8 9
La presente tesi di Laurea si pone l'ob-
biettivo di affrontare il tema delle strutture
ospedaliere.
Il fine è quello di proporre un'idea di pro-
getto per il Nuovo Ospedale di Ivrea an-
dando a garantire non solo un’architettura
favorevole alle cure mediche, ma anche
ponendo particolare attenzione all'uma-
nizzazione gli ambienti interni ed esterni
alla struttura a beneficio dei pazienti, dei
famigliari e del personale sanitario.
Quando si tratta di umanizzazione nelle
strutture sanitarie si fa spesso riferimento
all’uso dei colori, alle forme ed al comfort
acustico, termico ed ambientale.
Questa tesi, invece, si propone di affron-
tare il tema della biofilia e in particolare
come il biophilic design possa essere
una scelta progettuale innovativa da po-
ter applicare nelle strutture ospedaliere
di nuova costruzione ed anche a quelle
esistenti.
Numerosi studi, in particolare di psico-
logia ambientale, dimostrano i benefici
derivanti dall’applicazione della biofilia
all’architettura ospedaliera e sulla perce-
zione che l’uomo ha di questi ambienti.
Infatti l'approccio biofilico negli ultimi de-
cenni inizia ad essere sempre più appli-
cato in tutto il mondo grazie alla psico-
logia ambientale che studia gli elementi
maggiormente in grado di influenzare la
mente umana.
Oggi dopo il SARS-CoV-2 il tema con-
cernente l’importanza della progettazio-
ne delle strutture ospedaliere e di come
esse possano essere gestite in caso di
emergenze, affianca il tema riguardante
la possibilità di poter aiutare i fruitori della
struttura alleggerendo loro lo stress psi-
cologico e psicofisico.
Questo è stato il focus attorno al quale si
è sviluppata la tesi.
Progettare una struttura architettonica
ospedaliera chiara, immediata, in grado
di contenere il diffondersi di malattie, pri-
va di stanze doppie, di servizi igienici in
comune ed in grado di guardare al futuro
attraverso una progettazione a favore dei
cittadini e della Città in cui si colloca.
Un nuovo ospadale in grado di allontana-
re l’idea di esclusione dalla vita quotidia-
na e dalla normalità, grazie alla proget-
tazione di luoghi di raccolta per degenti,
famiglie e personale sanitario, ma anche
per tutti i cittadini.
Un luogo ricco di spazi di condivisione
in cui non sentirsi soli, diversi e distanti,
capace di riportare serenità in momenti
difficili della vita, quali possono essere i
percorsi terapeutici.
Il lavoro di questa tesi è composto da tre
capitoli che sono stati necessari per com-
prendere meglio questo complesso tema
e poter progettare un nuovo ospedale
aperto a tutti e in grado di rispettare tutti
gli utenti, qualsiasi sia l’attività che svol-
geranno al suo interno.
Nel primo capitolo verrà affrontato il tema
della biofilia applicandola all’architettura
e dimostrandone, grazie alle evidenze ri-
portate nella letteratura, i benefici che è in
grado di apportare in più ambiti, ed inol-
tre, verranno esplicitati casi di reali appli-
cazioni e progetti noti in tutto il mondo.
Nel secondo capitolo si affronteranno le
strategie di progettazione necessarie per
la realizzazione di un progetto architetto-
nico funzionale a livello di collegamenti
interni ed esterni alla struttura ospeda-
liera e per la definizione dei layout delle
Aree necessarie allo svolgimento delle
attività sanitarie.
11
La biofilia
1
11 10 10
Le strategie verranno studiate, vista la
complessità delle architetture ospedalie-
re data dalle molteplici funzioni che coe-
sistono al loro interno, mediante l'analisi
di progetti architettonici ospedalieri real-
mente operativi.
Nel terzo capitolo verranno applicate le
strategie precedentemente esplicitate
al progetto del Nuovo Ospedale d’Ivrea
all’interno dell’area Ex-Montefibre, nella
Città Metropolitana di Torino.
Si è scelto questo sito in quanto in fase
di reale discussione per ospitare la futura
struttura ospedaliera.
Per il suo sviluppo è stato necessario
esaminare lo studio di fattibilità che l’A-
zienda Sanitario Locale ASL TO5 vede-
va approvato, in data 14 dicembre 2018,
per la progettazione del Nuovo Ospedale
Unico di Moncalieri e Trofarello, in quanto,
ad oggi, non sono ancora stati forniti dal
suddetto ente e dal Ministero della Salu-
te dati riguardanti questa nuova struttura
ospedaliera se non che essa dovrà ospi-
tare circa 300 posti letto.
In particolare, verrà sviluppata un'ipotesi
progettuale per il Dipartimento di Pedia-
tria facente parte dell’Area ostetrica e ne-
onatologia.
La scelta di questo particolare ipotesi si
deve alla particolarità delle esigenze dei
pazienti pediatrici, delle loro famiglie e del
personale saniatario che li ha in cura.
