questo la maggior parte delle informazioni da me sviluppate
derivano dall’ascolto di alcuni podcasts che ho reperito in
Internet. Tali podcasts, pubblicati da aziende americane di
consulenza per la comunicazione aziendale (come
TrafalgarCommunications, The Ottery Group e Hobson&Holtz)
sono destinati ai responsabili della comunicazione delle
aziende, e vertono sull’utilità che può avere l’utilizzo del
podcasting all’interno dell’azienda. Attraverso l’ascolto di
questi podcast, ho avuto la possibilità di incrementare le mie
conoscenze rielaborando tali informazioni ho sviluppato il
concetto di Corporate Podcasting, come avrò modo di spiegare
in seguito.
L’uso creativo di formati audio per la comunicazione e il
training aziendale non è un’innovazione di questi ultimi anni.
Già in passato le aziende distribuivano ai propri dipendenti
audio cassette o CD riguardanti le iniziative aziendali: il
podcasting ne è la naturale evoluzione tecnologica, con la
differenza che se prima quelli erano semplice strumenti di
supporto alla comunicazione, al giorno d’oggi il podcasting è
uno degli strumenti principali, grazie ai suoi bassissimi costi di
produzione e distribuzione ed essendo anche in grado di
raggiungere il personale dipendente fuori sede; da non
sottovalutare inoltre è la sua capacità di intrattenimento
dovuta alla pianificazione di un format dialogico, ma pur
sempre informativo.
In seguito alla sempre maggior diffusione dei lettori
multimediali portatili, il podcasting che ha in questi strumenti
la sua naturale destinazione di riproduzione, si può finalmente
parlare di mobile learning, ovvero della possibilità di riprodurre
il podcast in qualsiasi luogo e tempo grazie alle sue peculiarità
di portabilità e asincronia.
7
Dopo questa analisi sulle varie potenzialità del podcasting
come mezzo di comunicazione, mi sono resa conto di come
necessitasse di altri supporti tecnologici alla sua base, quali i
blog necessari per un dialogo genuino tra l’azienda e i fruitori
del podcast. L’integrazione tra podcast e blog è uno step
critico per costruire una comunità virtuale affinché il
podcasting divenga un canale di comunicazione
multidirezionale.
Come accennato in questa breve introduzione, ma soprattutto
come avrò modo in maniera più approfondita di esporre nella
mia tesi il podcasting rappresenta The Next Big Thing per la
comunicazione interna aziendale e per il training dei
dipendenti aprendo una finestra su una nuova concezione
della comunicazione dove newsletters e e-mail saranno
rimpiazzate da questo nuovo approccio alla comunicazione.
Con la diffusione delle connessioni internet a banda larga e
della concomitante proliferazione dei lettori multimediali, con il
conseguente abbattimento del loro prezzo di vendita, le
opportunità per questo nuovo canale di comunicazione
sembrano apparentemente illimitate.
8
Capitolo 1
IL WEB 2.0
“Web 2.0 is the business
revolution in the computer
industry caused by the
move to the Internet as
platform, and an attempt to
understand the rules for
success on that new
platform”
“Il Web 2.0 è la rivoluzione
commerciale nella computer
industry
1
causata dal
cambiamento di Internet in
piattaforma, ed è un tentativo
di comprendere le regole per il
successo in questa nuova
piattaforma”
Tim O'Reilly, fondatore e CEO O’Reilly Media
1
Computer industry è un termine usato per descrivere l’insieme dei
business coinvolti nello sviluppo di software, nella progettazione di
hardware e di infrastrutture di reti, nella produzione dei componenti per i
computer e nell’offerta di servizi di Information Technology.
9
1.1. Un nuovo concetto di Web
La sopra citata definizione di Web 2.0 è lo sviluppo del
concetto di web nato da una sessione di brainstorming durante
una conferenza tra O’Really e MediaLive International
2
in cui
si discuteva dell’effettiva importanza del web nella vita
quotidiana e dei nuovi servizi di qualità da esso offerti.
Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito a una rivoluzione
nel campo della comunicazione attraverso Internet, si è difatti
parlato di una nuova generazione Internet, di nuovi software
basati sullo “sviluppo di comunità” che consentono un alto
livello di interazione tra gli utenti: Web 2.0 è il termine
comunemente utilizzato per questa nuova era. Al web
tradizionale si sta quindi affiancando un web più dinamico, i
cui contenuti sono frutto della collaborazione e della
discussione tra più persone. La chiave per intendere il Web
2.0 giace infatti nella possibilità che ha ogni utente di produrre
autonomamente informazione e di condividerla con un bacino
di utenti pressoché infinito.
Le caratteristiche principali del Web 2.0 riguardano l’utilizzo
del web piuttosto che le nuove tecnologie applicate. La
generazione precedente (chiamata retroattivamente Web 1.0)
era un sistema statico: la natura delle pagine web permetteva
alla maggior parte degli utenti solo la semplice fruizione di tali
pagine ed impediva uno scambio multi-direzionale delle
informazioni. Nel Web 2.0 si introduce la filosofia della
decentralizzazione dell’informazione, Internet viene
2
O’Really e MediaLive International sono due società che si occupano
dello sviluppo, dell’analisi e del supporto delle nuove tecnologie.
10
riconosciuto come “Social Network” dove la collaborazione è
l’aspetto fondamentale per l’innovazione e lo sviluppo: il web
ora ha anche un utilizzo sociale. Il Web 2.0 rappresenta il
nuovo concetto di intendere la Rete i cui fondamenti sono
l’informazione, i contenuti e l’interazione.
1.2. Tecnologie e applicazioni del Web 2.0
Figura 1 Applicazioni e tecnologie del Web 2.0
L’idea base su cui si basa la nuova filosofia del Web 2.0 è la
possibilità di trasferire qualsiasi applicazione utilizzata sul PC
al Web. Si comincia a parlare di Web software, termine con cui
ci si riferisce al progressivo uso di software on-line che non
necessitano d’installazione sul PC dell’utilizzatore. Questi Web
software possono essere paragonati a dei veri e propri servizi
11
offerti in Rete e ampliano una presenza continuativa degli
utenti on-line che lavorano rimanendo connessi alla Rete e
non accedendovi per il solo trasferimento di informazioni.
La base tecnica del Web 2.0 è fondata su tecnologie, nuove e
non, e su protocolli di comunicazione. La tecnologia
fondamentale per il Web 2.0 è stata Ajax, acronimo di
Asynchronous JavaScript and XML, che ha portato a un
importante cambiamento nelle possibilità di fruizione. Questa
nuova tecnica di sviluppo web in realtà è l’insieme di alcune
tecnologie unite in modi potenti e nuovi, tra le quali
JavaScript per la grafica e XML come linguaggio di
programmazione, con l’obiettivo di ottenere pagine web più
veloci e interattive e di migliorarne quindi la loro usabilità
3
.
Inoltre grazie alla tecnologia Ajax è possibile creare
applicazioni on-line e questo ha consentito una notevole
dinamicità dei servizi on-line, in grado di rispondere
all’esecuzione di un comando senza necessità di tempi di
elaborazione dati molto alti, così come accadeva con i
software basati su HTML. Altra tecnologia di natura
collaborativa del Web 2.0 è rappresentata dalle Open API. Le
Application Programming Interface, ossia Interfaccia di
Programmazione di un’Applicazione, sono la base di procedure
disponibili al programmatore che provvedono a tutte le
operazioni più comuni (dalla visualizzazione grafica allo
scambio di dati con periferiche e dischi). Le API permettono
quindi di evitare ai programmatori di scrivere tutte le funzioni
3
L’ISO (International Standard Organization) definisce l’usabilità come
“l'efficacia, l'efficienza e la soddisfazione con le quali determinati utenti
raggiungono determinati obiettivi in determinati contesti”. In pratica
definisce il grado di facilità e soddisfazione con cui l'interazione uomo-
strumento si compie.
