3
La dottrina costituzionalistica ha titolo per rivendicare il potere di 
decidere, rispetto ad un modello euristico da essa forgiato , quali 
ordinamenti siano davvero ciò che dicono di essere , e quali non lo 
siano , sulla base delle restanti disposizioni della costituzione e della 
concreta attuazione di essa.
3
 Ma , il solo fatto che le differenze 
esistano , siano registrate e criticate , concorrerà ad incrinare le 
categorie scientifiche ,ad allargare lo spettro d’indagine e , forse , la 
stessa classe “dottrinale”degli ordinamenti ai quali s’attribuisce una 
determinata qualifica . La circolazione di definizioni a livello dottrinale si 
riverbera spesso , nel lungo periodo , sulle qualificazioni normative . Un 
primo aspetto da tenere in considerazione è rappresentato dalla 
qualificazione ufficiale , che rende talora superflue altre indicazioni nel 
corpus del testo . Nel nomen ufficiale è frequentissima l’indicazione 
 della forma istituzionale , specie per le Repubbliche . Un altro 
elemento da tenere in considerazione nel testo vero e proprio delle 
costituzioni è rappresentato dalla quantità di aggettivazioni utilizzate , 
la cui lista , il più delle volte è assai lunga , e comprende elementi che 
riguardano , la posizione dell’ordinamento nel contesto internazionale , 
la forma istituzionale , la forma di stato , la forma di governo , l’assetto 
territoriale (...alcune costituzioni , però , rifuggono dall’operare 
qualsivoglia qualificazione : tra esse , compaiono quelle di Stati Uniti 
d’America , Giamaica , Nuova Zelanda , Irlanda...) . 
                                                                    
3
 
( A cura di ) L. MEZZETTI , V. PIERGIGLI ,  
“Presidenzialismi,semipresidenzialismi,parlamentarismi:modelli comparati e riforme istituzionali in 
Italia  ,Giappichelli , 1997 , pag . 10 e ss . 
 
  
4
La celebre affermazione di N . Machiavelli : “ Tutti gli Stati...sono o 
repubbliche o principati” , non sembra aver perso oggi la sua attualità , 
in quanto la forma istituzionale di un ordinamento rappresenta pur 
sempre il primo carattere che quasi tutte le costituzioni provvedono a 
porre in risalto , o nel preambolo o , assai più spesso , nell’art . 1 .
4
  
Oggi le forme base sono solo monarchie parlamentari , repubbliche 
parlamentari , o repubbliche presidenziali o semipresidenziali .
5
  
Come per i sistemi elettorali , anche per le forme di governo , salvo che 
per le loro degenerazioni , non c’è spazio per giudizi assoluti , per una 
manichea contrapposizione tra  forma nefaste e altre virtuose , giacché 
il panorama politico internazionale mostra l’esistenza di modelli più o 
meno efficienti tanto nell’ambito del parlamentarismo quanto in quello 
del presidenzialismo . 
6
 
                                                                    
4
 
Sulla definizione tipologica della V Repubblica francese , esistono nella dottrina d’oltr’alpe e in quella 
italiana , diversità d’orientamenti . Accanto a quella prevalentemente “descrittiva”proposta da ELIA 
,che la definisce come una forma di governo “a componenti parlamentari e a componenti 
presidenziali” , M. DUVERGER , ( I sistemi politici , Bari , 1978 ) la definisce “semipresidenziale” ; R 
. MOULIN ( Le présidentialisme et la classification des régimes politiques , Paris , 1978 ) considera 
le istituzioni francesi di governo di carattere presidenziale ; per C. MORTATI ( Istituzioni di diritto 
pubblico , Padova , 1976 ) la forma di governo francese solo “impropriamente si può chiamare 
presidenziale” ; G . VEDEL ( Droit constitutionnel et institutions politiques , Paris , 1996) parla della 
Costituzione francese del 1958 , come di un insieme di compromessi ( “compromesso fra regime 
parlamentare e regime presidenziale , compromesso fra governo dei notabili e l’appello del popolo , 
compromesso tra lo Stato liberale e lo Stato autoritario...”). 
  
5
 
Relazione Prof . UGO DE SIERVO : “ Il quadro storico-giuridico e i principi ispiratori della 
Costituzione” , http://dante.bdp.it/costituzione/percorsi/bertelli3.htm , (cfr. U. DE SIERVO: 
“Presidenzialismo e cancellierato , forme di governo a confronto”in “Nuova fase . Quaderni di cultura 
e politica sociale”, bimestrale , Ed. Democrazia Domani - Roma - n/ 3/1997). 
 