In questo capitolo verrà, inoltre, posta l'at-
tenzione al verde urbano circostante l'e-
dificio architettonico del Nuovo Ospedale
d'Ivrea mediante la progettazione degli
spazi verdi esplicitandone le funzioni, con
lo scopo di integrare il nuovo edificio ar-
chitettonico al contesto in cui si colloca.
Il lavoro di ricerca ha evidenziato come
progettare un'architettura ospedalie-
ra significhi prendere in considerazione
molteplici fattori, tra i quali il benessere
fisico, ambientale, psicologico ma anche
sociale dei pazienti, delle loro famiglie e
del personale sanitario, in quanto si tratta
di progettare una "città" interna alla Città.
13
Il Biophilic design
1.1
13 12
14 15
“Un ospedale è una casa per l’uomo,
come l’abitazione è la casa per l’uomo”
1
,
queste sono le parole che, nel 1964, Le
Corbusier scrisse in una lettera dedicata
a Carlo Ottolenghi in occasione dell’inca-
rico per il progetto del nuovo ospedale di
Venezia.
L’ospedale infatti non è solo il luogo in
cui potersi curare ma è anche un luogo
in grado di generare delle emozioni, posi-
tive o negative, nelle persone che lo fre-
quentano, proprio come lo fa la casa.
A tal proposito l’Organizzazione Mondiale
della Sanità ha definito che lo stato di sa-
lute delle persone si misura dalla libertà
dalla malattia o dalle infermità, ma anche
dal loro benessere psico-fisico e menta-
le
2
.
L’architettura svolge un ruolo fondamen-
tale nel permettere il raggiungimento del
suddetto benessere in quanto è caratte-
rizzata da ambienti che possono trasmet-
tere professionalità, speranza e possono
influire sui processi di guarigione
3
.
Per questo l’architettura non risponde
solo alle necessità mediche ma anche
a quelle definite in termini di comfort del
paziente, delle famiglie e del persona-
le umanizzando sempre più le strutture
ospedaliere.
Numerosi studi hanno dimostrato che la
natura può influire in modo significativo
durante la permanenza negli ospedali.
Il primo studio condotto a riguardo ven-
ne effettuato da Roger S. Ulrich dal 1972
al 1981. Esaminò i registri di guarigione
dei pazienti sottoposti a colecistectomia
nel Pennsylvania Hospital per capire se
l’essere inseriti in una stanza di degenza
con vista esterna sull’ambiente naturale
potesse influenzare il ciclo di guarigione.
Emerse che ventiquattro pazienti che
soggiornavano in stanze con vista ester-
na sugli alberi avevano sostato per minor
tempo e avevano richiesto meno anal-
gesici rispetto a ventitré pazienti situati
1
https://www.zerodelta.net/news/3202_cultura-un-ospedale-e-una-casa-per-luomo.php
2
https://www.salute.gov.it/portale/rapportiInternazionali/dettaglioContenutiRapportiInternazionali.jsp?lingua=italia-
no&id=1784&area=rapporti&menu=mondiale https://core.ac.uk/download/pdf/53290744.pdf
3
https://core.ac.uk/download/pdf/53290744.pdf
in stanze con le stesse caratteristiche ma
con vista esterna su un muro di mattoni
(Ulrich, 1984).
I professori universitari di psicologia am-
bientale Rachel e Stephen Kaplan, nel
1980, conducendo una ricerca sugli ef-
fetti della natura sull’uomo e sulla salute,
hanno rivelato che chi è stato a contatto
con la natura o ha guardato ambienti na-
turali ha un miglior recupero psicologico,
fisiologico e sociale, nonchè prova emo-
zioni positive e minor livelli di stress (Bot-
ta, 2017).
Il rapporto tra uomo e natura è spesso
stato interrotto proprio a causa dell’archi-
tettura perché, con le sue forme rigide e
geometriche, si è insediata nell’ambiente
naturale modificandone le geometrie li-
bere e non ha rispettato la sua importan-
za. Inoltre, questi studi hanno dimostrato
come la progettazione dell’ospedale deve
tener in considerazione la sua collocazio-
ne e la qualità dell’ambiente circostante
favorendo quello naturale per migliorare
lo stato di salute di chi lo frequenta.
A tal proposito l’architettura, da pochi
anni, si è aperta al biophilic design, che
a differenza del green design, si basa sul
principio di progettare includendo la natu-
ra con la consapevolezza del valore che
la contraddistingue.
Il termine biofilia combina due parole di
origine greca: “bio” (vita) e “filia” (amore,
affinità), e venne usato per la prima vol-
ta nel 1964 nello studio The Anatomy of
Human Destructiveness da Erich Fromm,
con il significato di “amore per la vita”.
Egli sosteneva che l’uomo potesse su-
perare l’ansia della vita quotidiana so-
lamente in due modi: il primo era quello
di diventare narcisisti, violenti e necrofili,
oppure, il secondo modo, tramite la liber-
tà, l’altruismo e la biofilia. (Fromm, 1964)
16
17
Questo termine venne poi ripreso da
Edward O. Wilson nel 1984 nel saggio
Biophilia, in cui riportò che l’uomo ha la
propensione a concentrare il proprio inte-
resse alla vita e che ha bisogno di esse-
re connesso con la natura e con le forme
naturali.
