In particolare, oggi il mondo sta cambiando più rapidamente di quanto sia mai
successo. I manager si trovano di fronte alla necessità di fronteggiare il rapido
cambiamento dell’ambiente esterno e di adattare il concetto di organizzazione alle nuove
esigenze e richieste del mercato.
Il luogo comune secondo cui il mondo sta diventando più piccolo è decisamente vero
per tutte le tipologie di imprese. Con i rapidi progressi nel campo della tecnologia e delle
comunicazioni, l’effetto di eventi che si manifestano nelle diverse zone e località viene
trasmesso e diffuso in tutte le aree in tempi brevissimi. Il mondo sta diventando un’arena
globale; le barriere commerciali cadono sempre più rapidamente, la comunicazione diventa
più veloce e a basso costo e i gusti dei consumatori convergono in ogni campo. Questa
crescente interdipendenza implica che l’ambiente sta diventando estremamente complesso
e competitivo per le aziende. Le organizzazioni devono imparare ad attraversare confini
temporali, culturali e geografici per poter sopravvivere. Ogni azienda, grande o piccola, sta
cercando le strutture e i processi adeguati che possono aiutarla a raccogliere i vantaggi
dell’interdipendenza globale e minimizzarne gli svantaggi. Una sfida significativa è
rappresentata dalla rapidità e incisività di risposta ai cambiamenti ambientali, alle crisi
organizzative, alle modificazioni delle aspettative dei clienti. Le aziende leader, ad
esempio, sanno che le loro organizzazioni devono essere costantemente pronte a evolvere e
adattarsi, per seguire le esigenze dei clienti, che richiedono nuovi prodotti e servizi
personalizzati ed innovativi, mentre per gran parte del ventesimo secolo le aziende
potevano operare all’interno di un ambiente economico relativamente stabile
4
.
In uno scenario di questo tipo, l’attenzione alla qualità assume sempre maggior
importanza. In particolare, il concetto di qualità ha iniziato a diffondersi verso gli anni ’60,
assumendo nel corso del tempo differenti evoluzioni che verranno presentate brevemente
nei primi capitoli del presente lavoro.
Dopo aver introdotto il concetto di qualità, ci si sofferma sulla metodologia Six Sigma,
che rappresenta la modalità più aggiornata e completa per migliorare la qualità e che
ingloba in sé praticamente tutti i principi e le metodologie degli approcci precedenti,
avvalendosi non solo di un sistema coerente di tecniche metodologiche, ma anche di una
struttura organizzativa appropriata
5
.
4
R. L.Daft, “Organizzazione Aziendale”, pag. 7-10. Apogeo
5
Confindustria, “Sei Sigma: una strategia per la competitività, pag. 1
5
Il metodo Six Sigma è un approccio strutturato di monitoraggio della qualità,
finalizzato al miglioramento continuo aziendale. Partendo dalla ricerca della massima
soddisfazione del cliente come obiettivo prioritario e fondamentale, adotta strumenti
evoluti che permettono la raccolta sul campo dei dati e l’analisi delle informazioni recepite
per giungere a determinare un valore relativo alle performance dei processi produttivi da
confrontare proprio con le necessità e aspettative dei clienti, garantendo infine un
miglioramento reale e concreto dell’intero sistema. Il principio di fondo è la misurabilità
del processo che consente di condurre un’analisi seguendo una precisa struttura tramite
l’utilizzo di strumenti statistici, con il costante obiettivo di diminuire la variabilità del
processo stesso. Esiste, infatti, una precisa correlazione fra la performance di un prodotto
nel ciclo di vita e la quantità di rilavorazioni resesi necessarie e/o difficoltà emerse durante
la produzione. In altre parole, i prodotti con un numero minore di non conformità in fase di
lavorazione sono quelli che creano meno problemi ai clienti durante l’utilizzo. Questo
risultato può essere raggiunto attraverso uno sforzo costante e pianificato tendente alla
riduzione della variabilità e al miglioramento della capacità di processo ottenendo, inoltre,
una sostanziale riduzione di tutti i costi legati alla bassa qualità
6
.
