15
- I Dati Censuari.
E’ stato necessario acquisire una conoscenza generale delle
caratteristiche e delle trasformazioni interne al comune di Avigliana,
tenendo presente che non può non riflettere le dinamiche della sua
sub-area funzionale e dell’Area Metropolitana Torinese, dove rientra
nelle trasformazioni di massa seppure distante e differenziato per le
evidenti connotazioni di area montana.
Si vuole verificare se in Avigliana si riscontra una certa tendenza di
movimento verso il capoluogo o nei comuni più ad esso confinanti e
se sia proprio Torino ad aver dato i suoi tempi di crescita o di
decrescita demografica e di quelli dei comuni ad esso confinanti,
motivandone le eventuali cause.
Si riconosce l’ISTAT (Istituto centrale di statistica nato con la legge
n°1162 del 1926 dalla Divisione di statistica generale esistente dal
1861 presso il Ministero dell’Agricoltura) come il maggior produttore
di dati sociali ed economici dei paesi, quindi uno strumento
indispensabile per il governo ed il controllo dell’amministrazione, per
le scelte delle imprese ma anche per le decisioni familiari; per cui
l’ufficio ISTAT di Torino, sito in via Alessandro Volta, ha
rappresentato la soluzione migliore per acquisire una conoscenza
generale della popolazione di Avigliana; infatti, attraverso esso sono
stati ricercati e prelevati in serie storica i dati censuari riguardanti gli
andamenti demografici di tutti i comuni presi in considerazione e
quelli delle abitazioni e delle caratteristiche socio-economiche (sesso,
età, grado d’istruzione, attività, abitazioni occupate e non, ecc.) per la
sola popolazione Avigliana.
Dati indispensabili per poter comprendere la realtà sociale e
produttiva del paese in esame ed avere un quadro completo di
riferimento sul quale poter elaborare ed analizzare ulteriori
informazioni.
- I Dati Anagrafici.
Per individuare nel miglior modo possibile le caratteristiche e le
tendenze dell’evoluzione demografica di Avigliana, risulta necessario
analizzare le principali componenti del suo movimento demografico
(quello naturale e migratorio) e quello dei comuni rientranti nel suo
ambito funzionale.
16
- I Dati rilevati dai Siti Internet.
I siti visitati sono stati:
- www.edera-rg.com/Valsusa/Avigliana/
- www.regione.piemonte.it/parchi/enti/schede/to12.htm
- www.parks.it/parco.laghi.avigliana/
- www.provincia.torino.it/
- www.Sitaf.it/ (Società Italiana Traforo Autostradale del Frejus)
- www.Lunanuova.it/ (Giornale Telematico della Val Susa)
Dove sono state estrapolate le informazioni generali, le immagini e i
riferimenti utilizzati come supporto alla nostra elaborazione dati.
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2. IL COMUNE DI AVIGLIANA ED IL SUO CONTESTO
TERRITORIALE
2.1 DATI GENERALI.
Il territorio comunale in esame è situato nella provincia di Torino,
precisamente ai piedi del Monte Pirchiriano, su cui sorge l’antica
abbazia della Sacra di San Michele (simbolo della Regione
Piemonte), dove la Val di Susa si riversa verso la pianura in una
caratteristica zona dell’anfiteatro morenico di Rivoli–Avigliana, nota
area di origine glaciale, distante circa 25 Km a Nord–Ovest dal
capoluogo.
Data la sua posizione geografica, la zona ha subìto nel corso dei secoli
una massiccia antropizzazione, di cui sono preziosa testimonianza gli
oggetti risalenti alla preistoria riapparsi durante gli scavi per
l'utilizzazione della torba, oggi conservati in tre musei di Torino:
Museo di Antichità e Musei delle Facoltà universitarie di Geologia ed
Antropologia.