Wilson usò il termine biofilia per descri-
vere le emozioni che provò durante la
sua esplorazione della natura e intuì che
questa propensione fosse una tendenza
innata volta alla sopravvivenza evolutiva.
(Wilson, 1984)
L’istinto biofilico sarebbe manifestato
nell’uomo tramite l’attenzione e l’empatia.
Per attenzione si intende il fascino che
gli stimoli naturali provocano nell’essere
umano e per empatia si intende la capa-
cità di sentirsi connessi a livello emotivo
alle molteplici forme di vita (Barbiero,
2011).
Fromm definì la tendenza innata della
biofilia come una “potenzialità primaria in-
trinseca alla biologia umana” e sostenne
che la biofilia si potesse realizzare esclu-
sivamente se vi fossero le condizioni
ambientali e sociali in grado di favorirne
la crescita in modo spontaneo. Se que-
sta condizione non si dovesse verificare
allora si parlerebbe di necrofilia, cioè la
volontà di distruggere le forme di vita e
l’avvicinamento per ciò che è privo di vita
(Fromm 1973).
La biofilia, secondo Fromm, si manifesta
negli ambienti in cui l’uomo è in grado di
riflettere, prendere decisioni, agire in li-
bertà (Fromm 1956).
In architettura, invece, è una teoria matu-
rata da Stephen Kellert e Edward O. Wil-
son che, nel 1993, editando The Biophilic
Hypothesis sostennero che essendosi
l’uomo evoluto nella natura esso è co-
stretto a voler rimanere connesso per tut-
ta la vita con la natura stessa.
Wilson scrisse di aver notato come la
maggior parte delle persone, anche di
diverse culture, scegliessero di vivere in
ambienti con tre caratteristiche comuni
quali la visuale ampia sull’area sottostan-
te, uno spazio aperto su prati e boschi ed
uno spazio vicino all’acqua.
Sostenne che questa non fosse una ca-
sualità, ma fosse una volontà data dalla
storia evolutiva dell’uomo nelle savane
dell’Africa, in quanto lì la specie umana
trascorse migliaia di anni prima di colo-
nizzare gli altri continenti. (Kellert, 1993)
Il corpo umano, infatti, si è evoluto in un
mondo biocentrico perché da relativa-
mente troppo poco esiste il mondo con-
temporaneo urbanizzato.
Questa tesi è sostenuta anche da Giu-
seppe Barbiero, Biologo, Professore e
direttore del Laboratorio di Ecologia Af-
fettiva all’Università della Valle d’Aosta,
che specifica che il periodo storico del
Paleolitico ricopre il 95% della storia evo-
lutiva umana e perciò discendiamo da co-
loro che erano maggiormente predisposti
a captare i segni della Natura selvatica.
Solo nel Neolitico i sapiens hanno impa-
rato a distinguere la natura domestica
da quella selvatica e per questo motivo
quest’ultima continua ad avere fascino
sull’uomo (Matrangolo, 2020). (Figura 1)
Invece, Kellert nel libro incluse la sua de-
finizione di biofilia come: “La biofilia è l’in-
clinazione umana intrinseca ad affiliarsi
con sistemi e processi naturali, in parti-
colare la vita e le caratteristiche simili alla
vita dell’ambiente non umano.”
E’ intrinseca in quanto non proviene dalle
esperienze vissute ed è emotiva perché
in grado di influenzare psicologicamente
ed emotivamente l’essere umano (Kel-
lert, 1993).
Nel 2006, negli Stati Uniti, si tenne una
conferenza per discutere sull’Ipotesi del-
la biofilia, dove varie figure professionali
si concentrarono sulla messa a punto dei
vantaggi della biofilia nella progettazione
architettonica.
Homo Habilis
2.000.000 anni fa
Homo Sapiens
200.000 anni fa
L’uomo inizia a coltivare
12.000 anni fa
Si costruiscono le città
6.000 anni fa
Invenzione della
tecnologia
200 anni fa
Città e natura inquinate
Oggi
Figura 1. Evoluzione umana e della città
Elaborazione personale
18 19
5
https://www.fengshuihome.it/biophilic-design/
6
https://living-future.org/biophilic-design/
coltivare alimenti, spazi pubblici vicino
alle scuole o alle aree residenziali e spazi
in cui poter svolgere attività fisica, i com-
piti, leggere e stare a contatto con la na-
tura (Wiley et al, 2008).
I sei elementi principali della biofilia di
Kellert, divisi in 70 attributi di design bio-
filico, vennero poi rivisti e modificati da
Browning dividendoli in quattordici mo-
delli divisi in tre categorie, denominate:
natura nello spazio, surrogati naturali e
natura dello spazio.
Per natura nello spazio si intendono sette
modelli da inserire rivolti alla progettazio-
ne biofilica e sono:
-Presenza dell’acqua.
