2
antica. Si tratta quindi di un “Thesaurus” terminologico del linguaggio
ed essendo inoltre consultabile on line, gli utenti possono combinare in
modo personale le definizioni dei vari autori.
La grande efficienza del DLM la scopriamo nel fatto di essere un’opera
capace di offrire allo studioso diverse definizioni di uno stesso lemma, a
seconda dell’autore, del periodo, del pensiero dell’argomento, ecc… e
quindi di offrire la possibilità di operare una sintesi delle molteplici de-
finizioni di uno stesso lemma, che stanno ad indicare diversi percorsi
teorici.
A tutt’oggi il DLM contiene quasi 30.000 lemmi, in 31 lingue, ricavati da
un’ottantina di testi (tra dizionari ed opere originali), corredati da circa
10.000 citazioni “d’autore”.
Questo lavoro intende proporre un’analisi del metalinguaggio utilizzato
da Robert Lado, noto linguista applicato statunitense. L’analisi si con-
centrerà sulle sue due opere principali, Linguistics across Cultures. Ap-
plied Linguistics for Language Teachers del 1957 e Language Teaching. A
Scientific Approach del 1964, della quale è stata analizzata anche la tra-
duzione in lingua italiana, “Per una didattica scientifica delle lingue”. Il
testo è stato tradotto da Piero Bernardi, ma l’opera presenta
un’introduzione incisiva e dettagliata ad opera di Giovanni Freddi, pri-
mo esponente della Glottodidattica moderna italiana, che verrà presen-
tato nel corso del lavoro.
La prima parte sarà incentrata sulla presentazione dell’autore attraver-
so il suo profilo biografico e la sua collocazione nel panorama della glot-
todidattica italiana; seguirà una bibliografia completa di tutte le opere
che testimoniano la carriera lunga ed impegnata del teorico, caratteriz-
zata anche dalla collaborazione con altri linguisti, tra cui Charles Car-
penter Fries, del quale Lado fu discepolo.
È in questo momento che sarà interessante cominciare a conoscere il
punto di vista dell’autore e i punti di incontro-scontro di altri autori fa-
mosi che si considerano parte della medesima riflessione culturale. Si
evincerà dall’analisi più tecnica della schedatura delle opere come il
procedimento utilizzato sia di tipo puramente descrittivo, che si tradu-
3
ce, nella procedura didattica, in un’esercitazione di tipo strutturale ba-
sata sulla ripetizione, memorizzazione di frasi-modello in cui si stimola
la sostituzione degli elementi variabili (pattern drills e pattern practice).
La parte più delicata e basilare del presente lavoro sarà dedicata ad una
mappa di lettura interna alla schedatura, che attraverso i lemmi-chiave
individuati, ci aiuterà a mettere in risalto i concetti fondamentali ed il
pensiero dell’autore
4
CAPITOLO PRIMO
NOTE INTRODUTTIVE ALL’AUTORE
1. PROFILO BIOGRAFICO
1.1 Robert Lado
Robert Lado (1915-1995)
2
è nato a Tampa, Florida, il 31 maggio 1915 da
immigrati spagnoli. I suoi genitori presto tornarono al loro paese natio,
la Spagna. Non appena tornato negli Stati Uniti, da adulto, imparò
l’inglese. Questa esperienza avrebbe ispirato l’interesse di Lado per
l’insegnamento della lingua straniera per tutta la vita. Ha conseguito il
B.A. (Bachelor of Arts) presso il Rolling College, Florida, la laurea presso
l’Università di Austin in Texas e il dottorato ad Ann Arbor, presso
l’Università del Michigan nel 1950. Professore di inglese e Direttore del
English Language Institute della stessa Università, è stato nominato
Professore di Linguistica alla Georgetown University di Washington nel
1960, in cui ha servito da decano fino al 1973.
Robert Lado è noto in campo internazionale per i suoi contributi nei set-
tori della linguistica applicata, della didattica delle lingue e del «langua-
ge testing». È autore di Linguistic Across Cultures (1957), Language te-
sting (1962) e Language Teaching (1964). Ha pubblicato inoltre numero-
si saggi e articoli concernenti problemi di linguistica applicata, linguisti-
ca contrastiva, ecc. È coautore di Contemporary Spanish, Galeria Hi-
spanica, Tesoro Hispanico, Español, Lingua y Letra e co-editore del IV
volume dei Current Trends in Linguistics.
Lado è stato uno dei fondatori del TESOL (Teachers of English to Speak-
ers of Other Languages). Ha scritto innumerevoli articoli e libri sulla lin-
2
Cfr. http://www.lado.com/index.asp
5
guistica e la formazione di insegnanti qualificati di lingua inglese per
stranieri (ESOL).
