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INTRODUZIONE
Il mio percorso di studi universitari mi ha fornito utili strumenti per, come dice il motto
della facoltà, “conoscere e capire il mondo”. Ciò che ho appreso mi ha consentito di dare
risposta ad alcune domande che mi ponevo da tempo ma, altre, sono rimaste inattese.
Nuovi quesiti, nel frattempo, sono nati dall‟osservazione di ciò che vedevo accadere
lontano e vicino a me.
Da alcuni di questi nuovi quesiti irrisolti è nata l‟idea di questa tesi sul Principato di
Monaco come centro off-shore. Negli ultimi anni, infatti, per ragioni del tutto estranee ai
miei studi, ho visitato di persona numerose volte il Principato dei Grimaldi, mentre, nel
frattempo, mi è capitato di leggere e sentire notizie a proposito delle discussioni della
comunità internazionale riguardo ai paradisi fiscali. Ho quindi deciso di approfondire il
tema, facendone l‟oggetto di discussione della mia tesi di laurea.
Il titolo “Il Principato di Monaco come centro off-shore”, implica un‟indagine
multidisciplinare ed ampia sul paese: sulle sue origini storiche, le sue istituzioni e leggi, il
suo regime fiscale, la politica interna ed internazionale, l‟economia off-shore e quella
reale.
Questo tipo di approccio multi materia mi è sembrato il più completo ed utile al fine di
facilitare la comprensione del tema.
Per questo, il primo capitolo tratta dell‟origine storica moderna del paese, del suo assetto
politico-istituzionale e del suo sistema fiscale. Il secondo capitolo, invece, inserisce il
Principato di Monaco all‟interno di una generale osservazione sui sistemi tributari ed i
cosiddetti “paradisi fiscali”, al fine di evidenziare e spiegare le caratteristiche che a tal
riguardo distinguono il paese. Il terzo capitolo, si occupa di dare un quadro generale sui
rapporti internazionali del Principato in quanto “paradiso fiscale”. Infine, gli ultimi due
capitoli, il quarto ed il quinto, accentrano l‟analisi sulle conseguenze, influenze ed
implicazioni economiche della politica fiscale monegasca.
L‟obiettivo ultimo di questa tesi è, attraverso lo studio di un singolo caso, dare al lettore
utili e chiarificatrici informazioni riguardo al più generale fenomeno dei “paradisi fiscali”
ed all‟economia off-shore.
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CAPITOLO 1
STORIA ED ISTITUZIONI DEL PRINCIPATO DI MONACO
Al fine di procedere alla comprensione ed all‟analisi economica di uno stato, è necessario
studiarne la particolare evoluzione storico-istituzionale.
La storia antica del Principato è riconducibile perlopiù a quella della città di Monaco, fondata
dalla Repubblica di Genova nel 1215 (Grinda 2009), e può essere riassunta come una serie di
alleanze e battaglie susseguitesi con lo scopo quasi esclusivo di garantire ai Grimaldi la
conservazione del governo sulla città. La casata, di origini genovesi, riesce in effetti a
mantenere per quasi cinque secoli, e pressoché ininterrottamente, il controllo sulla città: in
primis sconfiggendo Genova ed emancipandosi da essa, poi, allargando il territorio della
signoria, ed infine, e soprattutto, contraendo alleanza con la Francia prima, e con la Spagna
poi, e guadagnando da queste la loro protezione militare e l‟investitura ed i diritti di Principi
di Monaco (Grinda 2009).
La storia moderna risultando invece maggiormente importante ai fini di questa tesi, merita
una trattazione più ampia, poiché è proprio negli ultimi due secoli di storia del Principato che
si ritrovano le origini istituzionali, culturali ed economiche del Stato moderno.
1.1 Storia ed evoluzione istituzionale contemporanea
1.1.1 La Rivoluzione Francese e la città-stato
Grimaldi-Matignon e Rivoluzione
Nel 1662 il Principato è governato da Luigi Grimaldi il quale ne riordina le leggi e
l'organizzazione (sempre Grinda 2009), tutto il potere rimane comunque sempre concentrato
nella figura del sovrano.
