Introduzione
Da anni i Musei Civici di Carpi sono oggetto di accurati lavori di restauro e
risistemazione. Ospitati fin dall’origine all’interno del Palazzo dei Pio, i Musei fanno
parte del patrimonio culturale della città e attendono di essere riaperti al pubblico al
termine di un lungo periodo che li ha visti apparire in modo marginale all’interno
delle proposte culturali della città.
Il complesso dei Musei Civici è formato da parecchi ed eterogenei settori: una
sezione archeologica, una pinacoteca, una serie di materiali sulla storia e l’industria
del truciolo, una raccolta di xilografie e incisioni, una serie di materiali relativi al
Risorgimento e una collezione di scagliole e ceramiche. A parte vanno poi
considerati gli ambienti e le strutture architettoniche che li contengono. I lavori di
questi anni hanno portato a riflettere sulla riformulazione della proposta museale,
ponendo il problema di come riallestire le diverse sezioni. Tra queste ultime, nel
corso degli anni, alcune sono state oggetto di scrupolose ricerche e di schedature
complete dei singoli patrimoni, mentre ad altre non è stata concessa una adeguata
riflessione. Mai riletta con attenzione nella sua vicenda costitutiva, né tanto meno
valutatone a fondo il patrimonio, la raccolta di xilografie a un primo esame mostra
caratteristiche di peculiarità e originalità che hanno stimolato la ricerca e l’analisi sul
tema.
Arte considerata spesso minore, la xilografia è una tecnica alla quale Carpi è
fortemente legata, in quanto proprio un carpigiano di nascita le diede il rilievo
(davvero in ogni senso) che meritava, diffondendo così il nome della sua città in
tutto il mondo: parliamo del celebre Ugo da Carpi. E’ a quest’ultimo che tanti
xilografi del Novecento si richiamarono in nome dell’originalità e del valore della
loro arte, cosicché egli ne è diventato in qualche modo il progenitore. Si diceva arte
minore. Come si può considerare minore l’arte che ha ispirato la nascita della
stampa, evento che tutti riconoscono essere il punto di svolta della cultura europea?
Come considerarla inferiore quando essa, per la prima volta, permette all’arte
figurativa di rivolgersi ad un pubblico più ampio rispetto a quello abituato alle
7
espressioni artistiche tradizionali o precedenti? Certo lo xilografo è ben lontano
dall’idea dell’ “artista-genio” diffusasi sul finire dell’Ottocento, e ormai difficile da
rimuovere, e dall’idea dell’opera considerata “d’arte” in quanto rispondente al
criterio di unicità. La xilografia separa l’arte e il concetto di originalità dall’idea di
unicità e irripetibilità. La xilografia è pratica difficile, non immediata, frutto di grandi
competenze tecniche e di notevole esperienza; è prodotto di un gesto forte, l’intaglio
del legno. Lontana però nello stesso tempo dalla realtà delle scuole e delle
Accademie, poiché tanti la praticarono anche da autodidatti.
Alla luce di queste riflessioni il Museo della xilografia di Carpi è apparso un
interessante campo di ricerca. Questo studio si è proposto di valutare i caratteri
propri di questa raccolta poco conosciuta, di approfondirne la comprensione,
esaminarne il processo di formazione e valutarne la consistenza, in modo da poterla
giudicare ai fini sia di una stima del patrimonio sia di un nuovo progetto espositivo.
