4
parte è stato dedicato all’analisi delle questioni giuridiche che
accompagnano l’accesso al credito per le piccole imprese.
Muhammad Yunus è un professore di economia che da molti anni
svolge a tempo pieno l’attività di Presidente della Grameen Bank in
Bangladesh, notoriamente uno dei paesi più poveri del mondo.
Secondo il prof. Yunus il lavoro autonomo è un ottimo rimedio per
combattere disoccupazione e povertà, infatti nonostante i suoi limiti è
l’unico modo per risollevare le sorti di coloro che il sistema economico non
vuole assorbire e che i contribuenti non vogliono mantenere a proprie
spese
2
.
La mancanza di capitale è il principale intoppo al decollo dello sviluppo
economico. I poveri non sono tali per stupidità, bensì perché le strutture
finanziarie non sono disposte ad aiutarli ad allargare la loro base economica:
non è quindi un problema di persone, ma di strutture
3
.
La sua banca, che opera accordando minuscoli prestiti ai più poveri fra i
poveri, ha fatto negli ultimi venti anni ben più di quanto non abbiano fatto
miliardi di dollari in aiuti dai paesi stranieri o dalle istituzioni internazionali.
Essa ha infatti permesso a dodici milioni di persone (10% della popolazione
del Bangladesh) di acquisire gli strumenti di autonomia per uscire dalla
miseria. Oggi la Grameen è la quarta banca del Bangladesh, ha 1.100 filiali
e vi lavorano 12.500 persone, i clienti sono 2 milioni e 100 mila distribuiti
in 37mila villaggi, per il 94% donne.
La banca, peraltro, è di proprietà degli stessi clienti che detengono il 90%
delle azioni, il resto è in mano allo stato. Ciò che a prima vista può apparire
2
Yunus, Il Banchiere dei poveri, Feltrinelli 1997, 208;
3
Yunus, (nt..2), 21;
5
sorprendente è che la Grameen ha tassi d’insolvenza inferiori al 2%,
nonostante le condizioni di estrema povertà dei propri affidati.
La sintesi di questi progressi è espressa dal dato sulla povertà: il 54% dei
clienti Grameen supera la soglia della povertà in cinque anni, i restanti
nell’arco di dieci
4
.
La strategia di Grameen ha creato da un lato risultati apprezzabili dal punto
di vista imprenditoriale, e dall’altro lato ha introdotto a livello mondiale una
via da seguire per la lotta alla povertà e all’esclusione finanziaria.
L’idea del microcredito diffusa grazie al lavoro della Grameen bank
è stata recepita da diverse Organizzazioni Non Governative (ONG)
internazionali e da grandi istituzioni mondiali (Banca Mondiale, Fondo
Monetario Internazione, Nazioni Unite), che hanno adottato programmi di
microcredito, al fine di integrare progetti d’intervento a sostegno
dell’economia locale dei paesi in via di sviluppo.
L’introduzione del microcredito è stata più tardiva nei paesi industrializzati:
l’Adie (associazione per i diritti d’iniziativa economica) ha trasferito
l’esperienza della Grameen bank in Europa occidentale alla fine degli anni
ottanta (più o meno nello stesso momento in cui la Southshore Bank di
Chicago lo faceva negli Stati Uniti).
Il fenomeno del microcredito si colloca all’interno di un contesto più
ampio che riguarda il ruolo della finanza nello sviluppo economico attento
alle esigenze dell’uomo, con un approccio che intenda e misuri l’efficienza
della finanza non in termini di profitto o di utilità individuali, bensì in
termini di utilità e benessere sociali.
4
www.magazine.unibo.it;
6
Negli ultimi anni abbiamo assistito a scandali economico finanziari
di dimensioni preoccupanti, dal caso Enron in America che ha distrutto posti
di lavoro e il risparmio di migliaia di salariati, ai casi Cirio e Parmalat in
Italia e, quindi, si è ritenuto interessante portare un esempio di come è
possibile coniugare l’efficienza economica e imprenditoriale con la lotta alla
povertà.
Tra liberismo e welfare, il microcredito e la microfinanza in genere possono
giocare un ruolo importante conciliando la logica del profitto con quella
dell’interesse comune.
In Italia, in particolare, il microcredito potrebbe rappresentare
un’efficace risposta al fenomeno dell’usura, ad alcune forme di povertà, ai
problemi di liquidità delle famiglie a basso reddito, alla disoccupazione
giovanile, alla precarietà lavorativa ed allo spirito di imprenditorialità degli
immigrati.
