8
Introduzione
Il presente lavoro analizza il settore dei prodotti per l’alimentazione e la cura degli animali domestici, con
l’obiettivo di indagare le principali tendenze dal lato della domanda e dell’offerta.
Come è emerso dalla XIV edizione di Zoomark International, il mercato del petcare è un “mercato che non
conosce crisi”; infatti in un periodo di difficoltà economica come quello che stiamo vivendo tuttora, è uno
dei pochi settori che ha evidenziato tassi di crescita positivi. Da qui l’interesse di studiare le dinamiche di
sviluppo, le tendenze e i segnali per il futuro di questo particolare settore.
La trattazione è articolata in sei capitoli.
Il primo capitolo delinea i confini del settore e lo analizza in una prospettiva internazionale al fine di definire
il quadro entro cui si inseriscono le dinamiche del mercato italiano, oggetto di approfondimento nei capitoli
successivi.
Il secondo capitolo fornisce dati relativi alla popolazione animale in Italia e al valore del mercato
distinguendo tra i vari comparti Pet Care: alimenti per cani e gatti, alimenti per altri animali domestici e
accessori. L’analisi fornisce altresì indicazioni sull’evoluzione delle vendite nei diversi formati distributivi e
nelle diverse aree territoriali. A conclusione del capitolo è esaminata la legislazione “settoriale”partendo da
normative comunitarie, nazionali fino all’esemplificazione di alcune ordinanze regionali e comunali.
Il terzo capitolo, è dedicato all’analisi dell’evoluzione dell’offerta industriale con particolare riferimento alle
strategie di innovazione di prodotto, branding, segmentazione e differenziazione dell’offerta. In tale
prospettiva sono descritte le strategie di marketing delle principali aziende attive nel settore.
Sono state inoltre descritte le aziende multinazionali e nazionali leader nella produzione food e non food e,
delineate le strategie di marketing delle stesse a seconda delle varie categorie merceologiche. A
conclusione del capitolo sono state analizzate le prospettive di crescita delle aziende industriali produttrici
alimenti ed accessori per animali domestici in relazione a quanto emerso dai precedenti punti del capitolo.
La struttura distributiva viene esaminata all’interno del quarto capitolo, distinguendo le realtà specializzate
(Pet Shop, Garden e Brico Center e rivendite agrarie) dai formati distributivi della moderna distribuzione.
Vengono inoltre descritte le condotte sul piano della manovra delle leve di retail mix della distribuzione
specializzata e Mass Market, con particolare riferimento alla politica assorti mentale (comprensiva dello
sviluppo Private Label), comunicazionale e promozionale.
Il quinto capitolo è dedicato al proprietario di animali domestici. Attraverso la rassegna degli studi
disponibili sul tema, viene ricostruito il profilo socio-demografico dei proprietari e l’evoluzione della spesa
media sostenuta per il mantenimento dell’animale posseduto. Infine vengono descritte le tendenze in atto
riscontrabili nel rapporto uomo – animale e i benefici che quest’ultimo genera alla persona.
Nel sesto ed ultimo capitolo vengono presentati i risultati di un’indagine condotta mediante la
somministrazione di un questionario strutturato a un campione di proprietari e non di animali domestici. La
ricerca pone due macro obiettivi. In primo luogo, vuole indagare gli aspetti legati al comportamento dei
proprietari nei confronti degli animali, ovvero come essi vengono considerati dai rispettivi proprietari. Si
approfondisce pertanto lo studio dei fenomeni sociali al fine di ricercare gli elementi che costituiscono
quella manifestazione denominata “umanizzazione dell’animale domestico”. In secondo luogo, la ricerca
9
vuole indagare il comportamento di acquisto del consumatore riferito ai prodotti e servizi per la cura e
l’alimentazione degli animali d’affezione.
10
Capitolo 1 – Il settore dei prodotti per la cura degli animali domestici a livello
internazionale
Premessa
Per studiare il settore dei prodotti per la cura degli animali domestici occorre, innanzitutto, chiedersi cos’è
un animale domestico. Un animale domestico, o da compagnia, è un animale allevato e mantenuto dagli
esseri umani senza fini di lucro. Anche se in teoria qualunque animale può essere considerato “da
compagnia”, in pratica la maggior parte degli animali d’affezione appartengono ad un numero limitato di
specie, gradite per il loro bell’aspetto, o per il comportamento affettuoso o giocoso.