Operazione iniziale è stata la consultazione dell’Archivio Storico Comunale di
Carpi. E’ stato individuato un fondo denominato Archivio Nuovo all’interno del
quale si conservano gli “Atti della Commissione Municipale di Storia Patria e Belle
1
Arti”, che raccolgono tutta la documentazione riguardante il Museo e le attività
svolte in campo artistico dal 1870 al 1972. Qui è conservata anche la corrispondenza
della Commissione, parecchie lettere scambiate con gli xilografi e un interessante
2
carteggio tra Luigi Servolini e Giulio Ferrari, presidente della Commissione dal
3
1926 al 1946 ed effettivo direttore del Museo, che testimoniano i vari momenti del
processo di fondazione e crescita della raccolta xilografica. Relativamente al secondo
dopoguerra intervengono ulteriori informazioni di supporto che si sono potute
1
Nella trattazione, per riferirsi al complesso di buste appartenenti a questo fondo, al posto della definizione
completa “Archivio Nuovo della Commissione di Storia Patria” è stata utilizzata la sigla ANCSP.
2
Luigi Servolini (Livorno 1906-1981) fu pittore, storico, critico d'arte e pubblicista (iscritto all'albo dal 1935).
Il padre Carlo era uno stimato pittore e acquafortista. Si laureò in Lettere all’Università di Pisa (con una tesi su
Ugo da Carpi) e si diplomò in scultura all'Accademia di Belle Arti di Carrara. Dal 1930 al 1939 insegnò
disegno dei caratteri, tecniche della xilografia e della litografia e storia dell’arte e dell’incisione presso l’Istituto
del Libro di Urbino; diresse anche la biblioteca universitaria. Dal 1939 al 1953 fu direttore degli Istituti
Culturali e Artistici di Forlì. Si trasferì poi a Milano dove dal 1953 diresse l’Istituto Rizzoli per l’insegnamento
delle arti grafiche. Nel 1954 fu nominato segretario dell’Associazione incisori d’Italia, da lui ideata e fondata.
Nel 1956 rientrò a Livorno. Oltre al Museo della Xilografia italiana di Carpi fondò un Museo dell’Incisione
artistica a Verona e uno ad Assisi.
3
In realtà il direttore del Museo di Carpi era il Cav. Carlo Alberto Foresti ma egli, spesso assente, lasciava in
effetti il suo incarico a Giulio Ferrari.
8
reperire presso il Museo Civico dove sono state rintracciate alcune cassette
contenenti documenti sulla raccolta xilografica e sugli artisti ivi rappresentati (articoli
di giornale, estratti da libri, piccoli opuscoli), a cui vanno aggiunte una serie di
pubblicazioni sull’argomento e una busta denominata “Corrispondenza Museo della
4
Xilografia Italiana dal 1949”. Attraverso lo spoglio di questa considerevole mole di
documenti è stato possibile tracciare con precisione quasi tutta la vicenda costitutiva
del museo e valutare così la presenza di gruppi circoscritti e significativi di opere.
Trattandosi di una raccolta ricca di oltre 3500 pezzi e non essendo quindi
possibile trattare in questa sede di studio la collezione nella sua totalità, l’operazione
preliminare ha permesso di definire un gruppo di opere che poteva essere studiato
con maggiore attenzione in vista di una prima schedatura di una parte del materiale
ancora non analizzato. Nell’opera di riordino e schedatura degli oggetti appartenenti
5
al Museo Civico “Giulio Ferrari” di Carpi, il patrimonio del Museo di Xilografia
infatti è stato esaminato solo in parte. Le schede OA-Beni artistici e storici, compilate
nel 1999 dall’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-
Romagna sul modello delle schede ministeriali, considerano soltanto una parte del
patrimonio: le opere di Ugo da Carpi e un gruppo di matrici xilografiche. Per quel
che riguarda il nucleo di xilografie del Novecento, che costituiscono la parte più
rilevante della collezione, ci si deve riferire unicamente a un inventario, redatto a
partire dal 31 dicembre 1989, che risulta lacunoso e non privo di errori. Si è resa
dunque necessaria un’operazione di riordino, controllo e correzione dei dati
posseduti che potesse portare alla schedatura precisa del materiale. Il lavoro ha
4
Evidentemente i documenti riguardanti il Museo della Xilografia sono stati esportati dall’Archivio Nuovo
per essere posizionati in una nuova cartella creata appositamente. La presenza di questi importanti materiali è
in parte da attribuire all’ardita e acuta proposta, nata nel dopoguerra, di creare a fianco della raccolta di
xilografie un archivio documentario bio-bibliografico che formasse un piccolo centro di documentazione e
una biblioteca specifica. Confronta a riguardo il cap.III.1. di questo studio e il documento allegato n.4:
“Commissione Municipale di Storia Patria e Belle Arti di Carpi. Museo della Xilografia italiana. Carpi, il 6
novembre 1949.”