Protetta dalle dorsali del Montecapretto e del Pezzulano, con i resti del
castello, Avigliana è nata in epoca remota come luogo di transito della
via Francigena per poi rivestire un ruolo di fiorente città di "frontiera";
oggi si mostra come un comune di 10.500 ab., esteso su una superficie
territoriale di 23,26 Kmq ad un’altitudine media di 352 m sul mare e
sempre interessato dalle intense correnti di traffico della Val di Susa:
l’Autostrada A32 Torino-Bardonecchia-Frejus, la SS 25 del
Monginevro, la SS 24 del Moncenisio, la SS 589 che si dirige verso
Trana-Pinerolo e la F.S. Torino (Porta Susa)-Modane che permettono
inoltre la sua diretta unione con Torino e l’area metropolitana.
Rappresenta un territorio di rilevante valore paesaggistico-ambientale
per la particolare presenza di tre ecosistemi ben diversi, anche se
strettamente interdipendenti dal punto di vista ecologico: le Colline
moreniche, la Palude ed i due Laghi Naturali di cui uno Grande di
0.84 Kmq ed uno Piccolo di 0.58 Kmq, che rientrano nelle norme
disciplinari e di salvaguardia del “Parco Naturale dei Laghi di
Avigliana”, istituito con Legge Regionale 16 maggio 1980 n°46 su
un’estensione di 0.41 Kmq. La bellezza dei laghi e del paesaggio, le
attrattive storiche della città medievale e la buona attrezzatura turistica
sono le risorse che fanno di Avigliana un importante meta turistica e
residenziale; in particolare, i due Laghi hanno da sempre ricoperto un
ruolo primario per la cittadina e direttamente o indirettamente ne
hanno influenzato le vicende storiche ed ambientali.
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2.2 CENNI STORICI.
nell’attuale Borgata Malano coincidente con l’antico confine
amministrativo tra la “regio IX transpadana” e la provincia delle alpi
Cozie, dove avveniva l’esazione del pedaggio detta “Quadragesima
galliarum” equivalente al 2,5% del valore delle merci in transito sulla
via pubblica delle Gallie, insediamento presumibilmente travolto dalle
acque della Dora nel IV sec d.C., (invece la Via Francigena medievale
si mantenne sulla sua riva destra, attraversando il borgo a distanza di
sicurezza dalle esondazioni, mentre l’attuale SS 25 è stata voluta da
Napoleone) il nome del comune deriva verosimilmente dal nome della
famiglia romana insediata in questa zona chiamati gli Avilii.
Si combatté nei pressi della Clusa Langobardorum, ora Sacra San
Michele, la battaglia che aprì la strada di Roma ai Franchi di Carlo
Magno. La città distrutta da Federico Barbarossa nel 1174, ed ancora
da Arrigo VI nel 1187, venne ricostruita da Tommaso I e diventò sede
dei Savoia attorno ai quali si riunirono pittori, musicisti, letterati
dando vita ad un periodo ricco e fiorente.
Data la sua posizione geografica di “frontiera”,
Avigliana ebbe nella sua storia notevole
sviluppo e relativa ricchezza, ma anche assedi,
occupazioni e devastazioni.
Prima fu un insediamento gallico e poi romano
nel 773 d.C., di cui si sono rinvenuti dei resti
19
Nel 1536 la città venne distrutta dai francesi. Il castello, ristrutturato
da Amedeo di Castellamonte, venne definitivamente abbattuto dal
maresciallo francese Catinat nel 1691. Durante l’ancièn règime,
Avigliana ha avuto una funzione centrale nell’amministrazione della
provincia di Susa ma la sua rilevanza economica andò scemando
anche a causa dello sviluppo dei centri limitrofi.
La costruzione della strada ferrata da Torino a Susa, che fu la prima
tratta della linea internazionale francese, venne concessa alla società
Inglese Jackson, Brassey ed Henfrey e fu aperta all’esercizio il 25
maggio del 1854, riscattata dallo Stato italiano vent’anni dopo. Nel
XIX sec., con l’apertura della direttrice ferroviaria del Frejus, nasce la
piccola industria fra cui una Ferriera (Vandel, poi FIAT), lo
stabilimento di vernici Duco, segherie, torbiere ed una fabbrica di
esplosivi: il Dinamitificio Nobel, fondato nel 1872, che ha segnato la
vita economica e sociale della città da quando è nato a quando è morto
in seguito ad una spaventosa esplosione avvenuta nel 1900 (dieci mila
chili di nitroglicerina).
