Introduzione
2
famiglia a metà tra la vecchia borghesia e la nuova classe media, inizia,
giovinetto a cui si impongono studi, secondo lui, troppo classici, ad
interessarsi dei problemi sociali che, pur non riguardandolo da vicino,
lo affascinano. In particolare, egli è attratto dalle forme molteplici della
vita quotidiana della gente comune.
Per questa ragione egli si sforza di aprire il suo sguardo indagatore
a sempre nuovi orizzonti e quella che era, all’inizio, una curiosità
diventa presto una vera e propria vocazione.
La sociologia allora non prometteva nient’altro che la possibilità,
da trasformare in consapevolezza, di studiare i fatti sociali nella loro
realtà, senza garanzia di professionalità né riconoscimenti istituzionali.
Attraverso quegli studi, infatti, la sociologia cominciava a costituirsi
come scienza.
Il tempo e le minute analisi di cui egli sarà capace permetteranno a
Touraine di allargare sempre più il suo campo d’indagine, che da uno
studio sui cambiamenti del lavoro si estenderà in seguito
all’approfondita analisi dei suoi riflessi sulla coscienza operaia,
abbracciando più tardi il vasto territorio rappresentato dallo studio dei
movimenti sociali e infine il soggetto e la democrazia.
Introduzione
3
Prima di intraprendere il difficile cammino che occorre seguire per
rendere nel modo più oggettivo possibile gli elementi costitutivi del
pensiero di un grande studioso, senza cadere nell’inganno delle
ideologie né in quello delle dottrine politiche, chi scrive ne conosceva
appena gli orientamenti teorici, accostandosi al loro studio con lo
scetticismo di chi diffida spesso delle idee altrui, pur non disdegnando
gli insegnamenti che sempre si traggono dall’entrare dentro l’altrui
pensiero.
La lettura approfondita e la riflessione attenta su alcuni dei
passaggi fondamentali dell’evoluzione del modo in cui Touraine ha
proceduto ad analizzare la società sono stati, tuttavia, stimolo e
curiosità insieme di parlare in modo più diretto, non circoscritto ai testi
ma finalizzato al dialogo, con la persona che, quantomeno con
eleganza, riusciva a scendere fin dentro al cuore di una sociologia per
molti versi affascinante.
Senza il Relatore, che ha seguito e sapientemente organizzato il
mio viaggio fino alla Maison des Sciences de l’Homme (dove ha sede
l’École des Hautes Etudes en Sciences Sociales, presso la quale Alain
Introduzione
4
Touraine è Direttore di Studi)
1
, viaggio finalizzato alla conoscenza
diretta e ad un esame più approfondito dell’uomo di cui mi accingevo a
passare in rassegna buona parte dell’opera, non mi sarebbe stato
possibile portare avanti l’ambizioso progetto di cui il presente lavoro
vuole essere la conclusione.
Esso è nato dalla volontà di allargare il campo d’analisi del tema
oggetto di studio, evitando di restringerlo ad una trattazione sterile di
una sterminata produzione, ma piuttosto approfondendo il pensiero di
uno studioso che ha dato tanto al dibattito sociologico attraverso
l’osservazione diretta del modo in cui, egli stesso in prima persona e
poi ogni individuo della società, si costituisce come “Soggetto”.
Il colloquio
2
, al quale l’Autore si è gentilmente e anche
entusiasticamente prestato, costituisce, dunque, la base portante del
presente lavoro, nel quale si terranno parallelamente in considerazione
le opere e le parole vive dell’Autore, attraverso un gioco di rimandi che
saranno utili ad una più chiara trattazione dell’argomento che ci si
1
Dell’EHESS fa parte anche il CADIS (Centro di Analisi e di Intervento Sociologico) da Touraine
fondato
2
Per una lettura dell’intera intervista montata e tradotta dalla stessa scrivente si rimanda
all’Appendice posta alla fine della trattazione.
Introduzione
5
propone di studiare.
Infatti, si è rivelata molto interessante la discussione con Alain
Touraine dei suoi punti di vista riguardo a numerosi problemi centrali
nel suo lavoro.
Analiticamente, la trattazione è volta a tracciare un’evoluzione
lineare del pensiero dell’Autore. Per comodità, però, si distingueranno
in questa sede alcune fasi lungo cui essa si è snodata.
In particolare si terrà conto specificamente degli anni dal 1950,
quando inizia la sua carriera da sociologo, al 1977, che rappresenta un
anno in certo modo di riflessione per l’Autore.