“Per animale da compagnia si intende ogni animale tenuto, o destinato ad essere tenuto dall’uomo, in
particolare presso il suo alloggio domestico, per suo diletto e compagnia”, così cita l’articolo 1 della
Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia.
Il settore Pet Care, letteralmente “cura degli animali domestici”, comprende tutto ciò che è prodotto o
servizio destinato alla cura e al benessere degli animali domestici. E’ possibile suddividere il settore in tre
categorie:
1. prodotti food;
2. prodotti non food;
3. servizi.
La prima categoria raggruppa tutti i prodotti destinati all’alimentazione del Pet, come i cibi secchi e umidi,
semi, verdura, frutta, acqua, latte, ma anche integratori vitaminici. Il “Pet Food”, molto spesso, rappresenta
un’estensione delle industrie che producono alimenti destinati al consumo umano; per le multinazionali
alimentari, controllare la produzione del Pet Food è un investimento redditizio, un mercato parallelo
importante e pieno di opportunità.
La categoria “non food” comprende tutti quei prodotti per la cura, l’igiene, la bellezza, il comfort ed il gioco
degli animali domestici. E’ una categoria molto ampia in quanto l’offerta industriale deve soddisfare le
diverse esigenze dei differenti animali domestici che una persona può possedere; è quindi possibile
ulteriormente suddividere la categoria dei prodotti non food a seconda delle diverse specie animali.
Infine, i servizi, sono la parte più moderna del settore del “Pet Care”. Possono essere definiti servizi rivolti
agli animali / possessori, tutte quelle attività o serie di attività, più o meno intangibili, che hanno luogo
nell’interazione tra l’animale/possessore e il fornitore del servizio stesso, e che vengono forniti come
soluzione o supporto alle problematiche dell’animale o del possessore.
Nel tempo si sono sviluppati sempre più servizi per semplificare e risolvere tutti quei problemi che
riguardano l’animale domestico; il servizio veterinario è quello primario e più importante in quanto va a
chiarire, o quantomeno studiare e verificare, problemi legati alla salute dell’animale. Ad esso se ne
affiancano altri, quali la toelettatura dell’animale, le pensioni per animali, gli addestramenti o le
preparazioni agonistiche.
11
1 – Una visione internazionale
1.1 - Popolazione animale nel mondo
Per stilare un quadro globale della popolazione animale è opportuno precisare che la cultura, le abitudini e
la situazione economico-finanziaria di un Paese sono tre dei fattori più importanti per la presenza o assenza
di determinate specie di animali domestici.
In questi termini è significativo citare il caso della Cina: in epoca imperiale gli animali erano visti come una
forma di protezione nei confronti della peste; nell’era di Mao gli animali domestici vennero considerati
decadenti, borghesi ed imperialisti, in quanto la Cina di quegli anni era molto povera, il cibo non bastava
perciò era molto difficile trovare famiglie che avessero animali da compagnia. Man mano che passano gli
anni, la situazione economica migliora per cui è sempre più comune possedere un animale domestico
soprattutto nel caso di persone che vivono sole. Tuttavia gli studi dimostrano che si registrano sempre più
abbandoni in strade o campagne e questo è un trend più che sconfortante.
Secondo uno studio della World Society for the Protection of Animals, a Giugno del 2008, la popolazione
cinese di animali effettivamente ritenuti domestici veniva stimata attorno ai 37 milioni e mezzo di unità.
Secondo stime ufficiali i cani considerati Pet sono solamente 800 mila; tuttavia è opportuno prendere con
cautela questi dati in quanto l’anagrafe canina funziona poco e male a causa di una tassa annuale
obbligatoria per registrare il cane. Sono considerati Pet anche le scimmie, le quali vengono utilizzate per
scopi di divertimento e, analogamente all’ India, molto spesso i pesci vengono “prelevati” dalle acque
marine o fluviali diventando così direttamente “animali da compagnia”. I gatti sono più tollerati dalle
autorità cinesi, in quanto consumano meno cibo, ma, come i cani, in Cina, così come in Corea e Vietnam,
vengono ancora consumati come cibo.
