1
INTRODUZIONE
Questa tesi si sviluppa a partire dal desiderio di analizzare in una dimensione
internazionale i meccanismi e le diverse evoluzioni del mercato dell’arte con una particolare
attenzione per il segmento di arte contemporanea, sovente oggetto di vendite altisonanti.
La trattazione prende avvio da un inquadramento circa i caratteri del mercato di arte
contemporanea e del bene opera d’arte (cap. 1) per poi passare ad un visione più dettagliata
dei trend assunti dal mercato (cap. 2). A tal proposito è stata operata una duplice restrizione di
campo circa i protagonisti considerati e il periodo cronologico di riferimento. L’analisi si
rivolge infatti ad un arco temporale particolarmente esemplificativo del grande boom del
mercato dell’arte e dell’inevitabile conseguente crollo concomitante alla crisi economico-
finanziaria 2008. Per quanto riguarda invece gli attori considerati, l’attenzione si è focalizzata
su due grandi aree geografiche, quella statunitense e quella europea (in particolare Regno
Unito, Francia, Germania e Italia) con l’intento di far emergere attraverso una comparazione e
contrapposizione i diversi andamenti del mercato dell’arte.
E’ necessario specificare che il presente scritto non vuole essere esaustivo circa i
molteplici e complessi meccanismi che muovono questo mercato, ma cerca di mettere in luce
i diversi sviluppi assunti da questo in uno stesso periodo, ma in contesti diversi. Il termine
mercato dell’arte può essere al contempo una definizione specifica quanto vaga, in questa
sede si farà riferimento al mercato delle aste, fetta importantissima e in rapida crescita, ma che
non dobbiamo dimenticare costituisce solo l’1% della globalità del mercato. Un’analisi
economica, o che comunque si sforza di essere tale e intenda utilizzare una metodologia di
analisi scientifica, non può prescindere da dati oggettivi e ufficiali che per il momento
vengono forniti con regolarità solo in riferimento alle vendite all’asta, le restanti
contrattazioni possiamo dire facciano riferimento alla «mancata trasparenza» del sistema-arte.
Nonostante il centro della trattazione riguarderà l’ arte contemporanea è stata spesso
necessaria l’inclusione e il riferimento ad altri segmenti di mercato per delineare una visione
d’insieme più chiara e ampia.
Inoltre la crescente potenza economica e rilevanza sul piano artistico della Cina ha
reso a volte fondamentale l’inserimento di questa come termine di paragone imprescindibile
in un contesto internazionale.
Le ultime considerazioni (cap. 3) faranno riferimento al rapporto tra investimento
finanziario e collezionismo. Dopo un primo tentativo di scorporare le numerose variabili che
influenzano la determinazione del prezzo dell’opera d’arte, si passerà attraverso il riferimento
2
a numerosi studi di settore ad un confronto tra due forme di investimento molto distanti tra
loro, tentando di istituire quando possibile parallelismi e mettendo in luce vantaggi e rischi a
queste connessi.
Oltre a numerosi articoli di importanti testate (The Art Newspaper, Arteconomy24,
ArtPrice, ArsValue, etc.) e molti tra i più rilevanti studi si farà riferimento, per quanto
concerne la maggior parte dei dati di mercato, ai report annualmente pubblicati dalla
ArtMarketInsight, l’agenzia di stampa ArtPrice che insieme al dipartimento di Econometria di
ArtPrice propone analisi dettagliate sul mercato dell’arte e utili classifiche come la top 100
degli artisti per volume d’affari.
Per quanto riguarda la terminologia usata si incontreranno spesso termini e espressioni
tecniche inglesi dal momento che numerose pubblicazioni, studi e articoli, nonché il gergo di
settore fa riferimento al contesto anglosassone. Non dobbiamo inoltre dimenticare che le due
case d’asta leader nel mercato internazionale, Sotheby’s e Christie’s, vennero fondate circa
due secoli fa proprio nel Regno Unito.
