4
INTRODUZIONE
L’ Audipsicofonologia è una disciplina innovativa che si propone di
risolvere vari disturbi di tipo psicologico e psicosomatico.
È stata ideata da un otorinolaringoiatra francese, il Dr. Alfred
Tomatis, che, negli anni ’50, basandosi su studi inerenti le sordità
professionali degli aviatori e i disturbi dell’emissione vocale nei
cantanti, riconobbe l’esistenza di un legame tra lo sviluppo psichico
della persona e l’ascolto.
Il metodo si basa sulla stretta relazione esistente tra l’organo acustico
e le altre funzioni del corpo umano. Infatti, il Dr. Tomatis,
approfondendo lo studio degli aspetti fisiologici e psicologici
dell’udito e del linguaggio, ha rilevato l’importanza della funzione
uditiva in tutti gli aspetti della maturazione del soggetto e fin dalle
prime fasi del suo sviluppo.
Scopo del metodo audiopsicofonologico è la rieducazione
dell’orecchio tesa a stimolare l’ascolto dell’individuo; tecnicamente
viene utilizzato un apparecchio cibernetico ideato e successivamente
perfezionato dal Dr. Tomatis, l’ “Orecchio Elettronico”.
L’ Audiopsicofonologia è una tecnica di stimolazione sonora mirata
ad un intervento pedagogico che ha il fine di migliorare il
funzionamento dell’orecchio, la comunicazione verbale, il desiderio di
comunicare, il controllo audiovocale e motorio.
5
IL METODO TOMATIS
“La mia vocazione di ricercatore, io la ritrovo nella
mia qualità di prematuro alla ricerca di un nirvana
dal quale venni escluso un po’ troppo presto”.
(A. Alfred Tomatis)
La vita
Il Dr. Alfred Tomatis, otorinolaringoiatra, docente di
Audiopsicofonologia e di psicolinguistica, è stato uno dei maggiori
studiosi della voce, dell’orecchio e del legame esistente tra la facoltà
d’ascolto e la psicologia.
Ha fatto dell’udito (da lui definito “la via regale del linguaggio”) e
dell’ascolto (“capacità molto rara dell’uomo”) i suoi oggetti di studio
principali.
Per il Dr. Tomatis l’udito non è solo uno dei cinque sensi, ma è il
senso per eccellenza, in quanto è grazie ad esso che l’uomo parla e che
ha potuto ideare e perfezionare il linguaggio.
Come sostenne egli stesso, la sua nascita alquanto difficile ha
contribuito ad orientare i suoi studi nel campo della vita intrauterina.
A. A. Tomatis è nato a Nizza, il primo gennaio del 1920 ed è morto a
Carcassonne, il 25 Dicembre 2001.
6
Figlio di Humbert Tomatis, un famoso cantante d’opera, fin da piccolo
entrò in contatto con il mondo della musica e dell’opera parigina,
conoscendo, frequentando ed in seguito anche curando colleghi del
padre con problemi di voce.
Ad undici anni si trasferì a Parigi dove proseguì gli studi fino a
laurearsi in Otorinolaringoiatria.
Tomatis cominciò la sua carriera di otorinolaringoiatra nel ’45
curando i lavoratori degli arsenali dell’aereonautica Militare francese.
Le sue scoperte, all’epoca, furono straordinarie; fu nominato, nel
1951, Cavaliere Della Salute Pubblica di Francia.
In seguito si occupò dei cantanti lirici: Tomatis osservò che ad ogni
tipo di voce corrispondeva una specifica curva di ascolto e che gli
avvallamenti presenti nel tracciato corrispondevano a quelle
specifiche frequenze che il cantante non riusciva ad emettere
correttamente.
Così, nel 1947, fece le prime straordinarie affermazioni: “Un soggetto
riproduce solo quello che è in grado di udire” e “si canta con il proprio
orecchio”.
Particolarmente importante fu lo studio riguardante Enrico Caruso,
condotto attraverso l’analisi dei suoi dischi e grazie alle testimonianze
di Beniamino Gigli (amico di Caruso, che rese a Tomatis importanti
informazioni sul cantante).
7
Il metodo
Fin dal 1945 Tomatis dedicò la sua vita alle ricerche sull’audizione,
sul linguaggio e sulla comunicazione, ponendo l’accento sulla
relazione orecchio-linguaggio-psiche.