In parte per evitare gli abbandoni e in parte per evitare la sovrappopolazione di animali, a fine 2010 si è
adottata la politica del “cane unico”; così la Cina ha esteso la legge del figlio unico anche ai cani regolando il
numero massimo di cani posseduti da un nucleo familiare. La classe media cinese si è “innamorata” dei
cani, un tempo non troppo lontano considerati come oggetti; infatti si assisteva al lancio del cane, ad
uccisioni barbare per mezzo di pale o mazze e, peggio ancora, alla vendita di carne canina sui banchetti
alimentari. Fortunatamente, a Febbraio 2010, è stata approvata una legge nazionale che intende vietare la
produzione ed il consumo di carne di cane e di gatto. Grazie ad una grandiosa campagna mediatica ad
opera dell’Animals Asia Foundation, qualcuno si è riunito per fermare il barbaro rituale sugli animali ritenuti
da compagnia; il potere della campagna mediatica nasce per volontà della nuova Cina urbanizzata e
occidentalizzata sempre più sensibilizzata verso gli animali da compagnia di stampo europeo e americano.
Questa nuova legge e la politica del cane unico sono un segnale di crescita sia dal punto di vista economico
che umano; per la prima volta nella storia, la Cina inizia a pensare ad un animale come un possibile
membro della famiglia.
Analizzando sempre il mercato asiatico, in Giappone la situazione è differente. Ci sono circa 23 milioni di
Pet, contro gli oltre 350 milioni degli Stati Uniti. La crescita degli animali domestici è recente: infatti tra il
1990 e il 2000 sono aumentati del 50%. Un’indagine condotta nel 2004 ha scoperto che nelle famiglie
composte da due o più persone il 23,4% possiedono cani, il 12,9% gatti, il 3,7% pesci rossi e il 5,5% sono
proprietarie di pesci tropicali. Le famiglie del rimanente 52% non possiedono animali domestici. Per quanto
riguarda le persone che vivono sole, lo studio ha evidenziato che l’8,2% possiedono cani, il 7,9% gatti, il 26%
12
pesci rossi e il 2,2% pesci tropicali, mentre il 79 % delle persone single non possiede alcun Pet. I cani sono
circa 13,1 milioni e si va affermando un trend particolare: negli ultimi anni, il numero dei cani è aumentato
come il numero delle donne e delle coppie senza figli; nel 2006 il numero dei cani superò per la prima volta
il numero dei bambini al di sotto dei 12 anni. Ciò fa presupporre, come scrisse il New York Times, che le
famiglie che hanno pochi figli o che non ne hanno, acquistano o adottano un cane per colmarne il vuoto.
Anche se i gatti sono in un numero inferiore rispetto ai cani, circa 8 milioni, non vuol dire che vengano
amati in misura minore (basti osservare il successo di “Hello Kitty”): in televisione sono frequenti
programmi che parlano della vita dei gatti e sono molto popolari anche siti web, blog e forum che
riguardano i felini.
Le tartarughe sono molto popolari: non fanno rumore, possono utilizzare gli stessi accessori dei pesci e
sono molto comuni nelle case di piccole dimensioni. I criceti sono molto popolari tra i bambini ed un
numero sorprendente di giapponesi possiede furetti. Nei Pet Shop giapponesi è possibile osservare, oltre
ad animali comuni, anche un vasto assortimento di animali “insoliti”: serpenti, scarabei, ragni, iguane,
scimmie, scoiattoli e particolari specie di uccelli possono essere ritenuti animali da compagnia.
Un problema particolare delle famiglie giapponesi è che, molto spesso, nei contratti di affitto degli
appartamenti e condomini sono presenti clausole che bandiscono gli animali, perché si ritiene che facciano
danni e siano rumorosi; tuttavia, negli ultimi anni gli affittuari, spesso sentono di non avere altra scelta che
accettare anche persone con animali e chi lo permette organizza una lunga lista d’attesa. In questo senso i
Pet’s Owners sono disciplinati, ordinati e si occupano costantemente del proprio animale perché non crei
disturbo e non arrechi fastidio alle altre persone.
