™ le modalità di rapporto tra proprietà e management in un sistema
capitalistico.
Le filosofie dell’informatica sono soggette alle influenze sociali e
organizzative del loro periodo storico. Negli anni ’60, quando il controllo
aziendale era molto centralizzato e le informazioni erano generalmente
erogate dall’alto al basso, i sistemi informatici presentavano architetture
proprietarie, chiuse non standard e programmi, assistenza, apparati erano
fortemente accentrati. Negli anni ’80, con il nascere della micro-
imprenditoria e lo sviluppo della piccola-media impresa, si svilupparono
architetture standard (i cd. Sistemi Aperti), i calcolatori personali; mentre i
grandi elaboratori si organizzavano per raggiungere sedi decentrate cui
era delegata una quota di autonomia e potere. Oggi, con lo sviluppo
dell’orientamento al cliente (Customer Satisfaction) e in relazione al
potenziamento di calcolo delle workstation, il rapporto di forza tra periferia
e centro si è in molti casi invertito e il centro è diventato da produttore a
supervisore o consulente delle informazioni/decisioni periferiche; così, si è
sviluppata l’architettura delle reti ed il modello client-server.
Tale architettura ha rovesciato la “piramide”: i PC sono clienti che
elaborano, organizzano e manifestano esigenze particolari, mentre il
centro è rappresentato da una catena gerarchica di serventi, calcolatori
che non fanno altro che fornire un servizio ai clienti.
In questo modo sono diminuiti gli smodati investimenti unitari in sistemi
di un tempo, ma si sono moltiplicate le voci di spesa: ad ogni singolo
utente va addebitato il costo della workstation, quello del software, una
percentuale della più o meno costosa infrastruttura di rete e delle spese
per la sua amministrazione, alle quali vanno il più delle volte aggiunti i
costi di un mainframe per i database centralizzati.
Nelle organizzazioni il rovesciamento della “piramide” ha fatto
emergere la necessità di semplificazione e della conseguente
compressione gerarchica, portata su due-tre livelli. Si evidenziano in
maniera sempre più marcata due caratteristiche di questa nuova fase
storica:
™ il decentramento delle responsabilità in presenza di flessibilità, mobilità
e leggerezza organizzativa,
™ l’incentivo allo sviluppo della differenza di competenze e pratiche di
lavoro.
1.2.EVOLUZIONE DEI SISTEMI APPLICATIVI
GESTIONALI
L’evoluzione della visione dell’impresa da insieme di unità più o
meno strettamente governate dal centro a reticolo di nodi autonomi, dalla
cui interazione dipende il risultato finale, è sicuramente responsabile del
ruolo strategico che le tecnologie dell’informazione hanno acquisito nel
tempo. Con l’analisi dell’evoluzione dell’informatica aziendale si può
osservare come il primo tipo di supporto offerto dalle tecnologie
dell’informazione ad esigenze di coordinamento abbia avuto per oggetto le
attività a maggior grado di strutturazione e ripetitività: attraverso le
tecnologie di elaborazione elettronica dei dati (Edp), l’Information
Tecnology ha consentito drastiche riduzioni dei costi di gestione delle
attività maggiormente utilizzate mediante procedure come fatturazione,
lancio degli ordini di acquisto, amministrazione delle procedure, ed
assicurava una migliore qualità ed una qualche forma di trasferibilità
dell’architettura informativa aziendale.
Negli anni ’70 l’IT ha cominciato ad offrire soluzioni al management
impegnato nella programmazione e nel controllo operativo delle attività e
risorse aziendali. In un contesto gerarchico sostanzialmente caratterizzato
da elevata parcellizzazione e sequenzialità, i sistemi informativi per il
management ( MIS ) supportavano la programmazione e l’analisi delle
scelte di gestione delle diverse funzioni aziendali attraverso la produzione
di report per le principali direzioni ed unità aziendali.
In seguito, alle tecnologie dell’informazione si è chiesto di aiutare
persone ed unità a coordinarsi reciprocamente all’interno di meccanismi a
basso grado di formalizzazione e con tempi di interazione e di
adattamento molto brevi, come il supporto dai gruppi di lavoro, comitati,
task force operanti in azienda. ( FIG.01).
