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INTRODUZIONE
Una delle sfide più importanti che il mondo odierno si trova a dover affrontare è quella
legata alla sostenibilità, un concetto tutto sommato aperto e suscettibile di varie inter-
pretazioni e definizioni. La scelta di focalizzare il presente elaborato sul cibo, adottan-
dolo come lente analitica privilegiata, consente di leggere trasversalmente e collegare
i temi che oggigiorno occupano i primi posti nelle agende politiche alle diverse scale,
nelle strategie aziendali e nel dibattito pubblico. L’intento è quello di adottare una
chiave di lettura dei sistemi alimentari come crocevia di molte sfide importanti del
nostro tempo, che sono condensate in quella più ampia della sostenibilità, integrando
le diverse dimensioni e privilegiando un approccio sistemico e non settoriale
1
.
Il cibo è essenziale, in primo luogo, per soddisfare il bisogno primario della nutrizione.
Una dieta varia ed equilibrata aiuta, oltre a sostenere la salute, anche a prevenire ma-
lattie come diabete, obesità e malattie cardiache.
Ma l’importanza cruciale del cibo non si limita a questo aspetto. La produzione di
alimenti, nella forma industrializzata e globalizzata che il sistema agroalimentare do-
minante attualmente assume, può provocare danni all’ambiente in termini di emissioni
di gas serra, deforestazione, perdita di biodiversità, contaminazione di suolo e acqua a
causa dell'uso di grandi quantità di pesticidi e così via. Questi processi di degrado
ambientale, a loro volta, rendono la fornitura alimentare incerta e precaria, minac-
ciando in particolar modo la sicurezza alimentare delle popolazioni più vulnerabili nel
mondo. Le attuali previsioni indicano che l'aumento delle temperature medie a livello
globale potrebbe ridurre la produttività delle colture fino al 10%, e che una maggiore
concentrazione di anidride carbonica nell'aria potrebbe ridurre anche i livelli nutritivi
di frutta e verdura derivate da tali colture
2
. Un’altra questione di primaria importanza
riguarda i costi sociali potenzialmente implicati nella produzione del cibo. Seppur in
misura diversificata a seconda dei contesti specifici, rapporti iniqui di lavoro possono
1
Pettenati G., Toldo A., Il cibo tra azione locale e sistemi globali. Spunti per una geografia dello
sviluppo, Franco Angeli, Milano, 2018.
2
Le previsioni derivano dagli studi seguenti: Lobell D.B., Field C.B., “Global scale climate–crop yield
relationships and the impacts of recent warming” in Environmental Research Letters (2), 2007, pp. 1-7
e Hatfield J.L., Boote K.J., Kimball B.A., Ziska L.H., Izaurralde R.C., Ort D., Thomson A.M., Wolfe
D., “Climate Impacts on Agriculture: Implications for Crop Production” in Agronomy Journal, 103 (2),
2011, pp. 351-370, citati in https://www.foodunfolded.com/article/6-reasons-why-we-should-care-
about-what-we-eat, articolo che presenta vari motivi per cui il cibo riveste un ruolo cruciale nelle vite
di tutti noi, e le implicazioni di varia natura connesse alla produzione, distribuzione e consumo di cibo
alle varie scale. Consultato il 17/05/22.
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generare salari bassi, rischi per la salute e la sicurezza, forme di sfruttamento e, nei
casi più estremi, anche di schiavitù moderna.
Nella letteratura sui cambiamenti climatici viene data massima attenzione agli impatti
che questi hanno e avranno sui rendimenti agricoli, e quindi sulla disponibilità di cibo.
Tuttavia, gli impatti su reddito e mezzi di sussistenza, e quindi sull'accesso al cibo,
risultano essere ugualmente importanti per la sicurezza alimentare
3
. Paradossalmente,
se da una parte l’obiettivo di assicurare una fornitura costante e sicura di alimenti a
tutta la popolazione mondiale rappresenta una delle sfide più urgenti per l’umanità,
dall’altra e allo stesso tempo quest’ultima sta sprecando un'enorme quantità di cibo
4
.