6
 
Tratto da RIVISTA n/ 3 gennaio 1998 , mensile . 
 
  
5
Aveva , insomma , ragione il Gen . De Gaulle quando osservava che : 
“gli antichi greci solevano chiedere al saggio Solone : “qual’è la 
migliore situazione ?”. Ed egli era solito rispondere : “ditemi per quale 
popolo e in quale epoca”. 
Distinguiamo forme di governo in cui l’Esecutivo è indicato 
indirettamente dagli elettori in sede di elezioni politiche che esprimono 
una maggioranza parlamentare ( e avrà come Premier il capo del 
partito che vince le elezioni o colui il quale viene indicato come leader 
della coalizione vincente ) da altre in cui l’Esecutivo è il frutto di 
un’indicazione  diretta dei cittadini chiamati a eleggere il suo Capo ( 
Presidente della Repubblica ) a suffragio universale tramite una 
consultazione popolare apposita e distinta da quella necessaria per 
eleggere il Parlamento . Tra le prime si rinvengono i modelli 
parlamentari , tra le seconde quelli presidenziali , detti dualistici per 
sottolineare la legittimazione diretta-popolare , e quindi la posizione 
paritaria , del Presidente e del Parlamento .
7
  
Volendo fare una semplice schematizzazione di base , caratterizza i 
sistemi presidenziali il fatto della diretta ed autonoma elezione popolare 
sia del Parlamento sia del Presidente della Repubblica , capo 
dell’Esecutivo .Se ne conoscono due specie : il presidenzialismo e il 
semipresidenzialismo 
8
.  
                                                                    
7
 
REBUFFA , Elogio del presidenzialismo , Ideazione , Roma , 1996 . 
 
8
 
La fortuna del vocabolo “regime semi-presidenziale” quale categoria concettuale e quale 
“classe”nuova  tra le forme di governo , si deve a MAURICE DUVERGER , che la fece propria 
nell’undicesima edizione del suo noto manuale di Institutions politiques et droit constitutionnel (1970) 
e la divulgò in seguito in numerosissimi altri scritti , applicandolo non solo alla Francia della V 
  
6
Una forma di governo è presidenziale quando il Presidente della 
Repubblica : 
a) risulta da un’elezione popolare diretta ; 
b) nomina i governi , li presiede e li dirige ;  
c) non può essere sfiduciato , ed insieme a lui il Governo , da un voto 
parlamentare durante il suo mandato di durata prestabilita . 
Ciò che caratterizza il modello è dunque l’indipendenza dell’Esecutivo 
dal Legislativo che non ha diritto di sfiducia , e l’autonomia del 
Legislativo dal Presidente che , normalmente , non ha poteri di 
scioglimento .
9
 
Il governo presidenziale garantisce sul piano istituzionale ( non 
ovviamente su quello politico-fattuale , che solo in minima parte 
dipende dalle regole istituzionali ) , secondo G. U. Rescigno , il 
massimo di stabilità dell’esecutivo . Prosegue lo studioso dicendo che il 
capo dell’Esecutivo , che è una sola persona ( casi di capo 
dell’esecutivo collegiali sono una curiosità da cercare col lanternino...), 
viene eletto direttamente dal corpo elettorale per un periodo 
determinato , e fino alla scadenza non è revocabile per ragioni politiche 
.  
La maggior concentrazione di repubbliche presidenziali si ha nelle 
Americhe , dove , dagli Stati Uniti all’Argentina , circa 20 stati hanno 
                                                                                                                                                                                                      
Repubblica , ma a tutti gli ordinamenti caratterizzati dalla concorrenza di due elementi : l’elezione 
diretta del Presidente della Repubblica e la sussistenza del vincolo fiduciario tra Governo e 
Parlamento , o una delle due Camere. 
9
 
Cfr , ad esempio , in proposito ,SCHUGART e CAREY , Presidenti ed Assemblee . Disegno 
costituzionale e dinamiche elettorali , Il Mulino , 1995 , pag . 73 e ss ; REBUFFA , op.cit., p.98 
 
