2
Il primo capitolo, a carattere introduttivo, tratta il
tema del posizionamento. Si ripercorrono, brevemente, le
tappe e i motivi della sua origine, per poi analizzare alcuni
dei contributi più importanti presenti in letteratura,
mettendo in evidenza come l’interesse che ruota attorno a
questo concetto sia cresciuto notevolmente negli ultimi
anni, non solo da parte degli studiosi, ma anche di coloro i
quali, nelle imprese, traggono da esso utili indicazioni, a
livello strategico e operativo, per affrontare la multiforme
e dinamica realtà dei mercati moderni.
Tuttavia, si fa anche notare come il termine sia
spesso alterato rispetto al suo significato “originale”, in
particolar modo da parte degli operatori d’impresa,
mancando ancora una piena consapevolezza di ciò che il
posizionamento strategico significhi e comporti nell’arena
competitiva odierna. Nella parte centrale del capitolo,
così, si cerca di spiegare il concetto, attraverso la sua
collocazione all’interno delle strategie di marketing, in
modo da comprendere le sue implicazioni nella disciplina;
si descrivono, poi, gli approcci metodologici e gli
strumenti utilizzati nell’analisi e nella costruzione del
posizionamento strategico (mappe di posizionamento), per
concludere con una panoramica sulle principali strategie
attuabili dalle imprese.
Nel secondo e nel terzo capitolo si affrontano, in
ordine, il tema della multimedialità e quello dei servizi
multimediali di informazione e comunicazione. Va detto,
preliminarmente, che tali argomenti possono essere
affrontati da differenti punti di vista (tecnico, culturale,
giuridico, economico, ecc.); in questa sede, l’intenzione è
di approfondire quelli che sono gli aspetti economico-
aziendali dell’impatto delle nuove tecnologie e i
3
cambiamenti che l’economia digitale ha comportato nel
marketing e nell’approccio ai mercati globali.
Nelle imprese “multimediali” e, di conseguenza, in
quelle che offrono servizi multimediali di informazione e
comunicazione, infatti, le novità avranno, prima di tutto,
come conseguenza diretta, la modificazione del mercato.
All’origine delle trasformazioni che hanno interessato il
comparto multimediale e, al suo interno, il mercato
dell’informazione e della comunicazione, si pongono
alcune innovazioni fondamentali:
¾ la telematica, che consiste nella fornitura di servizi
informatici attraverso reti di telecomunicazione;
¾ i nuovi mezzi di trasmissione dei segnali, come, ad
esempio, il cavo in fibra ottica e il satellite;
¾ le nuove tecniche di trasmissione e di compressione
dei segnali, che consentono di diffondere,
simultaneamente, segnali di natura diversa, che in
passato richiedevano infrastrutture differenti.
Si tratta di innovazioni tutte molto importanti, a cui
vanno ricondotti i fenomeni della multimedialità e della
convergenza tecnologica, ovvero della possibilità che più
linguaggi di comunicazione siano veicolati dallo stesso
medium, resa possibile dalla trasformazione dei segnali di
trasmissione analogici in segnali digitali, che consentono
di combinare più mezzi di comunicazione prima distinti
(telefono, TV, PC, ecc.). Quando, poi, la comunicazione
multimediale avviene attraverso reti di telecomunicazione,
essa può essere anche interattiva, nel senso che all’utente
è data la facoltà d’interagire in vario modo sui contenuti
4
del messaggio, formulando richieste che devono, più o
meno rapidamente, essere soddisfatte, in modo da
personalizzare e controllare il processo di comunicazione.
Nel capitolo dedicato alla multimedialità, inoltre, si
affrontano anche i principali temi giuridici, i problemi
legati alla Qualità e le questioni relative alla nascita e allo
sviluppo di nuove professionalità: argomenti, questi, tutti
connessi, per qualche motivo, al “multimediale”. Per
quanto riguarda il capitolo sui servizi di informazione e
comunicazione, invece, si prendono in esame i maggiori
vincoli, da un lato, e le opportunità, dall’altro, collegati al
fenomeno della Società dell’Informazione.
L’analisi, in particolare, tiene conto anche della
componente economica e di fattibilità teorica dei vari
servizi di comunicazione interattivi, al fine di evidenziare
(nella sezione dedicata agli sviluppi futuri) la scala di
diffusione potenziale e le applicazioni più reali rispetto
alle esigenze del mercato: il rischio comune, infatti, a
quasi tutti i nuovi strumenti di comunicazione è di essere
dei gioielli tecnologici, ai quali, però, manca, sin dalla
nascita, un vero mercato e delle reali necessità da
soddisfare. Entrambi i capitoli, infine, si concludono con
una disamina relativa al posizionamento dei prodotti e dei
servizi offerti dal mercato, in modo tale da mantenere un
filo logico che colleghi tutti i capitoli della tesi.
Nell’ultima parte della trattazione, infine, l’interesse
è incentrato sull’analisi di un caso aziendale concreto, al
quale si collegheranno tutte le tematiche discusse.
