Il potere della festa: quando il privato diventa pubblico
“Una festa è l'occasione per ricordare un evento
passato cercando di rapportarlo al presente” Valeria, 23
anni, Lecce
“Festa è ubriacarmi e ingozzarmi e avere la possibilità
di prendere in giro chi non si diverte come me” Michele, 22
anni, Martina Franca
“La festa è un momento di grande gioia, di letizia e
spensieratezza durante cui ci si ritrova con amici o parenti”
Alessandro, 26 anni, Napoli
“Festa è avere la possibilità di fare ciò che mi pare”
Damiano, 24 anni, Matera
“Festa è ritrovarsi con tanti amici conosciuti, qualche
amico sconosciuto e passare del tempo assieme
divertendosi e godendo dello stare insieme” Nicola, 31
anni, Bari
Comunque lo si consideri, a qualsiasi evento lo si
colleghi, e in qualsiasi modo lo si viva, il momento festivo
svolge un ruolo centrale nella vita di ognuno di noi.
Per alcuni, feste importanti quali Natale e Pasqua
rappresentano soltanto un momento per divertirsi, per non
andare a scuola, all'università o in ufficio, un momento per
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Il potere della festa: quando il privato diventa pubblico
poter fare tutto quello che si desidera.
Per altri, per i più credenti, emerge il bisogno e la
volontà di recuperare gli elementi religiosi, i valori più
profondi delle feste; mentre più o meno tutti rilevano
l'importanza dello stare insieme, della comunità. È
importante stare con chi si conosce, con chi fa parte del
proprio gruppo; certo, la presenza dell'altro, dell'estraneo,
è accettata; a patto però che sia limitata e poco invadente
(“ritrovarsi con tanti amici conosciuti, qualche amico
sconosciuto”).
La festa è allegria, spensieratezza, libertà; la festa è
comunità, è potere, è cura ed è specchio della società, della
storia, del mondo che cambia. La festa, in quanto momento
collettivo e/o individuale, racconta i cambiamenti epocali,
economici, culturali.
Per secoli l'aspetto collettivo è stato elemento centrale
nelle celebrazioni festive, e lo spreco glorioso che le
caratterizzava era improntato proprio all'intera comunità: il
senso stesso della ricchezza e delle spese era da leggersi in
rapporto all'altro, al popolo. Il valore delle spese festive è
mutato e con la rivoluzione industriale si è chiuso sempre
più nella dimensione privata, in nome di un lusso
puramente imitativo ed individuale1.
Durante la festa vengono infranti i limiti del
1 Bataille Georges, Il limite dell'utile, Adelphi, Milano 2000
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Il potere della festa: quando il privato diventa pubblico
quotidiano, si invertono i ruoli, sono leciti offese e scherzi e
spesso anche il sacro diventa elemento di critica e
derisione2. L'ordine viene infranto e il disordine viene
accettato in quanto momento necessario al rinsaldamento
dei valori sociali nonché dei rapporti di dipendenza e di
potere.
Ma la festa non è solo spreco o allegria: essa risponde
ad una lunga serie di bisogni; bisogni che variano da un
contesto sociale ad un altro, che variano con il censo e con
il ceto, con l'istruzione e con l'età; che variano nello spazio
e nel tempo. È impossibile stabilire l'elenco di tutti i bisogni
che trovano risposta nelle celebrazioni festive, ma benché
si possa parlare di bisogni individuali, è nella collettività
che si affermano, è dalla collettività che vengono plasmati
ed è a livello collettivo (nella collettività unita nel momento
di festa) che vengono soddisfatti.
La festa assume innanzi tutto valore temporale.
Collegata al volgere delle stagioni, al movimento degli astri
e del sole, le feste fungono da strumento regolatore di ogni
attività sociale. Dotate spesso di carica propiziatoria,
accompagnavano, anticipavano o concludevano le principali
attività umane. Con l'avvento del cristianesimo questa
carica non si è persa, ma ha assunto nomi diversi, e si è
legata alle varie figure religiose. I festeggiamenti associati
2 Michail Bachtin, L'opera di Rabelais e la cultura popolare, Einaudi, Torino 2001
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alle figure dei santi fungevano, soprattutto in passato,
proprio da 'orologi' collettivi: è dopo San Martino 'che il
mosto diventa vino' (sono passati i giorni necessari affinché
la maturazione del mosto possa ritenersi conclusa), dopo
San Vito 'o verde o secco si miete' (anche se le spighe di
grano non sono perfettamente secche è arrivato il momento
della mietitura), a San Giovanni matura una particolare
varietà di pera pugliese, o ancora dopo Santa Lucia 'la
giornata cresce di un occhio di gallina al giorno3' (un po' al
giorno cresce il numero delle ore di luce).
Attraverso la festa si va ad esorcizzare la precarietà
dell'esistenza, la povertà quotidiana. Attraverso l'eccesso e
lo spreco che la caratterizza, si vanno a lenire le ferite
causate da giornate dure e faticose, da lavori estenuanti, da
una vita difficile. Lo spreco va inoltre a costituire un'azione
simbolica che annulla e riscatta la diversità sociale, la
povertà, l'emarginazione.4
Le feste sono sempre associate ad eventi o a
personaggi mitici e religiosi. Il bisogno di celebrare forze
superiori5, di rendere loro omaggio, nasce dal desiderio,
insito nell'uomo, di poter controllare il mondo naturale e il
3 Santa Lucia cade il 13 dicembre mentre il solstizio d'inverno il 21 dicembre; benché queste due
date non coincidano, e nonostante in passato la data del solstizio fosse pressoché ignorata,
occorre notare come l'errore di misurazione o valutazione rimane minimo.
