8
Introduzione
Perché studiare l’editoria spagnola?
A settembre dello scorso anno seguivo un corso di lingua spagnola all‟Università
di Zaragoza, in Spagna. Il corso comprendeva alcuni seminari di storia, arte e
letteratura spagnola del „900. Quello che mi ha colpito, nel frequentare le lezioni,
è stata la passione con la quale docenti e personale universitario parlavano della
propria cultura, come con una sorta di compiacimento nel raccontare se stessi.
Un popolo che ancora ricorda bene gli anni della dittatura e della censura, che
ancora mantiene viva la voglia e l‟esigenza di divertirsi (di ir de fiesta¸ come si
dice da quelle parti), il bisogno di rinascere culturalmente e soprattutto presentarsi
al mondo esterno, farsi conoscere, promuoversi in nome della democrazia
conquistata e ritrovata. Negli ultimi anni il Ministero della Cultura Spagnola si sta
attivando su più fronti per la promozione della lingua e della cultura spagnola
all‟estero, di cui il libro è veicolo fondamentale.
In virtù di quanto appena detto, potrei quasi affermare che il mio interesse nei
confronti della realtà editoriale spagnola sia stato quasi indotto, come presentatosi
prepotentemente alla mia attenzione, attraverso la passione intellettuale di un
9
docente spagnolo che ha saputo suscitare e alimentare la mia curiosità sulla
cultura nazionale.
Un interesse personale dunque, a cui è seguita qualche riflessione più pratica e
razionale: messa da parte la curiosità individuale, quali potrebbero essere le
motivazioni obiettive per realizzare in Italia uno studio sull‟editoria spagnola?
Lo spagnolo è una delle lingue più diffuse al mondo: è l‟idioma di più di 400
milioni di persone e lingua ufficiale in più di venti paesi, principalmente in
America Latina. Divenuta la seconda lingua in Brasile e rafforzatasi anche negli
Stati Uniti dove, seguendo le tendenze in corso, si prevede che nel 2050 il 25%
della popolazione totale sarà di madrelingua spagnola. Quanto al mondo del libro,
nel 2003 la Spagna è risultata la quarta industria editoriale a livello mondiale, con
un fatturato che ha sfiorato i 2.800 milioni di euro.
In questi anni di mobilità, di sempre maggiore apertura delle frontiere, di
condivisione di obiettivi e risorse, non è mai superfluo conoscere chi fa parte del
nostro mondo. Uno sguardo globale ai sistemi editoriali dei Paesi europei ci fa
capire che nel complesso le dinamiche di base, le tendenze del settore, i problemi
e i dibattiti, seppur nelle singole diversità accomunano un po‟ tutti. Conoscere
l‟altro, sapere come altrove vengono affrontate e risolte determinate questioni è
utile per riflettere su se stessi.
Anche le frontiere del libro sono ormai infrante: i processi di concentrazione in
atto passano per la trasnazionalizzazione; grandi gruppi editoriali operano ormai
in modo trasversale in più Paesi, europei e non. Quanto al rapporto Spagna-Italia
non è superfluo sottolineare le implicazioni, nate già negli anni ‟80, delle nostre
De Agostini e Mondadori con il colosso editoriale spagnolo Planeta e il gigante
tedesco Bertelsmann (che possiede Plaza-CirculodeLectores, terzo gruppo
spagnolo).
In Italia poi vi è una buona accoglienza di autori spagnoli: siamo infatti il quarto
Paese verso il quale si esportano più libri spagnoli e il quinto nella classifica dei
paesi da cui si importa, preceduto soltanto dai forti mercati inglese, francese e
tedesco.
10
Il mondo del libro spagnolo dunque, non è poi così lontano a noi, e in fondo anche
tanti aspetti e abitudini culturali ci accomunano, e il progressivo aumento del
flusso turistico tra i due paesi ne è concreta dimostrazione.