-Luce diffusa e dinamica. La variazione
dell’intensità riporta alla luce naturale
diurna
-Relazione con i sistemi naturali.
Per surrogati naturali si intendono, inve-
ce, tre modelli per la progettazione:
-Pattern e forme biomorfiche. Riferimenti
alla natura nelle sue forme e texture.
-Relazione materiale con la natura. L’uti-
lizzo di materiali che riflettono gli elemen-
ti naturali creando un senso caratteristico
del luogo.
-Ordine e complessità.
Infine, per natura dello spazio si intendo-
no quattro modelli che sono:
-Prospettiva.
-Rifugio
-Mistero
-Rischio e pericolo (Browning, 2014).
Il biophilic design oggi sta caratteriz-
zando l’architettura a livello mondiale in
quanto può essere applicato ad ogni tipo-
logia edilizia, ma vede maggior sviluppo
nei luoghi di lavoro, in quelli dell’appren-
dimento e, da pochi anni, anche nell’am-
biente ospedaliero.
I lavoratori passano molto tempo nei luo-
ghi di lavoro per questo il design biofilico
è un’ottima risposta alle esigenze del loro
stato di benessere.
Progettare i luoghi di lavoro con questo
principio significa studiare postazioni illu-
minate il più possibile da luce naturale e
protette alle spalle da sguardi indesidera-
ti, significa far sentire il lavoratore protetto
tramite la creazione di soffitti non troppo
alti e costruire ed arredare con materia-
li naturali locali quali il legno e la pietra;
prevedere vetrate con vista sulla natura
e inserire quadri privi di geometrie, pro-
gettare finiture e pattern che assomiglino
a quelli naturali, progettare per garantire
un confort termico e acustico in tutti gli
ambienti in quanto spesso, nei grandi uf-
fici più persone parlano insieme o ci sono
macchinari rumorosi e questo può influire
sul benessere del lavoratore, così come
non bisogna creare ambienti con corren-
ti d’aria o troppo freddi d’inverno e caldi
d’estate.
Progettare secondo il biophilic design de-
termina creare, dove possibile, spazi ver-
di come balconi, terrazzi o giardini dove
poter effettuare le pause rilassandosi⁵.
In modo analogo negli ambienti dell’ap-
prendimento gli studenti passano molte
ore della loro giornata e della loro vita,
per questo, per favorire il loro sviluppo
cognitivo e rispondere alle loro esigenze,
è necessario promuovere l’apprendimen-
to in ambienti che permettano uno stato
di benessere.
Le strutture scolastiche biofiliche, infatti,
sono in grado d’intervenire sulla qualità
dell’istruzione, influenzando i comporta-
menti e l’apprendimento degli studenti,
Da qui emerse, nel 2008, il libro che sta -
bilì le basi per l’approccio biofilico intito-
lato Biophilic Design: The Theory, Scien-
ce, and Practice of Bringing Buildings to
Life. Lo scopo degli autori Wiley J., Kellert
S., Heerwagen J. e Mador M. fu quello
di fornire la teoria per l’applicazione del
design biofilico per permettere di ridurre
la distanza di separazione tra l’uomo e la
natura. Questa distanza, secondo Kellert,
non può essere ridotta con la progetta-
zione sostenibile in quanto incapace di
soddisfare le esigenze dell’uomo verso
la natura e infatti affermò che “il biophilic
design non consiste nel rendere i nostri
edifici più verdi o semplicemente aumen-
tare il loro aspetto estetico attraverso l’in-
serimento di alberi e arbusti. Molto di più,
si stratta di posti dell’umanità nella natu-
ra, e del luogo del mondo naturale della
società umana…” per specificare che non
deve essere sottovalutato né confuso con
il design sostenibile.
Kellert, nel libro, descrive come si può ap-
plicare l’approccio biofilo alla progettazio-
ne individuandone sei elementi principali
utili ai progettisti. Le caratteristiche am-
bientali, le forme naturali, i processi na-
turali, la luce e lo spazio, le relazioni spa-
ziali e le relazioni evolute uomo-natura.
Quindi, secondo Kellert integrare la ve-
getazione, l’acqua e i materiali naturali,
inserire forme e simboli della natura, pre-
ferire la luce naturale a quella artificiale,
integrare l’edificio al luogo circostante, in-
serire luoghi in cui sentirsi protetti e poter-
si rilassare, sono le caratteristiche princi-
pali che un edificio biofilico deve avere
per rafforzare il rapporto con la natura.
Successivamente il libro sottolinea come
la progettazione si sia allontanata dalla
natura, dal primo Dopoguerra, a causa
dell’avanzare della tecnologia e dell’indu-
strializzazione che hanno portato ad in-
fluenzare la psicologia umana.
A questo proposito durante la conferenza
del 2006 precedentemente citata Madsen
e Salingaros sostennero che il mondo
modernista, urbanizzato e industrializza-
to fosse "sterile" e che questo suo essere
abbia portato l’uomo ad essere “astratto”,
privo di collegamenti con la natura.