Tomatis condusse le sue ricerche dapprima nel laboratorio di
Audiologia dell’Aereonautica Francese e poi nel suo centro di
audiologia medica.
Tomatis scoprì la relazione tra audizione e fonazione quando,
confrontando audiogrammi e fonogrammi dei suoi pazienti
dell’aeronautica militare, constatò che la sordità professionale,
provocata dalla lunga permanenza accanto a macchine rumorose
(reattori), comportava dei traumatismi uditivi che si riflettevano sulla
qualità della voce: in uno stesso soggetto le frequenze che mancavano
negli audiogrammi, erano le stesse che mancavano nei fonogrammi.
Confrontando poi fonogrammi e audiogrammi dei cantanti, constatò di
nuovo che coloro che avevano “perduto” la voce presentavano
parallelamente dei traumatismi uditivi. Essendo infatti i cantanti i più
vicini ascoltatori della propria voce (voce che può raggiungere anche i
140 dB di intensità), essi stessi avevano determinato un danno al
proprio udito.
Basandosi sugli studi svolti in laboratorio, Tomatis provò che una
qualunque modificazione dell’udito portava ad una modificazione
dello schema vocale.
8
Nacque così il metodo Tomatis o metodo audiopsicofonologico:
“Schema uditivo, voce, linguaggio, corpo e psiche sono realtà
strettamente legate, poiché ad un’alterazione dell’una corrisponde una
modificazione dell’altra.”.
Tale metodo offre uno strumento terapeutico e pedagogico che
abbraccia una pluralità di ambiti aventi come parametro comune
l’ascolto.
L’ascolto è la funzione fondante di tutta la dinamica del linguaggio e
quindi della comunicazione. Non semplice atto passivo di raccolta dei
suoni, l’ascolto è un processo attivo in cui l’orecchio usa al meglio le
sue potenzialità, in qualità di organo fondamentale dell’analisi del
suono e del linguaggio, di integratore dell’equilibrio corporeo e degli
stimoli necessari al dinamismo del sistema nervoso centrale. L’uomo
capace di ascoltare riesce ad entrare in comunicazione con il proprio
corpo e con il mondo esterno.
Secondo Tomatis l’ascolto inizia a svilupparsi già durante la vita pre-
natale: l’orecchio è infatti il primo organo del corpo umano che si
organizza e si attiva interamente già nel feto; dal quarto mese di vita
intrauterina il feto comincia a percepire i suoni acuti ed inizia a
stabilire una comunicazione (molto importante anche per la fasi
successive dello sviluppo linguistico e psichico del bambino) con la
madre. È quindi in questo ambiente sonoro, immerso nel liquido
amniotico, che l’orecchio comincia ad elaborare la funzione
dell’ascolto ed il desiderio di comunicare.
9
L’orecchio diventa, nel metodo Tomatis, oggetto di studio e di
applicazione clinica ed è considerato un’ unità funzionale psico-
corporea deputata all’ascolto.
Tomatis ha constatato che i problemi relativi alla corretta articolazione
della vocalizzazione e del linguaggio sono in molti casi attribuibili ad
un rapporto audio-vocale disturbato o inadeguato. L’apparato uditivo,
mentre disciplina l’intera attività sensoriale, condiziona la presa di
coscienza di sé e della propria corporeità.
Essendo la funzione uditiva importante in tutta la maturazione di un
individuo, fin dalle prime fasi del suo sviluppo, il metodo Tomatis è
un tentativo di ripercorrere le fasi dello sviluppo evolutivo di ascolto
del soggetto.
Le tre leggi del metodo Tomatis
Dopo le prime ricerche sperimentali e cliniche Tomatis ha enunciato
le tre leggi fondamentali del suo metodo:
Prima legge. Nel 1950 Tomatis ha formulato le prime ipotesi
riguardanti le relazioni fra l’udito e la fonazione, cioè tra l’orecchio e
il linguaggio.
Esaminando gli operai affetti da sordità professionale in seguito a
lunghi periodi di permanenza accanto a macchine rumorose, Tomatis
ha osservato che i traumi dell’orecchio erano sempre accompagnati da
un deficit vocale. Un’analisi più approfondita dei meccanismi che
10
avevano portato ad una diminuzione della percezione uditiva rispetto a
certe frequenze, ha permesso a Tomatis di constatare che le frequenze
non integrate dall’orecchio erano quelle assenti dallo spettro vocale
del soggetto.