I termini cronologici riferibili alla definizione «arte contemporanea» non sono sempre
chiari e unanimemente condivisi. In questo scritto utilizzeremo gli stessi limiti cronologici
adottati nei rapporti ArtPrice, considerando dunque gli artisti nati dopo il 1940 come
contemporanei, mentre come young generations of artists i nati dopo il 1960. Nel corso della
trattazione sono stati a volte inclusi nella categorizzazione di arte contemporanea anche artisti
nati prima del 1940, in tal caso sarà la data di esecuzione dell’opera e non la data di nascita
dell’artista il termine di riferimento. E’ questo il caso di Hopper, De Kooning e Rothko
inseriti in aste di arte contemporanea dal momento che le opere in questione datavano
rispettivamente 1965, 1949 e 1964.
3
1. I caratteri distintivi del mercato di arte contemporanea
[Il mercato dell’arte può essere descritto
come] un insieme dinamico di negoziati che si
autoalimenta attraverso un meccanismo
complesso, capace di fornire gratificazioni di
vario livello ai numerosi attori che vi
intervengono e vi determinano i valori delle
opere in termini strettamente economici
1
.
Formati presso prestigiose business schools, sono conviti che l’arte può e deve essere
gestita con gli stessi criteri relativi alla produzione e al marketing delle altre merci. […]
Con la massima naturalezza, costoro parlano continuamente di budget, investimenti,
strategie per stabilire i prezzi. […] Ovviamente, questo tipo di competenze sono state
utilizzate per decenni anche dagli esponenti del mondo dell’arte della vecchia scuola
[…]. Tuttavia, in genere, questi ultimi si vergognano di ammettere il carattere
commerciale delle loro attività e molti tuttora si rifiutano di considerarsi come
manager
2
.
L’intento di questo primo capitolo non è quello di descrivere l’evoluzione del mercato
dell’arte in una prospettiva storica e neanche quello di strutturare un argomentazione
focalizzata sulla distinzione tra domanda e offerta nel mercato dell’arte, distinzione peraltro
ampiamente trattata e approfondita in numerosissimi studi. Al contrario vorremmo
concentrare l’attenzione sui quei caratteri che rendono unico il mercato di arte
contemporanea, il bene in oggetto e il nuovo rapporto che questo instaura con il pubblico.
La crescita sostanziale dei prezzi di arte moderna e contemporanea, le quotazioni raggiunte da
alcuni artisti contemporanei, la crescente attenzione rivolta alle fiere internazionali e dagli
attori del mondo finanziario per l’arte sta spingendo quest’ultima a seguire un modello
sempre più simile a quello di un mercato borsistico. Si parla sempre più infatti di una grande
somiglianza tra il mercato dell’arte e quello finanziario. Ai tradizionali collezionisti, attenti
alle logiche di mercato, ma anche fini intenditori, si affiancano operatori le cui scelte sono
dominate in modo più esplicito dalla prospettiva del capital gain e dai ritorni a breve medio
termine
3
. Se da un lato si può parlare di «capitalismo d’arte», dall’altro non si riflette
1
Cit. da, A. Vettese, «Ma questo è un quadro?», Carrocci, 2005: 52.
2
Cit. da, H. Haacke, Museum, Manager of Consciousness (1986), in K. Stiles e P. Selz (a cura di), Theories and Documents
of Contemporary Art, University of California Press, Berkeley-Los Angeles-London 1996, pp. 874-875.
3
Cfr. da, ticonzero, knowledge and ideas for emerging leaders; Art Fever? Note al margine di un’euforia suntuaria.
No. 75/2007, di Stefano Baia Curioni, www.ticonzero.info
4
abbastanza sul fatto che il mercato dell’arte e quello di borsa presentano numerose differenze
sul piano informativo, regolativo e strutturale che meriterebbero ulteriori specificazioni.
1.1 Quali sono i limiti cronologici che definiscono il mercato e l’arte
contemporanea?
E’ necessario in primo luogo specificare che cosa si intenda con arte contemporanea e
quali siano i limiti cronologici che definiscono tale categorizzazione.