5
L’intitolazione del Museo Civico di Carpi al nome del Professor Cavaliere Giulio Ferrari (1864-1946), che
dal 1926 al 1946 fu presidente della Commissione di Storia Patria e Belle Arti e poi direttore del Museo
Civico, si è decisa il 25 aprile 1946, in seguito alla morte avvenuta l’11 aprile dello stesso anno. A proposito si
veda l’avviso conservato in ANCSP, busta A 13, fasc.5, anno 1946-47, n.22.
Nel 2005 con la revisione dello statuto è stabilita una nuova intitolazione. Il complesso sarà denominato:
Musei di Palazzo dei Pio. Il nuovo assetto prevede la presenza di tre unità museali: il Museo del Palazzo, il
Museo della città di Carpi e il Museo Monumento al Deportato. Il Museo del Palazzo a sua volta
comprenderà tre sezioni tra cui quella che raccoglie le xilografie e i materiali legati allo sviluppo della stampa e
della tecnica d’incisione su legno a Carpi.
9
previsto l’attento esame dell’inventario, la verifica e l’ampliamento dei dati attraverso
l’analisi delle xilografie, il riordinamento delle opere secondo un più chiaro ordine
alfabetico per autore e un attento esame per definire le date esatte di arrivo delle
opere al museo, verificabili attraverso il materiale archivistico. Si è dovuto procedere
poi al confronto delle varie notizie reperite, per fissare la correttezza delle
informazioni. Una volta stabiliti in modo certo i dati, è stato possibile iniziare la
6
redazione della schedatura. Insieme alle schede sono state elaborate brevi biografie
per ogni artista, recuperando e confrontando i dati in diversi dizionari o
enciclopedie, con l’aiuto anche di alcuni articoli o di pubblicazioni specifiche
sull’argomento. Infine, non essendo presenti immagini delle opere in collezione, è
stato necessario fotografare ogni xilografia per poter inserire nelle schede un
riferimento iconografico diretto dell’opera.
Questo lavoro non ha la pretesa di essere completo, ma pone le basi per una
revisione e un riordino sistematico del patrimonio del Museo della Xilografia di
Carpi, che potrebbe disporre così di schede chiare, accurate e corrette dal punto di
vista scientifico, rendendo possibile la consultazione e l’analisi del patrimonio
grafico esistente. In un momento in cui “informatizzazione” è diventata la parola
chiave nell’ambito dell’inventariazione dei patrimoni museali e archivistici, questo
studio si propone di dare un piccolo suggerimento che potrebbe aiutare a rilanciare i
piccoli musei locali, inserendoli nella rete delle grandi raccolte nazionali ed
elevandoli nell’ambito della ricerca storico-artistica. L’intento, in fondo, oltre a
quello di mettere in luce il percorso fondativo del Museo della Xilografia, era quello
di studiare la composizione di una raccolta poco nota e a volte sottovalutata, allo
scopo di sottolinearne invece la grande originalità e il particolare valore.
6
Per la schedatura sono stati consultati: il fascicolo Guida alla Catalogazione per autori delle stampe, Roma, ICCU,
1986 (redatta dall’Istituto Centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni
bibliografiche) e l’articolo Come si fa la scheda di una stampa?, in “Grafica d’arte”, Edi.Artes, Milano, anno XII,
aprile-giugno 2001, n.46, pag.30-31. La proposta di schedatura qui elaborata però apporta dei cambiamenti
rispetto alle suddette, date le caratteristiche notevolmente differenti esistenti tra le stampe antiche e quelle del
Novecento. Si veda anche cap.IV.2.