Il nuovo governo, però, depaupera le finanze del piccolo stato, già provate dagli obblighi di
vassallaggio dovuti ai Savoia (1716, Trattato di Ultrech).
Luigi muore senza eredi maschi (1701) e la sorella Luigia Ippolita è data in sposa a Giacomo
Guyon di Matignon, dal loro matrimonio nasce Onorato III Grimaldi-Matignon (1720) che
diviene il successore del nonno dopo il breve governo del “Principe Straniero” Antonio
Grimaldi (1661-1731). Questo sovrano è educato alla corte francese, vive a Parigi e si
conforma così ai costumi lussuosi della capitale di Francia, da dove non si cura delle finanze
di Monaco. Così facendo, però, l‟erede perde il contatto con i propri sudditi ed il loro
controllo, aprendo la via ai moti della Rivoluzione Francese anche nel Principato di Monaco
(Rossi 1864). Nel 1791, e con il favore popolare, il Principato è dichiarato decaduto: Monaco
(col nome di Porto d'Ercole), così come Roquebrune e Menton, allora territori del Principato,
entrano a far parte del Dipartimento francese delle Alpi Marittime (Rossi 1864).
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Restaurazione e protettorato sardo
Dopo la battaglia di Waterloo del 1815, le potenze europee della Restaurazione “resuscitato”
il Principato con il Trattato di Parigi (Grinda 2009, Rossi 1864). I Grimaldi sono rimessi al
potere ma sotto il protettorato del re di Sardegna ( in funzione anti francese).
Con appena 7200 abitanti su 856 miglia quadrate il paese riesce a sviluppare solo
un‟economia molto piccola e fragile (Rossi 1864). I due sovrani successivi alla Restaurazione
,Onorato V e Florestano, non si adoperano per una politica oculata e non riescono ad arginare
la grave situazione economica venutasi a creare a causa del blocco commerciale con la
Francia imposto dal Trattato di Parigi (sempre Rossi 1864).
Carlo III e la città-stato
Nel 1848 Menton e Roquebrune passano al regno di Sardegna con una rivolta popolare (Rossi
1864). E nel 1860, con la II° Guerra d‟Indipendenza, l‟Italia cede la Savoia e le due città alla
Francia di Napoleone III , in cambio della Lombardia (Grinda 2009).
Il Principato è ridotto al solo comune di Monaco, e così, completamente inglobato nel
territorio francese. Parigi continua comunque a riconoscere l‟autonomia ed il governo ai
Grimaldi, ed anzi, se ne propone garante internazionale. Nella realtà, però, appare probabile
che la Francia fosse interessata ad assorbire anche il resto del Principato, la cui autonomia
politica ed economica, vista l‟estrema riduzione del territorio, era in forte dubbio.
La situazione obbliga il Principe Carlo III Grimaldi a ricercare nuove risorse economiche.
Così, ad imitazione dell'esempio di Menton, nel 1863 viene fondato il casinò e promosso il
turismo attraverso la società pubblica S.B.N1 (Rossi 1864, Grinda 2009), cogliendo così le
potenzialità offerte dal microclima mite della zona. Su richiesta di Carlo III Grimaldi ,
Convenzione franco-monegasca del 1865, si realizza l‟unione doganale con la Francia e, nel
1868, il Principato viene anche collegato alle città vicine tramite la linea ferroviaria delle Alpi
Marittime (Grinda 2009).
L‟integrazione dei trasporti con la Francia, insieme agli introiti derivanti dal gioco d‟azzardo
e dagli alberghi, rianima gradualmente le finanze del paese e presto l‟influenza culturale
francese soppianta quella italiana, inoltre il processo di "osmosi" tra i due paesi coinvolge poi
anche la vita sociale e l'organizzazione amministrativa (Grinda 2009).