Gli Stati Uniti superano di gran lunga tutti gli altri Paesi nella classifica globale di Pet posseduti; infatti sul
territorio americano, secondo le ricerche condotte dall’American Pet Product Association tra il 2010 e il
2011, si contano più di 350 milioni di animali domestici. Cani, gatti e pesci rimangono gli animali più
popolari, ma da qualche anno a questa parte crescono sempre più d’importanza anche rettili e animali di
piccola taglia: si stimano circa 13 milioni di rettili, 16 milioni di altri piccoli animali come furetti, criceti,
conigli, roditori e via dicendo; gli uccelli sono circa 16 milioni, mentre, i pesci vengono stimati in circa 151
milioni quelli d’acqua dolce e 8,6 milioni d’acqua salata. I più importanti, anche negli Stati Uniti, sono i cani
e i gatti, in questo caso però, la situazione è opposta: i gatti sono circa 86,4 milioni mentre i cani 78,2
milioni, in crescita rispetto agli anni precedenti. Secondo il “National Survey Pet Owners” condotto
dall’APPA, il 62% delle famiglie americane nel 2008 possedeva un animale domestico, contro il 56% delle
famiglie nel 1988.
Gli USA da qualche anno si trovano di fronte al problema della sovrappopolazione degli animali: secondo la
Humane Society of The United States ogni anno vengono abbandonati 3 - 4 milioni di cani e gatti e
altrettanti vengono confinati nei rifugi. Questa situazione è stata causata, in parte dagli animali non
sterilizzati, e in parte dalla situazione economica traballante di alcuni quartieri e città di periferia.
In Canada, l’ultimo studio condotto da Colin Siren per Ipsos Reid nel 2008 stima la presenza di circa 8,9
milioni di gatti e 5,9 milioni di cani; l’indagine mostra anche che il 35% delle famiglie canadesi possiede un
cane e il 38% un gatto.
In America Latina, l’animale domestico più importante è il cane, tenuto principalmente come guardia alla
propria abitazione; raramente si incontrano famiglie che possiedono come animale domestico un gatto,
come per esempio, in Nicaragua. Tuttavia essi sono presenti in Brasile e Argentina. Uccelli come pappagalli,
tucani e canarini assieme ai pesci tropicali sono più comuni rispetto alle altre aree del mondo. Animale
13
domestico particolare è il Chincillà, roditore leggermente più grande e robusto dello scoiattolo e nativo
delle Ande nel Sud America; esso oltre alla funzione di animale da compagnia è utilizzato anche in campo
medico, per la ricerca di soluzioni dei problemi del sistema uditivo.
L’Africa detiene, purtroppo, il primato di continente più povero del mondo per cui è difficile trovare
famiglie disposte a comprare o adottare animali domestici, soprattutto nei paesi più indigenti del
continente. Anche in questo caso i principali Pet sono i cani e, in misura minore, i gatti: nel 2007 in Sud
Africa si contavano circa 7,4 milioni di cani e 2 milioni di gatti, un dato molto inferiore rispetto agli altri
Paesi. Il report condotto dalla World Society for the Protection of Animals (WSPA) nel Giugno 2008, mostrò
alcuni dati riguardanti una stima del numero di cani e gatti presenti in alcuni stati africani (Tabella 1):
Tabella 1: Popolazione canina e felina in Africa – 2008
Stati africani Popolazione canina (in migliaia) Popolazione felina (in migliaia)
Sud Africa 7.440 2.000
Tanzania 5.000 2.000
Etiopia 5.000 250
Kenya 3.000 1.000
Nigeria 2.500 1.000
Zimbabwe 1.500 1.000
Marocco 1.755 440
Gambia 250 250
Namibia 275 n/d
Egitto 71,5 106,9
Camerun 50 n/d
Botswana n/d 18
Ciad 25 n/d
Congo 90 20
Fonte: WSPA, Giugno 2008.
Inoltre, è possibile trovare famiglie che possiedono particolari animali, come babbuini, scimpanzé, iene o
anaconde. Il motivo principale per cui le famiglie africane possiedono un animale domestico è
sostanzialmente quello della guardia, ma è opportuno segnalare anche l’allevamento di animali domestici a
fini di consumo.