Le tecnologie dell’informazione sono poi venute acquisendo
ulteriore criticità in tutti quei casi in cui la soluzione organizzativa adottata
ridimensioni l’autorità funzionale del responsabile di risultato, al quale si
chiede di coordinare l’azione di risorse che dipendono da lui
gerarchicamente o comunque non in modo esclusivo. Alle tecnologie
dell’informazione si chiede di integrare non solo differenti classi di dati
legati alle transazioni tra unità, ma anche modelli di rappresentazione
diversi perché sviluppati localmente in diversi punti dell’organizzazione.
Dall’integrazione di dati e modelli cognitivi discende in buona misura la
capacità di coordinamento dei componenti. Le tecnologie dell’informazione
devono sia offrire adeguato sopporto alle decisioni locali sia supportare la
gestione delle interdipendenze tra i diversi nodi del reticolo aziendale: a
livello personale, infra-aziendale ed interaziendale. Inoltre, le tecnologie
dell’informazione possono essere determinanti per il governo delle
interdipendenze operando su diversi piani: il piano dell’integrazione tra fasi
della catena del valore, il piano dell’integrazione funzionale, il piano
dell’integrazione delle attività operative, il piano dell’integrazione dei
sistemi di programmazione e controllo, il piano dell’integrazione cognitiva
in fase di sviluppo degli applicativi. (FIG.02).
LIVELLO DEGLI INVESTIMENTI IN TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE
(Fig. 01)
BASSO ALTO
ANNI 50/60 70 80 90
FASE I
INTRODUZIONE
ANNI 50/60
Facilitazione
delle tecnologie
dell’informazione
Natura delle applicazioni
⌢ Paghe e stipendi
⌢ Contabilità clienti
fornitori
⌢ Fatturazione
ATTIVITÀ A MAGGIOR
GRADO DI
STRUTTURAZIONE E
RIPETITIVITA’
FASE II
ESPANSIONE
ANNI 70
Impiego diffuso
delle tecnologie
dell’informazione
Natura delle applicazioni
⌢ Gestione
tesoreria
⌢ Contabilità
generale
⌢ Budgeting
⌢ Analisi progetti di
investimento
⌢ Analisi revisionali
⌢ Gestione ordini
⌢ Controllo
magazzini
IMPIEGO DELLE
TECNOLOGIE
INFORMATICHE
ANCHE AD ATTIVITA’
MENO STRUTTURATE
FASE III
CONTROLLO e
RAZIONALIZZAZIONE
ANNI 80
Gestione selettiva
impiego tecnologie
dell’informazione
Natura delle applicazioni
⌢ Integrazione fra
sistema
contabile
e sistemi
operativi alimentati
⌢ Integrazione
fra sistema
civilistico
e sistema
gestionale
⌢ Unificazione
basi di dati
e gestione unitaria
dei processi di
trattamento dati
IMPORTANZA ALLA
GESTIONE DEL
PATRIMONIO
AZIENDALE DEI DATI.
PRIMI INTERVENTI DI
PROGETTAZIONE DEL
SISTEMA I
NFORMATIVO
FASE IV
MATURITA’
ANNI 90
Estensione impiego
delle tecnologie
dell’informazione
Natura delle applicazioni
⌢ Modelli
di simulazione
⌢ Modelli
di pianificazione
finanziaria
⌢ Sistemi
di integrazione
on-line
IMPORTANZA
DELL’INTEGRAZIONE
FRA PROCEDURE E
SISTEMI
APPARTENENTI
AD AREE FUNZIONALI
DIVERSE
STRATEGIE BASATE
SUL
MIGLIORAMENTO
CONTINUO
- MODELLO
GIAPPONESE DEL
KAIZEN -
OBIETTIVI:
⌢ TEMPO
⌢ QUALITA’
STRATEGIE DEL
BREAKTROUGH
- SINTESI DEI
MODELLI VERSO
L’AZIENDA RAPIDA
E SNELLA -
OBIETTIVI:
⌢ QUALIT
A’
⌢ COSTI
⌢ TEMPO
STRATEGIE DI
LEADERSHIP SU UN
FATTORE
COMPETITIVO
- TEOREMA DEL
TRADE-OFF DI
STAMPO AMERICANO
OBIETTIVI:
⌢ QUALITA’
⌢ COSTI
(Fig. 02)
TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE
GOVERNO DELLE
INTERDIPENDENZE
AZIENDALI
INTEGRAZIONE TRA
FASI DELLA CATENA
DEL VALORE
INTEGRAZIONE TRA
FUNZIONI
INTEGRAZIONI DELLE
ATTIVITÀ
OPERATIVE
INTEGRAZIONE DEI
SISTEMI DI
PROGRAMMAZIONE E
CONTROLLO
INTEGRAZIONE
COGNITIVA IN FASE DI
SVILUPPO
DEGLI APPLICATIVI
E.R.P.