Con il termine arte contemporanea ci si riferisce ovviamente alla produzione ad opera
di artisti viventi, cioè a noi contemporanei, in realtà tale distinzione non è così semplice e
immediata. Come precedentemente sottolineato i limiti cronologici utilizzati nel contesto
storico-artistico, ma anche economico non sono sempre chiari e universalmente condivisi.
In Europa ad esempio si parla di arte contemporanea generalmente in riferimento a
quella parte della storia dell’arte che va dagli impressionisti a oggi, mentre negli Stati Uniti lo
stesso periodo viene suddiviso tra modern art (fino alla seconda Guerra Mondiale) e
contemporary art (dagl’anni Quaranta a oggi, a partire dall’espressionismo astratto e cioè dal
primo movimento d’avanguardia d’oltreoceano imposto internazionalmente)
4
.
Ma la vera svolta che ha cambiato le coordinate di fondo della ricerca artistica
definibile strettamente contemporanea, i cui aspetti più significativi sono ancora uno
stimolo vitale per la complessa e articolata situazione attuale, inizia sia in Europa,sia in
America più o meno nella seconda metà degl’anni cinquanta, sviluppandosi nel
decennio successivo.
Tale svolta va in direzione di un definitivo sfondamento dei confini tradizionali della
pittura e della scultura (che rimangono pratiche di peculiare importanza, ma non più
dominanti nella creazione artistica), a partire da una critica radicale all’eccesso
dell’espressività soggettiva ed esistenziale dell’informale e dell’action painting, e più in
generale alla dimensione illusionistica dell’opera. E si caratterizza attraverso un
coinvolgimento concreto della realtà oggettuale quotidiana; un’apertura provocatoria
della cultura d’élite all’universo della cultura di massa; un nuovo e più diretto rapporto
tra vita e arte, in termini di interventi performativi e di installazioni ambientali; e anche
come processo di riflessione autoreferenziale sulla specificità e i limiti dei linguaggi
artistici e sullo stesso sistema dell’arte. Il tutto prende forma attraverso l’utilizzazione di
nuove tecniche e di nuovi materiali, e l’elaborazione di nuove procedure operative
5
.
4
Ibidem.
5
Cit. da, F. Poli, «Arte Contemporanea, Le ricerche internazionali dalla metà degli anni cinquanta a oggi», Electa, Milano,
2003.
5
Per quanto riguarda il mercato dell’arte, essendoci in questa sede occupati del mercato
internazionale delle aste, verrà ripreso lo stesso limite cronologico adottato nei report ArtPrice
considerando come contemporanei gli artisti nati dopo il 1940.
1.2 Il mercato di arte contemporanea
Il mercato dell’arte non si è mai distinto per rigidità e trasparenza, soprattutto non lo
sono gli attori che lo alimentano
6
. Per analogia con la compravendita di titoli finanziari si
distingue convenzionalmente anche nelle’arte tra mercato primario e secondario.
Se nel mercato finanziario si parla di mercato primario in riferimento alle nuove
emissioni di obbligazione e titoli azionari, in quello dell’arte ci riferiamo alle transazioni che
vedono protagonisti gli artisti in prima persona e i loro committenti diretti, come galleristi e
collezionisti, seguendo una transazione economica che potremmo definire come
« direttamente dal produttore (creatore) al consumatore
7
»
Il mercato secondario comprende invece le rivendite delle opere ad altri soggetti da
collezionisti privati o fondazioni, enti vari, mercanti, mentre nel mondo finanziario fa
riferimento a titoli che circolano in e fuori dalla borsa essendo stati emessi da tempo.
Questo mercato è generalmente il campo d’azione delle case d’asta ed è anche quello in cui i
valori dell’opera tendono ad essere legittimati e acquisire ufficialità e certezza
8
.
The primary market concentrates on the sale of contemporary art, made by living
artists selling works of art mainly for the first time. The secondary market, for resale,
deals with mainly ancient and modern art, where the artist is dead. One of the major
problems with the secondary market is the restricted number of quality works to be
found for sale
9
.