7
CAPITOLO 1: Muhammad Yunus: il banchiere dei poveri
1.1. Il primo esperimento di microcredito
Muhammad Yunus è nato nel 1940 a Chittagong, il più importante
centro economico del Bengala Orientale, in Bangladesh
5
. Terzo di 14 figli,
cinque dei quali morti ancora da bambini, si è laureato in Economia nella
sua città e ha conseguito il dottorato all’Università Vandebirlt di Nashville
(Tennessee). A differenza di molti coetanei rimasti a lavorare negli Stati
Uniti, dopo gli studi è tornato in patria. Nel 1972 diviene capo del
Dipartimento economico dell’università di Chittagong.
Nel 1974 il Bangladesh è colpito da una grave carestia. Il professore ogni
mattina varca la porta del dipartimento universitario, lasciandosi alle spalle
una miriade di mendicanti e, anche volendo, è impossibile non vedere gli
affamati. E’ da questo momento che il Prof. Yunus comincia a sentirsi a
disagio nel suo ruolo di professore di economia, capisce che la montagna di
teorie acquisite in anni di studio sono distanti ed estranee al mondo di
miseria che lo circonda.
“Provavo sempre una sorta di ebbrezza quando spiegavo ai miei studenti
che le teorie economiche erano in grado di fornire risposte a problemi
economici di ogni tipo. Ero rapito dalla bellezza e dall’eleganza di quelle
teorie. Ora, tutt’a un tratto, cominciavo ad avvertire un senso di vuoto. A
cosa servivano tutte quelle belle teorie se la gente moriva di fame sotto i
5
Il Bangladesh con una superficie di 144 Km quadrati e una popolazione di 140 milioni di
abitanti è uno dei paesi più popolati al mondo, e anche uno dei più poveri. E’ collocato al
145° posto nell’indice di sviluppo umano calcolato dall’ UNDP (United nations
development program). L’ 80% della popolazione vive nelle zone rurali del paese e circa i
2/3 della manodopera è impiegata nell’agricoltura. Nonostante gli aiuti internazionali,
rimane uno dei paesi dove il livello di malnutrizione è uno dei più elevati al mondo.
8
portici e lungo i marciapiedi?… Dov’era la teoria economica che
rispecchiava la loro vita reale? Come potevo, al solo scopo di salvare il
prestigio delle dottrine economiche, continuare ad imbottire di chiacchiere
gli studenti? Avevo voglia di scappare dai manuali, e dalle teorie, di
lasciarmi alle spalle la vita accademica. Mi premeva capire la realtà che
circondava la vita dei poveri, scoprire l’economia di un villaggio nel suo
svolgersi quotidiano
6
”.
Di fronte a tanta miseria verrebbe spontaneo fare l’elemosina, ma la carità
secondo il Prof. Yunus non solo non è utile ma dannosa, “dà solo al
donatore l’impressione di fare qualcosa e chi raccoglie denaro mendicando
non è motivato a migliorarsi. Mendicare priva l’uomo della sua dignità ,
togliendoli l’incentivo a provvedere alle proprie necessità con il lavoro, lo
rende passivo
7
”.
Ciò che si deve fare nella sua visione è dare l’opportunità alle persone di
uscire dalla condizione di grande povertà nella quale versano con le loro
forze. In tal modo esse conservano la loro dignità e acquistano fiducia in sé
stesse.
Il Prof. Yunus comincia insieme ai suoi studenti a visitare le case del
vicino villaggio di Jobra per calarsi nella realtà che lo circonda e per capire
la vita delle persone più povere.
Interrogando gli abitanti del villaggio, scopre la loro condizione di
schiavitù: essi acquistano a credito la materia prima da un commerciante al
quale sono costretti a rivendere i prodotti per un guadagno di pochi
6
Yunus, (nt..2), 15 ;
7
Yunus, (nt..2), 33;
9
centesimi; oppure si rivolgono agli usurai, poichè il credito ordinario è loro
inaccessibile. Le banche infatti non sono disposte a dare prestiti per cifre
molto piccole, perché il costo dell’apertura della pratica è sproporzionato
rispetto all’entità del credito stesso e, non sono disposte a fare prestiti ai
poveri perché non hanno garanzie patrimoniali da offrire per la loro
solvibilità.
Ma come fanno ad avere garanzie se sono poveri? E come fanno a
non essere più poveri se non ottengono i prestiti necessari?