12
dal nulla, per la grafica ad esempio sono disponibili ٛ irect o
OpenGL; rendendole quindi pubbliche (Open) si fornisce
l’accesso ad ampi database informativi facendo aumentare
considerevolmente le potenzialità di crescita di una
determinata tecnologia o applicazione. Molte società on-line
come Amazon, Google, Yahoo, Skype, eBay e perfino
Microsoft, hanno reso pubbliche le loro API permettendo una
rapida evoluzione delle applicazioni Web.
Oltre alle nuove tecnologie utilizzate, di fondamentale
importanza sono le varie applicazioni che compongono il Web
2.0. Uno studio svolto dalla McKinsey
4
nel 2007 ha identificato
9 categorie principali di applicazioni del Web 2.0:
1. Blog: veri e propri luoghi di incontro, discussione e
condivisione di argomenti e contenuti, disponibili come
testo, immagini, audio e video. Approfondirò questo
argomento nel paragrafo 3.1.
2. Collective Intelligence: è il concetto di intelligenza
collettiva
5
applicato a Internet che grazie alle sue
tecnologie come i social bookmark e i motori sociali di
ricerca (ad esempio Lycos) favoriscono lo scambio e la
condivisione della conoscenza.
3. Mash-ups: sono delle “applicazioni web ibride” che
combinano strumenti e dati da una o più sorgenti on-line;
un esempio è un programma che acquisisce da un sito
4
Da How businesses are using Web 2.0, studio condotto da
McKinsey&Company, leader nella consulenza aziendale.
5
L’intelligenza collettiva descrive le capacità cognitive di una comunità
risultanti da interazioni multiple tra i membri.
13
web una lista di ristoranti tipici e mostra la loro
ubicazione utilizzando Google Maps.
4. Peer-to-peer: significa letteralmente da pari a pari. In
generale è un modello di comunicazione nel quale
ciascuna delle parti ha le stesse funzionalità e ogni
computer può iniziare la sessione di comunicazione,
senza ruoli definiti o hardware specializzato. Per quanto
riguarda Internet, il P2P è un tipo di rete che permette
ad un gruppo di persone con lo stesso software (ad
esempio eMule) di connettersi e accedere direttamente
alle risorse condivise.
5. Podcast: altra modalità di diffusione dell’informazione la
cui peculiarità è l’abbonamento al feed. Questo
argomento verrà ampiamente sviluppato nel corso di
tutta la tesi.
6. RSS (Really Simple Syndication): tramite il feed RSS si
può essere sempre aggiornati sugli ultimi blog o podcast
pubblicati. Anche questo argomento verrà approfondito
nel paragrafo 2.3.
7. Social networking: ovvero reti sociali, grande successo
del Web 2.0, sono delle vere e proprie comunità virtuali
all’interno delle quali i membri interagiscono con la
condivisione di pensieri e conoscenze ma anche di
contenuti multimediali relativi ai propri interessi, il tutto
tramite la Rete. Le social network di maggior successo
sono FaceBook, MySpace, Second Life e Del.ic.ious.
8. Web service: è un software progettato per supportare
l’interoperabilità tra diversi elaboratori su una stessa
rete usando una tecnologia standard in Internet (XML e
HTTP), rendendo quindi possibile la costruzione di ponti
14
fra vari sistemi. Un esempio è ViaMichelin con i suoi web
services di cartografia digitale e usufruibili da diverse
applicazioni.
9. Wiki: sono dei siti web utilizzati per la pubblicazione
collettiva di contenuti (testo, immagini, video) dove
chiunque ha la possibilità di inserire o modificare tali
contenuti; il più famoso wiki è Wikipedia, una nuova
enciclopedia libera.