Carlo III prende anche altre iniziative, e nel 1869 (Grinda 2009), con un'intuizione geniale e
spregiudicata, sopprime totalmente tutte le imposte indirette ai monegaschi, ai residenti ed
alle aziende, nel 1877 allarga anche il diritto di nazionalità: viene infatti applicata la regola
della double naissance, attraverso la quale la seconda generazione di stranieri nata nel
Principato acquisisce automaticamente nazionalità monegasca (Grinda 2009).
Il rischio di spopolamento del Principato viene scongiurato con l‟ampliamento del territorio
abitabile: lo Stato attraverso la Société des Bains de Mar costruisce il nuovo quartiere
residenziale di Monte Carlo2, atto ad accogliere l‟afflusso di stranieri provocato dalle
esenzioni fiscali. La stessa società, si occupa anche della costruzione dei nuovi e moderni
1
Approfondimenti disponibili a riguardo nel testo La storia del resort Monte-Carlo SBM, all’URL
it.montecarloresort.com/Storia,180.html
2
Ivi.
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alberghi che accolgono i visitatori del casinò, per intanto, tra i nobili russi e del nord Europa
prende piede la moda di “svernare” a sulla Costa Azzurra e a Monaco.
Scampato il pericolo di spopolamento, viene rivista la politica del Principato. Nel 1900 il
riconoscimento della nazionalità viene limitato al solo diritto di sangue (Grinda 2009) che,
con la costituzione del 1911, dà anche diritto alla precedenza nelle assunzioni statali ed altri
vantaggi economici e sociali, come affitti e servizi a tariffe calmierate (sempre Grinda 2009).
Le agevolazioni sono pensate per tutelare la comunità monegasca autoctona che, ben presto ,
si trova nella paradossale condizione di essere una minoranza nel proprio paese, visto il
continuo afflusso di stranieri (Grinda 2009).
E‟ da notare che la politica di Carlo III riesce a creare una forte concatenazione di interessi
all‟interno del che riesce così ad evitare l‟”implosione”. lo Stato, infatti, non può sopravvivere
economicamente se usa le sue sole risorse interne, quindi, cerca di attirare capitali stranieri
tramite una politica fiscale minima. A loro volta, gli stranieri che prendono residenza nel
Principato godono dell‟assenza di imposizioni per sé e le loro aziende. L‟indipendenza e
l‟autonomia dello Stato, che in origine era il fine dell‟azione di governo di Carlo III, risulta
essere l‟unico mezzo attraverso il quale l‟assenza delle imposte può essere difesa ed imposta
ai paesi stranieri. Questa autonomia, a sua volta, può essere sostenuta a livello internazionale
solo grazie al riconoscimento di una popolazione autoctona del paese, cioè i monegaschi.
Anche questi, quindi, devono essere beneficiati dalla politica di governo, pena l‟emigrazione
di massa. Così, i monegaschi originali vengono facilitati nell‟assunzione nei nuovi posti di
lavoro pubblici, soprattutto nei casinò e negli alberghi. Oltretutto, essi possono anche giovarsi
delle nuove opportunità economiche offerte dalle nuove aziende fondate dai residenti stranieri
e createsi grazie agli elevati consumi dei nuovi e facoltosi turisti ed immigrati.
Il principe, che identifica i propri interessi direttamente con lo stato, riesce così ad assicurarsi
l‟appoggio della totalità dei monegaschi e degli stranieri residenti: consapevoli entrambi che i
vantaggi di ogni parte sono legati a quelli dell‟altra. Da allora, la città ha goduto di un lungo
periodo di coesione e sostenuta crescita economica, demografica e culturale, tanto che oggi
può considerarsi uno dei centri di maggior sviluppo della costa orientale francese (vedi
capitoli successivi).
Inizio del XX sec.