Entreprise Resource
Planning
Il piano dell’integrazione tra fasi della catena del valore ha per
oggetto i flussi informativi che connettono le diverse unità operative
nell’azione di generazione di valore per il cliente. È esplicito il ruolo
decisivo dell’integrazione informativa nell’accorciamento dei tempi di
attraversamento e nella riduzione dei ritardi che si collocano tra le diverse
fasi di un processo: l’obiettivo è un accorciamento dei tempi di ciclo, una
maggiore flessibilità ed una migliore efficacia, cioè un miglioramento
continuo e globale dell’offerta rivolta al cliente.
Il piano dell’integrazione funzionale riguarda la costruzione e
diffusione di linguaggi comuni aziendali che consentano una più efficiente
comunicazione ed un migliore coordinamento tra unità. La condivisione
dei linguaggi rende espliciti e leggibili i processi aziendali a tutti coloro che
vi operano: ne risultano potenziate sia le capacità di interpretazione e
guida del centro sia le capacità di intervento e di controllo sul processo di
ciascuno degli attori.
Il piano dell’integrazione delle attività operative riguarda la
possibilità di sperimentare soluzioni organizzative innovative; riguarda,
quindi, il processo di divisione e di ricomposizione del lavoro. Sistemi
avanzati di comunicazione (e-mail, videoconferenze, ecc.) facilitano la
gestione delle interdipendenze all’interno dei gruppi di lavoro; sistemi
sofisticati di archiviazione consentono una migliore gestione della mobilità
delle risorse e delle competenze ad esse connesse tra i diversi team e
progetti; sistemi di connessione a distanza consentono un decentramento
fisico delle attività operative in condizioni di coordinamento continuo.
Il piano dell’integrazione dei sistemi di pianificazione e controllo
riguarda le scelte di decentramento/accentramento che sono profonda-
mente influenzate dalla quantità e qualità delle informazioni di cui il vertice
può disporre in tempi utili per la presa di decisioni.
Il piano dell’integrazione cognitiva in fase di sviluppo degli
applicativi riguarda lo sviluppo vero e proprio dei sistemi informativi. Le
recenti generazioni di applicativi richiedono una profonda condivisione
delle conoscenze operative tecniche e di business, sia nelle fasi di
progettazione sia in quelle di personalizzazione e di implementazione.
Questa ricerca di integrazione informativa trova nei sistemi ERP
(Enterprise Resource Planning) un alto punto di sintesi: l’integrazione non
è più esterna alle singole componenti del sistema informativo, ma è
incorporata nel sistema stesso, il quale nasce già con caratteristiche
tecnologiche e progettuali tese ad assicurare un legame nativo e non
sovrimposto fra le diverse componenti del sistema.
1.3.SISTEMI ERP: DESCRIZIONE
Per sistema ERP
1
(Enterprise Resource Planning) si intende un
pacchetto software applicativo gestionale; è, quindi, un insieme di
applicazioni software che consente all’azienda di integrare in tempo reale i
dati utilizzati in tutta la sua organizzazione, indipendentemente dalla
distanza e dall’attività che li ha generati.
I primi passi dei package integrati furono rappresentati dall’ MRP,
che estendeva i semplici controlli contabili delle giacenze al Material
Requirement Planning, aiutando le imprese a meglio pianificare la
disponibilità dei materiali. Poi venne l’ MRPII, tuttora la metodologia
dominante per la gestione della produzione. Quasi in parallelo, dato che i
sistemi di Manufactoring Resource Plannig (MRP / MRPII) non offrivano
supporto alla programmazione della domanda nella distribuzione, né
assicuravano il controllo in tempo reale del processo di esecuzione, sono
nati e si sono sviluppati il Distribution Resource Planning (DRP) ed i
sistemi MES (Manufactoring Execution System). In seguito l’ MRPII si è
evoluto nell’ ERP, acquisendo funzionalità che coprono l’intera gamma dei
processi operativi e di business dell’azienda, il DRP ha assunto i
connotati di Supply Chain Management (SCM) ed i MES quelli di “Erp
bridge”, soluzioni pronte a colmare gap esistenti tra livello di gestione e
pianificazione e quello di puro controllo delle macchine di produzione.