All’interno di tale intervallo storico, in seguito ad un accurato
esame delle opere dell’Autore, è stato possibile rintracciare, senza
particolari forzature, tre grossi passaggi, ognuno dei quali è stato
ritenuto una fase fondamentale nella storia della riflessione tourainiana.
La prima delle tre fasi considerate è stata convenzionalmente
circoscritta agli anni 1950-1959, che corrisponde al periodo iniziale, nel
quale Touraine ha avuto i suoi primi contatti con la teoria sociologica,
ed ha portato avanti i suoi primi studi sul lavoro. La seconda
comprende gli anni che vanno dal 1960, anno in cui diventa dominante
la trattazione di problemi relativi alla coscienza operaia, al 1967, che è
Introduzione
6
l’anno in cui Touraine, divenuto professore a Nanterre, assiste alle
prime agitazioni che costituiscono il preludio allo scoppio dei grossi
movimenti del ’68; la terza inizia da questo stesso anno per concludersi
nel 1977, quando Touraine si ferma a riflettere su ciò che sino allora era
stato del suo lavoro, essendo questo periodo dedicato allo studio
approfondito dei movimenti sociali, e in particolare di quello
studentesco.
La sociologia tourainiana di questo periodo sarà, tuttavia,
costantemente rapportata a quella più recente, ai concetti di “Soggetto”
e di “nuova rivoluzione capitalista” e alla critica della modernità che da
tali concetti prende le mosse. Ciò al fine di delineare una più nitida
collocazione storica della prima parte del lavoro teorico dell’Autore,
storicizzandola, ciò che egli insegna a fare molto bene, anche in
rapporto al pensiero che l’ha seguita.
La trattazione propria delle pagine seguenti si propone di essere la
testimonianza viva di un pensiero che, collocandosi entro precisi
confini di tempo e spazio, riesce a fare della sociologia un costante
riferimento a fatti e persone che ognuno può facilmente riconoscere
nella propria storia.
Introduzione
7
Tale pensiero, inoltre, si pone come un tentativo estremo di
mantenere una posizione lontana dall’ideologia e dagli interessi di
parte, caratterizzata soltanto dall’essere intellettuale, difendendola
anche di fronte alla minaccia della marginalizzazione e di un
isolamento in cui nessun pensatore potrebbe mai accettare di cadere, se
non quando decidesse di non divulgare più il proprio pensiero.
Scopo principale di questo lavoro è, in conclusione, quello di
procedere, attraverso un’analisi attenta, a tracciare gli schemi di
pensiero e le linee fondamentali che contribuiscono a delimitare la
figura dello studioso Alain Touraine, che da molti viene considerato un
maestro del pensiero sociologico contemporaneo.
L’Approccio alla Sociologia
8
1. L’approccio alla sociologia
1.1 Il “Soggetto” Touraine
Nel presente capitolo si intende analizzare il tipo di approccio che
il sociologo e storico Alain Touraine ha avuto con la sociologia, anche
se occorre precisare, come Touraine stesso faceva notare, che di un
vero e proprio approccio non si può neppure parlare, dato il modo
alquanto impreparato, non supportato da una confacente formazione,
dei primi contatti con questo tipo di studi. In “Un desir d’histoire” del
1977 egli confessa di non aver ricevuto durante gli studi alcuna
immagine della società. L’economia e la sociologia, poiché non
facevano parte né delle lettere né delle scienze, erano ancora escluse dai
programmi scolastici, “che non riconoscevano che due armi del sapere,
una comandata dai matematici, l’altra dalla filosofia”
3
.
Nato nel 1925 a Parigi, dove, se si esclude la parentesi
sudamericana degli anni ’70, ha sempre vissuto, nella stessa zona – il
3
A. Touraine Un desir d’histoire Paris, Stock, 1977 Pag. 85
L’Approccio alla Sociologia
9
Boulevard Raspail – nella quale oggi continua a lavorare
4
, Alain
Touraine è figlio di una “borghesia aristocratizzante”, come lui la
definisce nel suo libro forse più autobiografico, “Un desir d’histoire”,
del 1977, di un mondo in cui “il denaro non era certo assente, ma in cui
la sciabola e l’aspersorio erano più importanti o in ogni caso più
rispettati del conto in banca. Mondo di tradizioni e di comandamenti,
nello stesso tempo arcaico e dinamico.”