2.3 INQUADRAMENTO TERRITORIALE.
- Caratteristiche Orografiche :
Nel territorio di Avigliana il fenomeno delle glaciazioni ha segnato il
paesaggio con grande evidenza, costruendo scenari che
condizionarono la vita umana fin dall'età preistorica; gli scarsi reperti
pervenuti ai giorni nostri, testimoniano la presenza di un insediamento
probabilmente palafitticolo databile a 4000-3000 anni fa. Alla fine
dell’800 la torbiera di Trana fu oggetto di una intensa attività
estrattiva per il ricavo di un economico combustibile fossile, che
purtroppo portò alla dispersione di numerosi materiali archeologici.
Il potente fiume di ghiaccio valsusino nel quaternario discese e arretrò
con successive pulsazioni, superata la strettoia del monte Pirchiriano
presso Sant'Ambrogio si espanse e si esaurì formando l'anfiteatro
morenico ed alcuni bacini lacustri,tra cui il lago Piccolo e quello
Grande tuttora esistenti, mentre la torbiera di Trana e la palude dei
Mareschi testimoniano l'antica presenza di altri due bacini ormai in
avanzato stato d’interramento.
20
Come mostra la carta geologica sopra riportata (pubblicata da D.
Mori, D. Sguayzer nel 1989), il flusso glaciale si divise parzialmente
presso Avigliana, formando archi morenici secondari, successivi e
concentrici, che corrispondono a varie fasi d’intensità decrescente del
fenomeno.
La pulsazione più antica del Riss (230.000 anni fa) creò i depositi
esterni del Lago di Trana che poi si ridusse a palude; quella Wùrmiana
(120.000 anni fa) può essere suddivisa nel Wurm antico che formò il
Lago Piccolo, nei depositi del Wurm medio che si attestarono più a
nord dove si venne a creare il bacino del Lago Grande, e nelle tracce
del Wurm finale ancora visibili nella palude dei Mareschi oggi
bonificata. L’azione erosiva ed il dilavamento ridusse i quattro laghi
originari a due soltanto.
21
Per mezzo della Carta Tecnica Regionale della Bassa Val di Susa, in
scala 1:10.000 (1965) e delle cartine estrapolate da Internet, è stato
possibile individuare quali fossero le caratteristiche orografiche della
Bassa Val di Susa e quindi determinare anche le vie di passaggio più
facili da percorrere per raggiungere o allontanarsi da Avigliana
secondo la conformazione fisica del suolo.
Infatti si riscontra visibilmente che l’unica via altamente transitabile
del territorio è quella che segue lo sviluppo della Valle, dove si
concentrano le principali reti di comunicazione che garantiscono la
stretta unione del comune in esame con tutti quelli disposti lungo il
fondo della stessa ma anche con Torino.
- I Centri Urbani :
Com’è già noto, Avigliana fa parte della Comunità Montana Bassa
Valle Susa, proprio per tale motivo è impensabile poter sfruttare
qualsivoglia informazione in possesso senza prima compararla con
quelle relative ai comuni limitrofi. Chiaramente la scelta non è stata
casuale, dato che risulta di estrema importanza ai fini della relazione
individuare quei comuni che se soggetti ad una qualsiasi
trasformazione potrebbero influenzare le dinamiche socio-
economiche di Avigliana e di conseguenza il suo sviluppo.
22
Il criterio ritenuto più ammissibile per questa individuazione è stato
quello di prendere in considerazione tutti i centri urbani che risultino
più facilmente raggiungibili ed accessibili da Avigliana, in base
all’orografia della zona individuata ed alla collocazione delle
principali arterie di comunicazione. Pertanto s’intendono strettamente
funzionali alle proprie dinamiche: sia i comuni limitrofi agevolmente
collegati con il suo centro storico, sia tutti quelli disposti lungo le
linee di grande comunicazione che percorrono l’ipotetico asse
tracciabile da Avigliana a Torino.