Ultimo ma non meno importante, il cibo è sempre stato un elemento centrale nelle
culture dei vari popoli del mondo. Conoscere e rispettare l'origine e la storia degli
alimenti, pertanto, consente di preservare i patrimoni culturali, mantenere i legami con
i territori e anche di trarre vantaggi a livello socioeconomico
5
.
La metodologia adottata per la stesura del presente elaborato si basa su vari supporti:
sul contributo teorico (spesso frutto di ricerche empiriche) di una vasta letteratura
scientifica afferente a molteplici ed eterogenei ambiti disciplinari; sui rapporti di isti-
tuzioni e organismi internazionali; sulle normative vigenti in Italia e nell’Unione Eu-
ropea; sui risultati di inchieste giornalistiche; sull’esperienza sul campo maturata nel
corso del tirocinio curricolare presso l’associazione CampiAperti; su una ricerca em-
pirica condotta dalla sottoscritta.
Il presente contributo si propone di approfondire gli aspetti e i temi sopra menzionati
seguendo una strutturazione che si articolerà in quattro capitoli.
3
Vermeulen S.J., Campbell B.M., Ingram J.S.I., “Climate Change and Food Systems” in Annual Re-
view of Environment and Resources (37), 2012, pp. 195-222.
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Dei quattro miliardi di tonnellate di cibo prodotti ogni anno, dal 33 al 50% viene sprecato nelle diverse
fasi della catena di produzione (a partire da quelle di raccolta, stoccaggio e trasporto): ETC Group,
2017, op.cit.
5
Basti pensare, a titolo esemplificativo, ai prodotti alimentari dell'Unione Europea a cui sono stati con-
feriti i marchi di indicazione geografica con il fine di promuovere e proteggere le loro caratteristiche
uniche, in base alla regione o al paese di provenienza o al metodo tradizionale con cui sono prodotti.
Oltre a preservare le tradizioni, tali prodotti alimentari aggiungono valore alle economie locali che li
producono. I principali marchi di indicazione geografica sono i seguenti: DOP – Denominazione di
origine protetta (prodotti alimentari e vini); IGP – Indicazione geografica protetta (prodotti alimentari
e vini); IG – Indicazione geografica (bevande spiritose e vini aromatizzati). Per approfondire ulterior-
mente gli obiettivi e i meccanismi di funzionamento e regolamentazione dei suddetti regimi di qualità,
cfr. la sezione apposita del sito della Commissione europea: https://ec.europa.eu/info/food-farming-fi-
sheries/food-safety-and-quality/certification/quality-labels/quality-schemes-explained_it. Consultato il
17/05/22.
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Nel primo capitolo verrà introdotto il paradigma dello sviluppo sostenibile, che si pre-
figge di tenere conto con medesimo ordine di importanza di tre dimensioni (econo-
mica, sociale e ambientale), e il nuovo modello della cosiddetta green economy. No-
nostante il primo muovesse da posizioni critiche nei confronti degli approcci portati
avanti da governi, gruppi industriali e organismi finanziari, e ponendosi anzi come
alternativa a essi, esso è finito nel tempo per essere istituzionalizzato e per divenire il
riferimento obbligato di tutte le politiche ambientali implementate a livello globale.
Attraverso una breve panoramica storica e seguendo l’approccio di discipline come la
geografia critica e l’ecologia politica, si tenterà di evidenziare per quali ragioni tale
paradigma non coincida necessariamente con il più ampio – e peraltro controverso –
concetto di sostenibilità ambientale, e quali sono gli elementi distintivi in tal senso.