Suo padre era un medico, “asceso” nella scala sociale grazie ai
suoi studi, che l’avevano portato, agli inizi del XX secolo, ad essere
uno dei primi a introdurre la genetica nella medicina francese, pur
mantenendo, tuttavia, le distanze da un mondo medico in cui la carriera
e gli onori rallentavano il progresso intellettuale. Per lui “esistevano
manifestamente due categorie di persone: quelli che avevano superato i
grandi concorsi e tutti gli altri”
5
senza alcuna differenza tra loro per
guadagno o per ruolo. Ma nell’arrampicata sociale estranea agli studi
vedeva uno scandalo, così che per Touraine mai si era pensato ad altra
4
La Maison des sciences de l’homme si trova al n°54 del Boulevard Raspail, nel 6°
“arrondissement”
5
Touraine A. Un desir d’histoire, Stock, 1977 Pag.15
L’Approccio alla Sociologia
10
strada che a quella “des études”.
Alain Touraine racconta di aver molto risentito, sin da bambino, di
una forte separazione esistente tra vita pubblica e vita privata, tra la vita
degli uomini e la vita delle donne, separazioni che egli vedrà invece
felicemente riconciliate nelle società sudamericane, ricavandone un
punto di forza nel suo interesse per tali realtà.
La sua stessa casa era fatta di una parte nobile, professionale, che
dava sul Boulevard, mentre la famiglia viveva in stanze scure e fredde
che davano sul cortile. Tra esse una frontiera che sembrava invalicabile,
come quella che Alain Touraine vedeva tra i sentimenti personali e
quelle funzioni familiari e sociali che riducevano le persone a puri
ruoli. Il peso di tale compostezza si rivelò in modo particolare nel
rapporto dell’Autore con la scuola, che egli detestava, considerandola
come una costrizione a stare immobili per ore seduti in un banco, senza
alcuno stimolo, essendo essa priva di vere attività e interessata
solamente alla cultura dei testi, da lui ritenuta poco educativa. In
particolare, scriveva ancora nel 1977, “l’educazione di un piccolo
Francese riposa sull’idea che l’autorità è esterna. A un giovane
Americano si insegna una morale; gli si insegna a comportarsi in un
certo modo, a sentirsi colpevole o al contrario moralmente soddisfatto
L’Approccio alla Sociologia
11
delle sue azioni. In Francia siamo stati cresciuti secondo un modello
che viene dalla religione e dallo Stato. Dio non è la coscienza; lo Stato
non sono i gruppi di pressione. Sono degli assoluti, degli aldilà; ci si
deve conformare ai loro principi e temere i loro giudizi, ma non si è
davvero costretti a credere ai loro ordini”
6
.
Da questa visione inculcatagli da giovane, Touraine deriverà solo
l’incertezza del suo sentimento religioso, che oggi sente di dover
trascurare, anche se confessa, anticipando le sue aspirazioni per il
futuro, che avendo con certezza a disposizione ancora dieci anni di
lucidità intellettuale non offuscata dall’età matura, ciò a cui si
dedicherebbe sarebbe certamente una grande opera incentrata sulla
sociologia della religione, col precipuo scopo di chiarire a se stesso dei
dubbi non ancora risolti al riguardo.
Di formazione prevalentemente classica, Touraine cercava di
recuperare il mondo reale, che era costretto a vivere come un mondo
immaginario, nella lettura di Malraux e soprattutto di Rimbaud e
Baudelaire, che furono centrali nel mondo culturale, esigente e chiuso,
nel quale l’Autore si identificava.
6
Touraine A. Op.Cit., 1977 Pag. 17
L’Approccio alla Sociologia
12
Dopo aver frequentato il liceo, Touraine si iscrisse alla Scuola
Normale per studiare storia. Era questo un luogo nel quale, dopo che al
liceo erano state imposte considerevoli costrizioni a quelli che erano
destinati a “funzioni superiori”, finalmente si riconosceva loro una
grande libertà. L’Autore confessa di avere amato molti degli spazi di
questi luoghi che, pure, pullulavano di giovani e di falsi studenti. Di
questi, egli sostiene, molti non erano per nulla interessati al loro
diploma, poiché ognuno sapeva già che lo avrebbe conseguito senza
problemi. Luoghi, tuttavia, che erano anch’essi privi di grossi stimoli
intellettuali. Suo compagno di aggregazione fu il futuro rinomato
storico Jacques Le Goff.
