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particolar modo delle imprese asiatiche. L accesso al suo mercato
interno tuttavia Ł rimasto limitato, e la sua apertura costituisce
l elemento piø importante dell accordo firmato con l Organizzazione
Mondiale del Commercio (OMC) nel novembre del 2001.
Questo lavoro ha come obiettivo quello di mostrare l evoluzione del
sistema e delle strategie economiche adottate dalle autorit cinesi nel
corso dell ultimo mezzo secolo.
Nel primo capitolo ho cercato di spiegare, ovviamente in maniera
molto sintetica, vista la millenaria storia della civilt cinese, le grandi
trasformazioni dell economia cinese che si sono avute nell ultimo
mezzo secolo.
La Cina ha inizialmente puntato sul modello sovietico e su una
industrializzazione pianificata, allo scopo di garantirsi indipendenza
politica e autosufficienza economica. Negli anni ottanta ha iniziato la
propria transizione verso l economia di mercato attraverso il ritorno
all organizzazione familiare in agricoltura, per poi proseguire negli
anni novanta con la difficile privatizzazione delle grandi industrie e la
laboriosa costruzione di istituzioni adatte al nuovo modello
economico.
Nel secondo capitolo ho analizzato la struttura dell economia cinese
concentrando l attenzione sui settori di specializzazione, sulla
organizzazione della produzione, sull organizzazione del mercato del
lavoro e sulle performance dell economia cinese, ed Ł stato semplice
constatare come la Cina sia entrata di prepotenza nel terzo millennio
come il paese a maggior crescita economica a livello mondiale: nel
2001, infatti, malgrado il rallentamento dell economia mondiale, ha
registrato un PIL pari a 1.179,9 miliardi di dollari americani con un
tasso di crescita del 7,3%. La crescita Ł stata sostenuta da una politica
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volta a stimolare la domanda interna, attraverso aumenti salariali,
agevolazioni fiscali, riduzione dei tassi d interesse e una politica di
investimenti pubblici nel settore delle infrastrutture .Alla fine del 2001
il commercio estero ha raggiunto per la prima volta la soglia dei 600
miliardi di dollari. Nel 2002 il tasso di crescita dell economia cinese
ha superato il 7,8%, fino a raggiungere un tasso di crescita pari al
9,9% nel 2005 e del 10,6% nel primo trimestre del 2006.
Sul versante politico, il 16 Congresso del Partito comunista cinese
(Pcc), tenutosi a Pechino nel novembre del 2002 ha confermato la
volont di proseguire sulla strada delle riforme. I l presidente Jiang
Zemin Ł riuscito a far approvare dal Congresso una revisione dello
Statuto del partito, inserendo la teoria delle Tre rappresentanze ,
accanto al marxismo-leninismo, al pensiero di Mao Zedong e a quello
di Deng Xiaoping. Secondo questa teoria il partito deve rappresentare
le forze produttive avanzate, la cultura avanzata, gli ampi interessi del
paese.
Si prospetta in tal modo una diversificazione degli interessi
rappresentati ai vertici del sistema politico cinese con una maggiore
influenza delle componenti della societ piø orient ate all economia di
mercato.
Il terzo capitolo analizza da un lato l inserimento cinese
nell economia mondiale ed i conseguenti rapporti con le super potenze
economiche occidentali, come Stati Uniti ed Unione Europea e
dall altro gli effetti del boom economico cinese sugli equilibri
internazionali. E lecito quindi chiederci, alla luce di quanto sta
avvenendo oggi in Cina, come reagiranno le principali potenze
economiche mondiali a tale fenomeno. Sicuramente grazie alla vastit
della sua popolazione, la Cina ha il potenziale per diventare piø ricca
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del Giappone e anche degli Stati Uniti, e una Cina ricca viene vista
soprattutto dagli americani ma anche dai paesi dell UE come un
competitore estremamente pericoloso sia sul piano strategico-militare
sia su quello puramente economico.
Nel quarto capitolo l attenzione Ø concentrata sull individuazione
dei fattori di forza del sistema economico cinese: uno su tutti, la
grande abbondanza di manodopera a basso costo, ma anche i tanti
fattori di debolezza: la scarsa tutela dei diritti fondamentali e la
mancanza di infrastrutture adeguate che rendono l economia cinese
ancora molto vulnerabile.
Nel quinto ed ultimo capitolo, ho analizzato da un lato gli effetti
dello sviluppo economico cinese sui mercati di tutto il mondo, e
dall altro ho cercato di raccogliere le diverse opinioni di grandi
economisti e di grandi istituzioni mondiali per quanto riguarda le
ipotesi di sostenibilit di lungo periodo di tale s viluppo.
Da tale analisi ne deriva che sicuramente la Cina ha tutte le carte in
regola per entrare di prepotenza a far parte di quella schiera di paesi
piø sviluppati e di attestarsi come paese leader dapprima nell area
asiatica, e successivamente anche nell aria occidentale del Pianeta
assieme agli Stati Uniti d America.