Il suo nome è legato ad un istituto, il Lado International College, fondato
nel 1977, specializzato nell’insegnamento della lingua inglese per stra-
nieri, che ha come obiettivo portare gli studenti ad un livello massimo di
competenza linguistica. Robert Lado ha sviluppato il cosiddetto Total
Approach (Approccio Totale) in cui le quattro aree di competenza di una
lingua e cioè parlare, comprendere, leggere e scrivere vengono acquisite
velocemente attraverso l’uso di un programma didattico organizzato. Gli
studenti raggiungono una capacità d’espressione orale e scritta note-
volmente superiore a quella raggiunta con approcci didattici diversi in
cui la comunicazione funzionale rappresenta l’unico obiettivo.
Robert Lado è morto nel 1995 ad ottant’anni. La sua scuola porta a
termine un lavoro visibile già dalle sue prime opere che hanno la consa-
crazione attraverso la fondazione del Lado International College.
6
2. BIBLIOGRAFIA COMPLETA DI ROBERT LADO
Lado, R. (1946) Test of Aural Comprehension in English. Ann Arbor,
Michigan: English Language Institute, University of Michigan.
Lado, R. (1948) “A Prime Source of Students Errors”, Language learning
1-3, pp. 1-3.
Lado, R., David W. Reed, and Yao Shen (1948) “The importance of the
Native Language in Foreign Language Learning,” No. 1, pp. 17-23.
Lado, R. (1951) “Phonemics and pronunciation Tests,” Modern Language
Journal, Vol. 35, No. 7, pp. 531-542.
Lado, R. (1951) “Measurement in English as a Foreign Language, with
Special Reference to Spanish Speaking adults” (Doctoral Dissertation,
University of Michigan).
Lado, R. (1952) “Improvements in Foreign Language Tests,” University of
Michigan School of Education Bulletin 24, pp. 3-5.
Lado, R. (1952) “Testing Control of the Structure of a Foreign Lan-
guage,” Language Learning 4, pp. 17-35.
Lado, R. (1953) “Test the language”, in Archibald A. Hill (ed.). Report of
the fourth annual roundtable meeting on linguistics and language teach-
ing. Washington D.C.: Institute of languages and Linguistics, George-
town University.
Lado, R. (1955) Annotated Bibliography For Teachers of English as a
Foreign Language (Bulletin 1955, No. 3, U.S. Dept. Health, Education,
and Welfare: Office of Education). Washington, D.C.: Government Print-
ing Office, 224 pp.
Lado, R. (1956) “A comparison of the Sound Systems of English and
Spanish,” Hispania 39, No. 1, pp. 26-29.
Lado, R. (1956) “Patterns of difficulty in vocabulary,” Language Learning
6, pp. 23-41.
Lado, R., Charles C. Fries (1956) Lessons in vocabulary, Ann Arbor,
University of Michigan Press.
Lado, R. (1957) Linguistics across Cultures. Applied Linguistics for Lan-
guage Teachers, Michigan: Ann Arbor.
7
Lado, R., Charles C. Fries (1958) English sentence patterns: understand-
ing and producing grammatical structure: an oral approach.- Ann Arbor,
University of Michigan Press.
Lado, R., Charles C. Fries (1958) English Pronunciation: Exercises in
Sound Segments, Intonation and Rhythm, - Ann Arbor, University of
Michigan Press.
Lado, R., Charles C. Fries (1958) English pattern practice: establishing
the pattern as habits, - Ann Arbor, University of Michigan Press.
Lado, R. (1961) Language Testing. The construction and use of foreign
language tests. – London: Longmans.
Lado, R. (1964) Language Teaching: A Scientific Approach, New York:
McGraw-Hill.
Lado, R. (1965) “Memory span as a factor in second language learning,”
International Review of Applied Linguistics 3, pp. 123-129.
Lado, R. (1966) English sentence patterns -- understanding and produc-
ing english grammatical structures, an oral approach, Ann Arbor, Univer-
sity of Michigan Press.
Lado, R., Charles C. Fries (1966) English sentence patterns, Michigan:
The University of Michigan Press.
Lado, R., Edward L. Blansitt (1967) Contemporary Spanish, New York:
McGraw-Hill.
Lado, R. (1967) “Galeria Hispanica”, Hispania, Vol. 50, No. 1, pp. 204-
205.
Lado, R. (1967) “Moderner Sprachunterricht: Eine Einführung auf
wissenschaftlicher Grundlage”, traduzione di Reinhold Freudenstein of
Language Teaching. München: Max Hueber Verlag. 1st Edition in Ger-
man. 324 + [4] pp.