  
7
questo sistema , il cui prototipo storico e paradigma giuridico è 
naturalmente rappresentato dagli Stati Uniti . Ciò è storicamente 
spiegabile , in quanto , in epoca contemporanea , la maggioranza di 
quegli stati non ha conosciuto monarchie e , una volta decolonizzatisi 
e/o democratizzatisi , dovevano eleggersi direttamente un capo di stato 
nuovo che tenesse le redini dell’indirizzo politico . O , semplicemente , 
si è voluto importare in contesti giuridico-politici completamente diversi 
, il modello USA con esiti fra il ridicolo ed il tragico ( cfr. le c.d. 
repubbliche “bananere”) .  
Comunque , secondo i suoi sostenitori , questa forma di governo , 
assicurerebbe pienamente la stabilità . Assicurerebbe anche 
l’efficienza del’azione del Governo e la sua responsabilizzazione , 
garantite dalla scelta elettorale diretta del Presidente , identificato 
come la persona che in autonomia governa per tutta la durata del 
mandato e potrà così essere valutato dagli elettori sulla base dei 
risultati conseguiti .Conclusioni diverse sono però state tratte dalla 
dottrina non presidenzialistica , sulla base di un attento esame 
dell’esperienza presidenziale degli Stati Uniti . Il principale 
inconveniente che è stato evidenziato consiste nella rigidità , 
alimentata dalla possibile divergenza tra la maggioranza che ha 
espresso il Presidente e quella parlamentare . Se ciò si verifica il 
modello presidenziale mostra armi spuntate .
10
 
Diventa necessario esaminare i modi e le convenzioni attraverso cui i 
                                                                    
10
 
PASQUINO , Mandato popolare e Governo , Il Mulino , 1995 
  
  
8
governi presidenziali riescono , o non riescono , o riescono male , a 
funzionare anche quando maggioranza parlamentare e maggioranza 
presidenziale non coincidono .
11
 
Così per fare un esempio , negli Stati Uniti , alla dissonanza tra le due 
maggioranze si è ovviato con risorse estranee alla disciplina della 
forma di governo ; si è fatto ricorso al forte radicamento della cultura 
democratica di quel Paese che , come osserva il Volpi , ha permesso di 
superare le situazioni di stallo con politiche di compromesso , recettive 
anche dell’alternativo indirizzo politico dell’Assemblea . In più , come 
evidenzia il Rescigno , negli Stati Uniti , non esiste una disciplina di 
partito. Aggiunge poi il Volpi , che tutto ciò depotenzia però il principio 
di responsabilità , giacché altera i programmi politici del Presidente ed 
associa forze diverse nelle decisioni .
12
 Non si è inoltre rivelato 
possibile in paesi con meno tradizione  democratica dove una debole 
cultura dell’interesse generale alla funzionalità del sistema non ha 
smussato la rigidità e la polarizzazione partitica.
13
 
Il pericolo in cui possono incorrere le repubbliche presidenziali 
estremizzando il decisionismo del presidente , è il c.d. “cesarismo” . Il 
termine “cesarismo” trova la sua origine storica nel regime instaurato 
                                                                    
11
 
G.U. RESCIGNO , “Esecutivi e presidenzialismi”,Brescia 4 dicembre 1999 , 
http://www.arits.it/rescigno .htm, consultato il 13/11/2000 
  
12
 
( A cura di ) M. VOLPI , M. LUCIANI , Il Presidente della Repubblica , Bologna , 1997. 
 
13
 
ROBERTO BIN , GIOVANNI PITRUZZELLA , Diritto costituzionale , Giappichelli , Torino,2000 
 
  
9
nell’antica Roma da Caio Giulio Cesare , dopo la sua vittoria sugli altri 
due “triumviri” Pompeo e Crasso. E’ un potere personale forte che , 
svincolato dagli interessi particolari di individui e gruppi , grazie ad uno 
stretto legame con la Forze Armate , cerca di condurre una politica più 
rispondente , secondo il suo punto di vista , agli interessi generali 
dell’intera collettività , in modo ad un tempo paternalista e autoritario .
14
 
 Ad esempio , nel secondo dopoguerra del XX secolo , tali casi si son 
verificati nei regimi personali di Nasser in Egitto e di Boumedienne in 
Algeria , ma , prima , soprattutto in quello di Peròn in Argentina 
(“peronismo”), e , all’Est europeo , nei regimi dei “piccoli padri” della 
patria , Tito in Jugoslavia (“titoismo”) e poi Ceausescu in Romania , 
entrambi   in modo diverso , non perfettamente allineati con l’impero 
sovietico .  
 