Le aziende che hanno applicato il Six Sigma dichiarano di essere pienamente
soddisfatte del risultato finale raggiunto e tutti possono oggi sostenere che tale metodologia
applicata nel giusto contesto garantisca la massima soddisfazione. Ma quali sono le
condizioni che un’organizzazione deve avere per poter implementare una metodologia di
questo tipo? Tali condizioni esistono solo nelle grandi realtà multinazionali che hanno
realmente inserito il Six Sigma nella propria struttura, o possono ritrovarsi e/o venire
sviluppate anche in medio-piccole imprese, tipiche del sistema italiano? Che margine di
sviluppo esiste di adattare lo strumento a queste organizzazioni dotate di minori possibilità
di investimenti, di risorse, di conoscenze e competenze?
Nei seguenti capitoli sono presentate le tecniche organizzative e statistiche richieste per
un’efficace implementazione del Six Sigma in maniera tale che risultino snelle e
comprensibili da tutti; quindi, nella parte finale del lavoro si analizza il caso pratico di
Whirlpool Corporate, gruppo multinazionale che sta lavorando per diffondere tale
strumento presso la propria catena di fornitori, al fine di definire le condizioni che hanno
permesso all’azienda di applicare con successo il Six Sigma al suo interno e valutare la
6
C. Donini, “Lean Manifacturing”, pag. 303. F. Angeli
6
reale possibilità di ritrovare tali condizioni anche in medio-piccole organizzazioni che
forniscono a Whirlpool componenti e semi-lavorati.
L’obiettivo principale è quello di fornire un’idea concreta circa la possibilità di
intraprendere nel futuro progetti di sviluppo del Six Sigma nelle realtà che ancora non
conoscono tale metodologia, cercando di fornire tutte le informazioni principali relative a:
¾ le condizioni necessarie per una corretta applicazione
¾ i fattori che permettono di verificare l’esistenza o meno di tali condizioni
¾ gli interventi da attuare per organizzare la struttura nella maniera ottimale per
supportare al meglio un progetto di queste caratteristiche
¾ la reale possibilità di ottenere risultati concreti applicando con impegno e costanza
gli strumenti statistici
In questo modo, è possibile per le azienda medio-piccole intuire le soluzioni per poter
fare fronte all’eventuale mancanza dei requisiti richiesti per una corretta ed efficace
applicazione della metodologia, ricordando i vantaggi che un’impresa può ricercare
qualora decida di implementare il Six Sigma in uno o più processi aziendali e sottolineando
come sia importante la diffusione e l’utilizzo di strumenti sofisticati in linea con i tempi,
senza però dimenticare allo stesso tempo l’impegno e lo sforzo necessario, richiesto a tutti
i livelli e a tutte le funzioni gerarchiche, dal top management al personale operativo.
7
Capitolo 2 LA QUALITA’ NELLE ORGANIZZAZIONI
Paragrafo 2.1 IL CONCETTO DI QUALITA’
Oggi le aziende sia manifatturiere che di servizi operano in un contesto di concorrenza
esasperata, caratterizzata da un continuo conquistare e perdere quote di mercato. Spesso la
perdita di quote e di performance è imputabile alle difficoltà cicliche del mercato e alle
mutate condizioni esterne derivanti dal processo di globalizzazione. La sfida per le imprese
consiste nel riconoscere che all’interno di questo scenario i problemi si potrebbero
affrontare con un’ottica diversa, analizzando l’opportunità di sviluppare metodologie di
organizzazione interna che permettano di ottenere risultati concreti e interessanti anziché il
rischio di insuccessi che sta coinvolgendo un elevato numero di società
7
.