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CAPITOLO PRIMO
LE TRASFORMAZIONI DELL ECONIMIA CINESE
1. LE ORIGINI DELL ECONOMIA CINESE
La millenaria storia della Cina ha segnato in modo profondo il
modo in cui oggi il paese gestisce la politica, la scienza e l economia.
Sebbene la scena economica e imprenditoriale cinese possa sembrare
in evoluzione rapida e caotica, tuttavia essa Ł profondamente ancorata
alle tradizioni del passato e alle lezioni ed ai segni che queste hanno
lasciato. La conoscenza Ł molto importante perchØ getta luce su
quanto viviamo oggi e, cosa forse piø importante, pu fornire degli
indizi essenziali per comprendere il percorso futuro del paese: la
dimensione, il livello delle sue ambizioni le politiche e strategie che
potranno essere utilizzate per raggiungerle.
Tre epoche emergono nella ricca e lunga storia della Cina:
• il periodo imperiale, durato con alcune interruzioni per piø di due
millenni;
• il periodo, che in parte coincide con il precedente, dell umiliazione
da parte degli stranieri dell Ottocento e del primo Novecento;
• i primi tre decenni del regime comunista, dal 1949 fino al lancio
delle riforme alla fine del 1978 (compresi i primi anni delle
riforme).
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1.1 Il Regno di Mezzo
Il periodo imperiale, ripudiato ufficialmente dal regime comunista
come contrassegnato dal feudalesimo e dallo sfruttamento, rimane
per come punto di riferimento della grandezza nazi onale.
Non a caso, lo studio di questo periodo (che nonostante periodiche
interruzioni Ł durato fino agli albori del XIX secolo) Ł cruciale se si
vogliono comprendere le aspirazioni della Cina nel XXI secolo. E a
questa epoca che appartengono le conquiste piø importanti della Cina,
il suo sviluppo al ruolo di principale potenza regionale e, per periodi
prolungati, di civilt piø evoluta del mondo.
La Cina imperiale, nota anche come Impero di Mezzo dalla
traduzione letterale dal cinese Zhong Guo, era organizzata in dinastie.
Le storie dinastiche sono ordinate secondo uno schema costante, Ł
grazie a ci che Ł stato possibile ricostruire con estrema precisione
l evoluzione della civilt cinese che, insieme a qu ella indiana e a
quella semitico-europea, Ł una delle piø grandi al mondo. La prima
dinastia ufficiale risale al 1520 a.C. con il regno Shang, mentre
l ultima Ł stata quella dei Mancia, che ha governato la Cina dal 1644
al 1911.
L apparato imperiale era sostenuto da un sistema filosofico e
religioso, il cui fondatore, Confucio, era vissuto centinaia di anni
prima, il confucianesimo, divenuto alla fine religione di Stato, non era
che una componente di un sistema ideologico sorprendentemente
vario, che comprendeva, insieme ad altre filosofie e religioni, il
taoismo, il buddhismo, il legalismo e il moismo. L etica confuciana ha
contribuito grandemente a conservare intatte nel corso dei secoli
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alcune specificit culturali, riassumibili in tre c aratteristiche
fondamentali:
• un forte spirito di appartenenza familiare o meglio di adesione al
clan della famiglia d origine;
• una diffusa valorizzazione della gerarchia nella convivenza sociale;
• un senso quasi religioso dell armonia sociale con la ricerca
continua del compromesso al fine di soddisfare il gruppo nel suo
insieme piø che il singolo individuo.
Anche se con la presa del potere ad opera dei comunisti e
l instaurazione della repubblica socialista nel 1949, l etica confuciana
Ł stata ufficialmente sostituita dall etica socialista e il pensiero di
Confucio Ł stato bandito dai programmi scolastici, l influenza
plurisecolare dell etica confuciana Ł rimasta quasi immutata
nell improntare i comportamenti sociali. Cos come immutati sono
rimasti l importanza della famiglia e della gerarchia sociale.
Dai tempi di Confucio a quelli di Mao, la famiglia ha sempre avuto
un ruolo di estremo rilievo nella societ cinese, s ia come perno di tutta
la vita sociale, sia come punto di riferimento della vita politica ed
economica del paese. La famiglia cinese Ł, insieme, un unit
economica nella quale i membri producono e consumano in comune,
un unit religiosa responsabile di assolvere ai rit i richiesti,
un organizzazione di welfare in miniatura che si fa carico dei membri
anziani, malati o in stato di bisogno.
Sin dall epoca della dinastia Han fino all iniz io del Novecento, la
struttura dell amministrazione pubblica Ł stata piø volte riformata, con
l introduzione di nuovi organi di governo, ma queste riforme non
hanno impedito la progressiva decadenza del sistema imperiale. La
decadenza dell Impero di mezzo, emerse gi con le g uerre dell oppio
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a met del 1800, e culmin nel 1908 con la morte de ll imperatrice. La
rivolta delle province meridionali, capeggiata da un medico di nome
Sun Yat-sen, dette il colpo di grazia all Impero: dopo duemila anni,
l Impero si sciolse e il primo gennaio 1912 fu proclamata la
Repubblica di Cina. Anche la Repubblica di Cina per ben presto fall
cos nel 1914 il partito repubblicano venne sciolto. Gli anni che
seguono sono anni di transizione e contrasti tra il Partito nazionalista
da un lato e il Partito comunista cinese (Pcc) quest ultimo guidato
dalla figura carismatica di Mao Zedong (Mao Tse-tung) dall altro.
