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INTRODUZIONE
Il presente elaborato propone un’analisi della storia del Muro di Berlino, un
muro che per ventotto anni divise una città, una nazione e il mondo intero in
due blocchi contrapposti.
Immaginate di svegliarvi una domenica mattina e scoprire che la vostra città è
stata divisa in due. Immaginate che dall’altra parte ci sono i vostri familiari, i
vostri amici, il vostro luogo di lavoro. Immaginate che solo provare a
oltrepassare il confine significa essere arrestati, o peggio, morire.
Questa è la storia vissuta realmente da un popolo, un popolo privato della sua
libertà e costretto a vivere per quasi tre decenni all’ombra di un Muro.
Ma perché fu costruito? Cosa accadeva in caso di fuga? Come avvenne la
riunificazione? Cosa viene ricordato oggi? E, soprattutto, qual è il ruolo della
letteratura in questa vicenda?
Questa tesi prova a rispondere a tali interrogativi, ripercorrendo i principali
eventi che dal 13 agosto 1961 al 9 novembre 1989 hanno caratterizzato la
storia di una Germania e di una città divisa.
Le motivazioni che mi hanno spinto ad approfondire questa tematica sono
strettamente personali, in quanto ho trascorso sei mesi della mia vita a Berlino
e ho avuto modo di osservare con i miei occhi da studentessa Erasmus la
bellezza di questa immensa città: una città viva, sempre in movimento, in
costante evoluzione.
Ma per capire Berlino bisogna essere consapevoli che nasconde
un’ingannevole realtà, che ogni angolo rappresenta un pezzo di storia, una
cicatrice del passato. Bisogna saper vedere anche quello che non c’è più e
riflettere sul concetto di Libertà: apparentemente una semplice parola, un bene
che spesso si tende a dare per scontato, ma quando sono presenti confini
invalicabili, ci si rende conto che la libertà è molto più che una semplice
parola.
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Storia, memoria e letteratura: tre parole chiave e tre capitoli il cui obiettivo è
quello di far comprendere che il Muro non è stato solo un confine fisico. Si
tratta piuttosto di una guerra ideologica, di un’esperienza collettiva che ha
coinvolto milioni di persone, di un passato raccontato non solo nei libri di
storia, ma anche dalla letteratura. È un passato che si cerca di dimenticare, ma
che allo stesso tempo si conserva, e a volte si rimpiange. Berlino, oggi capitale
della Germania e città riunificata, appare sospesa tra vecchi e nuovi riferimenti,
tra paesaggi della memoria e paesaggi nascosti.
Nel primo capitolo viene fornita un’introduzione storica degli eventi che hanno
determinato la storia della Germania dopo il 1945: una Germania sconfitta,
occupata, divisa e poi riunificata. Particolare attenzione è rivolta alla città di
Berlino e al Muro, una delle costruzioni più assurde dell’umanità.
Il secondo capitolo è invece dedicato al tema della memoria e di una Germania
riunificata, ma allo stesso tempo disorientata da un punto di vista fisico,
sociale, culturale, urbano, architettonico e psicologico, così come la sua
capitale Berlino, una città al confine tra passato e futuro.
Il terzo capitolo, infine, offre una breve panoramica sulla letteratura tedesca e
sul ruolo fondamentale che ebbero gli intellettuali del dopoguerra nel riscattare
l’immensa eredità e identità culturale della Germania grazie a una letteratura
impegnata, a una rielaborazione del passato, a un superamento critico, a una
scrittura della memoria.
Si arriva alla conclusione di quanto sia importante la politica del ricordo, del
saper percepire la profondità della realtà storica, del saper confrontare, capire,
giudicare, prendere esempio dal passato per migliorare il futuro. E oltre la
storia, la letteratura è lo strumento fondamentale per smuovere la nostra
coscienza, ripercorrere le tappe della memoria e affinare i nostri sensi.