Ogni evoluzione del mondo in cui viviamo è infatti contemporaneamente un’ occasione
e un rischio. Bisogna decidere di accettare la sfida e gareggiare per vincere. Le possibilità
ci sono, a patto che si lavori in modo strutturato e si abbia ben chiara la direzione verso cui
andare, al fine di allinearsi con le altre imprese e organizzarsi per superare la concorrenza.
La concorrenza genera competitività, concetto ampio che comprende
8
:
¾ Innovazione attraverso lo sviluppo di prodotti e processi
¾ Aumento della produttività
¾ Miglioramento delle performance anche dal punto di vista della responsabilità
sociale ed ambientale
La situazione attuale dimostra una graduale perdita di competitività del sistema Italia,
composto prevalentemente da Piccole Medie Imprese; oltre il 95% delle aziende rientra,
infatti, in questa categoria. Per le loro caratteristiche strutturali e gestionali, esse hanno
l’esigenza di stare sul mercato globale ma al tempo stesso, a causa delle loro piccole
dimensioni, hanno difficoltà a investire e spesso non riescono a essere competitive e si
trovano a dover inseguire i cambiamenti proposti da altri. Molte aziende stanno però
capendo qual’è la strategia che porta alla competitività e promuovono all’interno della
propria attività prodotti innovativi, sistemi dinamici di gestione della produzione,
qualificazione permanente del personale, strategie di miglioramento e cambiamento
continuo. Il punto di partenza è la definizione, formulazione e strutturazione di
7
“Sei Sigma: una stratega per la competitività”, pag.1. Confindustria
8
P. Citti, A. Giorgetti, “Il tema dell’innovazione e la competitività”
8
organizzazioni che permettano di raggiungere elevati standard qualitativi a livello di
prodotti, processi, strutture,…
Analizzando la storia del nostro Paese, negli anni 50’ abbiamo assistito a un deciso
sviluppo delle innovazioni di prodotto, soprattutto nel campo delle materie plastiche, degli
elettrodomestici, delle fibre sintetiche, mentre negli anni ’70 tale strategia ha coinvolto i
prodotti elettronici e informatici su larga scala. Con l’esaurirsi delle innovazioni di
prodotto, le aziende hanno iniziato a ricorrere alla fase successiva, implementando
innovazioni di processo aventi l’obiettivo primario di ricercare la competitività nella
qualità del servizio e nelle riduzioni dei costi attraverso continue razionalizzazioni dei
processi gestionali. La concezione della qualità, dagli anni ’50 delle prime grandi
innovazioni fino a oggi, ha dimostrato di cambiare. Questa evoluzione continua anche
oggi, coinvolgendo le aziende verso frontiere sempre più ampie che chiamano in causa le
risorse aziendali
9
.
Già nel 1988 David Garvin
10
individua un elenco di otto componenti della qualità
11
,
riassunte nella Figura 1.
Prestazioni accessorieCARATTERISTICHE
Caratteristiche funzionali essenziali del prodotto, misurabili e graduabiliPRESTAZIONE
Reputazione che il cliente ha del livello di qualità del prodottoPERCEZIONE
Dimensione soggettiva riguardante l’aspetto esteriore del prodottoESTETICA
Facilità con cui può avvenire la riparazioneMANUTENIBILITA’
Capacità di un prodotto di possedere le caratteristiche richieste nella
fase di progettazione
CONFORMITA’
Vita del prodotto, inteso come arco di tempo che intercorre tra l’acquisto
ed la sostituzione del prodotto
DURATA
Probabilità che un prodotto dia le prestazioni attese, senza guasti,
durante un certo lasso di tempo
AFFIDABILITA’
DefinizioneComponente
Figura 1. Le otto componenti della qualità di Gervin
9
P. L. Floris, “Six Sigma. Organizzare l’azienda partendo dal cliente”, pag. 7. F. Angeli
10
Uno dei primi grandi pensatori della qualità, divenne noto per avere identificato i fattori fondamentali per
garantire la qualità
11
A. Chiarini, “Total Qualità Management”, pag. 11. F. Angeli
9
Il concetto di qualità trova una sua collocazione ben precisa nell’ambito della dottrina
economico-aziendale occidentale in senso ampio e in particolare in quella italiana. La
rilevanza della qualità del prodotto e/o servizio prende piede con vigore nei primi anni ’60
e, nonostante la difficoltà oggettiva emersa nel tentativo di trovare parametri di
misurazione efficaci, si diffonde con velocità all’interno delle più svariate organizzazioni,
che iniziano a lavorare ricercando un’ottica di miglioramento continuo degli standard
qualitativi raggiunti
12
.