Si è quindi proceduto nella definizione del perimetro territoriale che
individua l’ambito funzionale di Avigliana ovvero quella porzione di
territorio dove rientra nelle trasformazioni di massa: demografiche,
sociali ed economiche, tenendo presente che queste dipendono
soprattutto da eventi esterni al comune in esame e nella maggior parte
dei casi vengono dettate dal vicino capoluogo piemontese che, come
città metropolitana, influenza ed esercita un forte ruolo attrattivo su
tutto il proprio circondario; pertanto la scelta dei comuni è stata
fortemente condizionata dall’idea di mantenere ben salda l’importanza
dell’asse Avigliana-Torino, in particolare, si è voluto mettere a stretto
contatto i due comuni per capire nello specifico come quanto sia
accaduto a Torino abbia potuto influire e condizionare i cambiamenti
avvenuti nel comune preso in esame.
- I Sistemi di Comunicazione :
I comuni effettivamente presi in considerazione perché siti lungo le
principali reti di comunicazione di Avigliana, vengono specificati
nella seguente tabella:
Lungo la
SS.24
Lungo la
SS.25
Lungo la
SS.589
Casellette
Alpignano
Pianezza
Collegno
Buttigliera
Alta
Rosta
Rivoli
Grugliasco
Reano
Trana
Villarbasse
Rivalta di
Torino
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Tra i comuni sopracitati :
Casellette
Buttigliera Alta
Reano
Trana
Precisamente Avigliana confina ad :
Est
Casellette, Buttigliera Alta,
Reano
Nord Almese, Villar Dora
Ovest S.Ambrogio, Valgioie
Sud Giaveno, Trana
Confinano ad Est, collocandosi anche loro sulla
traiettoria per Torino ma, data la loro relativa
distanza dagli eventi che interessano la città,
vengono presi in considerazione soprattutto per
la loro stretta unione con Avigliana.
24
Giaveno e Valgioie non vengono considerati appartenenti all’ambito
funzionale perché, oltre ad essere maggiormente distanti da Torino e
meno influenzati dalle sue dinamiche, si è individuato un certo
“fattore di isolamento da caratteristiche territoriali” in base alla
cartografia a disposizione, cioè si rivelano collocati sulla fascia
collinare Ovest del comune, dietro ai due laghi, in una zona
caratterizzata da una conformazione fisica territoriale di difficile
passaggio che non rende possibile una diretta interazione con il centro
di Avigliana, diversamente da quanto si rivela invece in tutti gli altri
comuni limitrofi.
L’ambito funzionale di Avigliana viene suddiviso indicativamente in
due grosse categorie di appartenenza, in base alla distanza che li lega
dal capoluogo piemontese e quindi dal suo richiamo “gravitazionale”.
Nella cartina seguente si è quindi riconosciuto con:
- Il Colore Rosa il 1°Anello funzionale di Torino, costituito da quei
comuni più a stretto contatto con la città e quindi maggiormente
influenzabili da essa, ma facilmente raggiungibili anche da
Avigliana.
- Il Colore Arancio il 2°Anello funzionale di Torino, costituito
invece dai comuni più vicini ad Avigliana e meno influenzabili dai
macro eventi metropolitani.
25
2.4 IL COMUNE DI AVIGLIANA :
2.4.1 L’Ambiente Naturale.
Ciò che più di ogni altra cosa caratterizza il comune in esame è
sicuramente la sua valenza Paesaggistica- Ambientale sia naturale che
culturale, (Paesaggio: sintesi dell’opera della Natura e dell’uomo in
continua trasformazione), in effetti, nonostante tutti gli elementi
presenti, non si comprende non possieda ancora un rilevante grado di
sviluppo, pertanto si riconosce questa situazione come un esempio di
ciò che ha potuto originare la lenta evoluzione della normativa italiana
in materia di pianificazione paesistica. Tale normativa nasce nel 1939
esclusivamente come strumento di controllo della crescita edilizia a
favore dell’aspetto estetico del paesaggio urbano, solo nel 1985 con la
Legge Galasso n°431 (“Disposizioni urgenti per la tutela delle zone di
particolare interessa ambientale”) si raggiunge finalmente la
consapevolezza che le esigenze ambientali ed ecologiche devono
dettare le pre-condizioni su ogni tipo di sviluppo territoriale, le
Regioni sono obbligate ad adottare un Piano Paesistico o uno
Territoriale Regionale con valenza Paesistica (Regione Piemonte)
mantenendo la loro piena autonomia decisionale.