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CAPITOLO I
LA GERMANIA DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE
LA DIVISIONE
La Seconda guerra mondiale per la Germania si concluse con la sconfitta e la
sua resa incondizionata alle forze alleate.
Nel 1944 lo sbarco in Normandia degli anglo-americani segnò il crollo
dell’esercito tedesco, ma il Paese capitolò solo nel maggio 1945. Con il
profilarsi della vittoria, i capi di governo delle tre potenze alleate (il presidente
degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt, il premier britannico Winston
Churchill e il dittatore sovietico Iosif Stalin) si incontrarono a Yalta fra il 4 e
l’11 febbraio 1945 per definire l’assetto politico da dare al mondo all’indomani
della resa tedesca
2
. I “tre Grandi” decisero una spartizione del mondo in zone
di influenza. Per la Germania, invece, furono previste tre zone di occupazione:
statunitense a Sud, britannica a Nord-Ovest, sovietica a Est. A esse, alla
Conferenza di Potsdam che si tenne dal 17 luglio al 2 agosto 1945, si aggiunse
una quarta zona più piccola, ritagliata a Sud-Ovest di quella anglo-americana,
da assegnare alla Francia. (Figura 1)
Ciascuna potenza controllava direttamente il suo settore di occupazione, ma
l’autorità su tutta la Germania doveva essere esercitata collegialmente tramite
un Consiglio di controllo alleato insieme alla Kommandatur, organo di governo
comune dei quattro comandanti delle zone di occupazione
3
.
Berlino, capitale tedesca, pur essendo situata geograficamente nella zona
sovietica, fu a sua volta divisa in quattro settori. (Figura 2)
2
Cfr. GIANLUCA FALANGA, Non si può dividere il cielo. Storie dal Muro di Berlino, Roma,
Carocci, 2017, p. 11.
3
Cfr. Ivi, p. 12.
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Figura 1 e Figura 2 - Suddivisione in zone d'occupazione della Germania e di Berlino dopo il
1945 (Wikipedia 2006, Berlino.com 2020).
I comandanti, tuttavia, iniziarono a governare autonomamente con un modello
affine a quello dei rispettivi Paesi; e la mancata condivisione di politiche, il
sospetto e la diffidenza reciproca diedero vita a scontri tra Stati Uniti ed
Unione Sovietica.
LA GUERRA FREDDA, DUE MONDI CONTRAPPOSTI
Il destino della Germania era nelle mani delle potenze vincitrici che, con gli
accordi di Potsdam del 2 agosto 1945, si impegnavano a democratizzare,
denazificare e smilitarizzare il Paese, per evitare che in futuro potesse
rappresentare di nuovo una minaccia
4
.
In realtà, però, i sovietici giudicavano gli USA una potenza imperialista e gli
americani vedevano emergere nel comunismo staliniano gli stessi tratti
totalitari della dittatura hitleriana.
Ci si trovava di fronte a due mondi diversi: da un lato gli USA con il
capitalismo, la democrazia parlamentare, le libertà politiche e civili, l’iniziativa
privata ed il libero mercato, dall’altro l’Unione Sovietica con il comunismo, la
dittatura del proletariato, un unico partito, l’abolizione della proprietà privata e
4
Cfr. ULRICH MÄHLERT, La DDR. Una storia breve 1949-1989, Milano, Mimesis, 2009, p. 22.
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la pianificazione statale delle attività produttive. E saranno proprio queste
differenze sul piano politico, ideologico ed economico a dar vita ad una netta e
profonda contrapposizione tra queste due nazioni, contrapposizione che
assumerà un ruolo chiave sulla scacchiera della guerra fredda
5
.
Ma cosa si intendeva per Guerra fredda?
L’espressione fu utilizzata nel 1945 da George Orwell che, riflettendo sull’effetto
della bomba atomica, intravedeva una rivalità in cui USA e URSS, non potendo
sconfiggersi, avrebbero finito per opprimere e dominare tutti gli altri. […] Con il
passare degli anni il termine finì per connotare un’intera epoca durante la quale più la
rivalità bipolare si prolungava, tanto più si assestava in una paradossale stabilità.