L’intuizione di costruire un approccio strategico basato sulla qualità fu di W. Edwards
Deming
13
, che può essere considerato il padre della qualità. Nei primi anni del Novecento
le aziende occidentali erano focalizzate prevalentemente sulla minimizzazione dei costi e
sulla contemporanea massimizzazione dei volumi di produzione e vendita, in quanto
sentivano la necessità di ottenere un aumento dei profitti e di conseguenza degli
investimenti che permettesse loro di rimanere sul mercato. La qualità del prodotto veniva
considerata come un obiettivo conflittuale rispetto al contenimento dei costi. Deming
intervenne in questo contesto proponendo un modello strategico innovativo, focalizzato sul
miglioramento della qualità come filosofia che poteva garantire il raggiungimento di una
maggiore efficienza e conseguentemente di significativi risultati economici
14
; nel
diffondere il suo modello, Deming presentava le variabili (riepilogate nella Figura 2) che
venivano messe in moto dal processo di miglioramento.
MIGLIORAMENTO
DELLA
QUALITA’
AUMENTO
DELLA
PRODUTTIVITA’
RIDUZIONE
DEI
COSTI
RIDUZIONE
DEI
PREZZI
AMPLIAMENTO
DEI
MERCATI
AUMENTO DEI
POSTI
DI LAVORO e
RITORNO DEGLI
INVESTIMENTI
Figura 2. Il modello strategico di Deming
12
M. Saita, “Economia della qualità”, pag. 16. Isedi
13
Docente, saggista, consulente e statistico statunitense, noto per i suoi studi e le relative applicazioni per il
miglioramento della produzione e fabbricazione in America e Giappone (“The New Economics for Industry,
Government, Education”,1993).
14
S. Baraldi, “I sistemi di controllo e le sfide degli anni ’90”, pag. 5-13. G. Giappichelli
10
Dopo Gervin e Deming, altri due teorici americani hanno contribuito allo sviluppo del
concetto di qualità.
J. M. Juran
15
si focalizza sulla responsabilità del management, incentivando con
convinzione la ricerca del miglioramento continuo. Il punto fondamentale perché ciò
avvenga deriva dal non ritenere mai pienamente soddisfacenti i livelli qualitativi raggiunti
in termini di performance aziendale. Di qui la necessità di concepire la concezione di
qualità come una continua e inesauribile tensione verso l’eccellenza. Riconoscendo la
polivalenza del termine qualità, egli considera prioritari due suoi significati
16
:
9 prestazione del prodotto (prodotto soddisfacente): motivo per il quale un prodotto
viene selezionato dal cliente a fronte di analisi comparativa tra le possibili scelte a
disposizione;
9 presenza di difetti (prodotto insoddisfacente): motivo che provoca la non
soddisfazione e di conseguenza la fuga del cliente.
P. Crosby
17
è invece il primo ad introdurre il ruolo delle persone, identificando la
criticità delle risorse umane e dimostrando con grande merito la loro importanza nella
progettazione e nel realizzo di un modello di gestione aziendale ispirato ai principi della
qualità. Lo sviluppo di un modello di questo tipo, caratterizzato da un forte coinvolgimento
del personale, garantisce l’ottenimento di vantaggi economici in termini di riduzione dei
costi dovuti a sprechi e inefficienze, che ripagano ampiamente gli sforzi compiuti
dall’organizzazione e dalle risorse umane coinvolte nel progetto
18
.