Nel rapporto dell’Australian Companion Animal Council del 2010 si legge che in Australia sono stati stimati
circa 33,3 milioni di Pet, pur essendoci appena 8 milioni di famiglie. L’Australia è uno dei Paesi con la più
alta incidenza di proprietari di animali domestici del mondo con il 36% di famiglie che possiedono un cane e
il 23% che possiedono un gatto (Euromonitor International, 2009). Questi dati sono più elevati del Regno
Uniti dove il 23% delle famiglie possiede un cane e il 20% delle famiglie un gatto, ma minori degli Stati Uniti
in cui le percentuali sono rispettivamente il 40% e 33%. Nel 2009 si contavano circa 3,41 milioni di cani e
2,35 milioni di gatti, cioè circa 16 cani e 11 gatti ogni cento persone. In aggiunta a questi, sono stati contati
circa 8.1 milioni di uccelli, 18.4 milioni di pesci e 1.06 milioni di altri animali domestici che comprendono
cavalli, conigli, porcellini d’India e altri piccoli mammiferi.
La popolazione dei Pet in Australia ha subito varie fluttuazioni negli ultimi quindici anni, con un moderato
declino del numero dei cani dal 1998, mentre il numero dei gatti ha subito un significativo rialzo negli ultimi
due anni dopo aver perso circa il 23% in 13 anni (Tabella 2).
14
Tabella 2: Andamento della popolazione degli animali domestici in Australia – 1994 / 2009 (in milioni)
1994 1998 2002 2005 2007 2009
Cani 3,78 4,00 3,97 3,75 3,69 3,41
Gatti 2,93 2,60 2,47 2,43 2,24 2,35
Pesci 11,90 11,90 12,20 20,00 20,50 18,40
Uccelli 9,70 8,40 8,70 9,00 7,80 8,10
Altri Pet 0,80 2,00 2,10 3,00 2,88 1,06
Totale 29,11 28,90 29,44 38,18 37,11 33,32
Fonte: ABS, 2009; Euromonitor International, 2009; ACAC, 2006; TNS, 1994 – 1998.
La popolazione animale è distribuita secondo la distribuzione della popolazione umana, per esempio la
zona di Victoria e New South Wales ospita circa il 60 % dei Pet australiani, a fronte del 59 % della
popolazione umana del Paese.
E’ stato stimato, attraverso uno studio della Fediaf, The European Pet Food Industry Foundation, che nel
2010, circa 70 milioni di famiglie europee possedevano almeno un animale domestico; i Pet nel continente
Europeo sono circa 240 milioni, mentre gli animali domestici dei Paesi che hanno aderito all’Unione
Europea vengono stimati in 195 milioni di esemplari. Per quanto riguarda la popolazione canina, la Russia
detiene il primato con circa 12,52 milioni di individui seguita da Regno Unito (8,3 milioni), Francia, Polonia e
Italia (circa 7 milioni di cani). Nel caso dei gatti la Russia detiene il primato con 18 milioni di esemplari,
seguono Francia (11 milioni circa), Germania e Regno Unito (8.5 milioni) e Italia (7,4 milioni). L’Italia ha il
primato per quanto riguarda i volatili, circa 13 milioni, mentre nei pesci d’acquario la Germania è in testa
con 2 milioni di esemplari, seguita anche in questo caso da Italia e Regno Unito con 1.5 milioni di individui.
Da uno studio effettuato dalla Pet Food Manufacturers’ Association nel 2011, nel Regno Unito gli animali
domestici sono circa 62 milioni; la popolazione canina ha raggiunto un massimo storico di 8,3 milioni di
esemplari, un valore prossimo a quello della popolazione felina stimata in 8,6 milioni di individui, la quale è
tuttavia diminuita rispetto ai 9,6 milioni del 2004. Secondo la ricerca della PFMA, il 22,9 % delle famiglie
britanniche possiede almeno un cane, mentre il 22,7 % possiede almeno un gatto. Il trend che emerge è
l’aumento, negli ultimi cinque anni, della popolazione canina. Cani e gatti continuano ad essere gli animali
domestici preferiti, tuttavia uccelli, pesci e altri piccoli animali hanno un peso sempre maggiore (Tabella 3).