Agli studenti del proprio dipartimento affida il compito di compilare un
elenco di tutte le persone di Jobra che ricorrono ai prestiti dei commercianti
e i risultati sono sconcertanti: l’elenco contiene 42 nomi di persone per un
prestito totale di 856 taka, vale a dire meno di 27 dollari, per ripagare i quali
42 famiglie sono ridotte alla fame.
Il prof. Yunus si rivolge alla banca Janata di Jobra per chiedere altro denaro
per i poveri del villaggio. Con molta fatica Yunus riesce a farsi concedere
un prestito di 10.000 taka, l’equivalente di 300 dollari. I beneficiari sono i
poveri del villaggio ma ogni microcredito, deve essere personalmente
garantito dal professore.
1.2. La nascita di Grameen Bank e la fase sperimentale
Fino a questo momento il progetto è solo sperimentale, limitato al
villaggio di Jobra e si avvale del lavoro volontario degli studenti.
Nel 1977 grazie all’aiuto dell’amministratore delegato Yunus riesce ad
ottenere dalla Krishi Bank, la gestione sperimentale di una filiale della
banca che chiama Grameen Bank (banca rurale o del villaggio).
Yunus approfitta di un seminario organizzato dalla Banca centrale
dal titolo “finanziare i poveri in ambiente rurale” per illustrare la sua
10
iniziativa. Mentre gli altri esperti sostengono la necessità di rendere difficile
l’accesso al credito, al fine di attirare soltanto i clienti realmente solvibili,
Yunus sostiene che si debbano impostare le procedure così da facilitare la
modalità di rimborso.
Le dimensioni del progetto sono però ancora poco significative, i
clienti sono meno di 500 e l’esperimento è effettuato in scala troppo ridotta
per poter destare l’interesse delle banche governative.
Yunus deve quindi dimostrare che il microcredito può funzionare anche su
scala nazionale e ad accogliere la sua sfida é il vicegovernatore della Banca
Centrale. Il 6 giugno del 1979 il prof. Yunus assume ufficialmente l’incarico
di avviare il progetto Grameen nella regione del Tangail. Il progetto prevede
che ogni banca nazionale metta a disposizione della banca Grameen almeno
tre agenzie nella provincia di Tangail più alcune nella provincia di
Chittagong, tra cui l’agenzia della Banca agricola già aperta a Jobra, per un
totale di venticinque agenzie. La regione è sull’orlo di una guerra civile, ma
nonostante ciò, nel 1982 solo dopo tre anni dall’insediamento nella regione,
i risultati sono stupefacenti: i clienti Grameen sono 28.000
8
.
1.3. Un’ impostazione del tutto nuova
L’impostazione data dalla Grameen Bank nel fornire i propri servizi
rappresenta un modo totalmente nuovo di agire e di porsi nei confronti del
cliente rispetto all’approccio tradizionale delle banche.
8
Volpi, il denaro della speranza, EMI, 1998, 14;
11
“Quando oggi qualcuno mi chiede “come le sono venute tutte quelle
idee innovative?… io rispondo “abbiamo guardato come funzionano le altre
banche e abbiamo fatto il contrario
9
”.
Mentre gli istituti creditizi tradizionali prevedono di norma che siano
i potenziali clienti a recarsi presso i propri uffici a richiedere un prestito, nel
modello Grameen sono gli operatori della banca a raggiungere le persone
nei villaggi. L’intento è quello di riuscire a creare un rapporto paritario tra
funzionario di banca e cliente, in modo da evitare ai poveri di trovarsi a
disagio in un luogo a loro non abituale: per un povero e per giunta
analfabeta un ufficio è un luogo minaccioso, terrificante, è un modo
ulteriore per interporre una distanza.
I clienti di Grameen sono i più poveri tra i poveri e concedere loro
dei finanziamenti vuol dire ritenere solvibili soggetti che il sistema bancario
mondiale non ha mai ritenuto tali.
Il programma di microcredito della Grameen si articola utilizzando
una serie di diversi strumenti finanziari per rendere più completo il servizio
finanziario. Oltre il servizio di base costituito dalla concessione del credito,
sono così previsti fondi di risparmio mutualistici, fondi assicurativi, contratti
di leasing per l’acquisto di attrezzature veicoli.
C’ è poi un aspetto sociale assai rilevante: il 94% dei beneficiari dei
prestiti Grameen sono donne: “Le donne nella gran parte dei paesi
sottosviluppati sono le più emarginate sul piano lavorativo e sul piano
economico e sociale, le donne costituiscono la maggioranza dei poveri e per
il loro legame con i figli rappresentano concretamente il futuro del paese.
9
Yunus, (nt..2), 115;