A rafforzare le mie convinzioni nell‟intraprendere questo tipo di studio, una
sorprendente constatazione: alla ricerca di bibliografia o statistiche relative al
mondo del libro spagnolo è infatti seguita la scoperta che in Italia vi è una quasi
totale assenza di tale materiale, non solo sotto forma di traduzioni ma anche in
lingua originale. Ho successivamente riscontrato che perfino in Spagna manca
ancora una forte tradizione di ricerca sul settore, per cui è forse comprensibile
l‟assenza di documenti all‟estero. Ma lì importanti passi sono stati fatti: studi,
indagini statistiche, congressi, stanno arricchendo la bibliografia di settore; i tempi
sono dunque maturi affinché questa venga rielaborata ed esportata al di là delle
frontiere nazionali.
Il mio studio dunque, vuole essere un modesto contributo in questo senso. Un
input affinché ci si apra ad un panorama così vicino a noi ma così poco studiato.
La prima parte del lavoro vuole offrire un quadro d‟insieme del sistema editoriale
spagnolo, attraverso necessari cenni storici relativi agli eventi dell‟ultimo secolo,
di cui la situazione attuale è inevitabilmente frutto; attraverso l‟esposizione di dati
e cifre relativi alla produzione, al mercato e agli editori che vi operano; infine
attraverso una descrizione del panorama editoriale e della sua evoluzione negli
ultimi vent‟anni, che hanno visto la formazione di grandi gruppi e una tendenza
alla concentrazione e alla mercificazione del libro, in nome di quella opinabile
modernità che caratterizza un po‟ tutti i sistemi editoriali europei e mondiali.
La seconda parte riguarda i circuiti che il libro attraversa dall‟editore al lettore:
mercati nazionali ed esteri, canali di distribuzione, circuiti commerciali quali fiere
e premi letterari, e non ultimo l‟universo dei lettori, unico vero motore dell‟intero
sistema. Una serie di dati e riflessioni che vogliono contribuire ad offrire una
conoscenza quanto più completa possibile del mondo del libro spagnolo.
11
Infine l‟ultimo capitolo è dedicato ad una esperienza concreta, quella della casa
editrice Jaguar SA, piccola-media impresa familiare nella quale ho avuto
l‟occasione di trascorrere qualche settimana per comprenderne i meccanismi di
funzionamento, osservarne l‟attività e discutere e riflettere con il suo editore sulle
caratteristiche e le problematiche di una piccola realtà editoriale che opera nello
scenario del libro spagnolo.
Conoscere l‟altro aiuta a conoscere se stessi. L‟obiettivo di questo studio è quello
di offrire una modesta panoramica del mondo del libro spagnolo dalla quale trarre
spunti, suggerimenti, occasioni di collaborazione, prospettive future.
Premessa metodologica: tipologie di ricerca e fonti
Il presente lavoro nasce con l‟intento di offrire una panoramica globale del settore
editoriale spagnolo, con uno sguardo alla sua evoluzione negli ultimi venti anni,
una messa a punto della situazione attuale, un tentativo di delinearne le
prospettive future.
Uno studio realizzato con un duplice approccio: da una parte un‟analisi
quantitativa, per dare l‟idea delle cifre, delle dimensioni e della struttura
dell‟industria editoriale spagnola; dall‟altra vuole essere una finestra aperta sul
mondo del libro spagnolo, su quelli che sono i problemi e i temi più dibattuti del
settore.
La raccolta dei dati è stata effettuata attraverso quattro tipologie di ricerca:
- una raccolta di dati quantitativi estrapolati da una serie di studi e rapporti di
cui si preciserà di seguito;
- una ricerca bibliografica, centrata prevalentemente su testi di autori spagnoli;
- un esame attento in prospettiva diacronica della rivista Delibros, specializzata
in editoria, i cui esaurienti e accurati dossier permettono di ricavare una
12
visione globale ma dettagliata del settore oltre a fornire importanti indizi di
quelli che sono i temi o i problemi più sentiti e dibattuti negli ultimi anni;
- una ricerca sul campo svolta in parte alla Fiera del Libro di Madrid,
importante appuntamento del settore a livello nazionale, che mi ha consentito
di toccare con mano la realtà editoriale studiata, attraverso colloqui e scambio
di opinioni con esponenti del mondo del libro spagnolo, dai piccoli editori ai
librai; oltre ai contatti in Fiera, rientrano nella ricerca sul campo una serie di
incontri con l‟editore e il personale dell‟editrice Jaguar SA, una casa editrice
di medie dimensioni presso la quale ho potuto concretamente osservare e
comprendere cosa significa per una piccola-media editrice operare sul mercato
del libro spagnolo.