6
Lo studioso Raymond Aron sintetizzò infatti la situazione nella formula: «pace
impossibile – guerra improbabile»
7
.
GERMANIA EST E GERMANIA OVEST
Uno degli episodi di alta tensione di questa guerra fredda si registrò proprio in
Germania.
Nel giugno 1948, le potenze occidentali introdussero il marco tedesco come
valuta ufficiale al fine di proteggere la Germania Ovest dall'inflazione e
avviare un risanamento economico. Decisero poi di estendere la circolazione
della nuova moneta anche al territorio di Berlino. Le autorità sovietiche, irritate
da questa mossa, chiusero le vie fluviali e ferroviarie di accesso a Berlino
Ovest, bloccarono l’erogazione di energia elettrica ed impedirono il
rifornimento di viveri, combustibile e mezzi di sostentamento.
5
Cfr. ANDREA GIARDINA, GIOVANNI SABBATUCCI, VITTORIO VIDOTTO, Nuovi profili storici,
Bari, Laterza, 2008², p. 525.
6
FEDERICO ROMERO, Storia della guerra fredda. L'ultimo conflitto per l'Europa, Einaudi,
2014, formato Kindle, p. 8.
7
RAYMOND ARON, Pace e guerra tra le nazioni, Milano, Edizioni di Comunità, 1970, p. 412.
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Lo scopo era quello di convincere gli ex Alleati ad andarsene, ma la risposta
statunitense fu immediata tramite l’organizzazione di un gigantesco ponte
aereo.
Per quasi un anno (da giugno 1948 a maggio 1949) l’aviazione americana e quella
britannica rifornirono la popolazione dei generi di prima necessità con tonnellate di
merci, carbone per il riscaldamento, generi alimentari, medicine e materie prime. […]
L’impresa contribuì a stringere un patto di amicizia tra i tedeschi e gli Alleati, cioè tra
i vinti e gli occupanti, e rafforzò inoltre il sentimento di appartenenza dei berlinesi alla
Germania occidentale sul piano politico ed economico. Proprio il contrario di ciò che
voleva Stalin
8
.
I sovietici furono costretti a rinunciare al loro progetto. Intanto, nel settore
occidentale della Germania si affermò come partito più forte la CDU
(Christlich Demokratische Union Deutschlands – Unione Cristiano-
Democratica di Germania), guidata da Konrad Adenauer, con il sostegno della
borghesia e dei ceti medi. Molto popolare era anche la SPD
(Sozialdemokratische Partei Deutschlands - Partito Socialdemocratico di
Germania), con vari consensi tra gli operai e rigidamente anticomunista.
Nella zona orientale, invece, socialisti e socialdemocratici a partire dall’aprile
1946 agivano uniti in un solo partito, la SED (Sozialistische Einheitspartei
Deutschlands – Partito dell’unità socialista)
9
.
Dal gennaio 1949, a Berlino c’erano due amministrazioni comunali, due
parlamenti e due sindaci ed a livello nazionale si formarono due stati e due
governi tedeschi.
A Ovest, nel settore americano, britannico e francese, il 23 maggio 1949 entrò
ufficialmente in vigore la costituzione che fondò la Repubblica Federale
Tedesca (Bundesrepublik Deutschland, BRD) con capitale a Bonn.
A Est, nella zona di occupazione sovietica, il 7 ottobre 1949 si costituì lo Stato
della Repubblica Democratica Tedesca (Deutsche Demokratische Republik,
DDR) con capitale a Berlino Est.
8
GIANLUCA FALANGA, Non si può dividere il cielo. Storie dal Muro di Berlino, cit., p. 16.
9
Cfr. MARCO MERIGGI, Sulle tracce del tempo 3. Il Novecento e il mondo contemporaneo,
Torino, Paravia, 2014, p. 350.