1.3. Il Web 2.0 nel mondo aziendale
Un fenomeno di così larga portata come il Web 2.0 non poteva
che avere ripercussioni nel mondo aziendale. Gran parte delle
sue applicazioni vengono utilizzate in ambito aziendale per
quel che concerne la comunicazione interna sia per operazioni
di comunicazione di marketing e di supply chain. Difatti grandi
società come IBM, Microsoft e Cisco hanno già implementato
piattaforme di social network e podcasting per i loro
dipendenti, fornitori e anche per i clienti.
Di rilevante importanza è il sondaggio “How business are using
Web 2.0” condotto da McKinsey nel 2007, nel quale è stato
intervistato un campione di 2847 dirigenti aziendali di tutto il
mondo. Il report reso pubblico del sondaggio rivela che più del
75% delle aziende intervistate intende investire o mantenere i
propri servizi di Web 2.0 soprattutto nelle applicazioni dei Web
Services, della Collective Intelligence e nella rete Peer-to-
peer. Riporto in seguito un estratto di tale report per poter
analizzare più approfonditamente i risultati dell’inchiesta.
15
Figura 2 Le applicazioni più popolari in ambito aziendale
Dalla Figura 2 si può notare come il maggiore investimento sia
rappresentato dai Web Services, usati e presi in
considerazione da ben l’80% degli intervistati che sono a
conoscenza delle diverse applicazioni del Web 2.0. Collective
Intelligence e rete Peer-to-peer sono entrambe considerate
dal 48%. Inoltre dal rapporto si riscontra che alcuni dirigenti
utilizzano all’interno dell’azienda più di due di queste
tecnologie. Meno di ⅔ di essi sostengono di investire in
queste tecnologie ritenendole importanti al fine di mantenere
una posizione competitiva nel mercato e rispondere alla
domanda dei consumatori; più di ⅓ invece le considera
“sperimentali”.
16
Figura 3 Utilizzo delle applicazioni Web 2.0
Vediamo nella Figura 3 come vengono utilizzate le applicazioni
del Web 2.0 in ambito aziendale. I dirigenti intervistati
sostengono di avvalersi di tali applicazioni per la
comunicazione con i clienti e business partners e per
incoraggiare la collaborazione interna all’azienda. Il 70%
afferma che utilizza una combinazione di tali applicazioni per
comunicare con i propri clienti; per esempio circa il 20%
utilizza i blogs per migliorare i servizi ai clienti o sollecitare il
feedback da parte dei clienti. Per il 51% il Web 2.0 viene
utilizzato per comunicare con i business partners e, in
secondo luogo, per ottenere una salda integrazioni con i
fornitori; questi scopi vengono raggiunti tramite l’utilizzo di
Web Services, reti Peer-to-peer, Collective intelligence e RSS.
Il principale impiego delle tecnologie del Web 2.0 (75%) è
nella comunicazione interna aziendale; più della metà degli
intervistati dice che usa più di una tecnologia Web 2.0 per
questo scopo, sia per la progettazione e lo sviluppo di nuovi
prodotti che per la gestione della comunicazione (KM).
17
Per concludere riporto i sette principi fondamentali
6
che
un’azienda, intenzionata ad investire nella formula Web 2.0,
deve rispettare:
• Elevato investimento nei servizi a discapito dei pacchetti
software;
• Capacità di controllare “banche dati” uniche, difficilmente
replicabili e in grado di arricchirsi grazie all’utilizzo degli
utenti;
• Capacità di avvalersi della collaborazione degli utenti in
qualità di co-sviluppatori;
• Capacità di sfruttare l’intelligenza collettiva;
• Potenziamento delle occasioni di autonomia per l’utente;
• Capacità di concepire il software come qualcosa di
superiore rispetto ad un semplice congegno;
• Utilizzo di interfacce leggere ed intuitive per l’utente.
6
Tratto da “What is web 2.0; Design patterns and business models for
the next generation of software” di Tim O’Reilly.
18