L‟analisi quantitativa.
Chiunque intenda studiare lo sviluppo e la crescita dell‟industria editoriale
spagnola durante un determinato periodo, constaterà inevitabilmente che fino a
qualche tempo fa i dati quantitativi disponibili erano pochi e confusi: differivano
secondo le fonti, si sovrapponevano spesso a giudizi e opinioni arbitrari, e
l‟accesso alle scarse informazioni disponibili prevedeva in ogni caso un cammino
tortuoso. Fino alla fine degli anni „80 infatti, gli studi e i dati sul settore editoriale
spagnolo erano nel complesso parziali e spesso contraddittori. Mancavano
informazioni descrittive e valutazioni critiche con le quali elaborare prospetti e
proiezioni che permettessero di conoscere la realtà economica dell‟edizione.
Imprese e responsabili sembravano avere una reale ossessione a proteggere i
propri dati per evitare di dare anche un solo minimo indizio alla concorrenza.
Un‟attitudine che riguarda certamente anche gli altri settori industriali, ma pochi
come quello dell‟industria editoriale hanno intrapreso così tardi il cammino di una
salutare anche se modesta analisi introspettiva. Un cammino divenuto necessario
per far fronte ad una fase in cui il libro rischiava una profonda crisi, il cui
superamento esigeva un cambio di mentalità, una riflessione sul valore del libro e
sulle modalità di vendita sul mercato senza che perdesse la sua natura intrinseca di
prodotto culturale.
13
Fino ad allora le informazioni disponibili, e spesso opinabili, sulle cifre di
fatturato, sulla produzione e sulla struttura del settore editoriale spagnolo,
provenivano sostanzialmente dal Deposito Legale, dell‟Agenzia ISBN spagnola,
dall‟Istituto Nazionale di Statistica (INE) e dai dati relativi al commercio estero.
In quegli anni di presa di coscienza che qualcosa di più andava fatta furono
avviate una serie di iniziative che sfociarono anzitutto in incontri tra addetti ai
lavori, tra i più mediaticamente risonanti quelli annuali all‟Università Menèndez
Pelayo; seguirono Giornate del libro, studi e pubblicazioni preziose, tra le quali
vanno rilevate le “Panoramiche” del Ministero della Cultura, gli studi di
FUINCA
1
, inchieste sulle abitudini di lettura, pratiche e consumo culturale degli
spagnoli, studi di mercato promossi da FANDE
2
e CEGAL
3
, congressi di editori,
Piani di sviluppo dell‟industria e del commercio del libro e infine i rapporti della
SGAE, Società degli Autori Spagnoli, sulle abitudini di consumo culturale.
Finalmente, nel 1988, dopo anni di rapporti parziali, spesso contraddittori,
modesti strumenti di studio poco adeguati a conoscere il settore editoriale, la
FGEE, Federaciòn de Gremios de los Editores Españoles, inizialmente con il
sostegno della Direzione Generale del Libro e successivamente di altre istituzioni,
inaugurò una serie di studi sul mercato interno del settore editoriale spagnolo,
Estudios sobre el mercado interior del sector editorial, che poco a poco sono stati
riconosciuti come una utile iniziativa che di anno in anno offre una valida
panoramica della situazione editoriale del paese.
Oggi disponiamo anzitutto di uno studio rigoroso, pubblicato nel giugno del 2000
dalla stessa FGEE, che raccoglie i dati pubblicati nei suddetti rapporti dal 1988 al
1998; la raccolta Diez años de Commercio interior del libro en España, è un
felice complemento ad altri studi e pubblicazioni che oggi offrono dati precisi e
comprovati sull‟industria editoriale spagnola: le Panoramiche annuali del
Ministero della Cultura e i rapporti annuali sul commercio estero, Commercio
Exterior del Libro, realizzati dalla Federazione Spagnola delle Camere del Libro.
Finalmente è superata una tappa caratterizzata da cifre approssimate e realtà
quantitative confuse e contraddittorie.