Tabella 3: Popolazione di animali domestici in Gran Bretagna - 2011
Animale Popolazione (in milioni)
Cani 8,3
Gatti 8,6
Pesci 40,0
Conigli 1,0
Uccelli 1,0
Volatili domestici 0,5
Porcellini d’India 1,0
Criceti 0,5
Cavalli / Pony 0,3
Tartarughe 0,3
Fonte: Pet Food Manufacturers’ Association, 2011.
Oltre a questi è possibile anche citare la presenza in alcune famiglie di piccoli animali come lucertole,
serpenti e ratti. Le motivazioni principali per le quali i britannici acquistano o adottano animali domestici
15
sono la ricerca della compagnia, la volontà di un familiare o di un figlio, esigenze di lavoro e, infine, per
evitare che vengano abbandonati nelle strade delle città.
1.2 – Il valore del mercato
1.2.1 - Lo scenario internazionale
Secondo Euromonitor International, nel 2010 le vendite complessive di Pet Food sono state pari a circa 80
miliardi di dollari; con una crescita del 4,4% rispetto al 2009. Gli alimenti per cani e per gatti rappresentano
circa il 55% del valore del mercato; gli alimenti per cani hanno avuto un tasso di crescita più elevato
rispetto agli alimenti per gatti, ciò è dovuto in parte anche alla maggior responsabilizzazione dei proprietari
di cani, soprattutto nei mercati emergenti, come l’America Latina.
Il Nord America è di gran lunga il più importante mercato al dettaglio di alimenti per animali domestici; è
anche il mercato più maturo, in cui ogni famiglia ha speso in media, nel 2010, 225 dollari per il cibo e gli
altri prodotti per la cura degli animali. Al contrario l’Europa Orientale e l’America Latina sono mercati
relativamente ancora immaturi con una spesa per famiglia di circa 50 dollari; ciò è sostanzialmente dovuto
all’abitudine delle famiglie di preparare cibi casalinghi agli animali o di lasciar loro avanzi dei pasti. Tuttavia
le spese domestiche nel Pet Care sono aumentate enormemente negli ultimi cinque anni: in Europa
Orientale è stato riscontrato un aumento di oltre il 60%, cioè una variazione positiva del 13% circa ogni
anno.
Le Marche Private del Pet food, ma non solo, stanno crescendo conquistando nuovi consumatori
specialmente nelle aree in cui il settore Pet Care si sta sviluppando, come in Asia, America Latina ed Europa
Orientale. In parte l’espansione di Ipermercati e Supermercati in queste aree e in parte l’espansione dei
“Pet’s Superstore” confermano la tendenza: via via che il mercato si sviluppa, le Private Label guadagnano
quote di mercato posizionandosi sempre più nella mente dei consumatori.
Il mercato asiatico
In passato il mercato giapponese dei prodotti per la cura degli animali domestici ha dominato le vendite di
questo continente e India, Cina, Tailandia e Vietnam erano mercati secondari. Ora l’India sta emergendo
come il maggior potenziale mercato Pet Care nel continente asiatico in cui, tra il 2005 ed il 2010 e, non di
meno, nei prossimi cinque anni si registra e si prevede che si registri un tasso di crescita annuo a doppia
cifra.
Con la graduale crescita economica e il cambiamento degli stili di vita, l’industria dei prodotti per la cura
degli animali domestici indiana ha percepito, negli ultimi anni, uno straordinario sviluppo; i proprietari di
animali delle piccole città hanno cominciato a vedere il proprio animale domestico come un compagno e un
membro della famiglia. Queste persone, cominciando ad interessarsi sempre più allo stile alimentare, alla
dieta, alla salute e al divertimento del proprio animale domestico, hanno contribuito al rapido sviluppo
dell’intero settore. Nel 2006 India e Tailandia vennero inserite nella classifica dei 10 mercati con il più alto
tasso di crescita annuo e, in quell’anno il settore indiano valeva circa 35,5 milioni di dollari; Euromonitor
International, ad Aprile 2011 ha previsto che il mercato indiano del Pet Care nel 2015 dovrebbe valere circa
82 milioni di dollari con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) pari al 13,8 %.