La prima legge viene quindi enunciata in questo modo: “la voce non
contiene che quello che l’orecchio sente”, o anche “la laringe emette
solo le armoniche che l’orecchio può sentire”.
E’a questa affermazione che Raoul Husson, specialista di psico-
fonologia della voce, ha dato il nome di effetto Tomatis, durante una
comunicazione dell’Accademia delle Scienze, il 25 Marzo 1957. Nel
1954 Husson dichiara quanto segue: “Se un soggetto emette una
vocale tenue in un microfono dove la tensione passa per un sistema di
filtri che sopprime una banda di frequenza, prima del ritorno negli
auricolari indossati, la banda soppressa scompare dallo spettro della
vocale emessa dal soggetto. In ugual modo in ogni soggetto che
presenta uno scotoma uditivo scompaiono dalla voce le armoniche
comprese nello spazio colpito”.
Questa prima legge mette quindi in luce il parallelismo che esiste fra
le curve d’udito e le curve di emissione vocale dei soggetti lesi.
Seconda legge. “Se si restituisce all’orecchio leso la possibilità di
sentire correttamente le frequenze perse o compromesse, queste
vengono immediatamente e inconsciamente riprodotte nell’emissione
vocale”.
“Il confronto delle curve di emissione prima e dopo l’applicazione
dell’apparecchio a effetto Tomatis, che ha lo scopo di ristabilire
11
l’udito nelle zone delle frequenze lese, permette di dimostrare il
concomitante recupero dello schema corporeo vocale”.
Il 4 Febbraio 1957, all’Accademia Nazionale di Medicina, Husson
segnala questa seconda legge come “conseguenza della fisiologia e
della fisiopatologia fonatoria dell’effetto Tomatis”.
Specifica inoltre che “l’apporto tonico risultante dalla stimolazione
uditiva della banda 2500-3000 Hz permette al soggetto di recuperare il
proprio schema corporeo abituale”.
Terza legge. Detta “legge di rimanenza” esprime la possibilità di un
condizionamento dell’autoascolto che comporta, per riflessoterapia
educativa, la modifica della fonazione.
La si enuncia: “La stimolazione uditiva mantenuta per un tempo
determinato, modifica, per un fenomeno di rimanenza, la postura di
autoascolto del soggetto e, conseguentemente la fonazione”.
Da un lato il funzionamento dell’orecchio attiva i muscoli
modificatori della posizione osteo-muscolare dell’orecchio medio;
dall’altro, il sistema fonatorio agisce per effetto di una serie di muscoli
che comandano la laringe, la cavità orale, la lingua e le labbra. Questi
muscoli dell’udito e della fonazione sono a loro volta controllati da un
sistema di innervazione.
L’Orecchio Elettronico è quindi il risultato applicativo delle tre leggi
appena enunciate e l’uso di questo apparecchio è la prima
fondamentale tappa della rieducazione all’ascolto: ripercorrendo le
tappe dello sviluppo dell’ascolto del soggetto in cura, si stimolano
quelle frequenze a cui l’orecchio si è chiuso, sia per cause traumatiche
che psicologiche.
12
Il metodo Tomatis è un approccio globale alla comunicazione, al
linguaggio ed all’apprendimento e si avvale di una tecnica di
stimolazione sonora e di un intervento pedagogico; il fine è quello di
migliorare le capacità di ascolto del soggetto.
Il bilancio audio-psico-fonologico di un soggetto è un lavoro
individuale di circa due ore che consiste in un’ anamnesi e vari test tra
cui quello d’ascolto (simile ad un test audiometrico ma con più chiavi
di lettura), seguiti da un colloquio approfondito che permette di
stabilire gli obbiettivi in base alle motivazioni ed alle problematiche di
ciascun soggetto.
Prima di iniziare il lavoro di educazione audio-vocale, viene eseguito
il TLTS (Tomatis Listering Test System) insieme ad altre prove (test
dell’albero e di lateralità).