Possiamo ricondurre la nascita di un vero e proprio mercato di arte contemporanea in
occasione della storica asta di Sotheby’s, datata 6 maggio 1997, durante la quale furono
realizzati 152 milioni di dollari in vendite, a partire dalla collezione del dr. Nadal-Ginard
(primo presidente del Boston Children’s Bruce Foundation) che contava artisti del calibro di
Koons, Nauman, Whiteread, Smith e altri.
6
Cit. da, Lo slittamento del mercato, www.exibart.com, Exibart.onpaper no. 50, 6 giugno 2008.
7
Ibidem.
8
Ibidem.
9
Cfr. Raya Mamarbachi, Marc Day, Giampiero Favato, Evaluating art as an alternative investment asset, 2008, pag. 64,
Henley Business School.
6
Globalizzazione, nuove economie emergenti, unite al grande boom che ha
accompagnato il mercato dell’arte contemporanea negl’ultimi anni, hanno determinato
attraverso un processo osmotico una ridefinizione dei confini tra queste due tipologie di
mercato rendendole facilmente attraversabili nell’uno e nell’altro senso. E’ particolarmente
evidente nel panorama internazionale la generale labilità di confine dei ruoli di ciascun attore
operante all’interno del sistema dell’arte. I rappresentanti delle case d’asta, nonostante un
certa avversione da parte dei direttori di gallerie e istituzioni ne osteggi la presenza,
frequentano sempre più le esposizioni d’arte e le fiere internazionali per cogliere le ultime
tendenze e le nuove proposte di giovani artisti. Sotheby’s e Christie’s hanno addirittura aperto
delle loro gallerie, introducendosi nella mediazione generalmente esclusiva dei galleristi.
Vediamo che le regole del gioco nel mercato di arte contemporanea iniziano ad essere
scompaginate e di questa sovversione ne approfittano anche gli artisti, specialmente le super
star internazionali le cui quotazioni sembrano loro permettere una certa autonomia evitando
ad esempio l’intermediazione dei galleristi e vendendo direttamente all’asta (come nel caso di
D. Hirst).
All’interno del sistema dominato da galleristi, case d’asta e artisti dobbiamo
considerare anche la notevole influenza esercitata dai critici e curatori di mostre, che riescono
a legittimare il lavoro di un’artista e a sancirne il valore culturale.
Un grande critico come Harald Szeemann ha sottolineato l’importanza fondamentale
dell’indipendenza del curatore dai condizionamenti e assoggettamento dell’industria culturale,
Szeemann rivendica dunque l’autonomia di giudizio e la libertà dalle stringenti regole di
mercato dei critici e curatori.
Il controllo delle vendite da parte di poche grandi case d’asta, Christie’s, Sotheby’s,
Philips e Bonhams, rende il mercato dell’arte una sorta di oligopolio. Tale limitazione
oligopolista riguarda anche il lato dell’offerta restringendo il numero di artisti e lavori che
arrivano nella maggiori salerooms internazionali.
Il mercato dell’arte contemporanea deve oggi confrontarsi con un contesto socio-
economico che risulta oltre che instabile e altamente dinamico, colpito dagli effetti della
globalizzazione dell’economia e della cultura
10
.
Le tensioni interne al mercato dell’arte sono oggi fortissime e determinate dalla
globalizzazione economica e dall’evoluzione tecnologico-informativa.
I meccanismi che regolano il mercato di arte contemporanea sono fortemente
influenzati da una duplice concorrenza. L’offerta artistica si trova a dover fronteggiare una
10
Cfr. da, «Economia globale, concorrenza e mercato dell’arte contemporanea», Federica Codignola, Università degli Studi
di Milano, Bicocca.
7
concorrenza interna, fra gli stessi attori del sistema-mercato, come la concorrenza fra due case
d’asta o fra due gallerie specializzate in arte contemporanea e operanti nello stesso territorio o
ancora tra le numerose fiere di arte contemporanea di stampo internazionale. Pensiamo
inoltre, in riferimento all’offerta, alla concorrenza tra nuove tendenze e giovani artisti che
vogliono affacciarsi sul mercato con opere che rientrano nella stessa categoria di prodotti
artistici.