Questo comportamento portò l’uomo a
modificare l’ambiente naturale per adat-
tarlo ai propri bisogni, incoraggiato anche
dalla paura delle malattie che potevano
trasmettersi tramite l’acqua, come l'ebo-
la, i parassiti.
Questi studiosi e progettisti sostenne-
ro quindi che la natura dovesse essere
parte integrante degli edifici e che non si
dovesse separare e distanziare l’uomo
nell’edificio da quello nella natura, perché
come esseri umani non siamo abituati alle
città sterili e, secondo Newman, probabil-
mente questa distanza sarebbe la causa
dello stress psicologico che oggi l’uomo
vive (Kellert, 2008).
Il fine del biophilic design è perciò, se-
condo gli autori del libro Biophilic Design,
quello di recuperare e adattare gli am-
bienti a chi siamo e adeguare il compor-
tamento umano ad operare nel rispetto
della natura, basandosi su paradigmi pro-
venienti dalla medicina, dall’architettura,
dall’ecologia e dalla psicologia.
Questo rispetto deve avvenire anche gra-
zie alla sostenibilità ambientale parame-
tro che può essere misurato attraverso,
per esempio, la certificazione LEED⁴.
Non sono però solo le certificazioni a ren-
dere un edificio biofilico ma lo è anche il
metodo con cui si progetta.
Progettare in tema biofilico significa non
solo progettare in base all’individuo che
abita l’edificio ma anche progettare pen-
sando alla collettività, al bene comune.
Moore e Cooper-Marcus scrissero “I
quartieri residenziali progettati sulla base
dei principi biofilici necessitano di un’in-
tegrazione fine della natura nella vita
quotidiana dei bambini” suggerendo di in-
serire spazi privati vicino alle case in cui
4
4
https://www.asacert.com/it/certificazioni-e-sostenibilita-per-una-nuova-edilizia-green/
20 21
7
https://www.dors.it/documentazione/testo/201904/Umanizzazione_degli_spazi_di_cura_LG.pdf
8
https://core.ac.uk/download/pdf/53290744.pdf
9
https://www.abitoverde.it/biophilic-magazine/il-khoo-teck-puat-hospital-di-singapore-o-come-il-biophilic-possa-ri-
definire-gli-spazi-della-malattia/
10
https://verdeprofilo.com/it/news-e-blog/ospedali-ecosotenibili-e-i-loro-benefici
11
https://www.officelayout.soiel.it/la-biofilia-negli-ambienti-di-lavoro/
12
https://www.agendadigitale.eu/sanita/one-health-e-ripresa-post-covid-perche-non-possiamo-salvarci-senza-equi-
librio-con-la-natura/
Le strutture ospedaliere, invece, sono ca-
ratterizzate solamente da pochi anni dal
biophilic design in quanto strutture com-
plesse.
Se nei luoghi di lavoro si trovano lavoratori
e visitatori e nei luoghi di apprendimento
principalmente lavoratori e studenti, negli
ospedali si trovano varie figure, in quanto
coesistono lavoratori, visitatori, persone
che lo abitano seppur per un tempo limi-
tato e la comunità, in quanto inserendosi
nella città ha valenza culturale. Inoltre, va
precisato che le persone che lo abitano
sono pazienti che necessitano di differen-
ti esigenze⁷.
Gli ambienti ospedalieri cupi, rigidi e mi-
nimali, grazie alla progettazione biofilica,
stanno sempre più diventando luoghi ver-
di, sensibili all’ecosistema e alla comuni-
tà⁸.
Progettare ospedali biofilici significa uti-
lizzare materiali locali o naturali, miglio-
rare l’efficienza energetica dell’edificio,
favorire, come studiato da Ulrich, la pos-
sibilità di vedere dalla struttura ospeda-
liera e dalle stanze di degenza i paesaggi
esterni che circondano l’edificio o i parchi
limitrofi, creare ambienti rilassanti privi di
discomfort acustico e termico, studiare si-
stemi per il riciclaggio dell’acqua piovana
e integrare il verde⁹.
In Italia, questa tipologia di progettazione
vede un ritardo rispetto agli Stati Uniti, a
Singapore o al Regno Unito, ma si sta at-
tuando anche grazie al progetto europeo
RES - Renovable Energy Sources che ha
come obbiettivo quello di ridurre le emis-
sioni di CO2 di tutte le strutture sanitarie
europee
10
.
Il biophilic design, però, non viene solo
applicato alle strutture di nuova costru-
zione, ma anche a quelle già esistenti, in-
fatti, dove non è possibile effettuare gran-
di ristrutturazioni, si iniziano a realizzare
spazi verdi chiamati giardini terapeutici
proprio a scopo curativo.