L’azienda presa in esame è la Mediamobile Italia s.p.a.,
con sede a Napoli, la cui attività consiste nell’erogare
servizi multimediali di informazione e comunicazione ai
5
passeggeri a bordo di autobus pubblici e servizi avanzati
alle imprese di mobilità.
Si presenta, innanzitutto, l’azienda, descrivendone
brevemente la storia e la missione, per poi approfondire le
peculiarità dei servizi offerti; il discorso si focalizza, poi,
sulla descrizione della scelta strategica di posizionamento
dell’impresa e dei suoi prodotti, in modo da evidenziare se
questa possa ritenersi la fonte principale del vantaggio
competitivo, che consenta di ottenere il successo nel lungo
periodo. Per finire, si elaborano alcune considerazioni
personali sulle strategie adottate, allo scopo di prospettare
possibili evoluzioni future e opportunità da cogliere.
Le conclusioni della tesi sono tratte ripercorrendo le
varie fasi della discussione e ricollegandone le fila,
tenendo presente non solo l’apporto teorico studiato, ma
anche l’esperienza maturata nella trattazione del caso
aziendale. La bibliografia, per la particolarità e la novità
della materia trattata, fa riferimento (soprattutto nei
capitoli 2 e 3), oltre a fonti tradizionali su supporto
cartaceo, anche a risorse reperite direttamente dalla Rete,
di cui si forniranno gli indirizzi Internet presso cui è
possibile consultarle.
Un’ultima e doverosa avvertenza riguarda alcune
ricerche citate, poiché, visto lo sviluppo accelerato del
fenomeno in questione, risultano dopo pochissimo tempo
già superate: a tal riguardo, è opportuno notare come in
molti testi consultati sono stati rinvenuti gli indirizzi
Internet per verificare gli aggiornamenti sulle indagini
presenti. In linea di massima, esse saranno comunque utili
per avere un riscontro quantitativo delle tendenze
evolutive dell’argomento in esame.
6
CAPITOLO 1
Significato del posizionamento
nell’evoluzione del marketing.
1.1. Origini e motivi del posizionamento.
Nella letteratura di marketing degli ultimi anni è
possibile trovare un riferimento pressoché unanime al
fenomeno della complessità ambientale, che, con il
passare del tempo, diventa sempre più intensa. Tale
circostanza sta comportando la nascita e lo sviluppo di
nuove tendenze, che sarebbero alla base del clima
concorrenziale sempre più acceso, che si respira
all’interno dell’arena competitiva attuale.
Tra i principali orientamenti va segnalato, anzitutto,
il processo di globalizzazione (o internazionalizzazione)
dei mercati, consistente nella progressiva integrazione
delle aree mondiali, che ormai interessa ogni aspetto della
vita umana. Da un punto di vista strettamente economico,
questa tendenza comporta alcune conseguenze molto
importanti:
¾ le imprese si confrontano in un’economia composta
da mercati globali, caratterizzati da un elevato grado
di concorrenza;
7
¾ nonostante la maggior parte dei mercati sia giunta a
saturazione, le imprese moderne sono impegnate in
un continuo processo di miglioramento dei loro
prodotti e servizi;
¾ la proliferazione di attori, in un contesto competitivo
divenuto mondiale, genera una forte pressione sui
prezzi e, di conseguenza, sui margini di profitto
delle imprese.
Rilevante è anche la situazione competitiva, a
proposito della quale va osservato che nei mercati odierni,
caratterizzati da un elevato grado di sostituibilità fra molti
prodotti, le principali tendenze di fondo risiedono nella
“progressiva banalizzazione dei prodotti, sempre più
simili tra loro sotto il profilo tecnologico e funzionale”
1
e
nella “ricerca della personalizzazione e varietà nell’offerta
quali fonti per l’ottenimento del vantaggio competitivo”
2
.
Un altro fenomeno, che caratterizza lo scenario
ambientale attuale, è rappresentato dal rapido sviluppo
delle tecnologie, verificatosi in tutti i campi dell’attività
umana, le cui tendenze dominanti sono rappresentate, da
un lato, dalla crescente compressione del ciclo di vita dei
prodotti e dalla richiesta di investimenti in R&S sempre
maggiori per restare “al passo con i tempi” e, dall’altro,
dalla notevole riduzione dei costi aziendali.
Gli agenti scatenanti della complessità ambientale
hanno avuto, inoltre, una conseguenza ben visibile anche
1
Cfr. COLLESEI U., Marketing (II ed.), Cedam, Padova, 2000, pag. 20.
2
Cfr. VALDANI E., Marketing strategico. Un’impresa proattiva per
sviluppare capacità market driving e valore, Etas, Milano, 1995, pag. 320.
8
nell’evoluzione del comportamento del consumatore, il
quale “è diventato autonomo rispetto alla produzione,
competente e in possesso di informazioni migliori dal
punto di vista quantitativo/qualitativo, esigente, selettivo,
meno fedele e più consapevole nelle scelte che effettua”
3
.
Infine, l’elemento più evidente nella complessità
ambientale attuale è rappresentato dall’intensissima lotta
comunicativa e mediatica: tale situazione è descritta con
termini come “sovraffollamento della comunicazione”
4
e
“ingorgo delle comunicazioni”
5
, espressioni che rendono
perfettamente l’idea dell’attuale ambiente economico.