I Pet Owners cinesi spendono circa 2 miliardi di dollari all’anno per i propri animali; la crescita dell’industria
cinese dei prodotti per gli animali domestici sta largamente superando quella di tutto il resto del mondo: si
assiste, infatti, ad una crescita annua che varia tra il 10 e il 20% mentre negli Stati Uniti la crescita annua si
16
aggira attorno al punto percentuale. L’industria cinese del Pet Food cominciò a svilupparsi relativamente
tardi e la maggior parte dei produttori nazionali sono sconosciuti all’estero.
In Giappone al 2008 - 2009, il valore del mercato degli animali domestici si aggirava attorno ai 10 miliardi di
dollari; questo settore si è dimostrato resistente alla recessione, tuttavia comincia a perdere importanza a
favore di altri mercati emergenti. Secondo Euromonitor International, infatti, nel 2006, il Giappone
deteneva il 75% delle vendite di tutto il continente, mentre già l’anno successivo perse ben 5 punti
percentuali a favore dei mercati in fase di sviluppo come quello indiano che ha visto aumentare il valore
delle vendite al dettaglio di circa il 10% nel 2006. L’industria giapponese del Pet Food, tra il 1989 ed il 2006,
ha raddoppiato il proprio valore, giungendo a circa 3 miliardi di dollari, segnando così lo sviluppo del
mercato asiatico: un tempo l’offerta industriale era composta solamente da poche tipologie di alimenti,
ora, invece, l’offerta è maggiormente segmentata: vengono proposti vari segmenti, che comprendono
l’alimentazione normale, cibi naturali senza additivi, cibi prescritti dai veterinari e cibi destinati a cani o
gatti con intolleranze alimentari.
Il mercato dell’America Latina
Secondo i dati pubblicati da Euromonitor International a inizio 2011, le vendite di alimenti e prodotti per la
cura degli animali domestici sono in aumento in America latina, trainate dal mercato brasiliano. Nel periodo
che va dal 2005 al 2010, le vendite sono aumentate da 4,8 a 8,3 miliardi di dollari, per un tasso annuo di
crescita composto (CAGR) dell’11,9%. L’America Latina è così arrivata a concentrare il 10,2% del mercato
mondiale, rispetto al 7,6% del 2005. Il Brasile è il primo mercato sudamericano, con vendite che si aggirano
attorno a 5,2 miliardi di dollari nel 2010, seguito dal Messico con vendite pari a 1 miliardo di dollari e
Argentina con circa 645 milioni.
La crescita di questo settore è attribuita soprattutto alla crescita del reddito disponibile: infatti, secondo
Euromonitor la percentuale di famiglie brasiliane con un reddito medio annuo disponibile pari ad almeno
25 mila dollari è passato dal 21,7% al 30,1%, mentre l’Argentina ha visto un maggior incremento dal 33,5%
del 2005 al 44,8 % del 2010; Cile, Venezuela e Perù hanno registrato anch’essi tassi di crescita significativi.
Ciò dimostra che stiamo assistendo ad una rinascita della classe media. Elemento degno di nota è il fatto
che l’espansione del mercato non è stata influenzata significativamente dalla recessione economica, come
dimostrato dai tassi di crescita brasiliani.
I dati Euromonitor indicano una crescita delle vendite a valore di alimenti per cani e gatti di fascia
economica, rallentata solo marginalmente nel 2009 (+ 10,5% rispetto al 13,9% del 2008) e risalita a + 14,5%
nel 2010. Dal + 15,9% del 2008 la crescita delle vendite di prodotti di fascia intermedia è diminuita al + 8,3%
del 2009 e, poi, risalita a + 10,5% del 2010. Per quanto riguarda la fascia premium, nonostante un maggior
spostamento verso l’egualitarismo negli ultimi anni, la distribuzione del reddito in America Latina rimane
altamente distorta e ciò limita la vendita di prodotti premium acquistabili solamente da una nicchia di
consumatori: la crescita del Pet Food di fascia premium ha manifestato un + 10% nel 2007, + 2,7% nel 2008,
+ 4,2% nel 2009 ed infine la risalita nel 2010 pari al + 12,3%.
Nel periodo 2010 – 2015, Euromonitor prevede, per il mercato sudamericano del Pet Care, un tasso annuo
di crescita composto del 5,5%.