Nel 1918 il governo della Repubblica francese e Monaco firmano un nuovo trattato, Parigi si
impegna a favorire l‟introduzione del Principato a livello internazionale, che cerca così di
evitare di chiudersi su se stesso (Grinda 2009).
Sempre nel tentativo di favorire l‟apertura del paese, il Principato tenta di entrare nella
Società delle Nazioni senza però riuscirvi, ciò nonostante, la politica nazionale per il XX sec.
è indirizzata all‟apertura economico-culturale, e alla modernizzazione continua (Grinda
2009).
Per garantire il rinnovamento, il Principe Alberto I modifica ufficialmente la forma di
governo del paese, che da monarchia assoluta diviene costituzionale, 1911 (Grinda 2009).
Negli anni successivi, il Principato aderisce e promuove svariate organizzazioni internazionali
negli ambiti più vari: OMS, UNESCO, UIT, AIEA (Grinda 2009). Tale atteggiamento aperto,
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unito al continuo afflusso di stranieri, contribuisce a creare negli anni quella che è oggi
l'immagine cosmopolita di Monaco e l‟immagine filantropica, sensibile e pacifista della
famiglia Grimaldi.
Tra gli obiettivi, vi è sicuramente quello di attirare sempre di più ricchi stranieri e,
parallelamente, veder riconosciute ,e garantita, l'esistenza, l‟indipendenza e l‟autonomia del
microstato tramite il diritto internazionale. Anche le dichiarazioni sulla salvaguardia delle
minoranze, sono probabilmente collegate alle concrete ragioni politiche riconducibili alle
problematiche peculiari del microstato monegasco, all‟interno del quale gli stranieri residenti
sono più numerosi dei cittadini3 (Grinda 2009).
1.1.2 Il „900
Tra la I° e la II° Guerra Mondiale
Il trattato di "amicizia e protezione" con la Francia, luglio 1918, regola le relazioni tra i due
stati per tutto il '900 (Grinda 2009). Vista, però, la minaccia rappresentata per la Francia dalla
Germania nella prima metà del secolo, il governo di Parigi decide di tutelarsi contro le pretese
al trono di un ramo tedesco della famiglia Grimaldi (Grinda 2009). L'accordo, quindi, non
prevede un esatto equilibrio di poteri tra i due paesi, il Principato viene vincolato a:
-"esercitare i propri diritti di sovranità in perfetta conformità con gli interessi politici,
militari, navali ed economici della Francia"(Grinda 2009, p. 44);
- consentire l'accesso nei propri territori alle forze armate francesi in caso di necessità;
-integrazione totale con la Francia in ambito amministrativo e giudiziario (sempre
Grinda 2009).
- importanti limitazioni alla successione: accordo preventivo e vincolante con il
governo di Parigi sulla scelta dell‟erede; vincolo di cittadinanza francese o monegasca
per ascendere al trono; infine, possibilità di trasformare il microstato in un protettorato
francese autonomo in caso di mancanza di eredi, naturali o adottivi (Grinda 2009).
Nella sua totalità, l'accordo riesce comunque a giovare al microstato: lo spinge infatti ad una
rapida modernizzazione, maggiore stabilità politica internazionale ed integrazione economica
e sociale con la Francia. Tale ammodernamento rappresenta forse l‟eredità più importante del
periodo tra le due guerre mondiali (Grinda 2009).
Ranieri III
Nel 1949 il trono di Monaco passa ad un nuovo ramo con il principe Ranieri III Grimaldi-
Polignac, nipote di Luigi II.
Sopravvissuto miracolosamente indipendente alla distruzione delle due guerre mondiali, Il
microstato si trova però in una crisi istituzionale ed economica profonda. Infatti per un
periodo il suo governo è stato fortemente condizionato dai regimi nazionalsocialisti, e più
3
Per avere i dati della successione storica recente della popolazione si rimanda a Monaco Statistiques Pocket
2009, e Archives recencement pour l’annèe 2000 all’URL gouv.mc.