4 Lanternari Vittorio, Spreco, ostentazione, competizione economica. Antropologia dl
comportamento festivo, in “Atti – Festa – Antropologia e semiotica”, a cura di Carla Bianco e
Maurizio Del Ninno, Nuova Guaraldi, 1981
5 Queste celebrazioni si legavano soprattutto agli agenti atmosferici; basti pensare alle divinità
egiziane o greche
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proprio destino: in passato allo scopo di ottener il favore
degli dei o scongiurare catastrofi naturali, si sacrificavano
animali o persone6; oggi questo desiderio si realizza
attraverso la scienza e la medicina.
Le feste diventano inoltre il luogo privilegiato per
creare o rinsaldare i legami sociali. Fino a qualche anno fa
era proprio attraverso la partecipazione collettiva a questi
momenti eccezionali che la comunità assumeva consistenza
e identità: ci si trovava nello stesso luogo, nello stesso
tempo, con problemi e bisogni comuni, magari coalizzati
contro la stessa forma di potere, contro gli stessi despoti.
Molte delle vecchie feste popolari vedono al loro
interno un momento dedicato alla sovversione del potere:
lecitamente si andava a sovvertire l'ordine ristabilendo
un'uguaglianza e una giustizia impossibili nella vita “reale”.
Oggi sono cambiati i bisogni e le abitudini della gente ma
l'importanza della socializzazione e dei momenti collettivi
non si è estinta: fioriscono concerti, raduni, meeting;
sopravvivono satire e parodie politiche. In risposta poi ad
un bisogno di socialità fortissimo, difficile da realizzare
nella vita di tutti i giorni, si assiste al recupero di vecchie
tradizioni, di vecchi riti, di feste e sagre popolari. L'andare
a recuperare antiche feste dal passato, quando il loro
potere socializzante era reale, diventa un po' un modo per
6 Bataille Georges, op. citata
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sopperire al bisogno di comunità irrealizzato: si prende un
vecchio farmaco per sanare nuove ferite, sperando che il
valore curativo sia rimasto intatto nel tempo.
Benché questa serie di elementi caratterizzi l'intero
universo di celebrazioni festive, le differenti modalità di
partecipazione ci permettono di distinguere le feste
pubbliche da quelle private.
In realtà più che di due insiemi separati, il rapporto
che lega le une alle altre è più che altro di intersezione:
una parte di elementi e di rituali propri delle feste
pubbliche vengono consumati in privato, ed emozioni e riti
intimi e privati si svolgono sotto gli occhi di tutti.
Ovviamente la dimensione dell'intersezione cambia in base
alle feste, ai luoghi, ai tempi e ai gruppi sociali: in molte
celebrazioni africane la partecipazione collettiva raggiunge
il culmine eliminando ogni elemento 'privato' dalla
ritualità7; mentre molti eventi nell'occidente europeo
vengono celebrati esclusivamente in forma privata,
escludendo l'altro e la comunità dai festeggiamenti8.
In risposta a bisogni totalmente nuovi e ad una società
sempre più multietnica, negli ultimi anni si sta assistendo a
fenomeni che capovolgono il normale svolgersi delle
celebrazioni festive.
Dopo secoli di 'privatizzazione', riemerge il bisogno
7 www.missioni-africane.org
8 Bataille Georges, op. citata
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Il potere della festa: quando il privato diventa pubblico
dell'altro; e per far ciò si ritorna ai grandi raduni, ai
capodanni in piazza, alle grandi feste di famiglia (dove ci si
ritrova con parenti lontani e talvolta sconosciuti). Emerge il
desiderio di vedersi riconfermati dalla comunità, e
accettati; ma ancora più importante, nelle grandi città
emerge il bisogno di dover accettare la società stessa, nella
quale non ci si riconosce più9.
Festa è anche evasione. L'uomo moderno non sembra
più in grado di vivere serenamente i momenti extra-
ordinari; se le situazioni, i luoghi e la gente non cambiano,
non riesce più ad individuarli, a separarli dai momenti
quotidiani. Viaggiare diventa così l'unico mezzo per
soddisfare il bisogno di eccezionalità. Non si è più in grado
di “staccare la spina” rimanendo a casa, la giornata
lavorativa, la settimana lavorativa, non terminano più con
l'ingresso nella propria abitazione. Si viene a creare così
una circolarità senza momenti di pausa e l'unica soluzione
possibile diventa la “fuga”.
Detto ciò, parlando di festa, non si può negare
l'importanza dei mezzi di comunicazione di massa. Spesso
la semplice presenza di una telecamera crea la festa, come
fosse un totem, o un eroe di guerra; è una telecamera che
invade la vita quotidiana, che spettacolarizza, rendendo
extra-ordinari, quindi festivi, gli aspetti più intimi e privati
9 Giddens Anthony, Le conseguenze della modernità, Il Mulino, Bologna 1994
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Il potere della festa: quando il privato diventa pubblico
dell'essere umano10. D'altra parte in una società dove
l'esserci diventa la cura per tanti mali, la telecamera viene
ricercata quasi come fosse una medicina, o una droga di cui
diventa difficile privarsi.
10 Dayan, Katz, Le grandi cerimonie dei media, Baskerville, Bologna 1993
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