10
I. Il Museo della Xilografia Italiana nell’ambito dei
Musei Civici di Carpi
“Luigi Servolini, giovanissimo che promette e mantiene con meravigliosa rapidità
1
[…] potrà attingere ad altri sogni d‟arte.”. Così Manlio Barilli, il 20 novembre del
1926, dalle colonne del “Sabaudo” preannunciava le numerose imprese e il brillante
futuro di Luigi Servolini, un giovane di appena vent‟anni che, seguendo le orme del
padre, già da sei anni si impegnava nella pittura e che, in quello stesso anno, iniziava
un lungo percorso nel campo dell‟incisione xilografica. Uno dei “sogni d‟arte” di
Luigi Servolini sarebbe stato il Museo della Xilografia Italiana di Carpi.
Il Museo della Xilografia Italiana di Carpi, esperimento unico nel suo genere per
la selezione dettata dalla tecnica che si intende rappresentare, è nato come sezione
2
del Museo Civico di Carpi. Fu fondato in seguito all‟interessamento del professor
Luigi Servolini che ne ebbe l‟idea e che ne trattò la nascita, lo sviluppo e le iniziative,
avvalendosi della collaborazione dei direttori che si susseguirono alla guida
3
dell‟istituzione a partire dal 1936. La collezione, che attualmente conta 3607 pezzi,
ogni anno accresce il patrimonio, sia in seguito a donazioni di privati, sia con le
4
acquisizioni che accompagnano ogni edizione della Biennale della Xilografia,
rassegna inaugurata nel 1980 che contribuisce a fare di Carpi uno dei centri di
riflessione e sviluppo di questa particolare e antica tecnica incisoria. Il Museo
dunque si trova all‟interno del più grande complesso dei Musei Civici e ne
costituisce una sezione di grande originalità e interesse nell‟attuale panorama dei
musei locali. Costituisce un‟esperienza del tutto singolare rispetto alla formazione
del Museo della città in quanto segue un iter differente, ma alla città è comunque
1
Estratto da articolo: Manlio Barilli, in “Il Sabaudo”, Milano, 20 novembre 1926.
2
Per approfondimenti riguardo il Museo Civico di Carpi si veda: Alle origini del Museo 1914-2004. La donazione
Foresti nella collezione di Carpi, a cura di Manuela Rossi e Tania Previdi, Comune di Carpi Assessorato alla
Cultura Musei Civici, Nuovagrafica, Carpi, 2004 e Il Palazzo dei Pio, a Carpi, a cura di Lucia Armentano,
Alfonso Garuti, Manuela Rossi, collana Guide Artistiche Electa, Electa, Milano, 1999.
3
Aggiornato al 31 ottobre 2005.
4
Le Biennali, organizzate con il contributo del Centro Internazionale della Grafica di Venezia, si avvalgono
dell‟apporto scientifico e organizzativo del professor Enzo Di Martino.
11
strettamente legato in quanto scopre e valorizza una tecnica che a Carpi conosce una
delle espressioni più alte nella figura del celebre xilografo Ugo da Carpi.
I.1. I Musei di Carpi: il profilo storico
L‟istituzione del Museo Civico di Carpi è strettamente dipendente dall‟attività della
5
locale Commissione di Storia Patria e Belle Arti. Dopo l‟unità d‟Italia, a Carpi come
in tante altre realtà municipali, si sentì l‟esigenza di creare un organo capace di
indagare la storia culturale della città. Se a livello provinciale si istituirono le Regie
Deputazioni di Storia Patria, su iniziativa dei Comuni sorsero le Commissioni
Municipali di Storia Patria; queste ultime operavano seguendo gli stessi programmi
delle Deputazioni applicandoli però alle realtà locali. Nell‟agosto del 1870 il
Consiglio Comunale di Carpi deliberò sull‟istituzione della locale Commissione di
Storia Patria che assunse anche il compito di tutelare i monumenti e le opere d‟arte
della città.