Il modello semipresidenziale è stato costruito originariamente a partire 
dall’analisi dell’ordinamento della Quinta Repubblica francese , 
soprattutto dopo il 1962 , e della sua irriducibilità alle forme di governo 
tradizionali . In ciò , per il Volpi , non vi sarebbe nulla di criticabile , 
essendo noto che tutte le forme di governo sono state pensate sulla 
base di un’esperienza esemplare ritenuta particolarmente significativa 
(quella inglese per il parlamentarismo , quella degli Stati Uniti per il 
presidenzialismo)
15
. Tuttavia qualche autore , continua a ravvisare 
                                                                    
14
 
Prof. STEFANO BERTELLI , Schede Giuridiche , 1999 ,  
http: //dante.bdp.it/costituzione/percorsi/bertelli 3.htm 
 
15
 
MAURO VOLPI - “Esiste una forma di governo semipresidenziale?”in Semipresidenzialismi ( a cura 
  
10
nell’esperienza francese l’inveramento della forma di governo 
semipresidenziale , ritenendo tutte le altre spurie o rientranti in diverse 
categorie 
16
. Più numerosi sono gli autori che , più o meno 
consapevolmente , attribuiscono alla forma di governo nel suo insieme 
caratteristiche che sono tipiche ( o tali sono ritenute ) dell’esperienza 
francese . Ciò si verifica quando s’individua come elemento costitutivo 
della forma di governo semipresidenziale il fatto che il Presidente non 
possa governare da solo , ma le sue “direttive” debbano “essere 
accolte e mediate dal suo governo”
17
, o l’oscillazione  fra fasi a 
prevalenza del Capo dello Stato e fasi a prevalenza del Primo Ministro 
nell’ambito dell’esecutivo 
18
. Debitrice dell’esperienza francese è anche 
l’idea che in una forma di governo semipresidenziale , il Presidente 
possa ricorrere senz’altro al potere di scioglimento anticipato del 
Parlamento , per garantirsi l’elezione di “una maggioranza 
parlamentare a lui più favorevole ovvero maggiormente in sintonia con 
il suo programma”
19
. Ma il  prototipo storico si può forse ricercare nella 
Repubblica di Weimar (Germania , 1919) . Nella costituzione tedesca 
del 1919 si confrontavano originariamente due centri di potere con la 
                                                                                                                                                                                                      
di ) L. PEGORARO e A. RINELLA , Quaderni Giuridici , Cedam , 1997 .  
16
 
Cfr. G. PASQUINO , Mandato popolare e Governo , Bologna , 1995 , p. 57 . 
17
 
GIOVANNI SARTORI , Ingegneria costituzionale comparata , Il Mulino , Bologna , 1995. 
18
 
CECCANTI - O. MASSARI - G. PASQUINO , Semipresidenzialismo . Analisi delle esperienze 
europee, Bologna , 1996 . 
19
 
 G. PASQUINO , Duetti e duelli : l’adattabilità dei semipresidenzialismi , p.119 . 
  
11
medesima legittimità . Non si era all’interno di una visione 
contrattualistica , di un equilibrio sociale e quindi istituzionale 
contrattato , ma di un dualismo che nasceva nella classica “concezione 
organicistica della Nazione”nata in Germania dall’epoca romantica , 
ben chiarita da R. Capitant 
20
, all’interno della quale il Presidente del 
Reich era concepito come rappresentante dell’unità della nazione 
(“punto fisso in cui i figli si raccolgono”, come sosteneva H. Preuss , 
principale estensore del testo costituzionale ) , mentre  il Reichstag la 
rappresentava nella sua molteplicità . Sulla base di questa visione , 
ricostruita da Capitant , era naturale che “più si alteravano , per ciò che 
concerne i deputati al Reichstag , i principi del regime rappresentativo , 
iscritti nei testi di Weimar , più i deputati abdicavano alla loro 
indipendenza , più erano afferrati dai loro legami particolaristici , più 
diventavano i mandatari del gruppo che li elesse , più, al contrario , il 
Presidente raccoglieva l’eredità di quell’interesse generale”
21
, era 
pronto cioè ad intervenire “di riserva” per garantire che l’unità non 
andasse perduta. Del resto solo in questo modo , a mio avviso , dopo 
la crisi della legittimità di diritto divino , era possibile rilanciare 
un’ipotesi dualista da parte di coloro che identificavano la genuina 
forma di governo parlamentare con quel suo particolare equilibrio , che 
ritenevano che essa fosse indissolubilmente legata , come scriveva G. 
                                                                    