La lotta tra i due partiti si concluse con la disfatta dell esercito
nazionalista, la fuga di tre milioni di nazionalisti a Taiwan e la vittoria
dei comunisti. Il 1 ottobre 1949 Mao Zedong procla m a Pechino la
nascita della Repubblica popolare cinese.
2. L AVVENTO DEL COMUNISMO: L EPOCA DI MAO
ZEDONG
Conquistato il potere, il Pcc avvia un graduale processo di
ristrutturazione economica e sociale.
Nella societ nuova, che il Pcc intendeva costruire dopo la conquista
del potere, vi erano per pochi elementi di novit , mentre numerosi
erano gli elementi di continuit con la societ tra dizionale. Il primo e
principale elemento di continuit si trova proprio nella struttura
politica instaurata dal Pcc: una struttura verticistica e centralizzata,
caratterizzata da uno stile decisionale di tipo autoritario. Il sistema
autoritario verticale, instaurato da Mao negli anni cinquanta e sessanta
trova infatti, analogia con il sistema imperiale. I principi
dell organizzazione burocratica permangono infatti, il personale
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operativo viene reclutato per meriti politici piø che per professionalit ,
la gerarchia interna Ł verticistica e non specializzata funzionalmente,
le decisioni vengono prese dall alto, spesso da una sola persona o da
un ristretto gruppo decisionale, e la struttura amministrativa deve solo
eseguirle.
Malgrado questi elementi di continuit , quarant anni di storia della
RPC possono essere interpretati come anni di sforzi del gruppo
dirigente comunista per raggiungere un equilibrio politico tale da
garantire stabilit politica e modernizzazione econ omica. Infatti, dopo
il conflitto nipponico e gli anni di guerra civile, la situazione del paese
era disastrosa: i trasporti, le comunicazioni, i mezzi di produzione, le
infrastrutture erano state distrutte o deteriorate per mancanza di
manutenzione. Il Presidente Mao Zedong, convinto di poter sanare la
situazione modernizzando l economia, decide di puntare sullo
sviluppo dell agricoltura, migliorandone la capacit produttiva
esistente e aumentando la terra coltivabile. Il 28 giugno 1950 viene
approvata la legge di Riforma agraria: circa il 45% della terra
coltivabile, confiscata ai latifondisti, Ł ridistribuita alle famiglie
contadine, rendendo cos possibile la coltivazione di vegetali e di
frutta e l allevamento in piccoli appezzamenti a uso privato. La
riforma agraria crea anche le prime cooperative agricole. E proprio la
nascita delle cooperative agricole a rappresentare il primo passo verso
la collettivizzazione dell economia che culmina nel 1958 nella
creazione delle Comuni popolari.
La presenza di una popolazione molto numerosa, era stata la forza
della rivoluzione cinese e, secondo Mao, doveva diventare il motore
delle trasformazione, economica e sociale, lo strumento per lo
sviluppo economico attraverso la produzione . E pe r questo che
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diverse sono state le iniziative del partito tese ad incentivare
l aumento della popolazione , vengono introdotte politiche di aiuto e
assistenza prenatale con sussidi durante il periodo di gestazione alle
donne lavoratrici e alle mogli disoccupate degli operai e si prevede un
periodo di licenza per la maternit .
L assistenza sanitaria gratuita per le madri e i loro bambini, e i premi
di assistenza finanziaria per chi metteva al mondo piø figli,
favoriscono la rapida crescita della popolazione.
Dopo il censimento del 1953 ci si rende conto per , che la crescita
della popolazione ha raggiunto livelli allarmanti. Il ministro della
Sanit decide di dare vita alle prime iniziative pe r cercare di
controllarne la crescita, cercando di lanciare un progetto pilota nelle
citt . Vengono aboliti i sussidi per le nascite, l accesso all universit e
alle scuole di livello superiore viene sottoposto a restrizioni nel caso
di giovani sposati al di sotto dell et consigliata .
Negli anni successivi il Partito comunista rafforza la propria
organizzazione e nel 1958 lancia il c.d. Gran balz o in avanti 1, un
programma di modernizzazione basato su una sorta di fai da te
industriale, all interno del quale la popolazione Ł chiamata a
promuovere un processo di industrializzazione artigianale
L esperienza di tale programma si rileva in breve tempo fallimentare
da molti punti di vista e, agli inizi degli anni sessanta, l economia
cinese Ł sull orlo del collasso.
La stabilit si raggiunge solo all inizio degli ann i Settanta, quando
sotto la guida del premier Zhou Enlai, si avvia la riorganizzazione del
partito e dell amministrazione centrale.
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Gran balzo in avanti: programma di modernizzazione industriale con lo slogan costruire un
altoforno in ogni cortile