Tutte queste teorie rappresentano il primo passo verso il concetto di qualità nei sistemi
aziendali, che con il tempo evolvono fino al concetto di Qualità Totale, la cui miglior
rappresentazione è fornita dalle aziende giapponesi. Ma come possiamo definire la qualità
in un’organizzazione?
L’impresa è “un’organizzazione economica che mediante l’impiego di un complesso
differenziato di risorse svolge processi di acquisizione e produzione di beni o servizi da
15
Professore rumeno all’Università di New York, è stato uno dei pionieri nell’ambito della Qualità Totale e,
con i suoi oltre settant’anni di carriera, si può considerare a pieno titolo uno dei “padri” della qualità
(“Quality Control Handbook, 1951).
16
A. Chiarini, “Total Quality Management”, pag. 11. F. Angeli
17
Ingegnere americano, noto per il concetto di qualità come conformità ai requisiti e ricerca di zero difetti
(“Quality is free”, 1979).
18
S. Baraldi, “I sistemi di controllo e le sfide degli anni ’90”, pag. 5-13. G. Giappichelli
11
scambiare con entità esterne al fine di conseguire un reddito”
19
. Queste entità sono
rappresentate dal cliente, la cui manifestazione diretta è il punto di partenza per la
definizione della qualità. Il cliente, acquistando un prodotto o un servizio, o più
frequentemente una combinazione delle due, ha delle esigenze, dei bisogni, in parte chiari,
che cerca di soddisfare attraverso il consumo e che valuta rapportando
20
:
9 il valore dato ai requisiti, intesi come caratteristiche del prodotto e/o servizio, siano
esse specificate, non precisate, inattese, cogenti;
9 il costo totale di acquisto, rapportato con la conformità del prodotto e/o servizio ai
requisiti.
Una volta definiti questi due aspetti, è possibile confrontare prodotti diversi e capire
quale risulti più o meno di qualità rispetto all’altro. La qualità può quindi essere definita
come il grado in cui un insieme di caratteristiche intrinseche soddisfa i requisiti
21
.
Ma sarebbe un errore riferire il concetto di qualità esclusivamente alle caratteristiche
del prodotto finale, in quanto può e deve essere trasferito all’interno dell’organizzazione, al
fine di dimostrare come un’azienda possa implementare un modello di gestione basato
sulla qualità.
L’idea stessa di qualità e il suo ruolo nella gestione aziendale sono stati oggetto di
continui studi e approfondimenti. Le tappe di queste ricerche sono state scandite dal
differente modo di intendere il concetto e da come esso è stato vissuto, interpretato e
istituzionalizzato, nel tempo, all’interno delle aziende giapponesi. Oggi possiamo
affermare che la concezione di qualità si basa su quattro assunti di base
22
:
9 qualità del prodotto e/o servizio;
9 qualità dell’organizzazione;
9 qualità come soddisfazione del cliente;
9 qualità come eccellenza produttiva.
Il termine è oggi usato con grande frequenza, ma in realtà si presta a definizioni varie e
differenti, tutt’altro che univoche. In passato, riguardava principalmente concetti di lusso,
di eccedenza, riferito quindi a qualcosa di non strettamente necessario, a un valore di
estetica più che di sostanza. In un secondo tempo, l’enfasi si è spostata sull’idea di rispetto
19
S. Biffignandi, D. Toninelli, “Strumenti per la qualità e il controllo statistico in azienda”, pag. 9. F. Angeli
20
A. Chiarini, “Sistemi di Gestione per la Qualità”, pag. 13-17, F. Angeli
21
UNI EN ISO 9000:2000, Sistemi di Gestione per la Qualità – Fondamenti e Terminologia
22
S. Baraldi, “I sistemi di controllo e le sfide degli anni ’90”, pag. 5-13. G. Giappichelli
12
delle specifiche, cioè di rispondenza ai requisiti previsti. Una terza fase è stata estendere il
concetto dall’ambito del prodotto e/o servizio a quello organizzativo più generale,
dall’output fisico al suo uso da parte del cliente, ai suoi bisogni, siano essi impliciti,
espliciti o latenti. Negli ultimi anni il concetto di qualità è evoluto ulteriormente, come
dimostrano i premi per la qualità che valorizzano le organizzazione che fanno di essa lo
strumento per garantire l’eccellenza competitiva
23
. Questa evoluzione continua coincide
appunto con le quattro dimensioni della qualità sopra elencate.