Negli anni ’80, ha preso corpo in ogni singola Regione il tema della
creazione di un sufficiente numero di aree protette a difesa delle
emergenze naturalistiche e dei diffusi valori ambientali italiani,
seppure senza coordinamento tra loro e talvolta anche al proprio
interno riescono a varare un imponente numero di aree protette per
una superficie complessiva di quasi un 1.500.000 ettari. In questo
"arcipelago verde" esistono forti differenziazioni nella normativa che
li definisce, nella previsione dei compiti, nelle priorità di scelta delle
aree e degli ambienti da proteggere; ognuna ha impostato una propria
tipologia dei luoghi meritevoli di tutela, l’unica cosa che certamente le
accomuna è il concetto di “Paesaggio”.
L'impegno sul piano normativo delle Regioni ha prodotto l'istituzione
di 70 parchi regionali, 115 riserve, 7 aree protette, 149 biotopi, 2
monumenti naturali e 12 parchi urbani e sub-urbani. Realtà che sarà
presto superata dalle regioni della Sicilia e del Friuli Venezia Giulia
che hanno in calendario l'istituzione di nuove aree protette.
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In sintesi possiamo ricondurre a sette le tipologie in cui sono state
organizzate le aree protette regionali:
Parco: Area protetta in genere di media o di grande estensione, che
svolge un ruolo attivo nella gestione e conservazione del territorio e
degli ecosistemi in esso presenti, attraverso la costituzione di un Ente
con proprio bilancio e personale.
Riserva: Area protetta di dimensioni medio-piccole, a tutela di un
ecosistema o di una località geografica con fattori ambientali e
biologici comuni. Le riserve possono avere una propria autonomia
come i parchi (nel Lazio e nel Piemonte), oppure essere gestite da enti
(Comuni, Province, Parchi) o ancora, come nel caso della Sicilia e
della Lombardia, anche da aziende regionali.
Area Protetta: Zona di ampie dimensioni, tutela aree ad elevato
valore paesaggistico e naturalistico. Istituto di impostazione
prevalentemente urbanistica, può divenire affine ai grandi parchi in
molti campi di attività.
Parco Sub-Urbano: Area protetta di medio-ampia dimensione a
carattere prevalente naturalistico-ambientale, nel cui ambito insistono
emergenze storiche, urbanistiche o residenziali.
Parco Urbano: Area protetta posta in prossimità di grossi centri
urbani, il cui valore ambientale può essere accresciuto dalla vicinanza
delle stesse aree urbanizzate, oppure territori con valore storico ed
archeologico calati in contesti semi-naturali. Sono presenti nel Lazio.
Biotopo: Area protetta di modeste superfici, spesso caratterizzata da
un elemento morfologico che ne giustifica la particolare tutela. Non ha
una vita amministrativa autonoma ma è individuato dalla normativa e
tutelato dai piani paesistici, che ne rilevano l'esistenza.
Monumento Naturale : Area protetta il più delle volte puntiforme
(rocce, alberi, massi ecc.) o, se vasta, caratterizzata da un aspetto
morfologico o biologico prevalente.
L'unica distinzione certa, attualmente praticabile sul piano nazionale, è
quella tra Parchi e le Riserve, i primi comprendono le aree protette di
maggiori dimensioni e di più complessa articolazione ambientale,
includendo con ciò anche i paesaggi antropici e i "segni" dell'uomo,
mentre le seconde individuano aree di limitata ampiezza dove quasi
sempre prevale un solo ecosistema.
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- Il Parco Naturale dei Laghi di Avigliana :
Nella sommaria suddivisione precedente non mancano le eccezioni ed
i casi intermedi che ne dimostrano i limiti; ad esempio, l’istituzione
del Parco Naturale Regionale dei Laghi di Avigliana (L.R.16
maggio 46/80) a favore della tutela dei grandi valori ambientali
presenti, rappresenta una superficie protetta di 410 ha, ovvero
un’estensione limitata e molto più piccola di alcune riserve come
quella del Lago di Vico (3.300 ha); questo prova l'urgenza di un più
organico metodo di definizione, che rappresenti contemporaneamente
una sorta di "sistematica dei parchi" ed uno strumento trasferibile
anche nel linguaggio amministrativo e tecnico.