Dopo due anni di corso, stanco della monotonia intellettuale della
Scuola Normale, il ventiduenne Touraine approfitta di un progetto di
analisi da svolgere per i suoi studi in occasione del centenario della
rivoluzione ungherese del 1848. Si reca, pertanto, in quello che
riconobbe poi come un paese libero, dove, spontaneamente, cominciò
una prima inchiesta a carattere sociologico inerente alla Riforma
Agraria. Da lì passò in seguito nella Iugoslavia, fermamente chiusa al
suo interno, da dove, esaurite le sue risorse, fece poi ritorno in Francia,
ma senza alcuna intenzione di riprendere i suoi studi, cosa di cui avvisò
L’Approccio alla Sociologia
13
la Scuola Normale. Venuto in contatto con alcune miniere, si recò nel
Nord del paese per lavorare come minatore, senza alcuna qualifica,
come semplice manovale, abitando prima presso una famiglia – molto
modesta – la cui poco esosa richiesta di pigione pure superava il salario
percepito dal giovane Touraine, poi nelle baracche dove alloggiavano i
minatori venuti da fuori.
Nonostante il periodo passato in miniera, Touraine non si è mai
considerato un vero minatore, egli sapeva che prima o poi sarebbe
ritornato a una qualche attività intellettuale. Ma ancora scrive: “Questo
passaggio per la miniera ha dominato il mio orientamento professionale
più direttamente dei corsi che avevo seguito”
7
.
E’ in questo periodo, infatti, che Touraine si trova a leggere il testo
di Georges Friedmann “Les problèmes humains du machinisme
industriel
8
” del 1946: un testo che, decretando il passaggio dell’Autore
dal mondo dei testi a quello della vita vissuta, procurò ad Alain
Touraine una vera e propria esaltazione, posando l’attenzione su
problemi, come il lavoro operaio contemporaneo, di cui l’Università
7
Touraine A. Op.Cit. 1977 Pag. 44
8
“I problemi umani del macchinismo industriale” ( Non se ne riscontrano edizioni italiane )
L’Approccio alla Sociologia
14
Francese non osava occuparsi, considerandoli “un soggetto
probabilmente troppo volgare”
9
per i grandi spiriti della Francia, come
Touraine ironicamente definisce gli intellettuali e gli accademici del
suo tempo. Friedmann, oltre a criticare il taylorismo e le sue pretese
scientifiche, fu tra i primi in Europa a descrivere l’organizzazione del
lavoro, tramite le prime grandi indagini americane sui comportamenti
collettivi del lavoro.
Per Friedmann la soluzione dei problemi umani provocati dalla
frenetica applicazione del taylorismo non si trovava nella conquista del
potere da parte della classe operaia, come volevano i marxisti ortodossi,
ma nel recupero del significato da dare al lavoro, che era per lui
indipendente dalla proprietà dei mezzi di produzione.
Fu grazie a lui che Touraine cominciò ad interessarsi di temi come
le classi sociali e il movimento operaio. Touraine diventò così fautore
di una corrente di pensiero che vedeva nella macchina, nel lavoro
operaio e nell’azione collettiva operaia gli strumenti per costruire una
nuova società, e fu per il suo amore per l’industrializzazione che egli
9
Touraine A. Op.Cit. 1977 Pag.44
L’Approccio alla Sociologia
15
cominciò a parlare di un’idea alla quale è rimasto fedele durante tutta la
sua evoluzione professionale, quella di società postindustriale
10
.
Se queste idee - racconta, tuttavia, Touraine - avevano potuto
condurre alcuni a divenire intellettuali del partito comunista, ciò che
forniva loro di che “adulare il loro amor proprio”, al contrario esse
spinsero lui nella “doppia solitudine di colui che è considerato deviante
dall’Università e che non è riscaldato dalle feste partigiane”
11
, facendolo
attaccare piuttosto al “microclima” intellettuale nel quale aveva vissuto,
che egli vedeva come una “bolla d’ossigeno” in un universo inquinato
dal settarismo e dal conservatorismo più stupido.
Fu lo stesso Friedmann, dopo che Touraine gli ebbe scritto dal
piccolo paese di miniera in cui si trovava, ad esortarlo a riprendere i
suoi studi, facendolo entrare a far parte di un gruppo di indagine sulla
trasformazione del lavoro nelle diverse industrie, grazie al quale Alain
Touraine fu inviato alla Régie Renault nello stabilimento di Billancourt.
Qui, nonostante le primitive reticenze nel riceverlo, trovò in seguito una
calda collaborazione.
10
Per il concetto di società postindustriale cfr. più avanti Cap.2, Par.2.1
11
Touraine A. Op.Cit. 1977 Pag. 47