La qualità del prodotto è il primo passo da compiere per un’organizzazione che miri e
voglia sviluppare un risultato qualitativo riconosciuto dal cliente; spesso va di pari passo
con la qualità cogente, che rappresenta sostanzialmente il rispetto del contenuto delle
direttive tecniche di prodotto, volte a dimostrare la conformità ai requisiti essenziali di
sicurezza delle diverse specifiche tecniche
24
.
Quindi la qualità può trasmettersi all’interno dell’organizzazione stessa, tramite lo
sviluppo di specifici sistemi di gestione che permettano di migliorare l’organizzazione,
definire obiettivi strategici misurabili, sviluppare un’ottica di gestione per processi
correlati tra di loro, misurare le performance dei singoli processi e del sistema
complessivo, implementare una gestione economica per la qualità, integrare
l’organizzazione con altri sistemi di gestione (ambiente, sicurezza, etica)
25
.
Sviluppando sistemi di questo tipo, l’obiettivo primario è il raggiungimento della
soddisfazione del cliente. Oggi è evidente come tutta l’economia, americana e giapponese
in primo luogo, ma anche europea, dimostri una precisa volontà di sviluppare strumenti
che permettano alle organizzazioni di recepire la soddisfazione dei clienti. L’attività
iniziale consiste nell’identificare i requisiti dei clienti, le dimensioni della qualità e le
caratteristiche rilevanti per il prodotto e/o servizio
26
. Sono infatti i requisiti del cliente che
definiscono la qualità del prodotto e/o servizio. Per quanto vi siano delle dimensioni
standard, riscontrabili in tutte le realtà aziendali, quali la disponibilità, la tempestività,
l’economicità, la puntualità, esistono nel contempo dimensioni applicabili solo a
determinati prodotti e/o servizi. Un’organizzazione in grado di identificare e rispettare
queste dimensioni ha le capacità e possibilità per raggiungere con successo le aspettative
del cliente, fornendo un prodotto di qualità.
23
P.L. Floris, “Six Sigma. Organizzare l’azienda partendo dal cliente”, pag. 13-17. F. Angeli
24
A. Chiarini, “Sistemi di Gestione per la Qualità”, pag. 17, F. Angeli
25
A. Chiarini, “Sistemi di Gestione per la Qualità”, pag. 35-43, F. Angeli
26
B. E. Hayes, “Misurare la soddisfazione dei clienti”, pag. 19-24. F. Angeli
13
La fase successiva è lo sviluppo di modelli che mirino all’eccellenza qualitativa, basati
su un approccio di Qualità Totale rappresentato dal Total Quality Management, filosofia
evoluta all’interno della quale si sono sviluppate metodologie avanzate di sviluppo e
monitoraggio della qualità e di riorganizzazione aziendale, quali il Six Sigma, la Lean
Manufacturing, il Modello EFQM
27
.