Nel progettare in termini di biophilic desi-
gn nelle strutture preesistenti e in quelle
di nuova costruzione, inoltre, i numerosi
contributi nella letteratura scientifica con-
cernenti il tema, hanno esplicitato come
potrebbero essere realizzate pareti verti-
cali verdi anche internamente, grazie alla
tecnica di stabilizzazione di fiori o piante,
come si potrebbero inserire dei giardi-
ni pensili sui terrazzi o sui tetti, pannelli
nei controsoffitti con richiami naturali, in
quanto i pazienti quando sono costretti
a letto hanno come unica visuale il sof-
fitto. Si potrebbero realizzare ampie ve-
trate che favoriscano l’ingresso della luce
naturale realizzando comunque ombreg-
gianti in grado di eliminare l’abbagliamen-
to interno e il consumo del condizionatore
nelle stagioni più calde, perché la natu-
ra pur non essendo vissuta attivamente
dona benefici e se interna all’edificio può
essere vista anche in condizioni meteo
meno favorevoli
11
.
Inoltre, l’esperienza del SARS-CoV-2 ha
dimostrato come l’uomo abbia ricercato
e sentito la necessità del riavvicinamento
alla natura e al verde. Per questo motivo
non si devono progettare ospedali e poi
successivamente applicare il biophilic de-
sign. L’ospedale post SARS-CoV-2 deve
essere progettato integrato nella natura
e deve usufruirne in modo attivo tramite
percorsi studiati e tramite l’inserimento di
elementi specifici per pazienti, per il per-
sonale e per i visitatori in modo da po-
terne beneficiare in ogni occasione. Solo
considerando le loro fragilità e il loro stato
d’animo si potrà progettare un ospedale
umanizzato
12
.
Si può dire quindi che il biophilic design
ha lo scopo di contribuire alla creazione
di città vivibili, promuove la biodiversità,
rispetta le esigenze dell’essere umano e
permette di creare un legame tra uomo e
natura.
Figura 2. Tabella realizzata dall’International Living Future Institute, contenente gli elementi del biophi-
lic design e i corrispettivi attributi stabiliti per la progettazione biofilica nei luoghi d’apprendimento.
https://living-future.org/biophilic-design/
dimostrando l’attenzione a loro rivolta a
partire dall’ambiente dello studio.
Per questa ragione i luoghi d’apprendi-
mento devono essere progettati in modo
da ridurre lo stress acustico, favorire il
ricambio dell’aria interna, realizzando
un’illuminazione adeguata per ogni stu-
dente e insegnante e dovrebbero essere
connessi direttamente alla natura tramite
cortili verdi esterni ed aree verdi interne.
L’International Living Future Institute, nel
2018, ha costituito una task force con i
principali esperti del settore ed ha stabi-
lito delle linee guida per la progettazione
biofilica negli ambienti dell’apprendimen-
to, stilando una tabella utile ai progettisti
con gli elementi del biophilic design e i
corrispondenti attributi
6
. (Figura 2)
B
I
O
P
H
I
L
IC
D
E
S
IG
N
LUCE E SPAZIO
Luce ltrata diusa
Luce e ombra
Luce calda
Luce riessa
Luce com e forma
Spazio co m e form a
Variabilità sp aziale
Armonia spaziale
Dentro e fuori
Prospetto e rifugio
Attrazione e bellezza
Aezione e attaccamento
Cambiamento e metamorfosi
Domino e controllo Esplorazione e scoperta
Attrazione e bellezza
Ordine e complessità
Informazione e cognizione
Curiosità e adescamento
Paura e soggezione
Sicurezza e protezione
Rever e
n
za e spiritualit à
Rapporti e scale gerarchiche
Dinamica equilibrio/ tensione
Età cambiamento, scorrere del tempo
Spazi arrotondati, di trazione Integrazione delle parti
Connessione storica e geograca
Connessione cultura e ecologia
Caratteristiche del paesaggio
Materiali locali
Orientamento panoramico
Spirito del luogo
Luce naturale
RELAZIONI EVOLUTIVE
UOMO- NATURA
CARATTERISTICHE AM B IENTALI
Geologia e paesaggio
Animali
Aria
Luce solare
Facciate verdi
Colore
Paesaggi e ve dut e
Acqua e fuoco
Biomimetica
Materiali naturali
Piante
Habitat e e cosistemi
FORME E MODELLI NATURALI Archi, volte, cup ole
Biomorsmo
Conchiglie e spirali
Simulazio n e di caratteri animali
Forme ton d e, ovali, tubolari
Motivi botanici
Geomorfologia
Alberi e supporti a forma di co lonne
PATTERN E PROCESSI NATURALI
Annidamenti, concatenazioni
Contrastanti, complementari
LEGAME CON IL LUOGO
Integrazione tra cultura ed ecologia
23 22
I benefici
del biophilic
design
1.2
Figura 3. Gli elementi e le caratteristiche del biophilic design descritti da Stephen Kellert
Elaborazione personale
E’ fondamentale per potenziare la quali-
tà della vita umana ed è un’ampia risorsa
da applicare alle architetture, in special
modo nelle strutture ospedaliere, affinché
tutti i fruitori possano essere stimolati e
possano apportare benefici alla loro salu-
te mentale e fisica, tenendo conto dell’ef-
ficienza energetica
13
.