20
 
R. CAPITANT , Le role politique du President du Reich , in R. CAPITANT , Ecrits constituionnels , 
Paris , 1982 , p. 435 . 
21
 
R. CAPITANT , op. cit. , pag.442 ; sul carattere mitologico di quella configurazione del ruolo 
presidenziale nell’esperienza di Weimar cfr. O. KIRCHEIMER , Costituzione senza sovrano , Bari, 
1982  
  
12
Burdeau , “ all’associazione senza confusione degli organi esecutivo e 
legislativo e rispondendo così a quella formula un pò misteriosa : due 
organi e tre poteri”
22
. Oggi , fanno discutere i casi in Austria ed Irlanda : 
forme parlamentari se viste solo con gli occhi del politologo che fa 
prevalere il rapporto di fiducia fra Parlamento (funzione di indirizzo 
politico ) e Governo-è questa la posizione di Giovanni Sartori  
23
 - ;e , 
nell’ambito di una netta separazione tra presidenzialismo e 
semipresidenzialismo , forme presidenziali se viste con gli occhi del 
costituzionalista che intende sistemi semipresidenziali quelli 
“comprensivi di tutte le esperienze di diretta designazione popolare del 
Presidente della Repubblica”-è questa ,ad esempio , la posizione di 
Ugo De Siervo(cfr. U. De Siervo : “Presidenzialismo e cancellierato , 
forme di governo a confronto”in “Nuova fase . Quaderni di cultura e 
politica sociale”, bimestrale, Ed. Democrazia Domani- Roma - n/ 
3/1997 ) . 
Adottando una semplice ed empirica schematizzazione , possiamo dire 
che la caratteristica principale del sistema semipresidenziale sta nel 
fatto che unisce due caratteristiche che sono tipiche una del governo 
parlamentare e l’altra per il governo presidenziale : come nel governo 
presidenziale,vi è un presidente dell’intera macchina statale , che è 
eletto direttamente dal corpo elettorale , in competizione con altri 
                                                                    
22
 
G. BURDEAU , Il regime parlamentare nella Costituzioni europee dal dopoguerra , Milano, 1950 , 
pag. 150 .  
23
 
G.SARTORI , op. cit.  
 
 
  
13
candidati ( e quindi per questo solo fatto è portatore di un suo 
programma politico , legittimato dal voto popolare ) ; come nel governo 
parlamentare , vi è però anche l’organo collegiale Governo , che viene 
nominato dal presidente ma deve godere anche la fiducia 
dell’assemblea popolare .
24
 
 
Possiamo definire un sistema come semipresidenziale quando :   
a)il Presidente della Repubblica è eletto con voto popolare per un 
periodo prestabilito con elezione separata e autonoma rispetto a quella 
del Parlamento ; 
b)il Presidente è dotato di forti poteri , ma non può governare da solo 
perché condivide il potere esecutivo con un Primo Ministro da lui 
nominato e revocabile , formando un Governo che poggia su due perni 
e perciò viene detto a due teste o bicefalo ; ciò comporta che le sue 
direttive debbano essere accolte e mediate dall’Esecutivo ; 
c)il Presidente è autonomo e non è sfiduciabile dal Parlamento , 
mentre sono sfiduciabili il Primo Ministro ed il suo Governo che 
vengono quindi a dipendere sia dal Presidente , che ha potere di 
revoca , sia dal Parlamento .  
 
Molti studiosi affermano che un obiettivo del sistema semipresidenziale 
consisterebbe  nell’intento di porre rimedio sia alla rigidità del 
                                                                    
24
 
 Relazione “Sovranità e forma di governo” del Prof. FIORAVANTI 
http://www.3e14.com/stati/francia/htm , consultato il 23/10/2000 ; G.SARTORI , op.cit., pag.226 
(specie     Parte II , capp.V/VII ) . 
 
