5
come Teodori e Felice, o ancora appartengono a studiosi di politica
economica e storici contemporanei.
Delineare nitidamente tutti gli aspetti che costituiscono il
Neoconservatorismo è complicato, perché esso non si costituisce di una
particolare teoria politica o economica, non si riconosce in un solo
movimento per cui non ha una sede in cui i suoi simpatizzanti si
riuniscono, né si rispecchia nel pensiero di un solo rappresentante, non
ha un manifesto o una data di inizio e fine e il suo stesso nome è fonte
di controversie. Nel corso delle mie ricerche ho, però, trovato una
definizione illuminante, che ha finalmente chiarito quale fosse la
posizione da assumere in questa ricerca, apparentemente priva d’
oggetto:
“Il Neoconservatorismo è una prospettiva, qualcosa che si manifesta
ripetutamente, ma irregolarmente, il cui significato si riesce a cogliere
solo retrospettivamente”
1
.
1
“…one that manifests itself over time, but erratically, and one whose meaning we clearly
glimpse only in retrospect…”, M. Meyers cit. da Irving Kristol in “The Neoconservative
Persuasion”, Weekly Standard vol.8, num. 47, 25 agosto 2003.
6
CAPITOLO 1
1. Il Neoconservatorismo. Storia del movimento
Il Neoconservatorismo non si riconosce in uno specifico partito o in
un’organizzazione, come molti erroneamente credono, né in un
movimento politico al quale sia possibile aderire. Viene anche rifiutata
l’etichetta di movimento ideologico in quanto, a detta dei propri
interpreti, il Neoconservatorismo non corrisponde ad una visione
sistematica o preconcettuale della realtà politico-economica o culturale.
La definizione forse più appropriata e senza dubbio più sfruttata è stata
coniata da Irving Kristol, che definisce i Neocon liberals muggeds by
reality
2
:persone con idee progressiste che passano al Repubblicanesimo
dopo aver riscontrato l’impatto delle politiche liberal nella realtà
statunitense ed estera.
Kristol ha provato a delineare i tratti essenziali del pensiero Neocon:
“Si può dire che il compito storico e l’obiettivo politico del
Neoconservatorismo sembrerebbe essere il seguente: convertire il
partito Repubblicano, e il Conservatorismo americano in genere, contro
i rispettivi voleri, in un nuovo tipo di politica conservatrice adatta a
governare una democrazia moderna. Che questa nuova politica
conservatrice sia distintamente americana è fuor di dubbio. Non esiste
nulla di simile al Neoconservatorismo in Europa, e gran parte dei
conservatori europei sono altamente scettici sulla sua legittimità.”
3
2
“liberal disillusi dalla realtà”. Per Neocon intendo l’abbreviazione del termine utilizzato per
definire gli appartenenti a tale corrente di pensiero, i Neoconservatori.
3
I. Kristol, “The Neoconservative Persuasion”, The Weekly Standard, 25 Agosto 2003.
7
Molti tra i detrattori di tale visione politica, negli Stati Uniti come in
Europa, li definiscono “idealisti disillusi”, “liberali di sinistra nervosi”,
“liberal riformati”, “conventicola”
4
e sostengono l’idea di una
cospirazione della lobby Neoconservatrice, quasi si tratti di
un’organizzazione nascosta, segreta. Un’idea che trova poco riscontro
nella realtà perché i Neocon agiscono pubblicamente attraverso dibattiti,
pubblicazioni, commenti d’opinione
5
. Cercherò di definire la mappa del
pensiero Neocon, che interessa non solo la politica statunitense, ma
spazia dai mass media alla letteratura, fino ad arrivare al giornalismo e
alla scienza economica, attraverso un’analisi delle sue origini, della sua
storia e del suo stato attuale.
Il Neoconservatorismo prese vita fra gli anni ‘30 e ‘40 nella città di
New York, da un gruppo d’intellettuali che frequentavano il City
College, che offriva un’istruzione di alto livello a coloro a cui erano
precluse per motivi economici le Università di spicco come Harvard o la
Columbia. Erano figli di operai immigrati, in gran parte ebrei, che
avevano lasciato loro in eredità una gran povertà ed un’altrettanto
grande voglia di riscatto.
I precursori dei moderni Neocon erano di sinistra e si definivano
addirittura trotzkisti, i più consapevoli fra i Socialisti dei lati negativi
della propria corrente politica, come le brutalità e il cinismo stalinista:
quella stessa consapevolezza che costò a Trotzkij l’espulsione dal
partito e la morte. Da ciò deriverebbe il fervente anticomunismo proprio
del Neoconservatorismo, un atteggiamento di chi simpatizza per alcune
mete socio-economiche ideali, ma le vede distrutte dal socialismo reale.
4
V. V. Alberti, “Chi sono i neo-cons”, in Aggiornamenti Sociali, n.56, Maggio 2005.
5
Ibidem
8
All’ alba della Seconda Guerra Mondiale, quasi tutti i membri del
gruppo avevano abbandonato il radicalismo di Sinistra, chi prima chi
dopo, per rifugiarsi a Destra, abbracciando il liberalismo di vecchio
stampo, quello dei valori meritocratici, del rispetto per l’alta cultura e
per un’economia mista
6
. Nonostante ciò si mantennero sempre privi di
rimpianti per la cristianità medievale, il capitalismo ottocentesco o il
Vecchio Sud
7
, cosa che li rese ibridi, impuri per la Destra tanto quanto
per la Sinistra. Le motivazioni che li spinsero ad attraversare il limite fra
le due correnti, oltre alla disillusione, furono varie: fra tutte, le più
rilevanti furono l’intervento degli Stati Uniti capitalisti contro il
nazismo e l’orgoglio patriottico che ogni americano, da quel momento
in poi e a prescindere dalla fede politica, provò verso la propria nazione.