E‟ in una delle adunanze della Commissione, tenutasi l‟1 ottobre 1895, che per la
prima volta si promuove l‟erezione di un Museo Civico. Il Presidente della
Commissione professor Policarpo Guaitoli in quella occasione promosse
l‟istituzione di un Museo “nel quale raccogliere quanto si possa rinvenire che
6
interessi la storia municipale”. Il professor Enrico Gandolfi fu nominato Direttore
dell‟erigendo museo e si trovò subito a dover gestire alcune importanti opere giunte
7
dalla Congregazione di Carità. Nel 1899, dopo che la Commissione ne aveva fatto
espressa richiesta, ebbe in consegna l‟archivio della famiglia Pio di Savoia con una
serie di ritratti degli antichi signori di Carpi del XVIII. Questo gruppo eterogeneo di
beni costituì il primo nucleo delle raccolte per il quale il Municipio assegnò alla
Commissione alcune sale del Palazzo dei Pio di Carpi. La raccolta si arricchì alla fine
5
Sull‟argomento e per approfondimenti si veda: Giulio Ferrari, Introduzione, in Memorie storiche e documenti sulla
città e sull‟antico Principato di Carpi. Studi e indagini della Commissione municipale di Storia Patria e Belle Arti, vol. XI,
Editrice La Commissione di Storia Patria coi tipi de “L‟Ardita”, Carpi, 1931, pp.5-24.
6
Idem, p.11.
7
Tra queste l‟Annunciazione di Vincenzo Catena, l‟affresco staccato San Nicola da Tolentino e vari paliotti in
scagliola. Cfr. Giulio Ferrari, op. cit., p.11.
12
del 1908 quando con lascito testamentario, il generale Camillo Fanti, figlio del
generale Manfredo, donò i cimeli e il ricco carteggio del padre, beni che andarono ad
accrescere il patrimonio sul periodo risorgimentale che comprendeva già i materiali
relativi a Ciro Menotti. Solo nel 1914 però si poté assistere all‟ordinamento
definitivo del Museo. La spinta decisiva fu data da una cospicua donazione del
8
Cavalier Pietro Foresti, interessante figura di collezionista carpigiano e già membro
della Commissione, divenuto dal 1901 direttore del Museo; il munifico gesto pose
all‟ordine del giorno il problema della definitiva consacrazione del Museo,
9
finalmente inaugurato il 7 giugno 1914. Quel giorno, alla presenza di Corrado Ricci,
direttore generale delle Belle Arti del Regno, si aprirono le quattro sale
dell‟appartamento nobile del Palazzo dei Pio nelle quali erano state allestite le
10
raccolte.
11
Un primo cambiamento dell‟allestimento risale già al 1921. Una ulteriore sala fu
poi aperta il giorno della festa dello Statuto del 1922 e dedicata ai Caduti della I
Guerra Mondiale. Negli anni seguenti il Museo conobbe ulteriori ampliamenti: nel
1923 in seguito all‟arrivo di opere destinategli in eredità da Enti e Chiese, poi nel
1925 con i cimeli del Generale d‟Armata Antonio Gandolfi, deputato di Carpi e
Senatore del Regno. Altri lasciti risalgono al 1926 e agli anni Trenta, il primo a
seguito della morte di Pietro Foresti e i secondi voluti dal figlio Carlo Alberto. Gli
anni Trenta furono anni importanti per il Museo che grazie al lavoro del nuovo
12
Presidente della Commissione Giulio Ferrari conobbe un momento di grande
espansione, costringendo l‟amministrazione a utilizzare anche le logge del piano
nobile per la collocazione delle raccolte. A Giulio Ferrari si deve il merito di aver
8
Pietro Foresti (1854-1926) proprietario terriero e industriale del truciolo, era anche grande collezionista e
appassionato di fotografia. Fu socio attivo poi membro corrispondente della Commissione di Storia Patria e
nel 1905 è R. Ispettore per la conservazione dei monumenti e per gli scavi in Carpi. Dal 1901 al 1926 è
direttore del Museo Civico di Carpi.