Con l’emergere di una nuova sensibilità, oltre che dell’urgenza, delle tematiche am-
bientali, il mondo aziendale ha iniziato a mettere a punto nuove strategie di green mar-
keting, ovvero di commercializzazione di prodotti eco-friendly. In questa sede si ten-
terà di indagare quali siano gli scopi di tali strategie e quali gli strumenti di cui esse si
servono, ma soprattutto le derive negative verso cui possono sfociare, ovvero il cosid-
detto greenwashing. A far da cornice a questa analisi, verrà presentato un quadro con
le principali normative e regolamenti in vigore, il ruolo che le autorità pubbliche hanno
o potrebbero avere nel regolamentare tale ambito, nonché la presentazione delle prin-
cipali certificazioni ambientali.
Nel secondo capitolo il focus si sposterà su un ambito specifico di applicazione delle
pratiche di greenwashing, ovvero il settore alimentare. A tal fine, verrà delineato un
quadro che illustri le caratteristiche principali del sistema agroindustriale e i fattori che
hanno contribuito a renderlo predominante a livello globale. La filiera agroindustriale
verrà analizzata nell’intero percorso che va dalla fase produttiva a quella distributiva,
che si basa prevalentemente sulle grandi distribuzioni organizzate (GDO). Nel percor-
rere la filiera, verranno presentati anche i vari costi a essa associati, sia a livello sociale
che ambientale. Dal momento che un sistema alimentare implica che il punto di par-
tenza sia la produzione e il punto di arrivo sia il consumo di un determinato alimento,
verranno presi in esame sia il lato del produttore che quello del consumatore. Da una
parte, verranno sottolineate le opportunità che possono sopraggiungere per un’azienda
che, consapevole della propria responsabilità, decide di adottare strategie trasparenti e
virtuose di green marketing; dall’altra, verrà fatta luce anche sui rischi che possono
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derivare da pratiche commerciali ingannevoli. Per quanto riguarda il lato del consu-
matore, invece, verranno presentati i principali fattori che spingono un individuo a
effettuare un acquisto green e le principali aspettative che egli proietta su tale scelta di
consumo; infine, verranno mostrati anche gli effetti diversificati che differenti strategie
e approcci aziendali al green marketing possono produrre sulle decisioni di acquisto
dei consumatori.
Nel terzo capitolo verranno riportati i risultati di una ricerca condotta dalla sottoscritta
su un campione selezionato di etichette di prodotti alimentari commercializzati presso
alcuni supermercati. L’indagine ha rappresentato un tentativo di ricostruire la filiera di
tali prodotti e – di conseguenza – di verificare la veridicità delle affermazioni conte-
nute nei loro packaging. I casi studio scelti per evidenziare i motivi per cui le etichette
possono essere ingannevoli sono varie tipologie di prodotti vegetali a base di soia,
scelta derivata dall’importanza crescente che questo legume sta acquisendo, sia nelle
sempre più diffuse diete vegetali che nel riconfigurare gli equilibri socioambientali e
geopolitici a livello globale. La metodologia dell’indagine si è basata sull’analisi delle
strategie comunicative adottate dalle aziende produttrici, sulla consultazione dei loro
siti web, su una comunicazione via mail con le stesse instaurata dalla sottoscritta e
sulla discussione dei risultati. In conclusione, verrà fornito un quadro con alcune delle
strategie che possono essere implementate per porre un freno a pratiche di greenwa-
shing, a partire da maggiore regolamentazione, controllo e sanzionamento, l’imposi-
zione di maggiore trasparenza nelle etichette, la diffusione di maggiore conoscenza e
comprensione di queste dinamiche e di questi processi, l’introduzione di informazioni
inerenti alla totalità dei costi socioambientali annessi alla produzione di un particolare
prodotto, e il conseguente aumento del suo prezzo.