1
FUINCA: Fundaciòn para el fomento de la Informaciòn Automatizada
2
FANDE: Federaciòn de Asociaciones Nacionales de Distribuidores de Ediciones
3
CEGAL: Confederaciòn Española de Gremios y Asociaciones de Libreros
14
Diez años de Commercio interior del libro en España,1988-1998, fu inizialmente
redatto attorno a quattro temi riguardanti il periodo 1988-89:
- dati generali delle imprese (anno di fondazione, numero di impiegati e ruoli,
editrice indipendente o integrata in un gruppo o holding);
- tipo di pubblicazioni o aree tematiche (numero di titoli in catalogo: totale, per
tipo di opera, per materia; volume di produzione);
- commercializzazione (fatturato, ambito di vendita, canali di vendita, etc..);
- promozione e pubblicità nel mercato interno (cifra di investimento e mezzi
utilizzati per la promozione).
Temi che sono stati poi modificati, ampliati, rivisti, nelle edizioni successive.
La principale fonte di informazioni è costituita dalle imprese associate alle FGEE,
con una percentuale di risposta che ruota intorno al 60-70% dell‟intero universo
editoriale
Le informazioni raccolte nello studio sono state ricavate da un questionario
inviato per posta alle case editrici. I questionari che sono serviti come base di ogni
successiva edizione sono stati realizzati in stretta collaborazione con gli editori
che partecipano alla Commissione del commercio interno del libro della FGEE;
la struttura base dei questionari è stata progressivamente modificata e perfezionata
rispetto alla prima edizione, con l‟inserimento di elementi nuovi e l‟eliminazione
o la modifica di altri elementi che figuravano nelle edizioni precedenti.
Per poter assicurare la riservatezza, le imprese rimettevano i questionari
completati a un notaio che procedeva alla separazione dei dati suscettibili di
permettere al gruppo di ricercatori l‟identificazione dell‟editrice. Le risposte e le
informazioni fornite dalle imprese sono state sottoposte a un processo di verifica
quanto a coerenza e omogeneità dell‟interpretazione del questionario da parte
degli intervistati. La mancanza e l‟omissione di dati è stata risolta attraverso
estrapolazioni e stime calcolate in base alle risposte di altre imprese editrici con
caratteristiche simili (dimensioni, volume di produzione, fatturato,
specializzazione editoriale, localizzazione geografica, etc..). Oggi la raccolta e
verifica dei dati è più semplice, non solo perché le imprese sono meno diffidenti,
15
ma anche perché gran parte dei dati utilizzati sono pubblici e disponibili, ad
esempio, nel Centro de Balance
o in altri registri più o meno accessibili.
Scarno sul piano descrittivo, ma contente 19 grafici e 23 tabelle, lo studio
fornisce indicazioni e dati significativi su quasi tutti gli aspetti rilevanti
dell‟edizione spagnola tra il 1989 e il 1998. Le informazioni di maggiore interesse
sono quelle relative alle imprese (impianti e dimensioni), alla produzione (numero
di titoli per anno, tirature medie, edizioni su altri supporti), all‟evoluzione dei
titoli in catalogo, alle cifre di fatturato e ai canali di commercializzazione.
Il rapporto “Dieci anni di commercio interno del libro in Spagna 1988-1998” è
dunque la fonte principale per lo studio diacronico ed evolutivo del settore. Ad
essa si affiancano gli ultimi studi della FGEE, dal 1999 all‟ultimo pubblicato,
Estudio del Commercio Interior del Libro en España 2003 (ECI-03). Lo studio
relativo al 2004 sarà presentato in occasione di LIBER 2005, Fiera del Libro
spagnolo, in programma dal 12 al 15 ottobre a Madrid. Pertanto i dati e le
riflessioni di questo lavoro sono da considerarsi valide fino a dicembre del 2003.
Complemento agli studi della FGEE sono i dati dell‟ ISBN spagnolo, necessari
per un panorama più completo. La FGEE infatti, esclude dal proprio studio le
imprese non associate, che tuttavia non sono tante, ma anche le amministrazioni
pubbliche, gli autori-editori e tutte le pubblicazioni non a fini di lucro. Queste
esclusioni non minano certamente la rappresentatività dell‟universo editoriale
contemplato negli studi della FGEE, ma in alcuni ambiti possono generare cifre
leggermente diverse. E‟ il caso ad esempio della cifre legate alla produzione che,
come si dirà nel paragrafo ad essa dedicato, variano lievemente tra i due studi.