Come ho detto in precedenza, la prima generazione di Neocon
apparteneva alla classe popolare, lontana dagli intellettuali di potere;
erano personaggi cosmopoliti, provenivano dalla Grande Depressione
ed avevano vissuto in prima persona la Seconda Guerra Mondiale e
l’Olocausto: le loro famiglie erano state accolte dalla grande America
del New Deal, che presto divenne la loro nuova patria. Vedendola
messa in difficoltà, si sentirono in dovere di aiutarla e di salvare ciò che
a loro volta li aveva salvati. Non potevano rimanere indifferenti di
fronte alla minaccia alle Università da parte dei loro ex compagni di
sinistra, all’attentato ai valori dell’America sminuiti dall’essere parte in
causa nella guerra del Vietnam. Il Repubblicanesimo doveva mostrarsi
forte per non implodere. Questo fu l’inizio di una lotta combattuta
attraverso le politiche sociali, fino a quel momento sottovalutate da una
6
J. Micklethwait, Adrian Wooldridge, La Destra giusta, Milano, Mondadori, 2005, p. 79.
7
G. Dorrien, The Neo-Conservative Mind: Politics, Culture, and the War of Ideology,
Philadelphia, Temple University Press, 1995, p. 2.
9
Destra più impegnata nella repressione piuttosto che nel rinvigorimento
della propria struttura. I classici princìpi conservatori furono trasformati
in un codice applicabile alla realtà, distante dai preconcetti poco
digeribili. Per migliorare la società i Neocon non ebbero riserve nel
criticare la Destra alla quale essi stessi appartenevano. I liberal, che fino
allora avevano una posizione di leadership senza riserve, dovettero
riconoscere di non essere unici portatori della conoscenza scientifica
oggettiva ed esclusiva
8
, accettando di convivere con una questa nuova
politica in fase di sviluppo.
Alla base della concezione Neocon del sociale c’è la creazione di
nuove linee guida dalle quali partire per rinnovare gli Stati Uniti, alla
luce del recupero dei principi su cui l’America si basa fin dalle sue
origini. L’azione politica si tradurrebbe in beneficio sociale, ma
nell’ottica Neocon perché ciò accada è necessaria non solo una
mobilitazione della politica, ma soprattutto l’azione degli individui.
Sarebbero i cittadini, infatti, ad affrontare direttamente i problemi
sociali, guidati dal senso di responsabilità loro trasmesso dalla politica.
È per questo motivo che per i Neocon le istituzioni politiche – a
qualsiasi fazione esse appartengano – devono basarsi sulle virtù
borghesi: operosità, umiltà, senso di responsabilità, prudenza e
temperanza
9
. In riferimento a ciò viene coniata l’espressione sociologia
della virtù, ad opera di Kristol. Su queste stesse caratteristiche fa
affidamento la democrazia, quindi qualsiasi attacco a tali virtù è da
considerarsi un attacco alla democrazia stessa.
8
J. Micklethwait, A. Wooldridge, La Destra giusta, Milano, Mondadori, 2005, p. 80
9
F. Felice, Neocon e teocon. Il ruolo della religione nella vita pubblica statunitense, Soveria
Mannelli, Rubbettino, 2006, p.86.
10
La crisi dei valori in seguito alle rivolte studentesche a cavallo fra gli
anni sessanta e settanta, e la conseguente ridiscussione degli ideali
ebraico-cristiani americani a favore del radicalismo di sinistra, misero in
subbuglio le basi del Neoconservatorismo. Si sviluppò a partire da
quegli anni un contro-contro movimento, vale a dire una risposta alla
minaccia della contro-cultura, intesa come tutto ciò che esce dal solco
tracciato da decenni di cultura conservatrice, una mass adversary
culture
10
che si diffondeva a macchia d’olio attraverso i giornali di
massa e i paperback, la musica e la pop art.
Questa minaccia, che proveniva politicamente dal radicalismo liberal
e comunemente dal vasto proletariato studentesco, diede vita ad un
fiorire di opere e saggi che ispirarono spesso le stesse direttive politiche
di pubblici amministratori. Ciò di cui effettivamente si discuteva, era la
limitazione della libertà d’espressione e il ruolo della censura in una
società in cui i movimenti alternativi, artistici, culturali e sociali
attaccavano per la prima volta una società fondata sul buon costume.
Anche l’espressione artistica avrebbe dovuto arrestarsi davanti a quel
limite invalicabile rappresentato dall’oscenità
11
.
Il ruolo di vigile della libertà individuale e della morale comune è
generalmente ricoperto dallo Stato; nel caso di uno Stato Neocon gran
10
G. Borgognone, La destra americana – dall’isolazionismo ai Neocons, Roma, Laterza,
2004, p.138.
11
Irving Kristol pubblicò il 28 Marzo 1971 sul “New York Times” un articolo dal titolo
Pornography, Obscenity and the case for Censorship in cui sosteneva il potenziale effetto
negativo di una censura moderata: “…sebbene non si debba augurare a nessuno di vedere
frustrate le proprie aspirazioni, paradossalmente, sarebbe ancora più disastroso per la vita di
un uomo vedere realizzati tutti i suoi desideri […] Da un secolo a questa parte, un gran
numero di persone intelligenti … hanno argomentato contro qualsiasi tipo di censura nell’arte
e/o nell’intrattenimento. Negli ultimi dieci anni … gran parte delle nazioni occidentali hanno
ritenuto quelle argomentazioni convincenti […] Oggi negli Stati Uniti ed in altre democrazie
la censura è stata totalmente vietata”. Ripubblicato in AA.VV., The essential Neoconservative
Reader, a cura di Mark Gerson, Addison, 1996 p.305.