13
https://changes.unipol.it/la-natura-aiuta-a-guarire
24 25
Progettare architetture o spazi architetto-
nici umanizzandoli permette di risponde-
re all’esigenza umana di riconnettersi alla
natura, ma non solo. La progettazione
biofila apporta, infatti, benefici importan-
ti a livello di benessere psicofisico degli
individui e, allo stesso tempo, migliora le
qualità delle Città, contribuisce al bene
del Pianeta e produce benefici economici.
1.2.1 Benefici ambientali
Uno dei benefici da prendere in esame è
quello ambientale in quanto il primo pas-
so verso un design rispettoso del rappor-
to tra le persone e la natura è la progetta-
zione sostenibile.
La ricerca su questi benefici negli ultimi
anni si è concentrata principalmente sui
vantaggi del verde comprendendo quello
pensile e quello verticale, presente nelle
facciate di alcuni degli edifici.
Dalle ricerche è emerso che la vegetazio-
ne è in grado di assorbire l’acqua piovana
e ne permette la raccolta, consentendone
la gestione del deflusso. Questo è dovuto
al fatto che le piante sono in grado di de-
purare le acque grazie ai processi di fito-
filtrazione e rizofiltrazione, ovviamente le
quantità assorbite e depurate variano in
base alla tipologia di verde inserito ed al
suolo (Burrows, 2011).
La fotosintesi delle piante permette di
ridurre la concentrazione di O3, NOX,
CoSi2, NH3, HNO3 nell’aria, grazie al po-
tere delle radici e degli steli di assorbirli.
Tale riduzione può essere misurata fino
al 60% per il particolato e fino al 40% per
il biossido di azoto, apportando benefici
all’essere umano e alla biodiversità del
luogo (Pugh, 2012). Tale biodiversità è
inoltre dovuta anche al fatto che la vege-
tazione permette il controllo del microcli-
ma urbano andando ad influire sul com-
portamento termico degli involucri edilizi.
A questo proposito, il ricercatore Akbari
ha riscontrato una diminuzione del 25%
del consumo di energia, negli edifici, per
il riscaldamento e il raffrescamento nelle
aree urbane in cui vi erano alberi lungo le
carreggiate stradali (Leung, 2011).
La vegetazione contribuisce, inoltre, al
comfort acustico urbano in quanto le
piante hanno qualità fonoassorbenti e
permettono di ridurre i rumori causati dal
traffico e dalle persone (Bolten 2020).
Infine, grazie al biophilic design il paesag-
gio urbano vede un miglioramento poiché
si passa da uno scenario prettamente ar-
tificiale ad uno più naturale, dove i ma-
nufatti architettonici si integrano con gli
elementi naturali a beneficio della salute
umana e di quella del Pianeta. Favori-
sce, inoltre, la biodiversità del luogo re-
stituendo alla natura ambienti colonizzati
dall'uomo
14
.
1.2.2 Benefici economici
Un altro beneficio che la progettazione
biofilica porta è quello economico.
Progettare secondo i principi della biofilia
l’illuminazione interna, il comfort termi-
co e la gestione dell’acqua porta ad un
risparmio energetico e alla conseguente
riduzione dei costi delle utenze domesti-
che. Inoltre, l’utilizzo dei materiali locali
permette di ridurre i costi di costruzione
grazie alle ridotte spese di trasporto
15
.
La maggior produttività dei lavoratori,
come vedremo successivamente, incre-
menta i benefici economici per l’azienda,
riducendo l’assenteismo e la malattia.
Lo studio di consulenza ambientale Ter-
rapin Bright Green, nel 2012, in una si -
mulazione sulla città di New York in cui
venivano applicati alcuni degli effetti di-
mostrati del design biofilico all’economia,
ha scoperto che progettare ambienti lavo-
rativi biofilici per molti dei lavoratori degli
uffici cittadini comporterebbe un aumento
di 470 milioni di dollari in produttività,
14
https://www.univda.it/wp-content/uploads/2018/11/2019-01-Casa-Naturale-biofilia.pdf
15
https://www.hermanmiller.com/it_it/research/categories/white-papers/nature-based-design-the-new-green/
16
https://vismarainterni.it/biophilic-design-cosa-e-importanza/
17
https://www.theofficesociety.com/salute-benessere-ufficio/biophilic-workplace-come-la-natura-trasforma-gli-spa-
zi-di-lavoro/
18
https://www.theofficesociety.com/salute-benessere-ufficio/biophilic-workplace-come-la-natura-trasforma-gli-spa-
zi-di-lavoro/
19
https://radionumberone.it/dove-vivi-tu/biophilic-workplace-benefici-portare-la-natura-negli-uffici
26 27
mentre se tutti gli studenti delle scuo-
le pubbliche di New York avessero un
adeguata illuminazione naturale, “si po-
trebbero risparmiare 297 milioni di dollari
dei contribuenti e 247,5 milioni di dollari
di perdite sugli stipendi dei genitori do-
vute alle assenze scolastiche” (Terrapin,
2012).