Lado, R. (1968) “Contrastive linguistics in a mentalistic theory of lan-
guage learning,” in J.E. Alatis (ED.) Contrastive linguistics and Its Peda-
gogical Implications. Report of the Nineteenth Annual Round Table Meet-
ing on Linguistics and Language Studies, Washington D.C.: Georgetown
University Press (Monograph Series on Languages and Linguistics; 21),
pp. 15-20.
8
Lado, R., Aid Frances, and Kruvant M. (1970) Massive vocabulary ex-
pansion, Phase II: the effort of oral and orthographic stimuli on the memo-
rization and pronunciation of basic dialogues. Washington D.C.: U.S.
Dept. of HEW, Office of Education, Institute of International Studies.
Lado, R. (1970) Lado English Series. Books 1-3. New York City: Simon
and Shuster.
Lado, R.(1972) “Meine Perspektive Der Kontrastiven Linguistik,” in G.
Nickel (ed.) Reader zur Kontrastiven Linguistik, Frankfurt: Athenäum
Fisher, pp. 15-20.
Lado, R. (1972) “Early Reading by a Child with Severe Hearing Loss as
an Aid to Linguistic and Intellectual Development”, in Georgetown Uni-
versity Papers on Languages and Linguistics, No. 6, Washington, D.C.:
Georgetown University Press, pp. 1-6.
Lado, R. (1973) Lingϋística contrastiva. Lenguas y culturas, Madrid, Edi-
ciones Alcalá (traduzione spagnola di Linguistics across Cultures. Ap-
plied Linguistics for Language Teachers, Ann Arbor, University of Michi-
gan Press).
Lado, R. (1973) “Creativity in/and language”. – Studies Marckwardt, pp.
93-97.
Lado, R. (1979) “Language and Thought: Effect of Translation vs. Inter-
pretation,” TESOL Quarterly 13: pp. 565-571.
Lado, R. (1985) “Native speaker performance and the cloze test, A quest
for validity”, in Toward an Understanding of Language, Fries Peter H.
and Nancy M. Fries (eds.), pp. 384.
Lado, R. (1986) “How to compare two cultures,” in Culture Bound. Bridg-
ing the cultural gap in language teaching, Joyce Merrill Valdes (ed.),
Cambridge University Press. pp 52-63.
Lado, R. (1986) “Analysis of native speaker performance on a cloze test”,
in Language testing 3, pp. 130-146.
Lado, R. (1988) Teaching English Across Cultures: An Introduction for
Teachers of English to Speakers of Other Languages, New York. McGraw-
Hill.
9
Lado, R. (1990), 'Toward a lexico-semantic theory of language and lan-
guage learning', in Georgetown Journal of Languages and Linguistics,
1:1, pp. 96-100
Lado, R. (1992) Lado Picture Dictionary, Prentice-Hall, 121p.
Lado, R. (1993) Beginning Picture, Prentice-Hall.
10
3. ROBERT LADO: PUNTO DI RIFERIMENTO INTERNAZIONALE
DELLA GLOTTODIDATTICA
Nel seguente paragrafo sarà trattata la forte implicazione che esiste tra
l’opera di Robert Lado e la glottodidattica italiana. Le sue riflessioni si
collocano in un momento in cui la necessità di ricerca di regole scienti-
fiche che permettessero la costituzione di una didattica delle lingue,
rappresenta un punto di partenza per molti specialisti italiani. Nasce
così un’esperienza alla quale partecipano prestigiosi linguisti ed antro-
pologi condensando gli apporti della linguistica tassonomica, le ipotesi
esplicative del behaviorismo e parte dei possibili suggerimenti
dell’antropologia culturale.
È importante sottolineare che anche ragioni di indole personale aumen-
tano questo sentimento di paternità intellettuale. È il caso di Giovanni
Freddi, primo esponente della glottididattica moderna italiana che scris-
se vari libri in collaborazione con Lado. La sua definizione del concetto
di glottodidattica verrà trattato in un paragrafo a parte.
Anche dopo la pubblicazione della sua opera principale, Language Tea-
ching (1964), Lado continua a rappresentare un punto di riferimento per
gli studiosi italiani, questo perché appare per questi ultimi tanto un
progetto di indagini ed esperienze quanto uno sforzo di riflessione per il
superamento del modello behaviorista, senza però sopprimere le sue
certezze.
A tal proposito non bisogna dimenticare che Lado, come discepolo di
Fries, riconosce al suo maestro i meriti di un’impostazione metodologica
della didattica delle lingue e l’individualizzazione del problema della lin-
guistica contrastiva.