In passato, del resto, sapersi “posizionare” era sì
importante, ma non certo decisivo; le imprese, infatti, si
confrontavano in un ambiente contraddistinto da un basso
livello di variabilità e nel quale esisteva, peraltro, un
numero esiguo di prodotti e servizi rispetto a oggi. Questa
situazione consentiva alle aziende di provare a cercare
qualcosa, che era realmente superiore e diverso rispetto ai
concorrenti, in modo da riuscire a conquistare una
“posizione” appetibile nell’arena competitiva.
Oggi, invece, il complicato contesto ambientale,
definito come “l’era della nuova concorrenza”
6
, ha spinto
operatori e autori di marketing a riflettere sulla situazione
estremamente competitiva dei mercati. L’esigenza, che sta
3
Cfr. LAMBIN J. J., Marketing strategico: una prospettiva europea (II ed.),
McGraw-Hill, Milano, 1996, pag. 40.
4
Cfr. RIES A. – TROUT J., Positioning. L’arma vincente nella battaglia per la
mente del consumatore, McGraw-Hill, Milano, 1986, pag. 22.
5
Cfr. RIES A. – TROUT J., ibidem, McGraw-Hill, Milano, 1986, pag. 28.
6
Cfr. RIES A. – TROUT J., Marketing è guerra, McGraw-Hill, Milano, 1986,
pag. 51.
9
emergendo in questa direzione, è quella di trovare un
chiaro posizionamento nel mercato (o in uno o più suoi
segmenti) e di mantenere tale “posizione” costantemente
sotto controllo: per le imprese, infatti, l’attuale pericolo
maggiore è di non riuscire ad avvertire o, peggio ancora,
di sottovalutare le trasformazioni provocate dagli elementi
costitutivi della nuova realtà concorrenziale.
Consultando rapidamente la produzione letteraria di
marketing
7
, è facile incontrare termini come “marketing
guerriero”, “strategie di accerchiamento, aggiramento e
guerriglia, di difesa e di attacco”, “criteri di vulnerabilità,
rappresaglia e provocazione”. Non soltanto nei libri, ma
anche nel linguaggio operativo, sono diventate di uso
frequente frasi ed espressioni del tipo “presidiare o
invadere un mercato”, “formulare e implementare una
strategia”, “stabilire obiettivi strategici”, “ricercare i punti
di forza e debolezza”, “stringere alleanze”, “conquistare e
difendere il posizionamento”, “creare barriere all’entrata”.
Come si può notare, non è molto difficile cogliere
forti analogie fra strategie di marketing e strategie militari;
tale circostanza ha portato ad affermare che “il marketing
è guerra e il consumatore è terra di conquista”
8
. Definire
l’attuale contesto competitivo come una specie di campo
di battaglia ha, sicuramente, un grande impatto
comunicativo, anche se, tuttavia, la questione-chiave
sembra essere un’altra.
7
Cfr. LAMBIN J. J., Marketing strategico e operativo, McGraw-Hill, Milano,
2000, pag. 327 e PORTER M. E., La strategia competitiva, Compositori,
Milano, 1983, pagg. 86 e 90.
8
Cfr. RIES A. – TROUT J., Marketing…, McGraw-Hill, Milano, 1986, pag. 15.
10
Infatti, al giorno d’oggi, per varie ragioni, il
miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza è sempre più
facile da ottenere e alla portata di un numero crescente di
imprese, cosicché non è difficile imbattersi in concorrenti
che lottano per raggiungere la medesima “posizione”.
Inoltre, più si accentua tale livellamento, più si
concretizza la “convergenza competitiva”
9
, ovvero quella
situazione in cui i competitor sono sempre più simili tra
loro e nessuno riesce a prevalere in modo decisivo sugli
altri; del resto, una concorrenza basata sulla ricerca di
un’efficacia e un’efficienza sempre migliori, a lungo
andare, potrebbe portare a scontri di mercato, che
distruggono (anziché creare) valore, fino ad arrivare al
punto che “l’iperconcorrenza può costituire un atto di
autolesionismo e diventare una forma autodistruttiva di
competizione”
10
.
Se al fenomeno dell’iperconcorrenza si aggiunge,
dal lato della domanda, il concetto di iperscelta
11
, si
realizza il quadro dei fattori-chiave dell’inasprirsi della
situazione concorrenziale e della conseguente complessità
ambientale, che ne deriva; ed è proprio in questa
situazione che andrebbero ravvisate le ragioni della
sempre più crescente attenzione verso la nozione di
posizionamento. Metaforicamente, i mercati odierni
possono essere rappresentati da “montagne che si trovano
9
Cfr. PORTER M. E., Strategia e competizione, Il Sole 24 Ore, Milano, 2001,
pag. 124.
10
Cfr. PORTER M. E., ibidem, Il Sole 24 Ore, Milano, 2001, pag. 126.
11
Ovvero, il sistema dei cambiamenti avvenuti nel comportamento del
consumatore.