DIMENSIONI DELLA
QUALITA’
• Qualità del prodotto/servizio
• Qualità dell’organizzazione
• Qualità come soddisfazione del
cliente
• Qualità come eccellenza
produttiva
DIMENSIONI DELLA
QUALITA’
• Qualità del prodotto/servizio
• Qualità dell’organizzazione
• Qualità come soddisfazione del
cliente
• Qualità come eccellenza
produttiva
MODELLI PER LA QUALITA’
• Certificazioni di prodotto
• Sistemi di Gestione per la
Qualità
• Metodologie di Total Quality
Management
MODELLI PER LA QUALITA’
• Certificazioni di prodotto
• Sistemi di Gestione per la
Qualità
• Metodologie di Total Quality
Management
Lusso estetico
Rispondenza
ai requisiti
Rispondenza
alle richieste
del cliente
Eccellenza
competitiva
Figura 3. Gli stadi evolutivi del concetto di Qualità
27
P.L. Floris, “Six Sigma. Organizzare l’azienda partendo dal cliente”, pag. 20-25. F. Angeli
14
Paragrafo 2.2 GLI STRUMENTI PER LA QUALITA’
Nel contesto attuale la sfida del mercato per le imprese, qualunque sia la loro struttura e
la loro dimensione, si traduce nella capacità d’innovazione, nella flessibilità dei processi e
nel miglioramento dell’efficienza organizzativa. Concetti questi che rientrano nel campo di
sviluppo della qualità all’interno delle aziende. Per garantire e verificare il livello di
qualità, le organizzazioni hanno oggi ha disposizione una lunga serie di strumenti più o
meno complessi, più o meno evoluti.
La fase iniziale per raggiungere un efficace risultato qualitativo consiste nella capacità
di adottare adeguati metodi per monitorare i singoli processi, in linea con la filosofia e la
realtà aziendale. Una volta definiti degli indicatori specifici per il processo, si possono
considerare diverse attività di monitoraggio, quali misure periodiche degli indicatori,
autovalutazione delle prestazioni dei processi, verifiche ispettive sui processi. In questo
senso alcune organizzazioni si sono dotate di veri e propri cruscotti aziendali, magari
inseriti in sistemi informativi di Business Intelligence
28
.
Le aziende che si dotano di un sistema qualità interno, ricercano strumenti semplici che
permettano loro di misurare l’andamento del processo e valutare il relativo impatto in
un’ottica complessiva di sistema, con un obiettivo primario finalizzato alla
massimizzazione dei risultati reddituali ottenibili dallo svolgimento di una definita attività
aziendale
29
.
La certificazione dei sistemi organizzativi primari risulta l’elemento cardine per
garantire la bontà dei processi. Negli ultimi anni il mondo delle imprese, sia manifatturiere
che di servizi, sia pubbliche che private, è stato protagonista della rivoluzione inerente la
certificazione di qualità che ha influenzato le strategie, le tecniche di conduzione
manageriale, il ruolo delle persone, l’approccio quotidiano alle attività che costituiscono i
processi aziendali. In uno scenario di continua evoluzione, sia dal punto di vista del
mercato che delle innovazioni tecnologiche, l’implementazione di un sistema qualità non
deve rappresentare solo un traguardo da raggiungere, ma il punto di partenza verso il
miglioramento continuo. Le ricerche dimostrano come siano evidenti i vantaggi generati da
un approccio di questo tipo
30
:
28
A. Chiarini, “Sistemi di Gestione per la Qualità”, pag. 182-185
29
S. Baraldi, “I sistemi di controllo e le sfide degli anni ‘90”, pag.56. G.Giappichelli
30
www.lacertificazione.net
15
9 Maggiore competitività garantita dal raggiungimento di standard qualitativi
9 Coinvolgimento e formazione del personale
9 Diffusione di una forte cultura aziendale
9 Focalizzazione sulle richieste e le attese del cliente
9 Miglioramento continuo dei processi garantito dalla costante valutazione interna
9 Ottenimento di un riconoscimento internazionale che assicuri la qualità dei
prodotti/servizi
9 Miglioramento continuo dei risultati aziendali
Tali risultati sono raggiungibili attraverso l’implementazione di sistemi basati su
strumenti e metodologie lavorative in linea con la realtà aziendale, e che rispecchino allo
stesso tempo gli otto principi fondamentali di gestione per la qualità
31
:
I. Orientamento al cliente
II. Leadership
III. Coinvolgimento del personale
IV. Approccio per processi
V. Approccio sistematico alla gestione
VI. Miglioramento continuo
VII. Decisioni basate su dati di fatto
VIII. Rapporti di reciproco beneficio con i fornitori
Le imprese che sviluppano sistemi di gestione per la qualità si affidano
prevalentemente all’utilizzo di strumenti base e strumenti intermedi. Gli strumenti base
sono semplici modelli che possono e devono essere conosciuti e applicati da tutto il
personale, mentre gli strumenti intermedi richiedono conoscenze più approfondite e
vengono applicati principalmente dai responsabili dei processi.
