I Capitolo
Elementi di tecnologia e tipologia litica.
Il Museo Civico Aufidenate di Castel di Sangro (AQ):
la sezione preistorica e lo studio del materiale litico di raccolta.
1
1.1. La Produzione Materiale e le Tecniche di lavorazione delle materie prime.
In un breve passo di Dante: “A che natura non scalda ferro mai, né batte ancude” si riassume
il pensiero, già esposto da alcuni filosofi dell’antichità, sull’originalità umana del saper
produrre cose che in natura non esistono. Le conoscenze scientifiche di oggi ci consentono di
capire le cause di tale peculiarità; in tutti gli esseri viventi il saper fare qualche cosa dipende,
in larga parte, dal loro programma genetico e non può essere cambiato, quindi, senza che
avvenga qualche mutazione in tale patrimonio biologico. Ciò non va assolutamente confuso
con l’intelligenza che permette a molti animali, nell’ambito dell’istinto ereditato, le scelte
strategiche per la sopravvivenza.
Alcuni mammiferi mostrano già la possibilità di rudimentali apprendimenti autonomi.
L’uomo invece, pur mantenendo alcuni comportamenti istintivi, ha sempre avuto una
predisposizione genetica a comunicare attivamente con l’ambiente fisico e sociale, a risolvere
problemi, ad apprendere un linguaggio in grado di descrivere una situazione o un
procedimento, e di criticarli. Con il linguaggio oggettivo si sviluppa, a contatto con altri
uomini, una mente autocosciente che è in grado di avere sensazioni, esperienze, aspirazioni e
decisioni soggettive ma anche di pensare e produrre progetti tecnici e di opere d’arte, e teorie
sul mondo: prodotti oggettivi della mente che, spesso realizzati fisicamente, diventano
patrimonio della società umana. Non a caso, forse con l’homo sapiens neandertalensis, si
sono avute le prime manifestazioni di culto dei morti, segno evidente di una precisa visione
della vita. Fra i progetti tecnici spiccano le produzioni di strumenti adatti a produrre altri
manufatti.
La tendenza alla manipolazione dei cibi e degli oggetti è già molto evidente in alcuni
mammiferi; molti utilizzano bastoni per rompere o per percuotere, e talvolta giungono a
modificarli per facilitarne l’uso immediato ma poi li abbandonano, e non ne conoscono la
conservazione.
I Capitolo
Elementi di tecnologia e tipologia litica.
Il Museo Civico Aufidenate di Castel di Sangro (AQ):
la sezione preistorica e lo studio del materiale litico di raccolta.
2
I lavori manuali fanno molto uso del controllo a vista, abbonato al commento verbale, durante
la fase di apprendimento; fino a quando le operazioni non diventino quasi automatiche,
trasformando cioè il “fare” in un preciso programma acquisito e memorizzato dal cervello.
Tuttavia, in molte produzioni le mani rappresentano dei limiti: la poca resistenza al calore
elevato e a certi agenti chimici; scarsa durezza dei loro componenti esterni (le unghie hanno
una durezza superiore a pochi materiali naturali); ecc. È per questo che l’uomo, dopo i primi
esperimenti degli ominidi, ha iniziato a produrre utensili foggiati con materiali duri, tenaci,
pesanti, appuntiti e taglienti. Essi costituivano dei veri e propri prolungamenti delle mani. I
prodotti dell’attività dell’uomo vengono tradizionalmente distinti sulla base di materiali
impiegati per fabbricarli e secondariamente sulla base del metodo di lavorazione. Si parla
perciò di industria litica, di industria su materie dure animali, di ceramica, di metalli e si
suddivide la litica in industria della pietra scheggiata e industria della pietra levigata. Già
nella prima metà del secolo scorso i tempi preistorici furono suddivisi su tali basi: Età della
Pietra (poi scissa in Età della pietra scheggiata o Paleolitico, ed Età della pietra levigata o
Neolitico), Età del rame, Età del bronzo. Gli insiemi di manufatti possono essere considerati
da due differenti punti di vista: come espressione della tecnologia del gruppo umano che li ha
prodotti; e come oggetti che hanno avuto un utilizzo e che pertanto sono espressione delle
attività svolte nel sito.
Tra i materiali largamente utilizzati dall’uomo troviamo la pietra, che è una delle risorse
naturali più diffuse sulla crosta terrestre. Esse furono usate non solo per costruire edifici ma
anche per produrre oggetti mobili e strumenti di lavoro.
Con il termine “pietre” s’intendono tutte le rocce coerenti, ovvero suscettibili di essere
modellate mantenendo la forma che gli viene conferita. Esse venivano scelte per alcune
caratteristiche ben precise come la durezza all’incisone o all’abrasione, la tenacità alla
percussione, la presenza di una maggiore o minore sfaldabilità, la refrattarietà al calore.
