5
L’unica opera contemporanea di un certo peso è il De
Excidio Et Conquestu Britanniae
2
del monaco britanno Gilda il
Sapiente
3
, compilato tra il 540 e il 550. La stesura finale della
Historia Ecclesiastica Gentis Anglorum
4
ad opera di Beda il Venerabile
5
è invece datata addirittura al 731, ben di due secoli successiva agli
eventi che racconta.
Si può perciò in linea di massima supporre quello che
avviene intorno al V secolo: le legioni dell’Impero romano,
sbarcate per la prima volta in Britannia al seguito di Giulio Cesare
6
nel 55 a.C.
7
, non erano più in grado di attuare un controllo
efficace sulla Britannia, impegnate a difendere il cuore dell’Impero
minacciato dalle invasioni barbariche.
8
2
Gilda il Sapiente, De Excidio Et Conquestu Britanniae, in “Monmenta Germaniae
Historica Scriptores Autores Antiquissimi”, XIII, vol. 3, Berlino 1898, pagg. 3-85
3
Gilda il Sapiente, monaco bretone scrive nel 540 circa il De Excidio Et Conquestu
Britannie (Della rovina e del lamento della Britannia) che prevede una prima parte
storica, dall’occupazione romana della Britannia alla battaglia sul Monte Badonico, e
una seconda parte di invettiva contro la decadenza dei costumi.
4
Beda il Venerabile, Storia Ecclesiastica Degli Angli, ed. Tea, Milano, 1993
5
Beda il Venerabile monaco autore nel 731 della Historia Ecclesiastica Gentis Anglorum
che racconta la storia inglese dal punto di vista politico ed ecclesiastico dai tempi di
Cesare ai suoi giorni.
6
Caio Giulio Cesare. 110 ca. – 44 a.C. Politico e scrittore romano. Sbarca in Britannia nel
55 a. C. giungendo fino ai confini dell’attuale Scozia. Nel 54 dichiara il territorio
provincia romana.
7
P. Salway, La Britannia romana, in “Storia dell’Inghilterra”, cit., pag. 12
8
G. LaPlaca, Nota Storica a La Profezia Di Merlino in “Merlino Il Profeta”, ed. Ecig,
Genova, 1995, pag. 53
6
Nel 367 Pitti, Scoti e Attacotti invadono la Britannia,
mentre Franchi e Sassoni assaltano le coste della Gallia. L’attacco
su più fronti coglie di sorpresa gli alti ranghi dell’esercito romano,
ma l’imperatore Valentiniano
9
, che in quel momento si trova nella
Gallia settentrionale, reagisce inviando la piccola ma poderosa
unità del generale Teodosio, nonno di Teodosio il Grande, che
conduce la campagna e procede alla successiva ricostruzione della
Britannia con molta sagacia e decisione.
10
Nel 382 un certo Magnus Maximus è eletto imperatore
dell’isola dalle proprie truppe dopo una sua clamorosa vittoria sui
Pitti, la rivolta venne sedata definitivamente dal nuovo imperatore
Teodosio il Grande
11
nel 388.
12
Alla sua morte la corona dell’Impero Romano d’Occidente
passa al figlio Onorio, ma l’effettivo dominio sui possedimenti
occidentali è di Flavio Stilicone, luogotenente del defunto
imperatore e di origine vandala. Sappiamo di una prima fase di
successi bellici in Britannia contro Pitti, Scoti e Sassoni sotto la
9
Valentiniano. 321-375. Imperatore dal 364 al 375, quando muore in Pannonia durante
una campagna contro i Quadi..
10
P. Salway, La Britannia romana, in “Storia dell’Inghilterra”, cit., pag. 47
11
Teodosio il Grande. 347-395. Imperatore romano dal 379. Alla sua morte l’impero andò
diviso tra i suoi figli Arcadio e Onorio.
12
P. Salway, La Britannia romana, in “Storia dell’Inghilterra”, cit., pag. 48-49
7
direzione di Stilicone, a cui fa immediatamente seguito nei
primissimi anni del V secolo una fase di dislocamento delle truppe
in altre sedi, come dimostra la cessazione di importazione di
nuove monete romane a partire dal 402.
13
Tra il 406 ed il 411 l'esercito stanziato nell’isola proclama
ben tre imperatori: Marco, Graziano e Costantino, ed il Prefetto
delle Gallie, impegnato a fronteggiare le popolazioni germaniche
che alla fine del 406 avevano attraversato il Reno, non ha la
possibilità di occuparsi di questi usurpatori. Nel 408 perciò Pitti e
Scoti attaccano pesantemente l'isola che, priva del grosso
dell'esercito, non può a respingere gli attacchi.
È la Britannia intera a insorgere questa volta: cacciato il
governo dell'usurpatore Costantino (in quel momento impegnato
in una campagna in Gallia ed in Spagna), sancito così il definitivo
allontanamento dei romani dall’isola, affronta i nemici invasori
sconfiggendoli.
14
Gli anni successivi costituirono per gli abitanti dell'isola
un'epoca di lotte per la sopravvivenza. Purtroppo le fonti, in
particolare quelle composte negli anni più prossimi a questi
13
P. Salway, La Britannia romana, in “Storia dell’Inghilterra”, cit., pagg. 49-50
14
P. Salway, La Britannia romana, in “Storia dell’Inghilterra”, cit., pagg. 51-52
8
avvenimenti, si rivelano piuttosto reticenti; concordano, però, sul
fatto che la Britannia, priva di una difesa valida, si trovasse
particolarmente esposta agli attacchi. Gran parte dell’odierna
Inghilterra subì dapprima le incursioni e poi l’invasione massiccia,
verso la metà del V secolo, di popoli di stirpe germanica (Angli,
Sassoni, Juti) che sterminarono gli indigeni o li costrinsero a
cercare rifugio in Scozia, Galles e Cornovaglia, che rimasero aree
celtiche mai toccata dalla conquista. La penetrazione degli invasori
fu tuttavia assai lenta e contrastata e si potè considerare conclusa
solo verso la fine del VII secolo.