Anche il tasso di criminalità è in grado di
influire sul livello economico.
Kuo e Sullivan hanno studiato per due
anni i tassi di criminalità nelle case popo-
lari di Chicago in cui erano presenti o as-
senti elementi naturali ed hanno scoperto
che nelle case in cui essi erano presenti
la criminalità si è ridotta del 52% (Kuo,
2001).
Proprio per questo motivo la progettazio-
ne biofilica, secondo Browning, potrebbe
far risparmiare a New York City ben 1.7
miliardi di dollari (Browning, 2014).
Infine, questo design influisce anche sul
valore economico delle proprietà.
Eichholtz et al, hanno dimostrato che gli
edifici sostenibili e verdi hanno portato ad
un aumento del valore di mercato dal 7%
al 16%, mentre i canoni medi di locazione
dei locali commerciali hanno visto un au-
mento dell’8-12% e questo può avvenire
anche nella progettazione biofilica
16
(Ei-
chholtz et al, 2010).
1.2.3 Corpo e natura
Come accennato nel capitolo preceden-
temente, il contatto tra uomo e natura
produce numerosi benefici che definisco-
no lo stato di benessere dell’uomo.
Di seguito verranno esaminati i benefi-
ci derivanti dall’applicazione del biophi-
lic design nei luoghi di lavoro, nei luoghi
d’apprendimento e nelle strutture ospe-
daliere.
Benefici del biofilic design nei luo -
ghi di lavoro
I benefici nei luoghi di lavoro in cui sono
stati applicati i principi del design biofilico
sono molteplici ed influiscono in modo si-
gnificativo sui lavoratori, sia che esso sia
applicato ad una sezione di edificio esi-
stente sia che riguardi la creazione di un
nuovo spazio
17
.
Nel 2010 la New University of Technolo-
gy di Sydney ha condotto uno studio per
rilevare l’effetto che un ambiente biofilo
può avere sullo stress e sull’aggressività
dei lavoratori. E’ emerso che la progetta-
zione biofilica porta ad una diminuzione
del 37% dello stress, del 44% della rab-
bia e del 38% della fatica nella collabo-
razione
18
. Sono le piante che stimolano
la nostra innata biofilia comportando una
diminuzione del livello nel sangue di cor-
tisolo e di conseguenza un veloce recu-
pero dallo stato di stress (Bolten, 2020).
Inoltre, le piante sono in grado di assorbi-
re le sostanze chimiche presenti nell’aria
riducendo del 20% i giorni di malattia
19
dei lavoratori
dovuti ad esse.
Nel 2016, lo studio condotto da CBRE ha
messo a confronto le performance di due
gruppi di lavoro, i quali lavoravano uno in
ambiente di lavoro tradizionale ed uno in
un ambiente con elevata presenza di ele-
menti naturali.
I risultati hanno riportato in quest’ultimo
luogo un aumento delle prestazioni del
10% e il 76% dei lavoratori ha dichiara-
to di sentirsi più energico e felice (CBRE,
2017).
In modo analogo, Human Space ha so-
stenuto che i lavoratori che operano in
ambienti biofili riportano l’aumento del
15% dello stato di benessere rispetto a
chi opera in uffici tradizionali e che au-
menti anche la loro produttività del 6% e
la creatività del 15%.
Sempre Human Spaces, nel 2015, scri-
vendo il global report ha riportato che un
terzo dei lavoratori considera l’allestimen-
to come fattore per decidere se entrare o
meno in una azienda
20
.
Oggi, che la pandemia SARS-CoV2 ha
rivoluzionato il modo con cui ci si approc-
Con verde
Senza verde
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.7
0.8
0.9
1
Fatica Testa
pesante
Mal di
testa
Nausea Dicoltà
nella
concen-
trazione
Occhi
irritati
Sintomi
nasali
Mal di
gola
Tosse Irritazioni
alla faccia
Irritazioni
ai capelli
Irritazioni
alla pelle
Severità dei sintomi
Vicino alle nestre
In mezzo alla stanza
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
Percentuale di persone con sintomo
Occhi sforzati
Lombalgia
Stanchezza
Visione ouscata
Torcicollo
Irritabilità
Mal di testa
Spalle doloranti
Irritazione
Sterss
Tosse
Irritazioni al naso
Vicino al corridoio
Figura 4. Percentuale di sintomi registrati
Rielaborazione personale
Figura 5. Severità dei sintomi
Rielaborazione personale
cia al lavoro, incrementando il lavoro in
remoto, le aziende mirano sempre più a
trovare soluzioni che coinvolgano i lavo-
ratori, che incrementino la loro produtti-
vità e il loro rendimento, favorendo il loro
benessere psicofisico integrando il biofilic
design
21
.
20
https://greenplantsforgreenbuildings.org/wp-content/uploads/2015/08/Human-Spaces-Report-Biophilic-Glo -
bal_Impact_Biophilic_Design.pdf
21
https://www.levelofficelandscape.com/natura-in-ufficio-biophilic-design-nei-luoghi-di-lavoro/