Gli altri rapporti utilizzati a complemento degli studio della FGEE sono:
- le “Panoramiche” del Ministero della Cultura;
- le statistiche contenute nel rapporto Estudio Commercio Exterior 2003 della
FEDECALI, Federaciòn de Càmaras del Libro;
16
- le cifre del IX Estudio de Perfil del Sector de la Distribuciòn de Libros
y Publicaciones Periodicas (IX-PDIS), commissionato da FANDE,
associazione dei distributori spagnoli;
- i rapporti di CEGAL, Confederaciòn Española de Gremios y Asociaciones de
Libreros, sulla situazione delle librerie in Spagna: Mapa de librerias 1998 e
2003;
- il Barometro di lettura e acquisto dei libri della stessa FGEE: Habitos de
lectura y compra de libros en España 2004.
La ricerca bibliografica.
La ricerca bibliografica ha riguardato essenzialmente testi di autori spagnoli, la
cui raccolta è stata effettuata direttamente in Spagna. Il panorama bibliografico
italiano include infatti ben poco sull‟editoria in Spagna: vi è quasi totale assenza
sia di testi italiani con riferimento al mondo del libro spagnolo, sia di materiale
spagnolo, tradotto o in lingua. Di qui la necessità di recarsi sul posto. Alla
bibliografia spagnola si affiancano saggi e monografie di autori stranieri che, pur
non riguardando nello specifico il settore editoriale spagnolo, hanno suscitato
dibattiti e riflessioni tra i professionisti spagnoli del mondo del libro,
influenzandone in alcuni casi opinioni e operato.
E‟ interessante rilevare come a fronte di un buon numero di monografie che
trattano del settore editoriale da un punto di vista storico e diacronico, vi siano
pochi testi che abbracciano un punto di vista più tecnico. Un vuoto colmato
tuttavia dalla rivista Delibros, rivista del libro, fondata nel 1988, ricca di dati
quantitativi e importanti riflessioni e prospettive derivanti dai dibattiti e dalle
testimonianze degli addetti al settore, riportate in esaurienti e dettagliati Dossier.
Per la bibliografia completa si rimanda alle pagine finali.
La ricerca sul campo.
Di fondamentale importanza, soprattutto a livello personale, è stata l‟occasione di
partecipare alla Fiera del Libro di Madrid, svoltasi tra il 27 maggio e il 12 giugno
17
2005. Storico appuntamento annuale della capitale spagnola dove ho avuto la
possibilità di parlare direttamente con editori e librai madrileni e non solo, di
osservare il pubblico di lettori spagnoli, di toccare con mano quanto
precedentemente studiato su libri, riviste e studi vari; è stata l‟occasione per
entrare nell‟ottica del settore, discutere e comprendere da vicino lo stato attuale
dell‟editoria libraria spagnola.
La ricerca sul campo ha riguardato anche una serie di incontri con l‟editore e
fondatore e con il personale della casa editrice Jaguar SA, piccola-media azienda a
base familiare, che opera soprattutto nell‟ambito del turismo, dell‟ autoayuda, del
cinema e del tempo libero.
Incontri che mi hanno permesso di entrare nel cuore di una editrice di modeste
dimensioni e osservare e comprendere concretamente cosa vuol dire lavorare e
operare da piccolo-medio editore all‟interno del mondo editoriale spagnolo.
18
CAPITOLO 1.
IL SISTEMA EDITORIALE
IN SPAGNA
19
1.1
Struttura e composizione del sistema editoriale
spagnolo
1.1.1. Tappe principali dell‟evoluzione del settore editoriale
spagnolo nel „900
Le radici della realtà editoriale spagnola risalgono ai secoli diciottesimo e
diciannovesimo; tuttavia non è necessario guardare così lontano per comprendere
il funzionamento e i problemi attuali del settore. Senza dubbio infatti, è la guerra
civile del 1936, con il suo svolgersi e le sue conseguenze, a tracciare una
importante e decisiva linea divisoria negli sviluppi storici non solo dell‟attività
editoriale, ma della realtà spagnola in tutti i suoi aspetti economici, sociali e
culturali.