15
Inizialmente infatti i Britanni riuscirono ad organizzare una
difesa efficace: ottennero un’importante vittoria
16
che segnò
l'inizio di un periodo di lotte caratterizzato da un sostanziale
equilibrio di forze e, verso il 500, riuscirono a sbaragliare i nemici
nella battaglia del Monte Badon
17
, garantendosi così un periodo di
pace.
18
15
G. LaPlaca, Nota Storica a La Profezia Di Merlino in “Merlino Il Profeta”, cit., pag. 49
16
Beda il Venerabile, Storia Ecclesiastica Degli Angli, cit, I,16 pagg. 61-62
17
Gilda il Sapiente, De Excidio Et Conquestu Britanniae, in “Monmenta Germaniae
Historica Scriptores Autores Antiquissimi”, XIII, vol. 3, cit., capp. 25-26, pagg. 76-78
18
J. Blair, Il periodo anglosassone, cit., pag. 59
9
Negli anni successivi, però, numerosi sbarchi di Sassoni ed
Angli ebbero luogo sull'isola, e la penetrazione degli invasori verso
ovest continuò, mentre i Britanni, divisi da lotte interne, opposero
alla loro avanzata una resistenza sempre meno valida.
Durante tutto il V secolo i regni anglosassoni andarono
lentamente prendendo forma, ed alla fine del VI secolo troviamo
testimoniati in Inghilterra dieci regni.
I sette regni maggiori erano il Wessex, il Sussex e l'Essex,
fondati dai Sassoni; la Mercia, l'East-Anglia e la Northumbria in
cui si erano stabiliti gli Angli ed infine il regno del Kent, fondato
dagli Iuti.
19
Parte delle popolazioni britanniche che non vennero
sottomesse fuggì sul continente, in Bretagna, ma la maggioranza si
ritirò in alcune regioni marginali dell'isola formando dei regni
indipendenti. Il più importante era il Galles (chiamato in latino
Cambria), composto da un insieme di principati spesso in lotta tra
loro e con gli Anglosassoni.
19
J. Blair, Il periodo anglosassone, cit., pagg. 62-63 e in B. Fois, Alle radici del mito
arturiano, Dispensa dell’A. A. 1996/1997, pag. 10
10
Le attuali Cornovaglia, Devonshire e Somerset costituivano
invece il regno di Dumnonia, che resistette agli Anglosassoni fino
al IX secolo.
20
Ma persino in seno a questi grandi stati gli equilibri di
potere sono incerti. Beda il Venerabile e altre fonti menzionano in
questo periodo una lunga serie di re che esercitano la propria
autorità su tutte le popolazioni anglosassoni, seppure per brevi
periodi. Nella politica del VII secolo è relativamente facile
assicurarsi un grande potere, ma difficile mantenerlo a lungo
perché dipendente da militari assai sensibili ai doni, a loro volta
dipendenti dalla ricchezza; e con tutti questi re ci sono in giro
anche molti esuli di sangue reale in cerca di signori generosi e
disponibili a pagare loro un esercito.
21
La Northumbria è la prima a distinguersi come regno
egemonico, ma viene ben presto militarmente sopraffatta dalla
Mercia che, durante il regno di Offa II
22
tocca il culmine della sua
20
M. Degli Espositi, L’antica storia celtica della Britannia nelle fonti latine
dell’Inghilterra fino a Goffredo di Monmouth, in
www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=9820
21
J. Blair, Il periodo anglosassone, cit., pagg. 62-63
22
Offa II. Re della Mercia tra il 757 e il 796, riesce a controllare tutta la Britannia e viene
citato dalle fonti come “re degli inglesi”.
11
potenza, esercitando una vaga supremazia su gran parte
dell’Inghilterra.
23
Questo non bastò comunque a rendere più stabili le
dinastie, la successione avviene ancora sotto il segno
dell’incertezza e durante tutto l’VIII secolo Mercia, Wessex e
Northumbria sono sconvolti da sanguinose faide dinastiche.
24
Al principio del IX secolo tutte le antiche famiglie reali si
sono estinte, tranne quella del Wessex, cui spetta il compito, con
Alfredo il Grande
25
, di tenere testa alle incursioni danesi, che
iniziano nella seconda metà del secolo e che egli riesce a fermare
definitivamente nell’878, aggiudicandosi il titolo di “re degli
inglesi”
26
. La casata del Wessex diventa la casa regnante
d’Inghilterra.
Tuttavia la pressione dei Danesi continuò e all’inizio dell’XI
secolo, Canuto II
27
, re di Danimarca, sconfigge Etelredo
23
G. LaPlaca, Nota Storica a La Profezia Di Merlino in “Merlino Il Profeta”, cit., pag. 49
24
J. Blair, Il periodo anglosassone, cit., pag.73
25
Alfredo il Grande. 848 ca.-899. Re del Wessex dall’871 e degli anglosassoni dall’878,
anno in cui sconfigge i danesi e prepara l’unificazione politica dell’Inghilterra.
26
G. LaPlaca, Nota Storica a La Profezia Di Merlino in “Merlino Il Profeta”, cit., pag. 49
27
Canuto II il Grande. 995 ca.-1035. Re d’Inghilterra dal 1016, poi re di Danimarca dal
1018 e re di Norvegia dal 1028.