un esperto e di fatti non esita a prenderne spunto per il fonografo), il
telefono (inventato nel 1876 da Bell e anch’esso legato allo sviluppo del
fonografo, in quanto quest’ultimo nasce inizialmente allo scopo di
registrare le conversazioni telefoniche prima di registrare i suoni prodotti
nell’aria), il grafofono (sempre ad opera di Bell, incide già su cera invece
che su fogli di metallo) fino al telegrafono (attraverso il quale Poulsen già
nel 1898 dà vita alla registrazione magnetica). Si tratta di innovazioni che
si intrecciano tra loro e si spingono al miglioramento costante in una gara
continua nella quale un inventore cerca di prevalere sull’altro attraverso il
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miglioramento delle tecnologie proprie e altrui: la competizione in questo
caso è sana e porta a risultati estremamente positivi(Hains, 1999).
Negli anni subito successivi alla sua nascita il fonografo è uno strumento
primitivo che produce un suono ben poco orecchiabile; essendo nato in un
periodo d’oro per la sinfonia e le opere liriche occidentali, non viene mai
preso in seria considerazione dai musicisti e la Edison Records fondata nel
1887 la pubblicizza come dittafono per uffici(Huygens, Baden-Fuller, Van
Den Bosch, e Volberda, 2001). Nonostante ciò l’invenzione del fonografo
rivela la propria genialità nel fatto di contenere in sé già tutti gli elementi
alla base poi anche delle tecnologie successive: un diaframma che vibra
per risonanza e la puntina ad esso fissata che incide rilievi sul solco a
seconda delle vibrazioni; tale solco è situato sopra a un cilindro (in seguito
sostituito da un disco orizzontale) ricoperto da un foglio di metallo che
viene fatto ruotare (all’inizio manualmente); una volta avvenuta l’incisione
basta ricollocare la puntina all’inizio del solco e facendo girare il rullo
questa riproduce le vibrazioni a seconda degli avvallamenti presenti.
Inoltre col fonografo si può notare la stessa sequenza di operazioni tipica
del procedimento di registrazione che rimane costante anche negli anni a
venire: cattura del suono, incisione, conservazione, diffusione con
duplicazione il più possibile fedele ed infine riproduzione del suono
originale(Hains, 1999).
Se il fonografo di Edison viene comunemente considerato l’invenzione che
dà il via al commercio della musica registrata, il cambiamento di maggior
rilievo all’interno della società proviene dal miglioramento di questa stessa
tecnologia ad opera di Emile Berliner nel 1887. Quest’ultimo si colloca tra i
tanti inventori che provano a modificare e migliorare il fonografo e il
risultato di tali sforzi non si fa attendere troppo: il foglio di stagno che
ricopre il cilindro viene sostituito da uno strato di cera molto meno fragile,
il materiale e la composizione del diaframma e della sua puntina vengono
ristudiati, si sfrutta un padiglione acustico per captare il suono e infine si
rende la rotazione del cilindro da manuale a motorizzata (prima con un
motore a molla e in seguito con uno elettrico). Partendo da queste
migliorie incrementali Berliner crea un nuovo supporto fisico, il disco. Dal
punto di vista tecnico la differenza fondamentale risiede nel fatto che con
il cilindro la vibrazione viene incisa in senso verticale e tale incisione è
pertanto basata sulla profondità del solco, mentre con il disco si produce
una vibrazione della puntina in senso orizzontale; inoltre il disco è
costituito da una lamina di zinco ricoperta di cera sulla quale si traccia il
solco che si sviluppa a spirale e dentro al quale la puntina vibra. Le
capacità inventive di Berliner si riconfermano estremamente ampie e
valide quando nel 1888 perfeziona il metodo di duplicazione del 78 giri
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partendo da una matrice di base, replicando in termini di importanza ciò
che secoli prima la stampa aveva significato per la partitura(Hains,
1999).
Proprio la competizione col grammofono spinge Edison a cercare il
miglioramento del fonografo e per un certo periodo le due tecnologie si
spingono a vicenda, ma alla fine il disco impone la propria superiorità e il
rullo viene prodotto solo fino al 1929, quando la società di Edison fallisce
dopo che egli stesso aveva nel frattempo iniziato la commercializzazione di
dischi in parallelo ai rulli(Huygens et al., 2001). Tale superiorità può
essere così riassunta: maggiore capacità di contenimento della musica (i
30 cm del 78 giri tengono fino a 4 minuti e dal 1904 sono sfruttabili
entrambi i lati), repertorio offerto più ampio, maggiore facilità in termini di
utilizzo e ingombro (grazie all’incisione laterale è possibile usare un
supporto più sottile), volume del suono maggiore (nel cilindro la
variazione di volume dipende dalla pressione esercitata dalla puntina, ma
se questa è eccessiva si danneggia il supporto stesso) e infine soprattutto
possibilità di produzione di massa a costi minori (col cilindro si potevano
fare al massimo 25 copie tutte di qualità decrescente e distruggendo la
matrice; nel tempo si perfeziona un fonografo dal quale si ottengono
contemporaneamente dieci copie, ma resta la necessità di ripetere
l’esecuzione dell’opera)(Hains, 1999). Attorno al 1910 il disco supera il
cilindro e si afferma, nel formato 78 giri in gommalacca a doppio lato,
come il formato standard almeno fino alla fine degli anni ’50. Il
grammofono diventa quindi sempre più un oggetto comunemente
detenuto nelle case di tutti, così come a breve lo diventerà la radio
(Huygens et al., 2001).
Negli Stati Uniti di inizio ‘900 gli operatori del settore sono tre. Il primo,
anche in ordine di tempo, è la Edison Records che in seguito rimane la
sola produttrice di cilindri. La Columbia Records invece nel 1899 è la prima
ad operare anche oltreoceano. Infine la Victor Talking Machine Company
viene creata nel 1901 in seguito a processi sulla violazione dei brevetti a
danno della United States Gramophone Company; quest’ultima era stata
fondata nel 1892 da Berliner e in seguito a queste azioni legali egli non
sarà più a controllo di nessuna società di registrazione. Resta invece la UK
Gramophone Company nata nel 1898 come sorella della società
statunitense(Cosper, 2012).