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marcatamente dopo che l‟alleata Francia viene conquistata dai nazisti4.
L'erede al trono riesce comunque a risollevare le sorti di Monaco. Lo stato riceve, su suo
impulso, una nuova ardita e potente spinta modernizzante.
A livello internazionale, il Principato subisce un vero restyling della propria immagine: è
rimodernato il quartiere di Monte Carlo e il casinò, vengono organizzati eventi e congressi, e
viene celebra il matrimonio holliwoodiano del Principe con l‟attrice Grace Kelly, 19565.
Dal punto di vista interno ed istituzionale Ranieri provvede in primis a concedere una nuova
costituzione nel 1962, più democratica e più autonoma rispetto alla Francia (Grinda 2009,
Bibliografia fonti di diritto). Successivamente, il sovrano riesce a imporre il pieno controllo
statale sul casinò e le infrastrutture turistiche6 a cui darà nuovo impulso: garantendo così
maggiore autonomia economico-politica al Principato. Il cambiamento radicale che Ranieri
attua è, però, anche fisico-architettonico (Chalvas-Blanchon 1999), fin dagli anni 60 si delinea
così il progetto che porterà negli anni ‟70 e ‟80 ad aumentare spazialmente il Principato
mantenendo inalterati però i suoi confini internazionali. Grazie ai grattacieli e all‟interramento
della linea ferroviaria si moltiplicano verticalmente i volumi utilizzabili mentre, grazie alla
realizzazione di avanguardistici terrapieni, tra cui si distingue quello di Fontville, viene creata
letteralmente nuova superficie edificabile “rubandola” al mare. La modernizzazione porta la
città ad un nuovo e prolungato periodo di fiorente sviluppo: la città si conferma così
un‟ambitissima meta turistica e residenziale anche dopo la II° Guerra Mondiale7 e si pone al
centro delle attenzioni del mondo bancario e finanziario internazionale attratto dagli enormi
patrimoni affluitivi grazie alla fiscalità ridotta.
Già nel 1963, però, Monaco è posta di fronte ad una nuova prova: la Francia di De Gaulle
attua il blocco alla città per imporre ai Grimaldi la fine della loro politica fiscale ai danni della
Francia (Montemburg 2000). Molte aziende e contribuenti francesi si erano infatti trasferiti,
anche in modo fittizio nel Principato: privando così le casse nazionali di Parigi di ingenti
introiti. La minaccia francese sortisce immediato effetto: il 18 maggio 1963 viene firmata la
Convenzione fiscale franco-monegasca (Montemburg 2000, Grinda 2009), poi aggiornata e
modificata nel 20038. Essa ha due funzioni principali: impedisce ai cittadini francesi (non
residenti in Monaco almeno dal 1958) di godere dell'esenzione delle imposte benché vivano a
Monaco; prevede l'applicazione di una tassa del 33.33%9 sugli utili di tutte le imprese, anche
se non legate a cittadini francesi, che realizzano più del 25% del proprio giro d'affari fuori dal
microstato (gli introiti di quest‟ultima sono divisi tra i due stati come se esistesse tra loro una
frontiera doganale). In merito, va precisato che benché nella pratica la cooperazione
4
Per ulteriori informazioni a riguardo vedere la voce Luigi II di Monaco, in wikipedia.org.
5
Per approfondimenti vd. la voce Ranieri III di Monaco, in www.wikipedia.org.
6
La gestione era stata affidata ad una società privata guidata dall‟armatore greco Onassis, che era riuscito a
migliorare la redditività della società ma, al contempo, si era allontanato dal controllo statale (La storia del resort
Monte-Carlo SBM, all’URL it.montecarloresort.com/Storia,180.html).
7
In proposito vedere il già citato testo di La storia del resort di Monte-Carlo SBM.
8
Attraverso uno scambio di lettere tra il Principe ed il governo francese firmata a Parigi il 26 maggio 2003,
annesse all’Ordinanza Sovrana n° 127 del 2 agosto 2005.