Fries fa notare
3
che, sebbene “gli studi di area” proposti dall’ A.S.T.P
(Army Specialized Training Program) costituiscano una risposta abba-
stanza nozionale al problema, rappresentano una risposta didattica ad
un concetto di cultura che deriva dai metodi tradizionali o di lettura.
3
Fries(1945), p.9
11
Fries ha creato ad Ann Arbor un gruppo che si riconosce nelle premesse
teoriche formulate da Lado in Linguistics across Cultures (1957). In que-
sta opera, oltre alle premesse del punto di vista contrastivo, si propone
l’esistenza di unità costituitive della realtà culturale insite negli elementi
linguistici. La forma ed il significato hanno un una distribuzione diffe-
rente da lingua a lingua e per questo, se si desidera che un alunno ab-
bia un’esperienza autentica della cultura straniera, bisogna trasmetter-
gli il significato culturale legato alle unità linguistiche.
L’opera di Lado comincia ad essere criticata all’inizio degli anni Settanta
poiché “l’analisi degli errori” proposta dalla prospettiva contrastiva, si
presenta come un approccio troppo meccanico nel processo di appren-
dimento. In ogni caso, anche se la glottodidattica italiana riconosce la
validità delle critiche, considera che la strada suggerita da Lado, lo stu-
dio del “problem learning”, risulta l’unica possibilità di proposta scienti-
fica del problema.
Ricordato che la linguistica applicata non esaurisce la sua funzione nella pre-
dizione degli errori occorre aggiungere che la nozione di problem of learning
resta ancor oggi l’unica base per fondare una rigorosa «scienza degli errori».
Quando gli accenni che ora si fanno alla fisiologica e alla psicologia cesseran-
no di essere delle semplici intuizioni per tradursi in precisi strumenti concet-
tuali, il quadro teorico risulterà certamente più ricco: allora ci renderemo me-
glio conto del valore della proposta di Lado, in quanto essa – relativamente alla
didattica linguistica – risulterà il nucleo centrale attorno al quale si organizze-
ranno gli altri apporti
(…). Egli esprime l’avviso che ulteriori progressi nella didattica delle lingue
possono venire da tre direzioni:
1. dalla scienza linguistica, anche se essa, essendo limitata dai suoi stessi po-
stulati, non è in grado di esaurire la descrizione di tutti i fatti di lingua;
2. dalla ‘macchina’, anche se essa «non potrà mai sostituirsi alla vitalità e alla
complessità dell’essere umano» ;
12
3. da una visione scientifica più approfondita dei processi dell’insegnamento e
dell’apprendimento. Da questa direzione dovrebbero venire i maggiori pro-
gressi
4
.
Sempre nell’ottica di una visione umanizzata della linguistica, Lado si
espresse in lavori pubblicati negli anni Settanta circa le innovazioni di
Chomsky e l’applicazione estensiva dell’informatica come tecnologia ap-
plicata alla didattica delle lingue. Nel primo caso Lado osserva che seb-
bene l’esistenza di una struttura profonda e una superficiale della lin-
gua risulta suggestiva, questa dicotomia non può spiegare la formazione
di tutte le categorie linguistiche nell’apprendimento della lingua mater-
na. Quanto alla costruzione di linguaggi artificiali ed alla conseguente
sperimentazione informatica, Lado parte da un’ipotesi di base: il lin-
guaggio umano non può essere ridotto a regole combinatorie; il suo stu-
dio delle unità culturali, al quale ho già fatto riferimento, invalida que-
sta possibilità sin dall’origine.
4
Freddi (1976), p. XVIII.
13
CAPITOLO SECONDO
SECOND LANGUAGE ACQUISITION
1. LO STRUTTURALISMO AMERICANO
Un importante avvenimento nel divenire degli studi linguistici è la com-
parsa dello strutturalismo linguistico di Ferdinand de Saussure che
dominerà la prima metà del secolo XX privilegiando gli studi sincronici
della lingua a quelli diacronici. Esso influisce principalmente
sull’insegnamento delle lingue straniere e soprattutto attraverso
l’applicazione del metodo audio-orale. Il nome di questa corrente lingui-
stica si deve principalmente al fatto che si considera la lingua come una
struttura o sistema di segni (entità composte di significante e significa-
to). Le idee di Saussure raccolte nel “Corso Generale di Linguistica”,
pubblicato postumo, segnano un nuovo orientamento negli studi di lin-
gua.