Nel quarto e ultimo capitolo l’analisi si sposterà sui cosiddetti alternative food net-
works-AFN, reti alternative di produzione e consumo di cibo che sono nate in contrap-
posizione alle storture e derive negative del sistema agroalimentare dominante. Nello
specifico, verrà presa in esame la realtà di CampiAperti, associazione contadina che
mira al raggiungimento della sovranità alimentare attraverso un tipo di agricoltura bio-
logica. Verranno analizzati i suoi princìpi e regolamenti, alcuni aspetti critici come lo
strumento messo a punto per autocertificare il biologico delle loro produzioni (il Si-
stema di garanzia partecipata) e la presenza all’interno dell’associazione di realtà sia
formali che informali. Di conseguenza verrà proposta una riflessione più ampia circa
la validità del considerare tutto ciò che è biologico come più sostenibile, e su ulteriori
8
questioni rimaste sostanzialmente aperte. In conclusione, il focus verrà posto sui tempi
più recenti, con uno sguardo sull’impatto che shock esogeni come la pandemia da Co-
vid-19 e la guerra in Ucraina stanno generando sui sistemi alimentari. Questa chiusa
fornirà lo spunto per porsi degli interrogativi circa gli scenari futuri che si prospettano,
in un mondo sempre più sovrappopolato, segnato da un progressivo aumento della
domanda globale di cibo, dall’intensificarsi dei processi legati al cambiamento clima-
tico e dalle innumerevoli sfide a questi connessi.
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CAPITOLO 1
DEFINIRE E COMUNICARE LA SOSTENIBILITÀ
1.1 Lo sviluppo sostenibile e il paradigma della green economy
La società contemporanea è stata contraddistinta, a partire dalla seconda metà del
XVIII secolo, da un paradigma economico capitalistico votato all’accumulazione di
ricchezza, certa che sarebbe stata supportata da una continua innovazione tecnologica
e da un sistema-Terra che fungesse da serbatoio infinito di risorse. Per gli economisti
neoclassici di fine XIX secolo, infatti, l’ambiente era visto come un’esternalità rispetto
all’economia
6
. Ma a partire dalla seconda metà degli anni ’80 del XX secolo, con il
progressivo manifestarsi delle contraddizioni sottese a tale modello di sviluppo, non-
ché delle molteplici esternalità negative a livello ambientale e sociale da esso prodotte,
si è fatto strada un nuovo paradigma denominato “sviluppo sostenibile”.
Esso è scaturito dalla presa di coscienza della complessità del mondo vivente, che è
costruito dall’interrelazione tra attività umane e ambiente naturale; e come risposta
agli interrogativi sollevati sui fondamenti dell’odierna civiltà industrializzata e sulla
problematicità del suo rapporto con la finitezza delle risorse naturali. I primi studi sul
tema hanno evidenziato che non solo l’aumento vertiginoso della popolazione globale
– a cui si accompagna la preoccupazione sul se e come riuscire a sfamarla nella sua
totalità – e la crescita economica hanno modificato profondamente gli equilibri ecolo-
gici del pianeta, ma anche che tale alterazione è stata a sua volta concausa del mancato
sviluppo di molti paesi del Sud globale, nonché del peggioramento delle condizioni di
vita delle loro popolazioni
7
. L’economia mondiale è nel tempo divenuta sempre più
interconnessa, ma anche profondamente squilibrata per quel che concerne la distribu-
zione del reddito fra i diversi paesi, nonché al loro interno
8
.
L’attenzione relativa alle problematiche ambientali si è diffusa sempre di più, con la
partecipazione della società intera – dall’opinione pubblica ai governi e agli attori eco-
nomici – anche a seguito di alcune catastrofi che hanno evidenziato l’urgenza della
6
Tiezzi E., Marchettini N., Che cos’è lo sviluppo sostenibile? Le basi scientifiche della sostenibilità e
i guasti del pensiero unico, Donzelli Editore, Roma, 1999.
7
Greco P., Pollio Salimbeni A., Lo sviluppo insostenibile. Dal vertice di Rio a quello di Johannesburg,
Bruno Mondadori, Milano, 2003.
8
Raworth K., L’economia della ciambella. Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo,
Edizioni Ambiente, Milano, 2017.