Dure dovevano essere le pietre impiegate per produrre arnesi affilati atti a tagliare, incidere e
raschiare altri materiali più o meno resistenti; meno dure dovevano essere, invece, le pietre
usate per la foggiatura con forme dettagliate (sculture e monili). Tenaci e dure dovevano
I Capitolo
Elementi di tecnologia e tipologia litica.
Il Museo Civico Aufidenate di Castel di Sangro (AQ):
la sezione preistorica e lo studio del materiale litico di raccolta.
3
essere le pietre destinate a produrre strumenti in grado di percuotere altri materiali resistenti.
Grossi granuli duri sparsi devono essere contenuti nelle pietre destinate alla macinazione delle
granaglie.
Ciò che accomuna tra loro materie prime così differenti, sono alcuni comportamenti uguali
alla lavorazione:
La materia prima non viene mai trasformata chimicamente e fisicamente nella sua
composizione e nella sua struttura naturale;
Le lavorazioni consistono sempre nel dare una forma all’oggetto per asportazione di
parte della materia.
Le tecniche di tale lavorazione cambiano, tuttavia, a seconda dei generi e dei valori di
resistenza della materia prima, e della forma che si vuol ottenere. I cicli di lavorazione della
pietra hanno in comune una prima fase di coltivazione della materia prima; si differenziano
poi nei modi di “levare materia” per: scheggiatura; martellatura e levigatura; taglio;
tornitura.
1.2. La scheggiatura.
Le rocce utilizzate nel Paleolitico e nel Mesolitico sono molto varie. Come già accennato,
sono state ricercate rocce di difficile frantumazione, rocce omogenee e di grana fine
(isotropa)
1
. In Europa la materia più sfruttata è stata la selce, che si trova in varie formazioni
calcaree sotto forma di noduli, di diverse dimensioni e forme, distribuiti in banchi o sotto
forma di straterelli lenticolari.
1
Le proprietà di una roccia isotropa sono identiche in tutte le direzioni.
I Capitolo
Elementi di tecnologia e tipologia litica.
Il Museo Civico Aufidenate di Castel di Sangro (AQ):
la sezione preistorica e lo studio del materiale litico di raccolta.
4
Assieme, o in alternativa, alla selce
2
propriamente detta, sono stati usati calcedonio, diaspro,
calcare siliceo, quarzite e ossidiana. Tutte queste rocce, se colpite da un percussore o se
soggette a una forte pressione in un punto, si fratturano lungo superfici concoidi,
determinando il distacco di un frammento con margini taglienti. In Africa e in Asia sono stati
largamente utilizzati anche altri materiali.
Fig.
3
Selce. Fig.
4
Ossidiana
Il materiale litico, anche della medesima provenienza, può essere stato raccolto in situazioni
diverse, riconoscibili attraverso l’esame delle superfici esterne dei blocchi, parzialmente
conservate nei nuclei dopo il loro sfruttamento. Noduli e staterelli lenticolari di selce estratti
dal calcare presentano un cortice
5
calcareo di aspetto fresco, che viene eroso dal trasporto
idrico o alterato nel terreno; blocchi di selce provenienti da suoli o da terreni residuali
presentano un aspetto superficiale (patina)
6
che ne consente il riconoscimento; nei noduli e
nei blocchi soggetti a intenso trasporto idrico o spiaggiati il cortice e talora anche una certa
2
La selce è una roccia silicea di origine biogenetica che deriva dalla dissoluzione di gusci di protozoi (radiolari)
o protofiti (diatomee) marini, spicole di spugna ed altri organismi unicellulari dal guscio silice. Solitamente
forma listo o noduli di diverso colore, dal rosso vivo al nero.
3
Rimanda alla nota n°1.
4
L’ossidiana è un vetro vulcanico la cui formazione è dovuta al rapido raffreddamento della lava; utilizzata per
fabbricare collane preziose e punte di armi.
5
Il cortice è parte integrante della materia prima nella sua forma naturale, prima di ogni azione di scheggiatura.
La sua presenza, o assenza, su di una scheggia fornisce delle informazioni importanti sulla gestione e
sull’origine della materia prima.
6
La patina rappresenta un’ alterazione di una superficie scheggiata (o utilizzata) intenzionalmente. Dovuta a
delle alterazioni chimiche o fisiche, consiste in una modificazione della superficie senza pertanto cambiarne la
morfologia (es. cambio di colore).
I Capitolo
Elementi di tecnologia e tipologia litica.
Il Museo Civico Aufidenate di Castel di Sangro (AQ):
la sezione preistorica e lo studio del materiale litico di raccolta.
5
quantità di selce è stata asportata dall’azione meccanica, cosicché la superficie del ciottolo
presenta delle picchiettature caratteristiche. Le strategie messe in atto per
l’approvvigionamento erano diverse: estrazione dei noduli dagli affioramenti, praticata
almeno a partire dal Paleolitico medio; raccolta di blocchi nei detriti e nei terreni residuali;
raccolta di ciottoli nelle alluvioni e nelle spiagge.