  
14
presidenzialismo sia alle possibili involuzioni partitocratiche dei sistemi 
parlamentari frammentati e non sorretti da maggioranze stabili ed 
omogenee .
25
Alla prima esigenza soccorre l’espediente dello 
sdoppiamento degli organi dell’esecutivo : il Presidente ed il Primo 
Ministro...Alla seconda soccorre la presenza di un Presidente eletto dal 
popolo e dotato di forti poteri . Essa rappresenterebbe una garanzia 
ulteriore di stabilizzazione dei sistemi politici .
26
 
 
Alla luce delle considerazioni di G.U. Rescigno , questo modello , che 
sulla carta appare agli esperti un marchingegno dalla dubbia 
praticabilità , in Francia ha dato fin qui buona prova (nel senso che ha 
funzionato senza gravi crisi istituzionali), perché ha consentito due esiti 
del tutto distinti , e quindi in sostanza due forme di governo 
alternativamente .In Francia, nel caso prevalente (31 anni), verso cui 
tende tutto il sistema , il Presidente della Repubblica viene eletto dalla 
stessa maggioranza popolare dell’Assemblea nazionale , cosicchè non 
vi è conflitto tra Presidente e parlamento . Inoltre il Presidente eletto è 
contemporaneamente capo del suo partito , capo della maggioranza 
parlamentare , e dunque incontestabilmente capo anche del governo 
che egli nomina : in buona sostanza un tale organo ha sul piano 
                                                                    
25
 
Tratto da RIVISTA n/3 gennaio 1998 , periodico mensile . 
 
26
 
FERRAIOLI, Semipresidenzialismo? No: è un presidenzialismo doppio!, Milano ,1996 ; vedi anche 
MARCO DI NICOLO’ (a  cura di): “Costituente , Costituzione , Riforme costituzionali”, Bologna , Il 
Mulino , 1998 . 
 
  
15
istituzionale , se si danno le condizioni ora dette , un potere 
enormemente superiore a quello del Presidente degli Stati Uniti (che 
deve sempre contrattare col Congresso). 
In questo caso l’espressione “semipresidenzialismo”è del tutto 
impropria: si dovrebbe dire “ultrapresidenzialismo”.  
 
Se però , dato lo sfalsamento tra durata in carica del Presidente e 
durata del parlamento , vince un partito o una coalizione contraria al 
Presidente, allora questo presidente deve nominare un governo che 
ottenga la fiducia dell’assemblea, cioè quindi un programma politico 
diverso dal suo .
27
Questa situazione (che ha ricevuto il nome di 
“coabitazione”)in Francia si è determinata 3 volte , per un periodo 
complessivo di sei anni , tutte e tre le volte negli anni recenti (la terza in 
particolare è in corso : Chirac-Jospin ). L’esperienza dimostra che in tal 
caso si torna al modello del governo parlamentare , con la variante di 
un capo dello stato che ha poteri di condizionamento nei confronti del 
governo e del parlamento maggiori rispetto ad altri modelli . E gli 
studiosi son concordi nel dire che questa sorprendente flessibilità del 
modello francese dipende anche e soprattutto dal sistema elettorale 
(maggioritario a doppio turno) che ha molto semplificato la vita politica 
francese , determinando l’alternanza tra due blocchi politici , per cui o 
vince l’uno o vince l’altro , sia nell’elezione del Presidente della 
Repubblica , sia nell’elezione della Assemblea Nazionale . 
                                                                    
27
 
 G.U. RESCIGNO , op. cit. 
 
  
16
L’importante e originale articolo con il quale Duverger delineò le 
caratteristiche costitutive di un “nuovo modello di sistema politico”, 
come recita il titolo inglese
28
, conteneva pochi e stringati , ma 
essenziali riferimenti ai sistemi elettorali . In quell’articolo reputò 
maggiormente significativo e utile analizzare i poteri dei Presidente e 
Primo Ministro in una forma di governo semi-presidenziale e molto utile 
prendere in esame i rapporti fra loro intercorrenti oltre che vederli nella 
concretezza dell’operatività in alcuni dei casi allora disponibili . Proprio 
a conclusione del suo articolo , Duverger , suggeriva alcuni problemi 
aperti relativamente all’utilizzazione di un sistema elettorale rispetto ad 
un altro . E’ necessario delineare per sommi capi, partendo da questa 
notazione , i rapporti che intercorrono fra dinamica delle forme 
semipresidenziali di governo e l’impatto dei diversi sistemi elettorali che 
in esse vengono utilizzati . Nell’articolo pubblicato nel 1980 , appariva 
evidente che Duverger fosse preoccupato in modo particolare dalla 
possibilità che si potesse affermare nel sistema politico francese una 
coabitazione fra Presidente eletto da una maggioranza popolare di un 
colore e Primo Ministro sostenuto da una maggioranza parlamentare di 
colore diverso . Questa preoccupazione si attenuerà e verrà meno 
quasi del tutto in seguito , come apparirà in due volumi pubblicati pochi 
anni dopo
29
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