9
Corrado Ricci (1858-1934) fu artista, insegnante e profondo conoscitore d‟arte. Si occupò dell‟allestimento
di importanti mostre. Assunse poi considerevoli incarichi tra cui la direzione delle Gallerie di Firenze e
Modena e della Pinacoteca di Brera. Nel 1906 fu nominato Direttore generale per le Antichità e Belle Arti.
Egli con la sua instancabile passione svolse un‟immensa opera di recupero e di valorizzazione del patrimonio
artistico italiano.
10
Le sale adibite a Museo erano la Sala dei Mori, la Sala delle Rose (ora detta dell‟Amore), la Sala dei Trionfi e
la Sala del Principe chiamata anche “dell‟aggiunzione estense” (ora detta Ornata).
11
Si tratta della sala, ora conosciuta come Sala della Dama, che si trova all‟interno della Torre Bonaccolsi
detta del Passerino.
12
Giulio Ferrari, dal 1901 segretario di Enrico Gandolfi, fu eletto Presidente della Commissione di Storia
Patria il 21 aprile 1926.
13
sostenuto il progetto dello xilografo Luigi Servolini di creare a Carpi il primo Museo
della Xilografia Italiana, che proprio in quegli anni iniziava il suo percorso e la cui
vicenda costitutiva è oggetto di questo studio.
Dopo il periodo segnato dalla II Guerra Mondiale il Museo Civico di Carpi conobbe
nel 1948 un riordinamento contrassegnato da ulteriori arrivi, tra cui le opere
provenienti dalle diocesi di Carpi, i materiali relativi all‟arte del truciolo, oltre a
13
cimeli di guerra e opere della locale Scuola di Disegno. Il percorso museale smarrì
la sua primaria unitarietà e perse la sua fisionomia. Il nuovo assetto, che di fatto
cancellava l‟idea di un percorso museale coerente che coniugasse collezioni e
strutture del palazzo, rimase sostanzialmente invariato fino al 1987, quando un forte
terremoto diede inizio a una lunga serie di lavori di ristrutturazione. Nel 1996, anno
in cui Carpi fu colpita da un secondo sisma, si assistette alla completa chiusura degli
spazi, riaperti parzialmente nel 2002 e nel 2003. Nel marzo 2003 i Musei Civici sono
stati completamente chiusi per una serie di lavori di restauro, consolidamento e
messa in sicurezza degli ambienti del Palazzo dei Pio che continuano ancora oggi e
che porteranno nel 2007 all‟inaugurazione di un nuovo complesso museale e a
nuove moderne disposizioni. Il nuovo progetto, davvero ambizioso, è di creare un
ampio complesso e di trasformare il Palazzo dei Pio in un grande contenitore ideale
della storia artistica, culturale ed economica della città, che valorizzi le collezioni ma
anche le imponenti strutture architettoniche.
I.2. La raccolta di xilografie
Prima di iniziare ad indagare la formazione e la storia del Museo della Xilografia è
necessario fornire una breve e preliminare descrizione del patrimonio. La raccolta in
effetti ha una sua peculiarità in quanto non è costituita solo da una collezione di
xilografie originali ma anche da una serie di materiali che intendono documentare
quella che è la tecnica dell‟incisione su legno e il suo legame con la città di Carpi.
13
Sul tema si veda: Paola Borsari, Insegnare l‟arte. Dalla “Scuola di Disegno” (1840-1967) al “Centro arti figurative” di
Carpi, Edizioni Diabasis, Reggio Emilia, 1998, pp.13-66.
14