Il mercato si trova dunque a dover competere in primis con una spietata concorrenza
interna, ma anche, all’interno di un contesto più ampio, una condizione di concorrenza esterna
riferibile al contesto culturale in senso più ampio (come la visita di una mostra in concorrenza
con quella ad un evento sportivo o parco tematico).
L’ecosistema dell’arte contemporanea è determinato dall’azione sinergica di
molteplici attori ciascuno dei quali si fa portatore di un campo d’azione e influenza peculiare.
Artisti, case d’asta, critici, galleristi, banche e consulenti di investimento interagiscono tra
loro in modi non completamente prevedibili, così da impostare e modificare le regole
influenzando l’intero settore e i suoi rapporti con il mondo dell’economia e delle politiche
culturali
11
. All’interno di un meccanismo così complesso le case d’asta possono fare a meno
di un rapporto di interdipendenza costante con le gallerie, le quali perseguono al contrario
nella loro missione di scoprire nuovi talenti ed accrescerne la reputazione.
Le logiche che sottendono l’evoluzione di questo settore, pur non facilmente
intelligibili dall’esterno, si basano su un sistema di interazioni reciproche con la società, le
politiche culturali e i valori più propriamente economici che possono in parte, spiegarne la
complessità
12
.
Riprendendo le parole dell’ex direttore di Art Basel, Samuel Keller, il mondo dell’arte
contemporanea potrebbe essere descritto come «un ecosistema in cui gli squali non mangiano
i pesci poiché rimarrebbero presto a bocca asciutta
13
». Come a dire che le grandi case d’asta
non potrebbero far a meno dell’intermediazione costante delle gallerie. In realtà abbiamo visto
come i ruoli anche all’interno del mercato dell’arte stiano cambiando dimostrandosi sempre
meno netti e distinti gli uni dagl’altri. L’arte contemporanea è divenuta regina delle venite
grazie ad un complesso meccanismo di interazione tra giovani acquirenti e collezionisti
11
Cfr. da, ticonzero, knowledge and ideas for emerging leaders, Contemporaneo e mercato. Il settore dell’arte
contemporanea tra investimento economico e sviluppo territoriale. No. 92/2008, di Agusto Giulia, www.ticonzero.info
12
Ibidem.
13
Cit. da, Le logiche del settore dell’arte contemporanea: tra mercato e attenzione del pubblico, Agusto Giulia,
www.tafter.it, 1 ottobre 2008.
8
provenienti da tutto il mondo, ma anche grazie al proliferare di fiere e ed esposizioni, di vario
livello qualitativo, in tutto il mondo
14
.
Dalla prima biennale d’arte , la Biennale di Venezia del 1895, a circa un secolo di
distanza si arrivano a contare circa sessanta eventi di arte contemporanea a livello globale.
Le fiere come le nuove chiassose architetture dei musei internazionali di arte contemporanea
progettate da archistar mondiali si inseriscono molto spesso in un circuito di infotainment
volto a innescare uno sviluppo integrato di diversi settori.
A differenza di quanto accadeva nel passato in riferimento all’arte contemporanea le
strategie di legittimazione delle opere si realizzano in tempi molto brevi grazie ad un’intensa
organizzazione di mostre in gallerie e musei e sulla base di una promozione a livello critico e
con logiche di marketing communication attraverso i media
15
.
Il fine ultimo dell’intero meccanismo si avvicina oggi sempre più alla creazione di un
«evento» in cui gli spazi tradizionali di fruizione artistica generalmente riferibili all’arte
contemporanea tendono a trasformarsi in forme ibride molto simili agli spazi commerciali.
1.3 L’opera d’arte contemporanea tra funzione estetico-simbolica ed economica
Nell’opera d’arte convivono due funzioni distinte che potremmo riassumere come
funzione estetica e economica. Per quanto riguarda la prima facciamo riferimento al carattere
di bene simbolico finalizzato all’accrescimento del prestigio dei proprietari.
In riferimento a questa prima caratterizzazione, Mukarovsky sostiene che l’arte grazie
alla sua funzione estetica abbia la capacità di arrivare anche a coloro che non sono in diretto
contatto con essa, potendo contare dunque su un raggio d’azione più ampio.