9
Secondo gli accordi fiscali franco-monegaschi l’aliquota sui redditi d’impresa e l’imposta sul valore aggiunto
sono automaticamente mantenute identiche a quelle in vigore in Francia.
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amministrativa imposta dal trattato con la Francia risulti un serio ostacolo per il c.d. “segreto
bancario” riguardo ai capitali dei cittadini francesi (uno degli ostacoli principali agli
accertamenti fiscali delle autorità straniere), ciò non vale per quelli di tutti gli altri stranieri10.
Quello inferto da De Gaulle risulta un duro colpo per l‟economia di Monaco che, però,
proprio in quel periodo inizia a giovarsi degli effetti della nascita del mercato dell‟eurovaluta,
del boom economico italiano, del clima teso della Guerra Fredda (vedi capitolo II) e dei
sostanziosi investimenti edilizi pubblici.
Dopo questa prova di forza di Parigi, il rapporto diplomatico tra i due stati torna alla
normalità. Oggi, invero, la Francia può essere considerata addirittura la maggiore protettrice
della peculiare fiscalità del Principato: ciò appare ragionevole viste le importanti ricadute
economiche che ha Monaco sul territorio francese limitrofo e vista la pace nei conflitti fiscali
tra i due paesi.
Nel contesto più generale dei rapporti internazionali, il microstato continua a perseguire una
politica di integrazione e sostegno dei diritti umani: nel 1993 diventa il 183° stato membro
dell'ONU (Grinda 2009).
Nel 1998 il Principato è assoggettato al trattato di Schengen conseguentemente all‟adesione
allo stesso della Francia (sempre Grinda 2009), vista la precedente unione doganale. Nel
2002, Monaco conosce altre due importanti novità: Il 1 gennaio entra in vigore l'uso dell'euro
come moneta legale in sostituzione del franco francese11; e il 24 ottobre 2002,parallelamente
al trattato bilaterale con Parigi, viene revisionata la costituzione e modernizzato l'ordinamento
statale (vd. par 1.4).
Alberto II
Nel 2005 il trono passa ad Alberto II di Monaco. Il Principe prosegue con continuità la
politica paterna. Nel 2008 il piccolo stato ha fatto richiesta di adesione al Consiglio Europeo,
ad oggi ancora al vaglio (Grinda 2009) e ha stabilito una propria rappresentanza diplomatica
stabile presso la Comunità Europea (idem). L'integrazione tra il superstato europeo e la città-
stato di Monaco genererà inevitabilmente grandi cambiamenti e condizionamenti per
quest'ultimo, il Principe dovrà quindi cercare di guidare e governare l‟impatto di questi
cambiamenti, in modo da armonizzarli con l‟ordinamento e l‟economia interni dello stato.
Parallelamente però, il governo del nuovo principe è chiamato ora ad un'altra prova:
affrontare la sfida della grave crisi economica mondiale (che ha colpito anche le finanze dei
ricchi e super-ricchi cittadini di Monaco), ed affrontare la pressione dell'OCSE, che sembra
aver intrapreso “una lotta senza precedenti” contro i cosiddetti "paradisi fiscali", tra cui
Monaco rientra, quantomeno per l‟esenzione delle imposte sulle persone fisiche.
10
La protezione del c.d. “segreto bancario” è garantita dalla L.308 del C.P. monegasco ma, questa legge non
può essere opposta davanti alle richieste della Banca di Francia o a quelle monegasche della Commissione
Bancaria e del SICCFIN, o in caso di procedure penali (www.siccfin.gouv.mc).
11
Convenzione monetaria tra la Repubblica francese, a nome della Comunità Europea, e il Governo di S.A.S. il
Principe di Monaco (Decisione del Consiglio dell’Unione Europea del 31 dicembre 1998 “sulla posizione da
adottare dalla Comunità per quel che concerne un accordo sulle relazioni monetarie con il Principato di
Monaco”.