Il Parco di Avigliana è un ente di diritto pubblico, anche se alcune
zone protette sono di proprietà privata, ed è gestito da un Consiglio
direttivo costituito da rappresentanti della Comunità Montana Bassa
Valle e del Comune di Avigliana, della Provincia, della Regione, delle
Associazioni ambientalistiche e delle organizzazioni agricole.
Le aree collinari, essendo un elemento geografico di transizione,
spesso sono prive di emergenze naturalistiche faunistiche o botaniche
in quanto sono sottoposte ad una forte influenza antropica dove
raramente si riscontra una specializzazione o una caratterizzazione
degli ecosistemi; ciò comporta inoltre, un altro fatto da rimarcare in
negativo, la carenza di aree protette proprio su una delle zone dove
l’impatto ambientale provocato dall'espansione residenziale e
produttiva è maggiore ed è più violento. Un’analoga carenza si ha
nelle poche aree lacustri italiane, solamente quattordici specchi
d'acqua risultano interessate da una totale o parziale tutela e
salvaguardia ambientale, tuttavia vengono considerati i Laghi di
Avigliana che oltretutto fanno parte di un ambito collinare di
maggiore valenza paesaggistica del Piemonte, rappresentando a pieno
titolo un ambiente da proteggere e da salvaguardare.
Solamente la Lombardia ed il Piemonte si sono assunti il compito
importantissimo di individuare e tutelare tutti gli ambienti di grande
valore, compresi quelli di scarsa estensione che non giustificano
l'istituzione di un parco ma l’uso della “Riserva”, una tipologia di area
protetta più adatta ai frammenti di ambienti da salvaguardare, ai lembi
di ecosistemi da tutelare con urgenza, che inoltre non necessita
neanche di una "struttura" ma si presta ad essere gestita da altre aree
protette di maggiore entità territoriale (i Parchi).
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Quello di Avigliana rappresenta un esempio di parco rarissimo, in
pochi ettari si possono definire ben tre Riserve Naturali, una per
ciascun ecosistema presente. L’ambiente fisico è infatti costituito da
tre biotipi diversi ma strettamente interdipendenti dal punto di vista
ecologico: I due Laghi, La Palude (la zona umida dei Mareschi) ed i
Rilievi Collinari (le colline moreniche).
I motivi principali sui quali si basa l’attività del Parco sono:
• Salvaguardare la zona umida dei Mareschi.
• Ripristinare le condizioni idrobiologiche dei laghi, eliminando le
cause d’inquinamento.
• Controllare e disciplinare il territorio.
• Valorizzare l’area ed incentivare le attività produttive sempre nel
rispetto dell’ambiente.
Quindi le aree protette devono contribuire anche alla "promozione sia
della corretta conoscenza delle tematiche ambientali, sia di
comportamenti responsabili e attivi in favore della gestione sostenibile
degli ambienti naturali ed urbani" (Accordo Ministeri P. Istruzione e
Ambiente 6/2/1996). Il Parco di Avigliana risponde pienamente a tale
ruolo, proponendosi come strumento capace di mettersi in stretta
simbiosi con la città in esame e di indirizzarla verso un maggior
rispetto degli equilibri naturali, dimostrando di essere un ideale
laboratorio d’incontro tra uomo e Natura.
Con il passare del tempo sono stati predisposti numerosi servizi che
intendono soddisfare le esigenze dei fruitori; in particolar modo, si è
instaurato un continuo rapporto didattico con le scuole (visite guidate,
conferenze, proiezioni), incentrato sulla conoscenza e valorizzazione
dell'ambiente, inoltre si sono realizzate infrastrutture rivolte ai
portatori di handicap (piste ad accesso facilitato, audiocassette per non
vedenti, tavoli e parcheggi riservati).
Particolarmente interessanti sono:
• I "Punti museo" dislocati nel Parco, allestiti sul tema della pesca nei
laghi in tutti i suoi aspetti: naturali, tecnici, economici partendo
dall'Età del bronzo (II millennio a.C.), fino alla metà del XX secolo.
• I Sentieri per l’esplorazione del Parco