La funzione estetica ha un posto importante nella vita dei singoli e dell’intera società.
E’ vero che il numero di persone che sono in diretto contatto con l’arte è fortemente
limitato sia dalla relativa rarità del talento artistico, sia dalle barriere sociali, tuttavia nei
suoi risultati l’arte colpisce anche coloro che non sono in diretto contatto con essa; e
inoltre la funzione estetica ha in campo maggiore d’azione, più vasto della sola arte
16
.
La seconda funzione è ovviamente quella economica, ovvero nel momento in cui
l’opera viene inserita in un mercato di riferimento e diventa oggetto di scambi finalizzati al
14
Ibidem.
15
Cfr. da, «Economia globale, concorrenza e mercato dell’arte contemporanea», Federica Codignola, Università degli Studi
di Milano, Bicocca.
16
Cit. da, J. Mukarovsky, 1971, La funzione, la norma e il valore estetico come fatti sociali, Einaudi, Torino.
9
conseguimento di un utile derivante dalla differenza tra il prezzo acquistato e il prezzo
derivante dalla vendita
17
.
L’opera d’arte si presenta dunque come la fusione di funzioni estetiche ed
extraestetiche, che possono essere a loro volta suddivise in altre ulteriori sotto-funzioni.
Tali caratteristiche extraestetiche sono importanti specialmente per l’arte contemporanea, in
quanto intrinseche nella realtà attuale. Queste sono infatti connesse alla dimensione
socioculturale e socioeconomica dell’ambiente in cui vengono realizzate ed immesse nel
mercato. La caratteristica fondante dell’opera d’arte è proprio quella di essere presentata come
bene «realizzato» e finito nello stesso arco temporale (o momento storico) rispetto a quello in
cui andrà ad agire sul mercato nelle vesti di oggetto di scambio monetario
18
.
Una delle peculiarità del mercato dell’arte contemporanea è la gestione e
commercializzazione di opere la cui qualità e valore non possono venir totalmente colte e
apprezzate finché non si venga a conoscenza del «sistema di immateriali
19
» sotteso alla
creazione delle stesse, vale a dire da chi questa è stata venduta, valutata e criticata.
Un’ulteriore precisazione circa i molteplici valori e funzioni intrinseche al bene opera
d’arte è stata introdotta da Peter Wilson, direttore della sede londinese di Sotheby’s e esperto
d’arte. Egli sostiene che l’opera d’arte abbia oggi assunto un valore sacrale, dal momento che
questa trova una completa legittimazione non dal suo autonomo significato storico ed estetico,
bensì dalla valutazione di mercato
20
.
L’arte oggi non viene più percepita come un settore d’élite, ma al contrario come un
mondo di esperti, a cui è possibile partecipare solo dopo essersi preparati. Il profilo del
pubblico medio italiano di arte contemporanea è infatti prevalentemente costituito da giovani
e persone in possesso di un titolo di studio medio-alto; il bacino è in realtà costituito da una
percentuale sulla popolazione generale pari solo al 18%, laddove l’interesse per l’arte in
generale è pari a percentuali del doppio, circa il 35%
21
.
La qualità e il valore di un’opera di arte contemporanea è infatti difficilmente
valutabile da un pubblico di neofiti, il linguaggio artistico contemporaneo resta
sostanzialmente incomprensibile.
17
Cit. Arianna Manfredi, Raffaele Ungaro, Investire nelle opera d’arte, Utet Libreria Srl, 2001.
18
Cit. da, «Economia globale, concorrenza e mercato dell’arte contemporanea», Federica Codignola, Università degli Studi
di Milano, Bicocca.
19
Ibidem.
20
Dichiarazione riportata da, C. Herchenroder, Il mercato dell’arte, Bompiani, Milano, 1980.
21
Cfr. da, ticonzero, Contemporaneo e mercato. Il settore dell’arte contemporanea tra investimento economico e sviluppo
territoriale, No. 92/2008, di Giulia Agusto, www.ticonzero.info