Prendendo dunque come riferimento quest‟evento che ha segnato la storia della
Spagna del ventesimo secolo, possiamo individuare cinque tappe nell‟evoluzione
dell‟editoria spagnola del „900: una precedente alla guerra civile, le altre quattro
successive, fino ai giorni nostri.
Nei primi trent‟anni del secolo l‟editoria spagnola continuò a consolidare i
risultati precedentemente raggiunti, attraverso firme già consacrate (Rivadeneyra,
Calleja, Muntaner y Simòn, Cernendo) e la fondazione di altri notevoli marchi
come Renacimiento e Aguilar; limitata ma costante fu la crescita dei titoli e
intanto permaneva la coincidenza del lavoro di editore con quello di tipografo e
libraio.
Le vicende della guerra civile lasciarono l‟industria editoriale in una
situazione critica: il panorama del 1939 era desolante, buona parte delle editrici
che esistevano già prima della guerra non erano in condizioni di portare avanti la
20
loro attività; mancava la carta, erano sempre più frequenti le restrizioni di energia
elettrica e si era creato un grande vuoto nel mondo delle lettere: molti scrittori
erano morti, tanti altri costretti all‟esilio, chiusi in carcere o condannati al silenzio.
Nell‟aprile del 1938 era stata infatti emanata una Legge sulla Stampa, vincolata al
Codice Militare e ispirata ai modelli fascisti, che rimase in vigore in Spagna per
vent‟otto anni, fino al 1966, anno in cui fu approvata la nuova Legge sulla Stampa
di Manuel Fraga Iridarne.
La legge del 1938 prevedeva che la diffusione della cultura fosse soggetta ad uno
stato di controllo permanente, affinché aderisse alla “nuova cultura” del regime e
non diffondesse idee che potessero minare i principi del Movimento Nazionale
Franchista. Il sistema di censura prevedeva anzitutto la messa al bando delle
edizioni in qualunque lingua che non fosse il castigliano; inoltre suddivideva i
libri censurabili in due gruppi: quelli proibiti in modo definitivo e permanente,
che comprendevano tutte le opere in contrasto col Movimento Nazionale:
anticattoliche, teosofiche, occultiste, massoniche, avverse a stati amici, scritte da
autori apertamente avversi al regime, e ancora opere di divulgazione di temi
sessuali, antibelliche, antifascista, marxiste, anarchiche, separatiste, e così via;
tutti i titoli che rientravano in queste categorie venivano improrogabilmente
distrutti. Il secondo gruppo comprendeva invece i libri proibiti solo
temporaneamente, ovvero testi non politici ma scritti da autori contrari al
Movimento o la cui situazione nei confronti dello stesso non era ancora chiara e
definita. La Legge includeva liste orientative di autori proibiti ed ogni editore fu
tenuto a presentare, entro 48 ore dall‟emanazione del decreto, una lista di tutto
quanto pubblicato dall‟inizio della Guerra Civile.
Il sistema di censura rimase in vigore fino al 1976, anche se già negli anni
sessanta, con l‟introduzione della Legge Fraga, cominciò ad ammorbidirsi, e fu
affidato, nel corso degli anni, a diverse istituzioni: ora al Ministero dell‟Interno,
ora a quello dell‟Educazione; per un periodo se ne occupò la vicesegreteria dell‟
Educazione Popolare della Falange, in altri anni il Ministero dell‟Informazione e
del Turismo. Con la legge Fraga, la censura da previa divenne “volontaria”, ma fu
necessario aspettare gli anni della democrazia per avere una reale libertà di
espressione.
21
La onnipresenza della censura, la scarsezza della carta e le difficoltà proprie di
una società “controllata” caratterizzano i primi tempi dell‟edizione spagnola del
dopoguerra, aggravata dall‟isolamento in cui la Spagna si ritrovò a seguito delle
posizioni prese durante il Secondo Conflitto Mondiale. Furono insomma anni
grigi, anni in cui il libro era considerato dal regime un “oggetto sospetto”.