Il test d’ascolto
Quando si misura l’orecchio dal punto di vista dell’ascolto, non ci si
limita (come per l’audiometria classica) a stabilire i punti di risposta
dell’udito. Si cerca di sapere cosa viene accettato dal talamo, perché è
quest’ultimo che apre o meno le porte del cervello alle informazioni.
Il talamo, con i suoi blocchi, può essere un freno che contamina tutto
il sistema nervoso, se non si impara a relativizzare le scariche che
provoca.
13
Il talamo è inoltre il primo a ricevere e comprendere il linguaggio e
quindi ad integrare i vari segnali linguistici.
Prima di parlare del test d’ascolto, che è al centro dell’attività
diagnostica, Tomatis fa una premessa sull’audiogramma classico, che
è ormai diventato un esame di routine.
L’audiogramma ha lo scopo di misurare l’udito del soggetto, al fine di
scoprire eventuali anomalie e procedere alla definizione di un rapporto
terapeutico.
L’udito presenta in tutto undici ottave, comprese fra gli infrasuoni
(situati al di sotto di 16 periodi) e gli ultrasuoni (situati al di sopra di
16000 periodi). Il periodo misura il numero di frequenze emesse al
secondo, di cicli al secondo; l’uso corrente attribuisce al periodo il
nome di Hertz (Hz).
L’orecchio umano percepisce dai 16 ai 16000 Hz. L’audiogramma
determina quindi, entro questi limiti, la curva uditiva del soggetto, le
sue risposte. Per definire questa curva si usa un’apparecchiatura,
l’audiometro, che misura l’udito grazie all’uso di una successione di
diapason elettrici.
Come regola generale viene scelta una dozzina di frequenze che
vengono fatte ascoltare al soggetto.
L’audiometria ha portato un enorme vantaggio rispetto alle tecniche
precedenti perché permette di servirsi di suoni puri, cosa che non
avviene necessariamente con l’uso di semplici diapason meccanici.
Ogni frequenza è dosata per intensità. L’audiometro usato per
misurare l’udito comprende dei generatori di suoni, specie di diapason
elettronici dalle frequenze pure, stabili, senza armoniche e di intensità
14
misurabile. Sono emessi generalmente suoni di ottava in ottava, da
125 a 8000 Hz. L’esame si effettua con l’aiuto di cuffie d’ascolto e di
un vibratore; si fa sentire successivamente ciascuna frequenza e si
annota per ognuna la soglia di acutezza uditiva.
Si misurano quindi la conduzione aerea e quella ossea.
Il test audiometrico viene svolto in una camera insonorizzata,
fonicamente isolata, che Tomatis definisce “luogo senza vita”. In
effetti, questo tipo di approccio non è utile per raggiungere gli scopi di
Tomatis: egli mira a sapere come un soggetto ascolta e ciò implica una
dimensione relazionale, che presuppone un ambiente “naturale”,
ovvero non insonorizzato.
L’ascolto è la risposta ad un determinato atteggiamento mentale in cui
è evidente la volontà di relazionarsi con altre persone.
La diversità tra i due esami (audiometrico e d’ascolto) dipende dal
fatto che a Tomatis interessa sapere come il soggetto ascolta, non qual
è il suo grado di sordità. I risultati di questi due test non sono
sovrapponibili; nel caso dell’audiometria in cabina insonorizzata, le
risposte del soggetto non corrispondono alla realtà, perché il soggetto,
in quel luogo, non è più lo stesso: si ritrova immerso in un silenzio che
lo pone in una condizione di esilio dal mondo, mentre il test d’ascolto
serve a misurare la sua presenza nel mondo.
Una volta che con il test d’ascolto si sono ottenute le curve che
evidenziano la sensibilità dell’orecchio del soggetto alle frequenze
pure, si procede allo studio della selettività uditiva.
La selettività uditiva è un test che ha lo scopo di rilevare le zone, le
bande passanti, in cui il soggetto è in grado di effettuare un’analisi
15
perfetta dei suoni che riceve. Così si può sapere se il soggetto è più
sensibile ai suoni gravi o a quelli acuti o all’insieme delle frequenze.
Viene poi svolta la prova di spazializzazione, che stabilisce a quale
lato (destro o sinistro) giungono i suoni inviati al soggetto per
conduzione ossea.
Capita spesso, nelle persone che hanno una cattiva spazializzazione,
che certe frequenze emesse a sinistra siano percepite a destra e
viceversa.