1
L’acronomo ERP (Enterprise Resource Planning) è stato coniato agli inizi degli anni
Novanta dal Gartner Group, per indicare una suite di moduli applicativi integrati che
supportano l’intera gamma dei processi di un’impresa. –Mondo Digitale, n.1, marzo 2002.
L’ obiettivo di un ERP è, quindi, automatizzare i processi interni
dell’azienda e, grazie ad un database condiviso, assicurare la coerenza
tra funzioni gestionali.
Il nome deriva dal fatto che idealmente l’ ERP è il successore dell’
MRP al quale sono state integrate le applicazioni dell’area finanziaria,
delle risorse umane, delle vendite, del marketing.
Il cuore dell’ ERP è un database centralizzato che raccoglie i dati
da e li ridistribuisce a tutti i moduli che supportano praticamente tutte le
attività aziendali, consentendo di avere la situazione aziendale aggiornata
in tempo reale.
La struttura del sistema è piuttosto rigida e questo fa nascere la
necessità di adattare il modo di operare dell’azienda al modo in cui opera
il sistema ERP. Questo è in completo contrasto con ciò che si è fatto sino
ad ora, cioè adattare il sistema informativo alle necessità dell’azienda.
In passato le diverse esigenze aziendali dovevano essere
soddisfatte necessariamente da sistemi informativi distinti, tali software
dovevano comunicare direttamente fra di loro; invece, i diversi moduli ERP
si interfacciano sul lato dei database, che riuniscono tutti i dati utili
all’azienda e costituiscono il fondamento delle sue applicazioni gestionali.
La seconda caratteristica dell’ERP è l’unicità dei dati per l’insieme
delle funzioni proposte, oltre ad una concezione unificata che permette
un’acquisizione dei dati ed offre una visione globale e coerente del
sistema. Anche se integrati, gli ERP sono divisi in moduli funzionali che
possono essere acquistati indipendentemente, senza seguire un
particolare ordine. In pratica, ogni utente dispone solo di funzioni
specifiche per le sue mansioni ed accede soltanto ai dati che gli sono
necessari; l’integrazione evita le acquisizioni multiple e le ridondanze. Una
volta creato un record è comune a tutti i moduli; così un cliente, definito
una sola volta, è visibile da tutte le diverse funzioni senza trasferimenti di
files. Ad ogni modifica, i records, gli indirizzi, le scadenze, gli stocks sono
aggiornati simultaneamente.
I package ERP stanno evolvendo in “ecosistemi d’impresa”,
coinvolgendo attività e tecnologie che trascendono il software e
rappresentano un fattore chiave non solo nella reintegrazione dei
processi, ma influenzano le scelte dei fornitori che partecipano alla catena
del valore dell’impresa, oltre che la ristrutturazione del management ed
altre iniziative strategiche.
La scelta del software ERP sta avendo, anche, un effetto in cascata
sullo sviluppo delle applicazioni, sull’infrastruttura delle reti, sul database,
sul supporto alle decisioni e su altre decisioni tecnologiche fondamentali.
2
I sistemi ERP stanno anche influenzando gli acquisti dei pacchetti
applicativi di terze parti, oltre ad influenzare scelte tecnologiche di altro
tipo. Spesso, infatti, i clienti scelgono un sistema operativo o un tipo di
server, in base alle rispettive capacità di ottimizzare l’uso delle
2
Queste conclusioni sono tratte da un’indagine effettuata da Information Week
Research negli U.S.A., mediante interviste a 150 manager IT responsabili dei sistemi
ERP adottati dalle rispettive aziende. In effetti, due terzi degli interpellati considera il
proprio sistema ERP come la piattaforma strategica più importante dell’intera
organizzazione. Si tratta di un risultato che conferma la diffusione del software ERP dai
tradizionali settori interni della produzione e della finanza, fino a coinvolgere tutte le
funzioni aziendali, comprese le risorse umane, le vendite, il marketing ed i servizi.
applicazioni.
Un sistema ERP può condizionare decisioni sulla scelta dei partner
dell’impresa, favorendo quelli che utilizzano il medesimo sistema.