È importante notare come negli Stati Uniti lo strutturalismo è basato
sulla ricerca di caratteristiche di grande rigorosità scientifica e si con-
centra principalmente su aspetti legati alla metodologia e all’analisi
formale delle lingue. La conoscenza di una lingua straniera implica la
conoscenza di strutture fonologiche, morfologiche e sintattiche e lo stu-
dio si basa sulla forma orale. L’analista con maggiore rigorosità scienti-
fica e principale esponente del descrittivismo statunitense è Leonard
Bloomfield, anche se non bisogna dimenticare gli apporti di Sapir, Boas
e Fries.
Questo strutturalismo è servito da base per lo sviluppo del metodo
dell’esercito (ASTP), causa l’entrata degli Stati Uniti nella Seconda Guer-
ra Mondiale e la conseguente necessità di formare personale (interpreti
e traduttori) in differenti lingue.
14
Il diffuso interesse di apprendere lingue straniere tanto degli alunni sta-
tunitensi quanto di quelli che provengono da altri luoghi per imparare
l’inglese nelle Università degli Stati Uniti, conduce alla costituzione di
programmi di formazione per professori di inglese come lingua straniera
o anche per coloro interessati ad imparare l’inglese come lingua stranie-
ra o seconda lingua. Prima fra tutte l’Università del Michigan nel 1939
con Charles C. Fries, che con la sua impostazione strutturalista consi-
derava la grammatica punto di partenza nell’insegnamento di una lin-
gua. Programmi simili sono applicati anche in altre università come la
Georgetown University, l’Università del Texas ad Austin e l’Università
americana di Washington D.C.
E qui è fondamentale l’inserimento di Robert Lado che sempre negli Sta-
ti Uniti ed immerso nella corrente strutturalista e nel metodo audiolin-
guale elabora materiali e testi propri per l’insegnamento dell’inglese co-
me lingua straniera. Grande popolarità ha ricevuto per la Lado English
Series (1977), ma anche come vedremo nel paragrafo successivo, per
l’opera English Pronunciation (1958) in collaborazione con Charles C.
Fries.
“the teaching of listening comprehension, pronunciation, grammar and vo-
cabulary are all related to development of aural fluency.”
Alla base di questo approccio ci sono dialoghi ed esercitazioni e gli a-
lunni sono incoraggiati ad ascoltare attentamente o un registrazione o
una lettura dell’insegnante. Successivamente questi registrano la pro-
pria versione o rispondono agli stimoli dell’insegnante a ripetere parti
dei dialoghi o delle esercitazioni. L’idea di base è quella che questa tec-
nica aiuta la creazione di buoni abiti ed è basata sul concetto di analisi
contrastava in cui si cerca di minimizzare l’interferenza dalla lingua
madre dello studente.
Verrà di seguito illustrato come la collaborazione di Lado e Fries (1954)
ha prodotto un manuale sulla pronuncia
5
basato su questo approc-
5
English Pronunciation, by R. Lado and C.C. Fries, 1958. Reproduced by permission of
The University of Michigan Press, Ann Arbor.
15
cio(vedi Activity 2). Al fine di spiegare meglio l’esercizio proposto, segui-
rà a questo un breve commento.
Learning goals related to listening: To pattern match; to listen, imitate,
and memorize.
Activity 2 – An activity illustrating the Audio-Lingual Approach
Practice the following sentences. Remember that the tongue does not con-
tact or vibrate against the tooth ridge or palate when you pronounce [r]
correctly.
What is he reading? He’s reading a book.
What is she reading? She’s reading a book.
What are they reading? They’re reading a book.
What are you reading? I’ m reading a book.
What is he writing? He’s writing some letters.
What is she writing? She’s writing some letters.
What are they writing? They’re writing some letters.
What are you writing? I’m writing some letters.
What is he wearing? He’s wearing a green suit.
What is she wearing? She’s wearing a green suit.
What are they wearing? They’re wearing a green suit.
What are you wearing? I’m wearing a green suit.
Where is he? He’s in the garden.
Where is she? She’s in the garden.
Where are they? They’re in the garden.
L’approccio all’insegnamento esemplificato nell’Activity 2 è basato sulla
teoria Stimolo-Risposta della scuola behaviorista Americana (Skinner
1957). L’Analisi Contrastiva si basa sulla teoria behaviorista di Skinner
secondo la quale l’apprendimento di una lingua è caratterizzata dalla
formazione di un abito che si ottiene grazie ad uno Stimolo- Risposta (S
→ R). Nell’apprendimento di una L2 si perderà un abito della LM per
acquisirne uno nuovo ed è a questo punto che Fries e Lado affermano
che gli studenti, durante questo processo, tendono a trasferire gli abiti