Tra il 1940 e il 1960 cominciava la ricostruzione del settore editoriale,
come anche degli altri, in un periodo di grande penuria economica e ideologica al
tempo stesso. La scarsità di risorse, carta anzitutto, le limitazioni e il controllo
esercitate dalla censura sull‟attività editoriale e la debolezza generale dei mercati
in un paese impoverito e chiuso al mondo esterno, fecero sì che il settore
editoriale diventasse riflesso della divisione del paese. Da una parte gli editori che
aderirono al nuovo regime, ricevendone benefici in cambio dell‟asservimento, e
dall‟altra quelli che, rifiutandosi di stare in linea con il sistema dittatoriale, posero
il loro lavoro al servizio dello sviluppo di una coscienza sociale che si opponesse
ad esso. Una terza categoria era poi rappresentata da coloro i quali, costretti
all‟esilio, soprattutto in Argentina e Mexico, decisero di fondare proprie case
editrici in quei Paesi, continuando così la propria attività editoriale e favorendo tra
l‟altro l‟esportazione della letteratura spagnola.
Negli anni cinquanta le cose cominciarono a cambiare: il paese usciva lentamente
dal suo isolamento e il fantasma della miseria e dei tempi bui si allontanava,
anche grazie alla nuova generazione di intellettuali che, non avendo vissuto la
Guerra Civile, si faceva promotrice di una cultura più aperta e positiva.
Una serie di eventi politici , dal Congresso Eucaristico celebrato a Barcellona
(1952) all‟ingresso della Spagna nelle Nazioni Unite (1955), e culturali, dalla
premiazione a Cannes del film Bienvenido Piano Marshall di Luis Garcìa
Berlanga (1953) al conferimento del Premio Nobel per la Letteratura a Juan
Ramòn Jimènez (1956), posero fine all‟isolamento del Paese.
Il sorgere di alcune riviste lontane alla Falange e le manifestazioni degli studenti
universitari nel 1956, erano invece sintomi del distacco dal franchismo di un certo
settore della gioventù spagnola. Tali manifestazioni dimostravano che, nonostante
la pretesa del regime franchista di mantenere accesa la fiamma di un perpetuo
22
confronto tra vincitori e vinti, vi era una buona parte dei figli di questi o quelli che
si rifiutava di accettare la drammatica divisione del paese e pretendeva di unirsi
per conquistare all‟unisono uno spazio di libertà.
L‟attività del mercato editoriale seppur in leggera ripresa rimaneva comunque
frammentata e debole, con una produzione annuale media del periodo stimabile
come inferiore ai 4.000 titoli, per cui non ebbe rilevanza come sub-settore
economico.
Tra il 1961 e il 1975 ebbe luogo il primo impulso espansivo del settore,
grazie al decollo economico favorito dal cosiddetto Piano di Stabilizzazione e
Liberalizzazione
(1959) e alla relativa apertura ideologica della Legge Fraga per
la stampa e l‟editoria
(1966), che aboliva la censura previa lasciando cadere sugli
editori la piena responsabilità di quanto pubblicavano.
Crebbe così la varietà nell‟offerta di titoli e migliorarono le condizioni della
domanda nel mercato interno come in quello esterno. Si realizzarono fusioni e
acquisizioni interne, sforzi congiunti da parte di diversi editori per migliorare il
settore della distribuzione che si trovava in una situazione disorganizzata e debole,
e iniziative commerciali con forti appoggi pubblicitari, come la Biblioteca Basica
Salvat dei libri di RTV (Salvat Editores e Alianza Editorial, 1969). Giunse in
Spagna la firma tedesca Bertelsmann, che fondava Circulos de Lectores (1962),
per la vendita diretta, e Printer, come appoggio a quest‟ultima per la produzione
dei libri: due imprese che raggiungeranno in futuro risultati importanti.
Gli anni settanta furono caratterizzati dalla presenza di Carlos Barral, vivace
editore ed esponente principale della gauche divine, gruppo di intellettuali,
creatori, imprenditori ed esteti, che a partire dagli anni sessanta si riunirono alla
discoteca Boccaccio di Barcellona, dando vita a vivaci dibattiti culturali da cui
emergevano nuove tendenze letterarie, molte delle quali sono ancora oggi vive,
anche se in toni minori.
Attraverso l‟editrice Seix Barral, Carlos contribuì a vivacizzare il panorama
letterario, diffondendo la corrente del così detto “realismo sociale” e
promuovendo il boom latinoamericano; curò inoltre lo sviluppo di preziosi
contatti con i più prestigiosi editori europei attraverso i celebri incontri di