Fin dal Paleolitico inferiore sono evidenti la scelta dei materiali litici in relazione la tipo di
utensile che si voleva ottenere (ad esempio calcare per la fabbricazione di choppers, selce per
la produzione di schegge taglienti) e la ricerca del materiale più idoneo a distanze che
diventano progressivamente maggiori (qualche km nel Paleolitico inferiore più antico, fino a
qualche decina di km nel Paleolitico inferiore recente, fino a un centinaio di km nel
Paleolitico medio, fino 400-500 km nel Paleolitico superiore).
Fig.
7
Chopper.
Secondo la terminologia corrente, viene chiamato manufatto ogni oggetto di selce che
presenta delle tracce di lavorazione; strumento ogni manufatto che dalla lavorazione ha avuto
una forma voluta.
7
La percussione di un ciottolo ha lo scopo di ricavare da esso dei margini taglienti. In questo caso si parla di
chopper, uno strumento da taglio litico (o chopping- tool considerato come perfezionamento del chopper). Esso
rappresenta uno tra i primi strumenti dell’industria umana.
I Capitolo
Elementi di tecnologia e tipologia litica.
Il Museo Civico Aufidenate di Castel di Sangro (AQ):
la sezione preistorica e lo studio del materiale litico di raccolta.
6
L’arnese può derivare dalla sgrezzatura di blocchi di selce (come una scultura a tutto tondo)
oppure da due operazioni distinte, delle quali la prima consiste nel ricavare da un blocco di
selce opportunatamente preparato (pre-nucleo, nucleo) delle schegge (scheggiatura), la
seconda nel conferire alla scheggia una forma determinata, trasformandola in utensile. Molto
raramente (solitamente nelle industrie più antiche) il nodulo o blocco di selce è stato
scheggiato senza una preparazione idonea; ciò poteva avvenire per esempio con la tecnica
clactoniana.
Fig.
8
Fabbricazione del pre- nucleo. Sfruttamento del pre- nucleo.
Negli altri casi il nodulo, o blocco, veniva anzitutto predisposto al débitage
9
preparando sulla
sua superficie un piano di percussione e una superficie di distacco, ottenendo così un pre-
nucleo. Lo stesso termine viene utilizzato anche per indicare il residuo, una volta ultimato lo
sfruttamento. Il distacco della scheggia dal nucleo avviene in seguito a una sollecitazione
dovuta a una percussione o a pressione.
9
Il termine francese “débitage”, utilizzato soprattutto nella letteratura internazionale senza traduzione, indica il
corrispondente concetto di “scheggiatura” in italiano. Tradotto alla lettera significherebbe: taglio, sezionamento;
nel corso del seguente lavoro le due terminologie verranno considerate equivalenti. È un’operazione di
scheggiatura finalizzata a ricavare supporti da un nodulo/blocco avendo come risultato l’ottenimento di due
categorie di manufatti: il nucleo e le schegge. Questi prodotti potranno essere utilizzati direttamente oppure
tramite façonnage e ritocco.
I Capitolo
Elementi di tecnologia e tipologia litica.
Il Museo Civico Aufidenate di Castel di Sangro (AQ):
la sezione preistorica e lo studio del materiale litico di raccolta.
7
Nel Paleolitico e nel Mesolitico sono note le seguenti forme di percussione:
Percussione diretta, realizzata colpendo con un percussore (di pietra, di legno, d’osso
o di corno) il nucleo;
Percussione indiretta, realizzata interponendo tra percussore e nucleo uno scalpello di
legno o di osso;
Percussione su incudine, battendo il blocco di materiale grezzo o il nucleo su una
roccia fissa a terra;
Percussione bipolare, realizzata mediante percussione diretta del nucleo appoggiato
all’incudine.
I Capitolo
Elementi di tecnologia e tipologia litica.
Il Museo Civico Aufidenate di Castel di Sangro (AQ):
la sezione preistorica e lo studio del materiale litico di raccolta.
8
Il distacco per pressione compare probabilmente soltanto verso la fine del Mesolitico,
nel Castelnoviano, e si svilupperà nel Neolitico nelle industrie che presentano
un’importante componente laminare.
La scheggiatura su incudine consente di ottenere schegge grossolane, con un tallone
ampio e fortemente inclinato rispetto alla faccia ventrale, con un punto di percussione
(talora multiplo) ampio, cono e conoide accentuati. I prodotti hanno una forma non
controllabile. La percussione bipolare è stata praticata soltanto in qualche sito, per
sfruttare ciottoli di piccole dimensioni. La percussione diretta e soprattutto la percussione
indiretta consentono invece di ottenere schegge di forma voluta (predeterminata),
mediante sequenze di operazioni che vengono chiamate chaîne opératoire (catene
operative).
Essa “permette di ricostruire e ricollocare nel tempo le diverse tappe della fabbricazione di
una determinata categoria d’oggetti dal concepimento del progetto e dalla raccolta della
materia prima al loro abbandono” (Texier 1996).