Oggi l’impetuosa diffusione dello strumento delle certificazioni, in particolare nel
nostro paese, ne ha causato inevitabilmente una perdita di valore. I clienti stessi non
sempre riescono più a cogliere differenze tra aziende certificate e non certificate. La realtà
di prodotti provenienti da paesi emergenti come la Cina ci porta a dire che mai come in
questo periodo la qualità è diventata una commodity, ossia un requisito di base per poter
entrare e restare sui mercati. La certificazione ha perso il suo originale significato di
31
A. Chiarini, “Sistemi di Gestione per la Qualità”, pag. 40
16
differenziale competitivo e serve soprattutto per essere presenti nel mercato dei fornitori,
ma non certo per essere scelti. Di conseguenza, in presenza di certificazione diffusa, per il
cliente la scelta torna ad essere legata al giusto rapporto qualità/prezzo
32
.
In un mercato caratterizzato da questa situazione, senza dimenticare il continuo
evolvere dei tempi e l’introduzione di tecniche e innovazioni sempre più sofisticate, le
organizzazioni adottano con sempre maggior frequenza strumenti avanzati per la qualità
che permettono di mirare all’eccellenza, rivoluzionando qualitativamente l’attività
dell’azienda
33
. Sono strumenti statistici che richiedono conoscenze specifiche e vengono
solitamente utilizzati da un team ristretto di risorse umane opportunamente formate, poste
alla guida dei processi per il miglioramento continuo. Essi si allineano alle logiche della
Qualità Totale, che, come già accennato, è un nuovo modo di gestire l’azienda che si sta
diffondendo sempre più negli ultimi anni, basato sulla soddisfazione finale del cliente
come obiettivo strategico prioritario. J. Feigenbaun
34
definisce infatti la qualità totale
come “un sistema per integrare le tecnologie della qualità in tutte le funzioni aziendali al
fine di raggiungere la soddisfazione del cliente”
35
.
L’idea di base consiste nel considerare il raggiungimento di livelli di redditività una
condizione necessaria ma non sufficiente per poter fare affidamento su una clientela
soddisfatta. Ciò è vero soprattutto assumendo come riferimento un orizzonte temporale di
breve periodo, dove anzi la massimizzazione di obiettivi di reddito può provocare
l’insoddisfazione del cliente finale. Nel medio-lungo periodo, invece, la massimizzazione
dei risultati economici è un obiettivo raggiungibile solamente nella misura in cui l’azienda
si dimostra in grado di mantenere una clientela fidelizzata nel tempo, in quanto la
soddisfazione del cliente diviene la causa dei livelli di redditività raggiunti da un’azienda.
L’obiettivo della soddisfazione del cliente esterno diviene necessariamente primario
rispetto all’obiettivo del profitto
36
.
32
Mario Gibertoni, “Six Sigma e azienda snella”, pag.7-8. Il Sole 24 Ore
33
www.ing.unimore.it
34
Consulente statunitense, membro onorario dell’America Society For Quality (“Total Quality Control”,
1951)
35
S. Biffignandi, D. Toninelli, “Strumenti per il controllo statistico in azienda”, pag-17.18. F. Angeli
36
S. Baraldi, “I sistemi di controllo e le sfide degli anni ‘90”, pag.55-57. G.Giappichelli
17