L’importanza dell’ambiente ERP come ecosistema dell’impresa può
essere misurata sulla misura in cui modifica i processi manageriali interni,
riuscendo ad orientarli tramite la sua gestione applicativa, anche se molti
considerano negativi gli aspetti degli alti costi e del lungo tempo di
implementazione del sistema ERP. Infatti, una volta scelto il package
considerato adatto ai propri bisogni, è necessario rispettare i tempi
richiesti dalle attività di addestramento e di attivazione dei vari componenti
del sistema.
La guida di un organismo complesso, come una grande impresa
moderna, impone sempre più spesso al management scelte fortemente
critiche per lo sviluppo dell’impresa e talvolta per la sua stessa
sopravvivenza.
La guida dell’impresa no deve essere ridotta a routine, ma richiede
continuamente creatività, spirito di innovazione e prontezza nel cogliere
nuove opportunità. Per queste ragioni, è essenziale che il funzionamento
dell’impresa sia il più possibile semplice, lineare e diretto, eliminando le
barriere fra le funzioni ed integrando competenze e responsabilità; ciò
renderà l’azienda capace di dare risposte rapide ed efficaci alle
sollecitazioni interne ed esterne. La semplificazione della guida di un
organismo complesso quale un’impresa, consentirà di valutare con
trasparenza il ritorno dell’investimento nelle varie risorse a disposizione.
Nello scenario ERP, il sistema informativo diventa veicolo attivo per
la generazione del valore d’impresa; può cessare di essere considerato un
costo fisso aziendale, per essere misurato viceversa in termini di quota di
cooperazione al raggiungimento degli obiettivi imprenditoriali.
In questa semplice prospettiva, il progetto ERP non viene più ridotto
ad investimento esclusivamente tecnologico, ciò indipendentemente da
qualsiasi obiettivo di “process reengineering” che possa essere attribuito
ad esso o ai progetti organizzativi che lo accompagnano. Inoltre, la
quantificazione dell’impatto di tali sistemi non è isolata dal contesto
aziendale, ma al contrario la sua capacità di produrre valore viene
misurata insieme alla capacità di generare valore dell’intera impresa.
Ma un’altra considerazione è suggerita dall’esperienza: la nuova
vicinanza dell’ IT al business è solo il primo passo di un progetto che
richiede tempi lunghi di investimento, che deve essere sostenuto con
continuità e determinazione e che solo in avanzato stadio di realizzazione
è capace di concretizzare in modo pieno i risultati attesi.
Esiste, infatti, il rischio, proprio per la natura persuasiva e
globalizzante dei sistemi ERP nei processi aziendali, che il progetto nasca
in modo troppo teorico, o in modo troppo ambizioso, senza considerare
attentamente la realtà in cui si deve calare, senza un adeguato
coinvolgimento ed una corretta formazione delle risorse umane chiamate
ad operare il cambiamento.
1.4. MOTIVI DELLA DIFFUSIONE DEI
SISTEMI ERP
Secondo uno studio condotto dal Gartner Group, i sistemi ERP
occupano un posto privilegiato fra i temi chiave inerenti le tecnologie
dell’informazione. Ne sono testimonianza i tassi di crescita sperimentati in
questi ultimi anni dalle case produttrici e, ancor più, le prospettive di
diffusione nel futuro prossimo. I tradizionali sistemi informativi aziendali
nascono per unione successiva di componenti applicativi o sottoinsiemi
che, man mano, si cerca di collegare fra loro attraverso interfacce che
consentono la comunicazione fra le diverse parti. Queste componenti
sono, sotto il profilo dei sistemi applicativi, le procedure di ricevimento
degli ordini, le procedure d’acquisto, i sistemi di programmazione della
produzione, i sistemi di gestione del magazzino, la contabilità generale e
analitica, le procedure di fatturazione, le procedure di incasso e via
elencando.
Questa nascita disordinata fa sì che informazioni aventi la
medesima natura o destinazione siano disperse fra le diverse componenti:
ad esempio informazioni anagrafiche relative ai clienti possono essere in
parte presso l’amministrazione vendite, in parte presso l’unità di
progettazione nel caso di ordini speciali, in parte presso l’unità di
fatturazione, in parte presso il recupero crediti e via dicendo. Questo tipo
di architettura dei dati costringe ad inserimenti multipli dello stesso dato
che oltre ad inutili costi determinano elevati rischi di disallineamento.