Gli errori vengono quindi annotati sul test d’ascolto a livello di
ciascuna frequenza e i risultati ottenuti indicano la “capacità
stereofonica”del soggetto.
L’ultima prova effettuata riguarda lo studio della lateralità uditiva, che
viene effettuato tramite un apparecchio concepito esclusivamente per
questa prova, chiamato audiolaterometro, che permette di determinare
quale è l’orecchio dominante del soggetto, cioè quello con cui
controlla il proprio flusso verbale. A seconda di come userà l’orecchio
destro o sinistro per ricevere il messaggio sonoro, sarà possibile
valutare i processi di decodificazione, di interpretazione e di
riproduzione di questo stesso messaggio.
Si sa che il circuito nervoso destro è molto più corto di quello sinistro
e che quindi l’integrazione corporea è diversa.
Queste diverse prove, che fanno parte del test d’ascolto (TLTS),
permettono inoltre di valutare le potenzialità di riproduzione del
messaggio sonoro.
L’esame vocale completa la misurazione delle capacità uditive del
soggetto. Infatti, seguendo il principio di controreazione audiovocale,
16
l’analisi della voce indica con precisione il modo di sentire
corrispondente. L’esaminatore può già avere un’idea delle capacità di
ascolto di una persona, valutando il timbro della voce, l’intensità, la
modulazione e la lateralità facciale (giudicando quindi se una persona
parla a destra o a sinistra). Ad esempio, una voce ben timbrata, emessa
con un’intensità sufficiente e mobilizzando la parte destra della faccia,
indica che la persona ha notevoli possibilità di analisi e di controllo
del linguaggio.
Le ricerche sulla voce possono essere approfondite con l’uso di un
apparecchio detto fono-integratore, in cui la voce registrata viene
scomposta secondo diversi procedimenti che permettono di
individuare gli elementi caratteristici per frequenza, intensità, durata, e
di ottenere quindi le caratteristiche spettrali della voce.
Il metodo Tomatis prevede una terapia basata su suoni (musiche
particolari e voce umana) che, modificati opportunamente, stimolano i
centri nervosi superiori, favoriscono l’equilibrio e l’adattamento
psico-motorio, migliorano l’organizzazione funzionale del sistema
nervoso.
Non è una “tecnica” a sé stante, ma integra molte acquisizioni di
campi diversi come la neuro-psicologia, la pedagogia, la psico-
acustica e la linguistica.
L’applicazione si effettua con l’Orecchio Elettronico che, per le
proprie funzioni specifiche agenti sul tempo di latenza, sulla
precessione e sulla lateralità uditiva, permette di stimolare il desiderio
di ascolto e quindi quello successivo di comunicare.
17
Nel corso dei suoi studi, Tomatis ha rilevato una sorprendente identità
di patologie tra i soggetti che presentavano la stessa curva uditiva. Il
test d’ascolto è un test proiettivo e rivela le reazioni psicologiche
sottostanti e le tensioni che le provocano. Analizzando le risposte
vestibolo-cocleari agli impulsi acustici, esso permette di spiegare le
contro-reazioni posturali.
Ma, visualizzando le risposte date da un soggetto alle informazioni
sonore, il test fornisce la chiave del suo comportamento in ben altri
ambiti: comunicazione, linguaggio, socializzazione, ecc. Ci appare
così la modalità di inserimento di un essere nel suo ambiente.
Con le sue risposte sensitivo-sensorio-motrici, il test divide la postura
in scomparti metamerici, cioè in strati successivi legati ai differenti
stati neurologici.
I gravi sono attribuiti alla parte inferiore del corpo, gli acuti a quella
superiore. Ciascun metamero con le sue risposte neurologiche,
sensoriali, motrici e sovente neurovegetative, corrisponde ad un
organo situato nella zona afferente a questo scomparto. Tomatis ha
scoperto le altezze tonali corrispondenti ai diversi metameri e, di
conseguenza, ha descritto con precisione uno spettro tonotipico
corrispondente agli organi. Si riesce così a scoprire quale organo, o
meglio quale parte del corpo, è in difficoltà; si può prevedere la
possibilità per un organo di entrare in un circuito di somatizzazione.
Con il test d’ascolto la diagnosi è rapida, a volte predittiva.